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“Gli uomini di Chiesa sono dunque schierati...” disse Anty, mentre con Clio ed Elas entravano nella Pieve “... e da quando?”
“Da quando sono gli unici a difendere il popolo contro le angherie dei potenti.” Rispose ad un tratto una voce proveniente dalla navatella. “Chi è là?” Subito Elas. Ed apparve Frate Roberto. “Pace a voi, figlioli.” Disse. |
Dacey prese a parlare della sua isola.
La stanza era silenziosa ed illuminata da una candela dalla luce tremula. Una mistica ed avvolgente penombra dominava dunque quel luogo austero, quasi fosse lontano dal resto del mondo con i suoi tumulti. Ed in questa atmosfera raccolta che le parole di Dacey presero a scivolare dolci e malinconiche sul respiro incerto del cavaliere ferito. Pian piano il campione senza nome cadde addormentato e forse tra l'immaginazione ed il sogno visitò i luoghi descritti dalla bella e triste principessa. |
"Pace a voi, frate Roberto..." con un cenno del capo.
Quell'augurio fatto da me aveva un che di grottesco, ma mi venne spontaneo. "Ho incontrato una suora, poco fa... ella mi ha rammentato come agli uomini e alle donne di chiesa non sia permesso dire menzogne.." fissando il frate. "E i miei amici qui, sono certi che lei non mi mentirà, mentre invece io sono un po' più scettica.." con un leggero sorriso. "Cerchiamo Guisgard.." decisi di fidarmi di Elas ed essere onesta. Chissà mai che il ragazzo non avesse ragione, era il migliore di noi, dopotutto. "So che gli avete già dato riparo una volta, vi ho sentiti mentre parlavate in sagrestia giorni fa, so che lo avete nascosto dai soldati del maresciallo.. noi però siamo un tantino diversi da loro...." con un leggero sorriso. "Ditemi dunque, è qui?" candidamente. |
Josephine non aveva udito l'inquietante voce sentita da Gwen, ma comprese che qualcosa di oscuro si annidava intorno a loro.
“Si, sarà meglio...” disse annuendo la nana “... ormai è giorno ed il padrone ci starà aspettando...” E tornarono al castello. |
"Ciao Ensa" risposi entrando in casa "è una lunga storia che forse poi ti racconterò... lui è Adespos ed è mio ospite. Ti prego, preparaci un bagno caldo e qualcosa da mangiare, siamo esausti. E ti prego, procurati dei vestiti per lui, dobbiamo toglierci questi stracci di dosso..."
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Didas fece entrare Altea e chiuse la porta.
Offrì alla dama una tazza di latte caldo con miele e la pregò di sedersi e raccontarle ogni cosa. |
Smisi di parlare quando vidi che il cavaliere era ormai preda del sonno, sperando che le mie parole fosse state un bel racconto sereno.
Rimasta da sola in quella stanza che ancora mi provocava un senso di malessere presi a camminare con le mani una nell'altra. La domanda di prima ancora era nella mia testa. Perché lo avevo aiutato rischiando la mia vita? Non mi stavo pentendo della mia scelta ma solo ora iniziavo a pensare davvero alle conseguenze a cui rischiavo di andare incontro. Ma la cosa che mi faceva più male era pensare a Jean , sicuramente mi odiava e non capiva perché aveva agito in quel modo. Mi immaginavo di certo il barone e il resto della corte ad avvelenargli la mente con parole volte a farmi odiare da lui. Eppure io non volevo ferirlo e se ci fosse stato un altro modo... Ma avevo più volte visto quanto lui fosse disposto a obbedire al barone e molte volte non si era pronunciato in mia difesa, questa mi aveva fatto spesso domandare se il suo affetto per me fosse sincero e l'incertezza di avere qualcuno che mi avrebbe aiutata al castello era stato un'altro motivo che mi aveva indotta a fuggire. |
Capii che Josephine aveva compreso e non riuscii a ringraziarla abbastanza per questo.
Annuii grata e tornammo al castello ed io sperai con tutto il cuore che lui fosse già lì sano e salvo. |
Frate Roberto sorrise.
“Si...” disse a Clio “... gli sciacalli sono diversi dagli avvoltoi, ma entrambi cercano cadaveri per poi cibarsene... da sempre la Casa del Signore è riparo per chi fugge a causa dell'ingiustizia... ma vi pare che nascondere qui qualcuno sia una mossa saggia? Nasconderli in questo Santo Luogo e sperare nella misericordia dei loro carnefici? Non domandatemi nulla dunque... se volete potete cercare in giro... i vostri occhi di certo hanno più credibilità della mie parole, no? Cercate pure... vi chiedo solo di aver rispetto di questo luogo.” E tornò ad occuparsi dei ceri che ardevano davanti alle Statue. |
Mi invitò a sedermi, vidi la tazza di latte caldo..no, stavolta non avrei bevuto.
Scossi il capo "Non ho la forza di bere, di mangiare..la mia vita è distrutta. Ieri si teneva quel torneo e io ero contenta di andarci, avevo lavorato sodo per avere un bellissimo abito. Mi recai nella mia umile casa...e...distrutta...vi era affisso un cartello ed era di quei maledetti briganti..furono loro, le diedero fuoco e dentro vi era quel vestito e tutto ciò che avevo...lo hanno fatto per vendetta, perchè non mi fidai quella volta che andai con te da loro di diventare una di loro..ricordi, si parlai sottovoce..ma ti vedevo entusiasta di essere li ma io non mi fidavo di loro e ho fatto bene..sono dei farabutti." Sospirai, girando svogliatamente il cucchiaio di legno nel latte "Ma il fatto peggiore avvenne dopo, decisi di andare coi miei umili vestiti...ma prima volli andare a pregare nella Chiesetta di San Michele...e arrivatà lassù...non immaginerai chi ho trovato..si lui..Guisgard...abbiamo trascorso tutto il giorno assieme ieri, e la nottata..si vengo proprio ora da laggiù ma lui mi ha spezzato il cuore, mi ha usata come tutti gli uomini...penso avrai capito..e cosi mi trovo senza casa per colpa di quei briganti...non ho potuto vedere il torneo..e colui che amavo..mi ha usata per tutto il giorno e la notte" e mi gettai verso lei piangendo. |
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