Camelot, la patria della cavalleria

Camelot, la patria della cavalleria (http://www.camelot-irc.org/forum/index.php)
-   Terre lontane (http://www.camelot-irc.org/forum/forumdisplay.php?f=26)
-   -   Le Martiri di Cartignone (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1354)

Guisgard 17-01-2011 02.44.21

Lo specchio.
Cosa riflette davvero?
La realtà o l'illusione?
Cosa possiamo vedere oltre la sua superficie?
L'anima di chi amiamo?
O solo il riflesso dei nostri sogni, dei nostri desideri?
Cosa nasconde uno specchio?
Talia osservava il vortice di quella densa nebbia.
Riconosceva figure ed immagini familiari, per poi accorgersi che erano ombre e nulla più.
Suo padre, sua madre, Eileenn.
E poi lord Frigoros e la corte di Cartignone.
"Cosa cerchi?" Chiese lo specchio. "Tutti si pongono davanti a me cercando di vedere qualcosa... tu cosa vuoi vorresti vedere? Bellezza? Felicità? Potere?"

Morrigan 17-01-2011 03.30.25

Moccioso? Cane???

"Ehi!"

Morven si girò di scatto, pronto a far guizzare Samsagra, e stavolta andare a bersaglio. Ma subito la voce di Guisgard lo fermò.

"Chiudi il becco e smettila di frignare! Ora andiamo!"

A quelle parole, Morven non potè fare a meno di ridere. Già, aveva ragione lui. Dukey era uno sciocco, di quelli che baprono bocca e gli danno fiato. Era persino troppo sciocco per adirarsi con lui. Lasciò che la stoccata gliela assestasse virtualmente Guisgard con quelle parole, e con una risata, rimise la spada nel fodero.

"Tranquillo," disse rivolto a Dukey con aria di celia "appena tornati a Cartignone la mamma ti curerà..."

Quindi, senza aggiungere altro, seguì Guisgard lungo lo stretto cunicolo.

Faceva freddo in quell'antro scavato nel cuore della terra, e l'ombra sembrava crescente.
In breve, nessuno ebbe più voglia di parlare, e un lugubre silenzio accompagnava quella fila di temerari.
Morven tentava in ogni modo di strapparsi dai suoi pensieri. Temeva che ripiombare nei suoi più cupi ricordi l'avrebbe fatto perdere nuovamente d'animo, proprio in quel momento in cui, ritrovato Guisgard, la sua speranza di riuscire in quell'impresa era rifiorita.
Guisgard... aveva sempre pensato che fosse uno spadaccino eccezionale, e di certo un uomo fuori dal comune... ma uscire vivo da quell'inferno, e avere ancora la forza per ritornarvi dentro... questo andava oltre ogni sua aspettativa... lo avrebbe pregato, un giorno, di raccontargli tutto... come era sopravvisuto, come aveva lottato, e soprattutto a quali spettacoli di orrore e di morte avevano assistito i suoi occhi!

Mentre così ragionava, Morven si avvide che Guisgard era pensieroso. Il movimento nervoso dei suoi occhi, quel leggero scatto del capo, lo sguardo che talvolta vagava veloce indietro, verso di loro, quasi volesse accertarsi che nessuno fosse rimasto indietro... chissà cosa pensava, in quel momento...

Gli si fece un po' più da presso. Non lo fissò dritto negli occhi, ma lasciando che il suo sguardo vagasse in quella semi oscurità, cominciò a parlare con tono sommesso:

"Guisgard... immagino che tu sappia dove ci stai guidando... dimmi cosa c'è là sotto, e a cosa andiamo incontro. Se non so che aspetto ha il mio nemico, se non conosco nulla delle sue armi, come posso essere per te un valido aiuto in questa impresa? Anche io desidero liberare lady Talia quanto lo desideri tu... e desidero mettere fine a questo orrore, se questo fosse mai possibile... hai la mia spada e hai il mio braccio... ma dimmi almeno che cosa ci aspetta!"

Guisgard 17-01-2011 03.53.08

Nello stesso momento, al castello del Cavaliere Vermiglio, la giovane Gidelide aveva mostrato i suoi disegni a Cavaliere25.
"Ditemi..." disse la ragazza, voltandosi di tanto in tanto verso suo padre per accertarsi che dormisse "... cosa potrebbe rappresentare secondo voi quel mio sogno? Che significato può avere una ragazza legata ad un altare per un sacrificio? Non avevo mai sognato nulla di simile prima d'ora..."

Guisgard 17-01-2011 04.58.41

“La verità, amico mio?” Chiese Guisgard a Morven. “Non ho la minima idea di dove stiamo andando! Questo posto è un labirinto dove si potrebbe celare un’insidia dietro ad ogni angolo! Ciò che so è che ci troviamo davanti a dei fanatici assassini e che quel traditore di Guxio ne è il capo! E da quanto è accaduto poco fa, ben conoscete il ruolo di Bumin in questa storia! Ora seguiamo questa strada perché mi sembra opposta a quella che conduce alla chiesa sconsacrata, dalla quale siamo scesi in questo posto maledetto!”
Il gruppo, dopo un pò, giunse in una sorta di piccola grotta, nata dall'unione di due stretti cunicoli che si incrociavano tra loro.
"Cavaliere..." disse il Cappellano a Guisgard "... siamo stanchi, credo sia meglio fermarci un momento per riprendere le forze..."
"Siamo già stati fermi abbastanza” rispose Guisgard “… e..."
"Messere..." lo interruppe il Cappellano "... comprendo la vostra ansia per ritrovare lady Talia..."
"Infatti! Ed ogni istante perso potrebbe essere fatale alla nostra ricerca."
"Avete ragione ma per poterla salvare bisogna che tutti siano in grado di aiutare il gruppo." Osservò il chierico. "Purtroppo non siamo tutti cavalieri e non abbiamo l'addestramento adatto per sopportare simili fatiche... continuare oltre, rischiando di non avere la forza per poterci difendere, sarebbe un suicidio..."
"E sia..." disse Guisgard dopo un attimo di forzata riflessione "... faremo una breve sosta per poi riprendere il cammino..."
"Grazie, sir Guisgard." Sorrise il Cappellano.
"Morven..." chiamò Guisgard "... voi e Dukey riposatevi laggiù, dove controllerete le spalle del gruppo, non vorrei ci ritrovassimo colti da un attacco a sorpresa... e nel frattempo tenetelo d'occhio... io invece darò uno sguardo alla strada che ci aspetta..."
"Padrone tu non riposerai?
Sarai stanco se continuerai!"
Esclamò Iodix.
"Non sono stanco" rispose Guisgard "e poi non riuscirei a chiudere occhio..."
Si allontanò allora dal gruppo, cercando di capire quale strada stavano percorrendo in quella sorta di labirinto sotterraneo.
Quel passaggio era umido e avvolto da una quasi totale oscurità, solo a stento squarciata dalla torcia che aveva in mano Guisgard.
Ad un tratto il cavaliere udì dei passi.
Incerti e lontani.
Fissò allora quelle dense tenebre, ma non vide nulla.
Ma dopo qualche istante di nuovo si udirono quei passi.
E stavolta erano molto più vicini.
"Chi è là?" Chiese Guisgard.
Ad un tratto la luce della sua torcia gli permise di scorgere una figura.
"Chi sei?"
"Sono io..."
"Talia? Sei tu?"
"Si, sono io..."
Il cavaliere allora si avvicinò.
Era davvero lei.
Bellissima, come un sogno, avvolta da un velo lacerato e bagnato per l'umidità.
"Cosa ti è accaduto?" Domandò Guisgard. "Come hai fatto a tornare qui?"
"Ti prego... non chiedermi nulla..." sospirò lei "... sono stanca ed infreddolita..."
"I tuoi vestiti..."
"Riscaldami tu..." disse avvicinandosi a lui "... col calore del tuo corpo..."
Chinò allora il capo sul petto di Guisgard e si strinse forte a lui.
"Sento battere il tuo cuore..." continuò a dire lei "... batte forte..."
Le sue mani strette attorno ai suoi fianchi, il suo corpo contro quello di lui, i lunghi capelli bagnati che sembravano avvolgerli e proteggerli da tutto ciò che li circondava.
Poi, improvvisamente, lei si avvicinò al volto di lui, sfiorandolo col suo respiro.
http://farm3.static.flickr.com/2428/...78b7640c65.jpg

cavaliere25 17-01-2011 11.16.14

Guardai la ragazza e dissi non saprei dirvi mylady so solo che è un brutto sogno state tranquilla vi prometto che a voi non accadrà nulla di simile e rimasi a guardarla mi ero perso nei suoi occhi e del suo sorriso

Talia 17-01-2011 12.32.04

Le immagini, in quello specchio, si susseguivano tanto velocemente quanto velocemente mutavano i miei pensieri...
Cosa mostrava quello specchio?
Cosa vi stavo cercando io? La domanda sorse nella mia mente come se lo specchio stesso me l’avesse sussurrata...
Non lo sapevo... non di preciso, almeno!
Bellezza, potere... no, niente di tutto ciò aveva valore! Forse non l’aveva neanche mai avuto ma, di certo, non ne aveva in quel momento... non ne aveva dopo che Eileen era morta laggiù e in quel modo orribile... non ne aveva dopo che mio padre non era più tornato da quella missione alla quale Guxio l’aveva spedito, probabilmente con un piano ben preciso... non ne aveva, infine, dal momento che tante vite erano in pericolo e che probabilmente il futuro di Cartignone era ormai segnato dalla delirante volontà di un pazzo.
Felicità... sussurrò, poi, lo specchio.
‘Felicità?’ ripetei, a voce bassissima...
Ecco... felicità! Quella era una cosa per la quale valeva la pena tener duro!
Anche se probabilmente non sarebbe stata la mia felicità... no, certo: quale felicità avrebbe ormai potuto esserci per me, lì in quella prigione dove Guxio e Bumin mi avevano chiusa?
La nebbia nello specchio prese di nuovo a vorticare e questa volta ne emerse un volto... il volto di un cavaliere. E se ne stava davanti a me, con gli occhi fissi nei miei, quasi potesse vedermi davvero...
Sorrisi alla vista di quel volto, un momento poi di nuovo mi incupii...
“Mi dispiace!” mormorai, chinandomi in avanti fin quasi a sfiorarlo e posando delicatamente una mano su quell’immagine “Mi dispiace di averti trascinato quaggiù, Guisgard! Mi dispiace tanto...”
Attesi con dolore che quell’immagine scomparisse come le altre che erano emerse da quello specchio, ma non fu così... il volto del cavaliere rimase lì, così vicino eppure così lontano, e io a poco a poco iniziai a perdere la percezione di ciò che era reale, restando ostinatamente aggrappata a quell’immagine in quello specchio quasi fosse la mia ancora di salvezza.

Guisgard 18-01-2011 01.48.03

Il fuoco consumava lentamente la legna nel camino, diffondendo calore e luce nell'austera stanza.
Gidelide fissò negli occhi Cavaliere25.
"Ditemi, messere..." disse "... com'è appare il mondo fuori? Voi sicuramente ne conoscete ogni forma, ogni colore ed ogni profumo. Io no. Vi prego, descrivetemi la bellezza del mondo che le mura di questo castello mi obbligano ad ignorare!"

Guisgard 18-01-2011 02.55.36

I sogni.
E' possibile desiderare a tal punto una cosa da renderla reale?
Hai mai provato ad inseguire un sogno?
Cercarlo dove nessuno può vederti, invocarlo dove nessuno può sentirti?
E avendolo riconosciuto nello scorrere etereo e silenzioso della notte, hai mai provato a chiamarlo per nome?
Chi non ha mai fatto questo, allora non può dirsi veramente vivo.
Cerca sempre i tuoi sogni, mio giovane signore.
Rincorrili con tutto te stesso.
E quando li avrai afferrati, tienili stretti come se ti fossero cari quanto la vita stessa.
Ricordalo ora, mio signore e lo ricorderai per sempre.
I sogni sono reali?
Hanno mani vellutate per accarezzarti?
Corpi caldi per stringerti?
Labbra morbide per baciarti?
Si, i sogni sono reali poichè vivono nell'unico luogo in cui divengono eterni: il nostro cuore.
Il cuore di quel cavaliere batteva senza sosta.
Ed ogni battito era un sussulto, ogni sussulto uno slancio.
Lo slancio.
"L'amerò per sempre!"
"Per lei rivolterei questo mondo come un guanto!"
"Se quest'amore è la mia forza, sarò un terribile flagello che stravolgerà cielo e terra!"
"Per quest'amore gli angeli mi ammireranno e i demoni mi temeranno!"
"E se lei non tornasse dal silenzio di questa notte, questo mio amore basterebbe da solo per riempire la mia vita e le infinite altre che animano l'intero Creato!"
"Invidiatemi geni dei cieli e dannati degli Inferi! Invidiatemi piochè mi annullo e mi rigenero in questo mio amore!"
"Questo mio amore che non teme nulla! Nè il tempo, nè la vita, nè la morte stessa!"
"Questo mio amore è tutto, rendendo come il nulla tutto il resto!"
Guisgard la fissava.
Lei non diceva nulla.
Si stringeva al corpo del cavaliere e con le mani accarezzava il suo petto.
"Talia..." provo a dire lui.
Ma lei, posando delicatamente la mano sulla sua bocca, lo zittì.
Poi gli si avvicinò per baciarlo.
Cosa cela uno sguardo?
Per molti nulla, mio signore.
Ma chi ama sa leggervi la verità.
Non una semplice verità, ma quella dell'anima.
E quella non può mentire.
Cosa vide il cavaliere in quello sguardo?
Non lo so, mio giovane signore.
Nessuno temo lo sappia.
Ma ciò che vide lo destò da quell'incanto.
Ed allora forse, ma solo se vorrai crederlo tu, mio giovane signore, il cavaliere udì anche una voce.
“Mi dispiace di averti trascinato quaggiù, Guisgard! Mi dispiace tanto...” sembrò sussurrare un vento lontano.
E rapido, come solo quello stesso vento sa esserlo, il cavaliere estrasse la sua spada.
"Vattene, mostro..." minacciò puntando la spada contro il petto di quella oscura figura.
Essa allora rise forte, come a volersi prendere beffe di lui.
E più rideva, più quella voce perdeva il tono umano, per assumerne uno bestiale.
E rise fino a svanire nell'oscurità di quel malefico incanto.
Dopo alcuni istanti Guisgard ritornò dai suoi compagni.
Era pallido ed aveva l'espressione stravolta.
"Sir Guisgard!" Gli andò incontro il Cappellano. "Dove siete stato? Avete visto qualcosa? Diteci... cosa ci aspetta?"
"Le forze del male sono beffarde..." mormorò il cavaliere fissando l'indefinito vuoto di quel luogo "... i loro inganni sono terribili... possa il Cielo aver pietà di noi..."
E si lasciò cadere contro la parete, chiudendosi in un doloroso silenzio.
http://images.movieplayer.it/2003/08...asma-22758.jpg


Morrigan 18-01-2011 07.05.15

Morven si lasciò cadere a terra, e solo in quel momento si rese conto di essere tremendamente stanco... da quanto tempo non mangiava o non dormiva? Aveva riposato un po' vicino a fuoco, la notte in cui avevano incontrato Bumin... Bumin... ah, quel dannato!... ma era stato un riposo inquieto... e anche in quel momento, non poteva certo chiudere gli occhi...

La stanchezza cominciava ad ubriacarlo...solo il pensiero di tenere d'occhio Dukey lo teneva sveglio e non lo faceva dormire... il pensiero di una minaccia costante, il pensiero dell'ombra che li avvolgeva... alle volte gli capitava ancora di pensare che combattere l'ombra fosse una causa persa... ma non doveva mollare, non doveva!

... la luce... la luce era il ricordo lontano delle mattine a Cassis... le galoppate lungo la valle, i vestiti nuovi di Zulora confezionati per la festa, le giostre, le battute di caccia...
... la luce... scherzare con Cypher sugli ultimi denari sperperati dall'arciere nei baratti, giocare con il suo segugio, vincere una gara di tiro, inseguire a cavallo il nemico che scappa...
... ma anche adesso, anche adesso c'è luce... Morven si sforzò di tenere aperti gli occhi... c'era ancora luce... la luce delle torce che si rifletteva sui grani del rosario che il Cappellano stava recitando a voce bassa in quel momento... la luce nel sorriso di Gaynor mentre faceva addormentare Lyan tra le sue braccia... la luce negli occhi di Iodix mentre guardava il suo padrone... la luce... c'è ancora tanta luce...
... sbattè le palpebre, cercando di restare desto... dov'era Guisgard?

Si guardò intorno... non era ancora tornato...
... poi lo vide, e quel che vide lo fece sobbalzare.
Era emerso dall'ombra della cupa galleria come un fantasma. Era pallido ed aveva l'espressione stravolta.

"Sir Guisgard!" gli andò incontro il Cappellano. "Dove siete stato? Avete visto qualcosa? Diteci... cosa ci aspetta?"

"Le forze del male sono beffarde..." mormorò il cavaliere fissando l'indefinito vuoto di quel luogo "... i loro inganni sono terribili... possa il Cielo aver pietà di noi..."

E si lasciò cadere contro la parete, chiudendosi in un doloroso silenzio.

Morven lo fissò sconvolto per un lungo istante. Fissò il vuoto che riflettevano i suoi occhi. Si domandò quali oscure visioni avesse avuto, e quali oscure visioni stesse ancora inseguendo nei suoi pensieri.
Senza averne mai avuto una coscienza precisa, Morven aveva sempre avuto l'impressione di poterlo comprendere. Fin dal primo istante in cui si erano incontrati, Guisgard l'aveva sempre preso in giro per la sua aria seria e per i suoi discorsi pieni di ideali... eppure, a Morven era sempre sembrato che in realtà qual cavaliere scherzasse al solo fine di sfuggire alla sua comprensione... ma quella comprensione gli era sempre apparsa a portata di mano. Era vicina, sempre vicina ai suoi occhi, tanto vicina che gli sarebbe bastato stendere la mano per afferarla!
L'anima di Guisgard... frammenti di discorsi gli tornavano alla mente... discorsi nati dal cuore della notte, sotto la benedizione della luna, e per questo più sinceri di quanto non sarebbero stati se fossero stati fatti alla piena luce del giorno... l'anima di Guisgard... luce... ombra... ordine... caos... in natura, ciò che non si somiglia, allora si completa...

Si levò piano in piedi, e con lo stesso gesto silenzioso si sedette al fianco del cavaliere. Guisgard non diede cenno di aver notato il suo movimento. Continuava a fissare il vuoto davanti a sè come se non potesse vedere altro. I suoi occhi vedevano senza guardare. Morven lo studiò per qualche istante, come se fosse incerto sulle parole che stava per dire.

"Sapete, Guisgard... ogni uomo ha il suo rimpianto, e anche io ho il mio... non sono riuscito a salvare una donna, una donna che mi era molto cara... non sono riuscito a salvarla per inseguire un sogno... non lasciate allora che i vostri incubi vi spingano a commettere il mio stesso errore! Ve lo dico da fratello, e sapete che non vi mento... sono stato pronto a giurare su questa spada che avrei combattuto al vostro fianco quando ancora non conoscevo bene il vostro valore, nè voi il mio... adesso che il destino ci ha fatto incontrare in questo luogo, sono pronto ad accompagnarvi fino alla fine..." si fermò un istante e gli sorrise con una sottile aria di scherzo "e chissà che questa volta non riesca a superarvi in fascino e strapparvi i favori di Madonna Morte!"

cavaliere25 18-01-2011 10.01.48

Mylady dissi il mondo la fuori è un paradiso pieno di fiori alberi animali di tutti i tipi pultroppo però ci sono posti poco piacevoli e io fino ad esso ne ho visti e vi dirò sinceramente ci sono anche tante persone cattive la fuori vostro padre fa bene a tenervi qui almeno qui siete al sicuro e nessuno vi può fare del male vostro padre non lo fa per cattiveria a tenervi qui rinchiusa lo fa per la vostra sicurezza e perchè vi vuole molto bene da quanto ho visto e da quanto ho capito e dopo averle detto ciò rifasi in silenzio

Lady Gaynor 18-01-2011 18.47.05

Gaynor sedeva sul freddo pavimento con Lyan tra le braccia. Le stava cantando una dolce nenia per farla addormentare, accarezzandole i morbidi capelli. La luce delle torce mandava strani bagliori che si riflettevano sulle pareti di roccia, creando strane e contorte ombre che le mettevano i brividi. Il Cappellano recitava il Rosario con voce sommessa, mentre il vecchio era seduto poco distante da lei, con lo sguardo vigile. Che strano personaggio! Sir Dukey era ben desto, come pronto a cogliere il minimo movimento dei presenti, mentre Iodix si era assopito. Caro giullare! Si era affezionata a lui, leale ed arguto compagno. Sentì lo sguardo di Morven su di se e lo ricambiò con un sorriso, osservando i suoi lineamenti delicati e dolci. Era stanco e si vedeva, un po' di riposo gli avrebbe giovato, ma sembrava che quasi temesse di addormentarsi... D'improvviso lo vide sobbalzare e, seguendo il suo sguardo, lo vide fissare Sir Guisgard. Il cavaliere era sconvolto e la fioca luce sembrava marcare il suo livido pallore.
"Sir Guisgard!" gli andò incontro il Cappellano. "Dove siete stato? Avete visto qualcosa? Diteci... cosa ci aspetta?"
"Le forze del male sono beffarde..." mormorò il cavaliere fissando l'indefinito vuoto di quel luogo "... i loro inganni sono terribili... possa il Cielo aver pietà di noi..."
rispose il cavaliere.
Nel sentire queste parole, Morven si alzò e andò a sedersi accanto a Guisgard. Gli stava dicendo qualcosa che però lui sembrava non sentire... Il suo sguardo perso nel vuoto le andò dritto al cuore, spingendola ad avvicinarsi. Lasciò Lyan al vecchio, l'unico vigile di cui si fidasse completamente, e mosse qualche passo in direzione dei due cavalieri.
"Spero di non disturbarvi..."

Guisgard 18-01-2011 19.46.38

Il Cavaliere Vermiglio continuava a dormire accanto al fuoco.
Di tanto in tanto uno dei servitori gettava qualche arbusto secco sulla fiamma, ravvivandola ed illuminando la sala.
"Comprendo, messere..." disse Giselide dopo aver ascoltato Cavaliere25 "... ma..." fissò di nuovo suo padre ed un dolce sorriso sorse sul suo candido viso "... so che per mio padre rappresento tutto il mondo, ma... io so che là fuori c'è qualcosa... qualcosa che mi sta chiamando... ed il sogno che feci ne è un segno..."
Prese di nuovo il disegno tratto da quel sogno e lo mostrò al giovane arciere.
"Io voglio scoprire cosa significa questo disegno" aggiunse "e per farlo devo uscire da questo castello... mi aiuterete, messere?"
In quel momento il Cavaliere Vermiglio tossì, farfugliando qualcosa nel sonno, per poi adagiarsi di nuovo sul suo seggio e continuando a dormire.
"Ma mio padre non deve scoprirci..." disse Gidelide.

cavaliere25 18-01-2011 19.49.49

mylady dissi siete davvero sicura di scoprire cosa ce dietro quel sogno e disegno? io vi aiuterei volentieri ma ho paura di subire le conseguenze di vostro padre se venisse a scoprire che vi ho aiutato io sarei un uomo morto voi capite vero? mylady e aspettai che dicesse qualcosa

Guisgard 18-01-2011 20.18.53

Guisgard stava con la testa appoggiata alla parete rocciosa.
Il viso era contratto, teso ed uno sguardo come perso fissava l'indefinito vuoto di quel luogo.
Di tanto in tanto si sentiva qualcosa percorrere quei passaggi.
Qualcosa come trasportato dal vento.
Sibili, echi, che sembravanno divenire lamenti, pianti, grida lontane.
Ma non c'era vento in quel luogo.
Sembrava non esserci nulla, se non un astratto senso di cupa disperazione, di dolore celato tra le ombre e le luci che parevano danzare in quella sorte di anticipazione dell'Ade.
"Per quanto questa vita possa apparirci terribile..." mormorò all'improvviso il vecchio delle fosse "... non è nulla rispetto all'infinito dolore che dimora negli Inferi..."
Null'altro aggiunse, continuando ad apparire indifferente, quasi apatico, a tutto ciò che lo circondava.
Per un attimo Guisgard prestò attenzione a quelle parole, che sembravano averlo destato dal suo sconforto.
Fissò poi Morven.
"Madonna Morte..." ripetè "... la morte non fa veramente paura... l'ho invocata tante volte in passato... no, essa mi è indifferente... come lo era per me anche il dolore..." sorrise quasi malinconico "... già, il dolore... non temerlo cosa significa?" Chiese a Morven. "Che si è coraggiosi? No... il coraggio non c'entra... quando non si ha nulla, il dolore non fa paura... come la morte... solo quando si possiede davvero qualcosa si comincia allora ad aver paura... paura di perdere ciò che si ama... di soffrire... o di veder soffrire proprio chi si ama... allora e solo allora... dolore, sofferenza e morte fanno paura... divenendo demoni animati dall'unico desiderio di tormentarci..."
Quelle parole nel silenzio che li circondava, con le loro sensazioni, angosce, paure.
Tutto scandito dalla litania che il Cappellano stava recitando, invocando gli appellativi della Santa Vergine.
"Madre di Dio... Madre della Grazia... Vergine Prudentissima... Vergine Venerabile... Vergine degna di lode... Vergine Santissima... Torre di Davide... Stella del Mattino..."
Guisgard mise una mano sulla spalla di Morven e la strinse.
"Combatteremo, non temete..." disse "... è solo questione di tempo... l'odore del sangue sta diventando sempre più forte... e Dio non voglia che sia il nostro..."
Le sue parole però furono interrotte dall'arrivo di Gaynor.
http://content9.flixster.com/photo/8...772559_tml.jpg

Morrigan 19-01-2011 02.31.50

La paura di perdere ciò che si ama... in tutto quel tempo, Morven aveva sempre pensato di non avere nulla... per questo non aveva mai avuto paura.
Tutto era sempre freddo e indifferente. Per questo era riuscito per tanto tempo a uccidere per soldi... e forse per questo non era mai morto, perchè in realtà avrebbe dovuto avere prima qualcosa che lo facesse sentire vivo, per poter morire!

La paura di veder soffrire chi si ama... questo era un discorso ben diverso... e lo capiva, lo capiva bene, adesso! Ma non poteva dir nulla su questo argomento, per pudore doveva tacere... perchè di fronte alla sofferenza lui era fuggito!

Ripensò al giorno in cui aveva incontrato Belven a Camelot, e aveva accettato di seguire lui e i suoi cavalieri in quell'impresa... sì, in quel momento più che mai sentiva forte il pensiero che aveva avuto nell'accettare quella chiamata alle armi... doveva tornare... doveva uscire da lì e tornare a casa, a sistemare ogni cosa... il ragazzo che era fuggito in preda allo sconforto doveva farsi uomo e tornare.

Sentì la mano di Guisgard poggiarsi sulla sua spalla, ripensò a tutte le parole che il cavaliere gli aveva rivolto, e al tono di profondo e sincero dolore con cui le aveva pronunciate.
Si voltò a guardarlo, finalmente, perchè in tutto quel tempo in cui lo aveva ascoltato in silenzio il suo sguardo era stato perso ad inseguire i bagliori di luce che ondeggiavano incerti sulle pietre irregolari del pavimento.

"Però finchè c'è ancora qualcosa al mondo che amiamo, qualcosa a cui teniamo, allora c'è anche un motivo per combattere, e soprattutto... c'è un motivo per non morire..."

Accennò appena un sorriso, lieve e triste, verso Guisgard.

"E allora il sangue versato non sarà il nostro, perchè sia io che voi abbiamo qualcosa per cui valga la pena di restare in vita!"

Guisgard 19-01-2011 04.48.10

Gidelide fissò prima Cavaliere25 e poi suo padre.
Questi dormiva ancora, senza neanche sospettare il senso dei loro discorsi.
"Messere..." disse la ragazza "... quel sogno era un messaggio e questo disegno il solo modo per decifrarlo! Lo so, vi chiedo tanto, forse troppo... ma ho solo voi... io... io sento che devo capire cosa cela tutto questo! Ditemi, mi aiuterete? Mi condurrete fuori da questo castello per scoprire la verità?"

cavaliere25 19-01-2011 10.56.17

Va bene dissi guardando la dolce fanciulla vi aiuterò ma a una condizione se vedo qualche pericolo vi riporto indietro subito non voglio che vi accada nulla di male e le sorrisi dolcemente

Lady Gaynor 20-01-2011 01.49.40

"Spero di non disturbarvi..." disse Gaynor avvicinandosi ai due cavalieri. Così dicendo, si accoccolò ai loro piedi e, rivolgendo lo sguardo a Guisgard, cominciò a parlare con un tono frivolo e amabile: "Per qualche momento dimentichiamoci dell'orrore, i vostri occhi mostrano di averne visto tanto... solo per qualche minuto immaginiamo che questo freddo pavimento sia un verde prato, noi siamo tre giovani spensierati che si raccontano dei loro sogni raccogliendo qua e là dei profumati fiori di campo. Nel mio giardino ce ne sono di bellissimi, in primavera le fresie profumano così tanto che quasi possono nauseare... sembrano figlie del sole, con il loro giallo vivido... Quali sono i vostri sogni? Il mio è quello di vivere in un grande castello con l'uomo che amo, e che a sua volta mi ami di un amore sconfinato... un banale sogno da ragazzina innamorata, vero? Ma voi prodi cavalieri avrete di sicuro aspirazioni ben più alte, eroiche imprese di spada... o magari sognate di giostre e di dolci dame..." e qui Gaynor rivolse ai due il suo più disarmante sorriso, sperando di essere riuscita a riportare un soffio di aria pulita in quel luogo cupo e spettrale...

Guisgard 20-01-2011 01.53.23

Gidelide fissò Cavaliere25 negli occhi ed un caldo sorriso illuminò il suo volto.
"Messere..." disse con gli occhi lucidi ed il cuore che le batteva a mille "... io... grazie..."
Si voltò di nuovo verso suo padre che continuava a dormire accanto al camino.
"Stanotte..." continuò "... quando tutto il castello dormirà... allora potremo allontanarci indisturbati... ci ritroveremo nel cortile allo scoccare della mezzanotte..."
Poco dopo, il Cavaliere Vermiglio si svegliò e diede ordine ai suoi servi di preparare la cena.
Dopo che ebbero mangiato, a Cavaliere25 fu mostrata la stanza nella quale avrebbe trascorso le sue notti al castello.
La notte scese rapida ed il maniero si addormentò nel silenzio dei suoi incanti.
Fino a quando i rintocchi della campana della cappella annunciarono la mezzanotte.
E come detto, Gidelide attese nel cortile l'arrivo di Cavaliere25.

Guisgard 20-01-2011 02.26.20

Morven parlava di alti valori e di cose importanti.
Tanto importanti da rendere vera e degna anche l'esistenza più misera.
I grandi valori.
Quanti ne aveva sentito sbandierare Guisgard durante il tempo trascorso nel suo ordine cavalleresco.
"Quale valore vale tanto da richiedere in pegno un'intera esistenza?" Pensava. "E cosa valeva davvero in un posto come quello che li circondava? Un posto dove nè la vita, nè la Fede sembravano avere un significato..."
Ma le parole di Gaynor interruppero i suoi pensieri.
Quella donna, ancora tanto misteriosa agli occhi di Guisgard, gli aveva fatto tornare in mente la sua terra, la Cornovaglia.
"Da piccolo" disse Guisgard "amavo molto l'Autunno... l'aria era fresca e pulita, libera ormai dalla calura estiva e le giornate erano più luminose..."
Sorrise, come se qualche lontano ricordo attraversasse il suo sguardo.
"Si, le giornate erano luminose..." aggiunse "... ricordo di tanta luce che invadeva il castello... le giornate d'Estate erano calde e i servi coprivano le finestre con delle tende... in Autunno invece la luce non portava più con sè la calda afa estiva e le finestre erano lasciate libere alla luminosità di quei freschi pomeriggi... allora tutto cominciava a fiorire in una illimitata quantità di colori nei lunghi corridoi e nelle ampie sale del maniero... sugli specchi si riflettevano intensi bagliori dorati, mentre il marmo delle statue che ornavano le grandi scalinate assumeva tonalità di rara bellezza... e poi il verziere... quanti giochi gridati e quanti sogni inseguiti tra i suoi fiori dai mille profumi, mentre il vento, soffiando tra il verde fogliame degli alberi, componeva magiche melodie che animavano quelle liete giornate..."
E si abbandonò a quei ricordi di un tempo che sembrava vivere in un incanto lontano e quasi irreale.

Morrigan 20-01-2011 02.45.41

"Qual'è il tuo sogno, Morven?"
Il ragazzo sorrise ma non rispose. Lei cominciò a tormentarlo con lo stelo di un fiore.
"Dai, dimmi qual'è!"
Vedendo che non le rispondeva, sbuffò, si sedette sull'erba morbida disordinando le gonne, e prese a giocare con i fiori.
"Il mio è quello di incontrare un bellissimo cavaliere che mi ami di un amore senza fine, di sposarlo e di andare a vivere con lui in un meraviglioso castello, dove ci ameremo per tutta la vita e ci saranno feste e giochi e musici ogni giorno ed ogni notte!"
Si sollevò, tolse via le scarpette di raso e si mise a ballare, mentre le sue labbra cantavano piano una romanza d'amore.
Era un tiepido giugno, nel ducato di Cassis, e la guerra non era ancora stata persa...


A quel pensiero avrebbe potuto piangere.
La vita era stata ingiusta.
Non aveva esaudito nessuno di quei desideri tanto cari a Zulora...
... sì, la vita è stata ingiusta, e lo sono stato anche io...

Cercò di distogliere lo sguardo, ma incontrò gli occhi di Gaynor, che brillavano nel tentativo di apparire lieti, per sollevare loro lo spirito. In cuor suo la ringraziò per quelle parole, per quello sforzo di portare un po' di sole in quel luogo di notte eterna.
Le sorrise, e quasi le avrebbe sfiorato il viso, con lo stesso gesto con cui soleva accarezzare Zulora, ma si trattenne.
Si limitò a ricambiarle lo sguardo, quindi, quando Guisgard ebbe risposto e il silenzio fu ristabilito, anch'egli prese a narrare.

"La terra in cui io sono nato, invece, si trova in Francia, al di là del mare. E d'estate la luce accarezza prati verdi e ombrosi boschi... mi piacerebbe condurvi in quei luoghi un giorno, e avervi come miei ospiti..."

Ma dette quelle parole, la sua voce si interruppe bruscamente, come se si fosse improvvisamente svegliato da un sogno. Il suo sguardo si fece di nuovo cupo.

"Ma ahimè, temo che sia impossibile... ormai è molto tempo che non dimoro più in quelle terre, ed esse sono per me delle sconosciute, così come io lo sono per loro..."

Guisgard 20-01-2011 03.08.12

La malinconia era scesa tra loro.
Niente è più doloroso che ricordare la gioia quando si è nel dolore.
Rammentalo, mio giovane signore.
Rammentalo perchè in queste parole, credimi, si cela il senso della felicità.
L'uomo è un essere inquieto, che rincorre la felicità ma difetta nel riconoscerla.
Tu sarai un grande duca, mio giovane rampollo...
Perchè conoscerai il volto della felicità e saprai tenerla ben salda al tuo giaciglio.

Guisgard ascoltava le parole di Morven e mille immagini si rincorrevano, come cavalli imbizzariti, nella sua mente.
Allora volti, sguardi, sorrisi, voci, risa, promesse, sospiri, baci emersero dai meandri del suo cuore, che li aveva custoditi come il più terribile dei tesori ormai perduti.
"Le vostre terre..." disse fissando Morven "... non si è mai sconosciuti nelle proprie terre... almeno questo mi ripeteva sempre mio zio il duca... la terra natia ci appartiene e noi apparteniamo ad essa... ed un simile legame non può essere mai reciso..."

Morrigan 20-01-2011 03.34.52

"Davvero?"

Morven sorrise tristemente alle parole di Guisgard, e nella sua voce risuonava una sottile amarezza.

"Nemmeno se questo legame viene reciso con la forza della spada o con l'arroganza o con il vile inganno?"

Guisgard 20-01-2011 03.48.35

"Il mio maestro" disse Guisgard "di cavalleria e cortesia, a cui devo tanto, era solito ripetermi che vi sono dei legami a questo mondo che non possono essere spezzati, poichè simboleggiano la mistica coesione di tutte le cose... essi sono il legame tra Creatore e creatura... tra maestro ed allievo... tra padre e figlio... tra amato ed amata... e tra ogni uomo e le proprie origini..."
"Cos'è questa tristezza?
E perchè quest'amarezza?
Avanti su, un pò di allegria,
gioiamo di tal gaia compagnia!"
Intervenne Iodix, saltellando e ballando in mezzo a loro.

cavaliere25 20-01-2011 10.18.28

Usci dalla mia stanza guardandomi in giro che non ci fosse nessuno e mi avviai nel cortile dopo mi aspettava la fanciulla dentro di me pensai sarà una cosa giusta quello che sto facendo??? dopo un po arrivai nel cortile dove mi aspettava la ragazza la guardai e gli dissi mylady siete propio sicura di ciò che state per fare ? se volete cambiare idea siete ancora in tempo e aspettai una sua risposta.

Guisgard 20-01-2011 20.13.38

La notte era scesa silenziosa sul maniero del Cavaliere Vermiglio.
La campana della cappella aveva annunciato lo scoccare della mezzanotte.
Una pallida Luna, eterea e bellissima, sembrava assistere muta a quegli eventi che la sorte era prossima annunciare.
Sceso nel cortile, Cavaliere25 riconobbe la bella figura di Giselide.
"Si, messere..." disse lei "... sono decisa... voglio scoprire cosa quel sogno ha voluto rivelarmi."
Bella ed ingenua, dotata di una grazia e di un candore degni del suo rango e della sua giovane età, la ragazza era coperta da un lungo mantello e nella mano stringeva come unica arma, se vogliamo chiamarla così, il disegno di quel sogno.
La fanciulla condusse poi Cavaliere25 fino alle scuderie.
"Ecco..." indicando un bellissimo cavallo bianco "... questo è Belfiore... è un regalo di mio padre e mi concede di cavalcarlo solo nel cortile e nel verziere di questo castello... ma stanotte esso dividerà con noi ciò che ci aspetta là fuori."
Montò a cavallo e fece cenno al giovane arciere di fare altrettanto.
E aperto il portone che sorgeva sotto il grande barbacane che affiancava il ponte levatoio, i due, in sella al veloce Belfiore, si lanciarono fuori dal castello.

cavaliere25 20-01-2011 20.19.13

mi strinsi hai fianchi della fanciulla e mentre galoppavamo verso quel posto che la giovane mi disse mi guardai indietro e guardai la fortezza e dissi speriamo che nessuno ci abbia visti ho sentiti se il cavaliere se ne accorge di questa folle pazzia della figlia prima la rinchiude e poi uccide me la devo difendere a tutti i costi se voglio salvare la pelle e mi rigirai verso la fanciulla

Lady Gaynor 21-01-2011 00.35.32

"Cos'è questa tristezza?
E perchè quest'amarezza?
Avanti su, un pò di allegria,
gioiamo di tal gaia compagnia!"
Caro Iodix! Quel suo tentativo di rasserenare i cuori dei presenti fece sbocciare un sorriso sincero sul viso di Gaynor, che decise di raccontare ai due cavalieri come era giunta fin lì.
"Sapete, miei valorosi compagni, che Iodix è stata la prima persona che ho incontrato a Cartignone? Sono giunta in questa città dopo alcune settimane passate in sella ad Elinor, la mia giumenta, per scappare da una vita che non volevo..." spiegò Gaynor con un lungo sospiro " Avevo attraversato miglia e miglia di boschi ostili e insidiosi, ero stanca e affamata e, quando finalmente al primo chiarore dell'alba vidi la luce della locanda di Cartignone, trovai Iodix ad accogliermi. Mi raccontò del suo padrone e della bella dama inghiottiti dal bosco ed io, vedendolo lì senza far niente, lo tacciai di codardia, ma mai nessuna offesa fu così gratuita, vero giullare? Fu così che decidemmo insieme di venire a cercarvi e sappiate, Sir Guisgard, che senza nemmeno saperlo mi avete offerto un pasto caldo e un letto..." e qui Gaynor strizzò l'occhio al cavaliere, gesto che avrebbe fatto inorridire l'intera corte di Imperion "... oltre che avermi fornito questo bellissimo esempio di ultima moda femminile..." disse alzandosi in piedi, allargando i lembi del proprio mantello e piroettando su se stessa. "Cosa ve ne pare? Non sarà il massimo, ma non potevo affrontare draghi con le lunghe vesti che mi avrebbero intralciato ad ogni passo... Una volta saliti in sella, siamo venuti in questa maledetta boscaglia e ci saremmo di sicuro persi se non fosse stato per quel vecchio lì, che sembrava sapere già tutto... Mio buon Iodix, andate da lui e ditegli di avvicinarsi a noi, vedremo se ha voglia di raccontarci la sua storia. Ah, ditegli anche di lasciare Lyan vicino al Cappellano, non voglio resti sola..."

Guisgard 21-01-2011 01.41.54

Guisgard, nel vedere la freschezza e la vivacità di lady Gaynor, sorrise.
"Allora spero" disse "che quel pasto caldo e quel letto siano stati di vostro gradimento, milady."
"Ehi, ma che bella dama abbiamo qui!" Esclamò Dukey avvicinandosi ai tre. "Di sicuro questo mantello non rende certo onore alla vostra bellezza... diciamo che ne copre le virtù!" E si lasciò andare ad una forte risata.
"E sono certo" aggiunse rivolgendosi al Cappellano "che anche voi, nonostante i vostri rigorosi voti, abbiate apprezzato la bellezza della nostra dama!"
Il Cappellano lo fissò senza dire nulla.
"Eh..." continuò Dukey "... l'uomo non è fatto per precetti innaturali, come voi chierici andate raccontando... perchè non venite a sedervi accanto a me, milady..." rivolgendosi poi di nuovo a Gaynor "... questo posto è pericoloso, specie per una donna... stare vicino ad un cavaliere vi farà sentire di certo più protetta..."
In quel momento si avvicinò a loro il vecchio delle fosse, interrompendo Dukey.

Lady Gaynor 21-01-2011 01.59.11

"Milord..." rispose Gaynor calcando ironicamente sulla parola, "... il giorno in cui di mia volontà andrò a sedermi vicino a chi sembra fallace anche nella più elementare forma di educazione, nonchè mancante di qualsiasi raffinatezza , ebbene, quel giorno non ha ancora visto la sua alba..." Dopo un leggero inchino in direzione di Dukey, Gaynor si rivolse a Guisgard: " Cavaliere, il ristoro offertomi alla locanda sapeva d'ambrosia, ve lo posso assicurare, e sono oltremodo lieta di avervi strappato un sorriso. Ma ora accogliamo il mio fedele amico e diamogli il benvenuto nella 'compagnia dei cantastorie'..."

Guisgard 21-01-2011 02.23.12

"Ma chi credi di essere?" Disse con astio e disprezzo Dukey a Gaynor. "Di donne come te ne è pieno il mondo, cosa credi! Ad ogni angolo di strada se ne trovano! Credi davvero di essere speciale? Forse non hai capito che qui dentro siamo tutti sulla stessa barca! Magari domani saremo già tutti morti! E quando verranno a prenderci ti pentirai di non esserti guadagnata la mia protezione!"
"Ora basta, cavaliere!" Lo riprese Guisgard alzandosi di scatto. "Cerca di calmarti!"
"Al diavolo!" Rispose Dukey. "Tu e lei! Anzi, tutti voi! Che il demonio vi prenda!"
"Basta ho detto!" Urlò Guisgard. "Basta, grosso idiota che non sei altro!"
Dukey allora si lasciò cadere a terra e restò seduto contro la parete rocciosa.
"Maledetto pallone gonfiato..." mormorò a bassa voce "... me la pagherai..."
Il vecchio delle fosse fissò Guisgard.
"Cosa avete da guardare, voi?" Chiese il cavaliere.
"Nulla, mi incuriosisce il modo in cui vi comportate..."
"Davvero?" Domandò Guisgard. "Non ne comprendo il motivo."
Il vecchio sorrise.
"Comunque..." cambiando discorso il cavaliere "... meglio restare tutti vicini e riprendere il cammino al più presto... quei dannati potrebbero piombarci addosso in qualsiasi momento... non temono nulla, neanche l'Onnipotente... anzi per loro è un nemico!"
"Nessun uomo è nemico del Signore..." rispose il vecchio "... nessuna creatura può andare contro il proprio Creatore... quegli uomini sono solo malati... malati di un male che ne consuma l'anima..."
"Già, un'anima già dannata!" Replicò Guisgard. "Sembrate conoscere bene quei dannati... chi siete voi?"
Il vecchio fissò Guisgard per alcuni istanti.
"Scavo fosse e pianto lapidi sulle tombe dei miei simili..." rispose il vecchio "... lo faccio sin da quando ho memoria... ormai conosco bene il dolore e la morte in ogni loro forma..."

Morrigan 21-01-2011 02.46.27

Per un attimo Morven restò come sospeso, interdetto dalle parole appena pronunciate da Guisgard.
Per un attimo desiderò raccontargli tutta la sua storia, come non aveva fatto in verità con nessuno, nemmeno con Cypher, nonostante la loro lunga amicizia.
Forse quel cavaliere avrebbe saputo dargli dei consigli molto utili per il suo futuro.
Ma l'allegra irruzione di Iodix lo frenò dal parlare, e Morven decise così di tacere.
Forse parlare di sventure in un simile luogo non era nemmeno la cosa più saggia da farsi. Alle volte il solo nominare delle sventure diventa presagio di nuovi mali.

Tacque, e si concentrò sulle parole di Gaynor. La fanciulla sembrava non fare molto caso a lui. Morven, al contrario, non faceva che fissarla.
Proprio in quel momento si era alzata in piedi, aveva allargato i lembi del proprio mantello e stava piroettando con grazie su se stessa.

... si sollevò, tolse via le scarpette di raso e si mise a ballare, mentre le sue labbra cantavano piano una romanza d'amore...

Come somigliava a Zulora!
Non nell'aspetto, certo... ma aveva la stessa gioia interiore, la stessa luce.
Guardarla, per Morven, era insieme inevitabile ed insopportabile!

Fu in quel momento che quello sbruffone di Dukey cominciò ad aprire bocca a dargli fiato, come doveva essere purtroppo avvezzo a fare troppo spesso... già, se lo ricordava bene, sulle scale del palazzo del principe, quando aveva così tanto infastidito lady Talia!
Forse avrebbe dovuto infilzarlo quello stesso mattino, con buona pace del principe e dei suoi ciambellani!
Lui forse si sarebbe meritato il carcere, ma di certo Guisgard, Gaynor e gli altri non avrebbero dovuto sopportare quella terribile compagnia in quel luogo!

Guisgard, per fortuna, aveva abbastanza sangue freddo da metterlo a tacere con una battuta, e in quel momento, l'attenzione di Morven fu catturata da una figura che impercettibilmente si stava avvicinando a loro.

Il vecchio li guardava con occhi penetranti, con uno sguardo che sembrava celare un mistero profondo.
Morven si accorse solo in quel momento di aver troppo a lungo sottovalutato quel silenzioso compagno di viaggio.
In principio Gaynor glielo aveva presentato come suo servitore, e per questo motivo non aveva fatto alcuna domanda su quell'uomo... anzi, ora che ci pensava bene... su richiesta della stessa dama, gli aveva dato una delle sue spade corte!
Lo fissò per un istante, allarmato... e se fosse stato un errore, armarlo?
Rabbrividì, capendo dalle parole del vecchio, che forse Gaynor stessa lo conosceva da poco più tempo di lui.
Guardò la fanciulla, poi in vecchio... che ne sapevano di lui, in fondo?
Forse aveva commesso un errore, per troppa leggerezza!

"Scavo fosse e pianto lapidi sulle tombe dei miei simili..." diceva il vecchio mentre Morven rigfletteva "... lo faccio sin da quando ho memoria... ormai conosco bene il dolore e la morte in ogni loro forma..."

Lo fissò con attenzione.

"Immagino che i vostri occhi abbiano visto molte cose in questa foresta..." mormorò "E forse conoscete molto meglio di noi chi o cosa stiamo cercando... parlate, e diteci tutto quello che avete visto accadere nei boschi di Cartignone, signore!"

Guisgard 21-01-2011 02.49.07

Nello stesso momento, nel cuore della notte il fiero Belfiore attraversava veloce il bosco.
"Questo bosco sembra senza fine..." disse Giselide "... dalle finestre del castello mi appare come una macchia verde, frastagliata di mille colori, tanti quanto sono i fiori che sbocciono in esso... ma ora, avvolta dall'oscurità, mi sembra un'inquieta e misteriosa selva..."
Galopparono ancora per un bel pò, fino quasi al sorgere del Sole.
"Ecco..." fece la fanciulla "... ormai il castello di mio padre è lontano... ora possiamo fermarci e cercare di decifrare il disegno..."
Allora Giselide prese quel foglio e lo mostrò ancora una volta a Cavaliere25.
"Cosa naconde secondo voi?" Chiese. "Cosa significa questa giovane donna legata ad un altare e torturata? E chi sono questi uomini dagli strani tatuaggi che la circondano? Ha un significato... lo sento... ma quale?"

Guisgard 21-01-2011 03.20.45

Il vecchio rispose a Morven con un sorriso.
"Ho servito la mia arte, se così si può chiamare..." disse "... cercando di dare onore ai morti e rassegnazione ai vivi... svolgo questo mio compito al servizio della mia padrona... così vi siete definita, vero, mia signora?" Fissando poi Gaynor. "Del bosco, di Cartignone e dei suoi drammi nulla conosco."
"E sia..." intervenne Guisgard "... ora rimettiamoci in cammino... abbiamo già perso troppo tempo... più avanti c'è un bivio... lì decideremo quale direzione prendere..."
"Vi seguiamo, cavaliere..." disse il Cappellano.
Ed il gruppo si rimise in cammino.
"Perdonate, milady..." chiese il Cappellano affiancandosi a Gaynor "... ma trovo curioso ed insolito che una dama viaggi da sola in tempi come questi ed in terre tanto pericolose... chi siete e cosa vi ha spinto a Cartignone?"

Morrigan 21-01-2011 03.42.51

Morven fissò il vecchio con curiosità... chissà se dice il vero... chissà...
Ma considerava quell'uomo sotto la protezione di Gaynor, e non gli sarebbe sembrato cortese dubitare di lui e delle sue parole così apertamente.
Tuttavia, pensò che da quel momento, la sua attenzione sarebbe andata a due persone, e non solo ad una...

Alle parole di Guisgard fu pronto a levarsi in piedi.
Tutto sommato quella pausa non era stata di grande giovamento al suo spirito... forse era meglio concentrarsi sulla ricerca dei nemici, e combattere... sì, combattere... combattere gli avrebbe scacciato tutte quelle idee e quei ricordi dalla mente... il sangue iniziava a ribollirgli nelle vene per tutta la tensione che aveva dovuto accumulare, e non cercava che una valvola di sfogo, qualcosa su cui riversare il suo malumore.

"Procedete, io vi sono accanto!", rispose a Guisgard, sistemandosi meglio l'elsa di Samsagra vicino al fianco, pronta ad essere liberata.

cavaliere25 21-01-2011 11.26.14

Guardai attentamente il disegno ma non riuscivo a precepirlo ho a capire cosa volesse dire il sogno di quella fanciulla la guardai negli occhi e rimasi fermo e immobile non riuscivo a dargli una risposta poi presi coraggio e dissi mylady mi dispiace davvero ma non riesco a captare nulla dobbiamo trovare il posto del disegno e forse riusciremo ad arrivare alla verità e chinai il capo di nuovo e continuai a guardare quello strano disegno

Guisgard 22-01-2011 01.41.17

Il gruppo procedeva compatto e guardingo.
Il passaggio si era fatto più stretto e buio, tanto da limitare moltissimo la visivilità.
"Se ci attaccassero ora" pensava Guisgard "saremmo di sicuro spacciati..."
Un assoluto silenzio dominava, rotto solo dal rumore dei loro passi e da quello delle torce che si consumavano.
"Che io sia dannato..." mormorò Dukey "... mi sono fatto coinvolgere in questa storia come un allocco... chissà Bumin dove sarà ora... ci ha presi tutti in giro..."
Di tanto in tanto si udivano strani suoni, simili a richiami di tante voci confuse e grida lontane.
Ad un tratto il passaggio si allargò sensibilmente e dopo un pò il gruppo si ritrovò in un ampio antro, da cui si aprivano ben due passaggi separati.
"Ed ora quale sarà la strada giusta?" Chiese insofferente Dukey. "Che io sia dannato per essermi fatto coinvolgere in questa storia!"
"Padrone ed ora cosa facciamo?
Per seguire le strade ci dividiamo?"
Domandò Iodix.
Guisgard fissò tutti loro, uno ad uno.
"Tre cavalieri..." pensava "... un chierico, un giullare, un vecchio becchino ed una donna con una bambina... dividerci sarebbe un suicidio..."
"Cosa avete deciso, messere?" Chiese il Cappellano.

Morrigan 22-01-2011 01.50.01

Morven seguì lo sguardo di Guisgard che vagava attorno, passando dall'uno all'altro, e si convinse dell'esattezza del suo ragionamento. Si avvicinò dunque al cavaliere.

"Avete ragione," convenne "alcuni di noi sarebbero facile preda senza l'adeguato aiuto, e anche quelli di noi più addestrati non potrebbero nulla contro la superiorità numerica di quei mostri. Restiamo insieme, e scegliamo la giusta via..."

Poi lo fissò con attenzione. Gli occhi di Guisgard non brillavano. Avevano ancora quel velo di scoramento che gli aveva visto mentre discutevano. Doveva trovare qualcosa che lo potesse scuotere e animare, qualcosa che gli facesse ritrovare il suo antico vigore.

"Non ricordate nulla della strada che avete percorso?" poi abbassò il tono della voce e si accostò ancor più all'orecchio di Guisgard "Forse lady Talia è ancora rinchiusa nelle prigioni... fate uno sforzo, e cercate di ricordare da dove siete giunto... da destra o da sinistra?"

Guisgard 22-01-2011 02.08.20

"Impossibile ricordare qualcosa..." disse Guisgard a Morven, tradendo una profonda insofferenza "... questo posto sembra un labirinto..."
Si guardava attorno, palesando agitazione ed inquietudine.
Sembrava un leone in gabbia, posando il suo sguardo ora sulle due strade, ora sui suoi compagni di viaggio.
"Forse a quest'ora..." mormorò Dukey "... quella ragazza avrà già fatto la fine delle altre martiri... abbiamo visto cosa ne fanno delle ragazze catturate... magari stiamo solo cercando un fantasma... direi di tornarcene indietro prima di fare una brutta fine... al diavolo e che i morti piangono i loro morti!"
"Ho già sopportato abbastanza il tuo fastidioso raglio" si voltò Guisgard "e non ho intenzione di subirlo per il resto del viaggio! Perciò, ascoltami bene... se apri di nuovo quella bocca, per un motivo che non sia il dover respirare, io giuro che ti infilzo qui davanti a tutti e lascerò la tua carcassa ai ratti!"
Lo fissò con un tale sguardo che Dukey ritenne opportuno non replicare.
"Non perdiamoci in inutili liti" intervenne il Cappellano "e cerchiamo di decidere quale strada prendere."
"C'è poco da decidere..." rispose Guisgard "... possiamo affidarci solo al caso..."
"Io so dove si trova la dama che cerchi, cavaliere..." disse improvvisamente la piccola Lyan a Guisgard "... è vicina al luogo in cui sono imprigionate la mia mamma e le altre donne rapite."

Morrigan 22-01-2011 02.33.46

Morven guardò Dukey e non riuscì a reprimere un sorriso, di fronte all'espressione spaventata che quello fece all'udire Guisgard.

"Sia lodato Iddio..." mormorò sarcastico, di fronte al repentino silenzio di Dukey "abbiamo già fin troppi problemi qua sotto senza dover udire di continuo questo corvo del malaugurio!"

Poi la vocina sottile di Lyan si impose alla loro attenzione.

"Io so dove si trova la dama che cerchi, cavaliere..." disse la piccola Lyan rivolgendosi a Guisgard "... è vicina al luogo in cui sono imprigionate la mia mamma e le altre donne rapite"

Morven si girò a fissarla. Aveva sempre quello sguardo serio e penetrante, uno sguardo troppo serio per una bambina così piccola, uno sguardo che ancora lo inquietava, e tuttavia, Morven si avvicinò a lei... che strana bambina, non sembrava avere paura di nulla, eppure avrebbe dovuto!
Non era indietreggiata nemmeno di fronte alla sua spada sguainata...
Morven le toccò delicatamente i capelli, scostandoglieli appena dal visino sudicio.

"E noi vogliamo liberare la tua mamma da quegli uomini cattivi, Lyan... da che parte dobbiamo andare?" chiese.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 12.20.21.

Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli
Creative Commons License