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Mi avvicinai a Jean, nell'angolo della sala, dal quale potevo osservare lo sviluppo dei combattimenti.
Il caos era arrivato nella sala, quasi tutti i commensali si erano buttati nella mischia. Eppure, ancora una volta, Guisgard riuscì a fuggire, in un modo rocambolesco, degno di un libro d'avventure. << Riportatemi nella mia stanza>> dissi a Jean prendendo la sua mano. Ora che Guisgard era fuggito non volevo restare nel raggio d'azione del barone e subirmi la sua frustrazione |
La cittadina si animò a poco a poco e capii che ormai era tempo di uscire.
Presi quindi il cesto, il mantello sottobraccio e uscii di casa. Mi piaceva uscire a quell'ora, sentire i raggi del Sole ancora tiepidi e vedere le stradine animarsi sempre di più. In breve raggiunsi il cimitero e attesi con trepidazione l'arrivo di Emon. http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:A...0H9H0QcNJCXR3w |
La vicinanza del Capo era inebriante. Sotto il mantello le sue braccia cingevano le mie spalle, eravamo stretti l'uno all'altra infondendoci calore a vicenda, e non solo.
"Non avete bisogno di alcuna scusa per rivedermi..." gli risposi con un tono di voce così basso che temetti non mi avesse sentito. Tirò poi fuori dalla sua sacca una bottiglia di vino e me la porse spiegandomi che si trattava di tutto ciò che si era salvato dell'incendio che gli aveva distrutto la casa e la cantina. Presi la bottiglia e bevvi qualche sorso, trovando quel vino assolutamente perfetto. "Questo non è vino, milord... è nettare degli dei..." gli dissi "Mentre beviamo raccontatemi di voi, della vostra casa... cosa vi è successo? E ditemi, qual'è il vostro nome... desidererei tanto pronunciarlo..." terminai, stringendomi di più a lui. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Altea in breve si addormentò, ma poco dopo fu svegliata da qualcosa.
Era una lieve melodia, frutto di una lenta ballata che qualcuno stava intonando in quella tarda ora notturna. Si trattava di Alvaro, che dal suo letto, o meglio da quello di Tomas, stava strimpellando con la sua grotta. E la canzone così recitava: "Ogni giorno provo sulla mia pelle cose ingiuste e ahimè solo quelle. Del nobile Gobbo mio gran casato, son si nemico di chi ha imbrogliato. Ladri e furfanti caduti in prescrizione, presto conoscerete degna punizione!" |
Il Sole era ormai alto nel cielo ed illuminava la campagna.
Gwen giunse al vecchio cimitero che si trovava appena fuori Monsperon, dove la campagna si accingeva a cedere il posto alla boscaglia. E la giovane si accorse di una figura che se ne stava sotto ad un cipresso, col cappello a coprirgli il volto e la braccia incrociate dietro la testa, come se si ripossasse. |
Finalmente stavo dormendo..un sonno ristoratore quando...nel buio della notte..fui svegliata di soprassaldo da qualcuno che cantava e strimpellava la sua rotta...udii le parole e capii immediamente chi fosse.
Sospirai...certo in quelle frasi vi era la sua inquietudine su ciò che era successo. Presi il mio scialle e scesi le scale fredde di pietra..."Ser Alvaro" dissi mantenendo una certa distanza.."Io capisco il vostro disagio ma siamo in piena notte...e poi state cantando troppo forte, qualcuno potrebbe sentire e capire questa rocca è abitata. Eh..mi spiace non troviate qualcuno di importante da salvare...voi siete qui per questo...e domani dovrò vedermela con quegli uomini...e purtroppo dovrò dare loro dei soldi..non ho mai pagato il dazio io..dare soldi a quell' inutile uomo del barone". |
Il Sole era ormai alto e illuminava la campagna.
Mentre mi guardavo intorno, scorsi una figura sotto un cipresso, che sembrava stesse riposando. Non riuscivo a vedere il volto, a causa del cappello, così mi avvicinai piano per capire chi fosse. |
Il misterioso bandito sorrise a Gaynor, per poi sorseggiare anch'egli un po' di quel pregiato vino.
"Volete" disse stringendo con più cura il mantello attorno a lui ed alla dama "che vi parli di me? Ma in verità io sono un tutt'uno con questi luoghi e non saprei dividere la loro storia ed il loro Fato da me..." guardandosi intorno "... assaporate dunque questo vino ed esso vi narrerra' di codesti luoghi... e dunque anche di me..." guardò la giovane donna "... chiudete gli occhi dunque è concentratevi sul sapore e sul profumo di ciò che avete bevuto... sgombrate la mente ed il cuore da ogni altro pensiero e lasciate che questo vino vi conduca per mano tra questo bosco e queste colline... e vedrete che Sygma si aprirà a voi come un libro dalle mille poesie... ecco... udite e vedete le meraviglie racchiuse nell'una, nelle spezie del mosto e nel profumo del timo... vieni, fanciulla... vieni nel paese dei cipressi e dei poggi, col fuoco e la voluttà sulle labbra... segui quel sentiero dove lieta trascorre la danza di foglie ingiallite e cadute e di petali di girasole... chi sono? Sono un misero e solitario sognatore nel limitare, tra la boscaglia e i dolci pendii... si, ma potrei cantare di tutti i giorni dinnanzi allo splendore dei tuoi occhi sognanti di Amore acerbo, in quest'oscuro tratto di vita, di giochi e di misteri...lo senti?" Stringendo la mano di lei nella sua. "Lieve e gentile spira il vento dell'Ovest... e col suo soffiare infonde frammenti di sogni di Primavera in ogni cespuglio... e la bella signora del fiume Helsa si adorna le chiome di fiori d'avellano... si dice che ella lasci il suo palazzo in cerca di tracce fresche di antichi e lontani cavalieri sull'ultima neve scesa sul sentiero... sono un umile e solitario sognatore tra i ridenti pendii di Luna e di stelle... tra il soffio di mille venti e l'errare di fanciulle di cui mai chiederò di sapere il nome... poiché il tuo solo può aprire la porta dei miei sogni di poggi, cipressi, pendii e segreti..." e guardò Gaynor negli occhi "... è la magia di questa terra, racchiusa nel suo rosso sangue... nel suo vino..." |
E osavano chiamarlo fuorilegge. Quei miserabili esseri, la cui ignoranza era pari soltanto alla grettezza, non sarebbero stati degni neppure di alzare gli occhi al suo passare. Quelle parole potevano provenire soltanto da un animo nobile e sensibile, quel poetare romantico e così evocativo... Seppi in quel momento di essere irrimediabilmente persa. Quell'uomo si era impossessato di me, quasi come un'entità astratta che penetra attraverso la pelle e si irradia nelle vene... Il trovarsi così vicino, avere il viso a pochi centimetri dal suo, il calore del fuoco, quel vino e soprattutto quelle parole inebrianti, tutto contribuì a quel gesto che mai avrei creduto di poter fare... gli presi infatti il viso tra le mani e lo baciai, a lungo e con passione.
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Jean prese per mano Dacey ed annuì.
"Venite..." disse poi alla principessa, mentre nella sala, nonostante la fuga di Guisgard, il caos regnava ancora sovrano. Il cortigiano condusse così la dama d'Oriente nei suoi alloggi. "Ecco..." Jean una volta giunti nella stanza di Dacey "... qui sarete tranquilla, milady... ma non temete, ora tutto tornerà normale nel castello... vedrete che quel traditore non osera' più avvicinarsi a questo maniero e presto sarà catturato e giustiziato." Nel frattempo, Clio ed i suoi mercenari erano andati nei loro alloggi per discutere sulla faccenda che li aveva portati a Monsperon. "E se ci fosse" disse Elas "qualche collegamento fra il tipo che ha messo in agitazione il castello poco fa e quei briganti?" "Che vuoi dire?" Fissandolo Sullor. "Che hanno entrambi motivi per odiare il barone..." rispose Elas. |
Entrata nella stanza sedetti sul mio letto restando qualche secondo in silenzio per poi guardare Jean e scoppiare a ridere.
Una risata liberatoria e anche un po' isterica, come se stessi liberando tutta la tensione accumulata nella giornata. << Scusate..scusate...>> dissi riprendendomi poco dopo, << ma la cena di questa sera è stata beh a dir poco comica, vedere il barone in quello stato d'agitazione...impagabile! Ma dite quell'uomo..è lo stesso di cui vi avevo già chiesto non è vero? E le sue terre sono state confiscate dal barone... su che base? Con quale diritti?>> pian piano tornavo seria e più curiosa |
Annuii a Elas.
"Sì, esatto.. potrebbe benissimo esserci un collegamento, dopotutto è un capomazdese, dunque potrebbe essere alleato di quei briganti... non dimentichiamo che il nemico del mio nemico è mio amico, quindi potrebbero anche non essere inizialmente in combutta, ma allearsi successivamente...". Restai pensierosa per un lungo istante, riflettendo su quella situazione. "Idee sulla strategia da adottare?" ai miei uomini. |
"Beh, tanto inutile non è..." disse Alvaro ad Altea "... dopotutto è il signore di queste terre e dispone, come recita ed impone il diritto feudale, di decidere riguardo la vita è la morte di tutti voi che abitate questi luoghi... e pagare le tasse temo sia un qualcosa che spetta a tutti, madama... non credete?"
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Gwen si avvicinò a colui che riposava sotto il cipresso e si accorse si trattava proprio di Emon.
Ed il giovane, sentendo qualcuno avvicinarsi, subito si svegliò. "Ehi..." disse sorridendo alla giovane "... vi aspettavo... ma temo di essere arrivato un po' troppo presto ed allora avevo schiacciato un sonnellino..." balzò in piedi "... eccoci dunque pronti per il nostro giro nel bosco." Mostrò un galante inchino. "Vi farò allora da cavaliere e Cicerone in questo nostro vagare, madama." Facendole l'occhiolino e porgendole il braccio. |
A quelle parole trasalii.."Cosa state blaterando..lui non è il signore di queste Terre, lui queste terre le ha rubate e confiscate...uccidendo povera gente come i miei genitori, mandando mio fratello alla forca per due fagiani, ha cacciato i veri signori di queste terre, i capomazdesi, i quali non hanno più diritti in quelle che, giustamente, furono le loro terre. Per voi è comprensibile" il volto era rosso di rabbia "Che delle persone non hanno da vivere e chiedono di vendere una mucca per le medicine e nonostante abbiano già pagato il dazio lo devono ripagare solo per il gusto di ridurli alla fame...prendete e andatevene da qui..subito, le vostre parole sono offesa".
Mi voltai e salii gli scalini senza un tentennamento, le sue parole erano pari ad una bestemmia per me...e si proclamava un nobile cavaliere, magari nelle sue terre trattava cosi i suoi servi o inferiori. Chiusi la porta della camera bene a chiave perchè non entrasse, e pensandoci bene lui non era stato in grado di aiutare quella povera famiglia e proteggere me..non lo volevo più vedere. Mi stesi cercando di calmarmi ma non lo avrei perdonato. |
Quel bacio.
In un attimo fece perdere i due nel vortice della passione. Era pura passione quel bacio. Il misterioso brigante senza nome strinse a sé la bella Gaynor e rispose con impeto e trasporto a quel bacio. Le loro labbra ardenti si unirono più volte, inumidite dai caldi giochi delle loro lingue che si cercavano e si accavallavano l'una sull'altra. E poi la bocca di lui assetata del sapore di quella di lei, cominciò a cercare il suo mento, le guance ed il suo collo, assaporando con slancio e sensualità ogni tratto della bianca pelle della dama Flegeese. Tutto ciò mentre le forti, esperte e virili mani del bandito scendevano e salivano lungo l'abito di Gaynor, quasi a voler scoprire ogni forma del suo morbido corpo. |
Sorrisi felice nel vedere che si trattava di Emon.
Risi piano alle sue parole. "Non vedo l'ora" dissi affascinata, prendendo il suo braccio. Avevo atteso quel momento tutto il tempo e adesso non aspettavo altro. |
Jean resto' a fissare Dacey ridere isterica senza dire nulla.
Poi a quelle parole della bella principessa, si voltò verso la finestra a guardare il Sole ormai sorto. "Non vi consiglio di sorridere delle sventure del barone" disse freddamente "poiché esse saranno anche le nostre. Un uomo come lui tende a sfogare sugli altri i suoi stati d'animo, partendo dai servi. E voi, perdonate la sincerità, questo siete per il barone." Voltandosi verso di lei. "Quanto al traditore di cui chiedete, si, è lui... l'uomo i cui beni sono stati giustamente confiscati, poichè è nemico di queste terre. Anzi, vi rivelero' che ho temuto per voi... temuto che potesse prendervi come ostaggio e usarvi per fuggire... i vigliacchi amano spesso farsi scudo con le donne." |
"Forse" disse Tussor a Clio "si potrebbe partire proprio da questo. Capire cioè che relazioni possono esserci tra i briganti e gli uomini che il barone identifica come traditori, dunque come quel Guisgard... "
"Io invece dico" intervenne Estea "che dobbiamo concentrarci solo sul nostro obiettivo, ossia i fuorilegge. Per ora ci è stato chiesto di occuparci di loro e trovo sciocco doverci preoccupare anche di ciò che non dovrebbe riguardarci." "Anche perché" fece Anty "quel Guisgard non credo vivrà a lungo. Troppo folle e spericolato per sopravvivere alla caccia che ora aprirà contro di lui il Maresciallo. Uomini come Guisgard sono più adatti a vivere tra le pagine di un romanzo, che nella dura ed indegna realtà." |
<< Allora è un vero peccato... che non mi abbia presa come ostaggio... Almeno sarei fuggita da questo orribile posto, dal vostro orribile barone>> risposi altrettanto freddamente dandogli le spalle.
<< Scusate... non devo prendermela con voi... Voi ubbidite solo ai suoi ordini e ho capito che spesso non vi piacciono, ma siete costretto a farlo comunque>> mi alzai quindi raggiungendo Jean e posando dolcemente una mano sulla sua spalla. << Grazie per avermi riaccompagnata qui>> |
Risi appena a quelle parole di Tussor.
"Beh, mio Uomo nell'Ombra, direi che è un compito che posso affidarti a occhi chiusi.." divertita. Tussor non amava le armi, preferendo il combattimento a mani nude, ma in quel genere di cose era fenomenale. Recuperare informazioni, spiare, infiltrarsi, un vero asso. Poi ascoltai le parole delle due donne. Sorrisi appena, scuotendo la testa. "Guisgard ha un piano.. non so quale sia, ma non è così folle da arrivare qui, fare tutta la sceneggiata per niente... magari vuole proprio attirare l'attenzione su di sé per distrarre le truppe del barone dalla ricerca dei briganti.. dopotutto non credo sapesse di noi, prima di vederci a tavola.. dobbiamo scoprirlo, questo è sicuro.. e non mi preoccuperei tanto per la sua vita, è molto difficile da uccidere o sarebbe morto da tempo.." annuii. "Io cercherò di parlare col Maresciallo per capire quale ruolo vuole affidarci in questa storia, Estea ha ragione, non possiamo fare tutto, il nostro compito è caricare i briganti e credo che questo possa rendere i soldati del maresciallo più liberi di dare la caccia a Guisgard.. è una faccenda personale la sua, e non ci vorrà tra i piedi, questo è sicuro..". |
Altea reagì con rabbia a quelle parole di Alvaro, andando a chiudersi nella sua camera.
"Milady..." disse Alvaro bussando alla porta della stanza "... perdonate il mio ardire ma non volevo recarvi offesa... se accetterete le mie scuse vi accompagnero' subito dal buon frate per farmi perdonare." Era ormai giorno. |
Udii il nobile bussare alla porta, mi alzai dal letto, non avevo dormito nulla.
Aprii la porta asciugandomi le lacrime di rabbia.."Avete recato offesa alla mia famiglia e a coloro che hanno servito e a coloro che servirò in nome dei miei genitori..giustizia deve essere fatta per come li hanno uccisi, vi darò altra possibilità e la prossima volta ve ne andrete veramente...si Frate Roberto..e rammentate se non porto i soldi vorranno..il mio corpo..se per voi è giusto..e sono convinta a loro i soldi non basteranno mai perchè vogliono abusare di me, aspettatemi giù". Chiusi la porta, mi spogliai e misi il vestito, spazzolai i miei lunghi capelli, indossai il mantello, presi della essenza di lavanda e rosa e la poggiai con le dita nel diafano collo...i conti si dovevano regolare..o ci avrebbe pensato il buon Frate o avrei dovuto lavorare sodo. Scesi e senza dire nulla gli feci cenno di seguirmi, presi Cruz e salii in groppa, sistemai la spada e prendemmo la strada del bosco per andare da frate Roberto. http://i68.tinypic.com/f1mpkw.png |
Emon era giunto al vecchio cimitero con un carretto trainato da una mula.
Fece così salire Gwen su quel rustico mezzo di trasporto e si avviarono verso il bosco. Il Sole mattutino adagiava i suoi lievi raggi sulle cime dei poggi, screziando di un acerbo splendore le sagome austere e nobili dei cipressi che impreziosivano i dolci pendii che scendevano a valle. Sciami di girasoli seguivano il nuovo e breve tragitto che aveva portato il Sole ad alzarsi oltre le basse alture collinari, mentre querce ed aceri incoronavano il profilo silvestre del limitare che annunciava ormai i cancelli verdeggianti di Clantes. Il carretto attraversava i zigzaganti ed erbosi sentieri che come arterie naturali animavano e tagliavano i tratti di quel bucolico mondo. "Vedete" disse Emon a Gwen indicando un tumulo naturale che si ergeva dal fianco di una collina "quel punto in cui si erge quel grosso dosso? Ebbene secondo la leggenda celerebbe un'antica tomba, eretta per ospitare le spoglie di una principessa etrusca... ma fino ad oggi nessuno ha pensato mai di scavarci dentro e svelare il mistero... magari un giorno lo farò io e chissà che non riesca a trovarci un tesoro." Ridendo. |
Fu un bacio infuocato, a cui ne seguirono mille altri... le nostre lingue si cercavano senza sosta, i nostri corpi premuti l'uno contro l'altro. Un vortice di passione a cui non si poteva sfuggire, una danza antica che cristallizzava gocce del tempo infinito in quell'unico momento. Le sue mani forti accarezzavano il mio corpo, ma la passione devastante mi spinse a chiedere di più... gli presi una mano e la guidai sotto l'ampia gonna del mio abito, accecata dal desiderio.
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"Il vostro spirito è del tutto fuoriluogo, milady." Disse Jean a Dacey.
Poi le scuse di lei e quel gesto nell'appoggiare la sua mano su di lui. "Si, sono costretto ad obbedire." Annuì. "E di certo non avrei voluto abbattere la vostra giùmenta, ma non avevo altra scelta. Comunque datemi retta... evitate di prendere in simpatia le vicende di traditori come quel Guisgard... non lo meritano e di certo non vivranno a lungo." |
"Parli di quel Guisgard" disse Estea a Clio "come se ne conoscessi le abilità e le intenzioni." Fissandola.
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"Le sue intenzioni sono facili da dedurre.." Alzai le spalle "Gli hanno confiscato le terra, ora è tornato per riprendersele o per vendicarsi del barone, o qualcosa del genere... Dubito sia in villeggiatura... Quanto alle sue abilità.." A Estea e gli altri "L'ho visto combattere in passato, e sa il fatto suo, non è un nemico da sottovalutare, a maggior ragione se appoggiato dai briganti!".
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Emon mi fece salire su un carretto e i ci avviammo verso il bosco.
Il panorama era stupefacente, quelle enormi distese verdi impreziosite da quei girasoli dorati immersi in quell'atmosfera così viva e bucolica. Giungemmo poi quasi davanti all'entrata del bosco, che mi faceva pensare all'ingresso di Avalon di cui mia madre mi parlava tanto. Mi Indicò poi un tumulo. Risi piano alle sue parole. "Sono sempre stata del parere" sorridendo "che le leggende siano solo storie vere, solo molto enfatizzate e romanzate da coloro che le hanno tramandate nei secoli, quindi potrebbe anche essere vero" divertita. "Ma quale tesoro, seppur inestimabile, potrebbe essere anche solo lontanamente paragonabile alla ricchezza di vivere qui?" guardandomi intorno, un po' più seria, ma sempre con un leggero sorriso "Dove la Natura è così vibrante, così viva, con quel sottofondo di fruscii di animali che corrono qua e là, con questa tavolozza di colori così brillanti e stimolanti il giorno e così vaghi, indefiniti e misteriosi la notte e un bouquet di odori così pungenti, decisi, penetranti, che sanno proprio di Natura, di Casa... come il profumo di una Madre..." mormorai a voce bassissima, temevo quasi non riuscisde a sentirmi, mentre continuavo a contemplare quello spettacolo, assorta e rapita. "Oh scusate..." sorridendo imbarazzata e abbassando lo sguardo "Mi sono lasciata andare... Di solito non blatero così tanto..." con una leggera risata. Con lui era tutto così semplice, così immediato, spontaneo ed io potevo finalmente sentirmi me stessa. |
<< Lo so e ...e confesso che ero arrabbiata con voi, all'inizio ma poi ho realizzato che era colpa vostra e che se aveste rifiutato... Non voglio neanche pensarci>> ritrassi la mano muovendo qualche passo mentre continuavo a parlare, << non ho simpatia per quel Guisgard e la mia battuta di prima é stata sciocca ma... Ogni giorno che passo qui per me è...mi sento come soffocare in questo posto e sinceramente non ce la faccio più. Non dovrei dirlo e spero non lo riferiate...ma io odio il barone e tutto ciò che fa, come parla, come mi guarda...mette i brividi talvolta>>
Guardai anche io fuori dalla finestra, << mi manca la mia casa e agire razionalmente diviene man mano sempre più difficile>> |
Quel gesto, audace, peccaminoso, improvviso, complice.
Gaynor prese la mano del brigante e la portò sotto la sua lunga gonna, fin dove lei era più sensibile e vulnerabile. L'uomo allora cominciò a sfiorarla con maestria, sapienza, causandole un piacere intenso, travolgente, folle, impagabile, tanto da strapparle prima lunghi sospiri, poi caldi gemiti. E continuò, continuò a lungo, più è più volte, rendendo la bella dama Flegeese inerme a quell'incredibile piacere. E nel farlo, il brigante guardava fisso il volto di lei, compiaciuto nel vederla persa d'eccitazione e pazza di desiderio. Tutto ciò mentre la lussureggiante vegetazione intorno a loro si apriva alla luce ed ai suoni del nuovo giorno. |
La mano del Capo si muoveva esperta su di me, dentro di me... Mai avevo provato un piacere così intenso, sensazioni così forti da lasciarmi completamente in balìa della passione, che mi aveva travolta come un fiume in piena. Ero stata sposata, ma i piaceri della carne non li avevo mai conosciuti, solo brevi e insopportabili incontri nel talamo nuziale, che ben presto divenne il simbolo della mia infelicità. Erano passati dieci anni da quando avevo lasciato marito, famiglia e terra, e da allora avevo condotto una vita ritirata, solitaria, senza uomini e senza amore. Fino ad allora, fino a quando il Capo mi aveva conquistata col suo fascino e mi stava ora rendendo sua schiava. Gemevo di piacere, la sua mano sempre più audace e decisa mi stava facendo impazzire. Travolta dal desiderio, mi scoprii i seni e portai la mia mano sui suoi pantaloni, liberando la sua prorompente virilità, toccandolo per cercare di dare a lui lo stesso piacere che stava divorando me.
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“Le ragazze che conosco” disse Emon a Gwen “non parlano come fate voi. Credo che voi siate una poetessa... lo siete, vero?” Mentre il carretto si addentrava sempre più nel bosco.
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Jean ascoltò Dacey e restò a fissarla a lungo.
“Naturalmente non riferirò nulla di tutto ciò al barone...” disse poi “... niente di ciò che mi dite io lo condivido con alcuno... e comunque, perchè lo sappiate, molti detestano il barone... ma egli è troppo potente e dunque induce gli altri, che siano nobili o plebei, ad avere un profondo terrore verso la sua persona... però vi confesso del mio piacere nel sapere che non nutrite simpatia alcuna per gente come quel Guisgard... sono uomini senza onore e dignità...” si avvicinò alla principessa “... non voglio che vi illudiate... nessuno della vostra famiglia pagherà mai quel riscatto... è troppo alto... il barone lo sa bene...” |
Arrossii a quelle parole.
E a me nessuno dei ragazzi che conoscevo faceva quell'effetto... "Poetessa? Io? Oh no.." sorridendo e scuotendo la testa. |
<< É alto lo so... L'ho capito dal primo giorno ma...se mi togliete l'illusione, la speranza... Che altro mi resta? Perché cosa dovrei alzarmi ogni mattina? Per la sola certezza di passare la mia intera vita in questa prigione? No, non provo simpatia per Guisgard, perché mi é stato insegnato a non ammirare i fuorilegge ma... >> scossi la testa, << ma forse loro sono meglio, forse chiederebbero un riscatto più basso... In questo momento sarei disposta anche a consegnarmi nelle loro mani se questo mi garantisse la possibilità di tornare a casa... Senza speranza e illusione, vedete cosa vado a pensare?>>
Quei giorni passati alla corte del barone mi stavano logorando, io abituata a passeggiare libera, essere rinchiusa e controllata. Non era per me. << Voi dovete aiutarmi, vi prego, non ho nessuno, solo voi>> iniziavo davvero a essere disperata, prendendo coscienza della cruda realtà e nel supplicare Jean presi le sue mani tra le mani, cosa che non avrei mai osato fare a mente lucida. |
Gaynor ed il misterioso brigante furono travolti da un'irrefrenabile passione.
Un trasporto che li portò quasi a perdere il senno, oltre al controllo dei loro sensi. Lei, sempre più audace, scoprì i suoi meravigliosi e bianchi seni, per poi arrivare ad osare ciò che solo una donna inebriata dalla passione più folle poteva concepire. Spogliò l'uomo fino a denudare la sua virilità. Il suo essere maschio. Ed allora il meraviglioso gioco a cui lui l'aveva sottoposta divenne delizia anche dell'affascinante fuorilegge. E quell'audace diletto durò a lungo, fino a quando lui si chinò sul nudo petto di lei per cominciare a baciarle i morbidi seni. Allora Gaynor fu impossibilitata a continuare, perdendosi in un'estasi di pazzo e assoluto godimento. |
“Tu” disse stupita Estea a Clio “l'hai visto combattere in passato? Allora ho indovinato riguardo al fatto che sembravi conoscerlo? Dai, ora vogliamo sapere tutto...” sorridendo.
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“Su, a me potete dirlo...” disse Emon sorridendo a Gwen “... siete una poetessa, vero? Di quelle che riempiono pagine e pagine del loro diario ogni giorno.” Annuì. “Io dico di si. Le altre ragazze sono tutte civette, interessate solo a vestirsi bene, a truccarsi e mettersi in mostra. Amano farsi donare fiori, ma ne ignorano il significato. Ma voi siete diversa.”
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Alzai le spalle a quella parole di Estea.
"Non c'è molto da dire, abbiamo solo frequentato gli stessi ambienti per un po' e mi è capitato di vederlo combattere, tutto qui.. Ma lui sicuramente non si ricorderà di me.." Sospirai "Ma quello era prima, prima dei Montanari..". Quello avrebbe troncato il discorso. Ognuno di noi aveva una storia prima dei montanari, e ce la lasciavamo alle spalle. Dunque non avrebbero insistito. Poi magari avrei raccontato la verità alle ragazze, ma in separata sede. |
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