Destresya accompagnò Best al palazzo, dove però non vi era più il padrone.
Ora Destresya e le sue sorelle sarebbero state le padrone di casa.
Best appariva come un giovane uomo dai capelli Bruno e mossi, lo sguardo chiaro ed il volto pulito.
Per tutto il tragitto non disse nulla, limitandosi a guardare Destresya cercando di immaginare che donna fosse e forse che tipo di rapporto la legasse a suo zio.

Gwen restò così finalmente sola in canera sua e vi restò fino a quando il Sole non fu alto nel mattino e qualcuno non arrivò a bussare alla sua porta.

Arrivati a palazzo mi resi immediatamente conto che il padrone non c'era, la sua assenza era percepibile fin dentro le ossa.
Guardai di nascosto il ragazzo con malcelato disappunto, che cosa mai poteva fare lui?

Ma se il padrone di fidava di lui, chi ero io per giudicare?

"Benvenuto nella dimora del mio signore!" sottolineai, con un cenno del capo.
"Venite, vi mostro le vostre stanze.." con aria deferente, facendogli strada.
"Ditemi, Best, venite da molto lontano?" incuriosita.

Mi rendetti conto che il Sole era sorto quando sentii qualcuno bussare alla porta.
Avevo ancora l'abito distrutto addosso, quando ero rientrata non avevo avuto la forza nemmeno di cambiarmi ed ero rimasta rannicchiata a letto.
Così, mi misi addosso qualcosa di integro ed andai ad aprire.

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Altea arrivò nella cappella del castello e con lei c'era anche il viandante.
Lui si mise inginocchiato davanti all'abside e restò a pregare a lungo, come solevano fare i cavalieri.

"Ho studiato per un pò in Seminario" disse Best a Destresya "ma... mi hanno cacciato qualche giorno fa..." seguendola nel palazzo.

Gwen si mise qualcosacaddisdo ed aprì la porta, trovando Elv sulla soglia.
"Ehi, buongiorno." Disse sorridendo lui. "Dormito bene?"

Risi a quelle parole del ragazzo.
"Ah, volevi seguire le orme di tuo zio?" scuotendo la testa "E come mai ti hanno cacciato?" chiesi, guardandolo negli occhi.

"Ecco... hanno scoperto che fra i miei libri avevo anche alcuni scritti di mio zio..." disse Best a Destresya "... allora il priore del convento mi ha cacciato..." rammaricato.

Era Elv.
In quel frangente, sentii di nuovo uno per uno gli istanti in cui avevo sperato che arrivasse, mentre ero lì sotto con quei due.
Non riuscendo a rispondere a parole, quando fu dentro la stanza crollai in lacrime fra le sue braccia, sfogando tutto il terrore e la paura che avevo provato in quei momenti orribili.

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