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Osservai Lissie andarsene cinguettando come una gallinella, ci mancava si presentasse con una maschera di bellezza visto già la sua poca bellezza.
"Oh, caro cognato, io non sono brava a questi giochi...se avessi scommesso a suonare qualcosa col pianoforte o a cantare vi avrei sicuramente battuto. Mi insegnerete voi giocando, ma sono certa vincere voi..che pegno volete?" osservandolo in modo impertinente. "Padre, vi vedo stanco. Non vorrei il suono di prima vi abbia provato leggermente, volete andare a dormire, non preoccupatevi per me, sono in buona compagnia" con voce dolce. |
Gwen mestamente tornò nella sua camera, da dove però si udivano ancora le parole di suo zio e degli altri uomini.
Scoprì così che si trattava di uno schiavo di colore, acquistato una decina di giorni prima da suo zio. Era stato trovato strangolato. Ora ovviamente tutti gli altri schiavi erano da ritenere sospettati dell'omicidio. |
“Si, hai ragione...” disse il vecchio De Bastian ad Altea “... andrò nel salottino a riposare dopo aver fumato la mia pipa... tua madre detesta l'odore del mio tabacco.” Ridendo.
Salutò lei ed Andorre ed andò via. “Fortuna che non sono un gentiluomo da salotto” disse con una punta di sarcasmo Andorre ad Altea “e dunque potrei essere libero da scrupoli e battervi, cara cognata.” Sorridendo come lui solo sapeva fare, con quella sua aria che pareva confondere l'animo del temerario con i modi dell'uomo di mondo abituato ad ogni tipo di salotto e ad ogni genere di bellezza. “Ma essendo voi la sorella di mia moglie” prendendo il mazzo di carte “terrò a freno la mia indole da giocatore e mi contenterò di insegnarvi qualcuno degli ultimi giochi alla moda di Afragolopolis.” Fissandola mentre mischiava le carte. http://cartomanziatarocchi.altervist...a-1024x640.jpg |
Ascoltai ancora e quasi sentii rabbia dentro di me.
Rabbia perché quel maledetto non aveva pagato per ciò che aveva fatto e mi chiedevo se sarebbe mai stato così. Era ingiusto. Era maledettamente ingiusto. Non mi sentivo in colpa per aver augurato la morte di qualcuno, chiunque avesse ucciso quell'uomo, speravo uccidesse anche lui. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Baciai mio padre sulla guancia e mi sedetti sul tavolino.. "Non metto in dubbio la vostra galanteria, non osereste mai fare un torto a mia sorella". Osservai il mazzo aperto di cuori e sembravano formare una scritta "Love". Rimasi pensierosa.. Era un messaggio?.. Amore.. E lo guardai negli occhi azzurri.. "Un nuovo gioco alla moda afragolignonese.. Bene, iniziamo" con entusiasmo e fervore. Ovviamente il mio orgoglio mi portava ad essere corteggiata che corteggiare.
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“Bene...” disse Andorre mischiando le carte con maestria “... ve ne proporrò due... la Caccia di Quadri... e la Dama di Picche...” ad Altea “... scegliete voi a cosa giocare, cara cognata...” fissandola.
Siculon andò al capanno con i suoi uomini e Gwen poco dopo cadde addormentata, preda di nuovo di sogni inquieti. |
"Donne di picche.. Mi intriga il nome, sapete io vado a sensazioni caro cognato". Lui mischiava le carte e io premurosamente versi del liquore fruttato in due piccoli calici di cristallo. Porsi uno a lui sorridendo.
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Andorre mostrò ad Altea un lieve sorriso che al chiarore delle lampade sembrò assumere espressioni enigmatiche.
Prese il bicchiere che lei gli avevo offerto e sorseggiò un po' di quel liquore. “Bisogna sempre seguire le proprie sensazioni...” disse continuando a mischiare le carte “... per questo i nostri antichi antenati conoscevano quella felicità che il mondo moderno pare aver smarrito...” tagliò il mazzo di carte in due e distribuì a ciascuno sei carte coperte “... lo scopo del gioco è catturare la Donna di Picche... chi ha questa carta è la preda, mentre l'altro giocatore è il cacciatore... prego, guardate pure le vostre carte, ma senza mostrarmele, cara cognata...” e guardò le sue carte, attendendo che Altea guardasse le proprie. |
In preda a quei pensieri angoscianti e tinti di odio, rabbia e tristezza, caddi in un sonno altrettanto burrascoso ed agitato.
Non ne ricordavo esattamente i dettagli, ma ricordavo le orribili sensazioni che quei sogni mi lasciavano dentro, nell'anima e nel cuore, sensazioni che, sapevo bene, difficilmente mi avrebbero abbandonata. Li avrei sepolti nella parte più profonda della mia coscienza, prima o poi, ma sapevo che sarebbero stati sempre lì, pronti a saltar fuori al momento più opportuno. |
Gwen si addormentò ma nel cuore della donna di nuovo fu svegliata e strappata al suo riposo.
Sentì infatti la carrozza di suo zio che tornava alla villa. |
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