Lui continuò ancora, mentre lei impazziva.
“Sei fantastica...” disse Elv a Gwen “... ti adoro...” per poi lasciare le sue gambe e prenderla in braccio.
La riportò in acqua e riprese a baciarla, a stringerla a sé, a toccarla ovunque.

Musashi sorrise a Clio e prese il suo bicchiere.
“Brindiamo al tuo coraggio...” disse alzando il bicchiere “... e magari alla tua vittoria.” Facendole l'occhiolino, per poi bere.
“La partenza è fra un giorno ormai...” mormorò poi “... una volta salpata la nave non si tornerà indietro...”

“L'hai voluta tu.” Disse Seth, spronando ancora il suo cavallo.
Quello di Nyoko correva avanti ed il suo lo inseguiva.
Ad un tratto si sentì un gong fortissimo che echeggiò nell'aria, tanto che il cavallo nero di Nyoko si spaventò e si imbizzarrì, facendo cadere la ragazza a terra, nella polvere.
Seth subito la raggiunse e smontò rapido dalla sella, chinandosi su di lei.
“Ehi, come stai? Tutto bene?” Preoccupandosi.

Fu tutto molto rapido: un attimo prima ridevo tranquilla a galoppo e un attimo dopo... Ero a terra come un sacco di patate.
"Sì, tutto bene..." dissi dolorante e portando subito una mano sulla schiena.
"Sto bene..." guardandolo dritto negli occhi.

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Non riuscivo a rispondergli, troppo distratta e travolta da quel piacere incandescente che mi sopraffaceva.
Sentii poi che si fermava, mentre io non riuscivo a smettere di ansimare e godere di quel piacere ormai conclusosi e mi prendeva in braccio.
E rispondendo con foga ai suoi baci, circondavo i suoi fianchi con le gambe e il suo collo con le braccia, assecondando quella voglia di sentirlo sempre più vicino e intanto assaporavo ancora la sua bocca, totalmente rapita e soggiogata.
Lo volevo, lo desideravo disperatamente e cercavo di rendere più sopportabili quei momenti in cui non ero sua, benchè il desiderio mi avesse ormai consumata in ogni mia parte, non riuscendo nemmeno a trovare sollievo nemmeno adesso in acqua, che ora mi appariva fredda, gelata, a confronto col fuoco che mi avvolgeva.
Non bastava, non bastava.
Lui era l'acqua che avrebbe estinto il fuoco, ma anche il carburante che lo avrebbe alimentato e ne sentivo disperatamente il bisogno.

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“Ah, pensavo mi dicessi alla mia incoscienza!” Ridendo.
“Sì, la partenza è prossima...” annuendo “C’è altro che devi sapere prima di partire? Qualcosa di fondamentale da portare, non so, tipo la crema solare..” divertita per poi diventare seria mentre lo guardavo.

Anche lui guardò Nyoko negli occhi.
Poi senza dire nulla la prese fra le braccia e la sollevò da terra, tenendola in braccio.
“Andiamo, ti porto in camera tua...” disse “... controlliamo che tu non abbia nulla di rotto.”
E la portò in camera sua.
Qui la stese sul letto.
“Dove ti fa male? Ome sei caduta? Con la schiena? O hai battuto un ginocchio o una caviglia?”

Quei baci, sempre più caldi, più folli, travolgenti.
In un attimo Gwen la prese in braccio e risalì i gradini del bordo, fino ad uscire dall'acqua.
Lei era fra le braccia di lui ed entrambi erano completamente nudi, con l'acqua che gocciolava ovunque sui loro corpi caldi e bagnati.
C'era una sdraio con un asciugamano sopra.
Lui stese la ragazza lì e poi si chinò su di lei.
Qui la prese e la fece sua, mostrando oltre alla forza di quel corpo statuario ed allenato, anche la sua prorompente virilità.

Mi prese in braccio e mi si bloccò il respiro, respiro che tornò subito dopo che mi abbe appoggiata sul letto.
"Non credo sia grave... Sono caduta di schiena ma, tranquillo..." dissi sorridendogli cercando di muovermi un po', ma faceva comunque molto male e qualche gemito di dolore mi scappò dalle labbra.

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La calda follia della passione ormai ci dominava completamente, senza lasciarci scampo.
Uscì dall'acqua, mentre i nostri corpi lasciavano cadere migliaia di gocce che scivolavano su di essi.
Mi adagiò su di una sdraio, si chinò su di me e diede inizio al compimento di quella meravigliosa follia.
Diventammo uno solo, indivisibili, mentre il fuoco divampava subito dopo essere stato estinto, ancora, ancora, per un tempo eterno e infinito, mentre la sua passionalità e la sua virilità mi stordivano e mi facevano dimenticare ogni cosa, tranne lui e ciò che ci stava travolgendo.
Diede un senso a quell'elettricità che sentivo nell'aria ogni volta che mi guardava o che si avvicinava un po' di più a me e stava dando sfogo a quel bisogno reciproco l'uno dell'altra, che una volta ascoltato sarebbe stato impossibile da ignorare.

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