Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 09-12-2016 01.08.14

Ascoltavo la sua conversazione davanti a lui, dapprima corrucciata.
Era quella donna, quella che non voleva rassegnarsi e ci provava con lui in maniera imbarazzante e insistente.
Ma lui aveva scelto me.
Poi mi illuminai a quelle parole.
Aiutarlo a tornare a vivere, quello aveva detto.
Gli sorrisi, dolcemente, accarezzandogli il braccio.
Non sarebbe andato solo, gli aveva detto di me.
Quella donna che non voleva accettare il fatto che lui aveva scelto me e non lei.
Era stato chiaro, non le aveva lasciato speranze.
Sperai davvero che quella fosse la fine, una volta per tutte.
Che fossimo liberi di viverci la nostra storia senza intromissioni continue.
Lo abbracciai, dolcemente.

Nyoko 09-12-2016 01.09.08

Mi avviai verso casa. La strada deserta e il cielo privo di nubi, una scena un po' da brividi. Continuai a guidare mentre notai uno strano vento scuotere le siepi. Notai poi la luna nel cielo, bella quanto misteriosa. Accellerai leggermente, non vedevo l'ora di tornare a casa e il cuore batteva sempre più forte per la strana paura che cresceva in me.

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Guisgard 09-12-2016 01.11.11

“Aspetta, Altea...” disse Guisgard, ma lei chiuse la telefonata bruscamente.
Clio allora lo abbracciò.
“Che testarda...” mormorò lui, riferendosi ad Altea “... non ragiona e parte in quarta... spero solo non si metterà nei guai...” scuotendo il capo “... che gran casino...” sbuffando ed accarezzando un braccio di Clio.

Lady Gwen 09-12-2016 01.11.58

Sentii Elv abbracciarmi e sospirai.
"Ma non è quello, è che..." mi interruppi sentendo il suo telefono squillare.
"Chi può essere?"

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Altea 09-12-2016 01.16.01

Continuai a bere il cappuccino e presi una cartina di Venezia..la conoscevo a memoria...ma volevo controllare la via della casa di mia zia. Controllai il portamonete ed avevo soldi liquidi con me..avrei dovuto prendere un vaporetto appena arrivata all' aeroporto Marco Polo.

Guisgard 09-12-2016 01.19.22

Nyoko, un po' intimorita dalla Luna e da quello strano vento, non vedeva l'ora di tornare a casa.
Ma ad un tratto nello specchietto vide emergere dall'umidità della sera un'auto nera che si avvicinava.
http://www.kavusclub.it/uploads/film...1417947670.jpg

Clio 09-12-2016 01.20.42

Lei evidentemente chiuse la telefonata, e lui sbuffò sconsolato.
"Ti voleva per lei.." dissi, alzando lo sguardo a cercare il suo "E non vuole ammettere di essere stata respinta, non vuole ammettere che hai scelto me.." alzando le spalle "Vedi che continuava a negare che io fossi la tua donna?" gli feci notare "Non c'è niente di peggio di una donna respinta!" annuii.
"Però sono felice che tu abbia messo le cose in chiaro.." sorrisi "Ora che sa di noi spero che non si permetterà più di farsi trovare mezza nuda o di toccarti.." con un sorrisetto divertito "Sono piuttosto gelosa.." divertita.
Allora alzai il viso e lo baciai, dolcemente.
Ero così felice che avesse messo le cose in chiaro, che non avesse lasciato spazio al dubbio.
Che avesse preso una posizione, inequivocabile.
Lo baciai con il cuore gonfio di gioia.
Un bacio che di significati ne aveva molti, più di quanto qualsiasi parola potesse esprimere.

Guisgard 09-12-2016 01.22.39

“Non so...” disse Elv guardando il cellulare “... è un numero sconosciuto...” a Gwen “... pronto?” Rispondendo. “Si, sono io... ma chi parla? La mia moto? E' uno scherzo? Come fate a saperlo? Ok... ok... certo che si... ok, a fra poco...” e staccò.

Lady Gwen 09-12-2016 01.24.47

"Sconosciuto?" ripetei, perplessa.
Poi ascoltai la conversazione.
"Ma che succede? Chi era?" chiesi, un po' preoccupata "Elv ti prego, sta' attento, non fare sciocchezze."

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Nyoko 09-12-2016 01.25.25

Guidai intimorita finché non notai allo specchietto un auto nera. La riconobbi subito, era l'auto che aveva investito il musicista tempo fa. Tremavo, avevo paura. Non avevo alcuna intenzione di morire in quel modo. Guardai ancora una volta l'auto e sospirai.
"Dio... Se ci sei... Aiutami" dissi cercando di stare calma. Guardai davanti a me, la strada deserta. No, non sarei morta, non quella notte. Buttai il piede sull'accellaratore cercando di seminarla. La paura mi invadeva diventando adrenalina, sudavo e sentivo i muscoli in tensione, ma e sarei uscita indenne, quanto fosse vero che mi chiamavo Nyoko.

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