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Presi la fiala in mano.."Si ma...dove sapere dove sia ora Guisgard...è facile a dirsi...devi dirmi dove è allora" la guardai, ora ero pure diventata una incantatrice...ma per troppo tempo avevo subito le angherie e le prese in giro della gente..per me, l' importante era salvarlo. "Farò in modo non la notano" mettendola nel corpetto all' altezza del seno "Quindi nessuno deve vederla oppure la fiala si distruggerà quindi..."
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Dopo che entrai, chiuse la porta.
Mi voltai nell'istante in cui lui si avvicinò a me. Eravamo vicini, l'uno di fronte all'altra, coi miei occhi nei suoi e il mio cuore che batteva tanto forte che pensavo sarebbe esploso. All'improvviso mi prese fra le sue braccia e mi baciò. Le emozioni e le sensazioni del giorno prima riaffiorarono una dopo l'altra. Mi sentii inebriata ed invasa dal suo profumo e stretta dalle sue braccia con tale impeto e virilità che mi facevano impazzire. La mia mano affondò nei suoi capelli neri, mentre l'altra si aggrappò saldamente alle sue spalle forti sotto la camicia aperta, quasi ad impedire che scappasse via. Via da quel bacio intenso e appassionato che ci stava unendo e che avevo desiderato più di ogni altra cosa. |
Adespos si spogliò, restando nudo davanti a Gaynor, che nel frattempo si era già immersa nella calda acqua della tinozza.
La stanza era densa di vapore ed intrisa del profumo dei sali che sembravano in grado di accendere i sensi più sopiti e sconosciuti del desiderio umano. Il brigante mostrava orgoglioso il suo corpo robusto e temprato dalla dura vita nel bosco. Si avvicinò ala tinozza ed entrò, senza staccare mai il suo sguardo da quella della dama. Erano sguardi audaci, maliziosi, sensuali, peccaminosi. In acqua lui si sedette di fronte a lei e cominciò a lavarla. E la schiuma profumata in breve ricoprì il corpo di lei. |
“Non abbiamo molta scelta...” disse il cavaliere a Dacey “... questa porta non potrà tenerli lontano a lungo... io me la caverò, non temete...” fissando i tratti incerti del suo volto velati dalla fitta penombra che avvolgeva entrambi “... voi mi avete salvato ed io sono in debito... farò in modo che possiate tornare sulla vostra isola...” sorrise “... sapete, da piccolo, quando ambivo di diventare un cavaliere, sognavo spesso un vecchio mito... quello delle Isole Felici... un luogo incantato posto al di là dell'orizzonte, oltre i mari degli orsi bianchi e delle umide foreste tropicali... dove il cielo si muove con l'armonia di un tendaggio dai mille colori ed il Sole non tramonta neanche a Mezzanotte... un luogo dunque magico, dove nessuno invecchia ed è sempre Primavera... chissà che la vostra isola non sia così... per questo ci tornerete presto...” stringendole la mano per darle coraggio.
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Strinsi a mia volta la sua mano ascoltando le sue parole. Era risoluto nella sua decisione e in effetti sembrava non esserci altra possibilità.
<< Io... Siete un uomo valoroso, non dimenticherò il vostro gesto ma ora ditemi il vostro nome così potrò ricordarvi>> |
“No, te la distruggeranno se la vedranno.” Disse Didas ad Altea. “Quanto a Guisgard... su questo non posso aiutarti... devi trovarlo tu... altro non posso fare per te. Buona Fortuna, amica mia.” Si alzò il cappuccio sul capo ed un attimo dopo la porta si aprì all'improvviso.
“Che succede qui?” Solo sulla soglia. “Questa donna ti ha fatto del male, Altea?” |
Rimasi perplessa...chi...chi mi avrebbe distrutto la fiala...ma lei sparì..senza chiedere altro.
Poco dopo arrivò Solo....forse, aveva solo carpito ciò che voleva..fino ora non avevo mai visto Guisgard, non lo avrei mai rivisto..anzi per dargliela dovevo pure parlarci e vederlo..cosa impossibile. Guardai Solo..."Non ti preoccupare" dissi uscendo dalla casa e andando verso i cavalli e mi voltai verso di lui, presi Cruz e feci cenno lui di seguirmi in luogo più lontano in dei cespugli.."Solo ho da dirvi alcune cose..quella donna e il barone..usano la magia..si me lo ha detto lei..non so in quali modi ma hanno distrutto il villaggio con la magia. Lei...ha guardato dentro i miei occhi, mi ha letto la anima, ha detto di aver visto il mio passato e presente e futuro..mi ha dato elementi tranne il futuro e ha detto io ormai gli avevo dato ciò che cercava..." sospirai "Io temo di essere un pericolo per voi..già lo sono stata...non voglio voi vi mettiate in guai per me, quella donna non pretende nulla da me...almeno..però ha messo in mezzo sempre Guisgard...ora forse è meglio io mi allontani da voi...oppure posso fare la mia vita di sempre ma a vostra disposizione...lei sa sono in combutta con voi..sa tutto di me..e non so perchè..proprio io" lo guardai angosciata "Ditemi voi...io non so che fare, posso sempre aiutarvi però e fingere di essere quella di sempre...non so..." sorrisi un attimo..."Venite con me ad accendere un cero alla Vergine alla Pieve oppure vado sola". |
Adespos entrò nell'acqua, le sue gambe che toccavano le mie, i suoi occhi nei miei. Prese il sapone e cominciò a lavarmi, proprio come nel sogno che feci l'ultima volta che mi ero trovata nella stessa tinozza. Il suo tocco era deciso come sempre, anche se il sapone rendeva tutto scivoloso e molto erotico... Quando le sue mani raggiunsero il mio seno, i miei sensi erano già completamente offuscati. Lui se ne accorse e sornione continuò il suo lavoro, con estrema lentezza, deciso a farmi morire dal desiderio. Dopo un tempo che mi sembrò infinito, sentii il sul tocco al centro della mia femminilità e lì Adespos abbandonò lentezza e dolcezza in favore di movimenti rapidi e decisi, volti a farmi perdere del tutto il controllo. E ci sarebbe riuscito nel giro di pochissimo...
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Il bacio del padrone a Gwen.
Un bacio profondo, assoluto, pieno di caldo trasporto e virile passione. Un bacio in cui le labbra di lei, preda di quell'impeto e di quella forza, si aprivano e si chiudevano quasi al volere della bocca di lui, che ne assaporava con le labbra e la lingua il giovane e dolce sapore della ragazza. E se la bocca dell'uomo fremeva nel possedere quella di lei, le sue mani non erano da meno nel mostrare l'audace pretesa di scoprire quel giovane corpo, affondando nell'abito e poi sotto la camicetta di Gwen, fino a raggiungere il suo seno morbido e giocando col suo turgido capezzolo. Un gioco eccitante, provocante, inebriante, travolgente. Un gioco che in un attimo fece perdere ogni controllo alla giovane. |
La sua bocca e le sue mani mi conducevano sempre più in un gioco irresistibile, travolgente, uno strano incantesimo che mi aveva soggiogata e a cui era impossibile sottrarsi.
Ormai avevo perso totalmente il controllo, esistevamo solo noi e la passione che ci stava guidando. Strinsi il colletto della sua camicia e raggiunsi quasi a tentoni il letto, per poi togliergli la camicia, diventata di troppo, e circondare il collo di lui con le braccia, stringendomi contro il suo petto e rimanendo in balìa del desiderio e della passione. |
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