Tornò il commissario, e ci portò notizie.
Era tutto cosi strano.
Com'era possibile?
Doveva essere una trappola.
Sicuramente.
"Oh poverini!" Riprendendo la recita "chissà come sono spaventati! Hanno detto dove li tenevano?.
In realtà lo avrei saputo, perché quando mi ero allungata sul tavolo per scrivere il mio numero avevo inserito una piccolissima microspia nel taschino del commissario.

"Per ora non posso dirvi nulla." Disse il commissario. "Adesso devo chiedervi di andare via. Dobbiamo interrogare i due scienziati."
"Bene, spero che lei risolva tutta la faccenda." Sorridendo Fessen. "Andiamo, cara?" A Destresya.
Ed andarono via.

Com'era prevedibile il commissario non ci disse altro, ma la mia microspia mi avrebe rivelato molto più di quanto non aveva fatto lui.
Non insistetti, ma mi alzai subito a quelle parole.
"Oh, commissario, è stato così gentile con noi!" sorridendo con fare civettuolo.
Poi mi rivolsi a Fessen, appoggiandomi al suo braccio.
"Oh ma certo caro!" facendogli l'occhiolino.
Una volta fuori restai al suo fianco, e poi gli sussurrai all'orecchio.
"Ho messo una microspia nel taschino del professore, scopriamo che cosa si dicono!".

“E' normale essere ancora confusi...” disse il primario “... ha subito un trauma, ma pian piano i ricordi diventeranno nitidi e lei rammenterà tutto.”
“Perchè non mi crede?” Chiese Elv.
“Avanti, cosa dovrei credere?” Il primario. “Se un animale feroce se ne andasse in giro per Las Baias qualcuno lo noterebbe, non crede?”
Tutto ciò davanti a Gwen.

Temevo che il dibattito fra Elv e il dottore non sarebbe giunto ad una risoluzione.
Nessuno poteva crederci, eccetto noi due.
Infatti, guardai Elv e scossi appena il capo, nel tentativo di fargli capire che era tutto inutile.
Finché non avessimo trovato le prove, le nostre sarebbero state solo farneticazioni, soprattutto ora che Elv era stato aggredito e non era considerato attendibile.

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Presi la chiave d'oro e lo guardai negli occhi.. "Ti aspetto".
Salii silenziosa ed entrai in camera, aprendola con quella chiave.
A dire il vero non volli soffermarmi sull'arredamento o altre cose. Tolsi il vestito e lo poggiai su una seggiola antica ma rimasi in lingerie e preparai dello champagne.

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Fu una cena piacevole, molto più di quanto avrei creduto.
Il pesce come promesso era freschissimo e i piatti serviti non avevano nulla da invidiare ai ristoranti di città.
Anche la conversazione con Asso fu allegra e piacevole e la serata passò rapidamente.
Tanto che il crepuscolo fece posto al buio e poi anche il buio iniziò a cedere il passo alle primissime luci dell’alba.
Un’alba che Asso era intenzionato a vedere, prendendo una strada più lunga ma con il vantaggio di essere panoramica.

“ Potrei quasi pensare che in te ci sia una vena di romanticismo.”

Pensando a come aveva organizzato praticamente alla perfezione la nostra uscita.

“ Devo confessare una cosa. Non ho mai visto l’alba, dal vivo intendo. Forse sembra assurdo ma per me questo panorama finora era solo una scena di un film.”


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“Perfetto.” Disse Fessen uscendo dal commissariato a Destresya. “Di questo passo farò delle richieste per una sua promozione.” Facendole l'occhiolino.
L'auto partì ed andarono via, attendendo ora che la microspia facesse il suo dovere.

“Ora si riposi e stia tranquillo.” Disse il primario ad Elv. “Probabilmente ora che si è svegliato qualcuno della polizia verrà ad interrogarla.” Ed uscì, lasciandolo solo con Gwen.

Altea entrò nella stanza da letto del padrone, arredata con gusto e raffinatezza ed attese.
Si mise in lingerie e preparò dello Champagne.
Pochi minuti dopo la porta si aprì.
Le tende erano abbassate e solo in modo vago penetrava nella stanza la luce del mattino.
Altea vide così entrare il suo padrone che ora indossava una mascherina più stretta e piccola.
Si avvicinò e riempì due bicchieri di Champagne, porgendone uno a lei.
“Brindiamo...” disse “... ai fiori della passione e dei sogni che sbocciano misteriosi tra le lande dei desideri celati, dove il sapore dei venti racconta mille e più frammenti di versi perduti senza limiti o paure...”

Il Sole era ormai spuntato, disegnando un magnifico mattino fin dove il mare andava a perdersi oltre l'orizzonte, tingendo la costa di infinite screziature perlate e rosate, dipingendo un panorama sognante e bellissimo.
“E' la prima volta che trascorro la notte fuori col mio datore di lavoro...” disse Asso sorridendo “... forse perchè i miei superiori, fino ad oggi, erano tutti uomini alquanto scontrosi e poco affascinanti...” divertito a Dacey “... è la prima volta che guardi l'alba dal vivo? Beh, allora il tuo ex, quello del cuore spezzato, doveva essere alquanto poco romantico.” Con tono beffardo.

Il medico andò via ed io ne approfittai per mostrare ad Elv la foto del tronco.
"È caduto questo albero stanotte, proprio sopra una macchina davanti all'albergo. Nessuno dei presenti, polizia compresa, ha notato quei segni."https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...2101ead953.jpg

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Lo vidi entrare nella penombra, era vicino a me e presi il bicchiere di champagne e mentre lo ascoltavo cercai di focalizzare lo sguardo sul volto, la sua maschera era più piccola. Mi attraeva questo particolare, come non togliesse mai la maschera anche se piccola.. "Ai nostri sogni e al vento che ci scuote nel vortice della passione e dell'amore" portando il bicchiere sulle labbra.

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Risi a quelle parole di Fessen.
"Guarda un po' chi si è dimenticato che è il capo solo per finta!" fissandolo divertita mentre salivo in macchina.
Per un momento, però, i miei occhi si rabbuiarono fissando il mare attorno a noi.
Quelle parole mi avevano ricordato che io non appartenevo a quel mondo, ero solo in visita e presto, una volta portata a termine la missione, me ne sarei andata.
Dovevo fissare ogni singolo dettaglio di ciò che mi circondava, per fissarlo nella mente e portarlo con me, ovunque fossi andata.
Lo avevo fatto con tutte le epoche che avevo visitato, le portavo tutte con me, sempre.
Sospirai appena, cercando di scacciare quei pensieri.
Allora presi io smartphone e mi collegai con la microspia, sperando che il commissario ci potesse essere utile.
Una volta impostato mi sedetti più rilassata e mi voltai sorridendo verso Fessen.
"Allora, dove mi porta il mio capo adesso?" con aria provocatoria.

Elv guardò la foto.
“Allora non sono pazzo” disse a Gwen “e forse davvero stanotte mi ha aggredito un qualche grosso animale...” perplesso.

Lui sorrise e sorseggiò lo Champagne, senza distogliere mai lo sguardo da Altea, dal suo corpo alto e slanciato, da quella lingerie provocante, dai suoi lunghi capelli biondi e dai suoi occhi verdi.
Allora posò il bicchiere, le si avvicinò e la baciò.
Un bacio caldo, intimo, avvolgente.
Un bacio che penetrò nelle labbra di lei, invadendo la sua bocca ed assaporando la sua lingua.

Fessen guardò Destresya e sorrise.
“Immagino dovremo tornare all'albergo ed avvertire gli altri degli ultimi sviluppi...” disse “... o lei aveva in mente altro... capo?” Fissandola divertito.

"No, è ovvio che ci sia qualcosa. Dobbiamo solo trovare le prove per far capire a tutti, soprattutto alla polizia, che abbiamo ragione. Altrimenti saranno solo vaneggiamenti, la nostra parola contro la loro" convenni, mettendo il cellulare in borsa.
"Beh, ora tolgo il disturbo, sarà meglio, magari vorrai riposare..." dissi poi, alzandomi dal letto.

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Si avvicinò, avvertii il calore del suo corpo e il respiro caldo. Mi strinse forte a sé e posi il bicchiere mentre lui mi avvolse in un bacio profondo, senza fine.. Quasi da non respirare.
"Forse sul letto stiamo più comodi?". Ma mille dubbi pervasero la mia anima.. Temevo di svegliarmi e capire era stato un sogno o una chimera ma non riuscivo ad emergere.

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“Di nuovo un tono confidenziale...” disse divertito Elv a Gwen “... stavolta non per colpa mia.” Ridendo. “Ok, riposerò... più tardi tornerai?” Fissandola.

Lui guardò Altea e non disse nulla.
La prese allora in braccio, tradendo una forza ed un vigore fisico non comuni, portandola verso il letto.
La posò fra le lenzuola e poi si tolse la giacca, la camicia e le scarpe.
Infine i pantaloni, mostrando un fisico asciutto e ben fatto, coperto ora solo dai pantaloni.
“Dimmi...” disse stendendosi accanto a lei “... raccontami ogni tua paura... e nel farlo spogliati, mia cara...” con un tono caldo ed ammaliante.

Sorrisi appena a quelle parole, e mi voltai verso il panorama.
"Giusto, dovremmo andare ad avvertire gli altri e vedere cos'hanno scoperto!" annuii.
Lavoro, lavoro, lavoro.
Come avevo potuto dimenticarmene e pensare per un momento che avrei potuto approfittare di quello scenario e di tutta l'atmosfera.

Accennai un sorriso a quelle parole, ripensando al bacio che gli avevo rubato pochi minuti prima, come un mio personale piacere intimo e segreto, quando forse non era sveglio a sufficienza per notarlo.
"Certo" risposi "A più tardi" lo salutai.
Staccai i miei occhi dai suoi e lasciai la camera, un po' più leggera di quando ero arrivata.

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Mi posò su quel giaciglio morbido ed intriso del suo profumo. Lo osservai mentre si spogliava e rimase coi pantaloni e si avvicinò a me nel letto. Un gesto che mi colpi, così confidenziale e quasi di rassicurazione. Rimasi stupita della sua domanda, come avesse letto il mio timore. Mi alzai, iniziai a sfilare le calze e dissi.. "Temo che poi.. Non ti interessero' più. Non so se ami altre donne.. Se lo fai con altre, e dopo avermi avuta mi lascerai". Sganciando il reggiseno e gettandolo a terra e rimanendo con gli slip davanti a lui, aspettando una risposta.

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Gwen lasciò la camera di Elv e lui poté riposare.
Era una bella mattinata di Sole ed un vento inquieto batteva sul bare azzurro, disegnando alla perfezione i tratti pittoreschi della costa Fleegese.

Fessen sorrise.
“Forse il capo” disse guidando “il capo pensava ad altro?” Guardando Destresya col suo fare brillante.

Lui guardò Altea che si sfilava le calze e poi che si toglieva il reggiseno.
Accarezzò con lo sguardo le sue gambe lunghe e nude, i seni sodi e ben disegnati.
“Potrai restare in questo palazzo per sempre, con me, se lo vorrai...”

"Per sempre.. È una parola grande.. Mi sposeresti pure?" curiosa della sua risposta.

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La giornata era limpida, turchese e dorata insieme.
Il sole era forte e luminoso, schermato da me attraverso gli occhiali scuri.
Camminavo all'ombra degli alberi mossi dal vento, che lasciavano dondolare alcune foglie giù dai rami.
Il panorama era come emerso da un quadro, perfetto nei colori e nelle forme appena arroccate sulle colline.
Mentre passeggiavo tranquillamente, pensavo che non fosse un posto così male, tranne per quel qualcosa che cercava di far fuori tutta la popolazione di Las Baias.

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Lo guardai con uno sguardo pungente.
"Come, credevo fossi tu il capo!" con un leggero sorrisetto impertinente.
"Non facevi tanto il brillante, prima? O lo sai fare solo con le assistenti oche ma le vere donne ti intimidiscono?" con aria provocatoria.
Nonostante fossi una donna di potere amavo i ruoli ben definiti, la cavalleria e tutto il resto, non amavo le donne che prendevano l'iniziativa nè gli uomini che non erano capaci di prendere la situazione in mano.
C'era un motivo se me ne andavo a spasso nel tempo, senza legami nè affetti.
Gli uomini non amavano certo donne come me, amavano le ochette, o le poco di buono, me n'ero fatta una ragione da tempo.

"Chissà..." disse lui accarezzando con le dita, sensuale e delicato, la coscia nuda di Altea "... tutto può accadere se lo si vuole, mia cara..." guardandola con i suoi occhi azzurri oltre la maschera "... sei a disagio ora? Hai paura?"

Gwen passeggiava lungo la strada che costeggiava il mare, così blu e mosso da onde di un cobalto schiumoso.
Il Sole era alto ed illuminava quello scorcio sognante del litorale.
Ad un tratto le squillò il cellulare.

Fessen rise.
"Beh, se vuoi mettermi alla prova" disse "allora firma una delibera in cui divento di fatto il capo della task force..."

Passeggiavo tranquillamente, con calma, godendomi la pacatezza della giornata dalle mille tonalità.
Poi, sentii squillare il mio cellulare, lo presi dalla borsa e risposi.

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"No ora no,non ho paura.. Perché tu mi lasci libera di decidere e si.. Io voglio rimanere per sempre con te" osservando il pendaglio sul comodino e slacciando i suoi pantaloni, facendoli scivolare per renderlo più libero. Lo accarezzai col palmo della mano bollente, lungo il petto fino a scendere sulla quella prorompente ed audace virilità. Movimenti lenti, sensuali e caldi. Ma il mio sguardo non si muoveva da quegli occhi azzurri.

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Risi a quelle parole di Fessen.
"Si certo, le piacerebbe!" Alzando gli occhi al cielo.
"Eh, gli uomini che si sentono minacciati dalle donne di potere, che brutta razza!" Scuotendo la testa.
"Beh, se questa è tutta la sua fantasia, signor Fessen, sarà meglio tornare in albergo!" Con un lieve sospiro.

Gwen rispose al cellulare.
Era l'ospedale.
Elv chiedeva di lei, ora che la polizia era appena andata via.

Fessen rise.
"Era solo un modo per farti scegliere..." disse a Destrsya "... decidere in pratica chi di noi dove comandare e chi obbedire..." guardandola malizioso.

Sentii che era l'ospedale.
Ancor prima di sapere cosa fosse successo stavo già percorrendo la strada a ritroso.
Scoprii che Elv aveva chiesto di me, dopo che la polizia era andata via e immaginavo che avesse delle novità da darmi, così mi affrettai ad arrivare.

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Altea abbassò i pantaloni del suo padrone, liberando la sua mascolinità già carica, piena, soda.
E lo divenne ancora di più quando lei cominciò a toccarla tutta.
La mano di Altea era tutta su quella virile eccitazione, tastandola e deliziondola.
"Ecco..." disse lui piano, guardandola negli occhi mentre lo toccava "... ora stai toccando con mano l'effetto che fai al tuo signore..." allora si chinò e la baciò.
Un attimo dopo l'odote di salsedine rendeva l'aria salata ed il rumore del mare mormorava di antiche ballate di viaggi e rotte dimenticate.
Altea era su una spiaggia bianca e soleggiata, con indosso solo un pareo chiaro e leggero.
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