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Così Dacey poté restare ancora in quella cabina ricca di monili, armi ed utensili strani ed esotici.
Prese carta e penna e cominciò a buttar giù le ricette che ancora ricordava. Intanto i profughi erano stati fatti scendere dalla nave. Dension ordinò ai suoi di fare rifornimento prima della partenza. Passò un'oretta circa senza che nessuno giungesse a disturbare la ragazza in quella cabina. Poi, finalmente, il fischio della nave e di nuovo l'equipaggio impegnato nelle manovre di bordo. Stavolta per la partenza. |
Come immaginavo Icarius seppe trovare le parole giuste per spiegarsi.
Come poteva l'ispirazione di quell'uomo condurci al palazzo? Non sapevo cosa Icarius stesse cercando. Poi restai sorpresa a quelle parole. "Ve l'abbiamo detto..." Dissi piano "Siamo studiosi dell'antichità..". |
“Diteci” disse Elv al vecchio “cosa vi fa credere che questo biglietto celi qualcosa di importante?”
“Semplice...” ridendo il vecchio “... basta vedere l'interesse con cui ve ne occupate, ragazzi. Voi due siete giovani, mentre io sono vecchio. E ho visto molte ricerche di cose preziose. E so riconoscerne una quando la vedo.” “Davvero possiamo fidarci di voi?” “Lo giuro.” Annuì il vecchio. “Che ne pensi?” Elv a Gwen. |
“Studiosi di antichità” disse Hansiner a Clio “che cercano un mito tanto antico, quanto dimenticato? Eppure è strano... gli altri studiosi giunti qui si dedicano al vasellame, alle monete o all'architettura antica... voi invece ad un mito quasi ignoto... di cosa vi occupate?”
“Filologia Nolhiana.” Rispose Icarius. “Trattiamo proprio miti e leggende antiche di poemi e romanzi.” Hansiner lo fissò e poi cercò un libro su uno scaffale. “Ecco...” dandolo a Clio “... questo tratta di architettura antica, come presumibilmente doveva essere stato immaginato quel palazzo nella mente di Apollonio Nolhio, il poeta a cui si deve l'invenzione letteraria del Palazzo delle Lingue.” Icarius lo guardò deluso. |
* Ero rimasta così immersa nel mio compito,sforzando all'inverosimile la mia memoria che sobbalzai nel sentire il fischio della nave.
Eravamo in partenza. Ormai non potevo più tornare indietro, ma quel pensiero non mi terrorizzò. Anzi mi sentivo elettrizzata. Posai i miei appunti sul comodino e mi alzai,finalmente le gambe sembravano reggere. Mi sciacquai il volto,sistemai accuratamente i capelli, non ero una ragazza fissata con l'aspetto esteriore ma avevo sempre avuto cura della mia chioma scura. Finii di prepararmi quindi e mi decisi ad uscire. L'avventura era cominciata e ho non potevo più stare rintanata in una stanz |
Dacey lasciò la cabina e salì sul ponte, appena in tempo per guardare la nave alzarsi in volo sull'astroporto di Nolhia, con tutte le altre imbarcazioni che in pochi istanti divennero piccolissime.
E mentre il vento gonfiava i suoi capelli, ad un tratto udì delle voci. Erano quelle di alcuni contrabbandieri che parlavano fra loro. “Dite...” disse uno di quelli agli altri “... cosa ne pensate di questa faccenda?” “Della ragazza dici?” Chiese un altro. “Si.” “Beh, è carina.” “Dì pure bella, amico mio.” “Non intendevo questo, idioti.” Il primo che aveva parlato. “Non sapete che una donna a bordo porta male? E' di cattivo auspicio. Se resterà qui finiremo presto a picco.” “Bhe, se il capitano ha dato il suo consenso” mormorò un altro di quelli “non credo ci sia pericolo.” “Ma no, babbeo.” Il primo che aveva parlato. “Il capitano ha sempre avuto un debole per le belle donne e quelle non sanno resistergli. E forse l'avvenenza di quella ragazza gli ha fatto dimenticare quanto possa essere pericoloso averne una a bordo.” |
Guardai Elv, quando si rivolse a me. Sembrava sincero. Speravo che lo fosse, dal momento che rischiavamo la testa.
"Va bene." |
Elv guardò Gwen ed annuì.
“E sia...” disse e raccontò tutto al vecchio. E questi restò molto sorpreso. “Bene, finalmente il tesoro si potrà ritrovare...” mormorò il vecchio “... sono anni che lo cerco...” rise “... divideremo tutto in parti uguali... e naturalmente non daremo nulla al capitano... giusto?” |
*Salii sul ponte respirando l'aria fresca che mi era mancata stando nella cabina.
Mi sporsi leggermente per vedere di sotto,intravedendo appena la città. Avevo pagato così tanti soldi per arrivarci e alla fine non ci avevo neanche messo piede. Com'era imprevedibile la vita, pensai sorridendo quando sentii dei mormorii fastidiosi alle mie spalle. Restai in silenzio,fingendo di non udire nulla ma le mie orecchie incamerarono ogni singola parola. Spostai anche il volto in modo da intravedere con la coda dell'occhio quegli uomini. Avevo sentito dire che i marinai,che fossero di mare o d'aria, credevano in stupide superstizioni. Le donne a bordo portavano male,sbuffai, eppure c'erano sempre donne tra i profughi che trasportavano da Maruania a Nuova Camelot. Ma certo il profumo dei soldi era più forte delle superstizioni in quei casi. Avrei voluto voltarmi e prendere a parole dure quell'uomo ottuso ma non volevo creare problemi già il primo giorno, Dension non me lo avrebbe perdonato. Feci un respiro profondo, poi un secondo,mi voltai sfoderando il mio sorriso migliore e mi avvicinai. - Signori- accennai un saluto con il capo- mi chiamo Dacey, sono la vostra cuoca. Mi chiedevo se desiderate un piatto particolare per questa sera.- Ero stata cordiale con quegli uomini, alcuni che sembravano spogliarmi con gli occhi,altri che avrebbero desiderato gettarmi fuori dalla nave. Avevo deciso che con gente abituata alla vita dura, alle violenze e alla cattiverie le mie parole rabbiose non avrebbero sortito effetto, li avrei conquistati, facendo loro capire che meritavo il mio posto a bordo con le buone maniere, il sorriso e la migliore cucina potessero desiderare.* |
A quelle parole rimasi interdetta e guardai subito Elv. La cosa assumeva sempre piu` una strana piega e volevo che tutti finisse al piu` presto.
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