![]() |
“Nulla...” disse Cristiano sorridendo e giocherellando con le dita fra i boccoli di Clio “... nulla di te... a parte il sapore delle tue labbra?”
|
Serrai anche i pugni.
Io avevo parlato anche troppo e lui non aveva colto le cose che avevo detto. Splendido... "Che ti importa?" sbottai, voltandomi finalmente verso di lui, con gli occhi nei suoi. Uno sguardo così diverso da quello che aveva visto in biblioteca. Eppure non gli era importato allora, perchè avrebbe dovuto importarmi adesso. |
Cristiano si ritrovò gli occhi di Clio nei suoi.
E restò a guardarli. Poi guardò la bocca di lei. “Beh, mi importa...” disse con un vago sorriso, ma non sarcastico o ironico e neppure irriverente. Era un sorriso particolare, indefinito. “Mi importa” continuò “perchè le tue labbra hanno un buon sapore... ed anche la tua lingua...” |
Sostenni il suo sguardo.
Era difficile, volevo piangere e scappare, ma lo sostenni. Quel sorriso, quelle parole, per poco non lo colpii. "Eppure mi avresti lasciato andar via.." con gli occhi nei tuoi "Eppure hai ignorato le mie domande.." con la voce sempre più colma di rabbia. Scossi la testa. "Sono una sciocca.." abbassando lo sguardo mentre una lacrima ribelle mi attraversava il viso. |
“Domande...” disse Cristiano a Clio “... che domande?” Per poi asciugarle quella lacrima con un gesto delicato del dito.
|
I miei occhi divennero rosso fuoco a quelle parole.
La sua mano che sfiorò delicatamente la mia guancia, asciugando quella lacrima. E odiai il mio corpo per il brivido che mi procurò. Tuttavia, accecata dalla rabbia la presi, stringendogli il polso più forte di quanto avrei dovuto. "Se non le ricordi, significa che non le ritenevi importanti.." con amarezza. |
Quella presa sul suo polso.
“Perdonami...” disse “... ma quando mi sei vicina... così vicina, io non riesco a pensare ad altro... in questo momento non ricordo neppure che aspetto avesse il mio castello e neanche da quanto siamo partiti... io non sono un attore, Clio... non so calarmi nella parte di nessuno, né rappresentare i sentimenti di qualcuno che non sia io stesso... ti ho baciata nel solo modo che conosco... ed è stato bellissimo... al diavolo il teatro e le sue maschere... reciterei l'intera letteratura romantica e teatrale con te... e non certo per amore del palcoscenico...” |
A quelle parole di Cristiano, le lacrime non riuscirono più a restare nascoste, e presero a scendere copiose sulle mie guance.
"Mi avresti lasciato andare via.." sussurrai pianissimo, tra le lacrime "Senza nemmeno dirmi cosa provavi..." ormai avevo il viso rigato e gli occhi gonfi. "Come se non contassi niente.." abbassando di nuovo lo sguardo "Mi sono sentita così sciocca..". |
Cristiano prese dalla tasca un fazzoletto e delicatamente asciugò il viso di Clio.
“C'è troppa gente qui...” disse ad un orecchio di lei, mentre gli altri erano presi dalla faccenda del carrozzone “... ti va di uscire? Ho voglia di aria...” prendendo la sua mano. Si alzò e fece sì che la ragazza lo seguisse. I due, mentre gli altri erano occupati, sgattaiolarono fuori dal carrozzone. Fuori pioveva e subito Cristiano cercò un albero sotto cui ripararsi, trovandone uno dietro ad un folto cespuglio. |
Chiusi gli occhi, cercando di frenare le lacrime, senza però riuscirci.
Mi ero lasciata andare fin troppo in quella strana notte, e ora mi sentivo fragile, come se potessi rompermi da un momento all'altro. Annuii a Cristiano, aveva ragione, c'era troppa gente, e non volevo che mi vedessero in quello stato. Fortunatamente nessuno badava a noi, presi com'erano dalla storia del carrozzone. Così lo seguii fuori, incurante della pioggia, e mi riparai con lui sotto quell'albero, lontano dagli sguardi di tutti. Finalmente soli. |
Cristiano e Clio raggiunsero l'albero, riparati dalla pioggia sotto ai suoi rami e dagli sguardi degli altri dietro quel cespuglio.
“Hai tutti i capelli bagnati...” disse lui fissandola “... senti freddo?” Fissandola e togliendo i capelli bagnati dal volto di lei. |
Sorrisi a Cristiano, lieta che la pioggia si fosse mescolata alle mie lacrime, rendendole meno evidenti.
"No io.." sorrisi "Io amo il freddo, sto bene..." annuii. |
Le gocce cadevano ovunque.
Fra i suoi biondi capelli, sul viso, sulle labbra, bagnando tutti i suoi abiti e rendendo la sua pelle umida e fredda. “Sei tutta bagnata...” disse Cristiano, strofinando con le mani le spalle ed i fianchi di Clio “... ho cominciato a scrivere un nuovo copione... per ora sono all'antefatto...” sorridendole “... e tu sei la protagonista... e in questa mia storia il buon Lelandro cascherà male... sarà Tafferuille a godere dei frutti dell'Amore...” |
Gli sorrisi.
"Non importa, davvero.." portando il viso verso l'alto per un momento. Magari quella pioggia potesse lavare via ogni inquietudine. Quelle parole sul copione, sospirai. Non mi avrebbe risposto nemmeno ora, compresi, anche se avevo sperato che servisse a quello allontanarci da tutti. Sospirai, allontanando la punta di delusione, probabilmente era colpa mia, non avrei dovuto parlargli in quel modo. Infondo ognuno era fatto a suo modo. Cercai di concentrarmi su quello che mi stava dicendo. "Vuoi raccontarmela?" gli sorrisi. |
“Prima rifammi la domanda a cui non ho risposto...” disse Cristiano a Clio, mentre il cielo intorno a loro pioveva sulla campagna e con in lontananza le voci dei loro compagni impegnati a sistemare il carrozzone.
|
Altea si avvicinò alla porta di ferro, cominciando poi a cantare.
Cantò per alcuni istanti, fin quando udii dei passi provenire dalla cella. |
Abbassai lo sguardo a quelle parole, mentre le lacrime ricominciarono a scendere copiose.
"Quella che hai dimenticato?" con gli occhi rossi "Quella a cui non hai dato importanza?" sospirando, malinconica. Quella che per me invece valeva più della stessa esistenza. Mi avvicinai a lui, sostenendo il suo sguardo con il mio arrossato. "Ti avevo chiesto cosa provi.." avvicinandomi a lui "Cosa provi mentre mi baci..." con il cuore che batteva sempre più forte. "Perché mi sembra di impazzire..." sussurrai poi. |
Cristiano guardò Clio, per poi posare la mano sulla sua bocca, quasi ad impedirle di parlare ancora.
La guardò negli occhi e poi, togliendo la mano, in risposta a tutto ciò che lei aveva detto, si avvicinò alla sua bocca e la baciò. Le labbra di lei erano bagnate per la pioggia e salate per le lacrime, ma poi divennero ben preso calde, accoglienti, appaganti, avvolgenti. E quel baciò durò a lungo, con enfasi, trasporto, passione. Un bacio che portò le mani di lui a cingere il corpo di lei ed a percorrerlo ancora in ogni sua forma e grazia, quasi disegnando il bel corpo dell'attrice. Si baciarono come due amanti, sotto quell'albero, dietro quel cespuglio, bagnati dalle goccioline di pioggia che schizzavano sulle foglie. Un bacio che non era stato rubato da nessun copione. |
“Forse...” disse Altafonte a Dacey “... dopotutto chi può dirsi davvero immune alla pazzia?” La guardò. “Quanto al vostro ruolo, siate voi stessa. Qui nessuno ha mai visto una principessa orientale e quelle sono diverse dalle nobili delle nostre terre. La vostra bellezza e lo sfarzo in cui vi farò vivere getteranno abbastanza fumo negli occhi di chi vi avvicinerà. Purtroppo viviamo in tempi tristi, dove i nostri simili sono più vicini alle bestie.”
|
La sua mano sulla mia bocca, e i miei occhi si spalancarono improvvisamente.
Avevo parlato troppo, lo sapevo. Sentivo il cuore battere sempre più forte, sempre più intensamente. Poi nulla ebbe più importanza, perchè le sue labbra toccarono le mie, e il mondo intorno a noi scomparve. Mi lasciai trasportare da quel bacio, intensamente , appassionatamente. Mi abbandonai come se fosse l'unica cosa che contava. Non erano le parole che avevo sognato, ma chissà, magari un giorno lo avrei saputo. Ora non mi importava. Ora tutto quello che volevo erano le sue labbra sulle mie, era stringerlo a me con tutta la forza che avevo, accarezzare il suo corpo fradicio come il mio. Quel bacio totalizzò ogni mia energia, ogni fibra del mio essere. Quel bacio così vero, così nostro, senza una scena, un motivo, un pretesto. Solo l'impossibilità di stare lontano l'uno dall'altra. http://i63.tinypic.com/21kdxy0.jpg |
Risi di gusto alle sue parole. Mi sentivo sempre più felice di sentirmelo vicino. "Beh... Se potevo... Ovvio che ti avrei curato" dissi sorridendogli dolcemente. Mi immaginai la scena di me e lui in quella situazione, lui sul letto ammalato ed io al suo fianco a cambiargli la benda bagnata e dargli le mie attenzioni.
Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Udii dei passi nella cella e presi un panno e mi misi a pulire quella porta di ferro..imponente e fredda .quasi un muro. Ero vicinissima alla porta e continuai a cantare con una strana sensazione dell' animo.."Mon ami...un nome, una parola..e il mondo intero che si apre e forse il mio cuore che sognando lo sussurra alla pallida Luna per immaginarvi in modi diversi.." rimasi lì con lo straccio e il cuore che, stranamente, sussultava. Un contatto freddo ma che mi portava ad immaginarlo...e se fosse stato legato al sogno.
|
" Immune alla pazzia? Io no di certo, ho sicuramente un seme di follia dentro di me, basti guardare la mia vita... Sarò sicuramente una principessa eccentrica rispetto ai canoni di qui, ma forse proprio per questo il mio personaggio potrebbe funzionare bene."
Poi con un filo appena percettibile di malinconia ripresi," Questo paese sta cambiando, lo vedo, lo sento nei discorsi della gente... sembra che la rabbia dei bassifondi si sia riversata sulle strade e qualcuno di molto abile l'abbia strumentalizzata a suo piacere. " Era la prima volta che esternavo il mio parere su tutta quella faccenda, con Amit non era possibile, a lui non interessava fintanto che la gente continuasse a pagare i nostri spettacoli. " Insomma a me mai nessuno nobile e nessun religioso ha creato problemi, anzi sono stata cresciuta da delle suore per un po' e come sempre alcune erano buone, altre meno. Ma questa è la natura umana, nessuno è perfetto e può piacere a tutti. " Dissi il tutto senza malignità, una semplice riflessione spontanea, lontana dagli intrighi politici. " Posso farvi una domanda? Ora che dovremo passare molto tempo insieme?" voltandomi verso di lui. " Avendo i mezzi per farlo, perché non andate via piuttosto che restare qui dove, come voi avete detto, i vostri titoli non valgono un granché. Cosa vi trattiene?" Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Rimasi in silenzio, guardando ostinatamente il fuoco che crepitava allegramente, ma quell'allegria non riusciva a raggiungermi.
Ero partita con buoni propositi nell'intento di parlare e chiarire la questione, ma ora non riuscivo a guardarlo, figuriamoci parlare. Alzai lo sguardo su di lui, per poi abbassarlo nuovamente e scuotere la testa. "No, sto bene... Sì asciugheranno..." mormorai, stretta a nel mantello e con le mani intente a districare i capelli crespi per farli asciugare. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Luis continuava a guardarmi... ogni volta che giravo lo sguardo, i suoi occhi azzurri erano su di me. Mi sentivo le guance di fuoco, sperando fosse solo una mia sensazione, in quanto divenire color porpora avrebbe creato un imbarazzo del quale difficilmente sarei riuscita a dare una spiegazione. Come avrei potuto dire che la muta corte del nostro ospite mi turbava? O che la perfezione del suo viso metteva in subbuglio il mio stomaco? Abbassai così lo sguardo, aspettando che il respiro mi tornasse regolare.
Per fortuna, nessuno degli altri commensali sembrava essersi accorto del mio stato d'animo, tanto che Bastiano chiese alla Wolfen di parlargli dei Beati Fragoli. "Com'è che si è saputo che sono di Afragolignone?" Chiesi alla donna "E quali sono esattamente i crimini che hanno commesso finora?" Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 17.28.26. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli