Nudi di guardarono, si toccarono, si strinsero e cominciarono a baciarsi.
L'uno stretta all'altra.
Baci lenti, brevi, ovunque
Poi le loro bocche si unirono.
E nel baciarla, Elv toccava ovunque Gwen.
Così iniziò a scoprire il giovane corpo di Gwen, così acerbo d'Amore e piacere.

Era tutto... Perfetto.
Non riuscivo a identificare tutto quello con un'altra parola, se non quella.
Perfetto.
Era perfetto quando ci stringevamo, mentre ci baciavamo, mentre ci toccavamo con curiose carezze.
Lui scopriva il mio corpo e anch'io; scoprivo il mio corpo come mai lo avevo conosciuto, scosso dai fremiti, dai brividi.
Anche io iniziai a scoprire il suo, senza abbandonare la sua bocca ed era un meraviglioso godimento, quello di seguire quelle forme e quelle linee armoniose che lo componevano.
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Risi anche io e mi trovai indecisa su cosa dire. La verità o un'altra bugia? Ci pensai per un po' e optai per la verità.
"È un poliziotto" dissi guardandoli.
"Un agente federale, con l'esattezza" dissi guardandoli ancora.

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Quel ragazzo..Rio..mi aveva seguito con lo sguardo fino al cancello di uscita, perchè mai se ne stava zitto..forse era soggiogato da suo zio, infatti lo aveva preso con sè per insegnargli il suo modo di scrivere..non mi era per niente simpatico quello scrittore, era borioso e mi trattava come una cameriera a sua disposizione.
Poi il telefono trillò e lessi la risposta di Guisgard...mi dovetti trattenere..cena solo???Pure lui era un tipo particolare ma in maniera positiva e risposi.."Bene, allora la aspetto laggiù, sono nel salotto privato".
Non volevo mi vedessero, specie ora e presi una piccola ricetrasmittente e lasciai un messaggio a Volpe.."Sono stata dallo scrittore, un tipo particolare con un nipote altrettanto strano..sia chiaro io ho accettato l' incarico ma ho una mia vita privata..tu sei il Capo e chiarisci con lui.
Quell' uomo pretende sia si indaghi su chi vuole farlo fuori e ovvio è il mio lavoro ma pretende pure io faccia la guardia del corpo..e io non ho il potere della dualità, vuole io vada addirittura a vivere da lui...quindi come soluzione devi affiancarmi il caro Sam, il nostro tiratore scelto, per fargli da scorta e io potrò indagare sui suoi nemici..ma non si è voluto sbilanciare troppo, a mio avviso ha paura solo di finire male..comunque pagherà doppio o triplo quindi ti conviene investire due di noi...io ora ho un appuntamento..ci tengo alla mia libertà...a domani mattino..mi trasferirò per un pò e poi si vedrà ma non rimango rinchiusa lì 24 ore su 24 a suo comando".
Arrivai alla Orchidea Blu, il tempo della strada ed era passata mezz' ora e mi avvicinai alla proprietaria, madame Sibille.."Salve, è per caso arrivato il signor Guisgard della agenzia matrimoniale più famosa di Afragopolis" sorridendo, volevo svagarmi ma forse..parlare con lui..mi sembrava una persona corretta e discreta.."Nel salottino privato avevo detto di aspettarmi o posso, nel frattempo, prendere posto io...la massima discrezione mi raccomando" ..ci mancavano dei paparazzi ed ero a posto.

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I proiettili di stronzio.
Clio li guardava, cercando di capire, di scoprire.
Chi li aveva usati?
E perchè?
Ma non era semplice.
C'era qualcosa intorno a quei proiettili.
Qualcosa di misterioso, una sorta di forza, di scudo spirituale.
Ma cosa?
Poi ad un tratto vide qualcosa.
Una figura, un'immagine, un volto.
Una maschera.
Poi più nulla.
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Erano nudi.
Elv guardava Gwen.
La guardava tutta.
“Ora” disse fissandola “cosa ti aspetti che faccia?”

“Un agente federale...” disse Jeffrey a quella parole di Nyoko “... è una professione interessante...”
“Uno sfigato” ridendo suo cugino “che lo fanno poi poliziotto federale?”
“Dai, non essere cattivo...” sua moglie.
“Invitalo qui con noi, no?” Jeffrey a Nyoko.

Altea fu fatta accomodare nel salottino privato e poco dopo arrivò un sms del capo:

“Ok, ti manderò Sam per fargli da guardia del corpo. Tu però ovvio devi indagare e scoprire quanto prima chi lo ha minacciato. Prima farai luce su questo mistero, prima lo scrittore sarà fuori pericolo. Risolto il caso ed intascata la paga potrai dedicarti alla tua vita privata. Siamo detective e lavoriamo giorno e notte se necessario. Altrimenti avremmo scelto un'altra professione con orario d'ufficio, tipo l'impiegato o il portiere d'albergo.”

Guardo tutti un po' infastidita e afferro il cellulare "sarà impegnato..." dico componendo il numero "ci provo..." aspettando una risposta.

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Risposi a Volpe.."Certo, infatti domani mi trasferirò da lui, da Monter, così si chiama e mi porto pure il gatto..io indagherei sul nipote, per me è una presenza particolare..che non parla. Non ha voluto dirmi chi lo minaccia..dice non può scrivere perchè narra la realtà..ma non ha detto se sono i soliti benpensanti o qualcuno a cui sta scomodo che narri di questa società malata..ma proverò a entrare negli archivi della Federale per vedere se vi è qualche dossier..ovvio...se mi sono fatta un nome come investigatrice un motivo ci sarà..stasera concedimi l' ultima di libertà" sospirai.

Sentivo il suo sguardo addosso, insistente, ma non mi dispiaceva.
Poi fui io a fissarlo quando mi pose quella domanda.
Non sapevo perché, ma sentii come se il mondo mi fosse crollato addosso.
Forse ero arrossita, forse no, non lo sapevo.
Abbassai appena lo sguardo, poi lo rialzai.
"Sarà inesperienza, la mia, forse è così, ma non mi risulta fra le domande che si suole fare" mormorai piano "O forse, semplicemente è un tuo modo per mettermi in difficoltà e costringermi a pentirmi di ciò che provo per te. Comunque sia," continuai, mentre mi rivestivo "A questo punto, sarebbe meglio che tu andassi" conclusi rannicchiandomi contro la testiera del letto e incrociando le braccia come avevo imparato a fare.
Da lui, oltre tutto.
Sì dottore, perché anche tu potresti ritrovarti fuori dal mio spazio, mi dispiace...

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Avevo gli occhi chiusi.
C'era qualcosa, qualcosa in quei proiettili.
No, non loro, attorno a loro.
Una forza, una figura, uno scudo.
Percepivo ogni cosa, ma poi riuscii a scorgere una figura, una maschera.
Una maschera particolare, che fissai in modo indelebile nella mia mente.
Tamburellai con le dita sul tavolo ripensando a tutti gli indizi.
Lo stronzio, la componente religiosa, i corrieri uccisi.
Poi ancor Fabbrus e la sua ragazza, il vecchio prete accusato di pedofilia per colpa dello scrittore, le lettere di Fabbrus.
Tutto era collegato in un modo o nell'altro.
Guardai l'orologio e mi accorsi che era quasi l'ora di vedere i corrieri al Lazzaretto, dovevo prepararmi.

Nyoko fece squillare il cellulare e finalmente qualcuno rispose.
“Pronto...” disse la voce di Pier “... chi parla?”

"Hey, ehm... Luca! Ciao! Sono io, Nyoko! Ci siamo visti poco fa... Sei in servizio?- dissi sperando che capisse il "giochetto".

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Il capo rispose all'sms di Altea:

“E sia. Ma da domattina ti voglio pimpante al le prese con questo caso. A domani.”

Elv guardò Gwen che cominciò a rivestirsi.
Restò a guardarla a lungo.
Poi, all'improvviso, si avvicinò le sfiorò il volto per farla girare verso di lui e la baciò.
Un bacio caldo e dolce allo stesso tempo.
Un bacio forse desiderato a lungo.

Risposi ridendo..

"Non ti preoccupare..non farò certo i bagordi o le ore piccole, penso proprio di no..e la mia mente sarà libera".

Staccai la piccola ricetrasmittente e la rimisi in borsa e mi misi a pensare e leggere un giornale mentre aspettavo arrivasse il signor Guisgard.

Poco dopo Clio era pronta per incontrare i corrieri.
L'ora dell'appuntamento era ormai prossima.
Doveva andare.

Pier capì.
Nyoko allora lo sentì sorridere.
Un sorriso caldo, morbido, sensuale di chi aveva infatti capito tutto.
“Si, cara...” disse al cellulare “... ma il mio turno sta per finire... come mai questa domanda?”

Aspettai una risposta, ma come sempre restò in silenzio, come tutte le volte quando non sapeva come ribattere, ed io avevo ragione.
Sentii poi il tocco sul mio viso, il tempo di girarmi verso di lui e mi ritrovai con le sue labbra sulle mie.
Quel bacio mi colse impreparata, ma fu dolce e caldo, tanto da sciogliermi fra le sue braccia e sulle sue labbra morbide e dolcissime, il sapore più dolce che avessi mai incontrato in vita mia.
Così mi abbandonai totalmente e presi il suo viso fra le mani.

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Sorrisi sentendo la complicità fra me e lui ma cercai di ricompormi. "Mio marito vorrebbe conoscerti..." dissi con un cenno di paura negli occhi. "Se non hai altri impegni... Ci raggiungeresti?" dissi sperando che rifiutasse.

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Altea mise giù il cellulare e vide qualcuno entrare nella sala.
Era Guisgard.
Si avvicinò al tavolo con un sorriso un po' sornione.
“Buonasera.” Disse. “Posto molto elegante questo. Bell'atmosfera, stile come si conviene... si, ottima scelta.” Per poi sedersi.

Elv la prese fra le braccia e la baciò ancora.
A lungo.
E piano cominciò a spogliarla.
Gwen sentiva le mani di lui su tutto il suo corpo, in un'intimità sempre più calda, profonda.
Le dita del giovane medico si muovevano sicure ed audaci soprattutto dove lei era più sensibile, più debole, più ardente.
Tutto ciò senza smettere di baciarla, assaporandone la bocca.

Non ebbi il tempo di mettere giù il cellulare e la ricetrasmittente che lui entrò e sorrisi..mi aveva forse spiato?
"Buonasera...si è un bel locale" sorridendo.."Stile..come? Ora mi avete incuriosito, soprattutto da un uomo che mangia da solo solitamente"
Mi stesi sulla comoda poltroncina accavallando la gamba destra sulla sinistra e guardandolo, era gioviale e il suo sguardo oscurato era sparito.

Mangiai qualcosa al volo, e mi diressi verso la mia stanza segreta.
Indossai la mia tuta, con tutto l'equipaggiamento che mi potesse servire, e lasciai la casa.
Era solo un incontro con un corriere, certo, ma non si sa mai cosa può capitare, e poi dovevano parlare, in un modo o nell'altro, no?
Comunque fosse, era il caso che i corrieri capissero chi avevano di fronte.
Perché metti che mi trovo davanti qualcuno che vuole perdere tempo?
No, infatti, non potevo permettermelo.
Così uscii nella notte, e mi diressi al Lazzaretto, dove avrei incontrato i corrieri.
Dove Ishtar avrebbe incontrato i corrieri.

“Tuo marito...” disse Pier al cellulare “... come in un romanzo di cappa e spada? Magari finendo con un bel duello?” Ridendo. “E tu? Tu cosa pensi?” A Nyoko.

Deglutì appena a quella domanda. Cosa pensavo? Che avevo paura! Una tremenda paura.
"Oh... Io... Io penso che... Che se sei impegnato non sei obbligato a venire" dissi sperando che capisse.

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Clio raggiunse il luogo dell'appuntamento e trovò i due corrieri.
Erano sotto un palo della luce, fingendo di essere due marinai in licenza.
http://orig02.deviantart.net/6a78/f/...91-d6ggwyd.jpg

Sentii che mi prendeva fra le braccia, stringendomi forte, in una stretta così appassionata che mi fece sentire come mai mi ero sentita, desiderata, amata, quasi da sentire gli occhi lucidi.
Pian piano iniziò a spogliarmi è una volta che i miei vestiti finirono per giacere sul pavimento da qualche parte, sentii il diretto contatto con le sue mani, audaci, esperte e quell'intimità che si andava formando era profonda, nostra, inviolabile.
Gemetti all'istante quando le sue mani raggiunsero il mio punto più sensibile, un gemito che donai direttamente al morbido calore della sua bocca, che non cessava di assaporare la mia, mentre io affondavo le mani nei suoi capelli.

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Guisgard si sedette accanto ad Altea, senza però badare, apparentemente, a come lei aveva accavallato le gambe.
“Il fatto che mangi da solo” disse “non vuol dire che trascuri lo stile, no?” Sorridendole. “Ordiniamo da bere?”

“Capisco...” disse Pier a Nyoko “... non dovrei... ma ho una voglia matta di vederti, di toccarti...” sussurrò al cellulare.
“Su, cara, insisti...” Jeffrey a lei.

Raggiunsi il Lazzaretto, e trovai i due corrieri ad aspettarmi.
Come un'ombra della notte mi ritrovai al loro fianco.
Leggera e furtiva, silenziosa.
"Avete qualcosa per me?" guardandoli con aria spiccia.
Non servivano le presentazioni, se non erano scemi sapevano perfettamente chi avevano di fronte.

Deglutì a sentire quelle sue parole... Cavolo, Pier! Non ora! "Mio... Mio marito insiste..." dissi cercando di non sembrare nervosa.

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"Affatto no, signor Guisgard, anzi devo ammettere lei sembra un uomo di altri tempi, non è una offesa ovviamente ma apprezzo il suo stile" aveva sempre la risposta giusta "Oh si certo..io prendo un aperitivo con degli stuzzichini, non penso mangerò stasera..troppi pensieri. Mi volevo scusare con lei per essermi licenziata..ci sono dei validi motivi, ma non ho intenzione di soffermarmi e poi..avrei dovuto farlo..ho un lavoro da svolgere e mi assorbirà totalmente" guardandolo in modo enigmatico negli occhi azzurri.."Sapete, sto ancora pensando a quella storia assurda del merlo" sorridendo ma perplessa al pensiero.
Lo fissavo..potevo fidarmi di lui..parlare con lui..mi resi conto di non avere nessuno di cui poter fare affidamento.

Quel gemito di Gwen fece sorridere Elv, che continuò a toccarla, dove lei era ormai umida e calda.
E la baciava, assaporandone le labbra e la lingua.
Le mani di lui raggiunsero allora i seni di lei, toccandoli con virile desiderio, stringendoli, massaggiandoli.
La baciava e la toccava.
In maniera sempre più sensuale, forte, profonda.

Mi piacque il suo sorriso, che ricambiai appena, fra un gemito e un sospiro.
Poi le sue mani si spostarono e salirono su, sui miei seni e i miei sospiri divennero più caldi.
Caldo come quella stanza è quel modo che aveva di toccarmi, di baciarmi, quel modo profondo, sensuale, bramoso, che io ricambiavo senza sosta, ogni secondo di più ed ogni secondo diventava sempre meglio, sempre più bello ed intenso.

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“Insisti anche tu ed io verrò...” disse Pier a Nyoko “... altrimenti capirò che non devo...”

Ero davvero in conflitto con me stessa. Cosa potevo fare? Invitare l'uomo fantastico che sentivo di amare nella tana del lupo? Jeffrey era calmo e ingenuo, certo, ma poteva diventare anche geloso e violento. Rimasi un attimo in silenzio per poi rispondere.
"Certo, insisterei anche io se tu fossi libero" dissi ridacchiando al telefono.

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“Non tema, non sarò inopportuno.” Disse Guisgard ad Altea. “Ma sono lieto abbiate un altro lavoro.” Guardò il cameriere. “Un cocktail... qualcosa di fresco, appena fruttato e non troppo forte.”
Il cameriere andò via.
“Il merlo...” mormorò Guisgard “... fortuna la ragazza non ha subito conseguenze... per qualcuno il merlo è un uccello ambiguo... simboleggia il freddo e forse l'Oltretomba... chissà... teorie affascinanti, ma quasi sempre assurde...” arrivò il cameriere con un vassoio.

Elv la fece stendere sul letto, per poi chinarsi su Gwen e cominciando a baciarle i seni.
Lo faceva lentamente, con una certa dolcezza, mentre le sue mani arrivavano ovunque.
Baciava quei seni, poi prese a giocarci con la lingua.