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Non ci furono parole fra loro, solo sguardi.
Gwen entrò nella camera e un attimo dopo era stretta ad Elv, nella penombra della stanza. Lui la tene vicino a sè, facendole i grattini, accarezzandole e giocando con le dita fra i suoi capelli rossi. Restarono così a lungo, nella penombra che pian piano mutò in ombra. |
"Perchè l'amuleto è stato forgiato per contenere la Sfera della Terra..." disse Eroylgim a Destresya "... quindi ha assorbito parte del suo potere, questo perciò genera conseguenze... io credo che l'amuleto abbia il potere di evocare qualcosa di oscuro... e da com'è è stata sgozzata la ragazza, temo che sia già stato evocato..."
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Non parlammo, perchè non serviva.
Mi limitai a raggomitolarmi come avevo previsto, stringendomi a lui e facendomi cullare dal suo profumo e le sue dolci carezze su di me. Rimanemmo in quel modo a lungo, non seppi quantificare in termini di ore, ma divenne sera e la stanza si fece buia, senza che io lo lasciassi. Rimasi con lui ad occhi chiusi, pretendendo che tutto ciò che c'era fuori da quella stanza non esistesse, almeno finché eravamo qui. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Restai in silenzio per un lungo istante mentre parlava, pensierosa.
"Beh, questo è quello che sappiamo... ed effettivamente ha senso, ma quello che è importante comprendere è come combattere queste forze, come contenerle..." pensierosa. "Io sono una che trova reperti non un'esperta di esoterismo..." sospirai "Dimmi che c'è un qualcosa da trovare ce possa neutralizzare l'amuleto, compensarlo? Almeno mi sentirei più utile...". |
Insieme a Belvin ci recammo da un certo Nigol, e in quel momento non ricordai se già in passato l'avessi incontrato.
"Se non ci da quel permesso, o non renderà la cosa possibile, probabilmente un'altra ragazza verrà brutalmente uccisa. Non sto cercando di farla ricadere addosso una colpa che, ovviamente, non sarebbe sua ma le chiedo di aiutarci ad impedirlo." esposi con sicurezza. |
"Non si può limitare..." disse Eroylgim "... l'unica cosa è evitare che l'amuleto sia preso da... da qualunque cosa ora pare risvegliatasi da chissà quale Infrno..." fissando Destresya.
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Gwen ed Elv restarono così a lungo.
La sera li raggiunse, li avvolse, li rapì. "Credo che dovresti mangiare qualcosa..." disse lui pianissimo "... ti farà bene..." senza smettere di farle le coccole. |
"Ma dici che l'amuleto può avere già scatenato qualcosa di diabolico eppure è in nostra custodia.. dici che uno dei professori potrebbe esserne in grado?" pensierosa.
"Forse dovremmo tornare a esaminare il medaglione, che dici?". |
Divenne quasi del tutto buio, in camera, ma non me ne lamentavo, anzi, tutt'altro, era molto più quieto, silenzioso.
Ed io avevo bisogno di silenzio, dopo che le mie stesse urla laceranti mi erano riecheggiate in testa per istanti interminabili. Sentii poi il sussurro di Elv, mentre le sue carezze non si fermavano ed erano quasi ipnotiche. Aprii gli occhi per guardarlo. "Lo so..." mormorai "Ma non riuscirei a mandar giù nulla..." sospirando. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Nigol guardò Queennie perplesso.
"Ma..." disse "... che significa? Non ha senso ciò che dice..." "Non abbiamo tempo per spiegare, professore..." Belvin "... deve fidarsi, dopotutto io sono qui per aiutare il professor Rotly... ma abbiamo bisogno del permesso di entrare nel campo... ora." "Va bene..." accettò Nigol. |
Nigol rimase scosso dalle mie parole e, con tutta onestà, ne aveva le sue ragioni.
Fui sul punto di perdere quel poco di pazienza che mi era rimasta, quando Belvin decise di prendere in mano le redini della situazione e riuscire a farsi aiutare. "Fantastico." mi voltai verso Belvin "Non abbiamo più tempo da perdere!" |
"Almeno un pò di latte... solo un bicchiere, Gwen..." disse Elv.
Intanto, nella campagna antistante l'albergo, Destresya era con Eroylgim. "Io cedo che bisogni riportare l'amulto nel campo e sotterrarlo nel punto in cui è stato trato fuori..." lui fissando lei. Nel frattempo Queennie e Belvin avevano avuto il permesso di entrare nel campo scavi. Nonostante fosse sera inoltrata, i 2 oltrepassarono i cancelli del campo, quasi fosse il confine tra il regno dei vivi da quello dei morti. Un attimo dopo un grottesco latrato squarciò il silenzio della sera. https://img.lacstatic.it/_photo/2017...giana-sito.jpg |
Inaspettatamente, accennai un sorriso ironico e sarcastico.
"Ora mi fai sembrare come se fossi la figlia piccola che fa i capricci per mangiare..." mormorai, scuotendo appena la testa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Annuii alle sue parole.
"Potrebbe essere un'idea ma non ne saranno contenti al campo.." pensierosa. "Cominciamo a tornare alla tenda!" per poi dirigermi verso il campo, dove si trovava il medaglione. |
Insieme a Belvin mi recai al campo scavi, il freddo della sera ad accogliersi tra le sue gelidi e terribili braccia.
Mi strinsi nella mia giacca di pelle, slegai rapidamente i capelli e, con passo tremante, cominciai a camminare al fianco di Belvin. "La ringrazio per il calmante di ieri... mi ha aiutato moltissimo." dissi sincera prima di sentire un latrato che riecheggiò nel freddo serale. Mi strinsi rapidamente a Belvin per poi scusarmene immediatamente. "Era esattamente quello il verso che abbiamo sentito ieri sera!" affermai guardando il buio davanti a me. |
"Se non prenderai almeno un bicchiere di latte" disse divertito Elv a Gwen "allora sappiche da tuo prof diventerò il tuo severo papà, chiaro?" Facendole l'occhiolino.
Nel frattempo Eroylgim e Destresya arrivarono al campo. I custodi li fecero entrare senza problemi, essendo lei nel gruppo professori. Poi raggiunsero la tenda, dove c'era il medaglione. "Dov'è il punto in cui è stato trovato?" Chiese lui a lei. Ad un tratto dall'eterno arrivò il verso, cupo e terribile, di un cane. Nello stesso istante Queennie e Belvin avanzavano verso la necropoli. Anche loro avevano sentito quel latrato bestiale ed innaturale. "Si, l'ho sentito..." mormorò Belvin ed estresse una pistola "... resti vicino a me..." guardandosi intorno e continuando a camminare verso la necropoli. La raggiunsero e scesero nel circolo funerario, dove c'erano le mummie e le fosse scavate millenni prima. |
Seguii alla lettera gli ordini di Belvin, sentendo il panico divampare quando lui, uomo ben più preparato di quanto non potesse sembrare, estrasse una pistola.
Scendemmo nel circolo funerario, il buio ad accoglierci tra le sue inquietanti braccia. Accesi la torcia dell'iPhone, in modo da evitare di rischiare di farci male. Sarebbe stato affascinante non fosse stato che rischiavamo di morire a causa del Demone. |
Scossi la testa e spinsi scherzosamente il viso di Elv.
"Sì certo, come no..." borbottai, divertita. Era riuscito, però, a farmi sentire un po' meglio. Era come se riuscisse a guarirmi, da ogni cosa ed era una sensazione meravigliosa da provare. Avrei voluto provarla per sempre, ma sapevo che era meglio evitare progetti a lunga scadenza, visti i nostri ruoli, preferendo godersi il momento. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv rise ed accarezzò il viso di Gwen.
Un attimo dopo sentirono dei rumori gungere dal corridoio. Come se qualcuno fosse arrivato davanti alla loro porta. Poi una risata. Una risata gracchiante e sinistra. Nel frattempo al campo scavi Queennie e Belvin erano nel circolo funerario. La ragazza usava la torcia del suo telefonino per squarciare il buio cupo della sera. Le mummie però, sotto lo scintillio cupo della Luna parevano sul punto di animarsi e bagliori indistinti, simili a fuochi fatui, sembravano danzare agli ordini di un antico e demoniaco culto. Belvin indicò il tumulo sotto il quale era stato trovato l'amuleto. Qui però c'era un'antichissima stele, incisa con segni appartenenti ad una lingua dimenticata già quando i Sumeri inventarono la prima scrittura conosciuta. "Illumini la stele, per favore..." chiese Belvin a Queennie. |
Forse sarebbe stato meglio proseguire completamente al buio poiché la luce del telefono - aiutata dalla luce lunare -, che sferzava quell'opprimente oscurità, illuminando le mummie, creava un effetto che pareva quasi magico. Cercai di convincermi che fosse un'illusione o un bizzarro effetto ottico, poiché i fuochi fatui potevano essere altamente pericolosi.
Giungemmo insieme vicino ad una stele e, alla richiesta di Belvin, puntai la torcia su di essa, rendendo più visibile quanto scritto in quella lingua così antica. |
Rise e mi accarezzò il viso, mentre io mi accucciavo ancora di più fra le sue braccia.
Sentii poi dei passi in fondo al corridoio e mi misi in allarme, soprattutto quando si fermò davanti alla nostra porta. Avevo già i miei problemi senza che arrivasse qualcuno a trovarci insieme, facendo scoppiare un altro casino. Mi raggelai sentendo quella risata grottesca, inquietante. Le emozioni che mi provocò erano molto simili a ciò che avevo provato sentendo il latrato di quel cane. Infatti, guardai Elv terrorizzata, senza sapere che fare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Arrivammo al campo, poi Roylgim mi chiese dove fosse il posto in cui avevamo trovato il medaglione.
"Vieni, ti ci porto" gli dissi, facendogli strada verso gli scavi, ma proprio in quel momento si sentì il latrare di un cane. "Hai sentito?" gli dissi. "Quel latrato!" preoccupata. "Andiamo a vedere!" dirigendomi verso quel suono. |
La risata grottesca e stridula davanti alla porta chiusa della camera in cui erano Gwen ed Elv.
Poi solo silenzio. Elv era incredulo, ammutolito, incapace forse anche di pensare. Guardò allora Gwen negli occhi. Un attimo dopo la porta si aprì di colpo. Nel frattempo, al campo scavi, Destresya aveva condotto Roylgim dove era stato trovato l'amuleto. I 2 trovarono lì Queennie e Belvin. Erano davanti alla stelle, ora illuminata dalla torcia del telefonino della figlia di Rotly. Un attimo dopo quei segni fino a quel momento indecifrabili cominciarono a mutare. Lettere e parole ora apparivano chiarissime. "Leggete..." disse Belvin con un tono cupo, impalpabile. Era una stele funeraria, ma sulla cui pietra erano incisi i nomi di Rotly e di tutti loro, ciascuno affiancato dalla propria data di nascita e di morte. Ed erano tutti morti. Un istante dopo di nuovo si udì lo spaventoso latrato, ora vicinissimo. Una mattina di Sole, davanti all'albergo, un'ato arrivò, trovando il custode davanti all'ingresso. Dalla macchina scese un uomo. "Buongiorno, professoressa Krepush." Il custode al nuovo arrivato. "Salve." Lei. "Ecco le chiavi dell'albergo." Fece il custode. "All'interno troverà su un foglio tutte le indicazioni, riguardo le connessioni Internet, i riscaldamenti e il sistema d'allarme. Per tutta la stagione invernale l'albergo sarà tutto per sè. Accanto al telefono ho lasciato tutti i numeri con i quali potrà contattare me, la vicina stazione di polizia ed anche la forestale." "Grazie, non mi occorre altro." Sorrise la professoressa. "Queste settimane di solitudine mi aiuteranno a scrivere il mio libro." "Io non ci resterei mai da solo qui..." mormorò il custode "... la storia di quell'equipe di studiosi e dei loro studenti morti durante gli scavi, beh, rende questo posto un pò cupo." "Si, ho letto..." annuì lei "... mi pare che la polizia chiuse le indagini, bollando il tutto come incidente, giusto?" "Si..." il custode fissandola "... pare un cane affetto dalla rabbia penetrò nel campo e li uccise." Scuotendo il capo. "Beh, ora sarà meglio che vada. Buon lavoro, professoressa." E si salutarono. Lei restò a guardare l'auto del custode andare via, per poi sorridere con fare sinistro. In quel momento un sordo latrato echeggiò intorno all'albergo. https://www.wonderchannel.it/wp-cont...el-shining.jpg Fine Episodio +++ |
La Montagna dei 7 Avvoltoi
"Nessuno tra i morti ti ricorda. Chi negli inferi canta le tue lodi?" (Libro dei Salmi, Salmo 6) Ad Occidente del monte Taburn i pendii si innalzavano repentini, tra boschi e valli profonde dove per secoli non si era conosciuta la civiltà. Attraverso stretti passaggi di rovi e gole di sterpi gli alberi si intrecciavano fra loro in danze fantastiche, lasciando a stento filtrare le luce del Sole. Tutt'intorno, lungo i declivi montani, sorgevano, qui e là, vitigni e vecchie fattorie, dove un tempo si inerpicavano torri e fortezze longobarde, le sui antiche rovine sono le ultime custodi delle leggende di queste terre. Le notti in questi luoghi sono più lunghe e più oscure che altrove, come se dimenticati incubi aleggiassero in queste lande. Questo dedalo di asprigne selve e brulli sentieri circondavano la piana del Taburn, più ampia appena dove il fiume Iskler converge verso la cittadina di Maios. Né grande e né piccola, silenziosa e tranquilla, essa pare fissare il massiccio Taburn con le sue palazzine nuove e le vivaci villette che dalla periferia convergono verso il centro cittadino. Lungo la stradina principale, nella vetrina di uno dei diversi negozietti del corso, una TV accesa trasmetteva un programma. Nella cittadina c'era attesa e fermento, poiché si vociferava che nella puntata di oggi si sarebbe parlato di Moian. “Buongiorno, amici ma soprattutto amiche che ci seguite qui in studio e da casa.” Disse il fotogenico presentatore. “Io sono il professor Minsk e questa è una nuova puntata di Misteri, il programma televisivo che cerca sempre la verità.” Sorridendo. “Oggi abbiamo 2 ospiti niente male... la medium Magdene e lo scrittore Sev. E ci parleranno di cose, a parer loro, straordinarie.” Tra gli applausi in studio del pubblico. “Magdene...” Minsk alla medium “... voleva raccontarci una storia, no?” “Si...” timida ed impacciata Magdene “... io... io ho conosciuto un alieno.” “Accidenti!” Sarcastico Minsk. “Si... l'ho incontrato in un pub... ero da sola, mangiavo patatine e salatini... e ad un tratto mi si avvicina un uomo... era alto e bell'aspetto... si siede e chiacchieriamo... poi mi offre la cena e si propone di accompagnarmi a casa... e qui rivela di giungere da Plutone...” “Incredibile!” Ironico Minsk. “Si... diceva di voler studiare gli umani... e allora mi chiede di girare un video... un filmino... per studiarmi meglio...” impacciata lei. “Che genere di filmino era, Magdene?” Minsk fissandola. “Ecco... era... era un filmino a luci rosse...” imbarazzata lei. “Un... porno?” A lei Minsk. “Si...” annuì la sedicente medium. “Beh, immagino il porno vada forte anche in altri luoghi della galassia, oltre che qui sulla Terra.” Sorridendo Minsk con sagacia. “E lei, Sev?” Rivolto all'altro ospite. “Cosa ci racconta? Anche lei visite da altri mondi?” Divertito Minsk. “Temo di no...” sorridendo lo scrittore “... io vorrei raccontare di quando ho visitato i boschi intorno alla cittadina di Moian, non lontano dal monte Taburn... mi recai lì per prendere spunto riguardo il mio nuovo romanzo... con me c'era lo speleologo dilettante Ernest Moint... e insieme facemmo una scoperta incredibile...” “Di che tipo?” Incuriosito Minsk, ma sempre pronto a deridere i suoi ospiti in studio. “Scoprimmo che quella ritenuta da secoli una montagna...” spiegò Sev “... presso cui gli antichi abitanti di quelle terre celebravano i loro rituali e che chiamarono quel luogo la montagna dei 7 avvoltoi, è in realtà qualcos'altro...” “Ora ci ha incuriositi, Sev...” Minsk allo scrittore “... cos'era quindi quella montagna?” “Una piramide, vecchia di millenni.” Svelò Sev. “Una piramide come quelle che ci sono in Egitto?” Minsk. “Esatto.” Annuì lo scrittore. “Accipicchia!” Esclamò Minsk. “E storici ed archeologici cosa ne pensano?” “Ovviamente per loro si tratta di una montagna normale.” Ammise Sev. “Chissà perchè ma ne avevo un vago sospetto.” Ridendo Minsk. “Beh, amici ed amiche, anche oggi siamo giunti al termine della puntata.” Rivolto alle telecamere. “Ma voi seguiteci sempre, perchè a breve ci sarà una nuova puntata. Qui è il professor Minsk e vi aspetto al prossimo appuntamento con... Misteri!” E la sigla concluse il programma televisivo. https://cdn.theatlantic.com/thumbor/...0/original.jpg +++ |
Era una mattinata impegnativa, quella che stavo vivendo quel giorno.
China sul mio copione, stavo studiando le battute e le modifiche che erano state apportate la sera prima. Odiavo quando il copione veniva corretto all'ultimo minuto, poiché mi costringeva a dover reinterpretare e studiare il personaggio di cui vestivo i panni. Curioso che tra tutte le parti per cui mi ero candidata in quella serie televisiva, mi fosse stata assegnata proprio quella di una strega. I camerieri continuavano ad andare avanti e indietro, mentre nel ristorante si poteva udire un tenue vociare. Era più di un'ora che ero seduta al tavolo, e ancora dovevo scegliere cosa ordinare per colazione. Avrei preferito restare nella camera al piano di sopra del piccolo hotel in cui io, assieme al resto del cast, alloggiavamo. Eppure, in quel silenzio opprimente, non riuscivo a concentrarmi né tanto meno a studiare. Presto sarei dovuta partire verso le foreste ai piedi del Monte Taburn, e ancora avevo lo stomaco che brontolava. Alla fine mi decisi a chiudere il copione e fermare uno dei camerieri - lo stesso che aveva provato a servirmi già tre volte - e gli domandai una ciambella ripiena di cioccolato e un latte macchiato chiaro. La colazione ideale per cominciare la giornata. https://www.hallofseries.com/wp-cont...37-758x436.png |
Il Daily Afra Planet, o meglio, la sua redazione, aveva messo subito le cose in chiaro.
O trovavamo uno scoop di quelli succosi e che ci avrebbero garantito un bel po' di fortuna, o la situazione rischiava davvero di mettersi male. La mia situazione, per lo meno. Dovevo ammetterlo, nel momento in cui avevo deciso di diventare una giornalista, non pensavo sarebbe stata così dura. Non che fossi una che molla a, ben inteso, ma mi sentivo come un uccellino che rimanesse nel nido a becco aperto in attesa di qualcosa da mangiare e detestavo vivere e lavorare così. Detestavo essere alla mercé degli eventi, anche se, tecnicamente, era ciò che il mestiere comportava e non si abbinava affatto al mio carattere impaziente. Ero giunta nella cittadina da poco, alloggiando in un albergo non molto grande nei dintorni del Monte Taburn e non avevo ancora sentito quella scintilla, quel qualcosa che mi avrebbe garantito la fortuna che cercavo. Dovevo essere paziente, benché la pazienza non fosse il mio forte, o almeno sforzarmi di esserlo. Arrivai nella cittadina in mattinata, con l'intento di trovare innanzitutto un posto in cui alloggiare, preferendo preoccuparmi di una cosa per volta. Avevo dovuto ripiegare sul treno, non essendo possibile portare i bagagli sulla mia moto e camminare adesso a piedi, dopo aver lasciato la stazione, era davvero un dramma che mi faceva sentire rallentata ed immobile.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...960b2a2bcd.jpg Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La sala ristorante dell'albergo era abbastanza piena e i camerieri si affrettavano fra tavolo e tavolo prendendo le ordinazioni o servedo i clienti.
La ciambella al cioccolato ed il latte macchiato arrivarono sul tavolo di Queennie, mentre lei leggeva il copione. Il cast giunto per le riprese, ma la ragazza si era appartata per fare colazione. Al tavolo accanto c'erno la costumista Runky, le attrici Isolde e Hasty, gli attori Jan, Usashi e Char. Mancava solo Gusve, il regista. Il legame tra lui e Queennie aveva un pò generato qualche lieve attrito nel cast, visto che Isolde spesso spettegolava, anche se tra la ragazza e il regista non c'era nulla. Ad un tratto nella sala apparve Gusve. Era un uomo di bell'apetto, alto, colto e dal senso artistico. Appassionato di occultismo e storia delle eligioni antiche, aveva scelto la professione di regista per dar corpo al mondo che sentiva dentro di sè. https://i.pinimg.com/originals/f8/2f...13ee94fdcd.jpg |
Dalla stazione Gwen attraversò un tratto di città, diretta verso l'albergo in cui aveva prenotato.
Passando in strada notò un certo fervore perchè Moian era stata nominata nel programma del professor Minsk, che ogni settimana registrava ascolti altissimi. Raggiunse infine l'albergo e le fu assegnata la sua camera. L'albergo non era certo lussuoso, ma non vi era di meglio in quella cittadina. La camera era arredata in modo accogliente ed era funzionale. Con un balcone, non troppo grande, dava sulle campagna che circondavano Moian, fino a raggiungere con lo sguardo i boschi che avvolgevano le pendici del Taburn. https://naldzgraphics.net/wp-content...-wallpaper.jpg |
La cittadina era in fermento a causa del programma di Minsk.
Programma dal valore discutibile, se si chiedeva la mia opinione, ma tant'era. L'albergo non era certo un cinque stelle, ma poteva andar bene. La camera sembrava confortevole e la vista sul monte era notevole, dovevo ammetterlo, specie in questo momento della giornata. Decisi di fare una doccia, per poi sbrigarmi ed uscire, volendo attivarmi subito senza indugiare oltre. Meno tempo perdevo, meglio era, decisamente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Per me non era facile affezionarmi a qualcuno, specie perché nel mio lavoro si cambiava colleghi con estrema frequenza. Tra morti improvvise dei vari personaggi, licenziamenti per dissapori interni o semplici scadenze di contratto, la serie che giravo era diventata un concentrato di via vai continuo.
Inaspettatamente, io ero una dei pochi attori che ancora non erano stati cacciati o non si erano licenziati... ma sapevo perfettamente quale era il motivo. I miei colleghi erano seduti insieme allo stesso tavolo, a discutere di qualcosa che non riuscivo a sentire. Temevo stessero fomentando nuovamente le storie che mi vedevano come la 'ragazza del regista' e, pur avendo dimostrato il mio valore e le mie capacità, quelle dicerie erano dure a morire. Bevvi il latte macchiato, dimenticando totalmente di zuccherarlo. Poi la mia attenzione venne catturata dall'uomo che comparve dalla porta. Lo salutai con la mano, sorridendo amichevolmente, per poi tornare alla lettura del copione. |
Gwen dopo una doccia rigenerante, lasciò la sua camera e scese al pianterreno, dove nel salottino antistante la hall dell'albergo stavano seduti alcuni degli ospiti.
2 di questi parlottavano ancora del programma di Minsk, soprattutto perchè era stata citata la loro cittadina. In realtà i 2 si dimostravano alquanto scettici sulla possibilità che da quelle parti ci fosse una piramide eretta millenni prima da chissà chi. |
Gusve si avvicinò al tavolo di Queennie e si sedette, per poi indicare ad uno dei camerieri di portargli un caffè d'orzo.
"Le riprese oggi cominceranno solo nel pomeriggio..." disse lui "... almeno spero..." con una smorfia "... il mio esperto di effetti speciali, Louis, ha pensato bene di farsi rompere una gamba ieri sera in una partita di Calcetto con degli amici." Scuotendo il capo. "Ho chiamato la produzione di prima mattina e mi è stato promesso un nuovo tecnico per gli effetti speciali. Vedremo se sarà all'altezza." Arrivò il cameriere con il caffè d'orzo. |
Scesi giù e nel salottino dell'albergo sentii delle persone parlare in merito al programma di Minsk, in particolare del caso della piramide.
In effetti, anch'io ero parecchio scettica. Così, mi avvicinai ancora per sentire ciò che si dicevano. Potevo anche essere scettica, ma di sicuro non mi facevo scappare l'occasione di curiosare in giro. Che fosse nel mio DNA o per il mio lavoro, non era importante. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Non appena Gusve si sedette, chiusi il mio copione e portai la mia attenzione su di lui.
Ordinò un caffè d’orzo e mi mise al corrente dell’incidente avvenuto all’assetto degli effetti speciali. Pover’uomo, meritava tutta la mia simbolica vicinanza. “Vabbè, anche lui ha diritto ad una sua vita.” risposi neutra “Dubito che l’abbia fatto di proposito.” aggiunsi regalando a Gusve un sorriso divertito. “Ammetto che sono davvero emozionata, ormai il mio personaggio è presente da parecchio e mi diverte che molti fan si siano affezionati!” Le riprese sarebbero cominciate solo alcune ore dopo. Almeno avrei avuto più tempo per assimilare e rendere credibili tutte le correzioni fatte al copione. |
Gwen si avvicinò ai 2 uomini.
Erano di mezz'età, abbastanza colti, a giudicare da come discutevano e continuavano ad insistere sul programma di Minsk. "Io credo" disse uno di loro "che si tratta solo di farsi della pubblicità. figuriamoci se in mezzo a queste montagne millenni fa qualcuno abbia costruito una piramide." Scettico. "Ma poi" l'altro "di quale montagna si parla?" "In realtà è una collina, se vogliamo proprio essere precisi." Il primo che aveva parlato. "I più vecchi la chiamano ancora come narra la tradizione, ossia la Montagna dei 7 Avvoltoi. Il nome pare risalga al tempo dei Longobardi, che ritenevano la montagna infestata dagli spiriti." "Aspetta aspetta..." il secondo "... forse ho capito... si tratta di quel luogo dove tempo fa fu scoperta una necropoli degli antichi Sanniti?" "Esatto." Annuì il primo. |
Gusve cominciò a bere il suo caffè d'orzo.
Ad un tratto al loro tavolo arrivò Jan. Era questo uno degli attori ed interpretava il protagonista che affiancava Queennie sulla scena. "Ho letto" disse al regista "dei cambiamenti riguardo il mio ruolo... come mai?" "Eh, ho dovuto sistemarlo..." Gusve alquanto seccato "... adattarlo a te..." "Come mai?" Jan. "Jan, il tuo modo di recitare..." sbuffò Gusve "... troppo impacciato, mite, molle per meglio dire." "Secondo me c'è altro." "Cioè?" "Qualcuno ha sparlato di me..." "Davvero?" "Si." Annuì Jan. "Magari riguardo la sua vita privata, dottore." E guardò Queennie. "Forse non ti chiaro..." fissando Gusve "... ciò che tu pensi e che dici a me non può toccare minimamente. Sei un attore mediocre ed ancor meno vali come uomo. Dietro la tua maschera di liberale pacatezza, dietro i tuoi modi gentili e fasulli, io ci vedo solo una persona senza spina dorsale." "Potrei trovare mille ruoli migliori di questo." Jan col volto cupo. "E cosa aspetti?" Gusve finendo il suo caffè d'orzo. "Addio, è stato un piacere." Jan, per poi voltarsi e salire in camera sua. Un'ora dopo, nonostante i tentativi di farlo desistere da parte di alcuni del cast, Jan abbandonò l'albergo, il set e Moian. |
Sembravano due persone molto colte, a giudicare da come parlavano.
Sentii le loro teorie e soprattutto il nome della montagna. Anzi, collina, come avevano specificato. Era tutto molto interessante. Così, mi avvicinai. "Buongiorno, sento che parlate del programma di Minsk" dissi, sedendomi "Io sono Gwen e mi facevo anch'io molte domande in merito alla questione." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Per un semplice attimo regnò la pace. Gusve bevve il suo caffè d'orzo, mentre io mi dedicai ad addentare la mia ciambella.
Poi, improvvisamente, Jan - mio co-protagonista - si avvicinò al nostro tavolo. Il suo tono fu violento e poco cortese, ma ancora meno lo furono le insinuazioni che faceva sul mio conto. Tra lui e Gusve ci fu un rapido scambio di battute, al termine delle quali Jan abbandonò il set, dileguandosi. Dopo un'ora di tentativi a dissuaderlo, dovemmo arrenderci all'evidenza: uno dei protagonisti aveva abbandonato il cast. Afferrai il mio iPhone e gli lasciai un messaggio. "Non sei stato affatto carino a sbattermi in faccia un risentimento insensato. Ci conosciamo da diverso tempo e non avrei mai pensato che tu potessi credere ad assurde voci di corridoio. Spero troverai la tua strada, possibilmente in ruoli che ti soddisfino." ed inviai, per poi cancellare il suo numero dalla mia rubrica. Mi avvicinai al resto della troupe e del cast, il passo rapido e deciso. "Ora come facciamo?" domandai preoccupata. |
I 2 fecero sedere Gwen al loro tavolo.
"Lei però" disse uno di loro alla giornalista "non mi sembra di queste parti. Non l'ho mai vista qui a Moian, dico bene?" |
Jan non rispose neanche al mssaggio di Queennie e questo spiegava molto bene che tipo di persona fosse.
Ed infatti Gusve non sembrava neanche molto preoccupato, anche se questo avrebbe forse rinviato ancora l'inizio delle riprese. "Oh non temere..." disse con un sorriso di circostanza Isolde a Queennie "... sono certa che il nostro regista aggiusterà ogni cosa." Infatti Gusve salì in caera sua e vi restò per tutta la mattinata. |
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