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“Si, forse hai ragione...” disse Adespos a Gaynor... noi però adesso dobbiamo intervenire... bisogna trovare il modo di portare via il Cavaliere Esiliato... temo infatti che sia in pericolo...”
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“Compito...” disse il padrone fissando Gwen “... che compito?” Mentre il fuoco del camino consumava un arcigno ceppo di legno.
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"E come pensi di poter fare? Io e te da soli, contro dei soldati armati... è impossibile, a meno che tu non abbia già architettato un piano magistrale..."
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Jean restò pensieroso a fissare Clio.
"Si..." disse annuendo il cortigiano "... avete ragione... deve morire... facciamo così..." fissando la suora "... fingiamo di allontanarci... io tornerò e farò in modo di distrarre la suora... voi appostatevi qui fuori e quando nessuno ci sarà più sull'entrata, allora entrerete a freddare quell'uomo... intesi?" |
Non lo capivo.
Davvero non lo capivo. "Potevate anche dirlo che non facevo più parte della servitù" dissi, con un accenno di sarcasmo, mentre continuavo a bere tranquilla il mio vino. "Ah già, che sciocca" colpendomi teatralmente la fronte e posando il bicchiere sul camino "Evidentemente il mio compito era solo e unicamente quello di soddisfare le voglie di un uomo che mi disprezza e una volta svolto posso anche togliere il disturbo. Vado solo a prendere una boccata d'aria prima di fare i bagagli" dissi tutto d'un fiato, coi miei occhi fissi nei suoi, per poi andare via senza dargli il tempo di replicare e uscire, camminando senza una meta nel cortile del castello. |
"Agiremo stanotte..." disse Adespos a Gaynor "... col favore delle tenebre... tra non molto il Sole tramontera' e noi agiremo..."
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Guardai Jean e sbuffai piano.
"Io le avrei puntato un coltello alla gola, ma si, immagino sia più diplomatica la vostra soluzione... Badate però che sia solo quando entrerò... Dato che primo non è un bello spettacolo per una dama, e secondo.. Non voglio testimoni di cui non posso fidarmi.. Chiaro?". |
Gwen si allontanò, uscendo dalla corte ma il rumore di un bicchiere che cadeva a terra frantumandosi attirò la sua attenzione.
Sentì poi il passo svelto del padrone che si avvicinava. L'uomo la raggiunse, afferrando per un polso. "Sei e resti la mia serva..." disse fissandola "... posso farti frustare fino a sentirti gridare che mi ami, che mi obbedisci e che sei mia, chiaro?" Strattonandola non con violenza, ma con ardore virile. |
Jean annuì a Clio.
"Badate che sia morto quando uscirete da qui" disse alla mercenaria "o riferirò del vostro fallimento al barone. E sapete quanto egli detesti le persone inadatte." Ed uscirono dal padiglione per mettere in atto il piano del cortigiano. |
Alzai un sopracciglio nel guardare Jean.
"Tesoro, io so fare il mio mestiere..." Alzando gli occhi al cielo. E lo seguii. Sentivo il cuore battere sempre più forte ma dovevo restare concentrata e lucida. Ancora pochi minuti e avrei finalmente conosciuto la pace. |
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