Altea continuò a leggere, ma in quelle pagine trovò solo brani e versi del poema, senza notizie interessanti per il torneo.

Sento il dolore sciogliersi ma l'imbarazzo crescere e con lui anche il rossore delle mie cuange.
"Grazie... Va già meglio..." dissi sospirando.

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Il libro non diceva nulla di più, se non la poesie epiche sulle gesta eroiche nel torneo.
Mi avvicinai alle spade e guardai una ad una, una valeva l' altra...la spada, però, era guidata dallo spirito del guerriero anzi era proprio lo spirito ed animo del guerriero.
Presi una a caso testando il filo della lama...eppure pensavo al torneo, ero certa un bravo guerriero avrebbe sconfitto quel Principe anche se ero certa non fossi io, ma dovevo seguire le regole del Bushido...e certo non sarei stata io "la tartaruga"

Era una condizione pressochè perfetta, in cui non avrei voluto fare nient'altro se non restare lì, su di lui, in silenzio.
Aprii gli occhi alla sua domanda e lo guardai.
"Certo, ovvio che lo farò..." risposi sorridendo dolcemente e accarezzandogli il viso.
Avrei voluto chiedergli di andare con lui, sull'Isola, ma non volevo rovinare quel momento e decisi che avrei aspettato per chiederglielo.

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Sorrisi al mio strano accompagnatore.
“Naturalmente, lei è anche troppo gentile...” sorridendo.
Così, me ne andai da lì e tornai ad allenarmi. Ormai mancava pochissimo alla partenza, e io non vedevo l’ora di partire per l’isola del drago!
Sapevo che in un modo o nell’altro la mia vera vita sarebbe cominciata li.

“Aspetta, hai un livido qui...” disse Seth continuando a massaggiare la schiena di Nyoko.
Le sue mani erano affusolate, sicure, grandi e sapevano come muoversi e come toccare.
“Hai preso una bella botta...” fissandola “... ti sei anche spaventata? Sei rossa in viso...”

Elv sorrise e baciò dolcemente Gwen.
Restarono così, nudi ed abbracciati, ancora a lungo.
“Ci facciamo una doccia” disse poi lui “e mangiamo qualcosa?” Facendole l'occhiolino.

Clio si allenò fino a tarda ora, poi l'orologio le consigliò di dormire.
Doveva essere in forma per la partenza del giorno dopo.

Mi volto per non guardarlo in faccia.
"No... Cioè... Sì... Più che spaventata, sorpresa..." dissi ridacchiando.
"Se è un livido, va bene. Passerà" sorridendo.

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Ricambiai il suo dolcissimo bacio, che era la quadratura del cerchio, dopo quei momenti meravigliosi.
Sorrisi e annuii.
"Agli ordini" dissi divertita, baciandogli la punta del naso.

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