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Ascoltai Marion...pure la altra volta parlò della Gioia e mi sedetti vicino a lui e posi la mia mano sulla sua..."Pure io sono scossa..io sapete..non credo alla Gioia...ma di notte o giorno ho paura ad addormentarmi..è presente nei miei sogni...ma parlate" guardai Bensuon.."Bensuon, lasciaci soli un attimo, perdonami, ma forse Marion vuole parlare solo con me".
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De Gur fissò Elisabeth e poi il Priore Tommaso.
“Abbiamo un problema...” disse “... ho fatto chiamare un messo di Sua Grazia e pare che nessuno al vescovado sappia nulla riguarda il permesso di aprire questa tomba. Dunque?” Il Priore allora guardò Elisabeth. “Volevo guadagnare tempo...” mormorò, per poi strappare il presunto permesso firmato dal vescovo. |
Bensuon annuì ed uscì.
Marion allora guardò Altea. “E' tutto reale, milady...” disse spaventato “... la Gioia esiste e i Taddei ne erano ossessionati e spaventati... credetemi... è tutto reale... terribilmente reale...” |
Ozzillon ci disse che la trama gli era subito sembrata interessante.
Ci disse che era stata scritta da un pastore che viveva nella brughiera. Il titolo era "Il Re di cuori" ed io ero sempre piu` curiosa. |
“Io Re di Cuori...” disse Rida “... titolo interessante... ma la trama?”
“Parla di un giovane che un giorno ospita un viandante nella sua dimora.” Spiegò Ozzillon. “E quel viandante racconta al giovane di un Fiore unico, meraviglioso... il Fiore Azzurro. La notte il giovane sogna di quel magico Fiore e decide, una volta sveglio, di partire alla ricerca di quel Tesoro, attraverso terre misteriose e ricche di avventure.” Sorrise. “Che ve ne pare?” Chiese a Gwen e a Rida. |
Calmai Marion.."Lo so..so benissimo della Gioia dei Taddei..ma capite..è importante voi mi dite se quella notte avete visto qualcosa...ma veramente..non immaginandola..è importante se vogliamo sapere cosa è successo a Guisgard...Messer Marion, eppure io non sono convinta, per me lui è vivo...è sfuggito alla Gioia..aiutatemi vi prego..voi sapete quanto lo amavo..e io non parlerò, dovessi portarmi ciò che sapete fino alla tomba...se avete visto qualcosa quella notte..la Gioia non vi farà del male, l'ho sfidata qui da voi ricordate? E se vuole può prendersela con me".
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Don Nicola, Galgan ed il suo fido scudiero seguirono l'uomo venuto a chiamare il religioso, fino a raggiungere una casa isolata nella brughiera.
E appena la videro, Galgan e Lucas avvertirono un senso di angoscia scendere nei loro cuori. Entrarono poi in quella casa e vi trovarono una donna in lacrime. “Don Nicola è qui...” disse l'uomo alla donna. “E' nell'altra stanza...” questa al religioso. “Come siete messi con Dio?” Chiese Don Nicola. “Ecco...” mormorò l'uomo. “Ascoltate la Messa?” “No...” “Dunque neanche vi confessate e vi comunicate?” “No, padre...” “Siete Cristiani almeno?” Seccato il religioso. “Certo.” Annuì l'uomo. “Crediamo in Dio, nella Vergine Maria e nei Santi.” “Anche il demonio crede.” Fece Don Nicola. “Ma questo non gli basta certo per evitare la dannazione eterna.” Scuotendo il capo il religioso. Si voltò allora verso Galgan. “In quella stanza sarà bene che non parliate.” Fissandolo Don Nicola. “Evitate di prestare attenzione a ciò che vi sarà detto. Il demone è malvagio, infimo, vigliacco e bugiardo. Userà verità e menzogne per confondervi e tentarvi.” |
Guardai De Gur.....come se mi stesse chiedendo....dove avessi nascosto il cadavere di Guisgard.....ma alla risposta del Priore e quando lo vidi strappare la lettera....compresi che De Gur...mi avrebbe sotterrata volentieri.......tonando indietro con la mente ....mi ero chiesta come il Priore fosse riuscito ad andare e tornare così rapidamente......che stupida....un permesso del genere, non si ottiene schioccando le dita....il Priore.....mi aveva ingannata......" Bene De Gur..tra un po' saranno tutti qui....la lettera non era firmata ....quindi che facciamo ?......ci arresteranno ?......."......Come accidenti non ci avevo pensato....." Priore perchè lo avete fatto....certo non c'era tempo...ma adesso finirà che non avremo tempo per fare nulla......e comunque......De Gur...l'idea di riesumare il cadavere e' stata mia.......l' Abate ha scritto la lettera...ed il Priore voleva solo accelerare i tempi....".........
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“Milady, credetemi...” disse Marion ad Altea “... non so nulla e nulla voglio sapere... e vi conviene dimenticare questa storia... il duca è morto... la Gioia non da scampo... nessuno fra i Taddei è mai riuscito a vincerla... nessuno...” e nei suoi occhi corse un brivido di vivo terrore.
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“Ne parleremo dopo, Elisabeth. Accompagna mia moglie al castello.” Disse De Gur ad uno dei suoi soldati. “Voi invece verrete con me al Palazzo Ducale.” Fissando poi il Priore Tommaso. “Ci dovete molte spiegazioni.”
Il religioso annuì e seguì De Gur. Ma prima di andare, De Gur ordinò ai becchini di chiudere la tomba e di non far parola a nessuno di ciò che era accaduto. |
"La trama sembra davvero molto interessante! Un giovane che va alla ricerca di un Fiore particolare, mi piace" dissi e Rida accanto a me annui`.
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Non volevo che il Priore fosse condotto al palazzo ducale.......De Gur non vedeva di buon occhio la nostra amicizia.........attesi sino a quando De Gur parlo' ai becchini...poi mi mi allontanai dalla guardia per andargli accanto....." Ascolta......se lo porti al Palazzo Ducale non finirà bene per lui e credimi non finirà bene neanche per me........non pensare che le mura non hanno orecchie....tu sai che non faccio nulla di illecito eppure c'e' chi mormora che in laboratorio non sempre collaboro col bene di Dio......Lui ha fatto solo quello che da uomo e donna di scienza ci e' venuto in mente......non volevamo intralciare nessuno.............se vuoi veramente che questa cosa non si sappia in giro......c'e' una cosa che devi fare De Gur uccidere...devi uccidere i becchini...perchè un giorno parleranno.......e io potrei essere la carta con cui ricattarti.......o portare me e il Priore a Palazzo Ducale........"..........Avevo messo messo mio marito in una situazione poco piacevole.........avevo sbagliato...lui non doveva macchiarsi di nulla e io lo avevo reso vulnerabile
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Mentre il pastore pronunciava quelle parole guardai i suoi occhi..erano pieni di paure e antiche tradizioni ... ma perchè doveva temere lui la Gioia? Sembrava quasi celasse qualcosa ma non volevo turbarlo, lo vedevo spaventato..forse sapeva veramente qualcosa, era forse minacciato? Non gli avrei mai fatto del male e costretto a parlare..ero troppo affezionata a lui.."Va bene Marion, non vi costringerò oltre, ognuno ha le sue idee e io rispetto le vostre...semmai un giorno vorreste dirmi qualcosa sapete dove trovarmi, ma tanto ci vedremo spesso..ora devo andare da una donna misteriosa nella Villa delle Cinque Vie, anche se odia i Taddei..non so ma sembra voglia qualcosa da me e devo scoprire se è legata al Fiore Azzurro..."risi "Messer Marion, non vi è da stupirsi la mia vita è cosi caotica, prima non lo era? E' tumultuosa come il mio povero pazzo cuore innamorato" gli misi una mano sulla spalla e gli diedi i soldi "Ecco questo sono per il vostro latte e formaggio per i bimbi dell' orfanotrofio, chiedete a suor Gertrude come sta il piccolo Efrem gentilmente..non stava bene la scorsa volta ma si è ripreso col vostro prezioso latte, grazie...è la gente semplice come voi mi fa sperare in un mondo meno corrotto, almeno spero non abuseranno mai della vostra semplicità" e mi alzai salutandolo.
Fuori vi era Bensuon e ce ne andammo verso Corte fino a raggiungerla..."Niente da fare, non ha parlato Bensuon..ma per me sa qualcosa, era spaventato e continuava con la Gioia..hai visto il pozzo vero? E' dietro alla sua casa..insomma è impossibile non abbia sentito nulla" e mi fermai un attimo "Sempre...sia successo qualcosa di grave...come ti ho detto, o lo hanno rapito e imprigionato o..è fuggito avvertendo un pericolo". Entrammo a Corte e per fortuna non vi era Gwyneth, ora Bensuon mi avrebbe odiato o forse se ne sarebbe andato via dopo poco.."Avanti, devo tornare da quella donna Cassaluia, devo riavere il ciondolo..il fatto la donna che ha commissionato quella cripta per chi trovi il Fiore Azzurro avesse un ciondolo sempre con una civetta e una rosa mi fa insospettire..ora si deve scoprire questo fatto" guardai istintivamente la rosa di madreperla sul braccialetto datomi da Guisgard. Entrammo di nascosto a Corte, ovviamente ero libera di girare ma non volevo incontrare mio nonno ancora ed entrammo nella mia camera, dissi a Bensuon di prendere ciò che le serviva e io mi cambiai dietro a un paravento.."Mi spiace ma non ho vestiti da darti ora, ma lady Cassaluia mi disse potevo tornare se avessi cambiato idea..e lei non si sofferma mai troppo in un posto, ma non penso sia ancora andata via". Presi il diario che avevo sulla Santa Caterina e uscimmo e saliti sulla carrozza dissi al cocchiere di andare nella villa delle Cinque Vie dove eravamo già andati, il viaggio durò abbastanza come la scorsa volta quando ci trovammo davanti alla villa e guardai Bensuon..."Eccoci, io però direi che è meglio entri solo io..perchè non penso si fidi di estranei, tu..fai da guardia, nel caso pure succedesse qualcosa..e attento..mi sembra ci sia il carcere da queste parti" e risi per scacciare la inquietudine "e forse ho solo fatto un buco nell' acqua, ma proviamo..magari lei non c'entra nulla con questa storia". Scesi dalla carrozza e suonai il campanellino aspettando se la vecchia domestica taciturna venisse ad aprirmi. http://i58.tinypic.com/2yv5um1.jpg |
Seguii volentieri Afel nella brughiera, diretta dalla donna di cui mi aveva parlato.
In breve tempo raggiungemmo la casa, e la donna venne ad aprirci. La salutai con un sorriso cordiale. "Salve.." con un leggero cenno del capo "Il mio amico qui dice che avete le migliori marmellate della zona... vorrei comprarne qualche vasetto, di frutta diversa, fate pure voi un misto, grazie..." sorridendo. Quel diversivo non doveva portami via troppo tempo, dovevo andare a trovare Icarius, così che quelli del Patto delle Civette potessero vederlo, certo era che era meglio avere comunque una scusa che giustificasse la mia presenza lì. |
La donna sorrise a Clio.
“Allora sceglierò le migliori e più saporite marmellate per voi.” Disse. “Vado a prepararle.” Ed entrò in casa. “Io invero preferisco più il salato ed il rustico ai dolci.” Afel alla ragazza, mentre attendevano il ritorno della donna. “Il mio amico invece, il pastore che avete conosciuto ieri, adora la marmellata.” Sorridendo. Poco dopo la donna tornò. “Ecco...” mostrando dei barattoli a Clio “... ne ho presa una alle fragole, una alle amarene ed una alle albicocca.” Dandoli poi alla piratessa. “In tutto fanno un Taddeo.” “Sono soldi ben spesi.” Annuendo Afel. |
“Ovvio.” Disse Ozzillon a Gwen. “Io so riconoscere una grande storia. E questa è alquanto evocativa.” Annuendo soddisfatto.
“Perchè quel titolo?” Chiese Rida. “Un'antica leggenda” spiegò Ozzillon “vuole che colui che trova il Fiore Azzurro merita questo appellativo, ossia diventare il Re di Cuori.” “Quando cominciamo le prove?” Domandò Berio. “Domani stesso.” Rispose Ozzillon. |
Trattenni il fiato, sorridendo tra me e me.
Lo so che adora le marmellate, per questo le ho prese... "Davvero?" dissi ad Afel "Beh, allora visto che ieri è stato così gentile da farmi assaggiare il latte delle sue pecore, potrei ricambiare il favore.." con un sorriso "Starà di nuovo portando le pecore al pascolo?" chiesi. Poi tornò la donna con le marmellate e sorrisi, prendendo un Taddeo per pagare la donna. "Grazie, sono sicura che saranno ottime.." cordialmente. |
Clio pagò la donna per quelle marmellate e poi andò via con Afel.
“Credo che a quest'ora stia riportando le pecore a casa...” disse Afel “... beh, sono certo che apprezzerà le marmellate.” Annuedo. “Cos'hai?” Chiese Afel al pastore. “Nulla, perchè?” Fissandolo Icarius. “Mi sembri strano...” mormorò il garzone. “In verità” disse il pastore “non mi sono mai sentito così...” “Così come?” Domandò Afel. “Non so...” sospirando Icarius “... malinconico credo... si, malinconico... non mi sono mai sentito così malinconico come da quando ho parlato con quella ragazza...” “Quella di ieri?” “Si...” annuì il pastore. “Era molto bella in effetti.” Fece Afel. “Credo sia la più bella ragazza che ci sia al mondo...” sussurrò Icarius. Afel rammentò quelle frasi scambiate con Icarius solo poche ora prima e le ultime parole di Clio gli strapparono un lieve sorriso. “Se volete vi accompagno a casa sua.” Guardando poi la ragazza. |
Annuii sorridendo a Afel.
"Oh, davvero? Ve ne sarei grata.." cordialmente, per poi seguirlo in quella brughiera. "Ditemi, siete cresciuti insieme voi due? Sembrate molto amici.." dissi, quasi distrattamente, come a voler parlare del più e del meno durante il tragitto, ma sperando in realtà di ottenere informazioni che mi chiarissero le idee. Ma le coincidenze cominciavano ad essere troppe. |
Il Re di cuori. Questo nome mi suonava sempre piu` familiare, anche se non sapevo perche`.
Del resto, in tutta la mia vita non ero mai uscita da Avalon ed ero a Capomazda da pochi giorni, era molto strano. Allontanato quel pensiero, mi concentrai sulle prove, che sarebbero iniziate il giorno dopo. |
“In verità” disse Afel a Clio, mentre insieme attraversavano la silenziosa e selvaggia brughiera “siamo amici non da molto tempo. Io vengo da Suession e mi sono stabilito qui dopo aver trovato un lavoro in quella bottega. Ho conosciuto così Icarius e siamo diventati buoni amici.”
Poi da lontano intravidero una casa. La pioggia non era più caduta ed il profilo della brughiera appariva chiaro, ma comunque inquieto e sinistro. “Ecco, lì vive Icarius.” Indicò Afel, per poi fare cenno a Clio di seguirlo. Raggiunsero l'abitazione, una grande magione tipica di quelle utilizzate dai contadini del posto. Si udiva il belare delle pecore nell'ovile e l'abbaiare del cane. Dalle finestre poi si vedevano delle luci. Afel e Clio giunsero davanti alla porta e bussarono. Aprì un uomo di mezz'età, cieco. |
Ozzillon prese allora una copia del libro che stava leggendo e lo diede a Gwen.
“Questo lo leggerete dopo cena.” Disse. “E' la novellina del pastore. “Così vi farete un'idea. Domani mattina poi ne discuteremo tutti insieme.” Andarono così a cena tutti insieme. Berio aveva cucinato della carne con verdure, seconda una ricetta a lui solo nota. Almeno stando a ciò che diceva. Poi si ritirarono ciascuno nella sua tenda. Avevano infatti preso posto in una strada chiusa, dove avevano montato tende per ognuno della compagnia ed un grosso padiglione acanto al caravan. |
Sorrisi appena ad Afel, anche se speravo mi desse la risposta contraria.
Non poteva sapere se era giunto da poco, o se invece era sempre stato lì. Così potevo vedere dov'era la sua casa. Venne ad aprire un uomo di mezza età, i suoi occhi mi indussero a pensare che si trattasse del maniscalco. Afel non disse nulla, e io restai un attimo titubante. Quell'uomo sapeva? Probabilmente no, altrimenti perché scegliere un cieco che non potesse riconoscerlo? Quindi ero solo una ragazza, venuta a ringraziarlo per averle indicato la strada. Sperai comunque che Afel venisse in mio aiuto, visto che lui era sicuramente conosciuto oltre che benvoluto. "Salute a voi, buon uomo.." cordialmente "Cercavamo Icarius...". |
“Salute, messer Giovanni.” Disse Afel.
“Salute a te, ragazzo.” Ridendo il cieco. “Di chi è questa bella voce femminile che ho sentito? Non mi sembra sia la tua ragazza, giusto?” “No, certo che no.” Ridendo Afel. “Ci manca solo che lo sappia. Sapete che è gelosa.” “Già.” Divertito Giovanni. “Dunque chi è la dolce presenza femminile con cui ti accompagni e della quale la tua ragazza non deve sapere nulla?” “Si chiama Clio.” Rispose Afel. “Salute a voi, Clio.” Con un cenno del capo Giovanni. “Dunque cercate Icarius?” E proprio in quel momento si udì il suono dell'ocarina. |
De Gur ascoltò Elisabeth senza tradire emozioni.
Si voltò allora verso i suoi soldati, senza degnarsi di risponderle. “Fate come vi ho detto.” Disse loro. Portarono così il Priore Tommaso al Palazzo Ducale. “Mia cara...” avvicinandosi poi De Gur a sua moglie “... tu hai troppa poca fiducia in tuo marito... sistemerò tutto, vedrai...” guardò il suo soldato “... portala al castello e sorvegliala fino al mio ritorno.” Ed il soldato obbedì, portando Elisabeth al castello. Rimasto poi solo con i becchini, De Gur li uccise barbaramente, per non avere testimoni. |
Ero troppo abituata ad essere diffidente, il maniscalco si rivelò essere cordiale e gentile, e scoprii che Afel aveva una ragazza.
Sorrisi al garzone, per poi tornare a guardare il maniscalco. "Già.." cordialmente "Vedete ieri ho perso la strada nella brughiera, e questi due gentiluomini me l'hanno indicata... così, volevo ringraziarlo... è possibile?" chiesi, ma in quel momento sentii il familiare suono dell'ocarina e sorrisi. In quel momento compresi che non doveva essere lontano, e mi illuminai. |
Altea lasciò la corte insieme a Bensuon, per raggiungere le Cinque Vie.
Ma mentre uscivano dal palazzo in carrozza, videro arrivare alcuni soldati a cavallo. E con loro vi era il Priore Tommaso. Poco dopo Altea e Bensuon giunsero al palazzo di Cassaluia. La dama de Bastian bussò e ad aprire venne la vecchia servitrice. Ancora una volta si udiva il suono di quel pianoforte. “Ditemi...” disse la vecchia servitrice “... cosa vi occorre?” |
“Ecco la risposta a quanto chiedevate.” Disse Giovanni a Clio, indicando con una mano il suono dell'ocarina. “Va a chiamarlo, Afel.”
Il garzone annuì e corse verso quella musica. Un attimo dopo arrivò Icarius correndo. “Clio...” sorridendo alla ragazza. “Che velocità, ragazzo!” Esclamò Giovanni. “Beh, ero nel granaio, mica dall'altra parte della brughiera...” imbarazzato il pastore. “Io, vado a vedere se la minestra è pronta.” Annuendo Giovanni. “Siete nostra ospita, damigella?” Chiese a Clio. |
Seguii Afel con lo sguardo, e pochi istanti dopo arrivò Icarius correndo.
Sorrisi, mentre il cuore batteva forte. Mi sembrava così strano, eppure così bello vederlo. Senza contare che era assolutamente adorabile con quell'espressione imbarazzata. "Ciao Icarius.." dolcemente, cercando l'azzurro dei suoi occhi. Poi Giovanni mi chiese se volessi restare, ed in effetti mi accorsi che era ora di cena. "Beh, io... siete davvero gentile... non vorrei recarvi disturbo..." senza staccare gli occhi da Icarius, come ad aspettare un suo cenno di assenso. "Ero venuta per ringraziarti.." con un timido sorriso "Ecco.." alzando il cestino con le marmellate "Per te.." sorrisi, arrossendo appena. |
Ozzillon mi porse una copia della storia, dicendo che l'avremmo letta dopo cena. Finalmente avremmo avuto qualche notizia in piu` sulla trama dello spettacolo.
Per cena, mangiammo della carne con verdure, cucinata da Berio, dopodiche` ci ritirammo ognuno nella propria tenda. Le tende di ciascuno erano posizionate a poca distanza l'una dall'altra; anch'esse erano colorate in maniera stravagante e vederle tutte li, vicine, dava quasi l'idea di un piccolo arcobaleno terrestre e tangibile. Mi ritirai nella mia tenda, ma prima di addormentarmi, spesi qualche minuto per leggere la storia. |
Icarius sorrise, senza distogliere i suoi occhi da quelli chiari di Clio.
Prese allora il cestino con le marmellate e nel farlo sfiorò con le dita quelle della ragazza. “Grazie...” disse soltanto, con nel cuore però un'infinità di parole che tenne naturalmente per se “... si, ti prego... restate... resta...” ridendo piano “... resta a cena con noi...” guardando per un istante Giovanni. “Vado a preparare la cena dunque.” Divertito il cieco. “Marmellate...” guardando il cestino il pastore “... io adoro le marmellate, sai?” Ma proprio in quel momento arrivarono gli uomini del Patto della Civetta. “Chio siete?” Chiese loro Icarius. |
Gwen lesse qualche pagina di quella storia, per poi cadere poco dopo addormentata.
E sognò. Sognò di stradine lastricate e fiorite, circondate da cespugli di more e mirtilli, da sicomori, salici ed olmi che donavano ai viandanti dolci ombre. Vide poi una città con palazzi, torri e guglie splendenti sotto un Sole di Primavera, animate dal felice rintocco di campane in festa e tutte arroccate attorno ad un principesco castello dalle mura alte e merlate. E mentre si avvicinava a quel luogo, Gwen incontrò tre donzelle che venivano nella direzione opposta alla sua. Una dai capelli neri, una bionda ed un'altra rossa. Parlavano fra loro animatamente e accorgendosi di Gwen le si avvicinarono. “Forse puoi aiutarci, amica.” Disse la mora alla ragazza di Avalon. “Siamo tre compagne e ciascuna di noi ama un uomo. Io ho donato il mio cuore ad un cavaliere.” “Io invece” la bionda donzella “offro i miei sospiri ad un poeta.” “Mentre io ho occhi solo per un musico.” La donzella dai capelli rossi. “Secondo te” la mora a Gwen “chi fra i nostri amati troverà il Fiore Azzurro?” E proprio in quell'istante Gwen si svegliò. Sulla coperta aveva il libro di Ozzillon con le pagine ancora aperte. |
Sorrisi a Icarius, annuendo appena, quando mi disse di restare.
Ero felice che avesse apprezzato le marmellate, ma naturalmente era stata una mossa scorretta da parte mia. Lui però non poteva saperlo. "Oh, lo so.." mormorai, con voce calda, senza staccare gli occhi dai suoi "Scommetto che potresti scrivere un libro sull'argomento.." sorrisi ancora, vagamente divertita. Ma arrivarono quelli del Patto delle Civette. Ero furiosa, non avevo detto loro di darmi almeno il tempo di spiegare le cose a Icarius? Istintivamente, superai Icarius di un passo, in modo che non potesse vedere la mia espressione, e che potessi proteggerlo, nel caso fosse necessario. Sapevo che non volevano fargli del male, ma sapevo anche che non sarebbe stato semplice. Mi chiesi cosa stessero pensando quegli uomini. Certo, credere che un uomo non sia morto è più difficile piuttosto che pensare che esista un pastore che somiglia molto all'Arciduca. Eppure, se anche avevano visto una sola volta Guisgard, sapevano che quegli occhi erano difficili, se non impossibili da replicare. Ricordavo ancora il mio stupore quando vidi Guisgard per la prima volta alla luce. Com'era possibile? Mi chiedevo: come potevano esistere degli occhi identici a quelli del mio Icarus? Beh, la faccenda si era risolta da sola, trattandosi della medesima persona. E ora provavo la stessa sensazione. Restai lì, un passo avanti a lui, pronta a scattare, in silenzio, attendendo la risposta degli uomini. |
Giunsero quegli uomini e quasi senza badare a Clio restarono fermi, stupiti, a fissare Icarius.
Poi si scambiarono varie occhiate fra loro. “Insomma...” disse il pastore “... chi siete voi?” “Sono il padre di questa ragazza.” Mentendo uno di quelli. “La stavo cercando. Ella è fuggita, ma deve accettare ciò che ho deciso per lei. Deve infatti sposare un nobile del regno.” Guardando ancora il pastore. “Un padre forse non deve volere il meglio per sua figlia? O darla in sposa ad un miserabile?” “Parlate di me forse?” Infastidito Icarius. “Di voi?” Ripetè l'uomo. “Come potrei? Non so neanche chi siete voi. Perchè non ce lo dite?” “Io...” fece il pastore “... io... mi chiamo Icarius... e sono un pastore...” |
Dai loro occhi capii che erano rimasti colpiti da Icarius quanto me.
Poi strabuzzai gli occhi a quelle parole. Ma dove volevano andare a parare con quell'atteggiamento? Che bisogno c'era di inventare una storia tanto assurda? "Oh, certo che no.." mormorai, seccata "Un padre la vende al miglior offerente.." sprezzante. Com'ero felice di non aver mai avuto quei problemi. Non capivo, sperai che avessero un piano, perché davvero non capivo. Però, infondo, mi avevano fatto un favore: improvvisamente ero diventata la classica dama da salvare. Ma non era certo il momento di scherzare. |
“Un pastore...” disse quell'uomo fissando Icarius “... un semplice pastore...” scuotendo il capo.
Poi guardò gli altri suoi compagni. Allora uno di quelli prese Clio per un polso, tirandola bruscamente a se. “Andiamo, si torna a casa.” Fissandola. “Fermi!” Gridò Icarius, per poi avvicinarsi a lei. L'uomo allora estrasse un coltello. “Un passo e ti infilzo come un tordo.” Minacciò questi. Icarius restò immobile, fissando il bagliore di quella lama. “Cos'hai, ragazzo?” Sprezzante l'uomo. “Hai paura?” Agitando il coltello. “Portiamo via la ragazza.” Fece un altro di quelli. “No!” Aggredendolo il pastore. L'uomo allora lo spinse a terra. Icarius si rialzò e lo saltò addosso, ma l'altro lo colpì con un pugno allo stomaco, facendogli perdere i sensi. Il pastore cadde così a terra. Ma in quel momento Ammone intervenne. Sollevò l'uomo, lo disarmò e lo scaraventò in una vasca di acqua. “Fermo!” Urlò un altro di quegli uomini. “Cosa fai? Grosso imbecille, è solo un pastore, non certo il duca!” |
Un uomo mi prese per il polso, e dapprima non opposi resistenza, ero solo una semplice ragazza dopotutto.
"Icarius, no..." chiamai, terrorizzata, mentre si lanciava su quegli uomini. Cosa volevano fare? Spaventarlo? Fargli del male? Come osavano? Era commuovente il suo volermi difendere, ma era ovvio che non sapeva combattere. E infatti cadde a terra, svenuto, e Ammone a quel punto intervenne. Allora mi liberai agilmente dalla presa al polso, e mi chinai su Icarius. "Si può sapere che vi è saltato in mente? Vi avevo detto che ci avrei parlato, per la miseria!" guardando quegli uomini. Alzai gli occhi sprezzanti sull'uomo che aveva parlato. "Come osate parlare ad Ammone in quel modo?" furiosa "E ditemi, quanto bene conoscevate il duca per poter dire questo? Sono curiosa.. sapreste riconoscere il suo modo di parlare? Il modo di camminare? Conoscete così bene i suoi gusti in fatto di cibo? Sapete che strumento musicale suona, sapreste riconoscere la sua melodia tra mille altre?" scossi la testa "Immagino di no, magari lo avete visto da lontano, nello splendore della corte.. quest'uomo.." indicando Ammone "Ha combattuto fianco a fianco del duca per anni, molto prima che lo diventasse, quando tutti scodinzolavano dietro a Dominus... e comunque... era disarmato.. uno contro tanti.. che onore c'è in questo? Non vi importa dei Taddei, ma solo del potere... un Taddeo non avrebbe mai colpito un pastore disarmato..". Ero allibita. Mi si stringeva il cuore a vederlo a terra, privo di sensi. Così mi chinai su di lui, spostandogli i capelli dal viso. Oh, Icarius.. perdonami... "Che volete fare adesso?" alzando gli occhi su di loro "Se oserete fargli di nuovo del male, dovrete vedervela con me..." sorrisi, perfida "E non lasciatevi ingannare dal mio comportamento di poco fa.. quella non sono io.. Resterò con lui.." con un tono che non ammetteva repliche "Sempre, qualunque cosa accada... ero la sua guardia del corpo prima che diventasse duca, lo sarò di nuovo... fosse anche solo un semplice pastore che gli somiglia in ogni singola cosa... non merita di essere trattato in quel modo.. veglierò io su di lui.." decisa. |
Uno di quegli uomini fece un passo in avanti.
“Ascolta, ragazza...” disse fissando Clio “... costui” indicando Icarius a terra senza conoscenza “non è il duca. E' solo un pastore. Chiaro? Non lo è e non governerà mai da solo questo ducato. Sarà solo un fantoccio, ammesso riusciremo a spacciarlo per Guisgard. E se tu vuoi far parte di tutto questo, allora farai bene ad essere più accomodante ed obbediente con noi. Fa la tua parte e ti lasceremo entrare nel letto di questo miserabile, così che potrai fantasticare di nuovo di essere col vero duca.” Guardando poi il pastore a terra. “Canaglie...” mormorò Ammone “... ora vi ammazzo tutti come maiali e la chiudiamo qui.” Ma proprio in quel momento si sentì un cane ringhiare. “Prendete le vostre cose” disse Giovanni con il suo cane pronto ad aggredire quegli uomini “e lasciate questa casa. O vi giuro che vi aizzerò il cane contro. Andatevene via. Tutti.” Con tono minaccioso. |
Lo sapevo che sarebbe stato un errore rivelare Icarius a quegli uomini.
Perché diamine mi ero lasciata convincere? "Accomodante ed obbediente?" risi, con lo sguardo di ghiaccio "No, non ho l'abitudine di esserlo con chi mi insulta...". Estrassi la spada che tenevo celata dal mantello. "Ho detto che proteggerò questo ragazzo.." alzando un ginocchio, pronta ad attaccare, restando accanto ad Icarius "E così farò..." pronta a difendermi. In quel momento arrivò Giovanni, pronto ad aizzarci contro il cane. Ma io non mi mossi, non avrei permesso a quegli uomini di far del male ad Icarius, mai, a qualunque costo. E sapevo che anche Ammone mi avrebbe appoggiato. |
Clio, con occhi perfidi e di ghiaccio, puntò il pugnale contro quegli uomini, mentre Ammone, senza scomporsi più di tanto, sollevò un pesante pezzo di lamiera e lo spezzò in due, ricavandone una rudimentale ma devastante arma da taglio.
“Il prossimo fra voi che aprirà la bocca prima di aver alzato i tacchi e portato via il muso da qui, si ritroverà con la testa tagliata in due.” Disse minaccioso l'omone. “Siete diventati pazzi?” Uno di quegli uomini. “Non sapete cosa state facendo? Rinsavite, per la miseria!” Ammone allora, per tutta risposta, cominciò ad agitare la lamiera, facendola volteggiare in aria come la più pericolosa delle lame. “Andate via!” Tuonò con un tono che non ammetteva repliche. E il ringhiare del cane di Giovanni fu un incentivo che portò quegli uomini ad andarsene. Ma nei loro occhi vi era rabbia e vendetta. “Ma torneranno.” Ammone fissando Clio. “Andate via anche voi.” All'improvviso Giovanni alla ragazza e all'omone. “Via, o davvero vi scioglierò contro il mio cane. Lasciateci in pace.” |
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