![]() |
Altafonte sorrise a quelle parole di Altea.
“Parlare di me” disse “è forse una delle cose più scontate e banali, temo. Non perchè la mia vita sia noiosa, ma perchè credo di poter dire che essa incarni una serie di fatti tratti da luoghi comuni vecchi come il mondo. E proprio per questo, talvolta, giungendo a parlare di me, finisco per causare nel mio ascoltatore un vago senso di scetticismo. Come se il mio descrivermi sia frutto di racconti e non di fatti di vita vissuta.” Sorseggiò ancora un po' di quell'elisir. “Diciamo che uno sfortunato amore di gioventù mi spinse ad imbarcarmi su una nave che batteva una bandiera ancora oggi sconosciuta per me. Toccammo vari porti del Mediterraneo, per oltrepassare infine lo Stretto di Gibilterra e doppiare le coste più occidentali dell'Africa. Sfortunatamente una tempesta ci fece naufragare, ma alcuni di noi trovarono salvezza su una piccola isoletta di dominio musulmano. Da qui, in semischiavitù, fummo condotti verso le Cicladi e infine a Costantinopoli. Il Sultano pretese la nostra conversione all'Islam, dietro naturalmente minaccia di morte. Nessuno di noi accettò e i miei compagni di sventura finirono tutti decapitati. Io invece sfuggii a tale sorte solo perchè avevo attuato uno strataggemma..." apparve vagamente sarcastico "... avevo infatti insegnato al Sultano il nostro gioco degli scacchi, tenendo però per me una via d'uscita... gli avevo infatti spiegato il ruolo ed il movimento di ogni pezzo... tranne che del cavallo." Rise. "La brama di voler vincere a quel gioco impose così al Sultano di tenermi in vita. Pare infatti che i tiranni dotati di un potere assoluto facciano fatica ad accettare la loro non onnipotenza. Un giorno, però, passeggiando per il suo palazzo, godevo infatti di una libertà sorprendente per uno ritenuto infedele, fissando le finestre dell'harem vidi una meravigliosa creatura... solo i suoi occhi erano visibili... il resto era coperto da un lungo velo turchino... quegli occhi erano verdi come smeraldi..." fissò d'un tratto Altea con attenzione "... per Belzebù!" Esclamò. "Avete i suoi stessi occhi, milady! Siete stata forse schiava del Sultano di Costantinopoli?" E rise di nuovo. |
“Si, in effetti non avete tutti i torti...” disse Simone a Clio “... anche io ho notato che molto probabilmente non è altro che un giovane impetuoso ed imbecille... a meno che non finga... è del capitano de' Gufoni questa ipotesi... ossia che Francesco de' Binardi finga di non saper usare le armi... questo gli avrebbe permesso così di godere di un leggero vantaggio durante il duello con vostro cugino, qualora egli lo avesse sottovalutato... e poi il fingere è vitale per un ladro che non vuole farsi scoprire... che dire? E' una possibilità. Tuttavia, essendo noi alquanto prudenti, eviteremo ogni possibilità. Accusare il giovane de' Binardi di un qualche reato non sarà cosa difficile, credo... dopotutto era armato quando si è intrufolato a casa vostra... e poi vi ha anche minacciata di morte, milady... vedete? Il gioco è fatto. L'unico dubbio a questo punto resta il tipo di esecuzione.” Ed un ghigno apparve sul suo volto.
|
Ascoltavo con attenzione e rapita il racconto del Cavaliere...ricordavo del fatto che aveva salvato la vita ai suoi guerrieri dal Sultano.
Ero presa da quella storia e lo fissavo quando il suo sguardo si posò sul mio e udii le sue ultime parole...scossi il capo e sorrisi.."No milord, mi spiace ma non ho mai avuto occasione di passare per quel di Costantinopoli purtroppo, ma mi fa piacere il solo fatto di ricordarvi una bellissima visione e due occhi verdi affascinanti...e ditemi vi innamoraste poi di questa dama misteriosa?" ...ebbene si era enigmatico, incomprensibile, difficile da interpretare...ogni sua parola aveva un qualcosa che doveva essere interpretato. |
“Eh, milady...” disse Altafonte ad Altea “... ebbene si... me ne innamorai e per questa mia passione riuscii ad ideare una rocambolesca fuga per entrambi... e sebbene fu breve, la nostra storia trovò un meraviglioso scenario in un'isoletta greca tra Cipro e Rodi...” la guardò e sorrise “... vedete? E' l'effetto che hanno su di me questo genere di bevande...” indicando il suo bicchiere dal quale sorseggiava l'elisir “... mi stimolano a narrare storie delle quali poi lascio al mio uditorio il compito di riconoscere ciò che è reale e ciò che invece non lo è...” le fece l'occhiolino.
Ma proprio in quel momento arrivò Ermiano. “Signore...” mormorò. I due si scambiarono un rapido sguardo. “Si, hai ragione...” fece poi il cavaliere “... l'avevo scordato...” si alzò e mostrò un lieve inchino ad Altea “... perdonatemi, milady, ma avevo una faccenda da sistemare e la vostra piacevole compagnia mi aveva spinto a dimenticarlo... è tardi e temo tornerò fra un bel po'... lascerò dunque ad Ermiano l'invidiato compito di riaccompagnarvi a casa... naturalmente Mardhuan vi seguirà come un'ombra... a presto, milady...” ed andò via. Ermiano allora fece preparare la carrozza per riaccompagnare la donna nella sua dimora. |
Ero felicissima Velv mi avrebbe portata con lui......e avrei avuto tutto il tempo di scoprire perché il Capo aveva la stessa medaglia di quell'uomo........" vi ringrazio messere....non ve ne pentirete,.....ho sempre mantenuto anch'io la parola data.....per la bella donna....credo che messa così come sono siete riuscito a vedere oltre....avete un animo sensibile.....ma ricordate una cosa.....posso collaborare...ma non saro' mai un anima in vendita.......comunque i sono pronta.....".....ero soddisfatta...non so di cosa, ma lo ero...una bella donna.....non me lo aveva detto mai nessuno.....
|
Salii sulla carrozza assieme ad Ermiano e Mardhuan....che strano, e la cena?Una cosa improvvisa tanto da lasciarmi sola e senza cena...me ne rimasi zitta fino alla mia dimora.
Scesi dalla carrozza e salutai Ermiano, entrai con Mardhuan e per fortuna trovai la servitrice sveglia..mi sedetti al salone e chiesi ad ella di servirmi la cena. La casa di notte era strana e silenziosa, quasi mi inquietava...effettivamente quella era la prima notte che avrei passato in quella casa. |
"Fingere?" risi "Non scherziamo, su... ha cercato di minacciarmi, era nel suo interesse che fossi impaurita, in modo che obbedissi alle sue richieste.. e vi assicuro che non era affatto credibile.. era disperato, questo si... Beh, per accusarlo di un reato dovrebbe averlo commesso... infondo, non ci sono prove che volesse uccidere mio cugino.. a me ha detto solo che voleva vederlo.. non credo che introdursi in casa di qualcuno sia di per se un reato da pena capitale.. " sorrisi "..a meno che non ci si voglia sbarazzare in ogni modo di qualcuno di scomodo.. che non piace a nessuno.. ma queste cose non accadono in uno stato liberale come Sygma..." mi alzai "..bene, vi ho già rubato abbastanza tempo, grazie di avermi ricevuto.. ci vedremo al ballo, immagino..".
|
Quel ricordo...
richiusi per un istante gli occhi, sfiorando quel ricordo... lui mi aveva sempre trattata in quel modo: tra alti e bassi, tra momenti in cui era incredibilmente bello passare il tempo con lui e momenti nei quali sapeva farmi arrabbiare come nessun altro al mondo... c'era stato un tempo in cui avevo tenuto a lui ed un tempo in cui avevo creduto di detestarlo... c'erano stati momenti nei quali mi aveva colpita e mi aveva fatta stare male da morirne, contro momenti in cui avevo creduto che saremmo potuti essere qualcosa di più... lui... era sempre riuscito a stare in mezzo ai miei pensieri, lui, e non lo aveva mai saputo... o aveva finto di non saperlo. Avevo sempre pensato che gli piacesse fingere di non saperlo, che lo facesse sentire più forte. All'improvviso bussarono alla porta. Aprii gli occhi: una domestica mi informò che Jacopo mi aspettava per colazione... c'erano novità? Mi alzai, dunque, sforzandomi di chiudere quel ricordo in fondo al cuore, dov'era da sempre... poi mi vestii e pochi minuti dopo giunsi nella sala per la colazione. |
Capitolo VIII: Trappola al Palazzo Reale
“Estragone: <<Mi hai spaventato.>> Vladimiro: <<Ho creduto che fosse lui.>> Estragone: <<Chi?>> Vladimiro: <<Godot.>> Estragone: <<Figurati! Il vento nelle canne>> Vladimiro: <<Sembravano grida. L'avrei giurato.>> Estragone: <<E che griderebbe a fare?>> Vladimiro: <<Per incitare il suo cavallo. (Silenzio).>>” (Samuel Beckett, Aspettando Godot) “Un momento ancora...” disse Simone a Clio “... noto che difendete con determinazione le vostre convinzioni sul giovane de' Binardi, nonostante egli vi abbia puntato contro un'arma e che con ogni probabilità mirasse a chiudere in anticipo il conto con vostro cugino...” sorrise “... andiamo, non ditemi che il nostro giovane ribelle è riuscito a cogliere le vostre simpatie...” rise “... siete una dama abile ed astuta, con l'ingrato compito di tirare fuori dai guai il proprio fratello... dunque vi rendete conto di non essere in condizione di lasciarvi trasportare da, diciamo, inclinazioni istintive...” Un funzionario bussò e lo interruppe. “Eccellenza, il Priore Adamo è qui.” “Bene!” Esclamò Simone. “Ora interrogheremo il nostro chierico vagante. Voi cosa fate?” Rivolgendosi a Clio. “Andate via oppure attendete qui l'esito del mio interrogatorio?” E fissò la principessa di Crysa. http://www.timeforkids.com/files/111...teers_rect.jpg |
Velv annuì a quelle parole di Elisabeth.
Era un uomo dall'indubbio fascino, dai lunghi capelli mossi, gli occhi scuri ed inquieti e un'aria che pareva racchiudere delle emozioni che difficilmente riuscivano ad emergere oltre quei tratti gradevoli. Mandò allora a chiamare Gervan da uno dei suoi compagni. Il rappresentante dei mercanti, così, raggiunse nuovamente il loro tavolo. “Prima di accettare il vostro incarico” disse Velv “vogliamo capirci di più. Chi sarebbe questo Azable?” “Certo, messere.” Annuì Gervan. “Sappiate che egli è un notissimo e ricercatissimo ladro. Molto abile ed esperto, presenta una mente criminale non comune. Versatile e geniale, il nostro malfattore ama apparire fuori dall'ordinario quando progetta uno dei suoi furti. Sappiamo per certo che Azable era diretto qui a Sygma per rubare un quadro prezioso ed ambito. Il famoso Verziere Fiesolano.” |
Irene servì la cena ad Altea e poi preparò la sua stanza per la notte.
Era la camera appartenuta a lady Vittoria. E infatti il suo ritratto dominava ancora sul lato sinistro del letto. Altea così, poco dopo essersi messa a letto, si addormentò. Probabilmente fece sogni inquieti che la portarono in uno stato di dormiveglia nel cuore della notte... “Il ritratto è sempre lì...” disse Irene. “Ottimo...” annuì Azable “... però non deve uscire da questa casa... non così spesso almeno...” “Chi, signore?” “Lei, non certo il ritratto...” Altea aprì gli occhi il mattino seguente, svegliata da Irene che le portava a letto la colazione. “Buongiorno, milady...” fece la donna, aprendo le tende e permettendo alla luce del Sole di invadere la stanza. |
Talia scese per la colazione e qui trovò Jacopo ad attenderla.
Il capitano leggeva con tranquillità il registro dei vari ordini del giorno da consegnare in caserma e sorseggiava del tè. “Buongiorno, mia cara...” disse vedendola arrivare “... dormito bene? Sai, sono accadute molte cose stamani... Francesco de' Binardi è stato arrestato mentre tentava di uccidere il conte Fiosari e sua cugina... oggi sarà interrogato e molto probabilmente processato, per poi essere giustiziato... sono curioso ora di scoprire se sentiremo ancora parlare del misterioso Mirabole...” |
Sorrisi appena "Oh, non abbiate paura.. Credo che Francesco de'Binardi non sia in grado di suscitare simpatia in nessuno.. Anzi, fa di tutto per farsi detestare, e non è una mossa poi così astuta.. Non è che un povero sciocco accecato dalla rabbia.. Ma per una dama nella mia posizione è fondamentale riuscire a capire chi si ha di fronte, con distacco e obiettività ma questo lo saprete anche voi.. Fidarsi della persona sbagliata sarebbe la fine..".
Citazione:
"Beh, se non disturbo, ascolterò volentieri il vostro interrogatorio.." Sorrisi "É sempre un bene avere fonti di prima mano.. E vedere il volto di qualcuno mentre parla insegna molto di più di un racconto di seconda mano..". Quell'uomo mi piaceva sempre meno, ma sapevo bene come mascherare i miei sentimenti. Non sapevo se quanto aveva detto era vero, se iniziavo a simpatizzare per il mercante. Non aveva fatto nulla per guadagnarsi la mia fiducia, anzi... Eppure, non riuscivo a condannarlo senza esitazione. Forse perché, quando tutti parlavano male di qualcuno, mi chiedevo sempre se non ci fosse qualcosa sotto. E da quando ero arrivata in città non avevo ancora sentito una parola in difesa dei de' Binardi, tranne che da loro stessi, s'intende. O forse perché, per un momento, mi era parso di scorgere qualcosa oltre quella coltre di odio. Ma non aveva importanza, su una cosa Simone aveva ragione, non potevo abbandonarmi a sentimentalismi. Francesco aveva scritto da solo il suo destino, io dovevo pensare a Diomede. |
Guardai Velv ,mi aveva accettata ma per la prima volta lo guardai come poteva fare una donna verso un uomo, anche se la sua scelta nei miei riguardi non proveniva certo per l'abito che indossavo o per la fragranza del mio profumo......per la prima volta mi vergognai del mio stato......ma questo non fece distogliere il mio sguardo dal suo volto e dalla sua figura era un bell'uomo piú grande di me e che certamente aveva fatto battere il cuore di molte donne......il mio con lui in fondo ero solo un patto....una stretta di mano per la conclusione di un'affare.......sentii la sua voce mentre chiamava Gervan....e fu allora che ritornò in ballo il famoso quadro......ero tornata al punto di partenza......mi resi conto della cifra che l'uomo aveva offerto a Velv.......ma quanto valeva......l'unica cosa insensata che dissi....lasciandomi sedere su una sedia " Per la miseria accidenti a tutte le pulci del mondo quanto sono scema......" ovviamente non fu signorile e me ne accorsi dagli occhi che si posarono su di me.....magari una Dama avrebbe detto altro.........ma che altro?......volevo sprofondare......per non subire tanta vergogna
|
La notte passò inquieta tra incubi e il dormiveglia che mi portava a guardare quel ritratto.
Al mattino fui svegliata da Irene che mi portò la colazione a letto...mentre mangiavo pensavo ai sogni fatti...ma come mai i miei incubi mi portavano ad Azable e Irene assieme? Non dovevo uscire spesso dicevano....ebbene si...sarei uscita pure quel mattino. Mi lavai e indossai una veste lilla non molto vistosa, mi acconciai i capelli, scesi rapida le scale e guardai Madama Irene senza dire nulla, ma solo salutandola.."Madama...io esco, e non preoccupatevi per me". Uscita chiamai la guardia orientale..."Presto, andiamo a trovare il vostro padrone, questa situazione è diventata insostenibile...ha ragione Madama Irene se ne deve andare e sceglierò io la mia nuova dama di compagnia. Ma a proposito, avete notato dei movimenti fuori e dentro la dimora?" chiesi mentre arrivati al portone di Palazzo Lorena aspettavo di entrare in dimora. |
Simone annuì e sorrise a quelle parole di Clio, pregandole poi di accomodarsi ad un piccolo scrittoio alla destra dell'ingresso.
Diede poi ordine di far passare il chierico. Un funzionario, così, introdusse il Priore Adamo nella stanza. “Prego, accomodatevi, Padre.” Disse Simone. “Quella è milady Clio e ascolterà la nostra chiacchierata in qualità di testimone.” Ridendo bonariamente il viceprocuratore. “Mi era stato riferito” fece il religioso “che si trattava di una chiamata informale. Vedo invece che occorre un testimone a quanto si dirà fra noi.” “Oh, ma sono solo le leggi, Padre.” Con tono affabile Simone. “Il diritto oggi tutela in tutto e per tutto ogni cittadino, al di là del censo, del ceto e della sua Fede religiosa.” “Capisco.” Annuì il priore. “Bene, direi di cominciare.” Fece Simone. “Allora, Padre... a quanto sembra voi siete stato l'ultimo ad entrare nella chiesa prima che venisse ritrovato il biglietto attribuito a Mirabole. Avete notato qualcosa di strano, di sospetto nella cappellina?” “Affatto.” Rispose il priore. “Nulla di particolare. Fatta eccezione, naturalmente, di due guardie che piantonavano la Casa del Signore.” “E' nell'interesse dello stesso Clero.” “Sapete, spesso ciò che è a vantaggio degli uomini, non lo è poi tanto per l'Altissimo.” “Beh, gli interessi dell'Altissimo vanno spesso di pari passo con quelli della Sua Chiesa, dico bene?” Sorridendo con malizia Simone. “La Chiesa” fissandolo il priore con i suoi occhi azzurri “fa sempre gli interessi dell'Altissimo.” “Non voglio certo mettermi a discutere di teologia con voi, Padre.” Guardandolo Simone. “Io sono più portato per la storia ed essa spesso cozza con la teologia. Comunque, tornando a noi... dunque non avete notato nulla di strano... e ditemi, voi cosa avete fatto mentre eravate all'interno della chiesa?” “Basta chiederlo alle guardie che piantonavano la cappellina.” Mormorò il priore. “Lo sto chiedendo a voi, Padre.” “Ho fatto ciò che normalmente si fa entrando in chiesa.” Con naturalezza il religioso. “Ho pregato.” Simone lo fissava come a volerlo studiare. Poi si voltò verso Clio. “Ma piuttosto” disse il priore “ditemi cosa volete sapere da me. Chiedetemi pure di Mirabole.” Restando a fissarlo con il suo sguardo indefinito. http://img.rp.vhd.me/4567772_l5.jpg |
Tutti si voltarono a fissare Elisabeth.
“Prego, milady...” disse Gervan “... non credo di aver compreso quanto da voi detto...” Velv invece abbozzò un vago sorriso. Forse era la prima volta che quell'uomo, il cui sguardo pareva di ghiaccio, aveva mostrato un'espressione meno austera del solito. “E' la nostra socia” mormorò poi Velv “e credo abbia diritto di parola in questa faccenda. Prego, vi ascoltiamo.” Rivolgendosi poi alla donna. |
Mardhuan accompagnò così Altea verso il palazzo in cui alloggiava il Cavaliere di Altafonte.
“No, non ho notato nulla di strano stanotte, milady...” disse il guerriero orientale “... la notte è trascorsa serena e tranquilla intorno alla casa.” In quel momento il portone si aprì ed apparve Ermiano. “I miei omaggi, milady...” salutando poi Altea. |
Entrai nella sala e andai a sedermi al grande tavolo, proprio di fronte a Jacopo...
sorseggiai distrattamente il succo di frutta che mi fu portato, rispondendo al buongiorno di mio marito... poi, all'improvviso, a quelle sue parole su Francesco de' Binardi, sollevai lo sguardo e lo fissai... "Cosa?" domandai "Che cosa hai detto? Arrestato? Mentre tentava di uccidere Fiosari?" Lo fissai per un tempo indefinito, con gli occhi spalancati... fissavo i suoi movimenti calmi, quasi noncuranti... "Verrà processato?" mormorai "Giustiziato? Ma... ma, Jacopo..." |
Jacopo fissò Talia.
“Mia cara, i malfattori vanno presi, processati e giustiziati.” Disse. “E così avremo un pensiero in meno... presto sapremo se davvero Francesco de' Binardi è Mirabole...” la fissò “... infatti mi è stato portato un messaggio poco fa da uno dei miei soldati... pare infatti che il nostro misterioso ladro abbia lasciato un altro messaggio... un messaggio in cui ci sfida come mai prima d'ora... afferma infatti che ci sarà anche lui alla festa organizzata da Sua Maestà...” una luce attraversò i suoi occhi “... e se Mirabole è ancora a piede libero, noi lo cattureremo... puoi giurarci, mia cara...” |
Ascoltai attentamente Mardhuan...era stato un sogno allora?
Ma perchè associare sempre Madama Irene ad Azable? Poi vidi aprire il portone e vidi Ermiano.."Il mio buongiorno" sorrisi "...aspettate...immagino il vostro padrone sia fuori..per cose urgenti..potrei stare qui un pò con voi?" |
Sospirai appena a quelle parole di Jacopo...
“Lo spero!” mormorai “La tua è una fissazione che sta diventando un’ossessione... ed io sono decisamente stanca di sentir parlare di questo fantomatico Mirabole!” Iniziai distrattamente a mangiare... “Che poi...” soggiunsi “Onestamente, Jacopo... fino ad oggi ha parlato tanto, questo signore, e non ha ancora rubato proprio niente, mi pare! Alla fine è solo un fanfarone, io credo!” Presi un biscotto, poi sollevai gli occhi su di lui... “Però, se questo Mirabole sarà alla festa del Re, mi sembrerà ovvio che non si tratterà di Francesco de’ Binardi, giusto? E quindi Francesco sarà scagionato! Gli spetterà giusto un richiamo per le minacce a Fiosari... minacce che non hanno poi portato a niente, tra l’altro, da quel che dici. Giusto?” |
Ermiano fece cenno ad Altea di accomodarsi in casa, per poi condurla in uno sfarzoso salone meravigliosamente arredato.
“Si, in effetti Sua Signoria è fuori per alcuni affari urgenti...” disse il servitore “... affari che lo hanno condotto fuori città... ma voi qui siete a casa vostra, milady...” presero così posto in quella sala ed Ermiano restò a fare compagnia ad Altea. “A cosa dobbiamo questa gradita visita, milady?” Chiese. “E ditemi, cosa posso offrirvi? Tè? Cioccolata calda? Succhi alla frutta?” |
Ascoltai ogni parola, restando in silenzio.
Di certo non ci avrebbe detto che aveva messo lui il fiore. "Perdonate l'intrusione.. Ma stiamo cercando di capire la cronologia degli avvenimenti.. Quindi lo stramonio non c'era ancora nella tela, giusto?". |
Mi accomodai nello sfarzoso salotto e sorrisi alla gentilezza di Ermiano..."Ho appena fatto colazione ma prendo volentieri un succo di arancia...allora è fuori per affari il Cavaliere?" mi balenò una idea.."Avete una carrozza per me per portarmi alla residenza dei dè Binardi?" chiesi improvvisamente, volevo sapere la storia di quel figlio morto.
|
Ermiano, a quella richiesta di Altea, restò un attimo sorpreso.
Ma poi, rammentando gli ordini del suo padrone circa il far sentire Altea come a casa propria. sorrise alla dama. “Certo, milady...” disse annuendo “... la farò preparare subito...” Poco dopo la carrozza era pronta. La vettura lasciò così Palazzo Lorena e raggiunse l'abitazione dei de' Binardi. Qui, davanti al portone, vi era una ragazza. Era Sara, la figlia di Riano de' Binardi. |
A quella domanda di Clio, il Priore Adamo si voltò a fissarla.
I suoi occhi azzurri apparivano ora indagatori in quelli della ragazza. “No.” Disse. “Non vi era alcun fiore quando mi sono avvicinato ai vetri della cappellina.” “Un momento, Padre...” fece Simone “... cosa avete detto prima? Mirabole? Perchè parlate come se...” “Come se lo conoscessi, signor viceprocuratore?” Lo interruppe il chierico. “Già...” annuì Simone. “Molto semplice...” con naturalezza il religioso “... vedete, si dia il caso che Mirabole è un mio penitente...” A quella rivelazione, quasi incredulo, Simone si voltò per un momento a fissare Clio. “Molto interessante...” tornando a fissarlo il viceprocuratore “... molto interessante davvero...” |
“In verità” disse Jacopo a Talia “io non ho mai creduto che questo Mirabole fosse un ladro con tanto di mascherina, fioretto e mantello da eroe da romanzo... tutt'altro... ho motivo di credere che si tratti di una banda... una banda di lestofanti al servizio del Clero... e molto probabilmente il giovane de' Binardi è solo uno dei tanti membri della banda...” sorseggiò del tè e poi si alzò “... ora devo andare, mia cara... stamani il viceprocuratore interrogherà un testimone importante... devo essere presente anche io... tu cosa farai? Uscirai per fare compere? Il ballo è domani...” e si fece portare da un domestico la sua giacca e l'inseparabile spada “... ah, dimenticavo...” prendendo una scatola posta su un basso tavolino “... credo che questo potrebbe essere utile per quel ballo...” e le diede quel regalo “... su, aprilo...” fissandola con un sorriso.
|
"Questo significa che Mirabole, se è lui ad averlo lasciato, è entrato nella cappella della deposizione dopo che ve ne siete andato e prima che andassimo a controllare.. Davvero impressionante".
Sorrisi, ascoltando le parole del chierico su Mirabole "interessante, davvero.. Ma, ahimè un informazione che non può aiutarci più di tanto.. Immagino che non potrete dirci nulla di lui, proprio perché è un vostro penitente e avete il dovere del silenzio..". |
Se fossi stata zitta...Padre Anselmo lo diceva sempre...qualche giorno qualcuno mi avrebbe tagliato la lingua......Velv ...mi concesse la parola, mentre Gervan giustamente cercava di comprendere cosa avevo detto......le pulci ..il quadro e i soldi...come mettere tutte queste cose insieme ?......
" Scusate, ma evidentemente nella mia stanza, c'era un covo di pulci e stranamente vi ho resi partecipe di questa storia......comunque la storia del quadro e' arrivata sino a Camelot e c'e' una ricompensa per chi farà in modo che non venga rubato.....insomma.....in questa avventura i soldi non mancano.......e comunque una donna al braccio di uomo ha piu' possibilità...di avere il passo tra nobile gente senza destare sospetti......"........a quel punto...le pulci si fecero realmente sentire e cominciai a grattarmi la testa e le braccia......" Mannaggia a sti pulci maledette...nel pagliaro mio...mai ci stettero.....dovesse bruciare l'oste di stu luogo infetto..."......il mio mal parlare usci' fuori in tutto il suo candore.......mentre mi scuotevo la gonna |
“Infatti, milady...” disse il Priore Adamo a Clio.
“Oh, diamine!” Esclamò risentito Simone. “Tuttavia” fece il priore “mi è concesso, in virtù della vostra alta missione, farvi una rivelazione...” “Benissimo!” Sorridendo il viceprocuratore. “Vi ascolto!” “Ebbene, eccellenza...” fissandolo con i suoi occhi azzurri il religioso “... non lo prenderete mai...” “E perchè mai?” Turbato Simone. “Perchè voi cercate un uomo...” “E Mirabole non lo è?” “No...” “E cos'è allora?” “Mirabole è molte cose...” rispose il priore “... per qualcuno è un Angelo, per altri è un demone...” “Oh, andiamo...” scuotendo il capo Simone “... tutti ormai sanno che Angeli e demoni non esistono... naturalmente senza che ve la prendiate...” “Certo, signore...” fissandolo il priore “... ma voi mi sorprendete... voi infatti avete conosciuto di sicuro demoni ed Angeli...” “Io?” Stupito Simone. “Si, signore...” annuì il priore “... i demoni che vi hanno parlato e che voi avete poi ascoltato... e gli Angeli innocenti che avete così condannato alla dannazione...” “Non capisco...” “Quel giovane innocente che avete rovinato... che avete fatto accusare e poi braccare... che avete spinto a divenire esule da tutto ciò che amava... facendolo infine morire come un povero dannato... rammentate?” “Ma di cosa parlate?” Innervosito Simone. “E chi siete voi? Chi siete?” “Quel giovane morì, si...” incalzò il religioso “... ma prima di diventare un'ombra stipulò un patto... non so se con un Angelo o un demone... la Bibbia parla di un Angelo che sterminò i primogeniti egiziani... e di un demone che tormentò Giobbe...” “Chi siete?” “E ora che sia un Angelo o un demone, qualcuno è giunto a chiedervi conto del vostro operato... e ne risponderete non agli uomini... non alla vostra giustizia, ma a Dio!” “Dio non esiste!” Urlò Simone. In quel momento un improvviso colpo di vento fece aprire una finestra e sia il viceprocuratore che Clio si voltarono, con un riflesso incondizionato, verso di essa. Poi Simone corse a chiuderla. Ritornò a guardare dove era seduto il Priore Adamo, ma quello, inspiegabilmente, non c'era più. http://images03.olx.it/ui/7/69/26/12...1285063612.jpg |
Velv e i suoi stipularono così quel patto con Gervan.
Avrebbero dato la caccia ad Azable. Poi Velv chiamò il locandiere e fece preparare una tinozza d'acqua calda e del sapone per Elisabeth. “Lavatevi pure...” disse Velv alla donna “... nel frattempo la moglie del locandiere pulirà i vostri abiti... ho dato a suo marito del denaro extra, così vi fornirà abiti puliti di ricambio... quando avrete finito ci troverete fuori ad attendervi.” |
Sollevai gli occhi e fissai prima la scatolina che mi porgeva e poi Jacopo, incuriosita...
“Un regalo?” mormorai con un mezzo sorriso “E qual è l’occasione, se posso chiedere?” La presi dalle sue mani e la rigirai tra le mie... “In verità...” dissi “Non pensavo di andare a fare spese, oggi... pensavo di uscire e andare un po’ a cavalcare... pensavo di andare verso le colline...” Gli lanciai un’occhiata, chiedendomi cosa ne pensasse... poi aprii la scatola. |
“Occorre forse un'occasione” disse Jacopo a Talia “per fare un regalo alla propria moglie?” Sorrise. “E magari il contenuto di questa scatola può essere appropriato per una bella cavalcata verso le colline. Anche se, forse, al ballo del re sarebbe più apprezzato.”
Talia aprì la scatola e scoprì il suo regalo. Era un delizioso cappellino alla moda di Parigi, di colore turchese, con un nastro azzurrino e ricami in rosa antico lungo i margini. Vi era poi un delicato velo celeste che poteva abbassarsi e coprire la fronte e gli occhi di chi lo indossava. “Allora, ti piace?” Chiese soddisfatto Jacopo. |
Arrivammo nella dimora dei de Binardi e vidi una ragazza..mi avvicinai a lei e mi presentsi.."I miei omaggi sono lady Altea e vorrei parlare con qualcuno della famiglia".
|
Sara si avvicinò ad Altea e la salutò con un lieve inchino.
“Prego, dite pure a me...” disse la ragazza “... vi occorre della merce?” |
La fissai perplessa.."A dire il vero sono venuta qua per parlare con qualcuno dei de Binardi..per un fatto che successe anni fa..e ho scoperto sulla dimora dove risiedo ora..dei baroni di Castelflorenzio".
|
Battei le palpebre più volte, incredula.
Era scomparso, come un fantasma. "Non c'è che dire.. Abbiamo battuto la pista giusta... Magari abbiamo conosciuto Mirabole, o qualcuno della sua banda.. Anche se non ci servirà mutissimo, immagino abbia camuffato il suo aspetto.. Anche se, forse... Voglio dire, non credo che abbiano ancora inventato qualcosa per cambiare il colore degli occhi.. Almeno, per quel che ne so.." Sorrisi "Saprò cosa cercare al ballo...". Mi alzai "E dunque? Voi sapete, ne sono certa, di chi stava parlando.. Non vi chiedo di raccontarmi i vostri segreti, ci mancherebbe... Ma rifletteteci bene... Se sappiamo di chi parlava abbiamo una pista ancora migliore..". |
Il patto tra i due ...fu stipulato.....e Velv mi procuro' acqua e sapone......già dovevo lavarmi.....un vestito......un vestito nuovo....il cuore mi batteva forte....." vi ringrazio messere....vi ripagherò appena possibile...."....la stanza che mi accolse per notte ...era diventata una camera da bagno.....la vasca posta al centro era piena di acqua calda e il sapone aveva odore di lavanda....mi spoglia...poggiando i miei vestiti su una sedia......mi infilai tra i vapori e mi sedetti in quella vasca che divenne un mondo accogliente e profumato.....mi lavai i capelli ed il corpo....togliendo il tempo e concedendomi quello che non mi ero mai concessa......se non poche volte e di notte quando i ragazzi dormivano..........guardai sul letto e vidi dei vestiti nuovi......e le scarpe....avrei camminato con le scarpe......appena l'acqua si fece tiepida a malavoglia...dovetti uscire....un lieve brivido di freddo attraversò il mio corpo.......e mi avvolsi in telo......mi asciugai lentamente ...e davanti allo specchio...feci scivolare il telo ......avevo il pettine tra le mani....e guardai il mio corpo...fermo..pulito...mentre mi lisciavo il capelli.....che tramite un fermaglio fermai sulla nuca.......in quel momento compresi che forse potevo essere una donna...graziosa...si graziosa.....rossa in volto mi allontanai dallo specchio e cominciai a vestirmi......era fatto per me..sembrava mio da sempre.....e fu il tempo delle scarpe......le sentii ai miei piedi....e risi...risi da morire.....mi sentivo cosi' buffa.......ero pronta.....così scesi ......il rumore dei tacchetti era forte, ma forse lo sentivo solo io.......rivolta a Velv..." Messere io sono pronta.."...
|
Quelle parole di Altea parvero stupire non poco Sara.
“Fatto” disse la ragazza “accaduto qui tempo fa? Cosa avete detto? Castelflorenzio? Ma voi chi siete? Perchè vi interessate di cose accadute in passato e che riguardano la nostra famiglia?” |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 22.42.09. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli