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Era un uomo distinto, ben vestito, che camminava verso casa con Elv.
All'improvviso sentii che mi guardava, forse percependo che io stessa prima lo avevo osservato ed Elv si premurò a rendere nota la mia identità, benché falsa. Così mi imposi di tenere lo sguardo fisso sui cespugli e la mente legata al mio finto lavoro di giardiniere. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius annuì.
Allora con Clio e Vale raggiunsero l'ingresso del castello. E qui lui bussò più volte. Passarono lunghi istanti senza che nessuno si facesse vivo, poi, ad un tratto, lo spioncino nel portone si aprì ed apparve un gobbo. “Salve...” disse Icarius “... noi ci siamo persi e cercavamo di capire come poter tornare in città... potremmo avere delle indicazioni?” Il gobbo annuì e fece segno loro di seguirlo. Un attimo dopo erano nel castello, dietro il gobbo che li conduceva attraverso un androne. |
Seguii Icarius nel castello, guardandomi intorno sempre più incuriosita.
I miei sensi erano all'erta, osservavo, recepivo. Bussammo e per un po' sembrò non esserci nessuno. Poi un gobbo venne ad aprirci, e Icarius disse la nostra scusa. Così riuscimmo ad entrare, e io presi la mano di Icarius nella mia. |
Questo Gaynor aveva immaginato, una volta fosse entrata nella sua stanza.
Ma quando aprì la porta ed entrò, non trovò più nessuno. Guisgard era sparito. La finestra era chiusa dall'interno e lui non c'era più. Mentre dalla strada continuavano a salire le voci e le grida della gente. E sul volto di Gaynor, ormai, non c'era più traccia del rossore che fino a poco prima, in quella stanza, aveva tinto il suo bel viso. |
Pavel annuì a Nyoko e strinse la mano di lei nella sua.
“Certo...” disse Justine “... non vedo perchè mai dovreste restare in questo castello...” sorridendo e posando la forchetta nel piatto. In quel momento qualcuno bussò. Poi entrò il gobbo e con lui c'erano Icarius e Clio. “Quanti ospiti giungono oggi nel mio castello...” Justine, fissando Clio “... prego, siete i benvenuti... io sono il Conte Justine, padrone di casa...” https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...6da8f23883.jpg |
Entrammo, mano nella mano, in quel maniero sconosciuto.
Mi guardavo intorno, sempre più incuriosita. Arrivammo così in un grande salone, dove c'era una graziosa ragazza dai capelli scuri , in compagnia di un giovane che le stingeva la mano. Quella vista mi fece tenerezza, e mi strappò un leggero sorriso. Ma fu la padrona di casa a catturare la mia attenzione. Una donna decisamente appariscente. Ma poi.. restare impassibile fu davvero difficile. Aveva ragione Icarius. Non era Justine Conte.. ma il Conte Justine. Strinsi la mano di Icarius, in maniera complice, quando pronunciò quel nome. "Perdonateci per l'intrusione.." timidamente "Abbiamo perso la strada..". |
Strinsi forte la mano di Pavel e mi appoggiai sulla sua spalla, traendone sicurezza. Poi, in quella stanza, entrò qualcuno. Sentì solo le parole del conte contento di avere ospiti ma non sapevo di chi si trattasse "chi è arrivato?" chiesi a bassa voce a Pavel.
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“Dallo spioncino non potrei vederla...” disse lui restando steso sulla brandina “... l'angolo di visuale è troppo stretto... è fatto apposta per impedire di guardare, sia dall'interno, che dall'esterno... quindi vuole salvarmi? Non ha trovato lo scienziato ed allora rimedia sul disperato...” sorridendo “... mica male... sempre di buona azione quotidiana si tratta... sono mesi che non vedo una donna ed ultimamente mi è stato anche impedito di leggerne una descrizione dai libri... mi dica com'è fatta... si descriva...” rivolto ad Altea.
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"Guardi se pensa io ho la sindrome da crocerossina si sbaglia di grosso..ho trovato ignobile a voi fosse impedito di leggere...e poi..poi ho notato un odio eccessivo da parte di Rasputin verso di voi..e relegarvi da tutti..." poi udii le sue parole sul mio aspetto fisico e sorrisi.."Io? Sono alta e slanciata, dalla pelle purtroppo troppo diafana, gli occhi smeraldini e ho lunghi capelli biondi con leggere sfumature ramate. E voi...descrivetevi...se non ci è dato vederci" e rimasi lì quasi catturata da quell' uomo.
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Elv e quell'uomo entrarono in casa, lasciando Gwen alle sue mansioni da falso giardiniere.
Il pomeriggio volgeva al termine, il crepuscolo si annunciava attraverso un sognante e quasi mistico imbrunire soffuso sulla brughiera. Dopo un po', Elv uscì in giardino e si avvicinò a lei. “Sta riposando nella stanza degli ospiti...” disse “... se vuoi puoi tornare nella tua camera e nasconderti là...” |
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