Gwen ed Elv salirono nell'auto di lui e partirono.
Raggiunsero così un ristorantino in una strada secondaria, alquanto caratteristico.
Alle pareti vi erano quadri che raffiguravano alberi stregati, sabba, fatticchiere e scope volanti.
Tutto era all'insegno del folclore e del voler sfruttare le tradizioni del posto.
Il nome del ristorantino era particolare: "La mela della strega"

Partimmo all'insegna del ristorante, trovandone uno molto tipico, se questa era la parola giusta da usare.
"È tipo la casa gotica di una Biancaneve alternativa..." dissi sarcastica e un po' perplessa, guardando l'ambiente e i quadri alle pareti.

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Queennie si fece una doccia e si vestì per la serata.
Absyns intanto era già sceso nella sala ristorante, in attesa della giovane e bella collega.
Intanto Gwen ed Elv erano arrivati in quel ristorantino.
"Beh..." disse lui guardandosi intorno "... alquanto caratteristico direi... sfruttano le leggende del posto."

"Caratteristico credo non renda bene l'idea..." con evidente sarcasmo, cercando un tavolo dove sederci.
"Credo siano un po' troppo superstiziosi, da queste parti... Ho pure trovato la lapide di una strega, in un vecchio cimitero..."

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"Beh, allora pare che i miei antenati abbiano trovato un luogo bello sinstro per mettere le radici." Disse divertito Elv a Gwen, mentre si sedevano ad uno dei tavoli.
Poco dopo arrivò la moglie del proprietario e i 2 ordinarono la cena.
Ad un certo punto si sentì il lento e cupo rintocco di una campana.

"Direi di sì... La prossima volta consiglio, non so, la Polinesia francese..." sarcastica.
Ordinammo la cena, iniziando a mangiare tranquillamente, ma ad un tratto sentimmo il rintocco cupo di una campana.
"Che orario insolito, per le campane..." stranita.

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Ci furono un paio di rintocchi, sordi e cupi, poi più nulla.
Ad un tratto nel ristorantino arrivò un tipo anziano, scarno e dal volto spiritato.
"Dammi un buon bicchiere di rosso..." disse al cancone "... l'avete sentito tutti, vero?"
Alcuni lo fissarono.
"No, non abbiamo sentito nulla." Borbottò uno di quelli seduti. "Bevi il tuo vino e poi va a letto, chiaro?"
"Io non voglio andare a letto..." l'anziano bevendo poi il suo vino.
"Invece ci andrai." Quello seduto.
"Che strana atmosfera c'è qui dentro..." sottovoce Elv a Gwen.

La campana non continuò per molto, ma subito dopo entrò un anziano dall'aria stravolta, che iniziò a delirare.
"So solo che la prossima volta mi farò mandare io a lavoro in Polinesia, piuttosto che nel villaggio dei Grimm..." commentai con Elv "Davvero sono tutti parecchio strani..."

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L'anziano chiese altro vino, la il padrone del ristorante lo invitò ad andarsene.
"Finiremo tutti all'Inferno..." disse l'anziano prima di uscire "... è colpa nostra... del nostro silenzio..."
"Vuoi andartene?" Gli intimò quello seduto che aveva parlato in precedenza.
E l'anziano andò via.
"Si, parecchio strani..." sottovoce Elv a Gwen.

Ascoltai quell'uomo, fin quando non gli fu intimato di andarsene.
"Non pensavo di trovare i predicatori dell'Apocalisse come a Times Square, da queste parti..." scuotendo la testa con vago divertimento.

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Entrai in camera, mi spogliai rapidamente e andai nel bagno. Infilai i vestiti nella cesta dei panni sporchi, per poi concedermi una doccia rilassante.
Il getto dell'acqua calda ricadde sulla mia pelle chiara, mentre lo shampoo mi rinvigoriva i capelli.
Cercai di essere rapida nell'asciugatura ma poi rammentai le parole di alcune mie colleghe: "Fare ritardo è sinonimo di eleganza."
Quindi, con più calma, mi vestii indossando un abito nero aderente, un paio di scarpe con il tacco e degli orecchini di perle.
Ok, lo ammetto: vestito e accessori erano stati acquistati in un grande magazzino, ma chi mai ci avrebbe fatto caso?
Scesi quindi al ristorante, avvicinandomi ad Absyns e poggiando una mano sulla sua spalla.
"Allora, abbiamo intenzione di mangiare o rimaniamo fermi all'ingresso?" domandai con ironia.

Elv scosse il capo e sorrise sarcastico.
"Già, mi sa che hai ragione..." disse sottovoce a Gwen.
I 2 allora presero a mangiare, cercando di non prestare troppa attenzione all'atmosfera di quel ristorante.
Ma quando arrivarono al dolce, una morbida crostata ben farcita di marmellata di albicocche, Elv non resistette e approfittò che la mogli del locandiere fosse vicino al loro tavolo.
"Mi perdoni, signora..." con gentilezza lui "... di quale chiesa erano le campane che abbiamo udito poco fa?"
La donna allora trasalì, senza riscire a dire nulla.
"Io non ho sentito nessuna campana." L'uomo che aveva intimato all'anziano di andare via poco prima.
Tutti allora guardarono con sguardi torvi Gwen ed Elv.

Quando sentì la mano di Queennie sulla spalla, Absyns si voltò subito, guardando la ragazza in tutta la sua figura.
"Ehi, mi aspettavo una cena fra colleghi, ma questo è molto più..." disse continuando a guardarla tutta "... è un film molto sensuale." Fissandola negli occhi e facendole l'occhiolino. "Aspettavo te per prendere un tavolo. E ho fatto bene,così mi sono goduto il tuo ingresso." Divertito.
Così i 2 attori andarono a sedersi ed ordinarono la cena.

La cena proseguì piacevolmente, dopo quello strano inizio e continuammo a mangiare tranquillamente.
Alla fine della serata, mentre mangiavamo il dessert, Elv chiese alla moglie del proprietario circa le campane della chiesa, ma la risposta della donna non mi piacque affatto.
Soprattutto l'occhiata che ci riservarono i presenti.
"Credo non abbiano gradito..." sussurrai ad Elv, circospetta.

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"Non ho detto nulla di strano..." disse sottovoce Elv a Gwen "... eppure io l'ho sentita la campana. e non credo di essere stato il solo."
"Andatevene." L'uomo con tono cupo. "Non c'è posto per voi qui."
"Non abbiamo finito di cenare e poi non abbiamo neanche pagato..." Elv fissandolo.
"Non dovete pagare nulla." Mormorò l'uomo.
"Si si, non dovete pagare nulla." Annuì la donna.
"Andatevene." Quasi minacciò l'uomo.
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L'atmosfera divenne cupa, pesante ed insostenibile.
Non passò molto ché ci dissero palesemente di andare via.
La donna addirittura ci disse che non dovevamo pagare, pur di liberarsi di noi.
Allora, feci segno ad Elv di andare via e tirai appena il suo braccio, per uscire.
"Beh, almeno ci hanno offerto la cena..." sarcasticamente, quando fummo fuori "Bah, che gente..."

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Alla fine Elv accettò il consiglio di Gwen ed etrambi lasciaroo quel locale così poco ospitale.
"Che marmaglia..." disse lui scuotendo la testa.
Ad un tratto i 2 si rsero conto che qualcuno era uscito dal ristorante e se ne stava fermo sulla porta.
"Andatevene da qui..." mormorò "... tenetevi sulla strada ed evitate i sentieri del bosco."
"Prima ci cacciate poi vi preoccupate per noi?" Sarcastico Elv.
L'uomo non rispose e rientrò nel locale.

"Quando dicevo che questa gente è superstiziosa, non era nemmeno lontanamente la realtà... È anche peggio..." scuotendo la testa.
Mentre stavamo per salire in macchina, un uomo uscì sulla porta, avvertendoci di tenerci lontani dai boschi, poi senza aggiungere altro andò via.
"Si saranno passati una mano per la coscienza..." sarcasticamente.

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Elv imprecò verso quella gente e poi con Gwen salirono in auto.
Attraverso la strada provinciale si diressero verso Moian, ma ad un tratto i fari della macchina illuminarono un albero che a causa del vento era caduto di traverso sull'asfalto, impedendo di fatto di continuare.

Salimmo in macchina, tornando verso Moian, ma ad un tratto della strada vedemmo di traverso un tronco.
Era praticamente impossibile avanzare.
"Maledizione... Ma si può?" sbuffando.
"Mi chiedo se si possa chiamare qualcuno, non so, la forestale o qualcun altro..."

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Alle parole di Absyns, che mi definì un 'film molto sensuale', sorrisi divertita.
"Anche tu non sei male." risposi di rimando "Se questo ti è sembrato un bell'ingresso, aspetta di vedermi sfilare sul red carpet dei Golden Globe!"
Ancora non avevo ricevuto alcun invito per partecipare a quell'evento ma, in futuro, mi sarebbe piaciuto stringerne uno in mano a testimoniare il mio impegno e la mia capacità recitativa.
Mi affiancai al mio collega, dirigendomi verso un tavolo. Non ci volle molto perché ordinassimo e, in attesa della cena, mi sembrò opportuno cominciare ad indagare su di lui.
"Dimmi, cosa ti ha spinto ad unirti alla nostra serie?"

Elv sbuffò e prese il suo telefonino.
"Niente, non c'è campo...2 disse poi a Gwen "... cavolo, che seccatura... beh, sarò meglio fare inversione e cercare una strada alternativa.." facendo ripartire l'auto.
Nello stesso istante, ma nella sala ristorante dell'albergo, Queennie e Absyns si erano seduti ad uno dei tavoli.
"Chissà, magari un giorno farai quella sfilata..." lui riempiendo i loro bicchieri "... cosa mi ha spinto a recitare in questa serie? Perchè evoca tempi antichi, che per molti sono fantasia, ingegno letterario... io invece credo che un tempo davvero gli uomini convivevano con foze primordiali... forze che l'uomo modeno ha smesso di ascoltare... ma ciò non significa che esse abbiano smesso di influenzare il mondo..."

Elv provò a chiamare, ma non ci riuscì, poichè non c'era campo.
"Splendido..." sbuffando.
"Sì, probabilmente tornare indietro è l'unica soluzione..." mentre girava l'auto.
Speravo solo che questa serata finisse in maniera più tranquilla.
"Oggi non sembra proprio giornata..."

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Avrei mai vinto un Golden Globe? Lo speravo tanto, così come speravo di poter partecipare a serie televisive sempre più varie. C'era chi sognava il cinema, ma io desideravo raccontare una lunga storia che permettesse ai telespettatori di affezionarsi ad un personaggio.
"Dovrò trovarmi un abito degno per l'evento." risposi scherzosa per poi afferrare il bicchiere riempito da Absyns.
Ascoltai attentamente le sue parole, facendo piccoli cenni di assenso con il capo. Era vero, la nostra serie evocava il fascino dell'antichità, un passato dove la Magia ancora esisteva e attraversava l'aria, infondendo la sua energia sulla vita stessa.
"Sei molto profondo. Io pensavo che volessi sfruttare il successo ottenuto dal titolo." dissi sorridendo ironicamente.
"Hai un nome decisamente singolare, sai? Nome d'arte o ha un significato particolare?"

L'uoto di Gwen ed Elv imboccò così un piccolo sentiero laterale alla strada principale, che in un attimo li portò fra grossi alberi che parevano danzare sotto lo spettrale alone della Luna.
"Si, in effetti non una serata momorabile..." disse lui "... che ne dici di passare un pò di tempo da me? Così nessuno ci accerà via, no?" Divertito.
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"No, è il mio vero nom..." disse Absyns a Queennie "... fu mia nonna a sceglierlo... raccontava spesso che è il nome di uno degli angeli caduti... quelli cacciati dal Paradiso in seguito alla ribellione di Lucifero... un angelo che però non sfidò Dio... non si alleò con i ribelli... forse perchè non gli interessavano le gerarchie, le scelte altrui e chiedeva solo di poter essere se stesso... ma fu punito ugualmente... sai perchè?" Mormorò fissando il rosso vivo del vino, quasi cercasse nel suo sapore gli antichi segreti della Terra. "Perchè non si era opposto agli angeli ribelli. Perchè non aveva scelto di combattere." Rise amaramente e finì il suo vino in un sorso. "Non c'è scelta... non c'è libertà... in nessun luogo... neanche nei Cieli più alti ed infiniti..."

Ci inoltrammo lungo la strada, sotto la Luna pallida e quasi spettrale, ma affascinante fra i rami degli alberi.
Alla sua proposta lo guardai.
"Sarei quasi portata a pensare che tu abbia fatto mettere quel tronco di traverso per giungere a questa proposta..." dissi sarcastica e divertita, per punzecchiarlo.

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Elv rise.
"In verità mi hai scoperto..." disse divertito a Gwen "... vedi? Dove lo tovi un altro spasimante che butta giù alberi per te? E' facile cogliere un fiore per una donna, ma abbattere aberi è un'altra cosa." Sarcastico. "Però non mi hai risposto..." fissandola.

Un'altra volta mostrai la mia totale assenza di preparazione sul settore religioso. Non provenivo da una famiglia credente, anzi... mia madre ancora portava con sé il rancore verso chi, secoli prima, aveva ucciso e trucidato le nostre sorelle.
Io ero decisamente più tranquilla. Ognuno poteva credere in cosa desiderava, bastava rispettare le idee degli altri.
"Sai, io penso di essere nata libera e libera morirò. Non mi piace pensare che c'è chi decide per me, infatti mi piace immaginare un futuro che, piano piano, andrò a costruire con le mie forze." risposi sincera per poi bere un sorso di vino "E quale sarebbe il tuo vero nome, se posso chiedere?"

"Non lo dico quasi mai..." disse lui a Queennie "... non amo molto il mio vero nome... non lo sento mio... comunque è Nico..." fissandola e riempiendo ancora i loro bicchieri di vino.
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Ridacchiai scuotendo la testa.
"Spasimante... Se avessi usato anche il termine "corteggiatore", avrei pensato che eravamo tornati in epoca edoardiana..." con sarcasmo.
Poi lo guardai.
"Accetto, perchè carica come sono dopo un'intera giornata penso non convenga a nessun altro crearmi problemi..." divertita, non volendo dargli soddisfazione.

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Avevo imparato a fidarmi poco di chi voleva tener nascosto il proprio nome, eppure, Absyns decise di condividerlo.
Rimanemmo a fissarci per alcuni istanti, mentre il ragazzo riempì nuovamente i nostri bicchieri.
"Sai, trovo il tuo vero nome decisamente molto più accattivante." dissi sincera "La semplicità paga sempre, o almeno è quello che mi diceva mia madre."

"Eh, mi accontenterò..." disse Elv guidando, ma poi nell'inserire la marcia accarezzò la gamba di Gwen.
Ma un attimo dopo urtarono qualcosa, proprio nel mezzo della strada.
"Accidenti!" Elv frenando di colpo. "Cosa diavolo abbiamo investito?"
Intanto, al ristorante dell'albergo, Queennie e Absyns continuavano la loro cena.
"Preferisci Nico?" Divertito lui. "No, dai... mi prendi in giro!" Ridendo.

Scossi appena la testa, specie quando per caso sfiorò la mia gamba.
Che tipo...
Sobbalzammo poi entrambi, quando urtammo qualcosa, lungo la strada e difatti Elv inchiodò.
"Vorrei proprio saperlo... Spero non sia un altro lupo..." sbuffando e sporgendomi dal finestrino.

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"Non ti sto prendendo in giro." risposi con onestà, un lieve sorriso sulle labbra "Ci sono alcuni nomi che sono davvero troppo impegnativi... quelli semplici appagano di più." aggiunsi per poi bere un sorso di vino "Però ammetto che, nel nostro lavoro, avere un nome particolare aiuta a rimanere impressi nelle menti del grande pubblico."

Ascoltai la storia interessata, molto interessata, poi sgranai gli occhi.
"Accidenti, sembra una di quelle storie di fantasmi che ci si racconta attorno al fuoco da ragazzini!" esclamai "Da brividi!!".
Effettivamente, fosse stato tutto vero, lo sarebbe stato sul serio!!
"Ma che cosa vuoi denunciare? Che quel tizio si è finto morto?".

"Beh, allora a te permetterò di chiamarmi Nico." Disse Absyns a Queennie, facendole l'occhiolino.
Il cameriere portò allora il dessert, dopo ciò presero il caffè e Absyns pagò il conto.
"Spero la serata non sia finita qui, no?" Lui a lei. "Cosa ti va di fare?"
Intanto nel bosco Elv aveva fermato l'auto e sceso per controllare.
"Che botta..." guardando con la torcia l'anteriore della macchina "... cosa abbiamo investito? Qui non c'è nulla..." illuminando il sentiero "... forse l'animale è scappato..."
Gwen però sentiva una strana sensazione.
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Non trovammo niente davanti alla macchina ed era molto strano.
Forse aveva ragione lui e l'animale era riuscito a scappare.
Io, intanto, ero assalita da una strana sensazione e non riuscivo a comprenderla, a realizzarla, ma soprattutto ad allontanarla.
Speravo solo che questa maledetta giornata riuscisse a finire e a lasciarmi in pace, perchè ne avevo decisamente abbastanza.

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Mangiammo bene al ristorante dell'hotel, e persino il caffè fu gradevole rispetto a tanti altri che avevo bevuto da quando mi trovavo in quella cittadina.
Una volta usciti dal ristorante, con Nico che decise di offrirmi galantemente la cena, mi chiese cosa desiderassi fare.
"Qualcosa di rilassante, domani abbiamo le riprese e vorrei essere al pieno delle forze." risposi onesta. Poi sfarfallai le dita, sperando che la mia Magia mi ascoltasse e costringesse l'attore a prendere un'iniziativa "Tu cosa proponi?"

"Niente, nessun animale in giro..." disse Elv "... vabbè, meglio risalire in auto..." a Gwen.
Un attimo dopo un grosso animale saltò fuori dai cespugli ed aggredì Elv.
In un vortice di second le urla di lui riempirono l'aria, mentre l'animale lo azzannava sotto gli occhi di Gwen.
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