Camelot, la patria della cavalleria

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cavaliere25 12-01-2011 08.51.35

resto io come ostaggio non ho nulla da perdere dissi guardando Belven voi andate a cercare gli altri e mi sedetti accanto al pozzo mentre fissavo il cavaliere Vermiglio.

Talia 12-01-2011 19.04.48

Restare in compagnia di Guxio era terribilmente penoso: la sua vicinanza mi disgustava e il suono della sua voce mi faceva venire i brividi... avrei voluto gridare e scappare via, avrei voluto colpirlo e colpirlo ancora... e invece non mi mossi né dissi niente, pietrificata alla sola idea del patto cui ero stata costretta a sottostare.
Ringraziai il Cielo, tuttavia, quando uno di quegli uomini venne a chiamarlo e lo condusse via.
Io rimasi per un istante immobile dove mi trovavo, inspirando profondamente e cercando di far chiarezza nella mia mente ancora leggermente confusa... e tuttavia qualcosa in essa scattò quasi subito: in fretta mi alzai e, silenziosamente, mi accostai alla porta che Guxio aveva appena varcato, fermandomi proprio lì, totalmente schiacciata nella zona d’ombra contro lo stipite alto e roccioso, trattenendo il respiro e restando in ascolto.
Distinsi con chiarezza la voce di Bumin insieme a quella di Guxio, e mi sorpresi che fosse lì.
Ascoltai il racconto di ciò che era successo e qualcosa dentro di me vibrò forte quando disse che Guisgard l’aveva smascherato... ‘pazzo!’ pensai ‘pazzo e avventato!’... ma non potei evitare di sorridere. E il sorriso si allargò quando compresi che stava bene, ciò almeno disse l’uomo: disse che il cavaliere lo aveva battuto e costretto alla fuga... il peso nel mio petto di allentò un po’, allora, chiusi gli occhi e ringraziai il Cielo.
Fu ciò che venne dopo che mi scosse di nuovo e di nuovo mi riempì di terrore, di un dolore profondo e di una gelida furia...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 25672)
"Maestro, quel cavaliere..."
"Cosa?"
"Deve morire..." rispose Bumin "... e subito..."
"Lo temi a tal punto?"
"No, ma credetemi... lui sarebbe l'ostacolo maggiore per i nostri piani su quella ragazza..."
Guxio lo fissò per qualche istante.
"Allora sarà il primo a morire..."

Mi staccai subito dalla parete cui mi ero appoggiata, quasi fosse diventata rovente, e arretrai di nuovo nella sala in cui Guxio mi aveva lasciata poco prima...
‘...il primo a morire!’ aveva detto.
Quelle parole rimbombavano nella mia mente con un fragore assordante... e allora capii che a Guxio non importava niente del nostro patto: li avrebbe fatti uccidere tutti comunque, in qualsiasi caso... e avrebbe cominciato da Guisgard.
Il panico mi avvolse e mi chiesi che cosa dovevo fare...
E in quel momento di totale incertezza della mente, il mio sguardo cadde di nuovo su quel vecchio specchio incantato... la nebbia densa al di sotto della sua superficie aveva ripreso a vorticare velocemente, contorcendosi in mille forme che ipnotizzavano i miei occhi... continuai a fissarlo, quasi senza rendermene conto, finché la bruma si diradò di nuovo e delle figure iniziarono ad essere riconoscibili.
Lo osservai con più attenzione, era il gruppo che avevo visto poco prima... mi sembrava quasi di osservarli da una finestra posta in alto: li vedevo muoversi e confabulare tra loro, forse parlavano della fuga di Bumin, però non potevo sentire le loro voci e non sapevo cosa si stessero dicendo... scrutai quei volti uno ad uno, finché raggiunsi quello di Guisgard...
Guxio li avrebbe trovati, mi dicevo... sarebbe stato così facile per lui vedere dov’erano per mezzo di quello specchio e loro, in quel labirinto, come avrebbero potuto fuggire?
E così, mossa da quel pensiero improvviso, afferrai con entrambe le mani il pesante candeliere che era posato sul tavolo da cui Guxio poco prima aveva preso i due bicchieri, e lo usai per colpire, con tutta la forza che avevo, quell’antico specchio.
La spessa base metallica del candeliere si infranse contro il vetro e immediatamente mille schegge iridescenti volarono da ogni parte, schizzando verso l’alto per poi ricadere a terra, come una pioggia tintinnate, mentre quel rumore riempiva la sala...
E io rimasi per un istante in piedi, di fronte alla cornice ormai vuota dello specchio... infine allentai un po’ la presa e il candeliere mi scivolò di mano, finendo anche quello a terra con un sonoro tonfo...
“Ecco! E ora, se vi vorrà trovare...” dissi tra me a mezza voce “di certo non potrà più fare affidamento su questa diavoleria!”

Lady Gaynor 12-01-2011 23.05.48

Gaynor osservò la scena in disparte, tenendo Lyan sempre stretta a sé. Era successo tutto troppo in fretta e, durante lo scontro tra Bumin e Sir Guisgard, l'odio e l'ira che lesse negli occhi di quest'ultimo la spinsero a tirarsi indietro al fine di proteggere la bambina. Quando però quella carogna di Bumin prese il largo dopo aver tentato di pugnalare Guisgard, il gruppo di accorse che nello scontro era stato invece colpito Iodix. Nel vedere il pugnale sporgere dal suo petto, Gaynor lanciò un grido e si precipitò verso il giullare, lasciando Lyan al vecchio delle fosse. Ma d'un tratto Iodix aprì gli occhi e cominciò a recitare dei versi:
"Se la penna della spada è più potente,
allora un libro di uno scudo è più possente!
Che sia un codice o un trattato,
questo libro mi ha senza dubbio salvato!"
E così dicendo mostrò un grosso libro custodito sotto la sua giubba, che aveva fatto da scudo. Lo vide riabbracciare il suo padrone, e non riuscì a trattenere lacrime di sollievo. Non avrebbe sopportato di vederlo morire, quando era stata proprio lei a spingerlo in quest'impresa. Quando i due si sciolsero dal loro abbraccio, Gaynor si avvicinò al giullare e gli fece una carezza, ancora scossa per riuscire a parlare.

Guisgard 13-01-2011 02.09.10

Lo specchio rotto in infinite parti.
Infinite come le stelle che brillavano in quella notte limpida e ancora orfana di una Luna che solo da poco aveva cominciato a spuntare dalla folta boscaglia.
Cosa racchiude e riflette uno specchio?
Forse un mondo lontano, diverso ed effimero.
Non migliore o peggiore, ma solo un altro mondo.
I demoni che da tempo tormentavano Cartignone ed ora anche il cuore di Talia erano stati visti da lei proprio riflessi in quello specchio.
Ma forse quelle viste da Talia erano solo altre illusioni.
"Cosa succede?" Chiese un gobbo entrando nella sala. "Non sapete" fissando lo specchio rotto "che questo è di cattivo auspicio?"
Raccolse allora i pezzi rotti e rimise a posto il candeliere.
Un momento dopo entrarono nella sala due donne completamente coperte da un velo nero.
Portavano alcune pietanze dagli intensi colori e dagli inebrianti profumi.
Ed una bottiglia contenente un purpureo elisir accompagnava quell'esotico banchetto.
"Mangiate, milady..." disse il gobbo uscendo dalla sala "... vi ridarà tranquillità..."

Guisgard 13-01-2011 02.41.45

Nello stesso momento, ma in un'altra zona di quell'Inferno, il gruppo si stava riorganizzando dopo la fuga di Bumin.
"E' inutile restare qui fermi..." disse il Cappellano "... dobbiamo cercare la dama rapita e poi uscire da questo luogo di morte."
"Non credo sia facile, chierico..." mormorò Dukey.
"Siamo giunti da quella parte" indicò il Cappellano "dunque per logica dobbiamo proseguire dalla parte opposta."
"Non mi va molto l'idea di camminare alla cieca in questo posto..." mormorò Dukey.
"Allora fatti da parte" disse Guisgard spingendolo via "che già si è perso troppo tempo!"
"Pallone gonfiato!" Ringhiò Dukey. "Chi credi di essere? Sei solo un cavaliere disonorato! Non ho nessuna intenzione di farmi infilzare per quella dama! E tu sei uno sciocco se credi che lei ti stia aspettando!"
Guisgard allora, a quelle parole, si lanciò su Dukey e lo colpì con un pugno, facendolo cadere a terra.
"Calmatevi!" Urlò il Cappellano cercando di trattenerlo.
E lo stesso fece Iodix.
"Al diavolo..." mormorò il cavaliere "... io proseguo... chi vuole seguirmi sa cosa fare, altrimenti l'uscita è dall'altra parte!"
"Cavaliere..." disse sorridendo Lyan "... libererai anche la mia mamma?"
Guisgard la fissò e sorrise lievemente.
"Padrone, io ti seguo, proseguiamo!
E che il Buon Dio ci metta la Sua mano!"
Esclamò Iodix.
"Siamo qui per liberare chiunque si sia salvato da quest'orrore..." disse il Cappellano "... siamo tutti con voi, cavaliere!"
"Diversamente non ci è possibile fare..." mormorò il misterioso Vecchio delle Fosse.
Dukey si alzò da terra e sputò il sangue causatogli dal pugno di Guisgard.
"Andiamo, cavaliere..." masticando amaramente "... ma se usciremo vivi da qui, mi darete soddisfazione..."
"Quando vuoi..." rispose Guisgard "... ora, se siamo tutti daccordo, andiamo!"

Talia 13-01-2011 02.42.14

Mi voltai di scatto quando quella figura entrò nella sala, lo vidi avvicinarsi in fretta e iniziare a raccogliere i vetri...
"Di cattivo auspicio?" chiesi, alle sue parole, senza riuscire a nascondere il più tetro sarcasmo "Pensate che in questo inferno possa valere qualcosa la vostra sciocca superstizione? Pensate che quaggiù possa accadere qualcosa di peggio di quanto già non sia avvenuto?"
E tuttavia non attesi la sua risposta, perché altre due figure attrassero la mia attenzione...
due donne, pur con il corpo completamente coperto da un lungo abito nero e da un velo dello stesso colore... silenziose come fantasmi, posarono due enormi vassoi carichi dei più attrenti cibi che avessi mai visto...
Inebriata da quel profumo e da quei colori, quasi sotto l'effetto di un incantesimo, mi avvicinai al tavolo e allungai un braccio, afferrando un frutto dall'aspetto e dal colore tanto perfetti che sarebbero potuti sembrare di cera...
Piegai il braccio e avvicinai il frutto alla bocca e tuttavia, appena a mezza strada, mi bloccai, come colta da un improvviso tremito mentre una vocina nella mia testa prese a gridare forte...
'non fidarti!' diceva quella voce 'non ti fidare!'...
e così rimasi lì, con il frutto in mano e la mano a mezz'aria, come combattuta tra due forse opposte...

Guisgard 13-01-2011 02.47.49

"Siete al sicuro qui, milady..." disse il gobbo mentre chiudeva la porta dietro di se "... più al sicuro che in qualsiasi altro posto di questo mondo... siete troppo preziosa... quel cibo è genuino, degno della principessa di Cartignone..."
La porta si chiuse e Talia restò da sola nella sala.

Talia 13-01-2011 03.06.32

Il gobbo uscì e io rimasi da sola, ma le sue parole continuarono a risuonarmi nella mente...
'...siete al sicuro...'
'...siete troppo preziosa...'
'...siete più al sicuro che in qualsiasi altro posto...'
E aveva ragione, Santo Cielo!
Aveva ragione e io me ne resi conto solo in quel momento... perché Guxio aveva bisogno di me per i suoi piani e, che gli piacesse o meno, non poteva farne a meno. Che gli piacesse o meno, questo mi dava un vantaggio!
In fretta, dunque, ributtai quel frutto che ancora tenevo in mano nel vassoio da cui lo avevo preso e mi diressi verso la porta da cui il gobbo era uscito...
Mi accostai al battente e tesi le orecchie, ma un silenzio assoluto regnava dall'altra parte... così inspirai, mi feci coraggio e spinsi la porta.

Guisgard 13-01-2011 03.10.42

Nel frattempo, al pozzo maledetto, si decideva sull'ostaggio da lasciare al Cavaliere Vermiglio.
"No, non posso permetterlo!" Disse Belven fissando Cavaliere25. "Ho il compito di proteggere tutti voi e dunque sarò io l'ostaggio!"
"Allora sceglierà il fato per noi..." intervenne Goldblum.
Prese allora tre sottili strinsce dalla sua cintura e le mostrò ai suoi due compagni.
"Sceglietene una a testa e l'ultima sarà la mia..." disse "... chi troverà quella più corta resterà qui come ostaggio."
Belven allora prese una di quelle strisce.
"E' la più lunga..." osservò il nano "... coraggio, Cavaliere25, tocca a te... quella di destra o quella di sinistra?"

Guisgard 13-01-2011 03.51.17

Quella porta.
Sembrava leggera come l'aria e quasi le mani tremanti di Talia scivolavano su quel legno liscio e freddo.
Quella porta si apriva su un piccolo corridoio, appena illuminato da qualche candela.
Vi dominava un silenzio assoluto ed uno strano tepore era diffuso tra le sue pareti.
Ad un tratto però la ragazza sentì un singolare tintinnio.
Qualcosa di metallico batteva ed echeggiava dal fondo di quel corridoio.
E sembrava diventare sempre più forte.
Ad un tratto dalla penombra si aprì una porta permettendo a Talia di vedere ciò che accadeva dietro di essa.
Su di un tavolo era stesa una ragazzina completamente nuda, sulla quale due uomini inchiodavano pezzi di ferro in varie parti del suo corpo.
Quello spettacolo inorridì Talia che un attimo dopo si ritrovò avvolta da decine di ragazze con i corpi rivestiti da ogni sorta di tortura ed orredamente mutilati.
Le giravano intorno, pronunciando frasi confuse in idiomi sconosciuti.
I loro occhi erano bianchi e innaturali, mentre i lineamenti erano orrendamente contratti.
All'improvviso quell'assurda danza si fermò ed apparve Guxio.
Fissò Talia con i suoi occhi di fuoco e dalla bocca alitò una nuvola rossastra.
Un attimo dopo Talia perse conoscenza.

cavaliere25 13-01-2011 10.35.05

presi quella di destra di striscia e la guardai e dissi e ora che si fa? dobbiamo arrivare ad un accordo con quel cavaliere non possiamo spargere altro sangue allora mi avvicinai al cavaliere Vermiglio e presi la parola e gli dissi voi cavaliere sareste cosi assetato di sangue che uccidereste dei poveri innocenti? domandai e lo fissai dritto negli occhi aspettando una sua risposta

Guisgard 13-01-2011 20.14.29

Cavaliere25 scelse la sua striscia e poi si avvicinò al bellicoso Cavaliere Vermiglio.
"Ha pescato la striscia più corta..." osservò Goldblum.
"Già..." rispose Belven.
"Innocenti!" Esclamò il Cavaliere Vermiglio. "Cosi dunque vi definite! Eppure sapevate che l'acqua di quel pozzo celava un maleficio! Ed ora ne pagherete le conseguenze! Avanti, voglio l'ostaggio che mi è stato promesso!"

cavaliere25 13-01-2011 20.26.08

mi avvicinai al cavaliere Vermiglio e dissi eccomi signore sono il vostro ostaggio poi guardai i miei compagni e dissi vedete di fare in fretta non voglio rimanere qui al infinito e mi sedetti sul erba e rimasi fermo e immobile

Lady Gaynor 14-01-2011 00.59.38

Nulla io vedo che non sia perfetto... Ancora una volta Gaynor ricordò il cavaliere che aveva disperatamente amato quattro anni addietro. Sir Lancelot di Afralion, al vostro servizio... così si presentò dopo che lei gli ebbe chiesto chi mai fosse. Quanto si erano amati! Lei era già sposata con Duncan, ma la potenza di quel sentimento fu tale da oscurare tutto il resto. Se solo avesse avuto il coraggio di abbandonare tutto allora invece che adesso, a distanza di anni, a quest'ora sarebbero stati insieme, felici e innamorati. Invece lei quel coraggio non lo aveva avuto, e lui era andato via per sempre, stanco di aspettarla invano...
"Ora, se siamo tutti daccordo, andiamo!" La voce di Sir Guisgard la riportò bruscamente alla realtà, e l'arroganza del suo atteggiamento la fece indispettire.
"Andato via un sedicente capo, ecco che ne spunta fuori subito un altro... perdonatemi, milord, ma dopotutto non vi sembra il caso di darci una spiegazione? Sono sicura che avete visto l'inferno, ma se allo stesso inferno stiamo andando incontro anche noi credo che avremmo diritto a saperne di più... Non vi siete nemmeno guardato intorno, eppure noi tutti siamo qui per aiutare voi, incondizionatamente e non perchè vi sia dovuto. Stiamo rischiando la nostra vita per la vostra e per quella di Lady Talia, almeno fate in modo che si possano ridurre questi rischi spiegandoci con cosa esattamente ci stiamo scontrando..."

Talia 14-01-2011 01.13.24

Le mura di Cartignone erano alle mie spalle, di fronte a me la massa indistinta e verdeggiante del bosco. Una figura cavalcava a passo di trotto proprio verso quel bosco... era distante e mi voltava le spalle ma io sapevo perfettamente di chi si trattava...
“Papà!” chiamai, ma lui non si voltò.
Presi allora a correre più velocemente che potevo, mentre continuavo a chiamarlo... avevo paura e non volevo se ne andasse, avevo paura perché sapevo che se avesse raggiunto quel bosco Guxio lo avrebbe preso e per lui non ci sarebbe stato scampo.
“Papà...” gridavo “Papà, aspetta! Non te ne andare... attento... Papà, ho paura...”
Ma lui era ormai sparito tra le fronde e non potevo più vederlo...
Mi inoltrai allora nel bosco anche io, certa che dovesse essere lì da qualche parte, certa che non potesse essere lontano...
E ad un tratto gli alberi si diradarono e io mi trovai in cima ad un’alta rupe scoscesa. Era un costone di roccia alto e battuto da un vento tanto forte che rischiava di farmi volare via... Mi schiacciai a terra spaventata e fu allora che, guardando verso il basso, lo vidi: in fondo alla gola che quella rupe dominava, stretta come un cunicolo scavato nella roccia stessa, c’era Guisgard. Lo osservai, sorpresa, e subito mi sentii meglio... avrei voluto chiamarlo ma era così lontano che ero certa non mi avrebbe sentita... mi guardai, allora, intorno in cerca di un modo per scendere da lassù, un modo per raggiungerlo...
“E’ inutile!” disse ad un tratto una voce malevola alle mie spalle “Non lo raggiungerai mai! Non lo rivedrai mai più!”
“Sì, invece!” ribattei “Devo solo trovare la strada!”
“Non vi è una strada!” disse Guxio, comparendo al mio fianco “E comunque non arriveresti in tempo... guarda!”
Seguii il cenno della sua mano e guardai in basso... il cavaliere era ancora là, ma ora era circondato da decine e decine di uomini tatuati, pronti alla lotta.
“No!” gridai. Mi voltai verso Guxio e soggiunsi: “No, ti prego! Me lo avevi promesso... avevi promesso che non ci sarebbe andato di mezzo più nessuno!”
Lui sogghignò: “Ma che differenza fa, per te, se lui vive o muore? Tanto se ne andrà comunque!”
“Non se ne andrà!” mormorai, a mezza voce.
“Se ne andrà, e lo sai! Se ne andrà come hanno fatto tutti! Tua madre... che un bel giorno è scomparsa nel nulla e ti ha lasciata sola, con il fardello di un potere che non conosci e non sai gestire! Tuo padre... partito per quella missione e mai ritornato! Eileen... che non ha voluto ascoltarti ed è morta! Tutti loro ti hanno lasciata... e succederà ancora, lo sai benissimo! Tu non hai nessuno... soltanto io ti posso offrire un futuro, e perciò farai ciò che ti chiederò!”
“Io non lo voglio il tuo futuro!” ribattei... ma la mia voce tremava forte, ormai.
“Lo vorrai! Lo vorrai quando non avrai altra scelta!” sogghignò, poi mi indicò di nuovo un punto in fondo a quella gola... gettai uno sguardo e vidi il gruppo che avevo visto nello specchio: riconobbi il giovane cavaliere che avevo incontrato a Cartignone, riconobbi il Cappellano, vidi una dama che non conoscevo, una bambina, un vecchio... Guxio rimase in silenzio per un istante, poi riprese: “Tutti loro, come tutta Cartignone, non dipendono che da me! Guardali, io posso decidere di farli vivere o di farli morire... posso decidere di ogni singola individuo: il futuro di Cartignone sono io! E dunque, come vedi, non esiste altra via che tu possa percorrere... ed è perciò ti piegherai a me!”
“Io non voglio che muoia più nessuno!” mormorai.
L’uomo mi fissò: “Tu... non vuoi?” continuò ad osservarmi per un tempo infinito, infine scoppiò a ridere “Non vuoi? E invece avverrà ancora... e inizieremo proprio da qui!”
Così dicendo mosse una mano e davanti ai miei occhi comparve di nuovo Guisgard...
“Comincerò da lui... e la colpa sarà tutta tua! Di nuovo!”

“Noooo!”
Mi svegliai di soprassalto. Mi sentivo la fronte imperlata di sudore freddo e la risata malvagia di Guxio che ancora mi risuonava nelle orecchie.
Mi guardai intorno... non sapevo dove mi trovavo ma non me ne importava niente, perché le immagini di quell’incubo erano ancora tanto fresche nella mia testa che continuavano a far male.
Chiusi gli occhi e cercai di scacciarle, però tutto ciò che ottenni fu una nuova, intensa ondata di panico e rammarico.

Guisgard 14-01-2011 02.15.20

I sogni.
Ma cosa sono veramente i sogni?
Dove dimorano?
Secondo qualcuno nella mente, sottoposti quindi alla ragione... mentre secondo altri provengono dal cuore...
E gli incubi?
Sono le nostre paure oppure rappresentano altro?
Riposa sereno, piccolo mio signore...
Ti racconterò ancora di questa storia...
Si, ti sussurrerò ogni cosa...
Ed ogni mia parola scivolerà sulle onde di questa mia lira...

Talia si risvegliò inquieta ed impaurita.
Si guardava attorno ed ovunque dominava un'innaturale penombra.
Sagome incerte si riconoscevano tra le poche luci e le molte ombre di quella stanza.
Poi, pian piano, la sua vista si abituò e comprese di essere circondata da diverse statue, poste a guardia di quel luogo.
Solo una candela brillava accanto al suo giaciglio ed a stento illuminava quel posto.
Ed in quel lieve chiarore Talia riconobbe uno specchio davanti al letto.
Lo stesso che aveva rotto poco prima.
"Ben svegliata, milady..." disse Guisgard avvicinandosi al letto.
Le accarezzò i capelli morbidi e lunghi.
"Ora non avrai più nulla da temere..." sussurrò.

Talia 14-01-2011 02.50.59

Aprii gli occhi e li ruotai intorno con circospezione... la stanza era buia e piena di ombre e di chiaroscuri che sembravano voler giocare strani scherzi alla mia mente ancora annebbiata... tirandomi un poco più su, lanciai un’occhiata più attenta in giro e notai che il giaciglio sul quale mi trovavo era al centro di una vasta sala tutta affollata di statue, che a quella penombra assumevano contorni leggermente inquietanti.
E tuttavia ciò che attrasse la mia attenzione fu quello specchio, posto proprio di fianco al mio letto... ero lo specchio che avevo rotto! O forse, suggerì debolmente la parte razionale del mio cervello, forse era solo uno specchio uguale a quello!
Lo osservai per un istante, poi qualcos’altro attrasse la mia attenzione... un movimento proprio lì vicino, una sagoma prima, poi una voce...
“Guisgard!” esclamai sorpresa, vedendolo “Guisgard... ma come...”
Chiusi gli occhi quando le sue dita sfiorarono i miei capelli e per un istante fui felice, per un istante fui serena... sollevai la mia mano e la posai sopra la sua... solo per un istante. Poi qualcosa scattò in quella parte della mia mente che conservava un briciolo di razionalità e che mi costrinse a chiedermi in che modo poteva mai lui essere lì...
Di scatto riaprii gli occhi e istintivamente mi ritrassi, lontana dal suo braccio... e lì rimasi, in silenzio e in attesa, con gli occhi sgranati, il respiro corto e il cuore in subbuglio.

Morrigan 14-01-2011 03.18.43

Tutto si era svolto talmente in fretta che Morven non era riuscito nemmeno ad intervenire.
Ad essere sinceri, in un primo momento non gli era nemmeno passato per la testa di intervenire, perchè la sua testa era preda di una miriade di idea e di immagini che finalmente cominciavano per lui a prendere forma e significato... finalmente, dopo tanta oscurità!
Aveva sentito l'esclamazione di Guisgard alla vista di Bumin, udito il nome di Talia, e in un istante aveva compreso ogni cosa!

"Dunque avevo ragione!"

Questa frase gli era sfuggita dalle labbra, mentre i suoi occhi si andavano a fissare su Bumin, finalmente liberi di esprimere tutto quell'odio e quel disprezzo che fino a quel momento aveva mal nascosto a quell'uomo. Ma proprio in quell'istante Guisgard si era gettato su quell'infame ed era iniziata tra i due una colluttazione.
Istintivamente estrasse la spada dal fodero, per dar man forte al cavaliere, ma Bumin fu lesto a sfuggire all'onda d'urto delle loro ire, manifesta e violenta quella di Guisgard, a lungo repressa, e per questo non meno pericolosa, quella di Morven.

Pensò di lanciarsi al suo inseguimento... adesso voleva davvero quella soddisfazione, dopo tutto l'astio che era intercorso tra loro e dopo le offese che Bumin gli aveva inflitto. Si era trattenuto a lungo dallo scagliarsi contro quell'uomo, solo perchè da buon cristiano credeva che ogni essere umano dovesse essere considerato innocente fino a prova contraria... ma adesso che ne aveva la certezza, ne stava facendo una questione personale... voleva essere lui stesso ad uccidere Bumin, con l'aiuto di Samsagra!

Tuttavia, l'incidente occorso a Iodix lo distolse dal suo intento, e lo fece arrestare in quel luogo insieme agli altri... forse, pensò, non è ancora il momento per avere il suo sangue... forse occorre prima che io resti qui, con i miei compagni... non c'è che la mia spada e quella di Guisgard a difenderli da questo terrore... poi spostò lo sguardo su Dukey, lo scrutò con attenzione ed insistenza... e forse... forse... è un bastardo, questo è fuor di dubbio, ma forse non lo è al punto da non riconoscere più il Male, se mai dovesse trovarselo di fronte!

"Al diavolo..." mormorò il cavaliere "... io proseguo... chi vuole seguirmi sa cosa fare, altrimenti l'uscita è dall'altra parte!"

L'esclamazione soffocata ma veemente di Guisgard lo distolse dai suoi pensieri. Si avvicinò al cavaliere, lo scrutò per un istante, mentre sul volto gli si accendeva un lieve sorriso.
Nella sua mente si accese il ricordo, il ricordo di una notte, di una discussione intensa, mentre in lontananza si udiva il frastuono gioioso di una taverna, e accanto a lui serpeggiava invece la melodia malinconica di un'ocarina. Ripensò a quella notte quasi con nostalgia, perchè allora, nonstante il pericolo incombesse già su tutti loro, erano ancora ignari del grande dolore e delle terribili atrocità di cui sarebbero stati testimoni... la notte, la taverna, la musica... sembrava tutto appartenere ad un mondo lontano, idilliaco e vivo, un mondo che era ancora pieno di speranza... la speranza... risentì nella testa le sue stesse parole... la speranza... l'ultimo dono degli dei a Pandora, il dono più grande dello spirito umano...

Si accostò a Guisgard, gli lanciò uno sguardo d'intesa, e piano mormorò al suo indirizzo:

"Se il vostro intento è di proseguire, amico mio... ebbene... può Parsifal chiedere a Mordred di combattere al suo fianco?"

Guisgard 14-01-2011 03.27.31

Talia, d'istinto, si ritrasse.
La lieve luce di quella candela gli illuminò il volto, riflettendo nei suoi occhi intensi bagliori.
Occhi grandi e lucenti.
Incerti ed inquieti fissavano nella penombra i tratti di quel cavaliere che stava lì vicino.
Gli occhi di Talia.
Cosa si vede in quegli occhi?
Cosa ci ha visto colui che li stava cercando?
I sogni, si narra, si leggono negli occhi.
I sogni sono racchiusi negli occhi di chi più si ama.
E i sogni di quel cavaliere esistono ancora?
Se si, allora possono esistere solo in quegli occhi.
Gli stessi che ora fissavano con dubbi e timori quel volto enigmatico e sfuggente.
E l'incertezza della ragazza, palese ed improvvisa, turbò quel volto.
Si avvicinò fino ad essere anch'esso investito dal tenue chiarore della candela.
"Cosa c'è?" Chiese infastidito Bumin. "Attendevi qualcun altro? Beh, sappi che nessuno potrà mai giungere qui a liberarti! E se non mi credi guarda pure quello specchio" indicando quello accanto al letto "e seguirai ogni passo dei tuoi patetici compagni!"
Si alzò di scatto e concluse:
"E ricorda che presto sarai mia moglie! Il tuo destino è già stato deciso!"
E svanì nella penombra della stanza, come un incubo dopo un brusco risveglio.

Guisgard 14-01-2011 05.03.59

Nello stesso istante, il gruppo cercava di riorganizzarsi e decidere sul da farsi.
Guisgard sorrise a quelle parole di Morven.
"Mio buon Parzival..." disse dandogli una pacca sulla spalla "... sempre imbevuto di sani valori ed ideali! Certo, amico mio!" Esclamò poi. "Combatteremo contro questi dannati che sembrano celarsi dietro ad ogni roccia, ad ogni sguardo... anche apparentemente amico..."
Fissò allora ognuno dei suoi compagni.
Fino ad incontrare lo sguardo della piccola Lyan.
La bambina lo guardava con occhi strani, quasi adirati.
"Troverai la mia mamma, cavaliere?" Chiese. "E la tua bella? Riuscirai a salvarla?"
Guisgard la fissò senza dire nulla.
La piccola Lyan allora sorrise lievemente e corse di nuovo verso Gaynor.
E proprio la donna cominciò a rivolgersi al cavaliere.
"Milady..." rispose questi "... non sono un capo e nè mi interesse esserlo! Per quanto mi riguarda ognuno qui può fare ciò che vuole, purchè non mi si intralci il cammino! Quanto all'aiuto di tutti voi" aggiunse "non l'ho mai richiesto ed è comunque interesse di tutti qui collaborare e aiutarci l'un l'altro!"
"Messere, calmatevi ora..." intervenne il Cappellano "... dobbiamo remare tutti nella stessa direzione per uscirne vivi."
"Volete sapere cosa sta accadendo, milady?" Chiese Guisgard a Gaynor. "Bene, ve lo dirò senza inutili giri di parole... questo che vedete è l'Inferno! E qualcuno sembra averci già condannato in uno dei suoi gironi!"

Guisgard 14-01-2011 05.27.11

Cavaliere25 si sedette sull'erba ed attese gli sviluppi di quella situazione.
"Amico mio..." disse Belven "... aspettaci qui e torneremo... lo giuro su quanto ho di più sacro!"
Allora, montati a cavallo, tutti loro si apprestarono a partire.
"Ricordate il patto, cavaliere!" Gridò Belven.
"Seguite quel sentiero" indico il Cavaliere Vermiglio "fino a quando diventerà una strada... da lì riconoscerete il cammino."
Poi, rivolgendosi a Cavaliere25:
"Andiamo... seguimi a piedi!"
E detto questo prese il sentiero opposto a quello che aveva indicato alla compagnia di Belven, svanendo nella fitta boscaglia.
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cavaliere25 14-01-2011 11.47.57

mi alzai da terra e mi misi a seguire il cavaliere Vermiglio e dissi dove stiamo andando signore mentre camminavo mi girai verso i miei compagni e li guardai sperando di rivederli tutti al loro ritorno

Lady Gaynor 14-01-2011 12.30.42

Gaynor sentì la rabbia montarle dentro con la stessa impetuosità di un fiume in piena. Lasciò la mano di Lyan e si avvicinò a Guisgard, parlandogli con lo sguardo fisso nel suo: "E' un delitto che degli occhi tanto belli e limpidi possano celare un animo così arrogante e borioso... è vero, voi non avete richiesto l'aiuto di nessuno, ma ciò non vi da il diritto di parlarci con tanta superbia. Non avete mai visto il mio volto prima d'ora, eppure non vi siete chiesto nemmeno chi io fossi e per quale ragione avessi voluto rischiare la mia vita per voi. Ma che io sia dannata se rischierò oltre per un cavaliere" e qui Gaynor marcò la parola con un tono di disprezzo "che non è degno neanche di baciare un lembo del mio mantello. Ogni minuto è prezioso per la vita di Lady Talia, per cui non indugiate oltre e proseguite... siete cinque uomini armati, di cui tre ben addestrati al combattimento, per cui la mia presenza non è indispensabile. Preferisco affrontare il bosco e le sue insidie piuttosto che combattere per coloro che sono imbevuti di triste orgoglio e non hanno altro credo che la loro stessa superbia..."

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Talia 14-01-2011 20.07.05

Le parole di Bumin, intensificate da quella sua voce così dura e autoritaria, risuonarono in quella sala affilate come coltelli... I suoi passi si allontanarono lenti e pesanti, fino a perdersi tra quelle mille ombre danzanti...
E solo allora, solo quando non lo udii più, tornai a respirare.
Ritrovare, tanto inaspettatamente, il volto duro di quell’uomo così vicino al mio, alla debole luce di quella candela mi aveva fatta rabbrividire, mentre un vago ma inesorabile senso di panico mi aveva pervasa... e allora non avevo osato muovermi, né dire niente.
Non sapevo perché, ma mi sentivo strana: le immagini del sogno che avevo fatto poco prima erano ancora vivide nella mia mente, tanto vivide da continuare a ferirmi...
Mi guardai intorno un momento, cercando di scacciare quel pensiero... non riuscivo a distinguere i contorni della stanza in cui mi trovavo e ciò contribuiva a far sì che quel vivo senso di inquietudine non mi abbandonasse...
Lentamente voltai la testa e scrutai quello specchio che era stato posto accanto al mio giaciglio... prestarmi ai malvagi giochi di Guxio e Bumin era l’ultima cosa che avrei voluto fare, eppure non seppi trattenermi: mi avvicinai all’alto vetro dalla superficie scura e vi appoggiai appena le mani sopra...
“Voglio vedere Guisgard...” mormorai “Fammi vedere Guisgard e gli altri!”
La nebbia scura sotto il vetro prese a vorticare velocemente, sempre più velocemente... e io rimasi in attesa, sentendo che il cuore mi stava lentamente sprofondando verso il basso ogni istante di più.

Morrigan 14-01-2011 21.31.20

Il gesto di Guisgard e le sue parole sembrarono rincuorare di colpo il giovane Morven. Il cavaliere sorrise e in cuor suo la speranza delle riuscita e la volontà di perseguire i suoi sogni si fecero nuovamente forti e pulsanti. Aveva di nuovo accanto a sè un amico, qualcuno di cui sentiva di potersi fidare. Era vero, lui e Guisgard non si conoscevano certo bene, ma si erano intuiti, si erano capiti a vicenda. Quella notte, davanti alla locanda, si erano detto l'un l'altro molto più di quanto non si potesse ragionevolmente immaginare.

Per questo, quando vide la reazione di Gaynor e le parole altere che la dama rivolse a Guisgard, per un attimo ebbe l'istinto di fermarla... No, milady... siete in errore! fu quasi sul punto di esclamare... Siete in errore, egli non è ciò che credete!... già, perchè ai suoi occhi Guisgard, nonostante i suoi modi talvolta non impeccabili, era sempre stato un modello di cavalleria, fin dal primo giorno in cui lo aveva visto lanciarsi nel bosco per salvare Lady Rainbow. E lo sarebbe stato sempre.
E fu proprio per quel motivo che decise di tacere, pensando fosse meglio lasciare che lo stesso cavaliere rispondesse alla fanciulla, secondo il suo sentire.

Fu in quel momento in cui si discostò da Guisgard e da Gaynor che gli balenò in mente un'idea... già, ecco una cosa davvero utile da farsi prima di proseguire, mentre il nostro prode amico risolve il suo diverbio con la signora!
E con un gesto repentino, che colse tutti di sorpresa, Morven estrasse Samsagra dal fodero e la puntò dritta alla gola di Dukey. Lo fissò con un sorriso cattivo.

"Giusto una parola prima di proseguire, signore... Dopo quello che abbiamo scoperto del vostro capo, confesso di essere profondamente incuriosito... ditemi... voi, di preciso, da che parte state?"

Mosse appena la punta di Samsagra sulla sua gola.

"E badate di non mentire... sono giovane, e l'eccessiva ansia potrebbe farmi tremare la mano e giocarmi il brutto scherzo di non riuscire a calcolare bene la giusta distanza dal vostro collo!"

Guisgard 15-01-2011 00.58.02

Entrati in quella folta selva, il Cavaliere Vermiglio e Cavaliere25, si ritrovarono su di una stretta ed angusta stradina.
Alla domanda del giovane arciere il misterioso cavaliere del pozzo non rispose nulla.
I due camminarono per un bel pò attraverso quel verdeggiante scenario, fino a quando avvistarono in lontananza un bellissimo castello.
"Ecco..." mormorò il Cavaliere Vermiglio "... siamo arrivati."
Raggiunsero allora quella fortezza e subito il ponte levatoio fu calato.
E quando furono nel castello una bellissima fanciulla corse incontro al Cavaliere Vermiglio.
"Papà! Papà!" abbracciandolo. "Sei tornato! Mi sei mancato tanto!"
"Ora sono qui piccola mia!" Rispose il cavaliere togliendosi il pesante elmo che gli copriva il capo.
Aveva un volto austero e reso duro dalle battaglie.
Lunghi capelli lo avvolgevano ed una folta barba gli donava nobiltà e fierezza.
Era bruno ed i tratti sembravano tradire origini latine.
"Chi è lui'" Chiese la fanciulla indicando Cavaliere25.
"E' un mio servitore..." rispose il cavaliere "... e resterà qui per molto tempo..."
"Ciao..." disse la ragazza avvicinandosi a Cavaliere25 "... io sono Gidelide... tu?"
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Guisgard 15-01-2011 01.46.16

Il gruppo, intanto, era sempre alle prese con ansie e timori.
"Milord, non biasimatela,
ma di certo ringraziatela!
Lady Gaynor volle aiutarvi,
correndo qui per ritrovarvi!"
Esclamò Iodix.
Guisgard restò sorpreso dalle parole del suo giullare.
"Non lasciate che torni nel bosco da sola..." intervenne il Cappellano "... è una donna ed è da sola... e i nostri nemici infestano ogni angolo di ciò che ci circonda..."
Guisgard allora restò un momento pensieroso.
"E sia..." disse raggiungendo la dama "... allora metteremo in pratica ciò che avete detto! Come mi avete definito poco fa?"
"Orgoglio e superbo vi ha definito!
E a dire il vero mi ha molto divertito!"
Ridendo il giullare.
Guisgard allora gli lanciò un'occhiataccia e Iodix intimorito si coprì il volto col buffo cappello.
"Avete detto che sono il capo, giusto?" Domandò il cavaliere a Gaynor. "Allora come tale mi comporterò!"
La prese per un braccio e la riportò nel gruppo.
"Spicente di non essere un cavaliere degno di cortesia e nobiltà, ma solo un tipaccio maleducato, milady..." continuò "... ma come capo devo anche badare a tutti voi... e lo farò, contateci!"
Ma quella scena fu interrotta da Dukey che gridava contro Morven.
"Qualcuno fermi questo pazzo!" Urlava. "E tu, marrano e vile, toglimi questa spada di torno o te la farò ingoiare!"
"Grandezza del Creato!" Esclamò allarmato il Cappellano davanti a quella scena.

Morrigan 15-01-2011 01.57.12

Morven teneva Samsagra ben salda, puntata contro la gola di Dukey, il quale non aveva saputo far altro che agitarsi e mettersi a squittire come un sorcio.

"Marrano e vile, toglimi questa spada di torno o te la farò ingoiare!"

Ma il sorriso di sfida non si spense sul viso del giovane, e quando con la coda dell'occhio vide Guisgard tornare, tenendo Gaynor per un braccio, si rivolse al suo vecchio compagno:

"Guisgard, quest'uomo era al servizio di quell'infame di Bumin... non so se sia così testa vuota da esservi asservito a questa banda di manigoldi eretici, ma credo che dovremo trovare il modo di farlo parlare prima di proseguire... non mi va di andare là sotto con questa serpe in seno!"

Poi, rivolgendosi di nuovo a Dukey, che teneva ancora sotto scacco:

"Ti è chiaro il discorso, amico? O dentro, o fuori... o sei dei nostri o bruci all'inferno con i tuoi compari! E adesso dimmi la verità su te e su Bumin!"

Guisgard 15-01-2011 02.06.33

Quella stanza, animata da inquiete ombre e tormentate emozioni, appariva come un luogo fuori dal mondo e dal tempo.
La debole luce di quella candela sembrava solamente sfiorare il buio di quel posto, rendendo ancora più inquietanti le immagini che circondavano Talia.
La voce di Bumin, con le sue deliranti promesse di morte, risuonava ancora tra quelle pareti.
E questo non faceva che rendere ancora più cupa e disperata la prigionia della dama di Cartignone.
Poi quello specchio.
Sembrava attrarre a se la lieve luce della candela, riflettendo enigmatici bagliori dalla sua superficie.
E quella nebbia.
Densa, inquieta, pareva quasi danzare ed avvolgere ogni cosa.
Poi, ad un tratto, alcune figure cominciarono a muoversi tra quella innaturale nebbia...

Guisgard 15-01-2011 02.21.46

Guisgard allora si avvicinò ai due.
Fissò con attenzione Dukey senza dire nulla.
"Cosa c'è da guardare?" Chiese con rabbia il cavaliere. "Hai detto che sei il nuovo capo, no? Allora, per tutti i diavoli, intervieni!"
"Cosa hai da dire sul tuo rapporto con Bumin?" Chiese Guisgard.
"Che cosa volete insinuare?" Domandò Dukey. "Da come parlate allora tutti i cavalieri di Cartignone appartengono alla setta che stiamo cercando, essendo Bumin il capo delle milizie della nostra città!"
"Eri una sorta di tirapiedi di quel bastardo" fece Guisgard "e un simile servile comportamento disonorerebbe qualsiasi cavaliere!"
"Parli proprio tu!" Esclamò Dukey. "Tu che, per tua stessa ammissione, non hai nè nobiltà, nè dignità!"
"Si, grida più forte..." mormorò Guisgard "... come un maiale che sta per essere scannato... perchè quello sei..."
"Vi fate forti perchè siete in due" ribattè Dukey "ed io invece ho una spada puntata contro!"
"Tranquillo..." disse Guisgard con uno sguardo freddo e senza apparenti emozioni "... presto avrai l'occasione che tanto cerchi per affrontarmi... ma non ora... liberatelo e tenetelo d'occhio..." rivolgendosi a Morven "... e bada" fissando di nuovo Dukey "che non ti toglierò lo sguardo di dosso..."
Andò poi davanti a tutti ed esclamò:
"Abbiamo già perso troppo tempo! Avanti, andiamo!"

Morrigan 15-01-2011 02.37.11

Morven attese che Guisgard finisse il suo discorso, senza intervenire.
Se fosse stato per lui, lo avrebbe ucciso all'istante.
In realtà non gli importava davvero se Dukey facesse o meno parte della setta. Per Morven, lui e Bumin erano stati, in qualche modo che gli era in parte oscuro, i responsabili della morte di Goldblum. E per questo il cavaliere avrebbe ucciso Dukey, prima o poi. Ma Morven aveva fatto una promessa, tempo addietro.

Quando era fuggito dal ducato di Cassis, per molto tempo aveva vissuto da mercenario, vendendo la sua spada al migliore offerente. Non aveva mai fatto grande distinzione tra buoni o cattivi... i cattivi erano sempre quelli per cui era stato pagato.
Ma quando Cypher era morto, era morto per quell'oro, qualcosa si era squarciato nel petto di Morven. Si era reso conto di aver condotto una vita alla cieca, solo perchè aveva perso la speranza. Pensava di non poter più salvare la sua amata Zulora, pensava di non poter più recuperare le terre di suo padre, e pensava che non ci fosse più nulla di buono nel suo sogno... ma lo sguardo di Cypher mentre si spegneva tra le sue braccia, gli occhi di quell'uomo che era stato per lui come un fratello, le sue ultime parole... Morven, io ho capito... sì, Cypher l'aveva capito, aveva compreso quello che lui aveva nel cuore, e non gli aveva lasciato nulla, se non quelle due vecchie spade... due vecchie spade, come un sacro patto d'amicizia.
Da quel giorno Morven aveva cambiato la sua vita.
Aveva ricordato a se stesso il suo sogno... aveva scelto di essere Parsifal e di continuare la sua ricerca, anche se tutto il mondo continuava a ripetere che il suo Graal non esisteva da nessuna parte. Aveva promesso, davanti ad un altare, di seguire la giusta via per diventare un cavaliere, e per poter tornare nelle sue terre non già di nascosto e nell'ombra, ma a testa alta e con pieno diritto.
Per questo non aveva ancora ucciso Dukey. Perchè era un cavaliere, e aveva bisogno di una ragione. Non poteva ucciderlo, senza una ragione!

Così attese che Guisgard finisse il suo discorso, senza intervenire.
In fondo, lo aveva scelto come suo capo già da tanto tempo, da quel giorno lontano nel bosco di Cartignone...
Si staccò da Dukey, obbedendo alle parole del suo compagno, ma prima di lasciarlo libero, con un sorriso cattivo, gli lasciò un leggero segno sull gola con la punta della spada, un leggero segno che si tinse di rosso.

"Questo per mantenerti viva la memoria..." gli mormorò, passandogli vicino, e rinfoderò la spada.

Quindi si mise in marcia e seguì Guisgard lungo quel passaggio che li avrebbe condotti nel ventre della terra.

cavaliere25 15-01-2011 11.05.58

Guardai la fanciulla e dissi salve a voi mylady il mio nome è cavaliere25 è un piacere fare la vostra conoscenza poi rivolto al cavaliere Vermiglio dissi vi devo fare i miei complimenti avete un bel castello poi riguardando la fanciulla dissi mylady avreste un po d'acqua ho una sete terribile e aspettai

Lady Gaynor 15-01-2011 13.03.58

Gaynor trattenne la velenosa risposta che le era salita alle labbra, dal momento che la presa di posizione di Sir Guisgard le aveva fatto una certa impressione. Capì che quello era il suo modo di scusarsi per la villania dimostrata e accettò così la decisione, premurandosi però di apostrofare il cavaliere con queste parole: "E sia, ma la prossima volta vi invito a non toccarmi senza una valida ragione. E' un privilegio che non avete ancora acquisito."

Guisgard 15-01-2011 13.10.09

Gidelide sorrise, mostrando un delicato inchino a Cavaliere25.
"E' vero, che sciocca!" Arrossendo. "Sono una pessima padrona di casa... non vi ho neanche fatto preparare qualcosa!"
Battè allora le mani e un attimo dopo due nani entrarono nella stanza.
"Portate dell'acqua fresca e qualche liquore aromatico per il nostro ospite..." ordinò con dolcezza la fanciulla "... insieme a del pane appena sfornato, formaggio, miele e frutta."
I nani risposero con un inchino e dopo un pò servirono sulla grande tavola della sala ciò che la loro padrona aveva chiesto.
"Mangiate pure a sazietà, Cavaliere25!" Invitò la bella Gidelide.
Poi prese alcune piccole tele, si accomodò dall'altra parte della tavola e cominciò a disegnare.
"Non vi recherò disturbo alcuno, messere." Disse con un tenero sorriso. "Attenderò che abbiate finito di mangiare occupandomi dei miei disegni."
Il Cavaliere Vermiglio fissò con gioia la sua giovane figlia e si sentì profondamente rasserenato dal calore che regnava nella sua dimora.
Si sedette allora accanto al fuoco e si addormentò.

cavaliere25 15-01-2011 13.13.47

Vidi quel ben di dio su quella tavola e iniziai a mangiare mentre guardavo la fanciulla sorridente poi gli dissi mylady che state disegnando di bello se posso chiedervelo e piegai il capo come imbarazzato

Guisgard 16-01-2011 03.07.00

Cavaliere25 allora cominciò a gustare tutte le prelibatezze che gli vennero servite.
"Io amo moltissimo disegnare, messere..." disse Gidelide "... forse è la cosa che più mi piace fare... l'unica che mi faccia sentire veramente viva."
Si voltò verso suo padre e, vedendolo addormentato accanto al camino, chiese:
"Volete vedere qualche mio disegno, messere?"
E corse verso Cavaliere25, mostrandogli diversi fogli illustrati.
C'erano paesaggi rurali, montani e collinari, insieme a laghi e fiumi.
In altri erano rappresentati i diversi animali che abitavano i luoghi che circondavano il castello.
"Io non esco mai da questo castello..." continuò "... mio padre non vuole... dice che il mondo la fuori è pericoloso... e nei miei disegni raffiguro solo ciò che posso vedere in questo castello o fuori dalle sue finestre."
Restò un attimo in silenzio e dopo aver gettato un altro sguardo verso suo padre, sincerandosi che dormisse ancora, aggiunse:
"Ho un disegno particolare... l'ho fatto dopo un sogno... non so bene cosa significhi..."
E lo mostrò al giovane arciere.
Sul foglio era raffigurata una stranissima immagine: una giovane legata sopra un altare, attorniata da diversi uomini che si apprestavano a sacrificarla.
"Non ho mai rivelato a nessuno questo mio sogno..." disse la fanciulla "... nè mostrato ad alcuno questo disegno... mio padre potrebbe non approvare che disegni simili immagini... voi però giuratemi di non tradire questo mio segreto, messere... mi sono fidata di voi..."
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Guisgard 16-01-2011 03.37.56

Intanto, nel ventre oscuro e maledetto del bosco, il gruppo si apprestava a continuare il suo cammino.
"Davvero?" Con un sorriso sarcastico Guisgard. "Come desiderate, milady..." accennando un lieve inchino davanti a Gaynor "... allora cercherò di rammentare i miei diritti, purchè voi facciate altrettanto con i vostri doveri! Cercate di restare nel gruppo ed evitate altre uscite come quella di poco fa! Forse non avete ben compreso che in giro ci sono dei fanatici che amano divertirsi a macellare giovani fanciulle indifese! Quindi se i miei modi villani e scortesi vi danno sui nervi, cosa che comprendo perfettamente, allora badate di non fare altre sciocchezze ed io non sarò costretto ad utilizzarli di nuovo!"
"Ehi, Ammazzasette!" Gridò, con ironia mista ad insofferenza, Dukey a Guisgard. "Vuoi dire a questo moccioso di smetterla con questa sua spada?" Indicando Morven. "Guarda cosa mi ha fatto sul collo! Se non lo richiami come faresti col tuo cane, alla prima occasione lo infilzerò a dovere!"
"Chiudi il becco" rispose Guisgard senza neanche voltarsi "e smettila di frignare! Ora andiamo!" Urlò poi, facendo segno all'intero gruppo di seguirlo.

cavaliere25 16-01-2011 11.50.18

Guardai i diversi disegni che la dolce fanciulla mi fece vedere e dissi siete molto brava vi faccio i miei complimenti poi mi girai a guardare il viso della giovane era molto dolce e affascinante dissi state tranquilla mylady non lo verrà a sapere nessuno di questo vostro sogno e del vostro disegno ve lo prometto sulla mia stessa vita e rimasi fermo a guardare i suoi splendidi occhi

Talia 17-01-2011 00.47.19

Un silenzio ovattato dominava quella sala, un silenzio irreale e pesante. Stando lì si aveva quasi la sensazione che quel buio avvolgesse ogni cosa come una fitta coltre o, forse, come una gabbia stretta e invalicabile, entro cui tutto ciò che esisteva era quel giaciglio, quello specchio e quella candela.
Una strana sensazione mi indusse a spostare gli occhi dallo specchio e a ruotarli lentamente intorno, facendo attenzione ad ogni ombra e ad ogni pur minimo spostamento... era la fastidiosa sensazione di essere osservata. Presi così la candela che era posata vicino a me e la alzai alta sopra la mia testa, in modo che la sua luce si spingesse più lontano possibile...
“Chi c’è?” chiesi, notando nella mia voce una nota leggermente impaurita che avrei desiderato non ci fosse “C’è qualcuno?”
Tesi le orecchie, in attesa, ma non udii alcun suono, nessuna risposta e neanche il pur minimo respiro. Riabbassai così la mano e riappoggiai la luce a terra... eppure quella sensazione non mi abbandonava!
Ad un tratto con la coda dell’occhio percepii che la nebbia nello specchio aveva preso a vorticare più velocemente che mai... tornai dunque a concentrarmi su quella superficie appena in tempo per vedere alcune figure affiorare da quella nebbia... socchiusi gli occhi e avvicinai un po’ il viso al vetro, nel tentativo di distinguerne meglio le sagome...

Guisgard 17-01-2011 02.26.03

Il gruppo camminava tra quegli stretti cunicoli avvolti da una perenne oscurità solo intaccata dalle loro torce.
Il rumore dei loro passi si diffondeva tra le umide pareti, mischiandosi al perenne gocciolio che egheggiava tutt'intorno.
Guisgard guidava la testa di quel gruppo ed il suo cuore era denso di inquieti pensieri.
Mille immagini e suoni di un tempo lontano invadevano i suoi ricordi, mischiandosi alle innumerevoli sensazioni che percorrevano il suo animo.
Pensava a tante cose.
Al suo amico Gila, alla sua terra, la Cornovaglia e gli amici che aveva lasciato laggiù.
"Chissà cosa accade in Cornovaglia..." pensava "... forse dormono a quest'ora laggiù... forse dormono in tutto il mondo..."
Confuse voci provenivano dalle sue spalle, dai suoi compagni di viaggio.
Ed allora tutti loro occuparono un pò dei suoi pensieri.
C'era il Cappellano, che aveva deciso di scendere in quell'Inferno.
"Perchè?" Si ripeteva. "Il suo ruolo gli impone tutto ciò, immagino..."
Ed il fedele Iodix.
Sarebbe dovuto restare in Cornovaglia.
Era uomo di beffe e motti scherzosi lui, non un soldato o un avventuriero.
E quel Morven.
Era troppo idealista, troppo imbevuto di quei valori che si leggevano nei romanzi.
Perchè era finito in un simile incubo?
E quel Dukey?
Che appariva come l'opposto di Morven?
Si voltò un momento indietro e scorse allora tre figure che conosceva pochissimo.
Il Vecchio delle Fosse. Chi era?
Non parlava mai e sembrava indifferente a tutti e a tutto.
Fissò poi la piccola Lyan e notò che anch'ella faceva altrettanto.
E Guisgard ebbe la netta sensazione che quel suo sguardo non si fosse mai staccato da lui.
Ed infine Gaynor.
Perchè era giunta lì?
Iodix gli aveva rivelato che era giunta per cercare proprio lui.
Perchè?
Una donna che viaggiava da sola.
Non erano tempi che permettevano una simile cosa.
Non con donne così belle e animate da un tale temperamento.
Ma lei aveva qualcosa.
Qualcosa di particolare.
Qualcosa che però sembrava sfuggire a Guisgard.
Cosa nascondeva veramente?


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