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Non trovai altro e ascoltai le parole di Munain.."Penso sia una ottima idea...e sta facendo pomeriggio inoltrato, presto col cavallo arriveremo alla città...non so perchè ma tutto ruota non trovi? E forse questa nave è la soluzione..e forse pure Icarius..a questo punto affidiamoci al destino".
Uscimmo senza farci notare dalla casupola e salimmo su Cruz, lasciammo la foresta, passammo davanti al maniero e presi la strada che mi portava Al Barracuda e quindi al centro. Mi fermai e legai il fido sauro proprio fuori la taverna.."Eccoci qui..questa strada porta alla strada principale e vi sono molti antiquari ed esperti..anche se i marinai sono i più esperti, ma la sorte sarà dalla nostra parte". |
Ascoltai attentamente le parole del vecchio.
Beh, noi eravamo determinati a trovarlo, e già il fatto di essere qui ne era la dimostrazione. A quelle parole di Icarius sorrisi, annuendo. "Ce la faremo.." alzando gli occhi su Icarius "Ne sono sicura..". |
All'improvviso, io ed Elv ci trovammo circondati dalla ciurma intera e da Gurenbarba, che non faceva nulla per nascondere il suo chiaro intento di toglierci di mezzo.
Istintivamente, mi avvicinai ad Elv e strinsi forte la sua mano. Cercai pero` di rimanere il piu` calma possibile; fare scenate di isteria o panico non ci avrebbe salvati, avrebbe anzi accorciato sempre piu` i tempi. Provai comunque a mantenere la calma. "Mettiamo che voi ora ci facciate fuori" al capitano, con estrema calma e diplomazia, guardandolo negli occhi "Che cosa ci guadagnereste? Avete forse paura per il vostro tesoro? Non temete nulla, a questo proposito. Non nego che anche una piccola parte di un prezioso tesoro aiuterebbe'' ridendo piano "Ma non ci interessa. Sono curiosa di sapere in cosa potremmo esservi di intralcio, del resto, se proprio dobbiamo morire, abbiamo diritto a sapere per cosa. Dico bene?" senza staccare gli occhi dai suoi. Non so da dove riuscivo a prendere il mio sangue freddo e la mia calma, ma pensavo che in quel momento avrebbero potuto salvarci la vita. |
Dacey lasciò la mensa e tornò nella sua cabina a cambiarsi.
Da fuori intanto continuavano a provenire le voci dei contrabbandieri, perse a raccontare storie, a dare ordini o a cantare. Tutto ciò mentre la nave procedeva il suo viaggio verso le isole Flegee. |
Gurenbarba ed i suoi a quelle parole di Gwen scoppiarono a ridere.
Elva allora strinse la forte la mano della ragazza nella sua. “Immagino sia tutto inutile...” disse al capitano “... ci ucciderete, vero?” “Naturalmente.” Divertito Gurenbarba. “Tenervi in vita sarebbe un errore. Nessuno oltre noi deve essere a conoscenza del tesoro.” “Facciamo un patto...” fece Elv “... io mi farò uccidere senza opporre resistenza, ma voi lascerete in vita lei.” Indicando Gwen. “Un patto?” Ripetè Gurenbarba. “Tu non sei in condizione di proporre patti, cane. E presto neanche di mantenerli. Perchè morirai.” |
"Adoro questa atmosfera" pensai mentre sistemavo con cura l'abito blu al suo posto
Quella nave sembrava contenere in se un piccolo mondo a me del tutto nuovo e misterioso. Ogni uomo della ciurma aveva alle spalle una storia sicuramente piena di episodi affascinanti, il capitano poi ne era la conferma, lui e il suo diario,ancora pensavo a quelle pagine, sempre con curiosità. Decisi di fare una passeggiata sul ponte prima di riposare, giusto pochi passi per assaporare la brezza notturna. |
"Elv no. Vuoi forse condannarmi ad una sopravvivenza senza di te?" gli sussurrai piano, guardandolo sconvolta. Ma soprattutto, non avevo alcuna intenzione di mollare. Volevo che io ed Elv ne uscissimo, vivi e vegeti e ci sarei riuscita, ad ogni costo.
"Se voi trovat e il tesoro e ve ne appropriate" a Gurenbarba "Non vedo chi potrebbe prenderlo. Non abbiamo alcun interesse a sbandierare ai quattro venti informazioni circa il vostro tesoro. A meno che..." |
Icarius guardò Clio ed annuì.
“Come vedete” disse poi al vecchio eremita “io ed i miei compagni siamo pronti.” “E sia, ragazzo mio...” fissandolo il vecchio “... sappi solo che molti hanno cercato il Palazzo delle Lingue prima di voi, ma nessuno è mai riuscito a trovarlo...” “Indicateci la via.” Fece il Taddeide. “Non temere, lo farò...” mormorò il vecchio “... ma spetterà a voi proseguire... uscite da questa grotta e tornate ai piedi del monte... camminate fino a quando non scorgerete un vecchio binario... un tempo serviva per far convogliare i vagoni da imbarcare sulle navi... oltrepassate il binario ed il resto verrà da sé...” |
Dacey lasciò la sua cabina ed uscì sul ponte, dove l'aria fresca della sera, lo scintillio delle stelle ed i canti dei contrabbandieri rendevano l'atmosfera intrisa di ammalianti sensazioni.
Una meravigliosa quiete pervadeva quel mondo e sembrava che il firmamento diffondesse sulla terra, insieme al fascino di un mistero senza fine, il richiamo di avventure epiche e sognanti. La pallida Luna brillava alta a Levante sul mare Flegeese così ricco di miti e leggende. Ognuno di quegli uomini era preso da qualcosa. Chi tendeva le cime, chi saliva i pennoni, chi spostava barili e chi persino interrogava il cielo col sestante e l'astrolabio. Presi com'erano dalle loro attività, i contrabbandieri quasi non si accorsero di Dacey, che come una muta Atene vagava tra loro come fosse l'ultimo miraggio del crepuscolo. Poi la ragazza si accorse di una figura vaga, dal profilo solitario e romantico, quasi in disparte dai contrabbandieri e dai loro canti, come fosse l'ultimo avventuriero superstite di un Tempo ameno di speranze, desideri e viaggi perduti. E quella figura fu subito riconosciuta da Dacey. Era infatti il capitano. |
Ascoltai attentamente il vecchio eremita.
Ero felice di vedere che Icariys sembrava aver ritrovato la fiducia. ci indicò la via, e io mi avvicinai a Icarius e gli sorrisi. "Andiamo..." Con gli occhi nei suoi, per poi ringraziare l'eremita. |
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