Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 01-05-2016 00.34.11

Entrammo nella stanza, e io meccanicamente controllai ogni porta (e non è che ce ne fossero molte), ogni finestra, ogni anfratto testandone la sicurezza, poi bloccai la porta incastrandoci la sedia, e sprangai la finestra.
Le precauzioni non erano mai troppe.
Scese così la penombra sulla stanza, illuminata da una lampada ad olio che rendeva l'ambiente soffuso ed enigmatico.
Solo dopo mi accorsi del letto.
Risi a quelle parole di Icarius, posandogli per un momento la mano sul braccio.
"Apprezzo la cortesia, Icarius, ma non credo sia necessario..." Sorridendo, divertita "Abbiamo già dormito fianco a fianco questa notte o sbaglio?" Per poi voltarmi verso il letto "Il letto è grande, ci staremo benissimo..." Sorrisi "Prometto che non ti salterò addosso durante la notte.." Sorridendo divertita.
"Adesso devi solo voltarti..." Spostandolo con un gesto delicato ma deciso col viso verso il muro "che così mi cambio.." Sempre sorridendo "Non sbirciare, nè.." Sussurrai, tra i suoi capelli "Che ti cavo un occhio.." Con tono fintamente minaccioso, per poi ridere e allontanarmi.
Spulciai la mia sacca, benedicendo la mia lungimiranza.
Avevo persino un abito s indossare il giorno seguente.
e naturalmente una camicia da notte.
Raramente viaggiavo senza, erano il mio vizio più femminile.
Quella che avevo portato era lunga, in seta fine e impalpabile, in un blu cielo con motivi e sfumature d'azzurro.
La scollatura a barca, passava da spalla a spalla, poi la camicia scendeva liscia ad accarezzare il mio corpo.
Sullo stesso stile avevo la vestaglia.
Mi spogliai, sospirando di sollievo mente sbottonavo il pesante corpetto.
Non avrei potuto vivere senza, ma toglierlo prima di andare a dormire era sempre una bella soddisfazione.
Anche perché quando lo toglievo era perché sapevo di non dovermi svegliare nel cuore della notte. In battaglia dormivo praticamente vestita perché poteva esserci un attacco da un momento all'altro.
Una volta libera, indossai la camicia e la vestaglia e mi lasciai cadere pesantemente sul letto.
"Che giornata.." Mormorai, per poi voltarmi verso Icarius.
"Adesso puoi voltarti..." Sorrisi.
Battei due volte la mano sul letto, come a ricordargli di dormire accanto a me.
"Quanto sarebbe bello se domani ci svegliassimo nella brughiera e scoprissimo che è stato tutto un brutto sogno?" Mormorai, fissando il soffitto.

Guisgard 02-05-2016 18.47.49

Zoren guardò perplesso Gwen, per poi stringerla a sé in un abbraccio rassicurante.
“Su, calmati adesso...” disse dolcemente “... è stata una lunga giornata e magari l'aria di questa città ti ha un po' stravolta... è anche tardi... torniamo al carrozzone così potrai riposare fino a domattina...”

Lady Gwen 02-05-2016 18.53.02

Sospirai.
Non potevo pretendere che una cosa così "strana", perfino per me, potesse essere facile da accettare, ma mi dava fastidio che mi si vedesse come una pazza o sopraffatta dalla stanchezza.
Così mi sciolsi dall'abbraccio e mi incamminai verso il carrozzone.

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Guisgard 02-05-2016 18.53.42

Il pirata rise di gusto a quelle parole di Gaynor.
Poi prese a cercare rami che intrecciò con delle larghe palme che avevano trovato nei pressi.
Infine sistemò il tutto su uno spuntone di pietra che si affossava nella sabbia, sporgenza della scogliera che racchiudeva parte della spiaggia.
“Ecco...” disse “... non sarà una delle sfarzose camere a cui sei abituata nel tuo palazzo, ma per passare la notte andrà benissimo...” sorridendo “... tu stenditi pure, io intanto andrò a raccogliere un po' di frutta e magari se sarò fortunato pescherò qualche pesce con una canna di bambù.”

Lady Gaynor 02-05-2016 18.59.51

Il Capitano costruì una rudimentale capanna con dei rami e delle foglie di palma.
"Si, sono sicura che andrà benissimo... però non voglio riposare mentre tu ti allontani... non è molto lusinghiero per me, ma avrei paura a restare qui da sola..."

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Guisgard 02-05-2016 19.00.01

Ehiss fissò quell'anello e poi guardò Dacey.
Ed infine portò lo sguardo sui due uomini.
“In verità” disse quello col cappuccio “un simile Anello non tutti possono averlo.”
“Nessuno, tranne uno.” Il cavaliere.
“Infatti.” Annuì l'uomo. “Sono il vescovo...”
“Voi?” Stupito Ehiss. “Voi? Vestito così? Ramingo e straniero in queste terre? Voi il vescovo? Ossia colui che detiene un potere superiore al duca stesso?”
“Un tempo, messere...” mormorò il vescovo “... un tempo... oggi non più...”
“Che significa?” Nervoso il cavaliere. “Parlate, dunque... parlate se volete che io vi creda...”

Dacey Starklan 02-05-2016 19.03.57

Il clima nella Marchesa si faceva teso di minuto in minuto e anche dopo che l'uomo incappucciato rivelò la sua identità il nervosismo non abbandonò ne me ne il cavaliere.

Entrambi faticavamo a concepire che tal uomo fosse seduto alla nostra tavola celando il suo volto e continuando a parlare in un modo alquanto misterioso e che non lasciava presagire nulla di buono

Guisgard 02-05-2016 19.04.46

Zoren si accorse della reazione di Gwen, ma non disse nulla, limitandosi a seguirla verso il carrozzone.
La sera era calata e la città andava pian piano ad assopirsi, mentre il gotico ed austero castello che la sovrastava appariva ormai, complice l'ambiguità delle tenebre, come un gigante addormentato.
E mentre i due camminavano verso il carrozzone, passarono davanti alla porta della città, che proprio in quel momento veniva chiusa da alcuni uomini.
Quasi come se temessero potesse penetrare qualcuno col favore del buio.

Lady Gwen 02-05-2016 19.08.40

Tutta la città si era ormai assopita e le strade erano quasi del tutto vuote, eccezion fatta per alcuni uomini che chiudevano in quel momento le porte della città e pensai che firse temevano che qualcuno sarebbe potuto entrare in città di notte.
Non ci feci comunque troppo caso, pensando ad altro, e continuai a camminare.

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Guisgard 02-05-2016 19.09.37

Il pirata sorrise.
“Temi forse” disse divertito a Gaynor “che qualche selvaggia tribù di indigeni possa giungere a rapirti? In posti simili le bellezze chiare come te sono merce rara.” Facendole l'occhiolino.
La prese poi per mano e insieme andarono a raccogliere qualcuno dei frutti esotici che crescevano sugli alberi, mentre la sera, col suo primordiale misticismo, avvolgeva la spiaggia in un surreale silenzio, rotto solo dal fruscio delle onde che morivano sulla sabbia.


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