Vidi un viavai di lavori e poi ci fermo' un ragazzo.. "Vorrei parlare col pilota atterrato anzi che si è schiantato al suolo.. É vivo? Non sono qui per interferire col vostro lavoro" guardandolo ammiccando.. Non avevo armi solo che il mio corpo perfetto.

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Il ragazzo guardò Altea e la guardò per bene, in quel suo sexy costume.
"L'uomo che abbiamo estratto dal veicolo precipitato" disse "è ricoverato nell'infermeria del campo. È senza conoscenza e non credo ve lo faranno vedere. Ma lei chi è?" Chiese incuriosito ad Altea.

Accennai un sorriso mentre un leggero rossore mi tingeva il viso.
Ancora mi guardava in quel modo strano e diverso come prima.
Non riuscivo a decifrarlo e a capirne il motivo, anche se i suoi occhi neri mutavano in quei momenti e diventavano ancora più belli.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...ed8f39a630.jpg

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"Io?" sorridendo maliziosamente "La sua collega.. Mi sono salvata per miracolo.. Quindi devo vederlo ed aiutarlo a riprendersi" col viso vicino al suo sfiorando il seno contro il suo petto.

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Gwen continuò a sentire lo sguardo di Elv su di lei, in un modo diverso da come l'aveva guardata fino a quel momento.
I suoi occhi neri sciovolavano sul suo corpo in maniera sfacciata quasi, incurante se ciò potesse essere ritenuto disdicevole o meno.
Per un attimo Gwen ripensò a ciò che spesso diceva la sua maestra, la signorina Pinkeferton, in relazione al fatto che una ragazza dabbene non doveva mai farsi raggiungere dagli sguardi inopportuni dei ragazzi.

All'inizio il ragazzo rispose con uno sguardo sarcastico alla falsa rivelazione di Altea che si spacciava per collega del tipo precipitato col suo veicolo.
Ma poi quella vicinanza di lei, quello strofinarsi leggero contro di lui, col suo seno contro il petto del giovane causarono un'istantanea esplosione di ormoni.
"Beh, se dice così..." disse il ragazzo sorridendo compiaciuto "... beh, nessuno la creerebbe mai... soprattutto per come è vestita e per il fatto che non ha neanche un livido sul suo corpo..." guardandola e sbavando "... però, forse... potrei aiutarla io ad entrare..."

Adesso mi guardava, sempre, senza esitazioni e in maniera sempre più diversa da prima, quando non voleva nemmeno parlarmi.
Mi tornò in mente ciò che la signorina Pinkeferton diceva, sugli sguardi dei ragazzi.
Forse Elv non lo sapeva, sì magari era così, ma io non ce la facevo a dirgli di smettere, nonostante il vago rossore ancora sul mio viso, perché, anche se non ne capivo il motivo, un po' mi piaceva.
Raggiungemmo una zona tranquilla del parco ed io tolsi le scarpe, opera di Tobi, il ciabattino del villaggio, per camminare sul prato morbido e fresco e per un attimo mi sembrò di essere tornata alle mie passeggiate nel bosco di Olion.

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Mostrai la gamba.. Lividi ne avevo.. Ero naufraga non potevo essere senza lividi.. Ma non commentare.. Un altro fulmine di guerra.. "Certo.. Mi affido a lei" sorridendo.

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Lo guardavo, con quelle sue mani salde che mi massaggiavano tutta.Forse non lo avrei mai ammesso ma mi piaceva il modo in cui mi guardava, quasi in adorazione, e c'era una piccola parte di me che godeva di quella situazione di potere e di controllo.
Un'altra invece mi urlava che ero una pazza maniaca, e che quello era solo un bambino!
Forse era il caldo a farmi fare quei pensieri su Icarius, dopotutto era solo un buono a nulla da sempre, un cucciolino che si attacava a cozza costantemente.
Però quesgli occhietti vispi in quel momento mi facevano uno strano effetto.
Lo guardai con un sorrisetto divertito nello sguardo.
Così mi voltai, lentamente, senza mai lasciare il suo sguardo, senza perdermi nemmeno un istante della sua espressione.
Mi dimenticai per un momento di essermi slacciata il reggiseno, e nel voltarmi scivolò di lato, mostrando buona parte del mio seno ancora bianco candido, pieno e sodo.

I due giovani raggiunsero un altro giardinetto cittadino e subito Gwen si tolse le scarpe, restando a camminare a piedi nudi sull'erba.
Elv si sedette sotto un albero e rimase a guardarla.
"Si, decisamente non è una bambina..." disse fra sé mentre la fissava.
Poi ad un tratto notò qualcosa che subito lo colpì.
Era un cartello che diceva:

"Passione Robotica"

Altea aveva intuito che quel ragazzo non era certo un fulmine di guerra, anzi tutt'altro.
"Beh..." disse lui guardando la gamba lunga e liscia di lei "... qui al campo manca qualcuno con la passione per la medicina... magari lei può spacciarsi per una con la passione da infermiera... sarà un segreto solo nostro..." sbavando.

Rimasi a camminare, sentendo il Sole sulla pelle e l'erba fresca sotto i miei passi.
Ad un tratto, vidi che Elv non guardava più me, stranamente, ma un cartello
Passione robotica
Mi avvicinai a lui e mi sedetti anche io sotto l'albero, con il prato che mi solleticava le gambe e i piedi.
"Che posto è secondo te?" incuriosita.

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Medicina... Infermiera.. Beh sapevo fare punture.. Quante volte avevo iniettato sonniferi od altro a dei nemici.. "Va bene dolcezza.. Ti seguo.."con voce calda e bassa, ovviamente per recita.

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Gwen raggiu se Elv seduto sotto l'albero, fissando la tabella indicata dal ragazzo.
"Non lo so..." disse "... ma dice passione... e noi abbiamo dannatamente bisogno di trovarcene una... che dici, andiamo a dare un'occhiata?"

Sì, aveva ragione.
Ne avevamo bisogno!
Infatti annuii incoraggiante e mi alzai subito in piedi allungando la mano verso di lui.
Dovevamo davvero sbrigarci, soprattutto perché la mia fame aumentava decisamente!

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Il ragazzo annuì e fece entrare Altea nel campo, mentre il vecchio dopo averla salutata era andato via.
Penetrarono nel campo ed il ragazzo con la finta infermiera arrivarono davanti ad alcune persone impegnate a controllare alcune cartine geologiche del territorio.
"Dottoressa..." disse ad una donna "... abbiamo trovata un'infermiera... questa donna ha la passione per il ruolo di infermiera..." indicando Altea.
La dottoressa si voltò e squadrò l'agente segreto da capo a piedi.
"Perché è in costume?" Chiese perplessa.

Il ragazzo mi porto' da una dottoressa alquanto singolare.. Passione per la medicina.. Oh no.. Affatto... Ma non replicai d'altronde non ero nemmeno una escort.. Diciamo copertura.
"Dottoressa infatti sono stata accompagnata da un anziano e feci notare che il mio abbigliamento non era consono a questo luogo.. Sono una naufraga e mi sono trovata qua.. Quando ho saputo del vostro centro studi sono subito accorsa qui.." e sorrisi "Si perché ho visto pure un velivolo caduto e so vi è un ferito.. Posso seguirlo io mentre voi vi dedicate ai vostri studi, potete darmi una uniforme.. Mi metto subito al lavoro" guardando la donna senza inflessione di alcun sentimento.

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Destresya continuava a fissarlo, facendo sentire Icarius sempre più imbarazzato ed eccitato.
Sentiva il rossore aumentargli sul viso, mentre le sue mani erano ferme sulla schiena unta di sua zia.
Quella donna, sin da piccolo, lo metteva in soggezione, facendolo sentire sottomesso al suo carattere da femmina sicura di sé e dominatrice.
Destresya allora si voltò, con il suo reggiseno dimenticato slacciato e che scivolò appena, lasciando scoperta buona parte di quel seno grosso, bianco, morbido e sodo.
Icarius nel vedere tutto ciò cominciò a sudare, avvertendo un forte calore propagarsi dalla sue parti basse, eccitandosi ancor più di prima.
Restò a guardare quel seno per metà scoperto, immaginando la sua intera forma, cosa che aveva visto pienamente spiando sua zia nel bagno della nave.
"Oh... zia..." disse in un mormorio "... attenta, il reggiseno scivola..." col tono di un cucciolo bagnato ed imbarazzato, incapace di distogliere gli occhi dal petto di sua zia.

La dottoressa guardò Altea con poca simpatia, ma poi annuì.
“Accompagnala alla tenda dei vestiti, deve esserci un'uniforme da infermiera.” Disse al ragazzo. “Fagliela indossare e poi tornate qui.

Allora Gwen ed Elv raggiunsero la tabella.
Si trovava davanti ad un portone di ferro, con fregi in pietra lucida dai riflessi opalescenti.
Lui bussò e poco dopo vennero ad aprire.
Con sommo stupore del giovane e di Gwen, sulla soglia apparve una donna sintetica, dagli occhi luminosi e pelle e capelli artificiali.
“Buongiorno a voi.” Disse con la sua voce metallica. “Come posso aiutarvi?”
http://www.larchetipo.com/wp-content...e-Caterina.jpg

Elv bussò alla porta e quando vennero ad aprire, vedemmo uno strano essere.
Era come una persona finta, artificiale.
"Che cosa è questa cosa?" chiesi spontaneamente ad Elv, con gli occhi sbarrati.
Questo posto era pieno di sorprese continue!

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Si capiva la donna non avesse simpatia per me, non me ne curai.
Andai a mettere una uniforme bianca moderna e presi un camice da mettere sopra.
Uscii e guardai il ragazzo.. "Andiamo" e tornammo dalla dottoressa.. "Eccomi qua" seria per poi mettere il camice e coprire il vestito bianco sotto.

http://files.zapster.it/zapster-medi...480/big/08.jpg

La donna meccanica non mostrò alcuna reazione a quelle parole di Gwen.
“E' un robot credo...” disse sottovoce Elv a lei “... ehm...” alla donna artificiale “... vorremmo... si, vorremmo apprendere la passione robotica...”
“Prego, seguitemi.” La donna artificiale.
Li fece entrare e li lasciò ad aspettare in un vasto salone, ben arredato in stile coloniale con richiami classici ed un che di nuovo ed innovativo.

Robot.
Me lo sarei dovuto ricordare.
La donna ci fece strada, lasciandoci ad aspettare in un salone molto grande.
Nell'attesa, mi guardai intorno gironzolando.
Alla fine ci serviva solo un foglio e speravo di fare in fretta.

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Altea indossò il camice ed il ragazzo la riportò dalla dottoressa.
“Mi segua.” Disse questa.
Condusse così Altea in una stanza dove un uomo dal volto fasciato era ricoverato.
“Aveva alcune ustioni ed ora è privo di conoscenza.” Spiegò la dottoressa. “Le è capace di prendersi cura di lui?” Ad Altea, mentre gli sistemava le bende sintetiche.
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/i...8F-XNG_asYsSkv

Seguii la dottoressa e mi spiegò il tutto.. Beh avevo dovuto curare dei colleghi ma quando tolse le bende sintetiche sussultai fingendo "Dottoressa farò del mio meglio. . Ma da dove potrebbe venire.. Aveva un distintivo sulla giacca o divisa?".

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Ad un tratto nel salone entrò un uomo.
Era di corporatura grossa, quasi grezza, con i capelli spettinati e l'espressione austera.
“Allora...” disse con tono spiccio “... non ho molto tempo... chi siete e cosa volete?”
https://78.media.tumblr.com/af06a0b8...01wo8_1280.jpg

L'uomo che entrò era abbastanza strano, ma ora non importava.
"Ehm... Vorremmo dedicarci alla... Ehm... Passione robotica" risposi, cercando di non sbagliare nessuna nuova parola "Voi potreste fornirci un certificato?"

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L'uomo guardò Gwen in un modo severo.
Un attimo dopo scoppiò a ridere.
“Ma guarda tu che mi tocca sentire...” disse ridendo “... cosa credete che l'attendibilità si concede sulla parola? Occorre seguire la propria passione per mesi e convincere colui o coloro che la offrono che davvero è la vostra strada da seguire! Non siete certo a comprare il pane o la frutta!”
“Mesi?” Fece Elv.
“Si, mesi!” Annuì l'uomo. “Come minimo!”

L'uomo era ben bendato su tutto il volto, rendendo impossibile da riconoscere.
“Aveva indosso una divisa, quindi supponiamo sia un militare...” disse la dottoressa ad Altea “... ma di certo non appartenente all'esercito planetario di Agnostor. Se davvero costui giunge dal mare, potrebbe darsi che qualche altra terra emersa esista sul pianeta. Anche se ciò è improbabile. Ma fino a quando non si riprenderà sarà impossibile scoprirlo. Ammesso sopravviva.”

Boccheggiai quando rispose.
Mesi?!
Come facevamo ad aspettare dei mesi?!
Guardai Elv sconvolta e al contempo esausta, perché eravamo qui da poco, ma già non ne potevo più di questo posto assurdo!
Quasi quasi era più facile pagare coi soldi, anche se al momento noi non avevamo neanche quelli.

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Finsi indifferenza.. Pianeta Agnostor.. Ero impazzita durante il naufragio bevendo acqua salata.. Veniva dal mare.. Come me.. Oh si, pure io volevo saperlo "Cercherò di fare il possibile perché non muoia" ligia a questa nuova missione di Agente CR9.. "Mi dia le giuste indicazioni dottoressa" abbozzando un mezzo sorriso.

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Gwen ed Elv apparvero esausti, delusi e scoraggiati.
“Ma sono curioso...” disse l'uomo “... come mai due giovani hanno bussato proprio alla porta di casa mia? Oggi che la cultura e la conoscenza sono ignorate da tutti, soprattutto dai giovani?”

“Bene.” Disse la dottoressa ad Altea. “Resti qui e controlli i macchinari... pressione, flusso sanguigno, sali minerali e battito cardiaco... ogni tre ore gli somministri 150 milligrammi di questo siero. Io passerò più tardi a controllare.”

Annotai il tutto, guardai i macchinari e presi il siero segnando le dosi e prescrizione ed annuii.. "Grazie dottoressa, farò del mio meglio" e mi sedetti segnando la misura del battito, dei sali minerali e soprattutto potassio e pressione attuale.. "A cosa serve il siero?" chiesi a bruciapelo.

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Non sapevo bene come rispondere, ma ormai dovevamo rischiare tutto.
"Abbiamo visto tutti quei giovani intenti cantare fuori, e ci sono sembrati così vuoti e non tanto felici... Dunque abbiamo cercato qualcosa di importante" risposi, cercando di essere convincente, per poi guardare Elv.

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Altea preparò l'occorrente, restando seduta accanto al letto del misterioso paziente bendato.
Tutto filò normale, quando dopo circa un'ora, l'uomo fasciato cominciò a dare segni di nervosismo.
“Adesya...” disse nel delirio di quel sonno inquieto “... Adesya... Adesya...”

“Ascoltate...” disse l'uomo a Gwen e ad Elv “... l'unica cosa che posso fare per voi è quella di concedervi il mio tempo e la mia passione... mi aiuterete nel mio laboratorio ed io vi insegnerò ciò che conosco della robotica... se ciò vi conquisterà, allora fra qualche mese vi firmerò l'attendibilità. Cosa decidete di fare? Accettate?”

Ancora mesi, mesi...
Ma perché?
Guardai Elv.
"Cosa pensi? Accettiamo?"
Probabilmente non avevamo molta scelta, soprattutto se la prospettiva era quella di restare qui molto a lungo, o comunque finché non avessimo capito come tornare a casa.

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Rimasi lì vicino mentre sistemavo alcuni oggetti...l'uomo era nervoso, si agitava e ripeteva un nome.. Adesya.
"Stai tranquillo.." Prendendogli la mano e preparando un blando calmante e somministrandolo con una puntura.. Era nel delirio e speravo facesse effetto mentre tenendolo per mano guardavo i valori se stavano salendo o diminuendo.

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