Raggiunto l'ospedale mi indicarono la stanza del signor Bell.
Qui lo trovai in compagnia di una bella ragazza dai capelli rossi, che doveva essere quella che aveva interrogato Affy.
"Buongiorno signor Bell, signorina!" salutai entrambi.
"So che ha parlato con il mio vicesceriffo!" sorrisi alla ragazza "E che era presente ache lei, se vuole può restare!".
Poi mi rivolsi al signor Bell.
"Il dottore dice che è ancora molto debole, cercherò di fare in fretta!" lo rassicurai.
"Vorrei che mi raccontasse quello che è successo..." gli dissi, con tono calmo.
"So che può essere traumatico, ma dovrebbe provare a chiudere gli occhi, rilassarsi, e concentrarsi su quanto accaduto poco prima dell'agressione. Vedrà che alcuni particolari sopiti vengono pian piano alla mente!" gli spiegai.
"Si prenda tutto il tempo!".

La donna mi salutò e mi invitò a restare.
Dopotutto, perchè no...
"Certo, perchè no..." annuendo e sedendomi di nuovo accanto ad Elv, mentre che lo sceriffo iniziava a parlare con lui ed io rimanevo in silenzio.

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Payl guardò stupito l'ologramma del sistema solare.
"Come..." disse "... come ci sei riuscita?" A Queennie. "Chi sei? Chi sei davvero?" Turbato.

Alzai un sopracciglio in un'espressione divertita. Almeno non aveva cominciato ad urlare in preda ad un attacco di panico.
"Sono una brutta Strega cattiva, che utilizza la Magia per rapisce bambini trascinandoli nella propria casa di marzapane e cuocerli nel suo forno." risposi fingendo un vocione cavernoso per poi tornare seria "Ok, scherzo. Cioè, sono una Strega, ma non rapisco proprio nessuno." dissi calma "Ti avviso, se stai per urlare, ti cancellerò la memoria!" lo ammonii puntandogli il dito contro.

"Ho sentito una qualcosa di grosso e pesante su di me, sceriffo..." disse Elv a Destresya "... non so cosa... ma aveva qualcosa simile a lame di metallo... e una voce cavernosa... poi non ricordo altro..."
Gwen era lì ad ascoltare.

Payl guardò Queennie negli occhi.
"Dimostrami che lo sei davvero..." disse lui "... magari far apparire un ologramma è semplice, avendo una telecamera nascosta... mostrami che davvero hai ipoteri di cui parli..." con tono di sfida.

Elv ripeté ciò che aveva detto anche a me ed era sempre più assurdo ciò che di poteva arrivare a fare, riducendo così una persona, specie se giovane ed in salute come lui, qui di dove a essere stato ancora più difficile.
Continuai comunque ad ascoltare.

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Payl mi mise alla prova, dicendo di mostrargli qualcosa che rivelasse davvero la mia Magia.
Lo guardai sbalordita, divisa tra il divertito e lo sconcertato.
"Ok..." risposi un poco convinta.
Schioccai le dita e, una luce argentea mi avvolse il corpo. Se prima stavo indossando gli abiti della serata precedente, una volta che la luminescenza si estinse, il mio corpo calzava una maglietta nera dalla scollatura a V e un paio di jeans strappati.
Ancora poco soddisfatta, però, concentrai le mie energie affinché il mio corpo si staccasse dal letto e cominciai a levitare a mezz'aria.
Galleggia incrociando le gambe e, inclinando il capo verso il basso, guardai Payl
"Ti basta o vuoi altro?" domandai con lo stesso tono di sfida utilizzato da lui.

Payl era incredulo nel guardare Queennie fare sfoggio dei suoi poteri.
Incredulo al punto che per lunghi istanti non seppe dire nulla.
"Po..." disse infine "... possibile? Da... dove vieni? Dimmi tutto di te..." col tono sbalordito.
Un attimo dopo però Queennie sentì le forze venirle meno.
Succedeva quando utilizzava troppo la sua magia, non essendo più nel suo paese d'origine.

"Solo questo ricordo, sceriffo..." disse Elv a Destresya e massaggiandosi le tempie "... e dal mio risveglio non faccio altro che pensare agli incubi di stanotte..." guardando poi Gwen.

L'utilizzo di tutta quella Magia mi lasciò quasi completamente priva di forze. Riuscii soltanto a rallentare la mia prossima caduta, adagiandomi sul letto.
"Non c'è nulla da sapere su di me." risposi fingendo di non essere esausta "Sono una ragazza con sangue magico... penso che i miei antenati fossero delle Streghe ma, a parte questo, sono come ogni persona. Lavoro come attrice e, a breve, dovrò andare nel bosco per girare alcune scene."
Con le mie forze venute meno, sentii i meccanismi delle finestre e delle porte aprirsi "Beh, sentiti fortunato, puoi andare via e non posso più trattenerti." rivelai indicandogli la porta.

"Non ho altro da aggiungere, sceriffo..." disse Elv a Destresya "... è tutto ciò che ricordo... a parte gli incubi che non mi danno tregua..." guardando poi Gwen.
In quel momento entrò il medico per controllare il paziente.
"Credo che adesso il signor Bell deba riposare, sceriffo." Il primario. "Domani potrà tornare ad interrogarlo, se avrà altro da dichiarare."
"Perchè ho questi dannati incubi, dottore?" Chiese Elv. "Sono così reali..."
"E' lo shock, signor Bell..." il primario "... pian piano spariranno. Le sue ferite vanno molto meglio." Annuendo.

Payl guardò attentamente Queennie, come a volerla studiare quasi.
Poi fissò le finestre quando lei gli disse di poter andare.
Un attimo dopo la ragazza avvertì un capogiro e fu sul punto di rilassarsi e appoggiarsi al letto.
"Ehi..." lui alzandosi di scatto, nonostante ancora il dolore per la ferita, per afferrare la giovane prima che rischiasse di cadere "... credo che tu sia un pò troppo debole..." prendendola in braccio.
Un istante dopo Queennie perse conoscenza.
Si svegliò un paio d'ore dopo, nel suo letto.

Elv rispose allo sceriffo, rivelando tutto ciò che ricordasse e parlando di quelle lame.
Ancora mi faceva davvero strano pensare che un essere umano potesse fare una cosa del genere, ma per fortuna anche lo stesso dottore era del parere che Elv si stesse riprendendo, a parte gli incubi.
"Arrivederci, sceriffo" la salutai, poi guardai Elv "Visto che devo riposare, mi sa che vado anch'io. Riposati, nel frattempo..." sorridendogli.

"Lasciami il tuo numero..." disse Elv a Gwen prima che lei andasse via "... così potrò scriverti, qui il tempo non passa mai..." fissandola.

Sorrisi divertita e presi dalla borsa il blocchetto e la penna che portavo sempre con me, da giornalista non potevano mancarmi.
Scrissi il numero sul pizzino e glielo lasciai sul tavolino accanto al cellulare.
"Sì, un numero è decisamente meglio dell'espediente dell'albero, visto che mi pare non sia andato molto bene..." divertita
Gli lasciai poi un avvio sulla guancia.
"Stammi bene e non sforzarti troppo... "gli feci un occhiolino ammiccante e andai poi via, lasciando la stanza.

Gwen lasciò l'ospedale, ritrovandosi per le strade di Moian, tutte prese dal solito via vai quotidiano.
Eppure passando davanti a qualche bar o altro negozio più di una volta sentì qualcuno discutere di ciò che era accaduto la notte scorsa.
Quello strano bagliore nei boschi presso la Montagna dei 7 Avvoltoi.
Una notizia che si era diffusa in tutta la cittadina, che aveva fatto scalpore quasi più dell'aggressione subita da Elv.
Giunta poi davanti all'albergo notò un'auto alquanto particolare.
Infatti sulle porteiere recava una strana scritta: "Gli Acchiappamisteri"
https://www.echo-news.co.uk/resources/images/9973038/

In città, il fervore ed il viavai erano immutati e le notizie della scorsa notte riempivano i bar, i locali, i negozi.
Pensavo ancora a quello che avevo sentito in albergo la scorsa notte e mi veniva veramente tanta rabbia.
Naturalmente, la situazione non si era conclusa, infatti vidi davanti all'albergo un'auto con su scritto "Gli acchiappamisteri".
Davvero non c'era mai fine alle assurdità che si sentivano in giro.

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Successe tutto talmente rapidamente, che non mi resi conto dei suoni attorno a me.
Un attimo prima ero seduta sul letto e, l’attimo dopo, riaprivo gli occhi.
Guardai l’orario sul mio telefono e, rapidamente, mi alzai in piedi.
Erano trascorse due ore ed dovevo prepararmi. Controllai immediatamente se avessi ricevuto chiamate o messaggi.

Entrando nella hall dell'albergo, Gwen notò 4 individui con delle tutte simili a quelle dei meccanici, con cinture piene di borselli ed anfibi ai piedi.
"Beh, naturalmente la direzione dell'albergo è lieto di avervi come ospiti..." disse il direttore ai 4 "... ma vi chiederei di sottoscrivere un qualche documento per evitare che ogni qualsivoglia attività da parte vostra possa recare agitazione presso gli altri nostriospiti..."
"Non tema..." uno dei 4 "... siamo scienziati ed ogni nostra azione sarà volta alla sicurezza di questo albergo e dell'intera cittadina. Io sono il dottor Gozz e questi sono i miei colleghi..." indicando gli altri 2 che erano con lui "... il dottor Lion e il dottor Sard."
https://i2.wp.com/cinehunters.com/wp...size=612%2C380

Queennie riprese conosceza e subito si alzò dal letto consultando il suo cellulare.
"Tranquilla..." disse Payn uscendo dalla penombra della camera "... nessuno ti ha cercata. Evidentemente hanno pensato bene di lasciarti riposare." Avvicinandosi a lei. "Ho fatto portare qualcosa da mangiare in camera... dicendo al cameriere di lasciare tutto fuori, in modo che non mi trovasse qui..." indicando un pacco sul comodino "... si tratta di alcuni dolci... hai bisogno di zuccheri dopo il tuo svenimento." Fissandola.

Entrai nell'albergo e vidi quei tre tipi strani, vestiti in modo curioso e con dubbie strumentazioni.
Sentii che parlavano con il receptionist e capii che avrebbero soggiornato qui.
Pensai, comunque, che potesse essere di qualche utilità farci quattro chiacchiere.

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"Bene..." disse il direttore poco convinto.
"Allora noi cominceremmo a fare un giro per l'albero." Fece Lion.
In quel momento, Gozz, che sembrava il capo dei 3, notò Gwen.
"Perfetto." Rivolto agli altri 2. "Io mi occuperò di interrogare gli ospiti dell'albergo, così da scoprire se hanno visto o sentito qualcosa. Cominciando con quella rossa lì." Indicando Gwen.
Un attimo dopo era già arrivato da lei.
"Lei è una ragazza fortunata, sa?" Fissandola con sguardo e sorriso da marpione.

Uno dei tre, quelli che si chiamava Gozz, mi si avvicinò e capii che era il solito tipo viscido.
Cominciavamo molto male...
"Ah sì?" inarcando un sopracciglio "Mi illumini" aggiunsi poi.
Ero curiosa di capire che accidenti di strada volesse percorrere per avvicinarmi.

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"Pare che in questa cittadina succedano cose strane..." disse Gozz a Gwen, mentre i suoi occhi famelici percorrevano ogni forma e tratto del volto e del corpo di lei "... e sin dal Medioevo ogni esperto di magia e fenomeni soprannaturali sa che le femmine rosse sono tra i bersagli preferiti di spettri e demoni. Ma ora ci sono io qui e lei non corre alcun rischio." Facendole l'occhiolino e sfiorandole una ciocca rossa con le dita.

L'idea era quella di prenderlo a ceffoni, prenderlo a calci, vomitargli sulle scarpe o qualcos'altro, ma che fosse comunque sgradevole.
Gli schiaffeggiai la mano con disprezzo e fastidio, ma senza scompormi più di tanto ed uscii taccuino e e tesserino del giornale, aprendo la penna.
"Io invece sono un'inviata del Daily Afra Planet e sono curiosa di capire cosa ci fate voi qui" con un sorriso candido, ma lo sguardo fisso.

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Gozz mostrò una smorfia di dissenso allo schiaffo di Gwen sulla sua mano.
Poi guardò il taccuino.
"Una giornalista..." disse sbuffando "... beh, se vuole uno scoop, allora deve collaborare... come si dice? Una mano tira l'altra." Facendole l'occhiolino.

Notai il fastidio sul suo viso al mio gesto.
Ottimo così.
Non mi piacque nemmeno quello che disse dopo.
Respirai a fondo per mantenere la calma e mi schiarii appena la voce.
"Dunque, cos'è che avete intenzione di fare, indagando con questi... Aggeggi?" guardando tutte le loro apparecchiature.

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Raccolsi la deposizione di Bell, che mi sembrò abbastanza confusa, come d'altronde c'era da aspettarsi.
Avere un grosso shock come lo aveva subito lui in poche ore, non dava certo idea di essere lucido, certo.
Poi parlava di incubi, addirittura, dunque le sue condizioni potevano essere ancora più gravi.
"Va benissimo così, signor Bell, più avanti magari le tornerà in mente qualcosa, mi raccomendo, ogni dettaglio può essere importante, le lascio il mio biglietto, chiami per ogni emergenza!" dissi.
Poi mi rivolsi alla ragazza che era con lui.
"Vale anche per lei signorina, se dovesse ricordare qualunque cosa, non esiti a chiamare, e naturalmente anche se dovesse succedere qualcosa!" le dissi, porgendole il mio biglietto.
"La lascio riposare dunque!" dissi, quando il medico venne a interromperci.
Anche la ragazza uscì e io mi fermai in ospedale proprio per parlare con il dottore.
"Dottore, mi scusi, posso parlarle un attimo?" gli chiesi.

Gozz rise beffardo, come chi è sicuro di se stesso.
"Si, i nostri strumenti, uniti alla nostra capacità sensoriale, ci consentono di indagare e risolvere ogni genere di fenomeno paranormale, bella mia." Con tono confidenziale a Gwen. "L'occulto per noi non ha segreti. E siamo qui per svelare i misteri di questi luoghi." Facendole l'occhiolino.

"Certo, sceriffo." Disse il primario a Destresya. "Mi dica pure." E la condusse nel suo studio.

Alzai appena le sopracciglia, cercando di non scoppiare, mentre scribacchiavo qualcosa.
"Cosa pensate di trovare, in questa faccenda? Avete già delle teorie? Immagino che siate avvezzi a questo tipo di fenomeni" con tono ovvio.

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"Ovvio, cocca mia." Disse Gozz sprizzando certezze da ogni poro. "Trattiamo questo genere di cose continuamente. Io personalmente credo c'entrino incontri ravvicinati del terzo tipo, ma sono mie sensazioni, dettate dall'istinto, dall'esperienza e della mia capacità di osservazione." Facendo l'occhiolino a Gwen.

Ero lì lì per infilzargli l'occhio con la penna, se continuava ad insistere.
"Certo, sono sicura..." dissi distrattamente, scrivendo "Quanto pensa possa giocare la superstizione della gente in ciò che è successo?"

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"Cosa può dirmi delle condizioni del signor Bell? E delle sue ferite? Si riesce a capire se è stato davvero aggredito da un animale o da qualche arma contundente?" gli chiesi.
"Vedo che la sua memoria è ancora debole, quindi per ricostruire l'accaduto e trovare l'aggressore mi servono tutti gli elementi a disposizione!".

"Ti dirò, piccola..." disse Gozz con un tono sempre più confidenziale a Gwen "... dietro la superstizione spesso, mi insegna l'esperienza,ci sono sempre delle verità... dopotutto in questa cittadina fu bruciata una strega secoli fa." Sorridendo.

"Personalmente" disse il primario a Destresya "ritengo che quel genere di ferite non possono essere state inflitte da un animale... ma va anche detto che la forza con cui ha bloccato il signor Bell è alquanto rara in un uomo... purtroppo la sola testimonianza che abbiamo, quella della signorina che era con lui, risulta discordante da ciò che invece afferma Bell."

"Già..." mormorai, cercando di ignorare quella confidenza sempre più pressante.
"Bene, se troverò qualcos'altro da chiederle di sicuro glielo farò sapere..." rimettendo a posto il blocchetto, con un sorriso di circostanza.

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La voce di Payn mi prese di soprassalto, tanto che il telefono mi cadde sulle coperte.
Era stato gentile a preoccuparsi per me, dopo aver preso il pacco, cominciai a mangiare alcuni dei dolci portati nella mia stanza.
"Sei un dottore?" domandai ironica in risposta alla sua premura.

"Capisco.." pensierosa, ascoltando le parole del primario.
"Beh certo sono entrambi sotto shock, non è strano che offrano versioni discordanti... e in effetti sembra strano anche a me che si sia trattato di un animale.
"Farò dei sopralluoghi sul luogo dell'incidente e vediamo che cosa riesco a scoprire, se dovesse succedere qualcosa al signor Bell, se le sue condizioni dovessero aggravarsi, o invece migliorare, mi tenga informata, per favore!" dando anche a lui il mio biglietto.
Di quel passo avrei dovuto farne di nuovi.