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Certo..ero nella stanza del direttore e potevo stare comoda..peccato dovevo agire tempestivamente.
"Il fatto sia bellissima non vuol dire sia fortunata in Amore"e lo dissi amaramente. Poi sorrisi e feci riempire il calice di vino guardando lui che riempiva il suo. Poggiai il bicchiere..doveva berlo lui il vino col potente sonnifero che era di veloce effetto. Nel frattempo mi strinsi a lui ma la scusa era sentire se avesse chiavi nelle tasche e guardavo se in giro ci fosse una pistola o qualcosa di contundente..avrei liberato quell'uomo...stanotte stessa. |
Le parole di Guisgard sussurrate al mio orecchio mi distolsero da quei pensieri angosciosi. La serata era stata un successo, il pubblico in sala era entusiasta ed io probabilmente ero preda di paranoie. Io, che avevo sempre avuto i piedi per terra e deridevo le persone suggestionabili. Io, che da qualche giorno non ero più la stessa.
"Si, la prego..." gli risposi "Ho bisogno di uscire da qui il prima possibile..." Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Quel gioco, così ardito, intenso ed eccitante, continuava, ancora e ancora.
E Icarius ormai era perso, abbandonato a quel mare di piacere, e vederlo in quel modo, mentre lo assaporavo come fosse la cosa più preziosa del mondo, mi provocava un piacere diverso, intenso e profondo, che scuoteva tutto il mio animo, e faceva vibrare il mio corpo. Quando poi afferrò i miei capelli, qualcosa di ancora nuovo si accese, come una scossa più intensa, come una sensazione di abbandono, ma anche di consapevolezza, come se quella stretta mi rendesse ancora più sua, come se rendesse lui ancora più folle. Era bellissimo, intenso, forte, eccitante. Lui impazziva, sempre di più, potevo vederlo, potevo sentirlo. Sentivo il suo corpo ormai sempre più prossimo al piacere più grande, e quella consapevolezza mi accendeva ancora di più, rendendomi famelica, vogliosa oltre ogni limite. Volevo vederlo morire in me, vederlo folle, abbandonato, volevo portarlo nel cielo più alto e nel mare più profondo. Era meraviglioso vedere quanto si stesse lasciando andare, quanto ormai stesse per impazzire definitivamente, imboccando la via del non ritorno. E io non aspettavo altro. Incalzavo, rendendo quel gioco sempre più intenso, sempre più appassionato, sempre più ardito. Finchè non sentii che stava davvero per essere travolto e sopraffatto. Lo vidi morire, impazzire, lasciarsi completamente andare, abbandonarsi a quel piacere di cui potei nutrirmi, assaporandolo intensamente, mentre una nuova luce lo attraversava. Ma non era tutto. Un forte, intenso e diverso senso di appagamento mi attraversò, mi sconvolse, riempiendomi completamente. Quando lui poi si lasciò cadere accanto a me, mi strinsi a lui, dolcemente. Quell'abbraccio, dolce e appagante, ci unì ancora, e io mi allungai a baciarlo piano, dolcemente, sulla guancia. "Alziamoci.." dissi, sospirando "Subito, adesso.." aggiunsi "Altrimenti non usciamo più di qui.." risi, dolcemente. "Ti amo.." sussurrai poi, guardandolo negli occhi, prima di baciarlo piano. http://digilander.libero.it/skylight..._Myles_074.jpg |
"Parli così perché non li conosci..." disse Elv a Gwen "... si tratta di gente senza valori e senza scrupoli, gente abituata ad ogni bassezza, ogni malvagità... e sono furbissimi... il conte poi... a volte dubito persino possa avere sentimenti umani..." scuotendo il capo "... di fronte a tutto questo, dimmi, sei disposta a rischiare? Se ci scoprono per noi sarà la fine..."
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Il direttore riempì i due bicchieri e ne offrì uno ad Altea.
Lei poi si strinse a lui e tastandolo sentì che sotto la giacca quell'uomo aveva una pistola. Di chiavi però nessuna traccia. "Sfortunata in Amore..." disse sorseggiando il vino e guardandola "... suvvia, non ci credo... se così fosse allora significherebbe che gli uomini sono diventati ciechi e sciocchi..." guardandole le gambe, per poi accarezzarle con un gesto improvviso della mano "... io invece non sono né cieco, nè tantomeno sciocco..." sorridendole lascivo "... e ad una bella donna come lei non rifiuterei mai nulla..." continuando ad accarezzarle una gamba. |
Abbassai lo sguardo, torturandomi nervosamente le mani.
"Ho perso una mia amica e mia sorella nello stesso giorno, probabilmente a causa loro..." alzai lo sguardo su di lui "Non ho intenzione di starmene con le mani in mano mentre mi privano anche di te, senza possibilità di lottare. E poi non puoi condannarmi ad un'esistenza senza di te solo per salvarmi la vita, perché quello sarebbe già come morire..." mormorai piano. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Dopo quel mare impetuoso di piacere folle, che inondava, Icarius e Clio caddero, soddisfatti e stravolti davanti al camino, nudi, l'una sull'altro.
“Dammi...” disse lui col respiro ancora rotto per l'intenso piacere “... dammi un attimo per riprendermi...” sorridendole e baciandola ancora. Un bacio intenso, ma carico di dolcezza. Un bacio che ora trasmetteva sicurezza. “Ti amo anche io...” guardandola lui “... si, ora direi di andare...” sorridendole. |
Sentii la pistola..perfetto. .ma non aveva le chiavi delle prigioni. Ad un tratto sentii le mani sulla mia gamba e ricordai quella notte all' Orchidea Blu.."Se siete sveglio allora è un dono" lasciandolo fare aspettando il sonnifero facesse effetto "Nulla?"Nemmeno dirmi dove si trovano le chiavi delle celle...dimostrandomi fiducia?" sorridendo sensualmente.
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Risi piano a quelle sue parole, guardandolo con sguardo complice e malizioso.
"Oh, tutto il tempo che vuoi.." con voce calda, sfiorando dolcemente le sue labbra. Poi quella dolce carezza divenne un bacio, dolce e intenso, un bacio che sigillava e nobilitava quell'intensa notte di folle piacere incontrollato. "Eh.." sospirai poi, mentre ci alzavamo, per poi vestirci. Lasciare quel luogo così colmo di felicità era uno strazio, ma dovevamo vederci chiaro su tutta quella faccenda. "Allora andiamo da tuo zio?" gli chiesi, mentre mi vestivo "Mi sembra un buon punto di partenza, dobbiamo indagare sul tuo costume prima di tutto, e anche su quello strano nome Justine Conte.. anche se non so se è legato.. ma il mio ciondolo non sbaglia mai.." pensierosa. |
Per lunghi minuti tutti nella sala applaudirono a quella prima proiezione del film.
Sul volto di Curtis c'era soddisfazione ed orgoglio, su quello di Laiwa compiacimento e vanità. “Si, venga...” disse Guisgard annuendo a Gaynor “... penserò io ad accompagnarla a casa.” Si avvicinò al regista, sussurrandogli qualcosa. Prese allora Gaynor per mano e lasciarono la sala, per poi raggiungere l'auto del famoso divo. E partirono. “Vuol andare subito a casa” lui guidando “o preferisce fermarsi a bere qualcosa?” Mentre le luci della città si confondevano ormai con il primo Sole del mattino. |
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