Il palazzo era illuminato a festa, con vetri e cristalli scintillanti, arazzi di pregevole fattura, abiti dalle stoffe variopinte, marmi policromi ed una vivace fiera della vanità aristocratica.
Gwen era giunta alla festa, dove molti la salutarono appartenendo lei ad una delle famiglie più importanti della città.
Anche Destresya era arrivata, con il suo abito che sfiorava un meraviglioso scandalo di sensualità e peccato, notata e giudicata da tutti.
Con invidia dalle donne e con desiderio dagli uomini.
Ma lord Corcion, in principio orgoglioso e soddisfatto, ora invece appariva nervoso.
Una strana agitazione serpeggiava nella sala.
Si comprese che suo nipote, ospite d'onore appena giunto ad Afragolopolis, ancora non si vedeva.

Il ragazzo sbucò timido ed impacciato dalla carrozza, guardando prima la vettura danneggiata e poi Altea adirata.
“Badate a tenere la lingua frenata voi.” Disse il cocchiere di lord Corcion alla figlia dell'astronomo. “Costui è il nipote di lord Corcion!” Adirato.
“Io...” mormorò spaesato il giovane “... io non disprezzo nessuno... soprattutto le donne...” timidamente “... ma mio zio mi aspetta... come faremo?” Al cocchiere.
“Bella domanda!” Esclamò questi.

Il ragazzo iniziò a parlare e lo scrutai attentamente, ignorando la maleducazione del cocchiere. Era un ragazzo serio, un po' timido e semplice, mi sarei aspettata un ragazzo pieno di sé e guardai a terra e poi nel suo volto.."Io...mi spiace...non sono invitata alla festa, forse se andiamo a casa di una amica mia aristocratica, lei è invitata e vi porterà al ballo..posso rimediare milord" ma non mi inchinai.

"Ecco io..." disse imbarazzato il ragazzo ad Altea "... io non so da che parte è il palazzo di mio zio... la vostra amica è molto distante da qui? Farò in tempo?" Impacciato.

La stanza pullulava di luci e brusii.
Passai buona parte del mio arrivo a salutare amici di famiglia, affare che mi pesava in parte, ma ciò accadeva quando si apparteneva ad una famiglia importante come la mia.
Ad un certo punto, si sparse la voce che il nipote di Lord Corcion non era ancora arrivato alla festa.
La tensione era alquanto palpabile in sala e Milord era nervoso, com'era comprensibile.
Mi chiedevo il perché di tale ritardo, dal momento che i festeggiamenti erano stati organizzati in suo onore.

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"Non so nemmeno io milord, non conosco vostro zio" osservando il suo modo impacciato, mi si strinse il cuore averlo considerato in modo negativo, ma era ancora più meraviglioso, io stessa non ero una ragazza estrosa sebbene avevo un carattere forte "Volete venire a piedi con me? Poi vi lascerò lì e potrete andare con lei al ballo, io tornerò al mio Palazzo, così potrete vestirvi degnamente per fare bella figura" e mi avvicinai a lui sorridendogli stavolta spontaneamente "Io sono Altea" evitai di dire altro, poiché non volevo si sapesse chi fosse mio padre "E abito al Palazzo delle Ginestre, siete felice di essere a quel ballo milord, non mi sembrate una persona molto avvezza alla mondanità ma forse sbaglio".

Gwen si rese conto dell'agitazione e dell'insofferenza che palpabile serpeggiava nella sala.
Alla fine lord Corcion incaricò due dei suoi uomini di andare a vedere da cosa dipendesse il ritardo di suo nipote.
Intanto la festa continuava ed alcuni discutevano dell'agitazione causata in città dalla corporazione dei borghesi.



“Io mi chiamo Icarius.” Disse lui presentandosi ad Altea. “Mondano? No, sono arrivato ora in città... studiavo all'accademia militare di Nolhia.” Spiegò sempre un po' impacciato. “Si, forse è meglio raggiungere a piedi il palazzo della vostra amica se non è lontano da qui...”

"Oh no milord Icarius, non è lontano, così avrò modo di vederla. Pure lei è appena uscita dal collegio con me, direi possiamo andare...Madame venite con noi o preferite aspettare?" osservando Icarius "Mio fratello pure è in Marina, che casualità" pensierosa.
Gli feci cenno per avviarci per strada verso il Palazzo.

Anche la governante su unì ad Icarius e ad Altea, avviandosi così tutti insieme verso la casa dell'amica di lei.
Era sera ma le strade cittadine erano ancora vive.
Il rampollo di lord Corcion era silenzioso, intimidito e camminava guardando la strada.

L'agitazione era sempre più crescente e alla fine Milord decise di inviare due uomini a cercare il nipote.
Mi intrattenni dunque in varie discussioni con gli ospiti che si interrogavano circa l'accaduto, chiedendosi come mai di questo ritardo.
Era molto strano e temevo c'entrasse la folla opprimente che aveva accompagnato la carrozza nel suo ingresso in città, speravo però non gli fosse accaduto nulla.

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