Gwen ed Elv girarono ancora per quelle tombe, ora aiutati e guidati dal chiarore del primissimo mattino, senza però trovare nessuno, nè niente di strano.
Il cimitero sembrava abbandonato e nessuno forse da anni, parecchi anni, ci metteva più piede.
"Sarà meglio tornare dagli altri, Gwen..." disse Elv "... il giro d'ispezione è finito."

La moglie del capitano si senti meglio e vidi che Equest e il giudice avevano liberato la Cometa Nera.... Finalmente lo avevano capito "Qui hanno fatto già strage ma non è posto dove rimanere, dove potrebbero trovarsi ora?" al fuorilegge "Io mi chiamo Altea comunque, e non sono una boy scout" sorridendo leggermente ma forse lui conosceva il deserto come non mai.

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Non trovammo nulla di interessante, niente di niente.
Nè tantomeno qualcuno, com'era prevedibile.
"È incredibile... Qualcuno doveva pur esserci qui... Insomma, tutto quello che abbiamo sentito stanotte, non possiamo averlo immaginato in due..." sospirai, mentre tornavamo alla caverna dagli altri.

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"Si, lo avevo immaginato..." disse il fuorilegge ad Altea "... in effetti non avete l'aspetto del boy scout." Con tono vagamente divertito.
"Dobbiamo andarcene da qui!" Agitato Equest. "Restare fermi potrebbe essere un suicidio!"
"Ma da chi o cosa stiamo scappando?" Chiese il giudice. "Da un esercito, da una popolazione in marcia o da un branco di bestie feroci?"
"Forse" mormorò la Cometa Nera "da tutte e 3 queste cose."



"Non lo so..." disse turbato Elv a Gwen "... anche io credo che ci sia qualcosa... qualcosa che si nasconde fra queste antiche tombe... ma non so cosa..."
Tornarono alla caverna dal sergente e dagli altri volontari.
Ma qui non c'era più nessuno.

"Lo so... Ma intanto sembra che non riusciremo a cavare un ragno dal buco, tanto vale tornare..." ammisi sospirando.
Tornammo alla grotta... Ma lì non c'era nessuno!
"Ma che fine hanno fatto tutti?! Possibile siano andati via, lasciandoci qui?!" esclamai sconvolta.

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"No, il sergente non sarebbe mai andato via lasciandoci qui." Disse Elv a Gwen, indicandole che l'apparecchiature e i viveri erano ancora tutti là, guardandosi intorno nella caverna, per poi uscire fuori e fare altrettanto. "Eppure sembrano scomparsi... ma dove diavolo sono?" Con un geto di rabbia.
Allora cominciò a chiamarli, tutti, uno per uno, ma non rispose nessuno.
Erano rimasti soli in quel cimitero nativo.

In effetti aveva ragione, i viveri erano tutti qui e loro erano proprio spariti.
Li chiamammo, lì cercammo in lungo e in largo, ma nulla!
Erano misteriosamente scomparsi, volatilizzati, come se qui loro non fossero mai esistiti.
"Non so proprio che dire... Potremmo provare a tornare al carro, portando con noi il necessario e vedere se sono lì..." ipotizzai "Anche perché, non possiamo comunque rimanere qui per sempre... Dovremo tornare, prima o poi..."

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"Si, è una possibilità..." disse Elv a Gwen "... anche se tornare al carro significa di nuovo stare in quel posto dove di notte arrivati i dannati voraci volanti..." pensieroso "... e comunque forse dovremmo cercare gli altri... devono pur essere da qualche parte... non possiamo non cercarli, Gwen..." guardando verso le tombe dei nativi.

Riflettei sulle sue parole.
"Forse, sono scappati per fuggire da un attacco di qualche animale, può essere? Magari sono ancora in zona" ipotizzai speranzosa "Sì, potrebbero essere qui da qualche parte, prendiamo l'indispensabile e andiamo a cercarli" annuii con convinzione.

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Elv annuì a Gwen, presero un pò di viveri, ovviamente lui un paio di armi ed uscirono dalla caverna e cominciarono a cercare gli altri.
Girarono per le sepolture, poi lasciarono la zona del cimitero nativo e si mosserò verso Nord.
Il pomeriggio trascorreva rapido e poco prima del tramonto i 2 erano giunti presso una montagna, sotto la quale c'era un emporio, probabilmente per rifornire qualche mezzo costretto a passare da lì, con un'annessa locanda, sulla cui insegna c'era scritto:

"Locanda dei 6 avvoltoi"

Prendemmo il necessario e ci mettemmo in cammino, muovendoci verso Nord.
Al pomeriggio, dopo aver girato parecchio, non avevamo ancora visto anima viva, letteralmente, finché non arrivammo alle pendici di una montagna.
Sotto di essa, un emporio ed una locanda.
"Il nome è un po' inquietante, ma magari potremmo mangiare qualcosa e chissà, forse troviamo anche ciò che serve per riparare il carro" proposi.

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"Si, vero." Disse Elv annuendo a Gwen.
Così raggiunsero l'emporio, dove trovarono oggetti meccanici ed elettrici di ogni tipo, armi varie, strumenti dei più disparati, oltre a mappe e cartine più o meno attendibili.
Dentro vi era un vecchietto minuto e dall'aspetto sveglio.
"Benvenuti, signori." Allegro, visto non passavano molti clienti da quelle parti. "In cosa posso servirvi?"

Annuii ad Elv ed entrammo per prima cosa nell'emporio.
Lì, in mezzo a cianfrusaglie ed oggetti di ogni tipo, c'era un vecchio dall'aria simpatica e disponibile.
Immaginavo che fosse soprattutto perchè non passava molta gente da qui.
"Buongiorno" lo salutai, con un sorriso cortese "Cerchiamo dei pezzi per un carro cingolato" dissi, per poi lasciare la parola ad Elv, il quale di sicuro ne sapeva più di me.

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"Oh, qui troverete di tutto." Disse il vecchio a Gwen. "Qualunque pezzo di ricambio per far muovereogni genere di veicolo. Servitevi pure." Ridacchiando.
Elv annuì e si mise a guardare i vari pezzi elettronici per trovare quelli adatti a riparare il cingolato.
Alla fine trovò un vecchio propulsore integrato ad effusione solare, accoppiandolo ad un erogatore al neplax.
"Non sono il massimo ma almeno lo faranno ripartire." Commentò Elv, per poi pagare il vecchio.
"Vedrete che saranno una bomba questi ricambi." Ridendo il vecchio.
"Si può mangiare e bere qualcosa nella locanda?" Chiese poi Elv.
"Certo, dentro troverete ottima cucina tipica della tradizione nativa" Esclamò il vecchio.

Lasciai Elv alla sua ricerca, la quale produsse dei risultati ottimi.
Almeno, eravamo certi di poter tornare alla base.
L'uomo poi ci confermò che avremmo potuto mangiare qualcosa e avremmo trovato dell'ottima cucina nativa.
"Adoro i piatti dei nativi, ho assaggiato qualcosa, qualche volta" dissi sorridendo, entusiasta.
"Se non li hai ancora assaggiati, ti piaceranno!" assicurai ad Elv.
Inoltre, avrei potuto anche capire se qualcuno qui poteva aiutarmi a decifrare le parole che quella donna mi aveva riferito, il che non era cosa da poco.

Elv annuì a Gwen ed insieme andarono alla locanda, dove trovarono una donna dai chiari tratti nativi ad accoglierli.
"Non vedo l'ora di assaggiare allora questi piatti nativi." Disse sedendosi Elv ad uno dei tavoli con Gwen.
Dopo un pò la donna portò loro alcune pietanze della tradizione culinaria nativa.

Entrammo alla locanda e subito una donna ci accolse, servendoci poi dei piatti tipici.
"Beh, allora buon appetito" dissi sorridendo ad Elv, dandogli un bacio veloce ed iniziando poi a mangiare.
Avrei atteso di finire di pranzare per poi chiedere alla donna il suo aiuto con quelle strane parole che ancora mi rimbombavano nella mente.

Gli sorrisi, non sembrava una minaccia, anzi.Quell'uomo mi piaceve e mi chiedevo se magari non ero io la miccia che avrebbe fatto scattare la sua fuga.
Forse non aveva più una casa, ma era comunque un uomo che non poteva certo vivere chiuso in quella baracca.
"Oh quando mi conoscerete meglio scoprirete quanto posso sorprendervi!" con voce calda e volutamente enigmatica.
"Ma intanto posso cominciare preparandovi il pranzo!" sorridendo gaiamente, per poi sparire in cucina, dove curiosai nella dispensa per capire che cosa potevo fare da mangiare.
Non c'era molto, ma quanto bastava per preparare un pranzo decisamente migliore del classico pranzo dei prigionieri.
Dopo un po' tornai da lui con una focaccia, della carne cotta alla brace e un po' di lupini che avevo trovato in un barattolino della dispensa.

Gwen ed Elv mangiarono e gustarono quei tipici piatti della tradizione nativa, fatti a base di fagioli, carne insaportita da varie salse piccanti, formaggio tradizionale e quel pane sottil e schiacciato che i nativi chiamano tortillon.
Quando i 2 ebbero finito di mangiare la dona nativa tornò per portare via i piatti.



Destresya andò in cucina per preparare un buon pasto al capitano e quando tornò con i piatti pronti trovò l'uomo nel piccolo cortile interno dell'alloggio, mentre si esercitava con la pistola.
Il tiro al bersaglio era uno svago che il comandante del campo aveva concesso al prigioniero.
"Che buon profumo..." disse lui voltandosi verso la cameriera "... così mi vizierai e alla fine ingrasserò." Ridendo. "E quelli?" Indicando i lupini. "Siamo già nella Quaresima?" Ironico.

Mangiammo tutto ed ogni cosa era decisamente squisita.
Quando la donna arrivò a portare via i piatti, la fermai.
"Volevo dirvi, innanzitutto, che abbiamo apprezzato tutto, i vostri piatti erano ottimi" le dissi sorridendo "E voleva anche chiedervi se potevate aiutarci a tradurre delle parole che credo siano nella vostra lingua..."
A quel punto, recitai a memoria le esatte parole che quella donna mi aveva rivelato, sperando di trovare loro un significato.

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La donna annuì a Gwen in un cenno di gratitudine per le sue parole riguardo il pranzo ed ascoltò poi ciò che la ragazza recitò a memoria.
"E' un dialetto molto antico..." disse "... ora forse non lo parla più nessuno e i giovani delle tribù neanche lo conoscono... io lo imparai da mia nonna che era una sciamana... le parole recitate significano... fuggi via, con lui che ami o sarà tardi... ecco, questo significano... ma dove avete sentito queste parole?" Chiese.

Avemmo la conferma che si trattava di un dialetto in disuso, infatti raramente mi era sembrato di sentirlo presso i nativi, quando mi recavo nei loro villaggi.
Alla traduzione della donna, guardai Elv con espressione inquieta.
Non era molto consolante, affatto, soprattutto visto dove eravamo e in che casino eravamo finiti.
Guardai poi la donna.
"Oh, nulla di che, solo un'incisione su pietra..." mentii, con un leggero sorriso.

Uscii nel cortiletto e lo trovai intento a giocare con la pistola.
Sorrisi.
"Ehi, non avevi detto di non possedere nemmeno un'arma?" sorrisi, piacevolmente sorpresa.
Già con una pistola si poteva fare molto.
Poi apprezzò il pranzo.
"Oh, un uomo d'azione ha bisogno di energia, no?" facendogli l'occhiolino.
Poi risi quando vide i lupini.
"Non so perchè, mi sembravi tipo da apprezzare i lupini!" ridacchiai, divertita "Erano lì, mi sembrava un peccato buttarli! Se fosse stata quaresima ti avrei dato da mangiare solo quelli!" divertita.
Poi mi avvicinai al tiro al bersaglio.
"Posso provare?" candidamente.

La donna annuì a Gwen e tornò in cucina.
"Beh, parole senza senso a quanto pare..." disse Elv alla ragazza dai capelli rossi.



"E' una pistola caricata a salve..." disse il capitano a Destresya "... non mi danno certo un'arma con pallottole vere." Rise sui lupini. "Prego..." porgendole la pistola per farla sparare al bersaglio "... ah, spara dal buco mi raccomando." Divertito e sarcastico.

"Sei sicuro?" chiesi ad Elv.
Poi mi sporsi verso di lui.
"E se potesse essere la nostra occasione per fuggire da questa assurda follia e tornare a casa? Sono tutti spariti, noi abbiamo trovato i pezzi del carro e potrebbe essere molto più semplice di quanto crediamo" aggiunsi, guardandolo fiduciosa e speranzosa.
Ero del parere che dovessimo sfruttare la situazione, ora che se ne presentava l'occasione, facendo ciò che avevamo progettato fin dall'inizio, ossia fuggire e tornare a casa.
Non sapevamo quando una possibilità simile si sarebbe ripresentata e se non la coglievamo adesso, poteva anche essere l'ultima.

"Si, ci ho pensato anche io..." disse Elv a Gwen "... riparare il cingolato ed andarcene via, tornare ad una vita reale..." annuì "... ma se gli altri sono in pericolo? Se il sergente e i volontari hanno bisogno di aiuto? Dove possono essere finiti?"

"Lo so, ma io preferisco pensare che ho una casa ed una famiglia, un lavoro, a cui tornare. Non ho nemmeno deciso io di trovarmi in questa situazione, ma mi ci hanno costretta a forza e lo stesso vale per te. Potrebbe non ricapitarci più una possibilità simile, se non ne approfittiamo adesso" cercai di essere convincente, perchè nonostante avessi il pensiero per quei dispersi, la nostra salvaguardia per me era più importante.

"Si, forse hai ragione..." disse Elv a Gwen "... e poi, prima che a loro, io ho il dovere di pensre a te, alla tua sicurezza... si, ce ne andremo..."
"Quelle parole" ad un tratto uno seduto a qualche tavolo da loro "non erano un consiglio... non parlavano di fughe per tornare alla normalità..." era un nativo.

Sorrisi, un sorrisetto divertito a quelle parole del capitano.
Beh, procurarsi dei proiettili in un accampamento militare era molto più facile che procurarsi una pistola, quindi la cosa poteva essere molto più interessante del previsto.
"Dal buco?" con aria ingenua guardando il bersaglio un attimo, per poi voltarmi verso di lui e, quasi distrattamente tirare al bersaglio e colpirlo in pieno.
"Dici così?" con aria fintamente ingenua, per poi fargli l'occhiolino, come a lasciar intendere che c'era ben altro in me.

Annuii sollevata vedendo che capiva il mio punto di vista.
Sorrisi poi con un accenno di divertimento, vedendo che non riusciva a smettere di essere premuroso nei miei confronti.
Ad un tratto, nella conversazione si inserì un uomo, anche lui nativo e lo guardai.
"E dunque, a cosa si riferisce, secondo voi?" gli chiesi, in parte curiosa ed in parte inquieta, non sapendo cosa aspettarmi.

Il capitano restò sorpreso dal centro fatto da Destresya.
"Ehi..." disse "... e dove hai imparato a sparare così? Non penso sia stata solo fortuna... forse in qualche fattoria dell'Ovest, sparando a polli, galline e vitelli?" Ridendo.

"E' un consiglio disperato..." disse il nativo a Gwen "... di fuggire, scappare via da una morte certa e terribile." Fissandola.

Ecco, avevo ragione ad essere inquieta.
Infatti, le parole del nativo lo confermarono.
"Sei convinto, adesso?" chiesi ancora una volta ad Elv.
Era la nostra occasione, forse l'unica e sola e non potevamo lasciarcela scappare; non avevo idea di cosa ci avrebbe aspettati se fossimo rimasti, ma non ero certa di volerlo sapere.
Mi bastava pensare che dovevamo andar via e dovevamo farlo prima possibile.

"Voi come fate a sapere tutto questo, intendo di questi nemici" alla Cometa Nera "Un amico mio e il capitano pure hanno parlato di un nemico sconosciuto, ecco perché hanno reclutato dei mercenari".

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"Un momento..." disse al nativo "... che significa ciò che dici? Spiegati meglio..."
"Quello che ho detto..." alzandosi il nativo per andare via "... le parole sono un monito... e forse non vi basterà fuggire per salvarvi." Ed uscì.
"Ma che significa?" Sconcertato Elv a Gwen.



La Cometa Nera guardò Altea attraverso il suo elmo impenetrabile ed enigmatico.
"Non lo so chi sia questo nemico" disse lui "ma so che è vicino... dobbiamo andarcene e sarà la fine."
La Turbodiligenza proseguiva il suo viaggio, attraverso quelle lande desertiche, abitate solo da scorpioni e serpenti.
Infine arrivarono presso i resti di una città deserta ed abbandonata.
https://www.julientellouck.com/wp-co...anete_mars.jpg

L'uomo non aggiunse molto altro alla sua spiegazione ed andò via prima che potessimo indagare oltre.
"Significa che dobbiamo sbrigarci a sparire da qui e pregare di riuscire ad andarcene in tempo, ecco cosa" dissi con tono sbrigativo.


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Elv annuì a Gwen, lasciò alcuni crediti sul tavolo e con lei uscirono dalla locanda.
"Che dici..." disse lui guardando il cielo, visto era già primo pomeriggio "... riusciremo ad arrivare al cingolato prima di sera, Gwen?"

Elv lasciò i crediti sul tavolo della locanda ed uscimmo fuori.
Era primo pomeriggio.
Guardai anch'io il cielo.
"La domanda è un'altra. Se non dovessimo farcela, come e dove ci accamperemmo per la notte?" guardandomi intorno con un vago senso di desolazione.

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"Forse potremmo dormire qui alla locanda" disse Elv a Gwen "e poi partire domattina all'alba... cosa ne pensi? Così non correremo rischi..."

"Giusto, in effetti non hai torto" annuii.
"Chiediamo allora alla donna se è possibile ospitarci qui per stanotte, sarà meglio ripartire domani col giorno, avremo tutto il tempo per raggiungere il cingolato con calma."

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