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L'immagine di noi due stretti sotto il cielo stellato di quella città stupenda era semplicemente sublime.
Rimasi completamente senza parole a quelle frasi bellissime che mi rivolse e non potei far altro che rispondere a quel bacio con trasporto e con occhi lucidi dall'emozione e dall'Amore. Non pensavo potesse esistere un uomo così al mondo e il pensiero che fosse mio mi rendeva felice di una felicità che non può essere espressa a parole. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quel bacio unì a lungo Gwen e Zoren, sotto quelle stelle che sembravano fare a gara nel brillare di più.
Le luci soffuse della piazza, le sagome dei monti vicini che si stagliavano nello splendore della sera e l'aria fresca sembravano la giusta cornice per quella scena romantica e tutta loro. “I tuoi occhi sono le stelle più belle” disse lui sussurrando sulle labbra di lei “ed i tuoi capelli sono le scie che dal firmamento scendono qui sulla terra...” e la baciò ancora. Ed ancora. |
Mentre sussurrava, i miei occhi, che lui definiva come le stelle più belle, si incatenavano ai suoi ed io lo guardavo assorta, estasiata, in silenzio, totalmente incapace di proferire verbo mentre mi regalava parole così perfette e poi mentre le nostre bocche si univano ancora e ancora e a volte sfioravo dolcemente il suo viso, quasi per assicurarmi che lui non fosse un sogno e che io fossi davvero lì, fra le sue braccia.
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La bocca di Gwen sembrava inebriata di fragole, ciliegie e mille altri frutti di bosco maturi e dolci, tanto che le labbra di Zoren più e più volte andavano a succhiarne il nettare, a cercarne il sapore, a desiderarne l'essenza.
E le sue mani disegnavano con ampie carezze ogni forma del corpo di lei, scivolando lungo il suo abito, come chi cerca la chiave per aprire uno scrigno carico di gemme. “Gwen...” disse ancora quella voce giunta dal nulla “... Gwen... bacialo... bacialo...” |
Non sapevo come avrei potuto stargli lontana, che anche con un solo sguardo o con quei baci mi trascinava verso mondi sconosciuti, per non parlare delle sue mani che vagavano sul mio vestito, appassionate e cariche di desiderio, come le mie, intrecciate fra i suoi capelli.
Quella voce mi raggiunse ancora. Istintivamente, staccai le mie labbra dalle sue, cercando di farlo nella maniera più delicata e insospettabile possibile. Sorrisi accarezzando il suo viso vicinissimo al mio. "Ti amo... Anche se potrà sembrarti semplice e banale... Mi perdonerai se le mie parole non raggiungono la perfezione delle tue..." sussurrai, sfiorando il suo naso col mio. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Raggiunta la Marchesa riportai il cavallo nella sua piccola stalla quindi entrai nell'abitazione e rimasi sorpresa di vedere ancora i due cosiddetti mendicanti.
<< Buona sera signori>> salutai gentilmente con un leggero cenno del capo, << si, sono stati ottimi acquisti Ser grazie>> E mostrai l'involucro in cui era custodito il mio abito. << Con il vostro permesso>> dissi salendo verso la mia stanza. Lì presi l'abito e lo appoggiai al mio corpo, per vederlo allo specchio. Era tanto bello che avrei voluto indossarlo subito ma invece lo piegai con estrema cura mettendolo nel baule. Tornata al piano terra, vista l'ora mi decisi a preparare la cena. La dispensa non era molto fornita ancora e visto che vi erano due piatti in più da riempire ebbi qualche difficoltà a decidere che cosa fare. Ma ancora una volta le ricette della nonna vennero in mio aiuto, un saporito stufato con crostini all'olio e rosmarino, insieme a qualche salume e formaggio, un piccolo sformatino con erbe aromatiche e un semplice dolce con le more. Dopo il turbamento di Ser Ehiss, prima della mia partenza in città, avevo creduto che i due ospiti sarebbero andati via presto e invece se ne stavano lì belli tranquilli a bere liquore con il cavaliere. C'era qualcosa sotto, me lo sentivo ma non sapevo spiegarlo razionalmente ma non potevo chiedere nulla a Ehiss per il momento, dovevamo essere soli. Servii la cena ma quella volta non mi sedetti con loro o i due avrebbero potuto malignare sul fatto che una semplice domestica mangiasse al tavolo con il suo signore. Poco male, dato che quei due non mi piacevano e preferivo non star loro troppo vicino. Restai dunque in disparte, con Sheylon, ma in un angolo che mi permetteva di udire agevolmente i discorsi della tavola. |
I passi continuavano, cercavo di capire da dove provenissero.
Ad un tratto la lampada si spense, eravamo in penombra visto non era notte fonda, ma il mio cuore sussulto'. Come poteva essersi spenta quella lampada...pregai quei passi fossero di Guren. Rimasi in silenzio, contro quel muro per non farmi notare..Non potevo immaginare fosse abitata dagli spiriti. |
Mano nella mano, ci assopimmo sulla spiaggia. Mi sentii risvegliare con un bacio... aprii gli occhi e vidi il volto sorridente del Capitano chino su di me.
"Si, andiamo a cercare un giaciglio più riparato e asciutto, altrimenti rischiamo un malanno..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Sorrisi a Icarius e sospirai.
"No, dai.. Andiamo a cercare una locanda in cui riposare, e domani vedremo quel tipo..." Pensierosa "Se stanotte ci beccassero non credo la passeremmo liscia una seconda volta.." Sorridendo. |
Dacey in breve preparò una deliziosa ed invitante cena, per poi servirla al suo padrone ed ai suoi ospiti.
"Venite a mangiare con noi." Disse Ehiss alla ragazza. "Una tavola può essere imbandita nel modo più invitante, ma non può dirsi cortese un banchetto che non si giova della compagnia di una dama." Sorridendole. "Dite bene, cavaliere." Annuì l'ospite col cappuccio. "Così che potrete chiedere alla vostra cameriera se qualcosa in città le è sembrato cambiato..." |
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