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“Forse sarà entrato un animale, non so...” disse Elv perplesso “... ma questa musica? E le voci soffuse?” Alzandosi. “Aspetta qui... vado a controllare...” rivolto a Gwen, per poi prendere la pistola da un cassetto.
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Sospirai a quelle parole di Icarius, aveva ragione, eccome.
"Sì, lo so benissimo..." annuii, godendomi la sensazione di restare a piedi scalzi. "Ma un modo lo dobbiamo trovare, per riuscire a risolvere i misteri di questo castello, non credi?" intanto mi ero alzata, e mi stavo sfilando piano quell'abito scuro. "Quel medaglione vuol dire qualcosa.. se Athia è qui voglio trovarla, anche se è mia nemica, non la lascio nelle grinfie di quell'essere..." scuotendomi piano, come se un brivido mi avesse attraversato la schiena. Riposi l'abito sulla sedia, e aprii la mia borsa, dentro la quale avevo preparato il necessario per quel giorno, contendo di non tornare più dallo zio di Icarius. Almeno lì era chiaro e limpido il fatto che non eravamo al sicuro. "C'è un motivo se siamo arrivati qui.. e dobbiamo indagare.." mentre indossavo la camicia da notte, di preziosa seta orientale. Allora mi voltai e camminai piano verso Icarius, sorridendogli in maniera enigmatica. "Ma non vedo che fretta ci sia.." sussurrai con voce calda "Dopotutto un piano va elaborato bene.." accarezzando dolcemente prima le sue spalle, poi le braccia, e infine il petto, in cui potevo sentire il cuore battere anche sotto la camicia. "Ci vuole tempo per pensarci, per elaborare..." con lo stesso tono caldo, raggiungendo le sue labbra "Poi bisogna essere riposati per salvare il mondo.. non lo sai?" sfiorando le mie labbra con le sue. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...6ac1c02050.jpg |
"È strano, molto strano..."
Poi si alzò per andare a controllare. "Ehi, aspetta..." cercando di fermarlo "Sta' attento..." dissi rassegnata, e poi da quando aveva una pistola? Scossi il capo rannicchiandomi nella spalliera del divano, nell'ansiosa attesa che tornasse. Sentivo un improvviso freddo, nonostante fossi avvolta dal calore del fuoco, poiché era il freddo della mancanza di Elv a lambirmi e speravo che di sopra fosse tutto a posto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius restò a guardare Clio che si spogliava e che indossava quella leggera e sensuale camicia notte.
La guardava con desiderio, immaginando, ricordando quei momenti in cui l'aveva vista sospirare, gemere, godere. Poi quel suo tono caldo, sensuale, tentatore. Quella bellissima donna aveva il potere di accendere il suo desiderio, far bollire il suo sangue. Si avvicinò e cominciò ad accarezzarlo. “Quindi” disse lui sfiorando le labbra di lei “sua altezza mi sta mandando a letto per salvare il mondo?” Guardandola negli occhi. Occhi carichi di passione. |
Elv andò a controllare e Gwen restò da sola.
Cominciò ad avvertire freddo, nonostante il camino acceso. Un freddo dettato forse dalla mancanza di Elv, o forse perchè nel regno dei morti l'aria è sempre così, gelida e spettrale. Ad un tratto la musica, i rumori, i versi e le voci cessarono di colpo, lasciando posto ad un silenzio rotto solo dal legno che si consumava sul fuoco. Un attimo dopo, dai giochi di luce generati alla fiamma del focolare, strane e cupe ombre cominciarono a danzare, formando strane figure. E di nuovo Gwen sentì quella musica e quelle voci. |
Più mi avvicinavo, più lo guardavo.
Più lo guardavo, più mi appariva bellissimo. Unico, speciale.. mio. Adoravo il suo sguardo in me, il suo cuore che batteva, il suo corpo che fremeva di passione. "Esatto.." sussurrai piano, con voce calda, mentre le mie mani salivano dapprima sulle sue spalle, lasciando cadere pesantemente la giubba. Lo guardavo negli occhi, mentre i nostri corpi erano vicinissimi. "Così sarai bello riposato.." raggiungendo il colletto della sua camicia, per poi slacciare un bottone. "E appagato.." slacciandone un altro. "E soddisfatto.." un altro ancora. Uno ad uno, in un movimento leggero e sensuale, finché non riuscii a scoprire la sua pelle. Allora mi chinai piano su di lui, baciandolo dolcemente sul petto ormai libero della leggera stoffa della camicia. Poi mi rialzai, a cercare il suo volto. "Le piace come programma, ser Icarius?" in un sussurro caldo a appassionato, che andò a morire sulle sue labbra. |
Icarius lasciò che Clio gli scoprisse il petto e le spalle, con le sue carezze, la sua sensualità.
“Si...” disse lui in un sussurro “... mi piace... mi piace tutto di te, altezza... mi piaci tutta...” accarezzandole le gambe e salendo più su con le sue dita ardenti, ma delicate. Poi lei raggiunse la bocca del giovane pittore e i due cominciarono reciprocamente a baciarsi, ad assaporarsi, intrecciando labbra e lingue in un bellissimo e proibito gioco di respiro e sapore. |
Quel bacio, così dolce, così intimo.
Mi abbandonai a quella tenerezza, dolcemente, lasciando che mi scaldasse il cuore, arrivando fino all'anima. Allora cominciai a camminare all'indietro, portandolo con me, fino a cadere sul letto morbido, uno accanto all'altro. Tutto mentre quel bacio ci univa sempre di più. Come le nostre mani che si rincorrevano sui nostri corpi, dolci e sensuali insieme. "Anche a me piace tutto di te, Icarius.." con un sospiro appassionato, e gli occhi che cercavano i suoi per un breve momento. |
In un attimo si ritrovarono stesi su quel letto, uno accanto all'altra, accarezzandosi, guardandosi e baciandosi.
Allora Icarius cominciò a spogliarla piano, sfiorando la stoffa della camicia e la pelle di lei. Un attimo dopo, lento ed infinito e Clio si ritrovò con la camicia sbottonata. |
Gaynor si spogliò e si infilò nel letto.
Passarono lunghi istanti, mentre il crepuscolo cedeva lentamente il passo alla sera. Le luci della città si accesero, così come i suoni del traffico serale ed il rumore delle serrande dei negozi che si abbassavano. La radio suonava piano, quasi come sottofondo. Di tanto in tanto le canzoni si interrompevano ed allora lo speaker leggeva le notizie del giorno. Molto spazio era dato al film di Skorpio, al suo successo ed alle discussioni che sollevava tra i critici ed i sociologi. All'improvviso Gaynor si svegliò. Ebbe quasi un inizio di quella che sembrava essere una crisi di panico. Allora avvertì una presenza in casa. |
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