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Nel far voltare il muso al cavallo perchè cambiasse direzione.......i miei occhi andarono a posarsi su una meraviglia......non vi era nulla che non appartenesse alla stessa..mano sembrava disegnata dalla mano divina........fu inconsapevole il seguire i cavalieri.....ero attirata dalla bellezza....dai rumori della vita...e così entrai a Sygma...e lamia rabbia ando' via così come era arrivata..........sentii Velv dare istruzioni ai suoi uomini....e rimanemmo soli.......una popolana...ma quello ero......" Velv ascoltatemi.....io sono una popolana, io non ho modi raffinati, molte cose le ho imparate da Padre Anselmo....l'arte nelle chiese, i grandi artisti...e il loro modo di celare segni...in un mondo che non avrebbe capito.....ma non so.....quante forchette ci sono in una tavola di Signori.....alle volte mangiavo pane e non mi necessitavano...o mi arrampicavo a cogliere frutti......vi sembra assurdo.......ma la vita e'fatta anche di questo...aiutatemi...apprendo in fretta, e darò filo da torcere alle grandi Dame....."......vidi le mie mani piene di calli....sarebbe stato difficile...nascondere quelle.......
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Altafonte osservò ogni gesto, ogni movimento di Talia.
E quando lei si voltò, lui ascoltò le parole della ragazza restando a fissarla. “Quando alla festa” disse sorseggiando con naturalezza dal suo calice “mi proposi di impersonare quel vostro amico, non immaginavo che quel nostro... come lo avete chiamato? Gioco di ruolo... beh, si... che quel nostro gioco di ruolo vi avesse preso così tanto da spingervi a rammentarlo ancora...” sorrise “... non che mi dispiaccia, s'intende... giocare con voi credo sia un'esperienza straordinaria... ed un po', devo dire, lo invidio... dopotutto ne serbate ancora il ricordo... sapete, un antico filosofo vissuto alla corte del re di Pergamo affermava che ricordiamo solo due generi di individui... quelli che amiamo e quelli che odiamo... naturalmente quel vostro amico... com'era? Ah, si... quel Guisgard non osava, ritengo, sperare di essere amato da voi... perchè come diceva Confucio, noi possiamo amare veramente solo una persona... e voi, immagino, amiate alla follia vostro marito...” posò il calice sul tavolino e si avvicinò a lei, restando a fissarla con i suoi occhi chiari in quelli ambrati di lei “... volete forse che apra la finestra? Per far andar via quel vostro rossore? O preferite bere qualcosa di fresco? Un succo alla frutta, oppure acqua? Anche se, perdonatemi l'ardire, mi piacete molto così accalorata...” rise appena “... faccio bene la parte di Guisgard? Abbastanza irriverente? O forse dovrei osare di più?” Le sfiorò la mano delicatamente con la sua, per poi stringerla. “Cosa farebbe lui se ora fosse davvero qui? Forse lo so... forse lo sapete anche voi... ebbene? Se lo facessi anche io? Sono Guisgard oggi, no? Potrei farlo? E voi? Come reagireste se lo facessi davvero?” Strinse ancor più la mano di lei. “Siete turbata o arrabbiata? O forse... eccitata?” E le sfiorò la mano con le labbra, per poi tornare a fissarla. |
Non dovevo guardarlo, mi ripetevo, almeno, non in quel modo.
Ma anche se guardavo altrove riuscivo a sentire il suo sguardo posarsi su di me e, per un breve istante, mentre Selenia leggeva nomi di uomini e donne altolocate, a me totalmente sconosciute, alzai lo sguardo ad incrociare il suo. Li distolsi immediatamente. Poi, quel nome mi destò dai miei pensieri. "Davvero?" Sorrisi "Oh, splendido... Così non faremo la figura degli scocciatori, lo avvicineremo con la scusa di ringraziarlo, parleremo del più e del meno, e coglieremo l'occasione per invitarlo alla battuta di caccia! Ottimo.." Lo scrutai appena "Sei sempre dell'idea di andare a caccia, cugino? Lo spero proprio.. Mi hai tanto decantato le pernici di queste terre, che non vedo l'ora di assaggiarle! Non sei stato tu a dirmi che, secoli or sono erano considerati un cibo esclusivamente aristocratico?" Sorrisi. |
Le guardie orientali, riconoscendo Altea, aprirono il cancello, permettendole così di entrare nel palazzo.
Fu subito avvertito Ermiano e questi uscì a ricevere la dama. “Salute a voi, milady...” disse con un lieve inchino “... a cosa dobbiamo questa vostra visita?” Sorridendole con garbo. “Le guardie mi hanno riferito che si tratta di cosa importante a vostro dire. E' accaduto qualcosa?” |
"Entrai nel Palazzo e incontrai subito Ermiano e gli sorrisi...ormai eravamo diventati più che conoscenti.
"Ma vi stupite di vedermi qui? Mi sembra che possa venire quando voglio...certamente non sono venuta per riprovare l'elisir di ieri sera" sorrisi facendogli l'occhiolino.."Comunque tornando seria...si dovrei parlare col Cavaliere di Altafonte..può ricevermi? E' cosa urgentissima..ne va della vita di una persona pure". |
Velv annuì a quelle parole di Elisabeth.
Trascorsero così l'intera giornata, dove lui spiegò con pazienza alla donna l'uso delle posate e dei bicchieri, le maniere da tenere a tavola e nelle conversazioni, fino a come agire e comportarsi in presenza di persone dall'alto lignaggio. “Naturalmente” disse lui “nessuno vi chiede di imparare un modo di essere in poche ore. Tra l'altro impersonerete una gran dama del patriziato e non proprio un'aristocratica. La vostra nobiltà sarà quella del denaro dunque. Basteranno perciò queste basilari nozioni che vi ho mostrato e che voi però ripeterete fino alla nausea. Intesi? Bene, ora prendete questo libro e posatelo sul vostro capo... voglio vedervi camminare da una parte all'altra della stanza senza farlo cadere. Postura certa, spalle diritte e testa alta. Avanti, voglio vedervi camminare come una vera dama...” e si sedette su una poltrona ad osservarla. |
“Certo che voglio andarci.” Disse Roberto a Clio. “Ed alla festa inviteremo proprio messer Duon a quella battuta di caccia.”
In quel momento si udirono dei cavalli fermarsi davanti alla casa dei Fiosari. Poco dopo i domestici annunciarono una visita. Era il capitano Jacopo de' Gufoni insieme ad alcuni dei suoi uomini. “Capitano, che sorpresa...” andandogli incontro Roberto “... prego, accomodatevi...” “Salute a voi, milord.” Con un cenno del capo Jacopo. “Mie signore.” Salutando poi Clio e Selenia. “Sfortunatamente questa non è una visita di cortesia.” Fece il militare. “Stiamo dando la caccia ad un uomo... un chierico, o almeno così egli si presenta, che voi avete incontrato alla chiesa di Santa Felicita. E vostra cugina ha incontrato poi al Palazzo di Giustizia. Mi riferisco a colui che si fa chiamare Priore Adamo.” “E lo cercate qui, capitano?” Fissandolo Roberto. “Naturalmente no, milord.” Scuotendo il capo Jacopo. “Ma sono qui per avvertirvi che l'esecuzione di Francesco de' Binardi è stata rinviata. E questo ha a che fare con la caccia a quel chierico.” “In che modo?” Chiese Roberto. “Se, come pensiamo, entrambi fanno parte della banda di Mirabole” spiegò Jacopo “allora il giovane de' Binardi deve sapere qualcosa. E' stato interrogato ma ciò non è valso a nulla. Ora i miei uomini passeranno alle maniere forti... esistono metodi che farebbero parlare anche un sasso... è solo questione di tempo... appena confesserà, potremo giustiziarlo.” “Capisco.” Mormorò Roberto. “Ma sono qui anche per dirvi altro...” “Vi ascolto, capitano.” “De' Binardi chiede di parlarvi.” Disse Jacopo. “Probabilmente vuol professarsi ancora innocente. Era giusto farvelo sapere.” “Non intendo certo incontrarlo.” Deciso Roberto. “Anzi, prima verrà giustiziato, meglio sarà.” “Comprendo.” Annuì Jacopo. “E' un vostro diritto. E di certo lui non può avanzarne alcuno, data la sua posizione. E sia. Questo è quanto. Perdonate il disturbo. Riprendiamo la nostra caccia.” Ed andò via con i suoi uomini. |
Posate....piu' di una...a destra e a sinistra....Dio mio quanti bicchieri....." Ma non basta un bicchiere ?....".......tovaglie e tovaglioli......ero sconfortata.....poi avvenne che Velv...incomincio' con il mio portamento....mi piazzo' un libro sulla testa e dopo essersi spiegato molto bene si sedette su una poltrona......
Impettita cominciai a camminare....finendo per inciampare sul tappeto e finendo a faccia a terra......ripresi il libro....e ricominciai daccapo......lo feci cadere non so quante volte.....inciampai e mi rialzai....ero stanca e avevo le lacrime agli occhi.......fino a quando tolsi le scarpe...misi le mani ai fianchi e il libro rimase sulla mia testa......" Avete veduto che così va molto meglio ?......senza scarpe e' più comodo e il libro non cade...".....mi parai davanti a Velv soddisfatta...." E poi scusate lo mio pensiero...ma i soldi nascondono ogni cosa....me lo disse Padre Anselmo......ma scusate Messere i soldi di chi sono "...... |
“Come ha disposto Sua Signoria” disse Ermiano ad Altea “questa casa è sempre aperta per voi, milady. Mi ero solo stupito a causa di ciò che mi avevano riferito le guardie... e cioè che si trattava di cosa importante... ora voi mi dite che riguarda la vita di un uomo... Sua Signoria in questo momento è impegnato con un suo ospite... ma visto l'importanza di ciò che vi ha spinto a venire qui, andrò subito a riferirgli della vostra presenza... attendetemi qui, milady...” mostrò un lieve inchino e uscì dalla sala.
Altea restò così ad aspettare in compagnia del fidato Mardhuan. |
Mi sedetti su una poltroncina di velluto rosso in corridoio aspettando il Cavaliere, sentivo il cuore pulsare nelle vene....come avrei giustificato il mio arrivo a quella dimora? Forse potevo dirgli che parlando con Irene ne venni a sapere...non potevo certo narrare della lettera.
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Restai in silenzio durante tutto il colloquio tra Roberto e il capitano.
Quando poi se ne andò, mi avvicinai al mio finto cugino. "Sicuro, di non voler parlare con de' Binardi?" dissi, alzando lo sguardo su di lui "Insomma, non sei nemmeno un po' curioso? L'ultimo desiderio di un condannato a morte non dovrebbe mai essere negato... andiamo, quel ragazzo è un incosciente e un imbecille, ma non mi sembra così pericoloso.. ancor più se è dietro le sbarre.. E le parole estorte con la tortura lasciano il tempo che trovano, se penso a cosa confessavano le donne accusate di stregoneria sul Continente.." scossi la testa "..andiamo, anche un bambino capirebbe che erano fantasie degli accusatori.. ma questo non c'entra..". Cercai nuovamente i suoi occhi "E' da quella sera che mi chiedo perchè abbia rischiato tanto per venire qui, cosa volesse dirti... Beh, non mi permetterei mai di dirti cosa devi fare, lo sai.. ma sono troppo curiosa per perdere un'occasione simile.. ma non ha chiesto di me, ma di te.. dunque non spetta a me decidere.." sorrisi. Come poteva non essere curioso? Insomma, un uomo senza un motivo non rischia la vita a cuor leggero. Doveva esserci sotto qualcosa. Quel qualcosa che mi era parso di scorgere negli occhi del mercante mentre abbassava l'arma, un attimo prima che le guardie lo portassero via. Ma spettava a Roberto decidere, anche se avevo l'abitudine di fargli sempre sapere come la pensavo, in maniera del tutto disinteressata, naturalmente. |
Velv fissò Elisabeth senza scomporsi.
“Si dia il caso” disse “che ho del denaro. Ho sempre dato la caccia a lestofanti, assassini, fuggitivi e ad ogni tipo di canaglia che abbia calcato questo mondo. Naturalmente conto di rifarmi con gli interessi. Dopotutto la compagnia di mercanti che ci ha assoldati ha messo un bel gruzzolo sulla testa di quell'Azable. Dunque non abbiate a preoccuparvi del denaro. Saremo in tutto e per tutto dei signori. E appena avrete imparato a camminare non più come una villana, ma come una dama dell'alta società, vi spiegherò il nostro piano. E' semplice ma ingegnoso. Su, rimettetevi quel libro in testa adesso e cercate di non farlo più cadere a terra. Naturalmente dovrete riuscirci calzando le scarpe.” |
Altea, sempre col fedele Mardhuan accanto, era in quella sala, in attesa di poter incontrare il Cavaliere d'Altafonte, quando una porta si aprì all'improvviso.
Apparve così un uomo anziano. Camminava lentamente ed aveva un aspetto bonario. Guardò la donna e sorridendo la salutò con un cenno del capo. “Salute a voi, milady.” Disse avvicinandosi ad Altea. “Mi piace passeggiare in queste stanze, perchè ci sono tante opere straordinarie. Come quel ritratto di dama del Rinascimento, o quel quadro che raffigura una battaglia sotto le mura di una città. Eppure, fra tutte queste magnifiche forme d'arte, nessuna, permettetemi, può starvi alla pari. Avete la freschezza di un fiore e l'appetibilità di un frutto maturo. Eh, se vi avessi incontrata, diciamo, durante la mia giovinezza... chissà!” Esclamò facendole l'occhiolino. “Ma voi, allora, non eravate neanche nata! Bella e giovane come siete!” E restò a fissarla. http://pad.mymovies.it/cinemanews/20...mathurman1.jpg |
“Sinceramente” disse Roberto a Clio “non mi interessa nulla di quell'idiota. Anzi, tutta questa storia è una seccatura. Se quello sciocco non avesse tentato di uccidermi l'altra notte, a quest'ora avrei avuto soddisfazione, lasciandolo stecchito sul campo del duello. No, non ci penso neppure...” scosse il capo “... non voglio certo recarmi in una prigione per ascoltare le ultime fandonie di un uomo che dovrebbe invece essere già morto.” Prese del liquore in un bicchiere e cominciò a sorseggiarne un po'. “Tu invece mi sembri alquanto incuriosita...” fissandola “... beh, se vuoi, puoi sempre recarti tu ad ascoltare cosa vuol dire quello spaccamontagne... le sue ultime confessioni prima di liberarci per sempre dalla sua insulsa esistenza...”
“Ben detto, Roberto!” Esclamò Selenia. “Gente simile, trovata in casa altrui con un'arma in pugno, non meriterebbe neanche un processo!” |
Sorrisi "Sai bene che io sono curiosa per natura.. tutttavia, quell'uomo non vuole parlare con me, e già una volta gli ho chiesto di riferirmi il suo messaggio, ma si è rifiutato.. di certo non andrò a trovarlo in prigione!" mi voltai verso Roberto "In effetti, devo dire che la cosa mi ha sorpreso.. pensavo che, essendosi introdotto in casa tua saresti stato ancora più offeso e avresti comunque voluto soddisfazione... Santo Cielo, io non l'ho colpito perchè non si dicesse che eri stato avvantaggiato da una sua ferita..." scossi la testa "Scusa, la smetto di intromettermi nei tuoi affari..".
Mi voltai poi verso Selenia "In un paese civile, chiunque ha diritto ad un giusto processo.." mi avvicinai verso la finestra, e lasciai vagare lo sguardo sul paesaggio circostante "Anche se questo avanzato stato liberale sembra averlo dimenticato.." sussurrai, tra i denti. Non era Francesco l'unico a cui pensavo. C'era Diomede, rinchiuso in una di quelle celle, con i vestiti logori, il viso scavato, lo sguardo spento. Lui aveva avuto un giusto processo? No, una sentenza sommaria, nonostante gli stemmi e le firme. Sentii la rabbia impossessarsi di me, piano piano, non potevo permetterglielo. Avevo una possibilità di salvare quello sciagurato di mio fratello, non potevo lasciarmela sfuggire. Mi aggrappai alla balaustra, e respirai lentamente. Non bastò. "Non mi sento molto bene, vogliate scusarmi..." dissi, abbozzando un sorriso. Salutai entrambi e mi diressi verso la mia stanza. Chiesi ai servitori di lasciarmi sola e non appena sentii la pesante porta chiudersi dietro di me, iniziai a respirare nuovamente. Mi buttai sul letto, come se un'improvvisa stanchezza si fosse impossessata di me. Restai lì, immobile, per molto tempo, in balia dei miei pensieri. |
I miei occhi erano nei suoi... mi sentivo le guance in fiamme...
mi stringeva la mano ma io non opposi resistenza... e, per un attimo, mi sentii come se gli ultimi sette anni non fossero mai esistiti... mi sentii di nuovo sulla collina, presso la Cappella di San Michele... “Se... se lui fosse qui, saprebbe che l’ho già schiaffeggiato una volta... e potrei farlo ancora... ” mormorai, poi abbassai gli occhi “O forse... forse, se avessi voluto schiaffeggiarlo, lo avrei già fatto...” Avevo parlato piano... pianissimo... tornai a fissare i suoi occhi chiari... erano sempre stati enigmatici, quegli occhi, difficili da decifrare... ma ora... ora vi era qualcosa di più in essi, qualcosa che non riuscivo a cogliere del tutto. Lui era sempre stato bravo a prendersi gioco di me, era sempre stato bravo a mettermi in difficoltà... aveva, per qualche ragione, sempre causato in me quella sorta di perpetua incertezza... e, per qualche ignoto motivo, il cuore mi era sempre battuto forte in sua presenza. All’improvviso, però, qualcosa si riscosse in me... quell’antica paura che si prendesse gioco di me tornò a bruciarmi l’anima... sfilai la mano dalla sua e gli voltai le spalle, perché non potesse leggere nei miei occhi quanto dolore mi causavano quelle parole. “Hai lasciato morire il passato con molta facilità, vedo.” mormorai “Sei tornato senza temerlo, senza temere che esso potesse tornare a perseguitarti. Ed hai avuto ragione, se davvero solo io ho riconosciuto Guisgard negli occhi del Cavaliere di Altafonte... Altafonte... fui io a narrarti quella storia, quel pomeriggio... la storia di quella città... quel pomeriggio, rammenti? Quel pomeriggio... appena prima che tu...” esitai “...appena prima che tu corressi dalla tua amante... e tutto poi precipitasse!” Avvertii la mia voce incrinarsi e tacqui. Chiusi gli occhi per un istante ed inspirai profondamente. Inspirai fino a recuperare, almeno in parte, il controllo... “Non m’importa sapere perché sei tornato!” mentii, con la voce che forse tremava troppo per risultare credibile “Non m’importa niente di te! E so che neanche a te importa di me, dato che non ti è importato mai! Ma allora... allora perché hai lasciato che parlassi a Santa Felicita? Perché, nascosto nel buio di quel confessionale, hai ascoltato i miei segreti? E perché mi hai detto quelle cose? So che eri tu... lo so: solo tu sai di quel giorno a San Michele. Perché lo hai fatto? Chiunque tu sia... Altafonte o Guisgard... perché pensi di avere il diritto di prenderti gioco di me?” |
Presuntuoso......bello e presuntuoso....."Allora sono felice che vostra Grazia esista....mi sento protetta,ora i malfattori non esistono piu'.....e sia imparerò ad essere una Dama che sa camminare....ma vi avverto non statemi l'ontano o anche l'ultimo dei camerieri si accorgerebbe da dove provengo..".......rimisi le scarpe e cominciai ad andare avanti e indietro....senza sosta.....i rimproveri e gli accorgimenti di Velv ormai li prendevo senza arrabbiarmi......sino a quando il libro sembrò rimanere incollato al capo.....ero sfinita.....ma avevo raggiunto il primo obiettivo......camminavo come una signora......" Spero tanto che ora siate orgogliosa di me....."....mi gettai sul letto sfinita....."Parlatemi del vostro progetto....vi ascolto "
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Vidi quell'anziano fissarmi, ma chi era? Era impossibile un maggiordomo anziano...tutta questa confidenza e poi quegli apprezzamenti?
"Siete veramente gentile milord..sto aspettando il Cavaliere di Altafonte..io sono lady Altea e io con chi ho il piacere e l'onore di parlare?" dissi sorridendo. |
A quelle parole di Talia, Altafonte sorrise in maniera enigmatica.
Si voltò verso il tavolino e riempì ancora il suo calice. “Nel confessionale...” disse sorseggiando il liquore “... sapete, si dice che a Santa Felicita ci sia stato quel ladro... quel Mirabole... converrete con me che la vostra affermazione può dare adito a sospetti verso la mia persona... volete forse che vostro marito mi arresti con l'accusa di furto? In verità, l'idea di finire in prigione non mi attrae per nulla...” rise appena “... il ritorno... perchè si torna in un posto, mi chiedete? Conoscete i famosi Nostoi? I ritorni degli eroi in patria? Un filone celebre della poesia greca classica. Ebbene, perchè gli eroi ritornano? Ulisse per amore... il vostro Guisgard aveva un amore qui per ritornare? Ah, già... pare avesse un'amante a sentire voi... e forse altri lo pensarono, vero?” Sorseggiò ancora quell'elisir. “Ma si torna anche per altro... per vincere i propri fantasmi, i propri demoni... e talvolta anche l'amore può diventare un qualcosa che ti tormenta...” la guardò negli occhi, per poi lasciar cadere il suo sguardo su tutta la figura di lei “... perchè il Cavaliere di Altafonte è qui? Oh, ma per cercare moglie. Non l'avete sentito? A proposito... avete forse qualche vostra amica da presentarmi? Perchè sto scoprendo di avere un debole per le donne di queste terre... mi piacciono i loro nomi... non so... Veronica, Chiara...” sorrise di nuovo “... erano amiche di una ragazza che conobbi tempo fa... volete forse conoscere i miei gusti, milady? Così da essere facilitata nell'eventualità di volermi davvero presentare a qualche vostra amica? Vediamo...” finse di divenire pensieroso “... direi mi piacciono raffinate, eleganti, colte... ma che poi sappiano mostrare un volto diverso nell'intimità... mi piace far perdere il controllo ad una donna... turbarla, eccitarla... farle perdere ogni contegno... in barba allo stato nobiliare ed al buon nome...” rise “... eh, ma chissà se una dama dabbene come voi conosce donne simili...” la guardò ancora “... non sono nobile come voi... e neanche di Sygma, visto che questa terra sembra non volermi più... dunque posso rivelarvi una confidenza... pagherei per avere una come voi... anche adesso, milady... pagherei anche una prostituta, purchè vi somigli...” rise e finì di bere dal suo calice. Poi lo lasciò cadere a terra e si avvicinò a lei. Si avvicinò fino a sfiorarla, poi a toccarla e infine a stringerla a sé. “Era così il vostro Guisgard?” Tenendola stretta. “Vi guardava così? Vi stringeva così? E vi desiderava come io adesso vi voglio, milady?” La fissò negli occhi e fu sul punto di baciarla, quando all'improvviso qualcuno bussò. Lui restò a fissarla ancora per qualche istante, con le sue labbra vicinissime a quelle di lei, tanto da avere quasi il medesimo respiro. “Chi è?” Voltandosi verso la porta e lasciando Talia libera da quell'abbraccio. Quella si aprì e apparve Ermiano. “Cosa c'è?” “Perdonate, signore...” mormorò il servitore “... chiedono di voi... pare sia cosa urgente... di vita o di morte...” “Arrivo...” annuì Altafonte “... mi perdonerete, vero?” Rivolgendosi a Talia. “Pare che i miei affari non mi lascino molto tempo libero...” le sfiorò ancora la mano con le labbra e poi si diresse verso la porta “... occupati di milady...” ordinò ad Ermiano “... i miei omaggi, lady Talia...” voltandosi ancora verso di lei. Restò a guardarla per un lunghissimo istante con quei suoi occhi azzurri, per poi uscire e andare via. http://i500.listal.com/image/1594288/500full.jpg |
Clio si chiuse nella sua stanza, in balia di pensieri ed inquietudini.
Restò sul letto così e forse per un po' si addormentò. Rammentò infatti immagini confuse, occhi, volti e voci. E tra quelli forse anche quello di Mirabole. Sognò poi suo fratello e persino Francesco. Come una visione, l'immagine di quella sera, con lui che chiedeva di vedere Roberto, sembrava perseguitarla. Vide infine Crysa. Guerre e massacri. E poi udì la voce di suo padre. E solo allora fu certa di essere sveglia. Come se quella voce fosse un presentimento, un segno, di qualcosa di pericoloso sul punto di accadere. La porta bussò poi all'improvviso. “Clio...” disse Roberto da fuori “... sei sveglia? Come ti senti? Ti va di parlare?” |
Padre..
Sbarrai gli occhi, di scatto. Non ero nel Palazzo Reale, non ero sulla mia amata isola. Ero esule e sola. No, sorrisi, sola no. Riconobbi piano piano la voce di Roberto, e tentai di alzarmi sui gomiti. Avevo vestito non solo completamente vestita, ma persino con le scarpe addosso. Ero proprio sfinita. Mi alzai a sedere, e un immagine disordinata e inappropriata fu quanto mi mostrò lo specchio. "Un momento.." Dissi, alzandomi. Dopo poco, avevo sistemato il mio aspetto, e l'immagine bello specchio era nettamente migliore. Non volevo mostrare a nessuno il mio stato d'animo, nemmeno a lui, anche se forse, lui se n'era accorto da solo. "Avanti.." Dissi, quasi distrattamente "..entra pure.. Sono presentabile.." Con un sorriso divertito. Così dicendo, mi lasciai cadere su un divanetto poco distante "Faresti portare del the?". |
“Ah...” disse Velv ad Elisabeth, come a volerla rimproverare “... una vera dama non si lascia cadere così su un letto, neanche se è stanca morta... soprattutto in presenza di altre persone... al massimo deve sedersi impettita su una poltroncina o su una sedia...” sorseggiò del vino “... a tavola poi, quando sarete tra gente importante, dovete sedervi e mangiare pochissimo... magari mangiate prima, o dopo... l'importante è che nessuno vi veda mangiare più del dovuto... le dame ci tengono ad apparire inappetenti...” sorseggiò ancora dal suo bicchiere “... quanto al mio piano... è semplice, vi ho detto... sarete una ricca dama, appassionata d'arte e giunta qui a Sygma per vedere il famoso quadro di cui tutti parlano... così scopriremo magari qualcosa su Azable...”
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“Certo...” disse annuendo Roberto a Clio “... ma tu dimmi... come stati? Mi sei sembrata... non so... scossa ed avvilita prima di là... non te la sarai presa per quella storia di de' Binardi spero? Non ne vale la pena... è una testa calda che merita la fine che farà... l'unica utilità che può avere riguarda il suo possibile ruolo nella banda di Mirabole... per il resto, quando morirà, nessuno ne sentirà la mancanza...” la fissò “... vieni, usciamo in giardino... prenderemo là il tè e poi andremo a cavalcare verso le colline... ti va?”
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L'anziano sorrise ad Altea.
“Eh, milady...” disse “... il piacere è tutto mio... sono il Colonnello Antoine... ho servito la mia patria in luoghi tra i più disparati...” rise “... e devo dire di aver veduto molte meraviglie... ma nessuna è come voi!” Ma proprio in quel momento la porta della sala si aprì ed apparve il Cavaliere di Altafonte. |
Sorrisi "Sto bene, tranquillo... È solo che.." Esitai "Beh, non è facile dover apparire al meglio sempre, come se fossi una persona qualunque, intendo, senza problemi.. Per de' Binardi, non me la sono presa, figurati... Certo, continuo a chiedermi perché sia venuto qui, cosa volesse dirti.. Ma se per te non è importante, allora non lo sarà nemmeno per me..".
Posai la mano sulla sua, sorridendo. "Tuttavia, non ho la minima intenzione di piagnucolare.. Non è nel mio stile.." Strizzando l'occhio "Quindi forza, tè in giardino e giro a cavallo.. Mi sembra un ottimo programma..". |
" Sono stanca.....ho fame...ho sete e mi fanno male i piedi.....infondo non ci vede nessuno.....non preoccupatevi Velv sarò bravissima....mangerò come un uccellino berro bagnandomi le labbra non riderò sguaiatamente.....insomma sarò una gran Dama....ma voi dovrete promettermi che quando tutto sarà finito.....camminerete scalzo sull'erba..mangerete quanto vorrete.......vedrete lì si che potrete ridere senza bere a piccoli sorsi....Bene....sono pronta" ..mi alzai dal letto che avevo i capelli come alghe marine impazzite....la sua espressione non era delle migliori..
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Sorrisi alle parole del simpatico e anziano militare.."Ma voi siete davvero troppo vagante...non penso di essere ciò che vi sia di più bello al mondo, altrimenti il Cavaliere di Altafonte si sarebbe già accorto di me, invece non vede nulla in me".
Dissi quelle parole con rassegnazione ma non mi accorsi che davanti a me stava proprio il Cavaliere...lo osservai, era scuro in volto, agitato. Mi allontanai subito....certo era impegnato con una delle tante dame che incontrava e riuscii a guardare dentro il salone..."Mi spiace di disturbarvi milord" deglutii vedendo il suo sguardo cupo su me..."io ho alcune cose da dirvi..partendo da quelle meno importanti a quelle più importanti o vitali". Mi risedetti sulla poltrona, e lo guardavo dall'alto al basso..."Prima di tutto volevo dirvi che non occorre domani venite a prendermi per portarmi al ballo reale..mi sentirei sola e non voglio inventare scuse su chi sono, perdonatemi ma sono stufa di mentire sempre...e non voglio di nuovo diventare una parente..la scorsa volta ero una moglie di uno sconosciuto" sospirai..."e poi lascerò la dimora che avete preso in affitto...troverò dimora presso qualche convento, l'aria laggiù è invivibile e ho scoperto..qualcosa..su una famiglia..i dè Binardi". Rimasi un attimo in silenzio e accarezzai il velluto...scossi il capo...lo guardai negli occhi chiari..si sarebbe arrabbiato? Non lo avrei rivisto più...avevo capito che con lui non avevo più speranze e non mi ero sbagliata. "A dire il vero quando mi trovai qui sfogliando un libro ho scoperto una lettera che parlava della dimora dove risiedo e vi era nominata quella famiglia e un ragazzo giovane morto, e un adulterio. Stamattina ho chiesto una vostra carrozza...ho parlato con il signor dè Binardi...e mi ha detto..che sta rischiando di perdere l'altro suo figlio...Francesco. Potrebbe andare al patibolo perchè la sera prima di un duello con un certo Fiosari si recò nella sua dimora e lo scoprirono...Lui e la figlia erano disperati". Mi alzai di scatto e mi avvicinai a lui...."Non potete fare qualcosa per salvarlo? Vi prego..sono fuggita subito da quella casa, mi sono sentita turbata, forse perchè ho pensato a quel ragazzo morto...forse per un duello..nella loro famiglia". Detto questo rimasi in silenzio e mi risedetti sulla poltroncina guardando il pavimento. |
“Oh, milady...” disse l'anziano colonnello ad Altea “... i giovani non comprendono mai la vera bellezza...”
Ma proprio in quel momento entrò Altafonte. “Colonnello...” avvicinandosi all'anziano “... sempre a fare il galante, vero?” Rise. “Ma temo che sia l'ora di riposare per voi.” “Sciocchezze, ragazzo mio!” Esclamò il colonnello. “Basta una bella donna e mi sento rinvigorito!” “Rammentate? Dovete prendere la vostra medicina.” Fissandolo Altafonte. “Che medicina?” “Ma come?” Prendendolo sottobraccio il cavaliere. “Domani siamo attesi per quel safari e bisogna che prendiate la medicina contro la malaria e il morso di qualche insetto tropicale.” “Per Bacco, è vero...” annuì il vecchio “... ci sarete anche voi, vero?” “Naturale.” Ridendo Altafonte. “Su, ora salutate lady Altea e andate a prendere la vostra medicina.” “Stasera orata o salmone?” “Direi salmone.” Rispose il cavaliere. “Ragazzo mio...” sottovoce il colonnello “... niente male la dama...” indicando Altea “... posso darvi un consiglio? Buttatevi!” Rise. “Eh, avessi io la vostra età!” E uscì dalla stanza. “Salute, milady...” rivolgendosi Altafonte con un inchino ad Altea “... mi spiace sapere di non vedervi al ballo... spero cambierete idea, così non mi costringerete ad andarci da solo... quanto alla lettera che avete trovato... ho solo fatto delle ricerche riguardo alla casa prima di prenderla in affitto... tutto qui... tuttavia lasciare quella casa da parte vostra non mi sembra una buona idea...” fece con naturalezza. Ma poi le successive parole della donna lo turbarono. “Mi spiace per quel ragazzo...” mormorò con lo sguardo divenuto cupo di colpo “... ma temo di non poter fare nulla... d'altronde vi è una giustizia e deve seguire il suo corso...” |
Velv sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Massi...” disse poi “... magari, quando questa storia sarà finita, avremo guadagnato tanto di quel denaro da poter vivere come più ci piace... chissà, magari andrà proprio così...” si versò altro vino e ne offrì un bicchiere ad Elisabeth “... solo un sorso però... le dame non bevono mai in pubblico, rammentate... comunque... come vi dicevo, voi sarete una dama ricca ed amante dell'arte... io invece sarò il vostro accompagnatore... non so ancora, forse un notaio o magari un avvocato... appena avremo informazioni su quel quadro, comincerà la nostra recita...” In quel momento ritornarono gli altri due suoi compagni. “Allora?” Fissandoli Velv. “Abbiamo preso alcuni libri che parlano di quel quadro...” fece uno dei due “... sembra abbia una storia interessante quell'opera...” Velv allora cominciò a sfogliare quei libri. |
Ascoltai sbigottita le parole tra il Cavaliere e il colonello...l'uomo non era in sè ovviamente, ma sorrisi..l'occhio per le donne era ancora buono.
Alle parole del Cavaliere trasalii...mille dubbi mi vennero in mente, lo guardavo ora negli occhi ero vicina a lui.."Non...si può fare nulla per quel ragazzo?Ma cosa ha fatto di male..scusate ma questa non è giustizia" scrollai le spalle pensando a quel vecchio padre che aspettava la grazia per il proprio figlio. Rialzai il capo e lo fissai e mi avvicinai a lui, un nodo in gola..."Dovete andare solo al ballo?E come mi presentere ditemi...vostra cugina?Una parente lontana..o la dama di compagnia?Sono solo una sciocca..non vi siete accorto dei miei sentimenti per voi..ecco perchè voglio allontarmi da Voi, non vi è peggior cosa di un sentimento negato..e voi...me lo negate..fino ad ora mai provai tutto questo per nessuno": Presi un fazzoletto asciugandomi le lacrime, lo guardai e presi in silenzio la strada del corridoio. |
“Già...” disse Altafonte ad Altea “... ma nessuno ha detto che la giustizia deve essere equa... del resto l'amministrano gli uomini, non Dio...” era cupo in volto “... infondo la vita non è altro che un'immensa tragedia...” scosse il capo.
Ma poi quelle ultime parole di Altea lo colpirono. “Aspettate...” rincorrendola e prendendola per mano “... non siate sciocca...” asciugandole le lacrime col suo prezioso fazzoletto di batista “... non sapete nulla di me... non si può provare qualcosa per chi non si conosce davvero... verrete al ballo insieme a me... e vi presenterò per ciò che siete... una nobile dama che accompagnerà il Cavaliere di Altafonte...” |
Camminavo in preda alla collera quando sentii afferrarmi la mano, mi volsi ed era la sua..mi asciugò il volto col suo fazzoletto e ascoltai le sue parole sorridendo.."E voi che sapete di me?Potrei essere una approffittatrice, che finge per avere benefici da voi..l'Amore..quello Vero mio Cavaliere...lo si capisce subito e a prima vista..e io vi apprezzo per quello che siete o come siete..d'altronde ho capito che siete una persona misteriosa".
Un gesto improvviso mi strinsi forte a lui..."Datemi una possibilità..capirete che sono una persona sincera, e che merito il vostro Amore..e d'accordo verrò a quel ballo". |
Altafonte ascoltò Altea e poi le sorrise teneramente.
“Se non vi ritenessi una donna sincera” disse “non vi avrei certo aperto le porte della mia casa... sono lieto che ci abbiate ripensato... sarei andato da solo a quel ballo... e poi...” accennò un sorriso e i suoi occhi tornarono a splendere, abbandonando quel velo cupo che li aveva velati “... avete visto, no? Il colonnello ha un debole per voi...” rise di gusto “... non vogliamo certo deluderlo...” estrasse da una tasca un piccolo scrigno d'argento con un rubino incastonato al centro “... apritelo solo quando vi sarete vestita per il ballo... come Cenerentola prima del ballo di Mezzanotte...” e mise quello scrigno nella mano di Altea “... ora credo che dobbiate riposare... il ballo è domani... e credetemi, non vi sono fantasmi in quella casa...” e le fece l'occhiolino. |
Clio e Roberto, così, uscirono in giardino e fu loro servito un tè con pasticcini vari.
“Lo so che non è facile essere se stessi” disse Fiosari alla ragazza “quando il proprio fratello è rinchiuso in una prigione, col rischio di essere giustiziato ingiustamente...” la fissò teneramente “... ma non temere... riusciremo a farlo uscire... troveremo Mirabole e consegneremo il suo vero nome al viceprocuratore...” prese la sua mano e la strinse “... e io non voglio saperti triste...” le sorrise. Poco dopo lasciarono il palazzo in sella a due magnifici cavalli del Gargano. Galopparono fin verso le colline, fino a raggiungere un luogo isolato. Qui l'unica costruzione a sorgere era una piccola cappellina visibile in lontananza, che riproduceva in tutto le fattezze di una delle chiese più importanti di Sygma. “Non ero mai stato quassù...” mormorò Roberto. E i due ragazzi si accorsero di qualcuno accanto alla cappellina. Era una ragazza e recitava una sorta di filastrocca: “Chissà che faccia avrà... Chi lo sa chi egli mai sarà... So solo che Mirabole è il suo nome... Egli verrà stanotte, anche se non so come... Forse cercherà tesori, forse gioielli, ma verrà... E io che nulla ho, il mio cuore ogni suo battito gli darà...” http://25.media.tumblr.com/tumblr_m7...8ugro1_500.jpg |
Ero rimasta per lunghi minuti immobile, fissando la porta oltre cui era scomparso...
tremavo... ogni singolo centimetro del mio corpo tremava... tremavo per le sue parole e per i suoi occhi talvolta così cupi, tremavo per la sua voce calda quando parlava del passato, tremavo per le sue braccia e per l’audacia dei suoi gesti... tremavo così forte che mi occorsero parecchi minuti in più per realizzare ciò che aveva detto all’inizio... ...sapete, si dice che a Santa Felicita ci sia stato quel ladro... quel Mirabole... ...sospetti verso la mia persona... ...quel Mirabole... ...accusa di furto... Spalancai gli occhi. Fu un attimo, un flash. Spalancai gli occhi e mi coprii la bocca con la mano. Era follia. Si, era follia quell’idea. Pura follia. Eppure... Esitai... non poteva! Non poteva essere così folle! Neanche lui era così folle! Sollevai gli occhi sul servitore davanti a me... se ne stava lì, con quella sua aria gentile e discreta... lo fissai per un istante. Poi, improvvisamente, mi riscossi. e così, mormorando un piccolo ‘grazie’ all’uomo, uscii dalla stanza quasi di corsa... percorsi in quel modo in corridoio e mi precipitai giù per la scala. Avvivai nel cortile quasi come una furia, individuai il mio cavallo e subito mi precipitai verso di esso, balzandogli in groppa e partendo subito al galoppo... al galoppo uscii dal palazzo e presi la strada, al galoppo varcai le porte della città e mi diressi verso le colline. La mia mente era piena di immagini, di sensazioni, di emozioni... era piena di quella voce calda e di quegli occhi chiari... Galoppavo senza guardarmi intorno finché, all’improvviso, il cavallo si impennò, fermandosi... io gridai, colta alla sprovvista, e dovetti tenermi forte per restare in sella... chiusi gli occhi ed, infine, ripresi fiato: dovevo calmarmi, pensai. |
Talia era così scappata via dal palazzo di Altafonte.
Aveva cavalcato fino ad uscire dalla città, fino ad imboccare la direzione che dava sulle colline. Ma il suo cavallo, imbizzarrendosi all'improvviso, arrestò la sua corsa in alta campagna. Nei pressi di un piccolo cimitero. E tra le varie lapidi, la ragazza vide qualcuno. Era il becchino intento a scavare una nuova fossa. Ne aveva scavato già due prima di quella. E proprio in quel momento si accorse di Talia. Era un uomo dai tratti villani, i modi grezzi e con abiti che tradivano la sua bassissima estrazione sociale. “Bella dama...” disse alla ragazza “... il cimitero è chiuso... solo lui può venire ora qui... lui e nessun altro...” rise in modo ingenuo “... lui mi ha già dato del denaro... e me ne darà ancora quando ucciderà coloro destinati a riposare in queste fosse...” e restò a fissarla. http://25.media.tumblr.com/tumblr_lk...yq7wo1_500.jpg |
Respiravo forte... velocemente... ero in preda a mille e più sensazioni, a mille turbamenti dell’anima...
e fu probabilmente per questo motivo che non mi accorsi subito di dov’ero... non me ne accorsi finché non udii quella voce... Citazione:
il cavallo si era fermato proprio accanto al basso muretto di cinta del piccolissimo cimitero... i miei occhi vagarono tra le antiche lapidi, sulla piccola e malmessa cappellina centrale, fino all’uomo che aveva parlato. Era, questi, un uomo dall’aspetto semplice e dai modi sgraziati, se ne stava appoggiato alla sua pala proprio accanto alle tre fosse che stava scavando, l’una accanto all’altra, presso il margine estremo... lo fissai, come sorpresa dalle sue parole... “Lui?” mormorai, spronando appena il cavallo e accostandomi ancora al muretto, facendomi così anche più presso all’uomo “Chi è ‘lui’? Per chi sono le fosse che avete scavato?” |
Presi dalla sua mano il bicchiere e bevvi a piccoli sorsi.....Le Dame non bevevano...era assurdo.....Poi entrarono gli uomini di Velv.....avevano dei libri.....trattavano di arte ed del famoso dipinto.......ero ancora vicino al letto quandolo vidi sedere sulla poltrona ed aprire il primo libro......." Un quadro dai colori straordinari......dipinto da mani straordinarie e dalla mente di un poeta.......e' impossibile immaginare una cosa così fantastica.....ma e' troppo vera...e troppe persone stanno rischiando per questa meraviglia..........sarete il mio accompagnatore......da chi sarebbe più utile essere accompagnata..da un avvocato o da un notaio ?......nel caso in cui magari....questo quadro avesse un prezzo, anche se....penso che la persona che abbia commissionato questo furto......pagherà quanto mai potremmo pagare......non chiedetemi perché lo so.......ma credo che le cose per Azable siano andate così........"......mi accovacciai in ginocchio accanto a Velv per continuare a leggere e guardare.....appoggiando il mio viso al bracciolo della poltrona.....saremmo mai riusciti nel nostro intento ?......non avevo più quella certezza che avvolge le persone sicure al mille per mille.......pensavo al Capo........e se fosse stato meglio cercare lui ?....o se forse in entrambi i casi la strada.....fosse stata la stessa ?.........mi addormentai accanto ai suoi piedi........le cose saranno andate come era destino che andassero......altro non potevo fare....
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Mi scostai da lui..ascoltando le sue parole e il mio animo ritornò di mille colori come dopo un improvviso temporale.
Mi trovai tra le mani quel piccolo scrigno in argento e osservavo il rubino incastonato che dava bagliori rossastri.."E' per me...oh sono molto curiosa ora milord..ma manterrò la promessa, lo aprirò solo dopo aver indossato il vestito per il ballo reale..anche perchè non dovesse svanire per magia come un incantesimo" e sorridendo lo baciai sulla guancia e lo guardai negli occhi..."Avete ragione ho bisogno di riposare...per essere bella domani non per il ballo ma per voi" e uscii dal Palazzo. Ritornai verso la dimora dei Castelflorenzio ma cercai di scacciare quei pensieri che mi avrebbero turbato.."Mardhuan, vedi questo scrigno con rubino? Me lo ha dato il vostro padrone..e io non mi fido di Madama Irene e di tenerlo in casa..conservatelo e me lo darete quando vi dirò io" e consegnai lo scrigno al guerriero orientale..."E mi raccomando, se mai non dovessi vedermi dovete avvisare il vostro padrone perchè io vi dirò sempre ogni mia mossa. Arrivati a casa vidi un servitore e gli comunicai di dire a Madama Irene di far venire la parrucchiera in casa perchè avevo cambiato idea e sarei andata al ballo reale e quindi di svegliarmi presto. Andai nella mia stanza, mi sedetti e fu inevitabile...li mi fissava lady Vittoria da quel quadro e bisbigliai..."Mia nonna diceva non è dei morti che si deve aver paura...ma dei vivi..quelli..oh si possono farti del male". Mi svestii di fretta, indossai la camicia di seta e mi infilai nel letto e sperai non avessi avuto i soliti incubi e mi addormentai subito. |
Il paesaggio attorno a noi era davvero incantevole, i colori delle colline, il vento leggero, il paesaggio autunnale.
Quella passeggiata mi diede nuova pace e un po' di serenità. D'altro canto, avevamo sempre amato quelle cavalcate, anche se la vegetazione era molto diversa, stretta com'era tra il monte e il mare. Colline dolci come quelle, non se ne trovavano facilmente. Una cappellina si ergeva solitaria tra la vegetazione e, senza accorgercene, ci avvicinammo. Sorrisi nel sentire le parole pronunciate dalla donna. "A quanto pare è un rubacuori, il nostro Mirabole.." dissi a Roberto, per poi avvicinarmi ancor di più alla costruzione. Scesi da cavallo e salutai la ragazza con un cenno del capo. "Salute a voi.." dissi gentilmente "..perdonate, ma non ho potuto fare a meno di ascoltare le vostre parole.. pare che in città non si parli d'altro che di Mirabole.." mi guardai attorno "...sapreste dirci che posto è questo? Io non sono di queste parti, ma mio cugino sostiene di non averlo mai visto.." sorrisi "E' davvero incantevole.." sussurrai appena. |
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