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La doccia ci voleva proprio, dopo quella giornata intensa.
Poco dopo essermi rifocillata, il telefono della camera squillò e andai a rispondere. "Pronto?". |
Elv guardò Gwen negli occhi, sorridendo, ma senza smettere di giocare con le dita fra le ciocche rosse di lei.
Un attimo dopo lei vide il sorriso di lui svanire, ilsuo bel viso farsi serio e poi le sue labbra più vicine. Un istante e le loro bocche si incatenarono in un bacio caldo, avvolgente, umido. Gwen sentì le labbra di lui e la sua lingua che assaporavano la bocca e la lingua di lei. E si baciarono così, a lungo, mentre gli ultimi bagliori del tramonto svanivano all'avanzare del crepuscolo. |
Mi sorrise senza rispondere, ma in fondo, a cosa serviva parlare, ora?
Le nostre mani e i nostri sguardi parlavano già per noi. Il suo viso si fece più serio e vicino ed io sorrisi a metà fra la dolcezza e la malizia. Mi baciò davanti a quel magnifico scenario del giorno morente, che pian piano si andava ad abbassare dietro le colline all'orizzonte. Avevo preso io l'iniziativa le prime volte, soprattutto la prima e non mi dispiaceva abbandonarmi ora a lui. Circondai il collo di Elv con le braccia, mentre le mani vagavano fra i suoi capelli e la camicia, desiderando di averlo sempre più vicino. Tutti i pensieri erano temporaneamente svaniti e per un po' poteva anche andar bene così, mentre potevamo essere noi stessi senza nasconderci. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, se vuoi posso portarti in giro per tutta la notte." Disse Matt ridendo piano e facendo l'occhiolino a Queennie. "Allora alle 20.00 in punto sarò da te."
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Destresya rispose al telefono.
Era una chiamata dalla hall e le dicevano che qualcuno chiedeva di lei, aspettando al pianterreno. |
Gwen ed Elv si baciarono a lungo, in un gioco sempre più caldo fatto di labbra e languidi sospiri.
Lei si stringeva a lui, sentendo le mani del professore lungo la sua schiena, i suoi fianchi, scivolando poi alla gonna, fino a tirare su la stoffa per accarezzarle la coscia. |
"Va bene, nel frattempo vuoi che cerchi di aiutarti a ripetere o vuoi andare a casa per prepararti?" domandai mentre l'aria fresca cominciava ad accarezzarmi il viso.
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Probabilmente, ciò che più amavo di noi era il desiderio di essere solo noi stessi, non un professore ed una studentessa, sebbene la qual cosa costituisse di tanto in tanto una stuzzicante fantasia, ma Gwen ed Elv.
Due persone che si piacevano, si desideravano, come sarebbe potuto capitare a chiunque. Fossimo state due normali persone che potevano stare insieme alla luce del Sole, non avrebbe avuto lo stesso sapore. Sentii le sue mani su di me, come la scorsa notte e sorrisi, raggiungendo il suo orecchio. "Prof, sei una continua scoperta, non credevo che i boschi rientrassero nelle tue fantasie..." sussurrai divertita. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"No no, comincia a far buio e sarà meglio andare." Disse Matt a Queennie. "Ora voglio solo pensare alla nostra serata." Ridendo piano. "E poi si può studiare domani, no? Cos' avrò la scusa per riverderti." Facendole l'occhiolino.
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Elv continuava abaciare Gwen, stringendola a se, con fare sempre più sensuale e passionale.
Poi rise alle parole di lei sussurrate. "In effetti i boschi sono il simbolo del mondo primordiale ed istintivo..." disse pianissimo ad un orecchio di Gwen "... non lo sa, studentessa? Non ha fatto i compiti? Vuole essere bacchettata forse?" Malizioso. |
Dovetti ammetterlo, non ero abituata al tipo di attenzioni che mi stava riservando Matt. "Ok, allora ci vediamo sta sera." dissi con un velo di tristezza. Proprio non avevo voglia di tornare a casa "Sii puntuale." lo presi in giro prima di lasciargli un bacio sulla guancia e dirigermi nella mia umile e, da qualche ora, terrificante abitazione.
Se lo avessi rivisto il giorno dopo sarebbe dipeso da se fossi sopravvissuta agli spaventi delle ore successive. |
Ridacchiai alle sue parole, indirizzandogli un buffetto scherzoso sul bel volto.
"Quanti cliché che usi... Come se noi in quanto professore e studentessa non lo fossimo già abbastanza..." aggiunsi, prendendo il suo viso fra le mani e baciandolo. Volevo davvero sfruttare ogni singolo istante che passavamo insieme, senza perdermene neanche uno. "Ma devo ammettere che lei non ha torto, professore..." sussurrai, divertita, per non turbare la quiete ombrosa del bosco intorno a noi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Matt sorrise per quel bacio sulla guancia e per un attimo sentì l'istinto di prendere la mano di Queennie, per non farla andare via.
Ma restò fermo su quella panchina, guardando la ragazza che andava via nel viale desolato e ormai semibuio. Ad un tratto, mentre Queennie avanzava verso casa sua, sentì una voce. Una voce quasi innaturale, bassa, persino stridula. Una voce quasi spettrale. Era una donna e sembrava recitare qualcosa. "Santa Maria... Santa Vergine delle Vergini... Madre della Grazia... Madre della Chiesa... Vergina Prudentissima... Vergine Degna di Lode..." Poi la vide. Era una donna coperta di veli. https://thumbs.gfycat.com/LivelyIncr...si-max-1mb.gif |
Conoscevo perfettamente la via che mi avrebbe condotta a casa, stetti attenta a percorrere strade ben illuminate, guidata dalla vana speranza che tutto potesse tornare normale.
Non potevo immaginare che ogni mio singolo sforzo sarebbe stato inutile. Sentii una voce bassa, innaturale per una qualsiasi persona e, come richiamata dalla preghiera che stava recitando, mi voltai a guardare la fonte di quel suono glaciale. La vidi... era una donna coperta di veli, intenta a recitare una preghiera che cominciò a trasmettermi sensazioni orribili. "Lasciatemi in pace!" urlai disperata sentendo lacrime di terrore percorrere e rigare le mie guance. |
"Ah, non ho torto..." disse Elv tenendo Gwen fra le braccia, vicinissimo all bocca di lei "... e su cosa esattamente, studentessa?" Malizioso e divertito.
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Ricambiai il sorriso, mordendomi appena il labbro.
"Beh l'hai detto tu che il bosco è per eccellenza il luogo degli istinti primordiali..." ripetei, fingendo saccenza e toccando il suo naso col mio "E ci tenevo a farti sapere che non potrei essere più d'accordo..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Queennie gridò, impaurita e disperata, con la sua voce che echegiò e squartò il silenzio della sera.
Poi il suono di una sirena la riportò alla realtà. La visione inquietante era svanita, ma la ragazza si accorse diverse voci, tutte accalcate e confuse, giungevano dal viale che dava verso casa sua. |
Elv a quelle parole di Gwen le acarezzò il viso e la guardò fissi negli occhi per un lunghissimo istante.
Un attimo dopo la ragazza sentì le calde labbra del bel professore premere e poi avvolgere le sue, in un bacio profondo che in un mometo si fece intenso. |
Fu tutto rapido, troppo rapido. Urlai, la mia voce tuonò nel freddo della sera e poi... sentii il suono di una sirena.
Quella donna inquietante era scomparsa ma quando realizzai da dove proveniva quel suono, sentii il panico. Corsi con tutte le mie forse verso casa, con una paura glaciale a farmi martellare il cuore. |
Col cuore in gola Queennie corse verso casa.
Il viale non era mai sembrato così lungo, quasi infinito. La ragazza correva ma tutto sembrava fermo e le sue gambe pesantissime. Alla fine riuscì ad arrivare davanti casa sua, trovandoci l'auto dello sceriffo e una piccola affolla chiassosa. Si accorse poi di suo padre che se ne stava immobile e al freddo nel bel mezzo del loro giardino. "State indietro..." disse lo sceriffo a quella gente "... state indietro, maledizione!" |
Vidi il suo sguardo scuro nella penombra ed anche con poca luce li vedevo brillare.
Sentii le sue labbra affondare di nuovo sulle mie, con trasporto, mentre tenevo il suo viso fra le mani. La barba mi pungeva la pelle, ma era una sensazione a suo modo piacevole e il suo profumo era sempre più forte, mi riempiva le narici e ormai non potevo più separarmene. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Con fatica giunsi a casa. Le gambe tremavano stanche mentre le mie mani cominciarono a tremare.
Una piccola folla si era piazzata davanti alla mia abitazione, l'auto dello sceriffo era parcheggiata sul vialetto. Mi avvicinai, con rapide falcate, all'ufficiale. I miei occhi rimasero fissi sulla figura di mio padre. "Abito qui, fatemi passare!" ordinai con una voce stanca ed esasperata, dimenticando l'educazione che da sempre mi aveva contraddistinta. |
Il profumo di Elv era ammaliante per Gwen, facendole girare la testa, così come i suoi baci.
In un attimo lo sentì scendere lungo il suo collo, giocando con le labbra e con la lingua sulla pelle della ragazza, mentre le sue mani ora cominciavano a sbottonare la camicetta della studentessa. Fra le braccia del bel professore, Gwen si sentiva donna, immersi com'erano fra li alti cespugli e i folti alberi di quell'angolo di bosco avvolto nell'incanto della sera. |
A quelle parole di Queennie, lo sceriffo la tirò praticamente via dalla folla, portandola così verso il giardino.
"Venga, signorina..." disse lo sceriffo. Così la ragazza potè vedere suo padre da vicino, immobile nel giardino con lo sguardo perso. |
Risposi che sarei scesa subito e riattaccai.
Mi chiesi chi poteva essere. Così, finii di vestirmi e scesi di sotto per vedere chi mi stava aspettando. https://i2.wp.com/www.bulletproofact...00%2C337&ssl=1 |
Mi lasciai condurre dallo sceriffo, che mi afferrò con decisamente molta foga. Lo seguii senza fiatare e solo quando giungemmo vicino a mio padre - il cui sguardo era assente - mi decisi a parlare.
"Cos'è successo?" domandai in preda al panico. |
Avevo quasi le vertigini, provocate dai suoi baci ed il suo profumo.
Mi sfuggì un gemito quando arrivò sul collo, stringendo le dita fra i suoi capelli. Sapeva esattamente come colpirmi, per farmi sciogliere ed io non opponevo alcuna resistenza. Sentii che iniziava a sbottonare la mia camicia e senza pensarci due volte iniziai a fare lo stesso con la sua. Avevo perso la cognizione del tempo, non avevo idea di quanto tempo ci restasse prima di tornare dal professore, ma ogni cosa di lui mi ammaliava troppo per potervi resistere. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Rotly non disse molto a sua figlia.
Si limitò a guardarla, a sorriderle e a farfugliare cose inutili, riguardando le violette e le eriche del loro giardino. "Sarà meglio riportarlo dentro." Disse lo sceriffo alla ragazza. |
Cosa diavolo stava succedendo? Mio padre non era mai stato così... sembrava quasi che il suo legame con la realtà fosse completamente sparito.
"Okay." risposi allo sceriffo, aspettando che mi aiutasse a portare mio padre in casa. Una volta che fummo dentro, mi voltai verso l'uomo. "Posso sapere cos'è successo?" |
L'atmosfera si era fatta calda, infuocata per meglio dire.
E nonostante fossero nel bel mezzo del bosco, Elv e Gwen si stavano lasciando andare. Lui le aveva ormai sbottonato tutta la camicetta, iniziando poi a giocare con le dita sull'orlo del suo reggiseno. Ma in quel momento Gwen vide qualcosa. Un'inquietante immagine davanti a lei. https://media4.giphy.com/media/GZXRYKfvz79cs/source.gif |
Destresya scese nella Hall e le indicarono qualcuno seduto che aspettava.
Era Roilgym. |
Ormai, era per noi impossibile pensare di fermarci.
Le sue dita sull'orlo del reggiseno sembravano muoversi come me sull'orlo del baratro, prima di abbandonarmi totalmente. Improvvisamente, aprii gli occhi e vidi di nuovo un'altra scena. Ancora più inquietante, se pensavamo che eravamo nel mezzo di un bosco, in penombra e da soli. Sentii il cuore andarmi a mille, iniziavo ad avere paura, ma volevo mantenere il sangue freddo, così continuai a guardare e cercai di capire cosa stesse succedendo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Lo sceriffo aiutò Queennie a riportare dentro suo padre.
In 2 lo fecero stendere sul divano. "Prepari qualcosa di caldo a suo padre..." disse lo sceriffo "... una tisana, una camomilla o roba simile..." scuotendo la testa "... alcuni vicini mi hanno chiamato perchè suo padre era in giardino come fosse svampito... temevano potesse farsi male... dovrebbe chiamare un psicologo, sa?" |
Facemmo sdraiare mio padre sul divano. Mi assicurai che la sua testa poggiasse comodamente sul cuscino.
Annuii alle parole dello sceriffo ma prima di preparare qualcosa, ascoltai le motivazioni di tutto quel trambusto. "Il fatto è che... pensavo fosse lo stress causato dal lavoro e credevo che imporgli uno psicologo sarebbe stato peggio." mi giustificai con sincerità "Lei vuole qualcosa?" domandai prima di dirigermi in cucina a preparare le tisane. |
Quell'immagine inquietante era davanti a Gwen.
Mani e braccia che spuntavano dal buio, muovendosi come in un antichissimo rituale. "Ehi..." disse Elv accorgendosi che Gwen non era più la stessa "... tutto bene? Ti sento distante..." |
"No, la ringrazio." Disse lo sceriffo a Queennie. "Devo tornare al mio ufficio... ma se vuole contatto la clinica e faccio arrivare uno psicologo per suo padre."
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"Preferirei occuparmene io domattina, grazie." risposi per poi andare in cucina e preparare la tisana.
Avevo la testa che mi faceva molto male, poche energie e avrei solo voluto dormire e risvegliarmi il giorno dopo, con la speranza che quello fosse uno spiacevole incubo. Poi afferrai il telefono e chiamai mia madre, sperando in una sua risposta. |
Sembrava una specie di antico rituale, quelle braccia continuavano a muoversi dal basso verso l'alto, quasi fossero generate dall'oscurità stessa del bosco.
Mi riscossi poi sentendo Elv. Guardai lui e il bosco, alternativamente. "No, io... Credevo di aver visto qualcosa... Laggiù..." mormorai, indicando il punto distante da noi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Queennie telefonò a sua madre, ma rispose la segreteria.
Rotly intanto si era addormentato sul divano. Intanto non mancava molto all'ora dell'appuntamento con Matt, ammesso che la ragazza se la sentisse di uscire. |
Elv si voltò di scatto.
"Io non vedo nulla..." guardando il punto indicato da Gwen. Infatti quell'immagine era svanita. "Cosa hai visto di preciso?" Chiese lui. |
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