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L' arrogante cavaliere mi prese per il mento e assaporò con passione le mie coralline labbra. Rimasi con gli occhi spalancati. Poi, mi ripresi dall' atto improvviso e lo spinsi indietro con forza.
Disgustata ed indignata gridai: "Ma cosa vi è saltato in mente?....Avete perso il senno della ragione?...Vi divertite a prendervi gioco di me, non è vero!?!...Dovete solo ringraziare il Cielo che siete il figlio di Lady Isolde, altrimenti vi avrei già trasformato in una bella statua di ghiaccio!.....E poi...il mio canto lo faccio ascoltare solamente a Sir Riccardo!". Oh Riccardo, cosa avrei dato per averti qui con me! Se non avessi avuto questa maledizione, sarei rimasta con te a sfidare il Cavaliere della Morte. Eppure strano che il Cupo Mietitore ci avesse salvato e poi ti volesse portare via con lui. Comunque, io sono convinta che si è trattato di un errore e che il Mietitore ti abbia lasciato in vita. Lo sento....lo sento che sei ancora vivo. E chissà? Forse sei diventato il braccio destro del Cavaliere della Morte. "Allora?....Perchè mi avete baciata senza motivo?" chiesi ancora irritata da quel gesto. Strinsi con una mano il crocifisso celtico di oro bianco e mentalmente pregai Dio di aiutarmi. http://i60.tinypic.com/2uidguo.jpg (IL MIO RICCARDO <3) |
La porta si aprii lentamente, entrai e la richiusi piano mentre la stanza appena in penombra era inebriata dalla musica dell'organo.
Rimasi addosso alla porta, per evitare qualcuno entrasse. Il pianista si accorse subito della mia presenza, smise di suonare e con stupore mi rivolse la parola, ora riuscivo a vederlo bene...era proprio il ragazzo del ritratto..il vero padrone del castello. Abbassai la spada, il cuore batteva in fretta, mille domande nella mia mente...perchè mai non dovevo vederlo? "Milord, mi chiamo Altea.." mi staccai dalla porta per parlare con lui, mi avvicinai a lui seduto in una seggiola di fronte all' organo "la gente del vostro Borgo mi ha spinto di proposito fin qui nel vostro maniero e non capisco il motivo...so tutto..tutto di ciò che vi è successo, lo sapete vero se mi scopre ora quell'uomo sono dei guai per me, mi ha intimato di rimanere qui fino il primo Venerdi del mese...ditemi, presto, in cosa consiste la vostra maledizione e che rimedio la può annullare...sono pronta a aiutare voi e quindi pure la gente di questo maniero e del Borgo..io stessa stavo per essere vittima di quella donna..quella strega e suo figlio...solo sono stata forte e non ho creduto in loro, ma nel Signore..ma è una lunga storia. Sono qui per salvarvi..non abbiate timore, lo sapete non posso rischiare, devo tornare immediatamente nella mia camera". Lo guardavo negli occhi e lui mi ascoltava turbato e in silenzio...era bello, il suo sguardo dagli occhi neri profondi era inquieto...ma perchè non si rivoltava contro quel uomo invece di rimanere qui fermo a suonare. Gli sorrisi leggermente..speravo si fidasse di me. http://i58.tinypic.com/mwr79d.jpg |
" Siete un gran Cavaliere...mi avete dimostrato che non state attentando alla mia vita........anche perchè credo che bastino le anime di tutti gli abitanti di questo posto......bene....andiamo allora..."......e così fu, la strada che porta al cimitero non era difficile da trovare era un pò fuori le mura del villaggio......spostai il cancelletto socchiuso, faceva rumore come se non fosse stato aperto da tempo, ed incominciammo a guardarci intorno.....c'era tanta gente sepolta, alcuni molto anziani altri giovani......ero presa dall'osservare i loro nomi e la data di nascita e di morte quando Daizer....mi ricordò per quale motivo fossimo andati a la cimitero quella mattina....." Siete come tutti gli uomini vi spazientite troppo presto.....non sto mica perdendo tempo tra le bancarelle del mercato.....avete di meglio da fare stamattina ?.....e poi quando dico che ho sognato e' perchè e' successo ed e' successo anche che mi e' stato detto dove troveremo la tomba......guardate lì ...sotto quell'albero di acacia....".....puntai il mio dito indice in direzione di un bellissimo albero di acacia...fiorito....una macchia di giallo meravigliosa, in un posto così desolato.........la vita con la morte......" C'e' un Angelo vegliante e la terza tomba a destra e' quella della persona in questione.....ha detto che se avessi pulito la sua lapide avrei potuto leggerne il nome......che facciamo andiamo a vedere ?......"........così mi inoltrai tra tombe intatte ed altre completamente distrutte, potevo vedere le ossa uscire dalla terra...sembravano mescolarsi le une con le altre.......sino a quando arrivai ad un meraviglioso Angelo Vegliante.......era una scultura bellissima.....ebbi la sensazione che si muovesse...che anche lui indicasse........mi dissi che erano le mele di Daizer......ed incominciai a contare....." Una...due e tre...".....mi voltai in modo che la tomba mi fosse proprio difronte..........la terra era smossa......ma non da poco...era secca,la presi tra le mani e sembrava sabbia.....andai verso la lapide....." Daizer......mi date una mano a vedere chi e' la persona a cui dobbiamo degna sepoltura ?......".......
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Daizer, allora, avvicinatosi alla lapide indicata da Elisabeth, cominciò a rimuovere il terreno che attorno ad essa si era ammassato, strappando via anche gli sterpi e le radici che col tempo erano cresciute intorno a quella stele.
“Capire a chi appartiene” disse il contrabbandiere “non credo sia facilissimo... praticamente la lastra è tutta consumata dal tempo e dall'umidità... speriamo almeno ci sia qualcosa sotto questo terreno che ci dia indizi...” Daizer alla fine riuscì a liberare i bordi della lapide, tirandola così via dal terreno. Con un ramo pietrificato iniziò poi a scavare nella buca che si era venuta a formare. Dopo un po' riuscì a trovare una piccola sepoltura. Si trattava di una cassa di legno, coperta da cocci di tegole di terracotta. Tolse allora quella semplice copertura e con loro grande sorpresa i due scoprirono che la cassa era vuota. “Qualcuno è arrivato prima di noi...” mormorò Daizer. Tornò a fissare la lapide e si accorse che vi erano delle tracce. Qualcosa era stato inciso sulla pietra sepolcrale. “C'è una scritta...” cercando di pulirla “... ma non riesco a leggere cosa dice...” tirò allora qualcosa fuori dalla tasca. Era una mela. “Forse ho fatto bene a non mangiarla stamani...” cominciando a strofinarla su ciò che restava della scritta sulla lapide. E il rossastro succo causato dalla buccia della mela mise in evidenza alcune lettere sulla pietra. “Credo sia un nome...” cercando di leggere il contrabbandiere “... mi sembra... si, leggo... Comino... Comino Man... non è chiaro, non riesco a capire cosa ci sia scritto... ah, si, forse si... Comino Maniscalco...” Ad un tratto i due sentirono qualcuno canticchiare. Era un campagnolo che tornando dalla campagna sul suo carro canticchiava una canzone. |
Annuii a Gufo Scarlatto, con gli occhi fermi nei suoi.
"Bene, la spedizione partirà domattina..." dissi semplicemente, per poi girarmi "Andiamo soldati..". Non degnai d'uno sguardo Guisgard, se era troppo altezzoso per accettare l'aiuto che gli veniva offerto, erano affari suoi. Io la mia parte l'avevo fatta, se al posto di ridermi in faccia avesse chinato la cresta, non sarebbe stato costretto a subire le angherie di Gufo Scarlatto. Per quanto mi riguardava, se l'era voluto. Non potevo certo biasimarlo, anche io avrei sopportato qualunque situazione pur di non dover dire grazie a nessuno. Ma ero certa che avrebbe rimpianto amaramente di non aver accettato la mia offerta di libertà. Pensava persino che lo volessi tenere per me. Questo significava una cosa sola: non mi aveva ascoltato. Avevo detto chiaramente che lo avrei liberato perché un cavaliere non può essere fatto schiavo. Ma probabilmente gli faceva comodo pensare così. Ripensai a Fraven, pensava davvero che mostrare ad un ragazzino come si tiene in mano una spada possa fare di lui un cavaliere? Se fosse così semplice lo farebbero tutti. Mi augurai vivamente che il piccolo seguisse le mie indicazioni così, con impegno e dedizione, sarebbe davvero diventato un cavaliere. Congedai i miei soldati, per poi salire le scale che portavano al piano nobile. Un flebile raggio di sole colpì la finestra, costringendomi a guardare la bellezza lussureggiante del giardino, avvolta nella calda luce del tramonto. Era tardi ormai, ancora poche ore e il giorno avrebbe lasciato posto alla sera. Quella sera. “Presto sarà l'alba...” fece lui “... e sarà giorno... ma ci sarò anche io domani ad assistere al tuo duello... se cercherai i miei occhi fra la folla, allora li riconoscerai... sta tranquilla, sarò prudente e nessuno potrà vedermi...” la fissò e sorrise “... quanto sei bella, Clio...” sospirò “... perderei la testa non solo per i tuoi occhi azzurri come il cielo, ma per ognuna di quelle tue cicatrici...” rise appena “... sei bella come la pioggia inclemente di questi giorni, che cela forme e colori, lasciando al cuore l'immaginazione per fantasticarci su...” le accarezzò dolcemente i capelli “... si dice che Amore adoperi delle frecce per le sue imprese... ma a te è servita una spada per trafiggermi il cuore...” il suo sorriso svanì ed i suoi occhi penetrarono ancor più in quelli di lei “... voglio sposarti...” mormorò “... si, sposarti... domani sera, lontano da tutti e da tutto... si, domani, dopo quel duello... così capirai quanto io mi fidi di te... di te e della tua abilità... così che tu non possa più dubitare che non ti vorrei diversa da ciò che sei, Clio...” ed un caldo bacio consacrò quelle parole d'amore. Per quanto ci provassi, non riuscivo a pensare ad altro. Se solo non gli avessi detto nulla del duello. Se solo non fossi andata da lui quella sera, sarebbe sano e salvo. Certo, forse staremmo ancora tenendo per noi i sentimenti. Ma avrei preferito saperlo salvo e indifferente, che innamorato e in fin di vita. C'era un unico posto dove avrei voluto essere. In poco tempo, raggiunsi la stanza dove giaceva Karel. Salutai i soldati di guardia, raccomandando loro di non abbandonare le loro posizioni, ed entrai. Filtrava a malapena un fascio di luce, ma potevo vedere chiaramente il suo viso. Trattenere le lacrime sembrava un'impresa impossibile. Mi inginocchiai accanto al letto, stringendo la sua mano, così pallida e fredda. Era terribile sentirsi impotente. Tutto ciò che potevo fare era pregare, e pregai in silenzio per lungo tempo, portando di tanto in tanto la sua mano alle labbra per un breve istante. Finchè capii, forse c'era qualcosa che potevo fare. Avrei dovuto farlo dal primo momento. Un voto. Un voto è molto più forte e potente di una preghiera. Troppo comodo chiedere senza dare nulla in cambio. Sguainai la spada e la appoggiai sul bordo del letto. "Salvatelo.." mormorai, pianissimo "E io rinuncerò a quest'uniforme, a questa spada che sono parte di me.. combatterò solo in caso di necessità.." restai a fissare il suo bellissimo viso "Preferisco essere una semplice donna e averti con me, che essere il miglior soldato di questo regno ma non vedere più i tuoi occhi.. ma se non è questo che volete, se c'è altro che posso offrirvi, allora mostratemi la via... sono pronta a fare qualunque cosa per salvarlo..." strinsi la mano "Ti prego.." mormorai tra le lacrime "Ti prego apri gli occhi.. ti prego torna da me...". |
L'uomo fissò Altea, sorrise appena e poi tornò a suonare.
Stavolta però era una musica lenta, quasi un sottofondo. “Forse non dovevate giungere qui...” disse su quelle note che scorrevano “... dovevate tenervi lontana da questo castello... ed anche da questa stanza, temo...” parlava con gli occhi chiusi, mentre le sue mani continuavano a scivolare sicure sui tasti dell'organo “... la maledizione...” mormorò “... è stata imposta per consentire a quell'essere grottesco di dimorare nel mio castello... ma oltre a dividerci questo maniero, dobbiamo spartirci anche il giorno e la notte... così, mentre lui dorme appena il Sole tramonta, io resto sveglio fino all'alba, per poi cadere addormentato quando il giorno comincia... allora lui si desta e resta sveglio fino al giungere di una nuova notte... e così sarà, fino alla morte di entrambi...” |
Clio era là, al capezzale di Karen.
Lo fissava nel suo silenzioso pallore, reso quasi irreale nell'incerto chiarore dell'unica candela che, accanto al letto del principe, illuminava la stanza. Ad un tratto la ragazza udì dei passi. Era Nestos. “Sono riuscito a far scendere un po' la febbre...” disse lui “... l'impacco che ho preparato dovrebbe arrestare almeno in parte l'infezione...” sorrise lievemente alla ragazza “... perdonate, ma non ho potuto evitare di ascoltarvi... l'amate... e molto... da piccolo mi piaceva leggere una poesiola... ora non ricordo più i versi esatti, ma parlava di un Fiore... un Fiore Azzurro, capace di guarire i mali del cuore... ed il vostro sanguina, milady... ma sono certo che le vostre preghiere verranno ascoltate lassù...” Ma proprio in quel momento si udì un spaventoso boato, che fece sussultare l'intero palazzo. Un attimo dopo grida disperate e voci confuse si udirono giungere da ogni dove. |
A quelle parole risentite di Eilonwy, il giovane cavaliere rise.
“Si, una statua di ghiaccio...” disse divertito “... ma poi la vostra bellezza ed il vostro fascino sapranno di certo farlo sciogliere quel ghiaccio.” E le fece l'occhiolino. “Comunque” fece poi “vi ho baciata perchè quando vedo una bella ragazza, poi non so resistere...” prese la mano di lei e la baciò “...e posso dire che le vostre labbra hanno un sapore dolcissimo... come un frutto acerbo in superficie, ma che poi, sotto la buccia, nasconde una polpa simile al più armonioso dei nettari...” baciò ancora la sua bianca mano “... chi sarebbe questo sir Riccardo?” Chiese poi alla ragazza. “Forse un mio rivale nella corsa al vostro cuore?” |
Guisgard fu portato via dai mercenari di Gufo Scarlatto.
Tornarono alla loro caserma ed il cavaliere fu condotto nelle prigioni, dove si trovavano altri uomini. Erano perlopiù disertori che avevano tentato di lasciare la compagnia e prigionieri catturati in battaglia. Qui Guisgard fu legato ad un palo di legno. “Con te” disse Gufo al cavaliere “ho sbagliato sin dall'inizio... si, ho cercato di andare d'accordo, di farti essere uno dei miei, quando invece avrei dovuto usare la frusta... ma io non commetto mai due volte lo stesso errore... ora capirai che ogni mio ordine qui è legge... stanotte perderai ogni possibilità di tornare un uomo libero...” Uno dei suoi, infatti, stava arroventando un ferro tra carboni roventi. “Ora ti marchierò a sangue...” continuò Gufo “... si, imprimerò il segno infamante degli schiavi per sempre sulla tua pelle... e lo premerò così forte, da arrivare a marchiarti anche le carni...” prese allora il ferro dalle mani del suo soldato e si avvicinò a Guisgard. Un altro di quei mercenari strappò la giubba del cavaliere, lasciandogli la schiena nuda. Guisgard fissava il ferro rovente che si avvicinava sempre più alla sua pelle per segnarlo per sempre. Ma proprio in quel momento si udì una devastante esplosione, che sembrò quasi lacerare le solide mura della caserma. “Cosa accade?” Urlò Gufo. “Un'esplosione, capo!” Rispose uno dei suoi. I mercenari corsero allora fuori a vedere, lasciando un solo uomo di guardia ai prigionieri. Ma approfittando della confusione, Guisgard, che aveva gambe e piedi liberi, con un calcio colpì alle spalle il mercenario di guardia, tramortendolo. “Presto...” rivolgendosi poi ad uno dei prigionieri “... cerca nei suoi vestiti le chiavi per uscire di qui... ma prima col suo pugnale taglia le corde che mi tengono legato a questo palo!” Un attimo dopo Guisgard era libero. “Cosa facciamo?” Chiese uno di quei prigionieri. “Non sappiamo neanche cosa può essere successo là fuori...” “Qualsiasi cosa sia successa” fece Guisgard “è per noi assai opportuna...” “Cosa vuoi dire?” “Che ora torneremo ad essere liberi...” fissando tutti loro il cavaliere “... andiamo e cerchiamo come uscire da questo posto!” http://www.ciakhollywood.com/hp/capi...N_BLOOD-12.jpg |
Stava per baciarmi in modo galante la mia pallida mano, ma subito la ritirai con freddezza.
"Fate poco lo spaccone e il seduttore con me, perchè non ci casco!.....Chi è Sir Riccardo?....E' il mio amato promesso sposo..." dissi mentendo"....E adesso portatemi da vostra madre. Non sono venuta qui per perdere tempo con voi!" Detto questo lo guardai negli occhi. http://i62.tinypic.com/29er51k.jpg |
Daizer era un macchina da guerra....non si fermava mai un secondo....appena trovata la lapide....cominciò a pulirla dalle erbacce......da piccole pietre che col tempo avevano fatto sì che la lapide potesse ancorarsi ancora più saldamente al terreno...e poi dopo un pò di duro lavoro, un movimento brusco ed essa fu tolta dal terreno.......la poggiò al suolo....e guardammo insieme nella buca...una cassa, devo dire che ero molto curiosa......un uomo...una donna ?.....forse avremmo trovato delle cose che appartenevano al defunto......Daizer l'aprì......ero delusa....e guardando lui non ero la sola....." Una cassa vuota.....e due frammenti in nostro possesso...per fare uno scheletro...dovremo passare tutte le notti in quella Chiesa....per quante ossa ha un corpo umano diventeremo vecchi........".....andai vicino alla lapide.....e con la mano....spolverai quella pietra consumata dall'acqua..dal vento.....forse Daizer lesse la mia delusione e in maniera canzonatoria....prese una mela dalla sua tasca, e cominciò...a strofinarla sulla pietra.......la stava lavando, quel succo dolce che mi aveva riempito la bocca la mattina...stava facendo ancora qualcosa di buono per me, e mi venne in mente mio padre, fu solo un momento.......mai fermasi all'apparenza......il nome apparve " Comino Maniscalco....Daizer che fortuna, non solo sappiamo come si chiama ma ne conosciamo anche il mestiere........ora cosa facciamo...deponiamo le due ossa nella cassa la seppelliamo e vediamo che succede.......e....."...e poi fummo interrotti....un contadino, era giorno....una anima viva....un contadino sul suo carro......o Signore.....potevamo chiedere.....certo eravamo fuori le mura quindi il mistero poteva essere svanito.......forse era per questo che avevamo incontrato i boscaioli........oppure perchè stava arrivando la sera.......basta pensare......." Sentite anche voi Daizer......e' uno come noi....vivo voglio dire almeno di giorno......intendo che io non dormo e che quindi puoi sentirlo......sta canticchiando una canzone, io l'ho gia' sentita.....si da un Bardo nel Borgo dove c'e' il convento......e' strano....ma se l' ascoltate ha molto della nostra storia........."....e mentre l'ascoltavo gli andai incontro.....
Seconda stella a destra questo e' il cammino e poi dritto fino al mattino poi la strada la trovi da te porta all'isola che non c'e'. forse questo ti sembrera' strano ma la ragione ti ha un po' preso la mano ed ora sei quasi convinto che non puo' esistere un'isola che non c'e'. e a pensarci che pazzia e' una favola e' solo fantasia e chi e' saggio chi e' maturo lo sa non puo' esistere nella realta'. son d'accordo con voi non esiste una terra dove non ci son santi ne' eroi e se non ci son ladri se non c'e' mai la guerra forse e' proprio l'isola che non c'e'... che non c'e'... e non e' un'invenzione e neanche un gioco di parole se ci credi ti basta perche' poi la strada la trovi da te... son d'accordo con voi niente ladri e gendarmi ma che razza di isola e' niente odio e violenza ne' soldati ne' armi forse e' proprio l'isola che non c'e'... che non c'e'... seconda stella a destra questo e' il cammino e poi dritto fino al mattino non ti puoi sbagliare perche' quella e' l'isola che non c'e'... e ti prendono in giro se continui a cercarla ma non darti per vinto perche' chi ci ha gia' rinunciato e ti ride alle spalle forse e' ancora piu' pazzo di te ( il testo E.Bennato) |
Vidi sul suo volto un leggero sorriso contraccambiare il mio e provai una leggera sensazione.
I suoi lineamenti a quel sorriso si fecero ancora più aggraziati rispetto a quello già che erano e i suoi profondi occhi neri ebbero quasi un barlume di lucentezza ma si richiusero subito e riprese una lenta melodia mentre narrava della maledizione. Rabbrividii a quelle ultime parole..."e così sarà, fino alla morte di entrambi...” . Mi voltai verso di lui e lo fissai, istintivamente gli posi la mia mano sopra la sua impedendogli così di continuare a suonare.."Così egli dorme ora?E perchè rimanete chiuso in questa stanza e non uscite, siete voi ora il padrone del castello." Rimasi un attimo perplessa, mi chiedevo come mai la maledizione a sua volta coinvolgeva pure l'uomo che si era impossessato del maniero. "Perchè voi e Madama Geroa non volete dirmi come fare per sconfiggere la maledizione? Un rimedio deve esserci ed io voglio aiutarvi..nemmeno la gente del Borgo può continuare a vivere in questo modo, io li ho visti e sono spaventati e avviliti, ma forse avete ragione e non sono affari miei e non avrei nemmeno dovuto avventurarmi fino la vostra stanza". Ma gli strinsi la mano e lo alzai dalla seggiola..."Andiamo in giardino milord, ha smesso di piovere e la Luna splende..guardate..non dovete amareggiarvi, non dovete subire passivamente..e io sarò qui fino al primo Venerdi del mese, quel uomo ha posto una rosa sul mio capo e se andrò via prima cambierà colore e non so nemmeno che potrebbe accadermi se scappassi...così potrete dirmi come fare per aiutarvi". Quel ragazzo mi dava una strana sensazione e sentivo dovevo aiutarlo, sconfiggere i demoni del Male...anche se non sapevo nemmeno io più dove stava la verità. http://i62.tinypic.com/1r44tt.jpg |
Sorrisi a Nestos, possibile che non riuscissi mai a restare sola con lui?
"Vi ringrazio per la premura, ma immagino capirete che non sono informazioni che potete rivelare ad alcuno..." dissi, gentile, guardandolo negli occhi. Poi un boato mi fece sussultare. Cos'era stato? "Perdonate, devo andare.." dissi, uscendo frettolosamente dalla stanza, non prima di essermi girata una volta ancora verso il pallido volto di Karel. Tornerò presto, tornerò presto lo prometto... Mi lasciai la stanza alle spalle e raggiunsi con alcuni dei miei uomini che attendevano ordini il luogo da cui proveniva quel terrible boato. |
L'uomo sorrise ad Altea e chiuse gli occhi, come chi voleva assaporare emozioni e sensazioni racchiuse nel profondo del suo animo.
“Verrei con voi in giardino, credetemi...” disse, riaprendo poi gli occhi “... verrei in capo al mondo con una donna bella come voi... ma...” e si alzò. Fece allora un passo in avanti e restò immobile a fissare la bella avventuriera. Ed Altea, allora, si accorse di una cosa terribile. Una delle gambe di quel giovane uomo aveva un pesante anello di ferro attorno alla caviglia, bloccato da una spessa catena fissata al muro di pietra. “Ma come vedete” continuò dopo un attimo di silenzio “sono impossibilitato a lasciare questa stanza... questa mia prigione...” |
Elisabeth si avvicinò al carro del campagnolo.
“Salute a voi, madama.” Disse sorridendo il villano. “Cosa ci fa una bella signora come voi in un camposanto?” Poi si accorse di Daizer che avanzava verso di loro. “Fortunatamente non siete sola.” Annuì. “A quale città o paese è collegato questo cimitero?” Chiese il contrabbandiere. “In verità” rispose il campagnolo “questo cimitero era sorto vicino ad un vecchio villaggio che oggi non c'è più.” “E' disabitato?” Domandò Daizer. “Si.” Fece il villano. “Ormai sono anni che non ci vive più nessuno.” “Come mai?” “Non vi sono” spiegò il campagnolo “strade importanti, di quelle attraversate dai mercanti e dai pellegrini, nei paraggi. E poi le città più vicine sono a giorni di distanza. Briganti e barbari col tempo hanno devastato più volte il suo territorio, facendo si che nessuno più vi abitasse.” “Capisco...” annuì il contrabbandiere, per poi voltarsi a fissare Elisabeth. E nei suoi occhi la donna lesse inquietudine. “E col tempo” mormorò il campagnolo “sono sorte varie storie su quel villaggio.” “Che storie?” Incuriosito Daizer. “Leggende...” rivelò il villano. |
Clio corse verso l'uscita del palazzo.
Si udivano grida di paura e voci confuse un po' ovunque. Le guardie di palazzo erano agitate e si muovevano confuse tra le sale marmoree. E sull'accesso che dava al grande cortile, Clio vide due dei suoi fedelissimi. “Capitano...” disse uno dei due “... c'è stata un'esplosione... forse si tratta di un ennesimo attentato...” “Il boato” fece l'altro soldato “sembrava provenire dalla parte esterna al centro urbano... probabilmente l'esplosione è avvenuta nel quartieri della plebe...” In quel momento arrivò Bool con il suo seguito. “Capitano Clio...” avvicinandosi il Senatore Supremo alla ragazza “... le guardie del vescovo che perlustravano la città hanno riferito di una forte esplosione nei quartieri della plebe... lì le case sono quasi tutte di legno e i danni potrebbero essere davvero gravi...” “Senatore...” correndo verso di loro il Capitano della Guardia Ecclesiastica “... pare si tratti di un nuovo attentato...” “Maledetti ribelli!” Esclamò con rabbia Bool. “Ma non è tutto, eccellenza...” “Cos'altro è accaduto?” Fissandolo il senatore. “Sembra che qualcuno ne abbia approfittato...” fece il capitano delle milizie vescovili “... si stanno registrando infatti scene di saccheggio in città... e con esse anche omicidi e stupri...” “Chi sta facendo tutto questo?” “Alcuni testimoni” rivelò il capitano del vescovo “affermano che gli autori di tutto questo sono i mercenari di Gufo Scarlatto...” |
Il giovane cavaliere sorrise beffardo alle parole di Eilonwy.
“Nutro già una forte antipatia verso quel sir Riccardo” disse “e temo che alla prima occasione lo infilzerò a dovere...” la guardò con l'aria di chi è sicuro di se “... e non è detto che voi non facciate il tifo per me, damigella...” e rise “... volete andare da mia madre? Bene, siete fortunata. Perchè solo io so dove si trova adesso. Ma vi porterò da lei solo in cambio di un altro bacio...” |
Che cosa?
Non era possibile per la miseria!!! Un' altra volta? "Siete un maledetto approfittatore!.....Un vero cavaliere non si approfitta di una povera donzella!....Vi odio...vi odio.....siete il male fatto persona!" affermai molto infuriata Però era l' unico modo per farmi condurre da Isolde. Forse era meglio mettere da parte il mio orgoglio e fare ciò che mi aveva chiesto. "Va bene. Comunque, sappiate che vi odio profondamente!" dissi con la voglia di prenderlo a calci. Chiusi gli occhi e mi immaginai di baciare Sir Riccardo. Posai le sanguigne labbra sulle sue e lo baciai velocemente. Perdonami amore mio! "Adesso portatemi Isolde. Ve lo ordino!" ordinai a denti stretti. http://i62.tinypic.com/bg7lfm.jpg |
Il giovane cavaliere sorrise ad Eilonwy.
Si avvicinò allora alla ragazza, la guardò negli occhi e poi la strinse fra le braccia. Le sue labbra così raggiunsero quelle della ragazza e la baciò con passione. Fu un bacio lungo e profondo. “Non siete affatto male, damigella...” disse poi soddisfatto “... e sono sicuro che questo bacio è piaciuto anche a voi...” rise “... ed ora ditemi... cosa volete da mia madre? Perchè volete incontrarla?” |
Guardai inviperita quel figlio di una cagna e dissi: "Non mi è piaciuto affatto dato che non vi amo!.....Perchè devo andare da vostra madre?......Ma, per caso, siete sordo?...Vi ho appena detto che devo farmi togliere questa maledizione da lei. E non solo, anche il mio amico merlo deve farsela togliere dato che una volta era un principe".
Quel cavaliere proprio un mostro! Per quanto fosse bello e piacente, ogni volta che lo guardavo mi veniva la nausea. Perchè dovunque andavo incontravo uomini simili a Slathnir? Perchè ero tanto sfortunata? Chiusi gli occhi e pensai al mio amato. Subito mi ripresi. Con la punta della mano mi strofinai la bocca, come di chi ha posato le labbra su un rospo bavoso. Anche se baciare un rospo sarebbe stato piu' piacevole. http://i61.tinypic.com/2pshe2b.png |
Il mio sguardo rimaneva immobile a fissare la sua gamba...era prigioniero..non era possibile, alle sfortune si aggiungevano nuove sfortune..."Milord..." scossi il capo piena di rabbia " potrei fare in modo di liberarvi ma sarebbe pericoloso..per voi, per me e per il maniero..immagino quell' uomo venga a controllarvi e una volta spezzata la catena e quell'orribile anello capirebbe subito la verità...ma perchè non mi dite cosa fare..devo andarmene così da questo maniero senza possibilità di salvarvi?" la mia mano si strinse più alla sua.."Per favore..non fatene un mistero..è già tardi e presto arriverà l' Alba e se domani notte non potrò venire da Voi, non saprò come salvarvi..verreste con me in capo al mondo? Allora parlate...o dovrò recarmi io una volta uscita da qui dall' Abate Nicola e chiedere aiuto a lui...da sola..perchè io vi salverò e lo voglio davvero" guardavo innervosita fuori dalla finestra...sembrava il Cielo volesse quasi rischiararsi e aspettavo trepidante la sua risposta.
"Altrimenti..se non sapete come fare..fuggiremo assieme da qui..e penso dovremmo andare insieme a cercare questo Abate..sono disposta a viaggiare di notte e fermarmi di giorno" ero sicura delle mie parole. |
Sorrisi ai complimenti del villano......era stato cortese...e poi arrivò il mangiatore di mele....che fece tutte le domande possibili senza destare sospetti......quando Daizer mi guardò....mi accorsi della strana luce che ballonzolava nelle sue scure pupille.....adesso mi credeva .......eureca....mi intromisi tra Daizer ed il villano e dissi " perdonatemi Signore come tutte le donne sono una curiosona e mi affascina conoscere questa leggenda di che parla ?.....abbiamo due bambini e adorano quando la sera prima di andare a letto gli raccontiamo una storia........se questo non vi costa troppo del vostro tempo ovviamente......".......Battito di ciglia da dama di corte e sorriso smieloso.....ed il Villano incominciò a narrare.....
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L'uomo strinse anch'egli la mano di Altea.
La strinse forte nella sua e restò a fissare negli occhi la bella avventuriera. E senza dire nulla, improvvisamente la portò a sé, per poi baciarla con passione. La baciò a lungo, con le sue mani che scivolavano e stringevano il corpo di lei contro il suo. “E' quasi l'alba...” disse piano, staccando le sue labbra da quelle di lei “... tra poco le stelle si spegneranno una dopo l'altra... ed io, a ricordo del loro splendore, porterò con me la luce dei vostri meravigliosi occhi verdi, come unico bagliore del mio lungo sonno... andate ora... ci rivedremo qui al sopraggiungere della sera... andate...” |
“Si narra” disse il villano ad Elisabeth e a Daizer “che il villaggio sia stato abbandonato subito dopo la celebrazione di una messa... ormai era abitato solo da vecchi e nessun altro volle più giungere in quelle vecchie case... e così, racconta una leggenda sorta in seguito, ogni volta che un prete o un monaco di passaggio si ferma in quel luogo le anime degli abitanti del villaggio tornano per ascoltare la messa... altri invece dicono che le anime degli abitanti tornano per chiedere ai vivi un aiuto per qualche defunto che non trova pace...” rise “... ma sono solo leggende, naturalmente.”
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Il cavaliere rise a quelle parole di Eilonwy.
Ma proprio in quel momento il Sole cominciò a rischiarare il cielo e poco dopo la notte si dissolse nei bagliori dell'aurora. Eilonwy così tornò ad assumere le sue sembianze umane. Il cavaliere allora la prese in braccio e con lei montò di nuovo sul suo cavallo. “Sono lieto” disse “che siete tornata umana... per quanto avvenente, preferisco vedervi ragazza che sirena!” E rise di nuovo. Poi spronò il suo destriero e si lanciarono al galoppo verso il centro della foresta. Cavalcarono a lungo, fino a quando un grosso maniero apparve davanti a loro. “Ecco...” indicandolo il cavaliere “... lì vive mia madre...” http://images.forwallpaper.com/files...k-castle_p.jpg |
Fu un gesto improvviso...sentii le sue braccia sulle mie e avvicinarmi a lui con fare leggero e imprimermi sulle labbra un bacio profondo quasi disperato...quando si staccò da me il mio primo istinto fu di abbracciarlo...con calma Altea...non lo conosci anche se sei confusa.
"E io porterò con me la vostra dolcezza milord, sperando la sera arrivi presto...ora vado ma ditemi il vostro nome". Mi avvicinai alla porta, la aprii leggermente mentre rimasi a guardarlo aspettando di sapere come si chiamasse...e poi scappare nella mia stanza prima di vederlo addormentato e farmi scoprire da quel misterioso uomo incappucciato. http://i61.tinypic.com/b3mosn.jpg |
L'uomo fissò Altea ancora in quei suoi bellissimi occhi chiari.
“Il mio nome...” disse poi in sussurro “... è Elvet... ma vi prego, prima di andare via, lasciatemi qualcosa di vostro... qualcosa intriso del vostro profumo e del vostro sapore... quel sapore che ho sentito dalle vostre labbra e che mi aiuterà a sopravvivere al lungo sonno che mi attende...” |
"Elvet" sorrisi "è un bellissimo nome..volete qualcosa di mio..non vi basta il mio ricordo?".
Mi avvicinai a lui ed ebbi un sussulto..portai le mani alla collana col pendaglio color del tramonto che mi donò il Cavaliere a Petra e stranamente pensavo avesse a che vedere con le visioni della sacerdotessa..."Ecco vi dono questa collana...chi me la donò in realtà non sapeva bene il vero significato delle parole incise nel pendaglio su quel Fiore..poichè scappò e non lottò per il nostro Amore". Gli legai la collana al collo e dopo avergli dato un bacio sulla guancia gli sussurrai.."Che vi protegga nel vostro sonno e le forze del Male possano non nuocervi..io sarò qui..". E detto questo uscii dalla stanza...senza farmi sentire tornai di fretta nella stanza e mi misi dentro al letto...ero turbata..mi ero cacciata forse in un grosso guaio..avrei potuto lottare sola contro tutto questo? Istintivamente guardai il ritratto di lui...speriamo non sia una illusione. |
Altea tornò così nella sua stanza e vi restò fino al mattino.
Ma verso l'alba di nuovo si udì nel castello quel disumano e terrificate urlo. Un verso bestiale che ormai Altea conosceva bene. Poi, dopo circa un'oretta, qualcuno bussò alla porta della sua stanza. “Milady...” disse Geroa “... il padrone vi attende per la colazione... stamani ha espresso il desiderio di mangiare con voi...” |
Sussultai..era l' Alba e udii il suo urlo disumano..."Elvet ...Dio ti protegga" pensai tra me.
Mi appisolai fino al mattino, erano sere non dormivo..venne Geroa a svegliarmi..il padrone voleva fare colazione con me. "Dite al milord arriverò subito, il tempo di prepararmi". Mi alzai dal letto...mi lavai in fretta, mi cambiai di abito..vi erano degli abiti femminili in un armadio..mi spazzolai in fretta ed uscii, vidi Geroa che mi aspettava.."Prego milady fatemi strada, penso nella solita sala". Seguii Geroa e pensai dovevo essere naturale e non avere pregiudizi...non sapevo nulla neppure di quel uomo. E arrivai nella stanza e vidi l'uomo già seduto ad attendermi..."I miei saluti milord...spero sia stata una notte gradevole". Mi sedetti al tavolo e sorrisi indifferentemente. |
Che storia graziosa...e non era neanche troppo spaventosa da raccontare ad un bambino......ma quella storia aveva la medesima situazione, i Frati erano in Chiesa quando successe il tutto la prima volta e i due Frati vennero con noi in chiesa quando provammo a rivivere la stessa cosa per la seconda volta.......ma il Borgomastro ci parlo' di tombe e profanazione.......quindi le due leggende nascevano dallo stesso ceppo...." Voi siete mai stato in quel villaggio ?...voglio dire...avete ....mai visto con i vostri occhi ciò che succede ?.....Pensate sia pericoloso andarci oppure potrebbe essere interessante, andare a vedere questo posto desolato ......... e perdonatemi se vi trattengo oltre...conoscete un certo Comino il Maniscalco ?......."...
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Ma quando la finiva di ridere di tutto ciò che gli dicevo?
Il sole si levò alto e io mi ritrovai nuda davanti a quel verme. Mi coprì all' istante con la folta e lunga chioma bordeaux. Odiavo essere spoglia....in special modo con tipi poco raccomandabili come lui!!! http://i61.tinypic.com/4h8cyc.png Arrivammo davanti a un sinistro maniero e non potè sfuggirmi di bocca un ironico commento: "Posticino simpatico....devo farmi dare il nome dell' architetto da vostra madre!....Dite che è ancora in circolazione?". Arrivammo davanti ad un enorme portone in ebano e ferro. Benvenuta all' Inferno, Eilonwy! "A proposito!.....Come vi chiamate?" chiesi al biondo cavaliere. COLONNA SONORA: http://www.youtube.com/watch?v=NVv2P4V453c |
"Maledetti! Maledetti..." sbottai "Non sarebbero mai dovuti venire.. Ah, ma la pagheranno... eccome..." mormorai.
"Senatore, quali sono gli ordini?" dissi, controllando la rabbia "Abbiamo l'autorizzazione a trattare questi mercenari per i criminali che sono o dobbiamo chiudere un occhio perché sono loro? Le donne di questa città sanno bene che impartisco pene molto severe a chi osa sfiorarle contro la loro volontà.. vergini o prostitute che siano, per me non fa differenza.. e non parlo degli omicidi perché non serve essere una donna per comprenderne la gravità.. ma io ho preso un impegno con il popolo e, con tutto il rispetto, punirò quegli animali con o senza la vostra autorizzazione! Se volete arrestare me, sapete dove trovarmi, anche se vi garantisco che i miei uomini eseguiranno i miei ordini in ogni caso.. Ma per ora, naturalmente, la priorità è prestare soccorso. In qualche modo troveremo gli uomini.. anche se, una volta ancora, non potremo contare sull'aiuto dei mercenari, visto che non fanno altro che peggiorare la situazione, al posto di esserci utili.." scossi la testa, discutere non serviva "mi chiedo cosa siano qui a fare.." mormorai tra i denti, pianissimo. "Con il vostro permesso, porterò alcuni dei miei uomini nel luogo dell'esplosione.. così da dare manforte alle milizie vescovili.." voltandomi verso il capitano "..insieme porremo fine a questa situazione assurda..." sorrisi, ma senza allegria alcuna. Quella giornata sembrava non finire mai. Il venerdì in cui avrei parlato con Maria sembrava non volere mai arrivare. "Rostis.." voltandomi verso uno dei miei fedelissimi "vedi quanti uomini riesci a trovare, la sorveglianza del Palazzo Reale non può essere sfoltita troppo, mi raccomando.. vedi a che punto sono quelli che si stanno occupando delle macerie dell'autodromo.. i morti ci perdoneranno se li trascureremo per tentare di salvare qualcuno.. Avete sentito cos'ho detto riguardo i mercenari, regolatevi di conseguenza... ma non uccidetene nemmeno uno a meno che non ne vada della vostra vita naturalmente, non dovete in alcun modo diventare come loro.." guardai l'altro soldato "Kastor, Tu vieni con me, partiamo immediatamente... prima siamo sul posto, più aiuto possiamo dare..". "Se non c'è altro, signori.. io andrei... le parole sono solo d'intralcio in questo momento, servono i fatti.." dissi inchinandomi rispettosamente rivolta al senatore e al capitano delle milizie vescovili "Capitano, fatemi sapere se avete bisogno di noi per qualche operazione in particolare.. contate pure sui miei uomini...". |
Il padrone del castello, indossando sempre quel cappuccio a celarne il volto, fissò Altea fino a quando la donna non si sedette al suo posto.
“E' stata una notte come tante...” disse poi, cominciando a mangiare “... silenziosa, solitaria, indifferente... e la vostra invece? Spero sia stata tranquilla. Ho notato che non avete con voi il fiore che vi ho donato... posso vederlo?” |
“Sono passato talvolta per quel posto...” disse il villano ad Elisabeth “... ma ormai è un villaggio fantasma... il sibilo del vento è l'unica cosa che si sente e a tratti sembra simile ad un lamento... è un luogo desolato... non troverete nulla laggiù...”
“Avete mai udito le campane della chiesa del villaggio suonare?” Chiese Daizer. “Le campane” rispose il villano “ormai neanche suonano più... ammesso che ci siano ancora...” Il volto del contrabbandiere si fece ancora più inquieto. “Quel nome poi...” aggiunse il campagnolo “... avete detto? Comino il maniscalco?” Pensieroso lui. “No, non mi pare... magari è vissuto in quel villaggio tempo fa ed ora riposerà insieme agli altri in questo camposanto... ora che ci penso, però... si, forse qualcuno di quegli abitanti è ancora vivo... si tratta di un chierico... vive in una chiesetta all'inizio del bosco...” “Come possiamo raggiungerlo?” Domandò Daizer. “Seguite il sentiero” spiegò il villano “e alla fine vi troverete davanti alla sua chiesa...” |
Bool annuì a quelle parole di Clio ed acconsentì.
“Fate il necessario per aiutare il nostro popolo e assicurare alla giustizia quei mercenari...” disse “... andate ora, non vi trattengo oltre...” Così, come stabilito, le forze in campo si divisero per la città. Clio ed il fidato Kastor lasciarono il palazzo e si diressero dove i disordini erano più forti. La città era stata infatti colpita con ferocia da quell'ennesimo attentato. Come riportato dai testimoni, l'attacco dei ribelli era stato portato nei quartieri più poveri, quelli della plebe, dove le case erano perlopiù di legno. Questo aveva consentito ad un grande incendio, scoppiato in seguito all'attentato, di divampare ed avvolgere gran parte dei quartieri plebei. Molti morti erano nelle strade, coi volti irriconoscibili per le ustioni. Qualcuno di quei corpi era poi del tutto carbonizzato. Alcuni avevano trovato riparo nelle cloache, altri invece cercando di invadere i quartieri della borghesia. Le case e le botteghe poi, lasciate incustodite, erano state assalite da gruppi di facinorosi, intenzionati ad arricchirsi sfruttando quella tragedia. Ma circolavano voci che i mercenari pagati dal Senato, approfittando del caos e del panico, avevano cominciato a fare razzie, derubando, uccidendo e stuprando donne. Clio e Kastor raggiunsero i luoghi in cui il disordine era più forte ed in breve si trovarono in quella ressa. Ma un grido disperato all'improvviso si udì in strada. “Sembra provenire da quella casa, capitano...” indicando Kastor “... ma le fiamme la stanno avvolgendo...” “Aiutatemi!” Ancora quel grido. “Aiutatemi ad uscire da qui con la mia bambina! Aiutatemi, vi scongiuro!” “E' la voce di una donna!” Disse Kastor a Clio. “Probabilmente è rimasta intrappolata in mezzo alle fiamme con sua figlia!” “Si, ma nessuno può entrare ormai!” Avvicinandosi una guardia del vescovo alla ragazza ed al suo soldato. “A momenti crollerà!” “Ma quella donna è là dentro con sua figlia!” Urlò Kastor. “Purtroppo sono spacciate ormai!” Sentenziò la guardia vescovile. |
Eilonwy, così, tornò ragazza proprio davanti agli occhi di quel giovane cavaliere.
Questi allora, divertito ed affascinato, restò a guardare la ragazza che pian piano, vedendo svanire le sue squame, si mostrò completamente nuda davanti a lui. “Niente male davvero...” guardandola tutta lui “... davvero niente male...” rise “... e quei capelli, per mia fortuna, solo a stento riescono a coprirvi nei punti giusti, damigella...” prese di nuovo il suo mantello e avvicinandosi a lei la coprì tutta con quello “... a malincuore, ma devo farlo... almeno così la smetterete di dire male di me!” Rise ancora. Galopparono allora verso il castello della misteriosa Isolde. Dopo un po', finalmente, si ritrovarono davanti ad un grande e cupo maniero. “Flees...” rivolgendosi il giovane cavaliere ad Eilonwy “... il mio nome è Flees... per servirvi, mia bellissima sirena!” Con un vistoso inchino. Raggiunsero allora il portone del castello, dove il cavaliere bussò più volte. Alla fine qualcuno aprì. Era un gobbo che subito salutò Flees. “Salute a voi, padroncino...” “Mia madre è nel castello?” Chiese il giovane cavaliere. “Non in questo momento, padroncino...” “Allora attenderemo il suo ritorno.” Mormorò Flees, per poi fare cenno ad Eilonwy di seguirlo all'interno del maniero. |
Seguì il cavaliere Flees all' interno del cupo maniero.
Strinsi come non mai la mia croce celtica ed iniziai a dire a bassa voce il "Pater Noster": Pater Noster qui es in caelis: sanctificétur Nomen Tuum; advéniat Regnum Tuum; fiat volúntas Tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hódie; et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in tentatiónem; sed líbera nos a malo. Amen. Passammo per i vari corridoi e scale. Alla fine, quando arrivammo davanti alla porta di una stanza, Flees si girò verso di me come per dirmi qualcosa. Lo guardai preoccupata. http://i60.tinypic.com/124hj82.jpg |
Intanto, mentre la città era per una parte in fiamme e la gente fuggiva via disperata verso i grandi palazzi della borghesia e le zone abitate dalla potente aristocrazia, un gruppo di galeotti, di rinnegati, di schiavi senza alcun valore cercava anch'esso una via di fuga.
Ma non dal fuoco e dalla paura, ma verso la libertà che gli era stata negata. E così, sui muri delle stradine secondarie e laterali, squarciate dall'abbagliante fulgore delle fiamme, si stagliavano lunghe ed inquiete ombre, che furtive avanzavano come dannati tra le fiamme dell'Ade. “Bisogna attraversare la città” disse Guisgard ai suoi compagni di avversità “per raggiungere una delle sue porte e poter così uscire...” “Ma senza armi è impossibile...” fece uno di quelli che erano con lui “... ci sono soldati ovunque...” “Senza dimenticare” intervenne un altro di quelli “che le strade saranno piene di sciacalli pronti a rubare tutto ciò che capiterà loro a tiro...” “Non abbiamo altra possibilità...” fissandoli Guisgard “... questa probabilmente sarà l'unica che ci capiterà per poter tornare ad essere liberi...” Ad un tratto udirono canti e risa. “Qualcuno si avvicina...” mormorò uno dei compagni di Guisgard “... devono essere dei soldati...” “I soldati non cantano e ridono mentre la città brucia...” fece Guisgard “... aspettatami qui e non muovetevi...” Li lasciò e attento a non farsi scoprire cercò di vedere chi si stava avvicinando. Dopo un po' tornò da loro. “Allora?” Chiese uno dei suoi. “Sono mercenari...” svelò Guisgard “... sono uomini del nostro amico Gufo Scarlatto...” “Siamo dunque perduti!” Impaurito uno dei suoi compagni. “No, abbiamo la sorpresa dalla nostra” mormorò Guisgard “e credo siano un bel po' ubriachi...” Allora si nascosero dietro un muro ed attesero che quel gruppo di mercenari si avvicinasse. E quando i soldati di ventura passarono accanto a quel muro, dall'incerta penombra piombarono alle loro spalle Guisgard ed i suoi compagni, armati di mazze e pietre raccolte dalle case in fiamme. Li presero così di sorpresa, colpendoli con quelle loro armi d'emergenza. E alcuni dei mercenari persero i sensi sotto quei colpi, altri addirittura la vita. Alla fine, dalla cantina di una casa ormai disabitata, addossata al muro dietro il quale si erano nascosti, emersero vincitori Guisgard ed i suoi compagni. http://loqueyotediga.net/files/capitanblood_1.jpg |
Squadrai il soldato con uno sguardo truce.
"Ringrazia di non essere uno dei miei uomini.. Sono il Capitano della Guardia Reale, e per fortuna non prendo ordini da te.. fatti da parte.." tuonai, imperiosa. Mi voltai verso Kastor "Te la senti? Abbiamo vissuto situazioni peggiori, infondo.." sorrisi. Era bello, di tanto in tanto, ritrovare gli amici. Il capitano deve mantenere un certo distacco dai soldati, ma con alcuni di loro avevo combattuto per anni fianco a fianco, da semplice soldato, ed erano come fratelli per me. "Io penso alla bambina, tu alla donna.." sentenziai, avvicinandomi verso la casa, mi tolsi la corazza, nascosi la treccia sotto la camicia, e usai un secchio d'acqua per bagnarmi completamente i vestiti, avrebbero preso fuoco più lentamente. Feci cenno a Kastor di fare altrettanto. Entrai così nella casa, riparandomi naso e bocca per non respirare l'aria contaminata dalle fiamme. Il fuoco stava avvolgendo ogni cosa, procedevo cauta, un passo alla volta, usando la voce della donna come guida. La raggiungemmo dopo poco, era una piccola casa per fortuna, non un palazzo. "Avanti, ti portiamo fuori di qui.." le dissi "Appoggiati a lui, porterò io la tua bambina in salvo, non temere..". E così, affrontammo nuovamente le fiamme, per salvare quella donna e sua figlia da una morte orribile. Era in momenti come quello che ti rendevi conto di quanto valessero i sacrifici di una vita militare. Quando, al posto che prendere una vita, riuscivi a salvarne anche una sola. Il caldo era insopportabile, trattenere il respiro cominciava a pesare, ma l'uscita ormai era vicina. Potevo vedere la fioca luce della sera, sentire le voci confuse dei soldati. Dopo istanti interminabili, tornai a respirare aria pulita. |
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