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Altafonte ascoltò attentamente Altea.
Chiamò allora Mardhuan e quando il guerriero fu davanti a lui, il cavaliere gli chiese dello scrigno. Il moro confermò la sua dichiarazione. “Milady...” disse Altafonte ad Altea “... i miei guerrieri sono vincolati ad un giuramento... lo sono sin dall'infanzia... pagherebbero con la morte anche una sola menzogna... è la legge della loro tribù... se Mardhuan afferma dunque di aver ricevuto da voi tale ordine e di avervi perciò reso lo scrigno, egli non può che dire il vero... dopotutto è stato ritrovato... perchè dunque ritenete che vi sia dietro qualcosa? A che pro? Se madama Irene o altri avessero voluto prendervi lo scrigno, esso non sarebbe certo stato ritrovato nella vostra stanza. Non credete di aver dimenticato, magari per stanchezza, di aver chiesto indietro lo scrigno a Mardhuan? Può capitare di non ricordare cose fatte in momenti di fatica o noia...” sorrise “... sapete che è già tardi? Il ballo comincerà fra breve. Andate a prepararvi. Passerò a prendervi tra poco. La serata di festa, sono certo, allontanerà da voi ogni pensiero cupo.” |
“Si...” disse annuendo Velv ad Elisabeth “... è un'idea che sicuramente metteremo in atto, ma non ora... ho bisogno di sapere come riuscite a cavarvela davanti ad un'opera d'arte...” si alzò, avvicinandosi poi ad uno dei quadri della stanza. Esso rappresentava un paesaggio fatto di colline, cipressi e un casale che sorgeva su un colle lontano. Tutta la scena era immersa in un sognante crepuscolo autunnale.
“Descrivetemi cosa vedete in questo quadro...” Velv fissando Elisabeth “... tutto ciò che vi viene in mente, tutto ciò che sentite, che vi suscita... guardatelo bene, chiudete gli occhi, respirate a fondo... riapriteli e poi, tornando a guardarlo, descrivetemi ogni vostra sensazione...” |
Mi alzai da quella poltrona ..."Non preoccupatevi..non occorre che Mardhuan stia più con me...io sono certa e ditemi una cosa...cosa facevo svenuta davanti al vostro palazzo sotto la pioggia? E ieri sera ho pure visto il quadro e stamattina non vi era..e Madama Irene disse che fui io a dire di toglierlo...d'accordo...sono una pazza visionaria..vado a prepararmi e presi con me lo scrigno".
Uscii dal palazzo sola e raggiunsi la dimora di Castelflorenzio, non chiesi di nessuno e salii le scale e mi chiusi in camera. "Non ho certo bisogno di parrucchiere e acconciatori...mi arrangerò da me...cosa si cela dietro tutto questo? No..il Cavaliere di Altafonte non può essere complice di tutto questo penso..non riesco più a capire quale è la verità...ma stanotte fingerò di dormire...a costo di diventare insonne...saprò la verità". Dopo un bagno rilassante alla lavanda aprii l'armadio e presi il vaporoso vestito color pesca e lo indossai, presi i gioielli, indossai gli orecchini, la collana, l'anello e il bracciale. Poi acconciai i miei capelli...niente boccoli e fronzolature, li raccolsi e puntai una spilla d'oro. Mi truccai senza esagerare e il risultato era perfetto...ecco ero pronta. E ora....Cenerentola...è arrivato il momento di aprire il cofanetto...il Cavaliere disse solo dopo essermi vestita per il ballo. Lo presi in mano, cercai di scacciare ogni pensiero negativo..la mano tremava...le cose segrete mi mettevano sempre ansia. Vi era un piccolo chiavistello e la piccola chiavetta, lo feci scattare e lentamente lo aprii del tutto e guardai dentro. |
Osservai attentamente il palazzo reale, era una costruzione affascinante, che trasudava storia da ogni mattone, ogni decorazione.
Eppure, era così diverso da casa mia, pensai, ma nessun posto è come quello in cui si è nati e cresciuti, nessun posto è come quello a cui appartiene il nostro cuore. E per un reale, questo vale mille volte di più. Seguii in silenzio il ciambellano che ci condusse nelle cucine. Sorrisi, pensando che fosse un luogo insolito per un re. Ma ognuno aveva le sue passioni, e io sapevo bene quanto la vita di corte potesse far trascurare i propri interessi. Quando fummo alla presenza del re, rimasi in silenzio, limitandomi ad inchinarmi insieme a Selenia e Roberto, lasciando che fosse lui a parlare. Quando poi si rivolse a noi, mi inchinai rispettosamente. "Vostra Maestà è fin troppo gentile.." dissi piano, alzando lo sguardo. Evitai di dire il mio pensiero, ma sapevo bene quanto fossero vere le sue parole. Avere sangue reale non era come nelle favole, la realtà era più complessa e meno poetica. |
Avevo detto qualcosa di sensato...ma non in quel momento....guardai Velv divenire maestro.....e quando mi spiegò cosa dovevo fare......" Velv....e se non riesco ? cosa succederà?...ma ci provo.........." e così guardai il quadro....e poi chiusi gli occhi e respirai profondamente......sino a quando nella mia mente ogni posto mi venne familiare cominciai a parlare senza mai aprire gli occhi....." Vi e' una collina ...posso sentire l'odore dell'erba umida, una lieve pioggerellina ha bagnato il paesaggio erboso.......il verde dell'erba e' brillante ma chiaro rispetto ai lontani cipressi che si stagliano in alto nel cielo.......un casale in lontananza risalta col suo colore bianco ed il tetto in scura ardesia.........non vi e' sole perchè il cielo non e' brillante.......ma il sole ...dona i toni del rosso.........sulle piante vicino al casale...foglie rosse si ecco....il rosso dell'autunno....ho la sensazione di trovarmi in quel piccolo mondo fatto di particolari.....ho la sensazione di tornare a casa........corro su per la collina...mentre i capelli si sciolgono e i piedi nudi si intrecciano con l'erba.......ho una forte sensazione......la casa,ecco cosa.......rimango dietro la porta e' chiusa....busso animatamente....aprite ragazzi aprite...sono io ..........la porta e' chiusa allora corro alle finestre...la casa e'vuota....il camino e' spento........l'autunno diventa freddo......."......mi ritrovai a toccare il quadro......e a riaprire gli occhi.........." Velv......ho avuto paura...ho provato il senso della perdita........e' questa l'arte ? "
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Aprii gli occhi, lentamente...
fu la voce di Jacopo a svegliarmi ma, per qualche ragione, udire la sua voce tanto vicina mi parve all’inizio strano. Aprii gli occhi... ma subito li richiusi, feriti dalla luce del giorno. Portai una mano alla testa... mi faceva lievemente male... quindi, di nuovo, mi costrinsi ad aprire gli occhi. Ero nel mio letto... nella mia stanza... le finestre erano oscurate dalle persiane di legno e velate dai leggeri tendaggi, tanto che solo una debole luce passava... debolissima, eppure sufficiente a dilaniarmi quel cerchio che sentivo alla testa... Sapevo perché mi sentivo tanto male... ricordavo perfettamente la sera precedente, il cimitero, la lapide, il freddo, le lacrime e i singhiozzi... ricordavo di aver chiuso gli occhi lì... e poi non ricordavo più niente. Esitai, dunque, alle parole di Jacopo... mi stupii un po’, forse, per la tranquillità con cui aveva detto che mi avevano trovata... nella campagna, aveva detto... Lo fissai per un istante, incerta... “Trovata?” mormorai poi “Chi... chi è stato a trovarmi? E dove... dove mi hanno trovata, esattamente?” |
Il re trattenne ancora un po' con sé Clio, Roberto e Selenia, mentre controllava il lavoro dei suoi capocuochi, impartendo loro direttive su come preparare e poi servire le varie pietanze per la cena del ballo.
Infine congedò i tre membri della famiglia Fiosari, invitandoli a raggiungere il grande salone di corte, in attesa, insieme a tutti gli altri invitati, del suo arrivo, con conseguente apertura delle danze. Così Clio, Roberto e Selenia furono accompagnati dal cortigiano nel grande salone. Qui erano già giunti diversi invitati, tra cui Simone Missani. “Salute a voi, milord...” disse il viceprocuratore salutando Roberto “... mie signore...” con un inchino a sua moglie ed alla falsa cugina. “Allora, lady Clio...” fissando quest'ultima “... è giunto il momento tanto atteso... stasera, con noi tutti, in questo palazzo vi sarà anche l'inafferrabile Mirabole...” sorrise “... non siete impaziente quanto me?” |
Velv fissò Elisabeth e poi abbozzò un leggero sorriso.
“No, non è questa...” disse scuotendo il capo “... ho buone speranze che possiate essere più convincente... descrivere le sensazioni dell'arte non è come scimmiottare rime e strofe poetiche... questo quadro non descrive casa vostra... qui non c'è l'atmosfera delle terre di Camelot... dovete convincere chi vi ascolta di sapere davvero cosa sia l'arte... davanti ad un'opera artistica non dovete descrivere ciò che vedete, ma ciò che sentite in quel momento...” guardò il quadro e poi di nuovo la donna “... concentratevi su un particolare, anche se insignificante... e da quello provate a raccontare ciò che sentite... le colline, i cipressi e tutto il resto presente in questo quadro è chiaro a tutti... voi dovete cercare di spiegare invece cosa vi fa sentire, al di là di ciò vi è dipinto... io non voglio sapere il colore delle colline o quello che da il Sole... io voglio sapere a cosa vi fa pensare questo quadro... avanti, riproviamo...” con tono fermo lui. |
Altea aprì allora il piccolo scrigno, scoprendo così il contenuto al suo interno.
Vi era un bellissimo pendaglio, con foglie di giada legate da sottili lamine di pasta vitrea colorata, con al centro una pietra preziosa vermiglia. Ad un tratto una strana sensazione raggiunse Altea. Come se qualcuno la stesse spiando. Ella infatti avvertiva un senso di opprimente presenza attorno a lei. All'improvviso qualcuno bussò alla porta della stanza. “Milady...” disse Irene entrando “... giù vi sta aspettando la carrozza del Cavaliere di Altafonte... siete pronta o volete lo faccia attendere?” |
“Ti hanno trovata dei mercanti...” disse Jacopo a Talia “... almeno credo che lo fossero... hanno detto di averti trovata presso un vecchio cimitero fuori città... eri svenuta accanto ad una delle lapidi... probabilmente hanno riconosciuto il nostro stemma sulla sella del tuo cavallo e ti hanno riportata qui a casa... ora come ti senti, Talia? Perchè ti sei spinta fino in quel luogo a cavalcare? Sono zone solitarie."
Il capitano fece poi cenno alla domestica di servire una tazza di tisana calda a sua moglie. "Questa ti farà bene..." tornando a rivolgersi alla ragazza "...rammenti? Stasera c'è il ballo al Palazzo Reale... ti va ancora di venire? O preferisci restare qui a riposare? Il dottore ha detto che è stato solo un normale svenimento, dunque non c'è nulla di cui preoccuparsi. Ma devi decidere tu se ti va di venire o meno al ballo. Io naturalmente non posso mancare... questo lo comprendi, vero?” |
La grande sala era elegante e sfarzosa, uomini e donne riccamente vestite parlavano tra loro.
D'un tratto, qualcuno si avvicinò: il viceprocuratore. Ormai sapevo che l'avrei trovato ovunque, a maggior ragione in quella serata. "Assolutamente.." dissi a Missani "...sarà la sera decisiva... non temete, lo troveremo...". |
Presi il pendente in mano...rimasi stupita per la lavorazione orafa e il valore..ma cosa significava per Altofonte quel regalo...perché me lo aveva donato?
Mi tolsi la collana e la indossai ma sentivo una strana sensazione..come se qualcuno .i spiasse e mi sentivo a disagio. Ad un tratto udii la voce di Irene...lo sapevo..era chiaro era stata a spiarmi..."Scendo io non preoccupatevi" e aprii la porta. La guardai solo senza aggiunngere altro e scesi le scale, uscii e mi diressi verso la carrozza di Altafonte e aspettai mi facessero salire. |
Mi riconcentrai sul quadro.......ma io che ne sapevo di arte......avevo visto solo i quadri in chiesa....." Velv......io credo di non capire...anche se ci provo.....allora vediamo....la profondità che il pittore ha voluto evidenziare nel dipingere quel casolare che anche se a prima vista sembra non essere così importante .......guardando bene la tela....si ha la sensazione che la protagonista sia la natura..il paesaggio...invece quel casolare...e' il punto d'arrivo......spettacolare nella sua forma e nel suo candore.....credo che l'artista abbia voluto creare uno scorcio di intima familiarità...la natura e il rifugio.....".......che parolone mi erano uscite...non credevo a me stessa.." Velv......meglio di così non riesco...credetemi....".....
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“Vi vedo decisa, sicura di voi, milady...” disse Simone a Clio “... e devo dire che questa vostra convinzione mi piace... mi fa pensare che abbiate le idee chiare... e in realtà sono anche curioso di scoprire come Mirabole giungerà fra noi stasera... come uno degli invitati? Forse nei panni di un cortigiano? O magari, chissà, come un servitore o una delle guardie di palazzo... scarterei invece la tonaca o il saio... non credo sceglierà ancora una volta gli abiti di un religioso...”
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“Così va già un pochino meglio...” disse annuendo Velv ad Elisabeth “... col tempo migliorerete... ora preparatevi... andremo a fare un giro per questa città... e poi ci recheremo in chiesa... è la Festa di Ognissanti e come buoni Cristiani andremo anche noi in chiesa a pregare... e non in una qualsiasi... ma a Santa Felicita...”
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Altea lasciò così la sua abitazione per raggiungere la carrozza di Altafonte.
Nel vederla arrivare uno dei servitori aprì lo sportellino. Dalla vettura scese allora il cavaliere che salutò con un delicato inchino la dama, aiutandola poi a salire. La carrozza partì alla volta del Palazzo Reale. “Siete molto elegante, milady...” disse Altafonte ad Altea con un vago sorriso “... sono certo che farete strage di cuori stasera alla festa... nella notte delle streghe, come narrano antiche tradizioni, stasera voi sarete invece un'incantatrice... e avrete molto successo.” |
Sollevai gli occhi su Jacopo e lo fissai...
mi chiesi se lui sapesse di quella lapide in quel cimitero... e, se lo sapeva, come mai non me ne aveva mai parlato? Come mai mi aveva detto che era stato disperso? C’era qualcosa di strano in tutta quella faccenda... qualcosa che non mi convinceva, che non quadrava ma di cui non riuscivo a cogliere i contorni... c’erano tante domande... tante, che quasi faticavo a metterle in fila... Esitai per un momento... poi abbassai lo sguardo e bevvi un sorso di quella tisana. “Verrò!” dissi, alzandomi con fatica dal letto “Lascia che mi prepari...” Faticavo a stare in piedi... mi sentivo le gambe stranamente deboli... forse era stata colpa del freddo che avevo preso... accostandomi al guardaroba, passai davanti allo specchio e notai quel fiore intrecciato ai miei capelli... lo guardai stupita per un istante... “Puoi uscire mentre mi vesto, Jacopo?” mormorai “Per favore!” |
“Certo.” Disse annuendo Jacopo a quella richiesta di Talia. “Vado a sistemarmi l'uniforme. Ti aspetterò giù.” Ed uscì dalla stanza.
Talia restò così da sola con la domestica. Ad un tratto entrò una bambina nella stanza. Aveva con sé un libro. “Zia...” rivolgendosi la piccola alla domestica “... ma Katherine è diventata un fantasma! Heatcliff la vede!” “Clara, non si entra così nella camera di lady Talia!” La riprese la governante. “Perdonatela, milady...” fissando Talia “... è la figlia di mia sorella ed oggi, essendo la festa di Ognissanti, passerà il giorno con me... le ho dato da leggere quel libro... ma pensavo restasse tranquilla di là... scusatela...” con un inchino “... avete deciso quale abito indossare per il ballo, milady?” http://2.bp.blogspot.com/_toFzqagMF8.../s1600/005.bmp |
Aspettai che Jacopo uscisse, poi mi sfilai piano quel fiore dal capelli, stringendolo dolcemente tra le mani... quasi non potevo crederci...
All’improvviso, però, la bimba piombo nella mia stanza, facendomi voltare di scatto verso la porta... “Oh, no...” dissi alla domestica “No, lasciate pure che entri... non ha fatto niente di male!” Poi sorrisi e mi voltai verso la bimba... “Vieni pure, Clara...” le dissi gentilmente “Vieni... perché non mi parli un po’ del tuo libro, mentre mi preparo... mi sembra di capire che ti piace, non è così?” Andai dietro il paravento ed indicai alla domestica l’abito che volevo indossare... |
Clara si avvicinò così al paravento dietro cui Talia si stava vestendo per il ballo.
“Si...” disse la piccola annuendo “... mi piace molto... parla di due ragazzini che crescono insieme e si innamorano... e lui è innamorato solo di lei... e odia tutti gli altri... ma lui poi va via e lei sposa un altro uomo, che però non ama veramente... lui allora torna ricco... lei però muore, ma da fantasma torna a prenderlo... e si ameranno per sempre in Paradiso...” “Perdonatela, milady...” sorridendo la domestica “... è una bambina è ha un po' semplificato la trama del libro...” Talia aveva indossato il suo bellissimo abito. Era di un azzurro pallido, quasi celeste, con le spalline ed il risvolto argentati. Una cintura di perle le cingeva i fianchi, con un bottone ad alveolo a congiungerla davanti. Le maniche erano larghe, donando una cadenza armoniosa ed elegante alla figura della ragazza. “Milady, sembrate un fiore...” fissandola la domestica. “Si, un fiore...” ripetè Clara con occhi sognanti. |
Sorrisi alle parole della buona domestica e a quelle della piccola Clara... poi, sfiorando gentilmente la testa della bimba, mi accostai allo specchio...
guardai la mia immagine riflessa per qualche momento... il pregiato abito, gli eleganti gioielli, il diadema che mi fermava i capelli... lentamente aprii la mano e guardai il delicato fiore di erica, sfiorandolo poi piano con la punta di un dito... lo fissai per lunghi minuti... poi, delicatamente, lo intrecciai di nuovo ai miei capelli, sulla spalla. Pochi minuti dopo ero nel cortile, pronta per il ballo. |
Salii sulla carrozza e sorrisi alle parole di Altofonte. ."Troppo gentile milord..ma so pure voi siete ambito.Comunque non miro a fare stragi di cuori ma colpire un solo cuore"..e lo fissai negli occhi chiari.
Istintivamente portai la mano al pendente.."Questo gioiello è di straordinaria bellezza..a che devo questo vostro dono?..se dono era". |
Mentre Velv usciva dalla mia stanza il mio cervello si arrovellava per comprendere cosa era migliorato rispetto a a prima.....in che guaio mi stavo cacciando ?.....mi lavai e vestii...con i miei abita da Signora...ed attesi Velv.....uscii con lui, al suo braccio.....incominciai a camminare ricordando il libro posto sulla mia testa.....avevo un sorriso impresso sul mio volto, ma giusto tanto quanto bastava tirare leggermente le mie labbra....." Velv.....spero che vada tutto bene....sto cercando di fare del mio meglio......e sono felice di poter vedere questa Chiesa......Santa Felicita......ditemi....sara' un giorno di presentazione alla città di Sygma ?.....due perfetti sconosciuti sono delle grandi gioie per la gente che ama parlare piu' del dovuto..."....
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"No, un servitore sarebbe troppo semplice... in un Palazzo Reale ci sono sempre facce nuove, persone che non si conoscono.." sorrisi "..secondo me giungerà come uno degli invitati.. è più rischioso e nessuno se lo aspetterebbe.. almeno, questo è il mio parere... mi auguro che i nostri sforzi portino nuovi frutti.. anche se, non illudetevi dalle mie parole, ovviamente non sarà facile...".
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Talia raggiunse così Jacopo.
I due poi, sulla loro carrozza, lasciarono il palazzo dei de' Gufoni e raggiunsero il Palazzo Reale. I cancelli qui erano già stati aperti e le vetture della nobiltà, dei patrizi e di tutti i più importanti esponenti dell'alta società di Sygma affollavano i viali oltre l'ingresso della reggia. Dei servitori erano scesi ad accogliere, man mano i vari ospiti. Talia e Jacopo, lasciata la loro carrozza, furono allora condotti all'interno del palazzo. La sala adibita per la festa era sontuosa, sfarzosa e raffinatissima. I vari ospiti già giunti, nel vedere il capitano e la sua bella moglie, subito andarono loro incontro, per salutare il militare e omaggiare lei. “Te l'avevo detto...” disse piano Jacopo a Talia “... sarai la più ammirata stasera...” “Salute a voi, capitano...” avvicinandosi ai due un uomo robusto e dai modi spicci “... milady...” “Messer Duon...” con un lieve inchino Jacopo “... Talia, lascia che ti presenti il signor Duon... è di Capomazda, ma vive ormai qui da molto tempo...” tornò a fissarlo “... sapevo della vostra insofferenza verso le occasioni mondane, messere... come mai oggi invece siete dei nostri?” “Solo per curiosità, capitano...” ridendo Duon “... sapete che amo la caccia... e pare che qui ci sarà una bella battuta di caccia stasera... tra i vostri molossi e una volpe... dico bene?” Jacopo sorrise con un ghigno. |
Osservai stupita l’uomo che mi si parò davanti...
stupita dai suoi modi, dal tono della sua voce, da quel breve discorso tra lui e Jacopo... e di nuovo fui colta da quella sensazione: la sgradevole sensazione che mi stesse sfuggendo qualcosa... per un istante i miei occhi furono su Jacopo, studiandolo... aveva sogghignato... Jacopo era lì principalmente per Mirabole, lo sapevo... ma quel Duon con c’entrava? Mossi lo sguardo dall’uno all’altro... poi i miei occhi si concentrarono sull’uomo di fronte a me... “Dunque...messer Duon... giusto?” dissi, tendendogli lievemente la mano perché fosse costretto a chinarsi per prenderla “Siete di Capomazda, quindi... e, ditemi, di che cosa vi occupate qui a Sygma? Non ditemi che anche voi siete qui per tutte quelle sciocchezze su quel Mirabole, vi prego!” |
Duon rise forte a quelle parole di Talia.
“Sapete, milady...” disse “... fondamentalmente, come tutti i Capomazdesi, sono uno sportivo... e sono curioso di sapere chi la spunterà tra la muta di cani e la volpe... da ciò che so, quella volpe è sfuggita a molte cacce...” “Qui sarà diverso.” Intervenne Jacopo. “Qui finirà la sua corsa.” “Invidio la vostra sicurezza, capitano.” Sorridendo Duon. “Da quanto ho sentito, pare che la vostra volpe si presenterà qui stasera... ottimo... ma immagino lo farà in modo particolare... diciamo... mirabolante...” In quel momento furono annunciati nuovi ospiti nella sala. “Il Cavaliere di Altafonte e lady Altea Sveva!” |
Altafonte sorrise a quelle parole di Altea.
“Sono certo che ogni cuore non attende altro che perdersi nei battiti del vostro, milady...” fissò il pendaglio “... è un monile molto antico... secondo qualcuno un misterioso spasimante lo dono alla regina Giovanna d'Angiò di Napoli... la tradizione vuole che dentro contenesse un filtro d'amore ed ogni mattina, indossandola, la regina ne avvertiva l'essenza...” rise “... ma non temete, vero o falsa che sia la leggenda, dentro ormai non c'è più nulla...” le fece l'occhiolino. La carrozza arrivò così al palazzo reale. Altafonte ed Altea furono allora condotti nella sala del ballo. E appena lì, i loro nomi vennero annunciati ai presenti. |
“Addirittura uno degli invitati...” disse Simone a Clio “... lo ritenete così audace, milady? Allora voi pensate che possa introdursi qui con una falsa identità? A meno che non riteniate che Mirabole sia uno dei personaggi più in vista della città... un po' assurdo, non pensate? Oh, guardate... laggiù vi è il capitano de' Gufoni...”
Ma proprio in quel momento furono annunciati nuovi invitati. “Il Cavaliere di Altafonte e lady Altea Sveva!” |
Elisabeth e Velv passeggiarono per la città, fino al ponte vecchio.
Da qui raggiunsero la chiesa di Santa Felicita. “Saremo un'attrattiva, vedrete.” Disse alla donna. “Ma lo saremo in maniera perfettamente proporzionale al modo in cui riusciremo ad incuriosire la gente che ci ascolterà. Gli esperti d'arte devono sembrare tanto eccentrici, quanto sensibili... proprio come i quadri che amano tanto... diciamo il giusto equilibrio tra l'effimero e il terreno...” Arrivarono davanti alla chiesa e la trovarono sorvegliata dai soldati. |
Ero felice di ascoltare Velv.....incominciavo ad imparare dal suo modo di impormi i modi di fare...dalla sua conoscenza...passeggiare e chiacchierare con lui fu fantastico...sino a Santa Felicia......" Il punto e' che farò in modo di sembrare la più eccentrica delle critiche d'arte....mi atteggerò......con quel modo così assurdo di chiudere gli occhi e di far si che un nuovo mondo vi appaia dinnanzi appena io li riapra........mi viene da ridere..ma prometto che sarò perfetta......."...Voltandomi...vidi uno schieramento di guardie......non che avessi la coscienza sporca.....ma mi strinsi al braccio di Velv.." Non so perchè...forse in un'altra vita ero un ladro..ma le guardie non mi piacciono..e a quanto pare...qui ce ne sono quante ne vogliamo.....che dite.....ci faranno passare ?.....avanti.....avete un asso nella manica..lo sento......io posso fare solo un tocco di francese ammorbidendo la mia erre.....ma per altro non posso....."...feci tutto questo fermandomi a qualche passo e parlando simpaticamente con Velv...certo a lui la mia tensione era chiarissima....
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Osservai il monile...una storia davvero strana pensai.
Scendemmo dalla carrozza e seguii il Cavaliere di Altafonte e fummo accompagnanti fino al salone del Palazzo Reale, mi guardavo attorno e fui sorpresa di tanta sontuosità e di tanto sfarzo..sia del Palazzo e degli invitati. Poi fummo annunciati ed entrai accanto al Cavaliere e guardai il salone...vi erano già degli invitati e avvertii tanti occhi addosso. Era strano ma in quel momento mi sentivo a disagio...ma era anche chiaro che il Cavaliere di Altafonte destava una certa curiosità, lo ricordavo al ballo degli Accio. Feci un lieve inchino sorridendo e lentamente avanzai assieme ad Altafonte. |
"Beh, signor viceprocuratore.. Credo che Mirabole sia audace per definizione... Ma non fa nulla senza un motivo, le sue azioni, le informazioni che decide di comunicarci hanno un preciso significato, esattamente come i fiori che dissemina per tutta Sygma.. Infondo, non solo noi non conosciamo il suo vero viso, ma non sappiamo come sarà mascherato.. Quindi, anche se si presenterà come uno degli invitati sarà uno tra i tanti per noi, ma avrà l'opportunità di starvi ancora più vicino.." Sorrisi "..vi sta sfidando io credo.. Sapete, nell'Antica Roma, durante i combattimenti nell'arena, poteva capitare che il reziario si avvicinasse apposta al proprio avversario, mostrandogli il fianco nudo da colpire, ma appena l'altro tentava di sferrare un colpo, all'apparenza facile, si spostava rapidamente e lo colpiva col tridente, senza che l'altro avesse possibilità di reagire.. Voglio solo dire che, Mirabole sa benissimo che lo state cercando, ed è stato lui stesso a dirvi dove trovarlo.. Non certo perché lo catturiate! C'è un motivo preciso.. Solo, non sappiamo quale...".
La voce dell'araldo mi fece quasi sussultare. Quel nome, era davvero lo stesso di cui ci aveva parlato la ragazza in quella cappellina sperduta. Vidi poi il capitano de' Gufoni accompagnato da una bellissima donna, a quanto pareva, la moglie. Accanto a loro, Messer Duon. "Cugino caro.." Dissi, rivolta a Roberto "..Messer Duon.." Indicandolo con un cenno del capo "...dovremmo andare a salutarlo, non credi? Non avevi qualcosa da chiedergli?". Tornai per un momento a guardare Simone "Mi perdonerete, immagino, non posso stare a chiacchierare tutta la sera, e voi ancora meno.. dunque, se non vi dispiace, credo di avere una missione da portare a termine..". |
Capitolo X: L'apparizione
“<<Ascoltate,>> disse lei “Byron mi ha giurato che credeva ai vampiri, mi ha detto di averne visti e me ne ha descritto i loro visi; ebbene, assomigliano perfettamente a quell'uomo là, con i capelli neri, quei grandi occhi luccicanti di una luce strana, quel pallore mortale; poi notate che non è con una donna come tutte le altre, è con una straniera... una greca... una scismatica... senza dubbio una maga come lui... Ve ne prego, non andate. Domani vi metterete sulle sue tracce, se così vi piace, ma questa sera vi ritengo impegnato.>>” (Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo) “Devo dire” disse Simone a Clio “che vi è del buono in ciò che dite. In effetti avete un quadro preciso e coerente di ciò che potrebbe essere. Di sicuro Mirabole verrà qui con la convinzione di essere comunque al sicuro da ogni pericolo. Ma noi dobbiamo essere più furbi di lui.” Poi, alle parole di Clio, Roberto si voltò verso il capitano de' Gufoni e notò anch'egli Duon. Annuì allora alla sua falsa cugina. “Si, perdonateci, signor viceprocuratore...” rivolgendosi poi a Simone “... ma vi sono altri ospiti da salutare...” “Si, certo.” Annuì Simone. Così, Clio e Roberto si avviarono verso Duon e il capitano Jacopo. Ma uno dei servitori incaricati di passare tra gli ospiti porgendo vassoi con calici del pregiato vino di Sygma, offrì in quel momento due coppe a Fiosari e alla ragazza che era con lui. “A noi due,Clio...” fece Roberto, prendendo il calice dalla mano del servitore, mentre questi ne porgeva uno anche alla principessa di Crysa. Ma sotto il gambo bagnato del suo calice, Clio si accorse che vi era attaccato un piccolo bigliettino. http://media-cache-cd0.pinimg.com/23...daa10b20db.jpg |
Così, Altafonte ed Altea entrarono nella sala dopo essere stati annunciati.
Il cavaliere indossava una raffinata giubba di un blu cobalto, con un corsetto azzurro senza maniche in stile catalano, pantaloni bianchi e alti stivali neri. Sopra portava un lungo soprabito di lamé anch'esso blu, con fodere di pregiato ermellino. Ai due subito si avvicinarono prima il banchiere Accio, poi lady Silvia. “Cavaliere, che piacere rivedervi.” Disse il banchiere. “Milady.” Salutando poi anche Altea. “Oh, cavaliere!” Esclamò Silvia nel rivederlo. Poi con un cenno del capo salutò pure Altea. “Vi fate desiderare, milord.” Fece lei tornando a fissare Altafonte. “E' un bel po' che non vi si vede. Allora è vero ciò che si dice in giro?” “Dipende, milady.” Sorridendo Altafonte. “Cosa si dice?” “Che siete schivo ed ombroso.” Ridendo Silvia. “Che amate la solitudine e che detestate tutto e tutti.” “Davvero dicono questo di me?” Stupito il cavaliere. “Che dire... sembra più il profilo di un personaggio da romanzo, che quello di un uomo comune.” “Vi definite dunque un uomo comune, milord?” Guardandolo Silvia. “Eh, milady...” mormorò Altafonte “... nulla mi avvilisce ed opprime più della normalità...” “Allora per questo siete qui?” Disse lei. “Perchè, pare, stasera qui ci sarà anche il famigerato Mirabole? A proposito, milord... non avete composto altre poesiole su quel disdicevole individuo?” |
Elisabeth e Velv giunsero davanti a Santa Felicita.
Qui vi erano diverse guardie a piantonare la stradina che portava alla chiesa. Ed altre ancora sorvegliavano la facciata e l'ingresso del sacro edificio. Velv e la donna allora si avvicinarono ad uno dei soldati. “Perdonate, sergente...” disse il cacciatore di taglie “... è accaduto qualcosa? Perchè questa chiesa è sorvegliata?” “Giungete davvero da molto lontano” fece il militare “se non sapete nulla della storia del quadro.” “Quadro?” Ripetè Velv. “Si, quello custodito in questa chiesa.” Rispose il soldato. “Si, per questo noi siamo qui.” Mormorò Velv. “Lei è lady Elisabeth di Monreale” indicando la dama che era con lui “ed è giunta qui per vedere quel famoso quadro... milady è una famosa amante di opere d'arte... io sono il notaio Elvet Placente e curo i suoi interessi.” “Mi spiace...” scuotendo il capo il sergente “... non posso far entrare nessuno ora in chiesa... ordini da parte del capitano de' Gufoni.” |
Seguii volentieri Roberto, appoggiandomi al suo braccio.
Nell'attraversare la sala, cercai con lo sguardo Messer Duon e quel misterioso invitato di cui ricordavo così poco, ma che sollevava in me molte domande. Ma un servitore con due calici di vino si fermò davanti a noi. Mi illuminai, avevo sempre amato il vino di quelle terre. Alzai lo sguardo verso Roberto, sorridendo. "A noi due.." Sussurrai, con gli occhi nei suoi. Ma nel portare il calice alle labbra mi accorsi di qualcosa attaccato al fondo. Un bigliettino? Chi mai avrebbe dovuto mandarmi un bigliettino? E perché, poi? Per un breve momento, rabbrividii. Non dissi nulla, e aprii il bigliettino con la mano libera. |
Monreale ?...e dove si trovava Monreale.....io esperta di arte.. ?...qualcosa mi aveva accennato, ma mi sembrava di cadere dal cielo.....
" Ma come e' possibile...vietare ad una Dama, visto il viaggio che ho dovuto fare visto che vengo da molto lontano, perchè mio caro Velvet noi veniamo da molto lontano....la cortesia di ammirare una così stupenda rappresntazione aritistica......e' inconcepibile...cosa pensate che possa mettere sotto le mie gonne il dipinto ?.....mi sembra di svenire....nella mia città non si sarebbe verificata mai una cosa simile.....desidero parlare con il vostro comandante .....L'entrata in Chiesa non puo' essere negata a nessuno......"......ero risoluta ...ferma....e sarei voluta svenire veramente.....mi ero lasciata andare.....ma dovevamo entrare in quella Chiesa..... |
Ascoltavo e osservavo la scena in silenzio...lo scambio di battute tra Altafonte e milady Silvia e fu in quel momento che mi sentii una perfetta sconosciuta in quel luogo..poi trattenni una risata..già le poesie su Mirabole.."Milady Silvia, non mi sembra questo il posto..in un Palazzo Reale..per fare battute e teatrini."
E afferrai il braccio del Cavaliere stringendolo..ricordai quella sera a Palazzo Accio e mi ritornò in mente Azable e istintivamente osservai tutto il salone. |
Fissai Duon in silenzio...
"Capisco..." mormorai "Siete qui per puro diletto, dunque! Curiosa differenza... io, invece, trovo tutto questo estremamente noioso... l'uomo cui alludete, può darsi, si diverte semplicemente a prendersi gioco di tutti voi... ma se è davvero astuto come dite, non credo che verrà qui, stasera! Perché dovrebbe venire, in fondo? Da cosa mai dovrebbe essere attratto qui?" In quel momento l'araldo annunciò due nuovi ospiti... Citazione:
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