Ci fu un tempo, in cui mia madre mi faceva indossare la gonna a plissée, un giro di perle e pretendeva che parlassi in un certo modo, mi ponessi in un certo modo, agissi in un certo modo... beh, quel tempo non è durato poi a lungo.
Non sapevo bene perchè quel pensiero mi avesse raggiunto proprio in quel momento.
Sarà che nell'eternità che impiego ad asciugarmi i capelli non ho mai niente a cui pensare, o forse che le due ore di allenamento mi hanno ricordato tutti i rimproveri sul fatto che la boxe non fosse da "signorine", o forse perchè a volte la mente fa dei giri strani che nemmeno io potevo spiegare.
Continuai in quel noiosissimo compito a cui non potevo mai sfuggire, che si aggiudicava il premio di peggior momento della giornata, finchè non fui soddisfatta del risultato.
Finii di vestirmi ed uscii dallo spogliatoio, infilai gli auricolari e salutai con un laconico cenno della mano gli avventori della palestra, impegnati a colpire sacchi o persone, senza che badassero a me. Forse qualcuno mi salutò anche, ma io ero distratta.
Qualcosa aveva attirato la mia attenzione, un vecchio film proiettato sul piccolo televisore che mi chiedevo sempre a cosa servisse in una palestra, come se qualcuno avesse tempo di star lì a vedere le soap opera.
Forse era la prima volta che mi fermavo, con l'auricolare in mano, a guardarla chiedendomi perchè mai fosse senza volume.
Sorrisi.
Quante volte avevo visto quel film, quel vecchio film di qualche decennio prima, diretto dallo zio Uncles.
Ecco, lui era l'unico della famiglia con cui fossi mai andata d'accordo.
Sorrisi tra me e me, ricordando quant'ero felice di andare da lui d'estate, era burbero e inflessibile come nessuno, autoritario e intransigente, eppure mi piaceva più di mia madre col suo finto sorriso e la mania delle apparenze.
Era un bel po' che non lo vedevo, come chiunque altro della famiglia del resto, ad eccezione di Gwen.
Mi destai dai ricordi perchè avevo una fame da lupi!
Scesi nel parcheggio, montai in sella alla mia moto e mi diressi alla volta di casa.

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Andai al bar col regista e sorrisi compiaciuta "A dire il vero scordate il mio trampolino di lancio fu il film di mio zio, il suo ultimo film..."Il Diavolo scrive sulla rosa" e questo dovrebbe essere quello che mi darà lo slancio visto sono la protagonista, e poi sono contenta di essere stata scelta senza raccomandazioni, voglio farmi da me non per essere la nipote di mio zio, anche se è un onore" poggiando le labbra sulla tazzina da thè in fine porcellano e portando un biscotto alla cannella sulla bocca, mi piacevo quel retrogusto della spezia.

"Il solito." Disse la madre di Gwen al telefono. "Per il fine settimana ci raggiungi? Così la famiglia si riunisce? Ci sarà anche tuo fratello ed io e tuo padre vorremmo avere anche te a casa."

Il regista sorrise e finì il suo caffè.
"Oh, ma quel film, per quanto geniale, era una denuncia sociale..." disse con enfasi ad Altea "... qui invece sei la protagonista assoluta di un noir vecchio stile, ricco di suspance e mistero, mia cara!" Ridendo. "Già immagino le copertine! E poi l'Oscar!"

"No, mamma, non posso... Lo zio mi ha chiesto di andare a Baias prima possibile. Lui partirà presto per chissà quali affari e non vuole lasciare la casa vuota. Perché non dici al mio fratellino di raggiungermi? Così non sarò sola" ridacchiando.

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"Beh, sai lo zio Uncles che tipo è..." disse la madre di Gwen al telefono "... tu dici che tuo fratello sarebbe il ben accetto? io ho qualche dubbio..."

Detestavo quando gli altri registi criticavano mio zio Uncles, lui mi aveva insegnato quanto il cinema fosse meraviglioso, come potevamo spaziare con la fantasia e la genialità e non dovevamo mai essere scontati, dovevamo trasmettere degli ideali e sbagliati o giusti fossero. Mi insegnò i trucchi del mestiere ed ero stata fortunata visto sua sorella, mia madre, morì quando ero una bambina e mio padre avendo divorziato da lei se ne era andato. Mi crebbe nei migliori college, non mi trattava certamente da figlia ma dovevo tanto a lui, il nostro era un rapporto speciale.
Ma guardai il regista in volto, zio Uncles diceva sempre a volte si doveva pure essere ambiziosi nel cinema ma mai scendere a compromessi banali.."Oscar? Non correte troppo in fretta? E perché ritenete il film di mio zio fosse una denuncia sociale?" incuriosita dalla sua risposta.

"Al massimo lo farò arrivare quando lo zio sarà già partito" ridendo "E poi sai lui com'è, sicuramente starà antipatico perfino a se stesso..." con pungente sarcasmo.

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Destresya arrivò a casa dopo circa una mezz'ora, visto il traffico che ancora intasava le strade cittadine.
Appena arrivata a casa però vide sul suo cellulare che era arrivata una mail.

"Per il semplice motivo che lo era, cara." Disse il regista ad Altea. "Il Diavolo scrive sulla rosa è una feroce satira contro la stampa corrotta e spiegata, con richiami mistici alla Massoneria."

"Bah, io non voglio entrarci, nè sapere nulla..." disse la madre di Gwen al telefono "... conosci tuo zio e sai che carattere burbero e dispotico ha. A proposito..." con la voce maliziosa "... giocati bene le tue carte, non contraddirlo e magari finirai nel suo ricco testamento..." ridendo.

Non risposi, non volevo entrare nel discorso...sarebbe stato andare contro mio zio e anche contro il film che avevo interpretato con passione.
"Bene...speriamo di vincere l' Oscar con questo film...ma pure il nostro protagonista, il mio amante....se la tira un po' troppo quel tipo, ecco detesto gli attori con le manie di protagonismo o forse finge..chissà".
Quel discorso di prima mi aveva innervosito ben poco.

Arrivata a casa mi buttai sul divano, senza se e senza ma.
Avevo fame sì, ma ero esausta.
Presi il cellulare dalla tasca e vidi che mi era arrivata una mail.
La lessi quasi meccanicamente.

Avvertii il cambio di tono e alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
"Sì, ehm... Ora devo lasciarti, devo preparare tutto per la partenza. Salutami tutti" con tono sbrigativo.
Odiavo quando mia madre cominciava a nominare il maledetto testamento, era una vera ossessione e di certo zio Uncles non era il tipo adatto con cui mettere in atto certe strategie.

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“Tutti gli attori sono egocentrici e vanesi.” Disse ridendo il regista ad Altea. “Ma ricordati, diva sei tu, cara.”
In quel momento lei sentì vibrare il suo cellulare per l'arrivo di una mail.

Sorrisi a quell' apprezzamento, d' altronde sapevo di esserlo, credevo nelle mie potenzialità.
Ad un tratto il cellulare vibrò nella borsetta.
Lo presi e vidi era arrivata una email e lessi con aria indifferente, sperando non fosse qualche regista seccatore.

Destresya aprì la mail:

“Spettabile signorina.
Sono il notaio Avogad e curo gli interessi di suo zio, il signor Uncles.
Egli per motivi che non starò qui a spiegarle è stato costretto a lasciare la sua casa di Baias sul litorale Flegeese.
E' suo desiderio perciò che lei raggiunga quanto prima tale destinazione, prendendo possesso della villa.
Lei conoscerà sicuramente bene suo zio e saprà che uomo risoluto, di vecchio stampo e con un carattere per nulla docile ed accomodante.
Mi permetto perciò di sollecitare la sua partenza affinchè quanto prima raggiunga Baias.
La villa infatti risulterà senza nessuno della famiglia fino al suo arrivo.
Distinti saluti.”

Altea aprì la mail:

“Spettabile signorina.
Sono il notaio Avogad e curo gli interessi di suo zio, il signor Uncles.
Egli per motivi che non starò qui a spiegarle è stato costretto a lasciare la sua casa di Baias sul litorale Flegeese.
E' suo desiderio perciò che lei raggiunga quanto prima tale destinazione, prendendo possesso della villa.
Lei conoscerà sicuramente bene suo zio e saprà che uomo risoluto, di vecchio stampo e con un carattere per nulla docile ed accomodante.
Mi permetto perciò di sollecitare la sua partenza affinchè quanto prima raggiunga Baias.
La villa infatti risulterà senza nessuno della famiglia fino al suo arrivo.
Distinti saluti.”

Gwen tagliò corto e la telefonata terminò.
Aveva molto da fare, pepararsi per la partenza visto che mancavano poche ore che la nave salpasse.

Ero sdraiata, con il cellulare tra le mani, aspettandomi la solita mail di pubblicità.
Ma a quelle parole sbarrai gli occhi, tirandomi a sedere.
Lo zio?
Lo zio che lasciava la sua villa?
Sembrava così strano!
Doveva essere successo qualcosa, quella lettera così fredda e distaccata.
Oh lo zio non era certo uomo da far aspettare.
Così mi alzai, mangiai qualcosa al volo, preparai una borsa col necessario e partii alla volta delle flegee.
Era sera, sì, ma mi piaceva guidare nel buio.
Quel senso di libertà, solo io e la strada, senza pensieri, senza traffico, aveva qualcosa di magico.
E poi il litorale delle Flegee era ancora più bello quand'era illuminato.

https://cc-media-foxit.fichub.com/im...e-maxw-650.jpg

Continuai a fare la valigia e selezionai i vestiti più adatti al contesto.
Era pur sempre una meravigliosa villa sul mare!
Alla fine, chiusa la valigia, mi occupai Delle ultime faccende burocratiche al PC, dato che mancavano pochissime ore alla partenza.

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Rimasi allibita nel leggere quella mail..mio zio teneva molto alla sua casa a Baias, soprattutto ora voleva essere più tranquillo.
Risposi istintivamente al notaio, spiegando stavo proprio ultimando le ultime scene di un film e poi sarei andata nella casa di mio zio.
Guardai il regista in modo serio.."Pretendo la mia presenza nella villa di mio zio Uncles, non comprendo...deve essere successo qualcosa di grave, devo andare subito, direi di ultimare le scene del film così potrò andare laggiù" ma mi sentivo come mi avessero dato un colpo allo stomaco.
Non conoscevo nessuno della famiglia, visto avevo trascorso anni in un college e poi andavo da mio zio durante le vacanze e per il film ultimo fatto.

https://hushnwonder.files.wordpress....a-schiffer.jpg

Gwen terminò di prepararsi e poi ultimò le ultime cose al pc.
In pratica la notte trascorse così.
Riuscì a riposare solo un pochino, poi dovette dirigersi al porto dove la sua nave stava per salpare.

Destresya in moto percorse la strada fino al porto, dove si sarebbe imbarcata per le Flegee.
Arrivata al molo trovò l'imbarcazione pronta a salpare.
Il suo biglietto era stato già prenotato dal notaio Avogad.

“Beh, se è così urgente noi possiamo fermare le riprese per una decina di giorni.” Disse il regista ad Altea. “Così potrai dedicarti ai tuoi affari di famiglia con calma.”
Infatti il suo biglietto era già prenotato e la nave sarebbe salpata molto presto al mattino.

Trascorsi la notte a sistemare le ultime cose per il giornale, dopotutto non potevo piantare tutto e tutti in asso.
E per questo ebbi modo di riposare pochissimo.
Di primissimo mattino, presi i bagagli e arrivai al molo, da dove saremmo presto salpati per raggiungere Baias.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...2708951a7d.jpg

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"Oh che sollievo...va bene, io devo partire domani mattina, speriamo non sia successo nulla di grave, mi contatti, se dovessi prolungare potremmo fare in modo di continuare in quella zona, insomma di zone dove girare il film ce ne sono" piuttosto perplessa per la situazione e alzandomi dalla seggiola "Io dovrei andare a casa e preparare tutte le valigie".

Il viaggio fu piacevole, col vento che mi scompigliava i capelli, i lampioni e le insegne che illuminavano la via, un silenzio che mi cullava, anche se la preoccupazione non mi lasciava mai andare.
Che poteva essere successo allo zio?
Arrivai al molo e la nave era già lì ad aspettarmi.
Il biglietto lo aveva già fatto il notaio a mio nome, consegnai la moto agli addetti, preoccupandomi che mi trattassero bene il mio gioiellino, e me mi avviai verso la porta principale per salire a bordo.

Gwen raggiunse il porto, dove trovò la nave pronta a salpare.
Anche Altea, accordatasi col regista, arrivò poi al porto, accompagnata da un autista della sua casa di produzione.
I biglietti delle due ragazze erano già prenotati e non restava loro che imbarcarsi.

Il notaio si era occupato di prenotare il mio biglietto, dunque dovetti solo salire a bordo e a breve saremmo partiti.
Capivo che qualcosa non andava se lo zio era dovuto andar via così presto, ma suvvia, una vacanza se la meritavano tutti, no?

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Andai nel mio appartamento, presi dei vestiti e ciò che mi serviva, tanto avrei acquistato il resto laggiù se mi occorreva altro.
Salii sull' auto della casa di produzione e in breve tempo raggiungemmo la nave che il notaio aveva prenotato.
Scesi e presi la valigia, mostrai il biglietto e salii nella nave chiamando uno stewart..."Ragazzo, portami la valigia per favore" come chi sapeva cosa volesse e chi fosse "Mi può dire pure quale è la mia cabina?" sorridendogli in ogni modo.

Gwen ed Altea salirono a bordo e gli stewart mostrarono alle due le loro cabine.
Inoltre ad entrambe fu consegnato un biglietto del notaio Avagad, il quale informava ciascuna di loro che a bordo della nave ci sarebbero state anche le altre due cugine.

Entrai in cabina e notai solo in quel momento che ci sarebbe stata anche Destresya.
Accidenti!
Era davvero un pezzo che non ci vedevamo.
Qualche sms sì, ma niente che potesse sopperire alla mancanza di vedersi dal vivo.
Speravo a quel punto di incontrarla sulla nave, prima di arrivare sull'isola.
Sarebbe stato davvero un interessante soggiorno!

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Entrai nella bella cabina e lessi un biglietto, lessi vi erano pure le due cugine di cui mi aveva parlato mio zio ma non avevo mai conosciuto.
Beh, trovarle sarebbe stato come un ago in un pagliaio.
Comunque misi a posto la valigia e salii sul ponte per osservare la nave partire e mi posi sul parapetto osservando il mare...amavo il mare..quel verso "E naufragar m'è così dolce in questo mare..." era uno dei miei preferiti.
Ogni volta osservavo il mare mi sentivo in simbiosi con quella distesa di mare infinita tanto da volerne essere avvolta a volte.

Anche Destresya arrivò al porto e salì a bordo della nave.
Le fu mostrata la sua cabina e consegnato il biglietto del notaio Avogad, il quale la informava che a bordo avrebbe trovato anche le sue due cugine.
Finalmente la nave partì.
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La nave partì e io osservavo la costa che lentamente si allontanava, ma il mio animo era turbato per lo zio Uncles, speravo non fosse stato minacciato, ricordai le parole del regista....che l' ultimo suo film era un po' sovversivo e si sapeva in giro vi fossero dei fanatici.

La cabina era lussuosa al punto giusto, buttai la mia borsa in un angolo e lessi il biglietto del notaio.
D'un tratto un sorriso mi si dipinse sul volto.
Oh ma guarda un po' chi c'era!
Presi allora il cell e scrissi un messaggio a mia cugina Gwen.
"Un uccellino mi ha detto che siamo sulla stessa nave! Ci vediamo sul ponte?".

Ad un certo punto,entrerà mi mettevo comoda sul balconcino della cabina e mi godevo l'aria di mare, mi arrivò un sms.
Se fosse stata mamma, mi sarei messa a urlare.
Invece no!
Era Destresya!
Le inviai un rapido sms e, esaltata al massimo, uscii sul ponte ad attenderla.
In compagnia era tutt'altra cosa, non c'era paragone.

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La nave si allontanava rapida dalla costa, diretta verso il litorale e le isole Flegeesi.
Il mare era calmo, piatto e di un azzurro intenso e carico, come se il cielo vi si tuffasse dentro.
Il viaggio fu tranquillo, piacevole e mondano a bordo di quella nave.
Giunsero in perfetto orario nel porto di Baias.
Una volta a terra, Altea, Destresya e Gwen trovarono un'auto lussuosa ad attenderle.

Gwen mi rispose quasi in tempo reale.
Allora uscii sul ponte e feci appena in tempo a salutare la mia cuginetta che la nave attraccò, eravamo già arrivati.
"Beh abbiamo fatto presto!" sorridendole "Ci vediamo giù!".
Tornai nella mia cabina a prendere la borsa poi scesi al molo, dove una lussuosa macchina ci aspettava.
Io però ero scesa con la mia moto.
Allora andai direttamente all'autista a chiedergli come potessimo organizzarci.
Potevo seguirli oppure avrebbe fatto recapitare la mia moto direttamente alla villa?