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Bentornata lady Brianna, la vostra presenza è sempre un piacere...dalle mie parti abbiamo solo nuvole e una sconsiderata umidità.
Sir Taliesin..un pò le stigmate di Francesco e di molti altri Santi sono la rappresentazione del dolore dei popoli martoriati che pregano nell' aiuto del Signore..questa è la mia visione. Buon pomeriggio Camelot:smile: |
E' certamente una buona visione la vostra , Lady Altea.
Grazie per avercela mostrata. Taliesin, il Bardo |
Buon pomeriggio Camelot,
quanto tempo che non passeggio un po' nel giardino.. Mio caro Bardo, avete ragione, da troppo tempo le mie stanze sono buie e polverose. Vi ringrazio delle belle parole che avete speso per me, e vedrete che qualcosa sta per arrivare. ;) Visto che avete detto che manca poesia, prenderò spunto dal pazzo autunno che stiamo vivendo (oggi qui sembra sia tornata l'estate!), per questi versi tanto antichi e colmi di saggezza, tradotti magistralmente. Al modo delle foglie che nel tempo fiorito della primavera nascono e ai raggi del sole rapide crescono, noi simili a quelle per un attimo abbiamo diletto del fiore dell'età ignorando il bene e il male per dono dei Celesti. Ma le nere dee ci stanno sempre al fianco, l'una con il segno della grave vecchiaia e l'altra della morte. Fulmineo precipita il frutto di giovinezza, come la luce d'un giorno sulla terra. E quando il suo tempo è dileguato è meglio la morte che la vita. (Come le foglie - Mimnermo tradotto da Quasimodo) http://www.parks.it/galleria/foto/80...ieautunno.jpeg |
Buon Bardo, con il vostro narrare, mi avete ricordato il mio girovagare tra i boschi, sui sentieri tracciati da Dino Campana, di qualche anno fa.
Furono giorni meravigliosi, in cui vestii, e mia moglie con me, i panni del pellegrino d'altri tempi; il viaggio si concluse proprio al santuario della Verna, con i suoi boschi ombrosi ed arcaici. Entrare nel santuario, fu un po' come tornare a casa, una casa dalla quale ero mancato per tanto, tanto, tempo. Vi ringrazio, per aver risvegliato simili, felici ricordi. |
Tra le vecchie e silenziose strade di Camelot, che si inerpicano tra le antiche mura, la parte nobile del borgo vecchio, fino a salire verso il castello reale, dopo il suo ultimo giro di ronda Guisgard si fermò a salutare tre suoi amici cavalieri.
E mentre i quattro discutevano di cortesia e cavalleria, all'improvviso si avvicinò loro un giovinetto per chiedere la carità. Ciascuno dei quattro cavalieri diede al giovinetto una moneta e questi li ringraziò lungamente. Fissando poi Guisgard, chiese: “Cavaliere, molti ne parlano, ma cos'è davvero l'Amore Vero?” “Altro non è che la vera felicità, la Gioia.” Rispose il cavaliere. “E com'è possibile trovarlo?” “Seguendo il proprio cuore.” Fissandolo Guisgard. “Sempre.” “Perchè ad alcuni viene dato in quantità maggiori che ad altri?” Domandò ancora il giovinetto. “L'Amore è dato a tutti nella medesima dose.” Spiegò Guisgard. “Poi ogni uomo lo vive secondo il suo cuore. Come il suono di uno strumento. La musica è sempre la stessa, ma si diffonde in modo diverso da strumento a strumento. Vi sono cuori più grandi di altri e dunque amanti migliori di altri. Come Perseo, Paride, Lancillotto, Tristano, Erec, Rinaldo, Bassanio, Romeo.” “Ma perchè tutti cercano l'Amore vero” fissandolo il giovinetto “se poi Esso chiede sempre tanto della nostra vita?” “L'Amore vero” rivelò Guisgard “non chiede mai tanto della nostra vita. Ma chiede tutta la nostra vita.” Il giovinetto sorrise, salutò i quattro cavalieri e poi andò via, svanendo nelle silenziose ed incantate stradine di Camelot. I tre cavalieri, incuriositi, chiesero allora a Guisgard chi fosse quel giovinetto. “Non lo avete dunque riconosciuto...” disse Guisgard ai tre. “Quel giovinetto era Messer Amore, giunto stanotte per narrarvi cosa sia davvero l'Amore. Quello vero.” Buonanotte, Camelot... http://www.copia-di-arte.com/kunst/m...1007278_v1.jpg |
Ma che splendidi incontri si fanno durante i giri di ronda per le strade di Camelot.
Quanta verità e bellezza nelle parole di Messer Amore... Grazie, sir Guisgard per averci narrato di questo magico incontro. Citazione:
Eh, che modo splendido di iniziare la giornata... Buongiorno Camelot! :smile_lol: |
Già proprio una giornata iniziata bene anche se qui inizia a piovere
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Sir Guisgard,
voi avete riconosciuto subito, dunque, Messer Amore..come una conoscenza :smile: Buona serata Camelot... |
Citazione:
Buona notte, Camelot. |
Citazione:
E chissà che magari anche voi, proprio una di queste notti, non vi attardiate per queste strade, sotto una Luna che non è mai avara di una storia da raccontare, da vivere e da sognare... :smile: Citazione:
Fino ad un istante fa stavo conversando con lui come ogni notte, prima di inziare il mio giro di ronda ;) Citazione:
E' vero, Sir Galgan. Pindaro scriveva che le catene di Amore tengono legato l'uomo al giogo della felicità :smile: Buonanotte, Camelot... |
La Corte degli Scontenti
http://i.picasion.com/av/78/1hlN.png La Corte degli Scontenti, il lato oscuro del Piccolo Popolo, o meglio, tutto ciò che, in esso rappresenta quel malcontento che degenera in bruttura, malignità, e spesso, troppo spesso, in atto violento........Quest'ultimo, quasi sempre fine a se stesso, anche se mascherato con ideali che non gli appartengono. Attualmente, pare proprio che sia questa triste Corte a dominare la nostra bella penisola; non amiamo più le nostre tradizioni, ci perdiamo dietro a futilità, non abbiamo più Fede (e deridiamo i pochi che ce l'hanno), siamo arrabbiati, delusi......Spesso, è come se stessimo per esplodere..... Sono convinto, che tale Corte si alimenti di tutto questo, e quindi da tutto questo crei la propria sopravvivenza, sopravvivenza che, ahimè, pare essere destinata ad essere lunga e duratura, se non perpetua. Eppure, senza aver l'assurda pretesa di atteggiarmi a eroe dei tempi andati, perché non sarebbe reale, io, nel mio piccolo, un fendente a questa Corte vorrei proprio menarglielo......Perché, forse sbaglierò, io all'Uomo ancora ci credo, ancora penso che, se riscopriamo la bellezza e l'autenticità, possiamo migliorare, possiamo tornare ad essere quello per cui siamo nati, e cioè i Custodi di questo mondo; che senso avrebbe avuto, mettere al mondo una figlia, se così non fosse stato? La Corte degli Scontenti non è invincibile. Buon pomeriggio, ormai sera, genti di Camelot. |
Messer Galgan
condivo pienamente..avete ragione..credere in ciò che siamo..essere ottimisti verso il futuro e mai lamentarsi ma accontentarsi delle piccole cose anche se questo non avviene nella maggior parte del mondo ma essere convinti il mondo possa migliorare..magari proprio quella bambina che voi avete voluto..e altri bambini di questo mondo..loro sono il nostro futuro. Buon pomeriggio Camelot:smile: |
Certo, lady Altea, le vostre figlie, come la mia, e tutti gli altri bimbi, come disse la saggia lady Elisabeth, sono i Cavalieri del Domani.
Cambieranno il mondo, ne sono certo. Vi ringrazio per aver compreso. |
Ecco a voi un pò di poesia araba...Buona notte Camelot :smile:
"Canto d' amore per le parole" Perché abbiamo paura delle parole quando sono state mani dal palmo rosa, delicate quando ci accarezzano gentilmente le gote, e calici di vino rincuorante sorseggiato, un’estate, da labbra assetate? Perché abbiamo paura delle parole quando tra di loro vi sono parole simili a campane invisibili, la cui eco preannuncia nelle nostre vite agitate la venuta di un’epoca di alba incantata, intrisa d’amore e di vita? Ci siamo assuefatti al silenzio. Ci siamo paralizzati, temendo che il segreto possa dividere le nostre labbra. Abbiamo pensato che nelle parole giaceva un folletto invisibile, rannicchiato, nascosto dalle lettere dalle orecchie del tempo. Abbiamo incatenato le lettere assetate, vietando loro di diffondere la notte per noi come un cuscino, gocciolante di musica, sogni, e caldi calici. Perché abbiamo paura delle parole? Tra di loro ne esistono di incredibile dolcezza le cui lettere hanno estratto il tepore della speranza da due labbra, e altre che, esultando di gioia si sono fatte strada tra la felicità momentanea di due occhi inebriati. Parole, poesia, teneramente hanno accarezzato le nostre gote, suoni che, assopiti nella loro eco, colorano una frusciante, segreta passione, un desiderio segreto. Perché abbiamo paura delle parole? Se una volta le loro spine ci hanno ferito, hanno anche avvolto le loro braccia attorno al nostro collo e diffuso il loro dolce profumo sui nostri desideri. Se le loro lettere ci hanno trafitto e il loro viso si è voltato stizzito ci hanno anche lasciato un liuto in mano e domani ci inonderanno di vita. Su, versaci due calici di parole. Domani ci costruiremo un nido di sogno di parole, in alto, con l’edera che discende dalle sue lettere. Nutriremo i suoi germogli con la poesia e innaffieremo i suoi fiori con le parole. Costruiremo un terrazzo per la timida rosa con colonne fatte di parole, e una stanza fresca inondata di ombra, protetta da parole. Abbiamo dedicato la nostra vita come una preghiera chi pregheremo… se non le parole? Nazik al Mala’ika |
Buona notte Camelot............
L'anima, che trasvola dal mio corpo dentro il sonno abissale d'ogni notte, riflette in sé le costellazioni massime; e immaginando, entro la sfera della sua breve nuvola, il superno giro dei dodici astri eterni, specchia in sé l'ordine identico dei mondi. Quando poi, sull'aurora, torna mia la veglia di quell'anima celeste, porto nel ritmo ciclico del sangue dodici forze d'oro per la vita, dodici gruppi di potenti suoni, benché taciuti in organi di terra. Arturo Onofri |
Buongiorno Camelot...
"Gemmea l'aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l'odorino amaro senti nel cuore... Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante sembra il terreno. Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader fragile. E' l'estate fredda, dei morti" Novembre - Giovanni Pascoli Taliesin, il Bardo |
Dove finisce l’onda e dove inizia il mare? Dove finisce il corpo e dove inizia l’ombra? Dove finiscono le tenebre e dove inizia la luce? Le parole respirano fuori dalla loro cornice i sensi si increspano e si distendono simili a un oceano di un cerchio il cui centro è inesistente. Non siamo altro che una delle probabilità dell’esistenza. La nostra vita è un buffo insieme di dubbi un equivoco di possibilità concesse. Mi rivolgo a ciò che è informe procedo verso il nascondiglio. Quando cercherò di raccogliere l’esperienza? Come potrò trovare l’imbarcazione? Nell’annullamento del tempo e dello sviluppo che retrocede? La luce non ha forma L’onda non ha confini L’io non ha facciate La passione non ha orizzonti. Sii te stesso. A'isha Arna'ut -poetessa siriana |
Allo scandire della piovosa estate dell'anno di grazia duemilaedodici, racchiusa nei meandri delle mie "Donne nel Medioevo", presentai una breve biografia di una Donna, ed oggi, nel giorno del santo patrono, rileggendo quelle poche righe oramai obsolete, ho voluto, grazie ad antiche riminiscenze di perduta memoria francescana, ripresentare questa Donna con un' altra veste, ma con lo stesso grande cuore che fece di Lei una della più grandi figure femminili del cosiddetto Medioevo...
Ma soprattutto voglio donare questa nuova veste a Milady Elisabeth, che la mia Elisabetta possa sempre preservarla nell'abbraccio scarlatto del suo manto celeste quando il Viaggio verso l'ignoto si presenterà dinanzi alla sua porta come un Amore perduto, come una Consacrazione, come un Dovere, come un Bisogno. Taliesin, il Bardo 17 NOVEMBRE 1231 UN'ALTRA FIGLIA DI FRANCESCO D'ASSISI: ELISABETTA DI UNGHERIA. Elisabetta nacque verso la metà del 1207 nel castello di Pozsony, attuale Bratislava, da Andrea II re d’Ungheria e Geltrude di Andechs-Meran, diretta discendente di Carlo Magno. Il padre Andrea, per ragioni politiche, combinò il suo matrimonio quando era ancora neonata con Hermann I, Langravio (Conte) di Turingia, cugino dell’imperatore del Sacro Romano impero, Federico II. L’accordo si realizzò senza problemi, si dice per l’intervento del grande trovatore Kingslohr il quale, nel castello di Wartbourg profetizzò in trance la nascita di Elisabetta, il suo matrimonio col figlio del principe, la sua santità per cui tutta la Cristianità si sarebbe allietata. http://www.ofssabbioncello.com/images/selisabetta.jpgA soli quattro anni fu condotta al castello di Wartburg in Turingia, per essere cresciuta nella famiglia del futuro sposo Ludwig figlio di Hermann I e ricevere un’educazione adeguata. Si instaurò col fidanzato un legame profondo di affetto e amicizia e nel contempo in Elisabetta si manifesta e accresce una spiritualità profonda, un disprezzo per le vanità del mondo e le ricchezze, grande pietà e carità non sempre condivise dalla famiglia. Controversie tra la Turingia e il principato vescovile di Magonza, portarono, alla scomunica di Hermann I da parte del vescovo di Magonza e alla successiva morte il 25 aprile 1217: gli successe Ludwig che all’età di diciotto anni, piuttosto che alla consueta di ventuno, fu fatto cavaliere e prese il nome di Ludovico IV conte di Turingia e dell’Assia. Il nuovo Langravio brillò per onestà e nobiltà d’animo, si dice per influenza dell’amata Elisabetta che sposerà nella primavera del 1221. Elisabetta ebbe un felice matrimonio e dette alla luce tre figli, Ermanno (1222), che morì a soli diciannove anni, Sofia (1224) che sposò il duca di Bramante e Geltrude (1227) che divenne badessa ad Altenburg. Molte sono le leggende nate attorno alla sua personalità: ancora principessa si narra che fu obbligata a partecipare alla Messa solenne dell’Assunzione con ricchi abiti e gioielli, entrando in chiesa, dopo essersi inginocchiata davanti al crocifisso si tolse la corona lasciandola davanti al crocefisso, quando la futura suocera la corresse Elisabetta rispose “Come posso io, creatura miserabile, continuare ad indossare una corona di dignità terrena, quando vedo il mio Re Gesù Cristo, coronato con delle spine?”. Riusciva a vedere realmente Gesù nei mendicanti mentre distribuiva il cibo al cancello del castello. Scrisse di lei san Francesco di Sales: “La sua devozione crebbe tra le feste e le vanità cui la sua condizione sociale la espose. I grandi fuochi sono alimentati dal vento, mentre quelli piccoli sono estinti, se non protetti da questo”. Era il perfetto ritratto della Carità Cristiana, usò tutti i mezzi a disposizione per comprare cibo e vestiti, pagare debiti, pulire, prendersi cura e seppellire i morti, sino a provocare pettegolezzi e critiche alla corte. E’ noto l’episodio, molto ripreso dall’iconografia della santa, che narra di un giorno in cui Elisabetta, portando ai poveri del pane dentro il suo grembiule, incontrò il marito, le chiese che cosa tenesse nel grembiule, Elisabetta ne lasciò le ciocche e scesero, in luogo del pane, magnifiche rose fresche. Elisabetta incontrò la spiritualità francescana nel 1222 tramite alcuni frati minori inviati in Germania a portare il messaggio di Francesco (allora ancora vivente). I signori di Turingia fecero edificare per loro una cappella e, secondo la tradizione, Francesco avrebbe mandato loro un suo logoro mantello, che per Elisabetta divenne il suo tesoro più prezioso. Un frate minore, Rudiger divenne suo consigliere spirituale e la pietà di Elisabetta sull’esempio francescano si indirizzò anche verso i lebbrosi. La sua carità si spinse al punto di ricoverarne uno nel proprio letto, il marito, avvisato dalla sorella Agnese, scostate le cortine del letto, vide nel volto del lebbroso i lineamenti di Cristo. Rivolto alla moglie disse: “E’ Cristo di cui ti sei presa cura, facciamo entrambi ciò che possiamo per servirlo, servendolo nei suoi poveri”. Costruirono così, ai piedi della collina di Wartburg un ospedale per i lebbrosi dove Elisabetta si recava regolarmente per assistere i pazienti. Ludovico IV, si impegnò in un’impresa religiosa, aderendo alla sesta crociata indetta da Onorio III e invitò a corte il principale predicatore delle crociate in Germania, Corrado di Marburgo. Corrado, monaco premostratense, vero asceta, definito “predicator verbi Crucis in Alamannia” è un personaggio di rilievo dell’epoca, famoso per la sua attività di inquisitore contro gli eretici, divenne il nuovo direttore spirituale di Elisabetta, nel 1226 essa promise solennemente obbedienza al suo nuovo confessore. Alcuni storici definiscono il monaco Corrado, uomo severo e autoritario, per non dire sadico, era comunque poco adatto a guidare una donna affettuosa, spontanea e sensibile come Elisabetta la quale fece anche il voto di osservare la castità perpetua nel caso in cui fosse diventata vedova. Nel 1227 Ludovico, decise di partire con le sue truppe per la Puglia per raggiungere l’imperatore Federico II ma non raggiunse mai la Terra Santa poiché contrasse la peste a Otranto, morì il giorno 11 settembre. La notizia raggiunse Elisabetta in Ottobre, poco dopo il terzo parto, esclamò: “Non questo, è morto, è morto, il mio caro fratello è morto, ora per me tutto il mondo e le sue gioie sono ormai morte”. Il cognato di Elisabetta, Enrico Raspe, prese piena autorità del regno come erede, dichiarandosi ufficialmente Langravio. Elisabetta fu cacciata dal castello e per vari mesi sopportò una vita di immani stenti sostenendosi con lavori umilianti, solo le sue fedeli ancelle rimasero con lei, i suoi tre bimbi furono affidati alle cure degli amici di Ludovico. Grazie alla zia materna Matilde, abbadessa del monastero di Kitzinger e del fratello Egberto, vescovo di Bamberg, fu accolta in convento con i suoi bambini. Lo zio la chiamo al castello di Pottenstein, sperando di convincerla ad accettare come nuovo sposo l’imperatore Federico, da poco vedovo. Elisabetta però, ricorrendo ad un’intensa preghiera, seppe mantener fede al proprio voto. Poco dopo, improvvisamente fu richiamata in Turigia per la sepoltura dei resti del suo caro marito nell’abazia di Rheinhardsbrunn, chiamò in causa i vassalli e i cavalieri fedeli che avevano riportato il corpo di Ludovico, li informò di ciò che era accaduto all’annuncio della morte del loro signore, essi si impegnarono a difendere i suoi diritti e quelli dei suoi bambini, obbligarono il cognato a restituire la posizione che le spettava. Elisabetta però decise di ritirarsi nel castello di famiglia a Marburgo. Tutte le vicissitudini sopportate, spinsero Elisabetta ad abbracciare ancor più intensamente la nuova regola di vita pensata da Francesco d’Assisi “ordine dei Fratelli e Sorelle della penitenza”, conosciuta come terz’Ordine Francescano. Il 24 marzo 1228, Venerdì Santo, fece la sua professione. Padre Corrado così scriverà, “ poste le mani sull’altare spoglio della cappella del suo castello, dove aveva accolto i Frati Minori, alla presenza di alcuni intimi, rinunziò alla propria volontà, a tutte le vanità del mondo e a tutto ciò che Cristo ha consigliato di lasciare”. Qui nel 1229 fece costruire un ospedale in onore di San Francesco d’Assisi che ara stato canonizzato il 16 luglio dell’anno precedente. Un nobile magiaro, giunto a Marburgo fu sconvolto nel vederla in povere vesti, seduta al filatoio, nell’ospizio in continuo soccorso ai poveri, la esortò a ritornare con lui alla corte del padre, ma lei rifiutò, i suoi figli, i poveri e la tomba di suo marito erano in Turingia, lì sarebbe rimasta per il rimanente della vita. Era da due anni a Marburgo quando la salute cominciò a peggiorare, sparsasi la notizia, fu un continuo flusso di visitatori, infine desiderò rimanere sola con Dio per preparare la sua anima. Quando le sue fedeli ancelle, Guda e Isentrude, vennero per dirle addio, diede loro ciò che possedeva di più caro, il mantello di San Francesco. La notte del 17 novembre 1231 spirò come addormentandosi dolcemente; non aveva ancora ventiquattro anni, fu seppellita, dietro sua richiesta, nella cappella dell’ospedale con la tunica stracciata con cui morì. Il culto di Elisabetta, dopo la sua morte, si diffuse rapidamente e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi e miracolose guarigioni si susseguirono. Corrado di Marburgo diffuse, a esempio, la santità della principessa a modello di una nuova spiritualità, divenendo il promotore principale della sua canonizzazione, non poté portare a termine le indagini, infatti, fu ucciso nel luglio del 1223 per le inimicizie causate dalla sua attività inquisitoria. Grazie all’interessamento dei famigliari del marito Ludovico, una commissione formata dal vescovo Corrado di Hildesheim, dagli abati Ermanno do Georgenthal e Luigi di Hersfeld, nel 1234 registrò 24 nuovi miracoli, riorganizzò un nuovo protocollo. Le testimonianze dei domestici che assistettero Elisabetta nell’ospedale, registrate da due scrivani, costituirono le basi per la leggenda più popolare di Elisabetta i “Dicta quatuor Ancillarum”. I Protocolli furono portati a Perugia, dove papa Gregorio IX risiedeva. La canonizzazione di Elisabetta fu proclamata in S. Domenico a Perugia il giorno di Pentecoste 1235 (27 maggio), sancita la bolla papale emanata il 1° luglio dello stesso anno. Il 1° maggio 1236, a Marburgo, si effettuò la transitio corporis alla presenza dell’imperatore Federico II e di una moltitudine proveniente da ogni parte d’Europa, le reliquie furono poste nella chiesa di S. Elisabetta, appositamente costruita a Marburgo. La tomba a Marburgo, meta di molti pellegrinaggi, durante la lotta fra luterani e cattolici, nel 1539 fu profanata dal Landgraf luterano Filippo d’Assia, discendente della santa. Le ossa trafugate pare venissero poi restituite e se ne conserva una parte a Vienna, mentre si dice che la testa sia a Besançon. Elisabetta, con san Ludovico di Francia è patrona dell’Ordine francescano secolare. Fonti: Matthew e Bunson – Encyclopedia of the Middle Ages – Newton & Compton edit. – traduzione di Fiamma Giannetti Alban Butler – Il primo grande Dizionario dei Santi – Edizioni PIEMME Spa Il grande libro dei Santi – Dizionario enciclopedico – Edizioni San Paolo Santa Elisabetta d’Ungheria – Luigi Cavagna – Editrice VELAR I Santi nella storia - Novembre – Edizioni San Paolo Rosa Giorgi – I dizionari dell’arte: Santi – Mondadori Electa Spa |
Buon pomeriggio Camelot.......Santa Elisabetta.....magari avessi solo un po' della sua volontà.....ma le sono veramente legata...a prescindere dal fatto che io porti il suo nome....anzi..devo ringraziare mia nonna.....e' da lei che mi e' stato tramandato.......
Amato Bardo......sono molto felice del dono che mi avete fatto..... avete riportato ancora una volta......la sua splendida vita attraverso...questo giardino .......grazie ancora... |
Allora buon onomastico Elisabetta...
Buon tardi pomeriggio Camelot :smile: |
Grazie Lady Altea........per avermi pensata....
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Possedete un nome importante, lady Elisabeth, oltre che bello, potete compiacervene ;)
Buon Bardo, il modo in cui esponete il vostro sapere, lasciatemelo dire, è sempre sublime. L'onore a voi. |
Cavaliere di Galgala...
Accadde in un piovoso giorno di fine novembre dell'anno santo, che nella plendida cornice di piazza Santa Croce nella città del Ghibellin Fuggiasco, mi incontrai con un grande personaggio di questo tempo, l'esimio professor Franco Cardini, con il quale difronte ad una buona tazza di cioccolata calda, sorseggiammo le diverse disquisizioni circa l'etimologia del nome Galgano. Il professore era fermamente convinto che la derivazione del nome provenisse direttamente dal Cavaliere Galvano, notissimo personaggio arturiano della cosidetta "materia di bretagna", mentre, secondo mie personassime e forse sconclusionatissime ricerche, il nome deriverebbe da un'antica biografia scritta nella prima metà del Duecento da un anonimo monaco cistercense, musico ed amanuense, il quale fece derivare il nome Galgano dal toponimo Galgala, che è attestato in vari testi biblici come la località in cui gli ebrei festeggiarono la prima Pasqua dopo l’ingresso nella terra di Canaan, luogo simbolo dei prodigi e dei benefici operati dal Signore a favore del popolo ebraico, nel corso della lunga peregrinazione nel deserto e della lotta per la conquista della Terra Promessa. Comunque siano andate veramente le cose e le disquisizioni in materia pseudostorica circa l'etimologia del nome Galgano, ricordo quell'incontro come una delle più costruttive emozioni mai provate nel corso delle mie peregrinazioni, che ebbero il loro componimento nella cappella di Montesiepi durante una mia serata tra Musica Poesia... Ma certamente questa è un'altra storia, forse già troppo narrata o forse mai scritta... Grazie, come sempre e con immutata riconoscenza per le vostre parole Messer Galgan, anzi...Cavaliere di Galgala. Taliesin, il Bardo |
Un saluto da una Altea febbricitante...ma Altea non può fermarsi mai:naughty:
Buona serata e buona notte Camelot.. |
Buon lord Taliesin, è proprio vero, il Destino tesse le sue trame, indipendentemente dal sapere degli uomini, e queste trame arrivano sempre al proprio legittimo concepimento, è inevitabile, nel dolore come nella gioia.
Questa volta, non fa eccezione. Sicuramente, avrete capito l'importanza che il nome Galgano ha nella mia umile esistenza, così come il testo del Cardini, nel quale egli enuncia anche la vostra teoria, teoria che, in effetti, anch'io mi trovo a credere più verosimile. Invero, la Cappella di Montesiepi, è una sorta di rifugio, di Shan-gri-la, di Isola di Avalon; ed invero ricordo ancora una serata in musica trascorsa in quei luoghi.......Fu un momento magico, che ricordo con nostalgia. Chissà, magari voi figuravate tra quei musicanti! Il Cavaliere di Galgala vi ringrazia ancora. |
Oggi, 21 Novembre
PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA Memoria mariana di origine devozionale, si collega a una pia tradizione attestata dal protovangelo di Giacomo. La celebrazione liturgica, che risale al secolo VI in Oriente e al secolo XIV in Occidente, dà risalto alla prima donazione totale che Maria fece di sé, divenendo modello di ogni anima che si consacra al Signore. (Mess. Rom.) La memoria odierna della Presentazione della Beata Vergine Maria ha un'importanza notevole, non solo perchè in essa vien commemorato uno dei misteri della vita di Colei che Dio ha scelto come Madre del Suo Figlio e come Madre della Chiesa, nè soltanto perchè in questa 'presentazione' di Maria vien richiamata la 'presentazione' al Padre celeste di Cristo e, anzi, di tutti i cristiani, ma anche perchè essa costituisce un gesto concreto di ecumenismo, di dialogo con i nostri fratelli dell'Oriente. Questo emerge con chiarezza sia dalla nota di commento degli estensori del nuovo calendario sia dalla nota della Liturgia delle Ore, che dice: 'In questo giorno della dedicazione (543) della chiesa di S. Maria Nuova, costruita presso il tempio di Gerusalemme, celebriamo insieme ai cristiani d'oriente quella 'dedicazione' che Maria fece a Dio di se stessa fin dall'infanzia, mossa dallo Spirito Santo, della cui grazia era stata ricolma nella sua immacolata concezione'. Il fatto della presentazione di Maria al tempio, com'è, noto, non è narrato in nessun passo dei testi sacri, mentre viene proposto con abbondanza di particolari dagli apocrifi, cioè da quegli scritti molto antichi e per tanti aspetti analoghi ai libri della Bibbia, che tuttavia sempre la Chiesa ha rifiutato di considerare come ispirati da Dio e quindi come Sacra Scrittura. Or secondo tali apocrifi, la presentazione di Maria al tempio non avvenne senza pompa: sia nel momento della sua offerta che durante la permanenza nel tempio si verificarono alcuni fatti prodigiosi: Maria, secondo la promessa fatta dai suoi genitori, fu condotta nel tempio a tre anni, accompagnata da un gran numero di fanciulle ebree che tenevano delle torce accese, col concorso delle autorità gerosolimitane e tra il canto degli angeli. Per salire al tempio vi erano quindici gradini, che Maria salì da sola, benchè tanto piccola. Gli apocrifi dicono ancora che Maria nel tempio si alimentava con un cibo straordinario recatole direttamente dagli Angeli e che ella non risiedeva con le altre bambine ma addirittura nel 'Sancta Sanctorum' (che veniva invece "visitato" una sola volta all'anno dal solo Sommo Sacerdote). La realtà della presentazione di Maria dovette essere molto più modesta e insieme più gloriosa. Fu infatti anche attraverso questo servizio al Signore nel tempio, che Maria preparò il suo corpo, ma soprattutto la sua anima, ad accogliere il Figlio di Dio, attuando in se stessa la parola di Cristo: 'Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano'. tratto da www.santiebeati.it di Piero Bargellini Taliesin, il Bardo L'INFANZIA DI MARIA tratto dall'album: "La Buona Novella" (1970) di Fabrizio De Andrè Coro: Laudate dominum Laudate dominum Laudate dominum Voce: Forse fu all'ora terza forse alla nona cucito qualche giglio sul vestitino alla buona forse fu per bisogno o peggio per buon esempio presero i tuoi tre anni e li portarono al tempio presero i tuoi tre anni e li portarono al tempio. Non fu più il seno di Anna fra le mura discrete a consolare il pianto a calmarti la sete dicono fosse un angelo a raccontarti le ore a misurarti il tempo fra cibo e Signore a misurarti il tempo fra cibo e Signore. Coro: Scioglie la neve al sole ritorna l'acqua al mare il vento e la stagione ritornano a giocare ma non per te bambina che nel tempio resti china ma non per te bambina che nel tempio resti china. Voce: E quando i sacerdoti ti rifiutarono alloggio avevi dodici anni e nessuna colpa addosso ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio la tua verginità che si tingeva di rosso la tua verginità che si tingeva di rosso. E si vuol dar marito a chi non lo voleva si batte la campagna si fruga la via popolo senza moglie uomini d'ogni leva del corpo d'una vergine si fa lotteria del corpo d'una vergine si fa lotteria. Coro: Sciogli i capelli e guarda già vengono... Guardala guardala scioglie i capelli sono più lunghi dei nostri mantelli guarda la pelle viene la nebbia risplende il sole come la neve guarda le mani guardale il viso sembra venuta dal paradiso guarda le forme la proporzione sembra venuta per tentazione. Guardala guardala scioglie i capelli sono più lunghi dei nostri mantelli guarda le mani guardale il viso sembra venuta dal paradiso guardale gli occhi guarda i capelli guarda le mani guardale il collo guarda la carne guarda il suo viso guarda i capelli del paradiso guarda la carne guardale il collo sembra venuta dal suo sorriso guardale gli occhi guarda la neve guarda la carne del paradiso. Voce: E fosti tu Giuseppe un reduce del passato falegname per forza padre per professione a vederti assegnata da un destino sgarbato una figlia di più senza alcuna ragione una bimba su cui non avevi intenzione. E mentre te ne vai stanco d'essere stanco la bambina per mano la tristezza di fianco pensi "Quei sacerdoti la diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa a un cuore troppo vecchio che ormai si riposa". Secondo l'ordine ricevuto Giuseppe portò la bambina nella propria casa e subito se ne partì per dei lavori che lo attendevano fuori dalla Giudea. Rimase lontano quattro anni... Taliesin, il Bardo |
Grazie per aver ricordato Nostra Signora dei Cieli e degli Angeli a cui sono molto legata..e sono fiera di portare come secondo nome il suo datomi dal nome di mia nonna materna e tramandato poi da me come secondo nome a una delle mie due principesse...lei le ha vegliate con cura nel grembo materno e le offrii due rose rosa per questo dono datomi.
Buongiorno Camelot..fa freddo ma vi è il sole :smile: |
Buon Bardo, Nostra Signora è capace di aprire porte che, talvolta, sono precluse persino al Re dei Re, suo figlio; in vostro parlare di lei non è affatto scontato, ed anzi, unito alla Ballata del Cantastorie, apre il cuore.
Da Cristiano, vi ringrazio. |
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Sir Taliesin si legge sempre volentieri il vostro essere fanciullesco e chissà magari è racchiusa in quella pentola dipinta sul muro..perchè la fantasia e la fanciullezza dell' animo a pochi è dato ad averla.
Buon pomeriggio Camelot..anche se qui a nord est ormai è quasi buio :smile: |
Buona sera camelot da qualche giorno la tosse fa da padrona al mio corpo uccidetemi ora sono stanca
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Buongiorno Giovani Viandanti...
Oggi avrebbe compiuto sessantaquattro giovani primavere, uno dei più grandi letterati di questo tempo bizzarro. Ovunque tu sia, Amico Mio, che tu possa fare collezione della mia infinita ammirazione e del mio affetto più sincero per tutto quello che mia hai, più o meno inconsapevolmente donato. Ciao Giorgio... La Leggenda del Collezionista (testo di Giorgio Faletti - Musiche di Angelo Branduardi) Per un uomo al lavoro con il caldo implacabile di luglio ti do il rosso sbadiglio di un papavero senza utilità per due conti sbagliati ecco un conto che torna per il nero che annulla ecco il blu che scontorna Per un uomo di cuore ti darò un cuore senza uomo se ne senti il bisogno lo darai a chi ancora non ce l'ha per due anime perse solamente un'anima buona per un uomo spietato niente che lo perdona tutto quello che vedi tutto quello che c'è non ti serve un nemico se un amico sono per te già possiedo ogni cosa ma ne voglio avere di più già possiedo ogni cosa però voglio quello che hai tu ...tutto quello che hai tu Per il volo malato di avvoltoi che girano intorno posso darti il ritorno da ogni viaggio che invece non ce l'ha per due uomini sani posso darti un uomo ferito anche se nel frattempo sarà morto oppure guarito tutto quello che vedi tutto quello che c'è non ti serve un nemico se un amico sono per te già possiedo ogni cosa ma ne voglio avere di più già possiedo ogni cosa però voglio quello che hai tu ...solo quello che hai tu Taliesin, il Bardo |
Un artista eclettico e completo, un uomo dall'animo delicato.
Doveroso il ricordarlo; mi accodo a voi, lord Taliesin. |
Buon freddo pomeriggio di inizio dicembre e Avvento a Camelot..:smile:
"IO" di Nazik al Mala'ika La notte mi chiede chi sono sono il segreto della profonda nera insonnia sono il suo silenzio ribelle ho mascherato l’anima di questo silenzio ho avvolto il cuore di dubbi immota qui porgo l’orecchio e i secoli mi chiedono chi sono E il vento chiede chi sono sono la sua anima inquieta rinnegata dal tempo come lui sono in nessun luogo continuiamo a camminare e non c’è fine continuiamo a passare e non c’è posa giunti al baratro lo crediamo il termine della pena e quello è invece l’infinito Il destino chiede chi sono potente come lui piego le epoche e ridòno loro la vita creo il passato più remoto dall’incanto di una vibrante speranza e lo sotterro ancora per forgiarmi un nuovo ieri di un un domani gelido Il sé chiede chi sono come lui vago, gli occhi fissi nel buio nulla che mi doni la pace resto ancora e chiedo, e la risposta resta nascosta dietro il miraggio ancora lo credo vicino al mio raggiungerlo tramonta dissolto, dispare |
Buona sera camelot non ho un minuto libero ho bisogno di una vacanza
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Benvenuta nel club. :smile_lol:
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Altea saluta qui tutti voi..visto sir Guisgard non mi ha dato possibilità di replica nel post del gdr e visto io di notte non posso ruolare..mi ha intimato di cambiare storia invece che venirmi incontro..
King Arthur questa è Camelot? Un cavaliere esclude una persona dal gioco perchè di notte non può partecipare? Come fosse un oggetto da porre dove vuole? Io non voglio far parte di tutto questo...a questo punto..è stato chiaro e lady Elisabeth ha ragione..a Camelot vi è il Primo Cavaliere e la Prima Donna. Volevo dire a tutti...leggete le poesie arabe e medioarabe che vi ho lasciato..lo ho fatto perchè amo questo mondo e volevo diffondere la bellezza di questi Paesi in questo periodo di guerra. Ciao a tutti... |
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