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Gaynor si svegliò e trovò il misterioso brigante già sveglio, che la fissava sorridendo.
"Mi piace vederti dormire..." disse in un sussurro, accarezzandole i chiari capelli "... mi piace il colore della tua pelle..." sfiorandole le nude braccia "... mi piacciono i tuoi capelli lisci e chiari..." giocando con una ciocca "... la tua bocca..." delicatamente con le dita sulle sue labbra "... ma più di tutto mi piacciono i tuoi occhi... hanno un qualcosa che strega gli uomini..." e la baciò. |
Presi Cruz e il cavallo del nobile cavaliere e lo seguii mentre lui portava il misterioso uomo vicino al fiume, legai i nostri cavalli e poi strappai un lembo della gonna e lo immersi nelle chiare e fresche acque dell' Helsa.
Mi avvicinai all' uomo e bagnai la sua fronte lasciando la pezza fresca per farlo rinvenire, strappai un altro lembo della gonna sospirando..dovevo andare dalla sarta un giorno o l' altro...e vidi la ferita nel braccio.."Questa ferita, posso bagnarla, ma ci vorrebbe acqua calda per disinfettarla" strinsi forte la stoffa nel braccio...magari si svegliava col dolore. "Speriamo bene, non voglio vedere morti da parte del barone"...toccai la fronte per sentire se fosse calda.."Speriamo non abbia la febbre, portiamo nella rocca e speriamo sia una persona a modo..". |
"Sì, lo vedo..." Guardandomi attorno.
Sorrisi guardandomi intorno. Erano davvero bellissime. Effettivamente però mi serviva una storia. Anche se non ero tenuta a raccontare i fatti miei. Così cercai la situazione migliore. "Beh.." Arrossendo appena "Diciamo che vorrei sapessero farmi risaltare.." Sorridendo. Realizzai in quel momento del fatto che avevo il mio bellissimo e sensuale corpetto nero a cena. E senza volerlo sorrisi appena. Oh, per favore! Non osare nemmeno pensarci.. Scacciai quel pensiero con un cenno della mano. "Pensavo a qualcosa sul blu, o anche rosso..." Sfiorando una stoffa "Anche se, devo dire.. Che con quei briganti in giro non vorrei fosse un azzardo.." Pensierosa. Avevo una missione dopotutto, non potevo distrarmi. |
"Mi basta aver stregato te..." gli risposi ricambiando il suo bacio. Ero felice... si, per la prima volta in vita mia potevo dire di essere felice e glielo dissi. "Forse sei tu che hai ammaliato me, dopotutto..."
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Il misterioso uomo guardò Gwen.
“Un'erboristeria...” disse pensieroso “... allora mi ripagherete delle bacche rubate con dei fiori presi direttamente dalla vostra erboristeria... mi porterete infatti dei semi di geranio. Prima del tramonto. Altrimenti ucciderò il vostro sciocco amico.” Indicando Emon. |
Dacey riposò a lungo, fino al primo pomeriggio, quando fu svegliata da Betta che bussava alla sua porta.
“Milady, sua signoria chiede di voi.” Disse. “Vuole uscire a cavallo e richiede la vostra presenza.” |
Sentii un suono in lontananza, ripetuto più volte...
Aprii lentamente gli occhi e con rammarico mi ritrovai nella mia prigione dorata. Il sogno mi aveva illusa di essere di nuovo a casa. << Datemi un attimo>> farfugliai ancora assonnata alla voce al di la della porta mentre lasciavo il letto. Un'altra giornata in compagnia del barone. Sospirai mentre pettinavo i miei lunghi capelli in una treccia, fermandoli con un fiocco verde. Come verde era il mio completo da equitazione. Chissà che avrei fatto, se avrei cavalcato anche io benché la mia cavalla fosse stata uccisa. E chissà se Jean si fosse unito a noi. Una volta pronta, sembravo fresca come una rosa e perfettamente riposata, seguii Betta fino alle scuderie. |
Rimasi senza parole.
Ma che prezzo era? Mi strinsi istintivamente ad Emon; non avrei permesso a nessuno di fargli qualcosa "Non c'è alcun problema nel portarvi quei semi, ma considero deplorevole il prezzo che avete proposto" gli dissi con durezza, poi mi voltai verso Emon "Ti prego, andiamo via..." sussurrai,quasi implorandolo. |
Lavata la ferita del misterioso uomo, Altea ed Alvaro lo portarono alla rocca.
Il ferito non aveva ripreso conoscenza, sebbene mormorasse qualcosa nel dormiveglia a causa della febbre. “Penso sia stato ferito forse in un'imboscata...” disse Alvaro durante il tragitto “... a vedere i suoi abiti credo sia un brigante...” E giunsero alla rocca. |
“Oh, fossero i briganti il problema...” disse la donna a Clio, per poi prendere un rotolo di stoffa “... magari esistessero uomini simili in maggior numero...” scosse la testa “... abbiamo questo blu di Fiandra... un incanto...” mostrandole la stoffa.
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Raggiungeremo la rocca, il nobile cavaliere portava l' uomo e io aprii la serratura richiudendola. Accesi il camino e dissi a ser Alvaro di poggiarlo sul letto di Tomas..presi l' acqua calda e aprii la giubba..dovevo pulire bene la ferita, vi misi un unguento datomi da Odina e lo fasciai aspettando.."Un brigante dite..è strano".
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Il brigante sorrise a Gaynor e fu sul punto di baciarla ancora, ma qualcosa attirò la sua attenzione.
Una voce gridava nel bosco. "Resta qui, nascosta..." disse lui a lei, per poi alzarsi di scatto. "Capo!" Gridò qualcuno. "Sono qui..." dalla vegetazione il Capo. "Solo..." ansimando colui che correva gridando "... Solo... è stato assalito dagli uomini del Maresiallo... ed ora è scomparso..." |
Osservai incantata quella stoffa.
"È davvero splendida..." Sorridendo. Dapprima mi chiesi cosa stesse dicendo, ma in un attimo compresi. "Giá, immagino vi riferiate ai soldati..." Sospirai "Mi hanno importunato anche mentre venivo qui.." Scuotendo la testa "I briganti non li ho mai incontrati, per fortuna, ma li ho sempre immaginati peggiori.. Ecco perché non passo mai per il bosco.." Quasi rabbrividendo "Dite che sono migliori invece?" Alzando appena gli occhi sulla donna, per poi avvicinarmi ad un bellissimo merletto "Questo ci starebbe bene, non credete?". Dovevo chiacchierare ma non volevo indispettirla. |
Eravamo ancora abbracciati stretti, quando qualcuno venne a chiamare a gran voce Adespos. Era uno dei suoi uomini, a quanto pareva un loro compagno era caduto vittima dei soldati del Maresciallo. Rimasi nascosta, aspettando che il nuovo arrivato andasse via.
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Dacey si preparò, per poi raggiungere le scuderie insieme a Betta.
Qui trovarono Ferico in sella ad un bellissimo sauro basco, dal pelo fulvo e la bocca schiumosa. Il barone indossava uno sfarzoso completo rosso foderato d'ermellino, con lunghi stivali marroni. “Per Bucefalo e tutti i Macedoni...” disse il barone stando a fatica sulla nervosa cavalcatura “... questo cavallo sembra avere i tizzoni ardenti sotto gli zoccoli!” “Nessuno mai lo ha montato, milord.” Arrivando Jean. “E' un onore lasciato a voi soltanto.” Salutando poi Dacey con un lieve inchino. “Vi piace vedere il vostro signore in tal posa, milady?” Ferico a Dacey. “Vi ricordiamo la sagoma di un eroe classico, oppure di un qualche cavaliere di Re Artù?” Sorridendo. |
“Il prezzo lo decido io.” Disse l'uomo a Gwen. “E questo sciocco ragazzo non lascerà questo bosco, per ora.” Indicando Emon. “Portatemi quei semi di geranio ed io lo lascerò andare. Altrimenti resterà con me e si occuperà dei miei cani.”
“Io non sono il servo di nessuno!” Ringhiò Emon. Allora il misterioso uomo con un gesto improvviso alzò il suo frustino e colpì al volto il giovane. Ed il viso di Emon sanguinò. |
Ah se avessi potuto esprimere i miei pensieri. A prima vista Ferico sembrava in grosso gallo tutto impettito che tentava di non cadere a terra da una cavalcatura troppo scattante .
<< Naturalmente signore>> risposi invece, lui era abituato a complimenti sempre esagerati quindi mi adeguai, << come Alessandro Magno e il suo Bucefalo, questo è ciò che ho pensato vedendovi>> Allungai lo sguardo verso Jean sorridendo appena per qualche secondo. Sicuramente lui si stava rendendo conto di quanto erano falsi i miei complimenti |
Giunti alla rocca, Altea curò la ferita del misterioso uomo.
Poi lasciò che il caldo del focolare scaldasse il ferito. “Perchè” Disse Alvaro “dite che è strano? I banditi si vestono così...” |
“Credo che vi doni molto...” disse la donna indicando il merletto “... avete la carnagione chiara e su uno scialle scuro il merletto farebbe la sua figura...” annuendo a Clio “... purtroppo i soldati importunano tante ragazze... sono lascivi e rozzi... mi sento sollevata quando li vedo andar via... lanciano certe occhiate da rabbrividire...” scosse il capo “... quanto ai fuorilegge... beh, il fatto che in realtà non lo sono davvero li porta comunque ad essere migliori dei soldati del Maresciallo...”
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A quella battuta sorrisi.."Siete esperto di vestiario di banditi? È..che..nel bosco vi è un gruppo temuto, non si fanno mai vedere e stanno in gruppo..per questo è strano". Provai a chiamarlo mentre gli ponevo della lavanda vicino per farlo rinvenire.."Messere..svegliatevi".
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"Sì, avete ragione.." Sorrisi osservando il merletto e la stoffa.
"Il blu di solito è un'ottima scelta, infatti.." Lasciando per un momento che il mio sguardo si perdesse in quelle bellissime stoffe. Ma una frase della donna mi colpì. Non erano fuorilegge? Allora aveva senso il mio ragionamento sui Capomazdesi, o sul vescovo! E se la gente li ammirava avremmo avuto ancora più difficoltà a catturarli. "Non sono fuorilegge voi dite? Come mai, se posso chiedere?". |
“Dobbiamo ritrovarlo...” disse Adespos all'altro “... organizza un gruppo di volontari e tornate qui... vi aspetterò, per poi andarlo a cercare insieme. Va, presto.”
E l'altro obbedì. “Devi tornare al tuo palazzo...” Adespos rivolto a Gaynor appena rimasti di nuovo soli “... non puoi restare qui... nessuno deve sapere che sei stata nel bosco con un brigante o si vendicheranno... mi farò vivo io... rivestiti, ti accompagnerò fino al sentiero...” |
"Emon!" urlai, a quel colpo di frustino.
Strappai un pezzo di stroffe dal mantello e lo misi nrlla sua mano, portandola al suo viso. "Ecco, premi forte..." sussurrai fra le lacrime, pressando anche con la mia mano sulla sua. Poggiai poi le labbra sulla guancia non ferita, indugiando qualche istante in più sul suo viso in un dolce bacio. "Mi dispiace... Tornerò presto, te lo prometto." Presi allora il carretto, spronai la mula e partii alla volta della città, stravolta e distrutta. Lo ero stata già, una volta, e non volevo più ripetere l'esperienza. Non avrei visto nessun altro a cui ero legata morire. |
Ferico rise compiaciuto a quelle parole di Dacey.
“Come abbiamo sempre pensato” disse divertito “voi vi intendete non poco di cavalli e cavalieri, milady. In effetti troviamo che questa degna cavalcatura si addica al signore di Monsperon.” Ma per tutta risposta il cavallo accennò a voler scalciare e Ferico fu sul punto di cadere. “Stupido cavallo...” il barone tenendosi goffamente alle redini “... altro che Bucefalo... sei poco più di un ronzino...” “Lo domerete, milord.” Fece Jean, per poi guardare Dacey. “Ah, se si potessero domare gli uomini come si fa con i cavalli...” seccato Ferico. “A cosa vi riferite, milord?” Fissandolo Jean. “A quei traditori, a chi altri!” Esclamò indispettito il barone. “Soprattutto a quel cane di Guisgard! Potessimo abbatterlo come si fa con i cavalli zoppi!” “Io forse potrei avere una soluzione...” mormorò Jean “... forse un modo per liberare Monsperon e Sygma da simile feccia, milord...” “Ebbene, parlate!” Impaziente Ferico. “Fatelo e sarete ricoperto d'oro!” |
L'incanto si era dissolto, sciolto sotto i raggi del sole. Il modo sbrigativo con il quale Adespos mi invitò a tornare a palazzo fu come un secchio di acqua gelata sul fuoco divampato tra noi. Mi dispiaceva per il suo compagno, ma dopo quello che si era appena consumato tra noi mi sarei aspettata un atteggiamento diverso. Senza dire una parola mi rivestii, dopodiché montai in sella ad Elinor, muta spettatrice della mia prima notte di passione.
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Fu uno sforzo non ridere a quella scena. Il barone sbagliava tutto con quel povero animale che doveva sopportare quel peso goffo sulla schiena.
Ma se avessi parlato o dato suggerimenti il povero cavallo avrebbe probabilmente fatto la fine della povera Chandra. Anche io come Ferico ero curiosa di sapere che aveva in mente Jean e approfittai per avvicinarmi a lui, come per voler ascoltare meglio |
“Un gruppo” disse Alvaro ad Altea “di banditi dite? Chi sono? Hanno un nome?”
Poi la dama cercò di far riprendere conoscenza al ferito usando della lavanda. E lui cominciò a tossire, aprendo finalmente gli occhi. “Vi siete svegliato...” avvicinandosi a lui Alvaro ed offrendogli il bicchiere di vino che stava bevendo “... fate un sol sorso, vi farà bene...” “Dove...” mormorò dopo un attimo di smarrimento il ferito “... dove sono? Chi siete voi?” Fissando Altea. “Forse... un Angelo? Ed io sono morto?” http://peliculas.cc/wp-content/uploa...la-reina_2.jpg |
“Tutti lo sanno...” disse la donna a Clio, per poi prendere altre stoffe da un baule “... sono nobili o borghesi costretti alla macchia dalle angherie del barone...” posando le stoffe sul banco “... qui ho altri colori... alcuni persino giunti dalle isole greche...”
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Gwen prese il carretto e si diresse verso Monsperon, giungendovi poco dopo nel pomeriggio inoltrato.
La città era viva e pulsante, con le botteghe ancora tutte aperte e le strade affollate. |
"Come si chiamano? Non ne ho idea...io li chiamo Signori del Bosco".
L' uomo rinvenne..era smarrito..poi mi guardò e quelle parole..."Mmhhh..Angelo..no sono viva e vegeta come voi..Vi abbiamo trovato nel bosco e curato..possiamo sapere chi siete?". |
Il bandito restò ad osservare Gaynor mentre si rivestiva.
Poi accompagnò la dama fino al suo cavallo, ben legato accanto ad una quercia. Aiutò allora la giovane donna a montare in sella alla sua cavalcatura. “Non essere imbronciata...” disse prendendo la mano di lei “... la vita di un fuorilegge è questa... il pericolo e la morte vanno di pari passo con i sogni ed i desideri... ma ci vedremo presto... non posso farti restare qui... ma verrò io da te...” |
"Oh ma è terribile..." Esclamai "Sono giunta da poco e non conosco la storia di queste zone, a dire il vero..".
Vidi poi le stoffe che mi proponeva. Quel bianco era un sogno, anche se difficilmente me lo sarei potuto permettere, per l'uso che ne facevo io. Anche se.. Un vezzo non poteva farmi male. "Questo è bellissimo.." Sfiorando una stoffa di un bianco talmente candido da far risaltare la mia pelle, cosa che solitamente i colori chiari non facevano. "Ma niente merletti stavolta, specificai, credo che questo tessuto si valorizzi da solo, al massimo si possono fare degli inserti azzurri.." Pensierosa. Spiegai poi alla donna come li avrei voluti. Per entrambi una linea scivolata, ma quello blu avrebbe avuto una scollatura a barca, incorniciata dal merletto, con lo scialle coordinato. L'altro, invece, era perfetto per una scollatura a v. Scelsi una terza stoffa, e spiegai un terzo modello. Presi poi la borsa per pagare la signora, dicendo che sarei tornata a ritirare gli abiti una volta pronti. "Non ho potuto portare granchè da Miral.." Sorrisi, nascondere il mio accento era inutile "Ma non mi dispiace avere abiti nuovi..". |
Correvo senza sosta a bordo del carretto.
Era letteralmente una corsa contro il tempo, una corsa che io avrei vinto ad ogni costo, srbbene la paura crescesse ogni secondo di più. Arrivai a Monsperon nel pomeriggio inoltrato. Subito raggiunsi l'erboristeria. Cercavo nervosamente i semi nello scaffale, finchè non li trovai e con mani fredde, sudate e tremanti li misi in un sacchetto. Mi ricordai anche di prendere le gocce di dittamo per la ferita di Emon. Lasciai l'erboristeria e raggiunsi subito il carretto vicino al cimitero, per poi partire immediatamente verso il bosco. |
"Non è la vita che conduci, il problema... ma lasciamo stare, non è ancora sorta l'alba del giorno che vedrà un uomo possedere la medesima sensibilità di una donna..." Ritirai la mia mano dalla sua e aggiunsi: "Adesso va dai tuoi uomini, io tornerò indietro da sola..."
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Jean guardò Dacey che si era avvicinata a lui ed accennò un lieve sorriso.
“Dunque...” disse impaziente Ferico “... parlate, presto.” “Io forse conosco un modo per mettere fine all'attività di traditori intrapresa da Guisgard e dagli altri ribelli del bosco, milord...” cominciò Jean. “Volete che vi si cavino le parole dalla bocca?” Insofferente il barone. “Avanti, continuate!” “Conoscendo la tipologia, alquanto banale e tutto sommato rozza dei nostri nemici, io credo che una degna trappola non sia difficile da organizzare...” Jean “... e mi sono permesso di ragionarci su, ben conoscendo la riconoscenza che vi anima, milord...” “Avrete qualunque cifra.” Annuì il barone. “Ebbene domando, con licenza, la somma di seicentomila piastre, milord.” Rivelò Jean. “Cosa?” Stupito il barone. “Ma siete ammattito? Non vi è una somma simile in tutta Sygma!” “Eppure tanto avete stimato la liberazione di lady Dacey, milord.” Replicò Jean. “Datemi dunque milady in moglie ed io vi farò avere le teste di Guisgard e degli altri traditori, milord.” Per poi voltarsi verso Dacey. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...dfe696374e.jpg |
“Ottime scelte.” Disse la donna a Clio. “Ogni stoffa trovo esalti in modo differente la vostra bellezza. Ah, siete dunque forestiera? In effetti l'accento tradiva tutto ciò.” Sorridendo. “Gli abiti saranno pronti fra qualche giorno... in tutto sono sei Fiorini.” Mettendo le stoffe da parte. “Mi raccomando, la nostra chiacchierata circa i soldati ed i briganti non ha avuto luogo. La legge è molto severa su simili questioni.”
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Io pensavo a un piano tattico, d'azione, una qualche strategia militare e di guerra, ma ciò che disse Jean mi sorprese. Una tale cifra era impensabile.
E poi... Poi spiegò come ottenerla. Io sposare lui, con tanto di consenso del barone. Ero troppo sorpresa e per un attimo mi chiesi se stessi ancora sognando. Temevo la reazione del barone e lo guardai di sottecchi in attesa della sua risposta |
Sorrisi alla donna.
"Vi ringrazio.." Guardando soddisfatta le stoffe scelte. Il prezzo era anche meno di quanto mi aspettassi. Pagai la donna e poi annuii. "Quale chiacchierata?" Con un sorriso complice. "Vi ringrazio della cortesia, a presto.." Sempre sorridendo. Così, lasciai la bottega e iniziai a camminare chiedendomi dove potessi reperire altre informazioni utili. |
Gwen fece tutto molto velocemente.
Angoscia, ansia e paura albergavano nel suo cuore, rendendo lo scorrere del tempo simile ad una Spada di Damocle. Raggiunse il vecchio cimitero e da qui il bosco più estremo, dove aveva lasciato Emon in compagnia del misterioso uomo. Arrivò quando ormai l'imbrunire calava mesto tra i poggi e le vallate. Ma non trovò nessuno. Né Emon, né il misterioso uomo. |
Il brigante non rispose nulla a quelle parole di Gaynor, restando a guardarla mentre andava via, fino a sparire nel bosco.
Un attimo dopo giunsero i suoi compagni ed insieme a loro il Capo andò a cercare l'amico disperso. |
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