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"Hai ragione, nonna... probabilmente si trattava di due ubriaconi, ecco perché quello superstite farfugliava di fantasmi e fiori neri..." risposi così alla nonna, senza però esserne davvero convinta. C'era qualcosa di inquietante in quella scena a cui avevo assistito. Mangiai in fretta la cena che nonna mi aveva lasciato sul tavolo, dopodiché mi sedetti sulla mia poltrona a leggere un buon libro.
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Pian piano mi resi conto che la gente iniziava ad allontanarsi ed io ero rimasta l'unica ad osservare ancora.
Era meglio andare via per il momento. |
La notte trascorse silenziosa e tutto sommato tranquilla.
Dacey ritornò nell'albergo in cui alloggiava, cenando in camera, per poi coricarsi. Anche Gaynor, dopo un po' di lettura, colta da stanchezza, andò a letto. Altea, dopo aver ordinato i vestiti ed essere stata rassicurata da madama Tessot di vederseli consegnare il giorno dopo verso Mezzogiorno già confezionati, tornò nella sua dimora per cenare ed andare poi a letto. La nuova mattinata sorse soleggiata e calda su Afragolignone, ritrovando la città subito operosa e vivace. Vivian lasciò l'albergo e si diresse verso il Palazzo dei Gigli, dove avrebbe cercato di saperne di più della sua spada. Ed oggi era il giorno dell'attesa inaugurazione. |
Non fu difficile trovare il Palazzo dei Gigli dato che tutti parlavano dell'inaugurazione, che però non era certo di prima mattina.
Dunque magari avrei trovato meno ressa. Dopotutto a me interessava parlare con qualcuno, non tanto partecipare alla festa. O magari fissare un appuntamento. Dopotutto quel giorno saranno stati impegnati. Chissà però se mi avrebbero fatto entrare, pensai. Una volta giunta davanti al palazzo iniziai a guardarmi intorno per capire se avrei potuto incontrare qualcuno già quella mattina senza la folla. |
Vivian raggiunse il Palazzo dei Gigli, ormai sgombro dal clamore della sera precedente.
La polizia aveva raccolto tutti gli indizi possibili ed ora il sontuoso palazzo poteva riprendere le sue funzioni, quale sede della Taddeus qui ad Afragolignone. La ragazza entrò approfittando del cancello aperto e si ritrovò nel vasto cortile. Subito allora le si avvicinò uno dei custodi, chiedendole cosa desiderasse. |
Tornai a Palazzo e la notte fu tranquilla, dalle tapparelle entravano i primi raggi di sole di un nuovo giorno. Rimasi pigramente a letto per un po', indossai la vestaglia di pizzo blu e aprii le tapparelle per respirare l' aria fresca del mattino intrisa di fiori. Dopo un bagno rinfrescante mi vestii, pettinai con cura e scesi per la colazione. Mi venne in mente era il giorno della inaugurazione e ne parlai con Petronilla chiedendo se avevamo informazioni pure sull' inquilino.
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Non c'era chiasso, né folla per fortuna.
Mi si avvicinò il custode e gli sorrisi. "Buongiorno a voi.." Gentilmente "Sono qui per chiedere una consulenza, avrei bisogno di parlare con qualcuno che si intenda di armi antiche.." Spiegai "Mi basterebbe anche chiedere un appuntamento dato che immagino siate particolarmente impegnati oggi... Se invece c'è qualcuno che possa dedicarmi qualche minuto questa mattina, ve ne sarei grata.." Sorrisi. |
I miei occhi erano ancora nei suoi, quando lui azzerò la distanza fra noi, raggiungendo le mie labbra.
Ci unimmo in un lungo bacio, ricco di trasporto, passione, desiderio, era incredibile come mi sentissi di nuovo viva con lui. Mentre mi baciava sentivo i suoi lunghi capelli neri accarezzarmi il viso. Ero sua prigioniera, totalmente, le mie labbra erano incatenate alle sue e le sue mani mi tenevano ancora ferma sotto il suo corpo perfetto. Era una prigionia dolce, inebriante, assolutamente eccitante, che risvegliava qualcosa in me, qualcosa che in momenti normali tenevo sopita, a bada, ma non ora. Non adesso. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Fermatevi!" ordinò al cocchiere. E non appena egli tirò le briglie dei cavalli, Marwel scese dalla carrozza. Non le sembrava vero di poter camminare di nuovo dopo ore ed ore passate a star seduta.
Un gran movimento vi era attorno al maestoso palazzo, ed ella era una dama troppo curiosa per starsene in disparte. Si avvicinò dunque ad un membro della polizia e chiese: "Sapete dirmi per quale motivo questo palazzo è circondato da voi tutti? è forse accaduto qualcosa di grave?" |
Tornata in albergo presi una cena leggera e mi coricai.
Vedere l'ispettore e la sua somiglianza con il mio defunto marito provocò una notte agitata e piena di incubi. Ricordi che faticosamente tentavo di abbandonare tornavano nella mia mente a perseguitarmi, ancora e ancora. Ritrovai il dolore, il pianto e la vergogna dei tempi passati e mi svegliai nel cuore della notte, spaventata. Solo una volta che mi resi conto di essere al sicuro mi alzai dal letto per bere dell'acqua, osservare la città che dormiva dalla finestra e tornare dopo a coricarmi. Cullata dal candore lunare riuscii a prendere un sonno irregolare fino al mattino. |
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