La dottoressa pose delle domande e poi lo riaddormento' "Dottoressa perché gli ha dato un sonnifero, penso abbia bisogno di movimento e stare sveglio per riprendere le forze." Dentro di me ero veramente adirata ma non lo diedi a vedere e giocai di astuzia.. "Come.. Afragone.. Afra-go-li-gno-ne.. Afragolignone.. Non conoscono, può dircelo solo lui quando si risvegliera'" sorridendo.

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“Ma è assurdo tutto ciò...” disse Elv a Gwen “... che posto è mai questo?” Fissandola. “E se anche fosse? Occupano alte sfere nella società, non vedi? Sono scienziati e militari! Come potrebbero essere animali umanizzati?”

“Meglio farlo riposare.” Disse la dottoressa ad Altea. “Quando si risveglierà le potrà rivolgere altre domande.” Ed uscì, lasciando Altea col paziente addormentato.

Sospirai e scossi la testa.
"Non saprei..." dissi "Magari hanno mantenuto l'aspetto e i modi animali e hanno ricevuto l'intelligenza umana... Non so come, ma potrebbe essere..."

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Mi sedetti nuovamente vicino lui e gli presi la mano, controllavo tutto in modo potesse stare bene.. Questo uomo.. Hiss.. Doveva riprendersi immediatamente. Quardai quelle fasce che celavano il suo volto.. Chissà come era.. Sembrava un uomo sicuro di sé e questo era in buon inizio.
Ormai faceva caldo, mi tolsi il camice e mi permisi di bere una fresca limonata assaporando il sapore.. Se fosse intenso come quello di Afragolignone.

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“E' tutto così assurdo...” disse Elv a Gwen “... voglio andarmene da qui... non voglio starci un minuto di più... e mi è passata la fame...” sbuffando.

Altea si tolse il camice per il troppo caldo e prese una limonata per rinfrescarsi.
Trascorse un'oretta e pian piano il misterioso paziente giunto dai cieli Afragolignonesi cominciò a svegliarsi, aprendo i suoi occhi e fissando Altea.

Hiss si era svegliato e mi avvicinai.. "Tutto ok? Mi ero adirata perché ti aveva riaddormentato ma ha detto devi riposare. Mi ha chiesto che luogo è Afragolignone, non lo conosce ma io le ho risposto non sapevo.." mi guardava e sorrisi "Perché mi guardi così?"

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Le mani di Icarius, unte e tremanti, massaggiavano la pelle di Destresya, attente a non ungere il suo reggiseno.
Le sue dita incerte ruotavano attorno alle forme di quei seni sodi, sempre senza arrivare a toccarli per non sporcare il reggiseno.
“Cosa darei” disse fra sé fissandola “per ungerti con la lingua...”
Continuava a massaggiarla.
“Nulla, zia...” rispondendo alla domanda di lei “... sto facendo un buon massaggio?” Con voce da cucciolo bagnato, che celava bene i pensieri sozzi sulla bellissima zia.

Sospirai ancora.
"Lo sai che al momento non possiamo..." gli dissi, a malincuore "Sei sicuro di non voler mangiare?" chiesi poi.
"Se vuoi, possiamo andare a fare una passeggiata... Possiamo andare al parco... Ti va?"

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Il paziente guardava Altea.
“Perchè non faccio che sognare cose inanimate...” disse “... lo spazio... stelle infinite... poi la Terra con monti, laghi e mari sempre più vicina... come se precipitassi infinite volte... allora guardarla mi fa tornare alla vita...” fissandola “... fa caldo qui?” Notando che non aveva più il camice. “Ho il corpo intorpidito e non riesco a capire se è freddo o caldo questo luogo...”

“Si, ho bisogno di una passeggiata...” disse Elv a Gwen.
Ma in quel momento uscì nel giardino Bryzol.
“Va tutto bene, ragazzi?” Chiese.

Gli annuii sorridendo dolcemente.
Poi arrivò Bryzol.
"Sì, non preoccuparti. Elv sta poco bene, andiamo a fare una passeggiata per fargli prendere un po' d'aria."

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Lo ascoltai affascinata. "Deve essere meraviglioso vedere la Terra da lassù.. Ma le stelle io preferisco vederle dalla Terra in quelle speciali notti d'estate che ormai ho dimenticato". Poi la domanda sul camice e sorrisi.. "Diciamo io prima in bikini avevo caldo.. Ma sono da ore a sorvegliarti come un Angelo e quindi mi sono rinfrescata.. Hai bisogno di qualcosa?"

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"Si, è una buona idea." Disse Bryzol a Gwen e ad Elv. "Magari una passeggiata gli farà bene." Annuendo. "Al vostro ritorno vi farò trovare da mangiare."

Sentivo le sue mani sulla carne soffice del mio seno, ma non le guardavo, non ne seguivo i movimenti, ma guardavo la sua espressione, i suoi occhietti azzurri, cercavo di conoscerne i pensieri più reconditi.
Chissà a che pensava il piccolo mentre mi toccava.
Quegli occhi che passavano in rassegna tutto il mio corpo, e che poi incontrarono i miei.
"Oh si..." annuendo, sempre con quella voce calda e sensuale "..se vieni qui ti meriti un bacino.." con uno sguardo malizioso ed enigmatico.

"Lo penso anche io!" le dissi.
"Oh grazie, sei molto gentile!" a Bryzol "Dunque, andiamo?" ad Elv, incoraggiante.

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"Beh, a vederla così è più efficace di ogni ricostituente." Disse Hiss ad Altea, accennando un lieve sorriso. "Mi darebbe un pò d'acqua? Ho la gola secca e la bocca impastata..."

Icarius guardò Destresya e sorrise.
Allora, senza alzare le mani dalla pelle unta e calda di lei, si sporse in avanti per avere quel bacio sulla guancia.
E nello sporsi, vide da vicino i seni di lei stretti nel reggiseno.

Oh, era così carino.
Mentre si sporgeva per prendersi il bacino era davvero adorabile.
Sentivo ancora le sue mani su di me e quell'unguento appiccicaticcio dappertutto, ma guardavo solo i suoi occhietti.
Quando fu vicino mi sporsi per dargli un bacino sulla guancia.
Un bacio che fu più intenso e caldo di quanto avessi mai fatto.
Lasciai che tutte le mie labbra si posassero sulla pelle liscia, che si sentisse l'umido della mia bocca mentre gli schioccavo un bacio che di fraterno aveva poco nulla.
"Bravo il mio piccolino.." con la voce ancora più marcatamente calda e sensuale, anche se lui sembrava così ognaro di tutto ciò che forse non aveva capito molto di ciò che stava succedendo.

Così Gwen ed Elv lasciarono la caserma, ritrovandosi in strada.
La città era avvolta da un caldo Sole estivo e molti negozi e locali erano aperti.
Diverse persone passeggiavano fra le vetrine e le piazzette cittadine.
Mentre camminavano, i due ragazzi, imboccando un vicoletto, si trovarono davanti una porticina sovrastata da un cartello che così diceva:

“Awatary, genio ed inventore”

Icarius sorrise ed arrossì.
“Grazie, zia...” disse imbarazzato a Destresya “... vuoi... vuoi che ti massaggi anche le gambe, zia?”
“Si, fatti massaggiare tutta, bella mia...” pensò.

C'era tanta gente in giro che, come noi, passeggiava tranquillamente fra le stradine.
Ad un tratto, in un vicoletto, vedemmo un negozio.
"Oh..." incuriosita io "Chissà chi è e cosa inventa..." con aria ammirata ed incuriosita.

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Si prese il bacino e diventò tutto rosso in faccia.
Oh sì, era davvero adorabile.
C'era qualcosa i quegli occhietti che faceva scattare in me quallcosa che non sapevo definire.
Mossi piano le gambe, lentamaente, facendole strusciare tra loro.
"Oh sì, piccolo, sei così bravo.." con lo stesso sorrisetto maliozoso e la voce calda.
Era davvero ingenuo i piccolo per non accorgersi di niente.

“Mah, questo posto è già strano di suo...” disse Elv a Gwen “... mi chiedo cosa possa mai inventare quel tizio... vuoi che gli diamo un'occhiata?”

Icarius arrossì ancora ed annuì.
“Su, zia... voltati...” disse a Destresya “... te le massaggio meglio...” cominciando ad accarezzarle con le mani unte.

Ridacchiai.
Poi annuii, ormai ero curiosa e volevo vedere cosa c'era lì dentro!
Non poteva essere peggio di ciò che ci eravamo lasciati alle spalle alla caserma, perciò perché non dare un'occhiata?

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Gwen ed Elv allora entrarono.
Si ritrovarono in una saletta arredata con poco gusto, con un gran disordine in giro, decine e decine di bottigliette con strani liquidi colorati dentro, alambicchi, fiale di vetro con vasetti pieni di polverine dalle più disparate tinte.
“Prego, entrate pure.” Disse ad un tratto una voce.
Era un uomo seduto a fumare, dai capelli spettinati e lo sguardo spiritato.
https://journalisticescapades.files..../08/wilder.jpg

Entrammo e nonostante fosse disordinato, mi piaceva!
C'erano strane fialette e alambicchi ovunque, libri, mi piaceva, sì!
Sentimmo una voce che ci invitò ad entrare.
"Oh, siete voi Awatary? L'inventore?" curiosa ed impaziente.

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“Non è corretto.” Disse l'uomo a Gwen. “In realtà sono Awatary, genio ed inventore. La mia mente è quanto di più dinamico esista a questo mondo. La mia materia grigia è in continuo fermento, come un calcolatore dalle batterie infinite. Le mie meningi sono più attive delle infinite particelle emanate nel cosmo da una supernova. Io sono un genio. Un genio assoluto. Un uomo perennemente ispirato a cui nessuna legge naturale può sfuggire. Per servirvi.” Con un cenno del capo.

Ascoltai la sua presentazione e ne rimasi affascinata.
Che tipo!
Singolare, ma affascinante!
Rivolsi un sorriso incuriosito ad Elv ed iniziai a gironzolare per il negozio, in cerca di qualcosa di particolare che catturasse la mia attenzione!

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Presi un bicchiere di acqua e una cannuccia chinandomi su lui mostrando la generosa scollatura e sorridendo "Rigeneratevi allora" mentre poggiavo la cannuccia sterile sulle sue labbra per permettergli di bere..

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Era così ingenuo, così pulito.
Lo stavo tentando, provocando, eppure lui sembrava non capirlo nemmeno.
Probabilmente non ci stava nemmeno mettendo malizia, non percepiva quel calore innaturale, quella luce nel mio sguardo, quel tono nella mia voce.
Era così pulito, così piccolo e puro.
Forse non dovrei parlare così, non dovrei abbandonarmi a certi pensieri.
Varrebbe la pena di sporcarlo un po'..
I suoi occhioni erano così innocenti che mi sentivo immensamente perfida per l'immagine che si stava delineando nella mia mente.
Conoscevo bene il mio demone, quelle strane fantasie infonfessabili, eppure non le avevo mai legate al mio piccolo, chissà perchè.
Lo guardai con un sorrisetto divertito e mi voltai nuovamente, lasciando campo libero alle sue mani unte di quello strano unguento improvvisato.

Quella stanza, che si rivelò essere una sorta di laboratorio, era colma, oltre di bottigliette, alambicchi e fiale, di strani macchinari funzionanti con curiose reazioni elettriche o a vapore.
Gwen camminava e guardava tutto ciò.
“Siete strani...” disse Awatary ai due giovani “... di certo provenite da un qualche posto lontano...”

Altea si sporse in avanti, mostrando la scollatura del suo bikini, notando che il paziente guardò quelle forme, per poi fissare gli occhi di lei.
Uno sguardo espressivo ed eloquente, di apprezzamento.

Icarius sorrise in modo affettuosa, pulito a Destreya, per poi cominciare ad ungere le sue gambe.
Tutte, partendo dai piedi, spalmando ovunque quella polpa fruttata, fra le dita, la pianta, risalendo poi sulle caviglie, i polpacci, le cosce, fino all'inguine e lambendo piano la parte bassa dei glutei appena lasciata scoperta dalle mutandine.
“Così, brava...” disse fra sé mentre massaggiava sua zia “... fatti massaggiare tutta... fatti ungere tutta... ti voglio più sozza di come sei già, zia...” continuando.

Era un laboratorio in realtà, era così affascinante, ci sarei rimasta anni a scoprirlo tutto.
"Ce lo dicono tutti, è come se ce lo avessimo scritto in fronte" ridacchiando.

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"Sbaglio o state approffittando per guardare nella mia scollatura? Ad un agente segreto non sfugge nulla.. Sembrate fare grandi progressi con la salute" sorridendo per poi guardarlo "Desidera altro?" con voce bassa e suadente.

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“Forse perchè qui sono tutti uguali.” Disse Awatary a Gwen. “Da dove venite?”

“Beh, lei ha generosamente messo tutto in mostra” disse lui ad Altea “e le cose belle mi piace guardarle.” Con un tono molto confidenziale ed intimo ormai.