Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 01-03-2014 02.12.55

Ma mentre Altea leggeva quel libro, cominciò ad udire dei rumori che provenivano da fuori.
Dalla finestra della sua stanza, infatti, si poteva guardare in giù, verso il giardino del castello.
E qui la donna vide il padrone del maniero intento a controllare i suoi fiori, accompagnato dal giardiniere.
“Questi papaveri” disse il padrone al giardiniere “devono essere puliti e innaffiati con cura... stanno per aprirsi e un tulipano che si schiude è una spettacolo meraviglioso...” guardò poi vero le orchidee “... inumidisci di più questo terreno...” rivolgendosi sempre al suo giardiniere “... deve essere come un velo, come un manto... quando il terreno raggiungerà la giusta compattezza, allora lo capirai dalle foglie delle orchidee...”
“Si, padrone...” annuì il giardiniere.
“Anche le fresie stanno per sbocciare...” mormorò poi il padrone del maniero “... pota quel cespuglio... voglio che la luce del Sole le colpisca in pieno... il giallino delle fresie diviene incantato al tocco dei primi bagliori dell'aurora...”
“Sarà fatto, signore.” Con un inchino del capo il giardiniere.
Il padrone del castello guardò allora il cielo che pian piano cominciava ad imbrunirsi.
“Una nuova notte sta giungendo...” sussurrò malinconicamente.

Guisgard 01-03-2014 02.21.00

Isolde rise a quelle parole di Eilonwy.
Allora posò delicatamente una mano su una brocca d'acqua e subito dalle increspature cominciò a mostrarsi qualcosa.
Era un giardino in cui vi erano unicorni, liocorni e cavalli alati come il mitico Pegaso.
“Come vedi, mia ingenua amica, ho già alcuni di quei meravigliosi e fiabeschi animali...” disse alla ragazza “... tuttavia c'è qualcosa che potrei gradire come tuo dono... qualcosa che, magari, potrebbe spingermi ad esaudire la tua richiesta...”
Il giovane cavaliere rise.

Clio 01-03-2014 02.33.37

Forse avevo affrontato quell'uomo col piede sbagliato. Lo avevo contrastato di petto, ma ora optai per l'indifferenza.
Non mi voltai, non mostrai alcuna reazione, non che fosse difficile, visto che il mio sguardo era vuoto e assente.
Ma quando parlò del riscatto sorrisi, beffarda.
"Si staranno già litigando il mio posto... Non credo che ci sia qualcuno disposto a pagare un riscatto per me in senato..".
E tornai ad osservare la minuscola finestra da cui intravedevo un piccolo raggio di sole.
Poi un magone mi strinse il cuore. Qualcuno c'era: mio padre.
Non avevo mai pensato a lui, l'avrebbe fatto davvero? Ma come ci si poteva fidare di quei mercenari?
A quel punto, però, i senatori avranno capito con chi avevano a che fare.

Guisgard 01-03-2014 02.58.41

“Non sottovalutatevi, milady...” disse Gufo a Clio “... sono certo che muoveranno mari e monti per liberarvi...” rise “... ma questo non è affar vostro... penseremo noi a tutto... naturalmente la cosa cambierà qualora non arrivasse alcun riscatto... eh, si, sarebbe spiacevole... per voi... ma sono certo che non succederà... ora vi lascio... meglio non esporre troppo i miei uomini alla tentazione di starvi vicino, milady...” rise, per poi andare via con i suoi.
Poco dopo tornò il carceriere.
Il suo sguardo era però pietoso verso Clio.
“Vi occorre qualcosa, milady?”

Altea 01-03-2014 18.24.38

Udii delle voci e mossa dalla curiosità guardai fuori..rimasi immobile a guardare con quanta cura egli si occupasse dei suoi fiori che erano di una bellezza straordinaria, impartiva dei suggerimenti e il giardiniere obbediva.
Era passato da una furiosa rabbia a una calma piatta, come se fossero suoi figli..eppure qualcosa era strano. Era puro amore per i fiori o quei fiori celavano un mistero?
Poi guardò verso il Cielo..stava quasi imbrunendo..e sembrava quasi scosso da questo fatto..non sapevo nulla di quell'uomo, se Elvet aveva parlato di se, lui non parlava...era una persona malefica come la donna con cui arrivò oppure era una persona normale sotto il suo maleficio?
"Milord...io ho sentito parlare di un Fiore da una mia antenata che ricostruì Tylesia.."presi la parola improvvisamente "Lei disse era il Fiore più bello avesse mai visto, ma era chiuso in una teca perchè troppo prezioso..può crescere ovunque ma raramente...difficilmente si mostra ma cura i mali dell' Animo..voi ne avete sentito parlare?Lo avete mai visto?"

Eilonwy 01-03-2014 19.08.42

Oh cavoli...oh cavoli!
Ora sì che ero nei guai fino al collo! Adesso cosa vorrà da me?
Anche se posso intuire ciò che vorrà: il Fiore della Tylesia o desiderà che sposi suo figlio.
In tutti i due casi, sarei stata messa con le spalle al muro.
Signore Iddio....perchè a me?
"Di che cosa si tratta?....Che cosa vorreste che facessi, Milady?" chiesi seria ed aspettandomi già la sua risposta.

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elisabeth 01-03-2014 20.32.31

I miei ricordi andarono ai miei sogni.......il Borgomastro.....e rividi i suoi occhi sorridenti......la sua voce calda e forte......alto..sembrava piu' alto della porta della casa...in cui assaggiai il liquido all'alloro......" Si padre...credo proprio che il Borgomastro corrisponda alla persona che conoscete voi......succede che quando usciamo dalla Chiesa dopo la Santa Messa...io non ricordi più cosa succede......non ricordo il tragitto alla locanda e non ricordo di prendere sonno....la mia vita prosegue....insieme agli abitanti di quel paese e mi ritrovo a casa del Borgomastro...dove mi chiede di rimettere a posto la tomba di un tizio...di cui sino ad oggi non conoscevamo il nome...lo abbiamo scoperto secondo le indicazioni del Borgomastro stesso........Ora ...Padre...mi sento chiusa in un cerchio senza uscita........con noi c'e' una ragazza...incontrata nel bosco........lei e' viva ma il suo cervello sembra essersi fermato da qualche parte......abbiamo due Frati....e ora il buon Dio ci ha donato Lei.......mi chiedo ...perchè il Borgomastro ha detto che tutto questo finirà nel momento in cui la tomba verrà richiusa con tutto il contenuto....e per contenuto deduco le ossa del maniscalco............ditemi Padre...ci affidiamo a Dio.....o alle forze della natura...da lui stesso creata........la magia infondo non e' altro che questo....giusto ?....."......

Clio 02-03-2014 21.48.50

Alzai lo sguardo sull'uomo, e gli sorrisi debolmente.
Mi strinsi nel mantello.
"Qualcosa per coprirmi, se poteste, la mia camicia è strappata, grazie..." Dissi piano.
Restai in silenzio per un momento.
"Perdonate ma... Sapete come sono arrivata qui? Io, non riesco a rammentare... Ricordo solo che hanno ucciso i miei uomini, che erano tanti poi.. Più nulla..." Sospirai "Pensavo perfino di essere riuscita a liberarmi.. Ma evidentemente stavo delirando... Voi.. Voi sapete come sono andate le cose? È uno strazio per me non riuscire a ricordare... Non sapere se ho almeno opposto resistenza, se ho lottato prima di svenire, o se invece sono rimasta immobile..." Scossi la testa "perché mi pare evidente che abbia perso conoscenza.. Ma è terribile non sapere.." Mormorai, con lo sguardo perso nel vuoto, mentre le lacrime si affrettavano ad affiorare.

Guisgard 03-03-2014 00.17.41

“Credo” disse il sacerdote ad Elisabeth “che quell'uomo, il Borgomastro, vi abbia dato un messaggio, un incarico... dare degna e Cristiana sepoltura a quel ragazzo... quando un'anima è in pena, allora molta negatività si diffonde intorno ad essa... siete una donna speciale e per questo a voi sola è giunto il messaggio dall'Aldilà...”
“Avete detto che quelle persone” fece Daizer “erano al servizio dell'Arciduca...”
“Si.” Annuì il religioso.
“Tra i duchi del regno di Afravalone” fissandolo il contrabbandiere “solo ai signori di Capomazda, che io sappia, è riservato quel titolo...”
“Si, essi sono Arciduchi, a differenza di tutti gli altri nobili duchi del reame.” Confermò il prete.
“Dunque” disse Daizer “le persone di cui parlate sono a Capomzda?”
“Io so” spiegò il chierico “che in queste terre alcuni emissari dell'Arciduca resero un castello la corte itinerante del loro signore, pronta ad accoglierlo nei suoi spostamenti.”
“Dunque la sepoltura da dare a quel ragazzo si trova presso quel castello?” Chiese il contrabbandiere.
“Si, credo di si...” rispose il prete.
“Dov'è posto allora quel castello, padre?” Domandò Daizer.
“Nel borgo di Leiman.” Rivelò il sacerdote.

Guisgard 03-03-2014 00.25.38

A quelle improvvise parole di Altea, il padrone del castello alzò lo sguardo in alto, verso la finestra della sua stanza.
“I fiori” disse l'uomo all'avventuriera “sono tutti meravigliosi, speciali... racchiudono ciascuno un significato, una verità... un fiore che sboccia è un dono e quando accade è segno di buona fortuna... ed è naturale che il Re di tutti i fiori possegga un valore inestimabile... si...” annuì “... conosco la leggenda del Fiore Azzurro... ne ho sentito parlare da qualche bardo e da qualche sognatore... ma ho sentito parlare di tante cose belle e in verità di esse non ne ho vista nessuna...” stava imbrunendo “... sarà meglio rientrare...” rivolgendosi al suo giardiniere “... prestò farà buio... e il freddo aumenterà... lasciamo il posto alle ombre della notte...” con un cenno salutò Altea e rientrò.
Dopo un po', di nuovo, Altea udì la meravigliosa melodia di Elvet ingentilire il maniero.

Guisgard 03-03-2014 00.31.41

“Quando vi hanno portata qui” disse il carceriere a Clio “eravate già priva di sensi. Ho però sentito due di quei mercenari parlare dell'accaduto... prima di perdere conoscenza avete tentato di liberarvi, dicevano... vi siete dimenate e avete persino tentato di battervi... siete riuscita a colpire uno di loro con una testata, ma poi vi hanno resa inoffensiva colpendovi, anche se, da ciò che dicevano quei due, non si sa se siete svenuta prima o dopo essere stata colpita... sul volto infatti avete un livido all'altezza dello zigomo destro...” le fece poi cenno di attendere “... ecco, questa vi coprirà meglio...” tornando poco dopo con una giubba di velluto un po' consumata “... non è molto raffinata, ma vi terrà calda...” accennò un lieve sorriso “... ora cercate di stare tranquilla... hanno inviato un messaggero al Senato per discutere il riscatto... tra non molto sarete di nuovo libera...”

Guisgard 03-03-2014 00.37.37

Isolde sorrise a quelle parole di Eilonwy, per poi accarezzare la bionda chioma di suo figlio.
“Esiste un tesoro inestimabile...” disse alla ragazza “... un tesoro antico come il mondo, che né il Tempo, né lo Spazio riescono a svalutarne il valore... un tesoro capace, per chi lo possiede, di riscattare ogni cosa esistente su questa terra... ecco...” annuì “... io voglio quel tesoro... portatemelo ed io libererò voi ed il vostro amico da quell'incanto che vi affligge...”

Clio 03-03-2014 00.51.29

Chiusi gli occhi, e sentii il cuore tornare a battere.
Mi portai una mano al volto, non mi ero accorta di quel livido, non avevo uno specchio.
Respirai, lasciando andare il peso che mi aveva oppresso da quando mi ero svegliata.
Calde lacrime mi rigarono il viso.
Non mi ero arresa, sapevo che non l'avrei mai fatto.
Ero salva.
Lo sai che sei sempre troppo dura con te stessa.. Sempre impulsiva.. Sempre a pensare al peggio.. Adesso la smetterai di fare la lagna e commiserarti, spero..
Sorrisi, libera.
Quella voce dentro di me era tornata, e scuoteva la testa come chi parla ad una causa persa.
Mi era mancata da morire.
Avanti, Clio.. Torna in te, non vorrai mica farla passare liscia a questi cani, o no?
Quella parte di me aveva ragione, dovevo continuare a combattere.
Il carceriere tornò e presi la giubba che mi porgeva.
"Grazie, va benissimo, ci mancherebbe..." La misi sopra la camicia strappata, in modo da potermi liberare del mantello.

Guisgard 03-03-2014 00.59.47

Ma proprio in quel momento si udirono dei passi.
Un attimo dopo comparve Gufo accompagnato dal fedele e viscido Boyke.
“Ehi...” disse questi nel vedere Clio con quella giubba “... chi ha portato quella giubba alla prigioniera?”
“Io, signore...” mormorò il carceriere “... qui sotto è umido e si sente il freddo...”
“Cane!” Colpendolo al volto Boyke. “Le donne si spogliano, non si vestono!” Per poi ridere.
“Poco male...” fece Gufo “... visto che ci occorre qualcosa di lei...” sorrise nel fissare Clio “... infatti il Senatore Supremo, ricevuta la mia lettera, chiede una prova... una prova che il suo capitano sia ancora vivo... avanti...” rivolgendosi alla ragazza “... strappatevi un lembo della vostra camicia e fatelo passare attraverso le grate... ma badate che quel lembo abbia il vostro profumo, milady...”
“E fatelo ora, davanti a noi!” Esclamò Boyke con aria divertita.

Guisgard 03-03-2014 01.05.23

Bool aveva in mano la lettera che il messaggero di Gufo Scarlatto aveva portato al Senato, quando uno dei funzionari giunse da lui.
“Allora...” disse il Senatore Supremo “... cosa c'è?”
“Senatore...” fece il funzionario “... sono stati trovati coloro che hanno salvato diversi civili dagli sciacalli e dai mercenari di Gufo...”
“Pensavo fossero stati i nostri soldati.” Fissandolo Bool.
“No, eccellenza...” scuotendo il capo il funzionario “... si tratta di avventurieri...”
“Avventurieri?” Ripetè Bool.
“Si, eccellenza...” annuì il funzionario “... sinceramente non sappiamo dire se si tratti di uomini d'arme o lestofanti... fatto sta che grazie a loro molta gente ora è salva e con loro anche una chiesa che rischiava di essere saccheggiata dai mercenari...”
“Allora devo incontrare quegli uomini subito.” Alzandosi dal suo seggio il senatore.
“Ma, eccellenza...” mormorò il funzionario “... non siamo ancora certi di chi siano davvero... come detto, potrebbero essere anche dei fuorilegge...”
“Hanno salvato persone innocenti” replicò Bool “e persino una chiesa da un saccheggio... il mio ruolo mi impone di andare da loro e mostrare la mia riconoscenza.” E fece cenno al funzionario di condurlo da quegli uomini.
Intanto, nell'androne della piccola caserma di fronte al Senato, quegli uomini conversavano allegramente fra loro.
“La libertà” disse Guisgard “ha il sapore più dolce che ci sia. Non trovate, amici miei?”
“Ben detto!” Esclamò uno dei suoi. “Soprattutto se ora ci permette di indossare giubbe di velluto, cappelli piumati ed elmi luccicanti!”
Risero tutti.
“Perchè mai ci fanno attendere così tanto, Guisgard?” Chiese un altro di quelli.
“Ma è chiaro, amici miei.” Fece il cavaliere. “Per ringraziarci e magari ricompensarci a dovere.” Rise ancora.
“Col denaro forse?”
“Certo!” Annuì Guisgard. “Con cosa allora!”
“Magari con qualche bella donna...” borbottò uno di quelli che erano con lui.
“Sciocco!” Intervenne un altro. “Col denaro potrai avere tutte le donne del mondo!”
Risero di nuovo.
Ma proprio in quel momento arrivò un funzionario e chiese di essere seguito.
Li portò allora in una grande sala marmorea, dove trovarono ad attenderli il Senatore Supremo Bool.
Questi li fissò uno ad uno e poi sorrise.
“Mi è stato riferito ciò che avete fatto e come vi siete battuti contro i nemici di questa città.” Rivolgendosi a loro Bool. “C'è solo una parola per definire il vostro operato... eroico. E' eroico ciò che avete fatto.”
“Eroico?” Ripetè Guisgard. “Dite pure... epico!” E rise insieme ai suoi.
“Sicuramente.” Annuendo il senatore.
Ma proprio in quel momento fu annunciato qualcuno.
Era il padre di Clio.
Questi si avvicinò a Bool, lo salutò con rispetto, per chiedere poi notizie di sua figlia.
Bool allora diede all'ex militare la lettera portata dal messaggero di Gufo.
“Carogne...” dopo averla letta l'ex capitano “... che il diavolo se li porti quei mercenari...”
“Ci sarebbero state altre vittime” mormorò Bool “se a difendere la città non ci fossero stati questi temerari.” Indicando Guisgard ed i suoi compagni.
Il padre di Clio si voltò a fissarli, scrutando con attenzione il volto di ognuno di loro.
“Un momento!” Esclamò nel guardare Guisgard. “Questo lo conosco! Era in vendita al mercato degli schiavi tempo fa!” Indicando proprio il cavaliere che se ne stava fra i suoi compagni.
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Altea 03-03-2014 14.09.23

Annuii col capo..certo non si poteva dargli torto..e ora doveva andare...per cedere il posto all' altro padrone ovvero Elvet, e subito si diffusero le note aggraziate del suo organo in tutto il maniero.

Una luce si diffuse nella stanza
arrivò la sacerdotessa e sorrise...
"Sei arrivata al tuo compimento,
non te ne sei accorta ma siamo al primo Venerdi
del mese..ora puoi andare..come rimanere..."
"Non immaginavo, il tempo sembra trascorrere
così lento...sono confusa, non so dove sta la verità
e chi dei due mente...ma quell'uomo è arrivato assieme
a...quella donna" le dissi perplessa.
Lei annuì..."Vai dall' Abate, sei stata benedetta da lui ricordi?Quando arriverai al cancello del maniero si aprirà grazie al mio aiuto."
E sparì con una nuvola di Luce.

Non fu una visione, stavolta la avevo vista bene e sentito il tocco della sua mano sulla mia.
Mi affacciai alla finestra...dovevo portare Elvet dall' Abate Nicola ma prima dovevo liberarlo..qualsiasi cosa gli fosse successo lui avrebbe saputo darmi le indicazioni giuste.
Scesi nel giardino...era buio ma la Luna splendeva e tutto era limpido..vidi una ascia su un tronco e delle pinze da giardiniere...e poi vi erano dei cavalli.
Perfetto...la notte era appena iniziata, e la via per andare dall' Abate non era molto lunga...ricordavo benissimo..si doveva superare il Borgo e proseguire fino all'inizio di quella foresta, in pratica il percorso inverso di quando il cavallo fu vittima della tagliola.
Presi l'ascia e le pinze...grazie Padre e fratelli miei per avvermi addestrata anche come Cavaliere a servizio della Santità..ora mi torna utile.
Lentamente aprii la porta della stanza di Elvet, lui stava suonando..." Milord Elvet...è giunto il giorno della mia partenza..con questa ascia romperò la catena che vi incatena e con questa pinza da giardiniere l'anello...prenderemo un cavallo, sarete voi a portarlo fino la grotta dell' Abate Nicola...lui saprà dirci come fare per salvarvi...altrimenti, mi spiace ma andrò via ora da sola..non ho più intenzione di essere vittima di questo maniero" e lo guardai con aria risoluta...io non avevo nulla da perdere...e ormai ero rimasta fino a che mi fu imposto..e se non fosse stato cosi..se la sacerdotessa avesse sbagliato, non mi importava nulla...ora volevo andarmene, a costo della vita.

Eilonwy 03-03-2014 18.21.54

Per fortuna....mi è andata bene! Pensavo di peggio.
Però ancora non era finita!
Potrebbe essere che il tesoro inestimabile sia il Fiore Blu della Tylesia. Speravo il contrario.
"E come si chiama, di grazia, questo tesoro inestimabile piu' del Sacro Graal?...Come è fatto?....E quale strada devo seguire per trovarlo?" chiesi sperando con tutto il cuore che non fosse ciò che temevo.
Dimmi che non è lui!....DIMMI CHE NON E' LUI!!!

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Clio 03-03-2014 19.11.03

"L'unico profumo che troverete sulla mia camicia è quello del sangue e del sudore, un po' troppo rozzo per i raffinati senatori.. E poi le camicie degli ufficiali sono pressapoco tutte uguali, tenete questo.."
Allungai il braccio della camicia da sotto la giubba, strappai il polso e lanciai il lembo di stoffa tra le grate.
"Sono le mie iniziali, è l'unica prova che potrete portare al senato..".

Il cielo era talmente limpido quella sera, da riuscire a scorgere le costellazioni tra le lucenti stelle.
L'aria fresca e frizzante mi accarezzava il viso, l'armonia regnava sovrana.
Il tempo passava veloce , ora dopo ora.
"Cambio, bella fanciulla.. Vattene a dormire, da brava.." Una voce familiare e spensierata emerse dal buio.
Sorrisi senza voltarmi.
"Ah, non riuscirei a prendere sonno... Non stanotte..".
"Tesa, eh?"
"Un po'.." Ammisi.
"Andrai alla grande, capitano.. Vedrai.." Rise.
"Kastor! Non chiamarmi in quel modo..."
Sbuffò "Andiamo, non ti avrebbero affidato il comando se non Volessero promuoverti..".
Alzai le spalle "Beh, nessun altro ha dimostrato di conoscere la strategia che adotteremo domani.. Quindi era logico che lasciassero il comando a chi l'ha proposta..".
"Sì, si.. Fai poco la modesta, ti promuoveranno capitano, dai retta a me..".
Con l'impareggiabile leggiadria dei soldati, Kastor mi si sedette accanto, per poi arrivare a sdraiarsi tenendosi sui gomiti.
Lo guardai fingendomi scandalizzata.
"Ah, è così che monti la guardia, eh... Lazzarone.." Risi.
Lui sorrise e cercò qualcosa nella tasca della giubba.
"Ci sei tu a controllare, o sbaglio?" Facendomi l'occhiolino "Anche se potevi farti sostituire stanotte.. Dovresti riposare, dico davvero..".
Mi porse una fiaschetta sorridendo.
"Tieni, bevi un sorso più del solito, e vedi come ti addormenti.."
"Sì certo, come no, così domattina dormo fino a mezzogiorno e mi perdo la battaglia.." Risi.
"Vabbè, poi ti racconto com'è andata..." Rise con me.
Allingai il braccio per prendere la fiaschetta che mi porgeva, ma lui mi prese il polso.
"Ehi!" Esclamai.
"Cos'è questo?" Osservando attentamente il polsino della camicia che fuoriusciva dalla giubba "No, non dirmelo, le tue iniziali ricamate.." Scosse la testa ridendo "Che megalomani questi aristocratici.." Rise, lasciandomi il polso.
Bevvi un sorso.
"Me l'ha ricamato mia madre, ha marchiato praticamente tutte le camicie.." Risi, guardando lontano "Ha detto che era l'unica cosa che poteva ricamarmi..".
"Che carina.. "
Sorrisi "Beh, io non ci avrei mai pensato..".
"Eh.." Sospirò "Non donerai mai pegni d'amore ricamati.." Mostrandomi un fazzoletto profumato.
"Figuriamoci.." Sorrisi, osservandolo "Fammi indovinare, l'ha fatto Giselle per te..". Potevo vedere i suoi occhi illuminarsi al buio.
"Se esco vivo da questo inferno, giuro che me la sposo.." Promise.
"All'amore allora.." Brindai con la fiaschetta, per poi consegnarla al mio amico "Vedi di non esagerare, però.. Non dovresti bere durante il turno di guardia..".
Lui sorrise "Ma davvero, non mi hai insegnato tu quella filastrocca con la lancia e il vino?".
"Non è una filastrocca.." Scoppiai a ridere, e la recitai distrattamente.
"Cos'è arabo?" Chiese, divertito "Nelle nostra lingua, magari.. Sapientona!".
"Eh ma non rende.. Il mio pane imburrato sulla lancia, sulla lancia il mio vino della Tracia, alla lancia io mi appoggio quando bevo.. O qualcosa del genere, ormai sono anni che l'ho imparata" Sorrisi "Archiloco...".
Mi alzai "Me ne andrò a dormire, adesso... Domani sarà una lunga giornata..".
"Buonanotte Clio.." Mi salutò Kastor "Dai retta a me, cerca di riposare..".


Quel ricordo mi strappò un sorriso, che però non affiorò sulle mie labbra, anche se riscaldò il mio cuore.
Restai in silenzio, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Dovevo, controllarmi, mordermi la lingua se necessario, ma dovevo essere indifferente e distante.

Guisgard 03-03-2014 19.33.11

Era solo Lunedì e al primo Venerdì del mese mancavano ancora cinque giorni.
Però, nonostante tutto, Altea aveva deciso di lasciare quel castello.
Raggiunse ancora una volta la stanza di Elvet e questi nel vederla fu colto da grande soddisfazione.
La strinse fra le braccia e di nuovo la baciò con passione.
Fu un bacio lungo, in cui le loro labbra assaporarono tutto dell'uno e dell'altra.
“Sentivo di rivedervi...” disse all'avventuriera “... si, lo sentivo e sapevo che il cuore non mi ingannava...” prese poi la scure portata dalla donna e cercò di spezzare la catena che lo teneva bloccato.
Ma fu inutile.
“Questa dannata catena” fece Elvet “è dura e impossibile da scalfire... ci occorre la chiave... si, solo con quella possiamo aprirla...” fissò Altea “... ma dovete prenderla voi... essa si trova in una stanza chiusa in cima alla torre più alta di questo maniero... è custodita in uno scrigno di duro legno di noce... prendetela e portatemela qui... ma fate presto, prima dell'alba o saremo perduti... così che insieme lasceremo questo luogo...”

Guisgard 03-03-2014 19.37.03

Isolde fissò Eilonwy e sorrise.
Ed anche suo figlio sorrise.
L'ingenuità della ragazza era palese circa il valore ed il significato di quel Tesoro.
Sebbene preziosissimo, nulla poteva paragonarsi al Santo Graal.
“Il Tesoro di cui parlo” disse la donna “è il leggendario Fiore Azzurro... portatemelo ed io vi libererò dalla maledizione... e con voi libererò anche il vostro amico...” rise appena “... ma vi darò un indizio per cominciare la vostra ricerca... dovete raggiungere la città della Gioia... lì troverete importanti informazioni per cominciare a cercare il Fiore...”

Guisgard 03-03-2014 19.43.16

Boyke prese quel lembo con le iniziali di Clio e lo mostrò a Gufo.
“Bene...” disse questi “... l'emissario del Senato ti attenderà al posto stabilito... gli darai questa prova...”
“Si, capo.” Annuì Boyke.
“E rammentagli” fece lo Scarlatto “che attenderemo massimo tre giorni per il riscatto. Allo scadere del terzo giorno giustizieremo la ragazza.”
“Ti rammento la tua parola, capo...” mormorò Boyke.
“Si...” annuì Gufo “... se non sarà pagato alcun riscatto, prima di ucciderla ne farete ciò che vi piacerà.”
“Ottimo!” Esclamò ridendo Boyke, per poi guardare Clio. “Sentito, dolcezza? Potrebbe essere molto divertente!”
“Prega dunque che al Senato decidano di pagare per la tua liberazione.” Rivolgendosi Gufo alla ragazza.
Ad un tratto un rumore di passi.
“Capo...” arrivando uno dei suoi mercenari.
“Cosa c'è?” Voltandosi verso di lui lo Scarlatto.
“L'emissario del Senato...”
“Cosa?” Incuriosito il capo dei mercenari.
“E' qui...”
“Come sarebbe a dire?” Turbato lo Scarlatto.
“Come ha fatto a trovare questo nostro rifugio?” Incredulo Boyke.
“Forse ti hanno seguito, idiota!” Con rabbia Gufo.
“Impossibile, capo!” Scuotendo il capo Boyke.
“Ora vengo a vedere.” Parlando Gufo al mercenario.
“No, capo...” mormorò questi “... chiede di vedere la ragazza... dice vuole essere certo che sia viva...”

Altea 03-03-2014 19.46.11

La notte può durare in eterno se in preda a pensieri negativi ma passa anche in fretta, mi staccai dalle sue labbra...Signore Iddio fa sia sincero..ti prego.
Nulla...la scure non riusciva a rompere quella catena...ci voleva una chiave custodita in uno scrigno...in una stanza in cima alla torre più alta.
Lo abbracciai..."Vado...non temo nulla...vedrai tornerò con la chiave".
Uscii dalla stanza, estrassi la spada..lui continuava a suonare e io salivo quella scala, ripida, con le mani mi tenevo tra gli stretti muri finchè arrivai in cima a quella alta torre...infatti vi era una porta intarsiata con strani disegni....la aprii lentamente..presi una torcia e feci luce, guardai ovunque, vi erano mobile e statue, finchè vidi uno scrigno di legno di noce intarsiato, e aveva lo stemma del casato, la aprii e subito una strana luce mi pervase...una luce magica e vidi la chiave.
Presi tremante la chiave ...emanava una luce speciale..lentamente uscii, sospirai, nessuno era fuori ad aspettarmi.
Ora dovevo scendere piano...Altea tieniti calma...lui ora dorme.
Entrai nella stanza di Elvet e gli mostrai trionfante la chiave, mi avvicinai a lui..."Sarò io a liberarti...e Dio sia con noi, baciando il pomello dell'elsa".
Mi abbassai, trovai una serratura...un piccolo scatto...e...la catena con l'anello si aprì.

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Clio 03-03-2014 19.52.33

Forse i senatori avevano iniziato a usare la testa? Avevano la coda di paglia dopotutto, erano stati loro a far entrare quei manigoldi in città, anche se ero quasi certa che sarebbero stati altri a prendersene la colpa.
Sarebbe stato troppo, ammettere di aver sbagliato, che il sangue di persone innocenti era sulle loro mani.
No, sarebbero stati altri a pagare. Probabilmente avrebbero dato la colpa dei disordini ai miei soldati, trucidati in un vicolo. O anche a me, perché no.
Ah, aveva ragione mio padre, mediocri burocrati.
Ma arrabbiarsi non sarebbe servito a niente. Tanto valeva rassegnarsi.
Mi chiesi chi avesse mandato il senato, se qualcuno di importante, qualcuno che conoscevo, o un messaggero qualunque.

Eilonwy 04-03-2014 00.36.07

Sbiancai come se mi avessero trafitto con una lancia. Lo sapevo, miseriaccia! Lo sapevo! E ti pareva, Eilonwy!
E adesso come faccio?
Non posso andare a prendere un' arma di Dio nascosta dai suoi Arcangeli. Elohim (Dio) mi spedirebbe subito all' Inferno se lo facessi.
"Ci penserò su. Ho bisogno di restare sola e rifletterci per un po'. Con permesso. Milady! Milord!" dopo aver sentenziato questo me ne andai.
Passeggiai per l' enorme giardino. Devo dire che era quasi immenso!
Ma come faccio?...Accidenti!....Maledizione!....No...non posso Aladiah, Gabriele, Raffaele, Michele ed Adonai (Dio) non me lo perdonerebbero mai!
Immersa nei miei pensieri arrivai a un triclinio con delle rose e dei rovi tutti attorno. Le rose le adoravo. Erano i miei fiori preferiti. Quelle rose, poi, avevano un profumo dolce e soporifero.
Non avevo neanche dormito la sera prima.
Prima di cadere sfinita dissi: "Dio....Dio ti prego aiutami!....Mandami un segno....un indizio....un sogno premonitore e aiutami!....Ti supplico!".
Quel lettino era troppo invitante e mi addormentai su esso come una bambina.

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Guisgard 04-03-2014 01.23.28

Altea girò la chiave nel pesante lucchetto che teneva chiuso l'anello di ferro, fino a quando si sentì uno scatto.
Di colpo allora il lucchetto si aprì, lasciando così scivolare a terra la catena.
Elvet rise.
Era finalmente libero.
“Mi avete liberato...” disse guardando la bella avventuriera “... grazie a voi non sono più imprigionato in questa fredda stanza...” e per la felicità strinse ancora la donna fra le braccia.
E di nuovo la baciò con passione, assaporando il dolce e sensuale sapore delle sue labbra.
Baciò la bocca, il volto, scendendo poi sul suo collo lungo e bianco, fino a sfiorarle il petto con ancora un ultimo bacio.
“Vi mangerei di baci...” mormorò piano, tra felicità e passione “... tutta... mille volte... fino all'alba... già, l'alba... lo farei davvero... se solo non temessi il malvagio guardiano di questo castello...” restò a fissare i suoi occhi chiari, con le mani che le accarezzavano i lunghi capelli biondi “... ma non c'è tempo... dobbiamo lasciare questo luogo... venite...”
Uscirono così da quella stanza, muovendosi silenziosi e furtivi tra i lunghi corridoi del maniero, fino a raggiungere la stanza di Geroa.
Elvet vi entrò e trovò la donna addormentata.
Allora la svegliò.
“Presto...” rivolgendosi a lei che lo fissava incredula “... aiutateci ad uscire dal castello... non c'è tempo...”
Lei guardò Altea ed annuì al suo padrone.
Prese una lampada e condusse i due fino alle scuderie.
Elvet e l'avventuriera montarono allora su due cavalli e galopparono via, attraversando il portone aperto loro da Geroa.
Erano finalmente fuori dal castello.

Guisgard 04-03-2014 01.32.01

Eilonwy cadde presto addormentata.
E sognò.
Sognò immagini confuse, incerte, che resero il suo riposo inquieto.
Sognò giardini che mutavano in foreste prima e in selve poi.
Sognò ombre che si aggiravano in una notte tormentata, fatta di tenebre e lamenti lontani.
Sognò poi vallate cupe e desolate, corazze strappate a cavalieri senza più vita.
E poi città deserte e castelli abbandonati.
Vide poi in quei sogni l'enigmatico volto del giovane cavaliere ed udì la voce di sir Riccardo.
Sognò infine la sua famiglia ed il suo regno.
Poi si destò.
Quei confusi sogni erano terminati.
Lei era ancora in quel giardino, accanto a quelle rose.
E aprendo gli occhi udì una voce.
Qualcuno cantava.
Era il giovane cavaliere seduto vicino ad una fontana di quel verziere.

Guisgard 04-03-2014 01.54.27

Clio, in balia dei suoi pensieri, era sempre in quella cella umida e semibuia.
Poco dopo, però, sentì ancora dei passi.
Era il carceriere.
L'uomo portò alla ragazza un po' di minestra calda e dell'acqua fresca.
Prese poi qualcosa dalla giubba.
“Ho anche una mela...” tirandola attraverso le grate “... l'ho presa di nascosto, nessuno mi ha visto... mangiatela, è dolce...” annuì “... non temete, tra breve credo proprio che la vostra prigionia terminerà... gli uomini di Gufo hanno portato qualcuno... è il messaggero del Senato, giunto qui per trattare la vostra liberazione... ma ora mangiate, bisognerà che siate in forma quando lascerete questo posto...”

Guisgard 04-03-2014 02.22.00

Gufo seguì il suo mercenario fino ad un piccolo cortile, che quei soldati di ventura adoperavano per tirare di spada e scommettere sul loro valore di spadaccini.
Qui trovò qualcuno che lo stava attendendo.
Se ne stava seduto circondato da altri uomini dello Scarlatto.
E nel vederlo Gufo restò stupito.
“Tu...” disse “... tu... cosa ci fai qui, cane? Come hai fatto a trovare questo posto?”
“Ehi, è questo il modo di trattare un vecchio amico?” Ridendo Guisgard.
“No...” scuotendo il capo lo Scarlatto “... no, certo che no... ti farò infilzare come uno spiedo ed arrostire fino a quando le tue carni non si apriranno...”
“Ho sempre trovato discutibile questo tuo gusto per la violenza fine a se stessa, vecchio mio...” sorridendo il cavaliere.
“Ora vedrai quanto so essere violento, canaglia...” con disprezzo Gufo “... prendetelo!” Ordinò ai suoi.
I mercenari obbedirono e tirarono su Guisgard, bloccandolo con forza.
“Ehi, che maniere sono queste!” Esclamò il cavaliere. “Possibile che un soldato di ventura ignori a tal punto i presupposti per mandare in porto un affare vantaggioso!”
“L'unico affare che tratterai” fece Gufo “sarà la tua anima che porterai al demonio!”
“E tu perderai ogni possibilità di guadagno!” Replicò Guisgard.
“Come puoi parlare di guadagno tu?” Con rabbia lo Scarlatto. “Visto che la tua vita tra poco non varrà uno sputo!”
“La mia forse no” fece il cavaliere “ma quella della tua preziosa prigioniera si invece!”
“Cosa vuoi dire?”
“Sono stato inviato qui dal Senato” rispose Guisgard “per trattare la liberazione della ragazza...”
“Menti!” Lo zittì Gufo. “Non affiderebbero mai ad uno come te una trattativa così importante!”
“Allora perchè credi sia qui?”
“Non mi interessa!” Rispose lo Scarlatto.
“Sai bene che il mio unico intento” spiegò Guisgard “è quello di andare via da questa terra... lo sai più di chiunque altro... a me interessa solo la mia libertà... e per riaverla ho dovuto accettare questo incarico... pensi che mi interessi qualcosa di quella sciocca ragazza? O di te e di tutto il resto? Ma ho dovuto accettare. Mi hanno promesso in cambio la libertà... a patto però di fare da tramite fra voi e loro... in pratica non volevano mettere in pericolo i loro soldati... probabilmente ai loro occhi la mia vita non vale poi tanto...”
“Perchè dovrei crederti?”
“Perchè non ho motivo di venire qui a trattare per il Senato...” disse Guisgard “... sono stato costretto a farlo...”
Gufo lo guardò con sospetto.
“Ma in verità” continuò il cavaliere “voglio proporti un affare...”
“Quale affare?” Domandò lo Scarlatto.
“A te il denaro, tanto denaro, con in più la ragazza...” annuendo Guisgard “... e a me, naturalmente, la libertà...”
“Continua...” con diffidenza Gufo.
“Prima forse bisognerà bere qualcosa...” tornando a sorridere il cavaliere “... ho anche qualcosa qui con me... il sigillo del Senato di Afravalone... come prova che dico il vero...”
Boyke prese quel sigillo e lo controllò con attenzione.
“E' autentico, capo...” fissando poi Gufo.
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Altea 04-03-2014 15.56.06

Lo seguivo per quei corridoi, una corsa verso il Tempo...eppure mi chiedevo come poteva essersi innamorato subito così...forse era questo il segreto dell' Amore?
Rimanevo vicino a lui...ero stupita della sicurezza delle sue mosse...come se sapesse già cosa fare, Geroa pure era pronta a eseguire gli ordini...tutto avvenne in fretta.
Stavano prendendo i cavalli quando mi avvicinai ai fiori sorridendo e pensando.."Milord..io amo le rose ma non sono i miei fiori preferiti, ognuno gioca le sue carte, io amo la orchidea che chiamo Tesoro di Oriente perchè cresce in terreno brullo, è quasi indipendente, ma riesce a fiorire improvvisamente e con fiori straordinari".
Tolsi la rosa dai capelli e presi una orchidea che stava quasi sbocciando e la misi sui miei capelli..come asseriva lui..un Fiore che sboccia è una nuova vita.
Elvet portò i cavalli, saliti in groppa Geroa aprì il cancello e i cavalli iniziarono la loro veloce corsa...correvano veloce, seguivo Elvet...e voltandomi vedevo il maniero farsi quasi ombra..."Milord Elvet" dissi avvicinandomi a lui sorridendo e lanciandogli una spada con la effige sull'elsa del suo casato.."questa è vostra, avete visto ho pensato a tutto..un cavaliere, presumo, come voi non può girare disarmato..ma ditemi sapete dove andare? Oppure andiamo dall' Abate Nicola."
Volevo sapere tutto di lui, della sua famiglia e di ciò che successe nel maniero e del maleficio..ma ora si doveva fuggire...non sarebbe stato facile ora..cosa sarebbe successo? Lo guardavo e osservavo il suo volto attento e pensieroso.

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Clio 04-03-2014 16.38.57

Sorrisi a quella premura dell'uomo.
"Siete un carceriere fin troppo buono, grazie.." Mangiai la mela e la minestra. Aveva ragione, dovevo essere in forma.
"Cosa ci fa una persona gentile con quella banda di briganti?" Chiesi, con un sorriso.

Guisgard 04-03-2014 19.14.58

Elvet sorrise ad Altea e prese la spada che l'avventuriera gli aveva passato.
Ripresero poi la loro corsa, intenzionati ad allontanarsi il più possibile dal castello.
I cavalli correvano veloci, come se conoscessero ogni passo di quella foresta.
Alla fine, dopo aver attraversato un cupo e brullo sperone roccioso, seguito poi da un profondo dosso che sembrava scendere fin nel ventre di quell'ancestrale e lussureggiante scenario, si ritrovarono presso un cristallino ruscello che le piogge avevano reso corposo e pieno, ma non tanto non da non essere attraversato in sella a fieri cavalli.
E dall'altra sponda del ruscello Elvet fece fermare i loro destrieri.
“Ecco...” disse “... pochi minuti per far riposare i cavalli e poi riprenderemo il cammino... dobbiamo cavalcare fino a raggiungere un villaggio o un borgo lungo la strada... e farlo prima dell'albeggiare...” guardò poi Altea “... no, non permettete ad altri fiori di oscurare la vostra bellezza...” togliendo l'orchidea dai capelli di lei “... di fiori ne avete avuti abbastanza... e poi non vi è fiore che può stare al pari del vostro fascino...” accarezzò il suo viso e la baciò di nuovo.
Stavolta il bacio fu ancora più lungo, più intenso, più forte.
Elvet la baciò con la passione di chi a stento riesce a frenare il suo ardore.
E mentre le sue labbra assaporavano quelle di Altea, le mani del giovane accarezzavano ovunque il corpo di lei, quasi sentendone ogni forma, disegnando così al tatto la statuaria bellezza dell'avventuriera.
“Riprendiamo il cammino...” mormorò piano e dolcemente.
Un attimo dopo i loro cavalli furono di nuovo lanciati al galoppo.

Guisgard 04-03-2014 19.22.50

“Perchè bisogna pur vivere...” disse il carceriere a Clio “... ho moglie e bambini e mi occorre denaro...” annuì “... comunque, se tutto andrà liscio, quegli uomini non vi torceranno un capello...” sorrise appena, come a volerla confortare.
Intanto, nel cortile di quell'edificio, Guisgard discuteva con Gufo ed i suoi mercenari.
“Allora siamo d'accordo.” Disse il cavaliere.
“Un momento...” mormorò Boyke “... non è chiaro per niente quale sia il tuo intento...”
“Vi ho detto...” fece Guisgard “... io voglio lasciare questa terra e riottenere la mia libertà... a voi resterà il denaro e la ragazza.”
“E cosa daremo allora in cambio ai senatori?” Chiese Boyke.
“Qualcun altro...” rispose Guisgard.
“Davvero?” Sospettoso Boyke. “E chi?”
“Un sosia.”
“Ah, questo ha la testa piena di utopie!” Esclamò Boyke.
“Niente affatto.” Replicò Guisgard. “Lo scambio avverrà di notte e col favore delle tenebre non sarà difficile ingannare gli intermediari del Senato.”
“Tutte sciocchezze!” Scuotendo il capo Boyke.
“Aspetta, lascialo finire...” intervenne Gufo “... vi è del buono in ciò che dice...”
“Prenderemo una prostituta dalla vaga somiglianza con la ragazza...” spiegò il cavaliere “... dopotutto, per fortuna, le bionde dagli occhi chiari non scarseggiano...” sorrise “... un cappuccio ed il buio della sera faranno il resto...”
“E se il tutto fallisse?” Fissandolo Boyke.
“Non fallirà.” Sicuro di sé Guisgard. “Non falliremo.” Rise appena. “Ora però voglio accertarmi delle condizioni del nostro prezioso ostaggio.”
“Sta bene...” sbottò Boyke.
“Meglio così.” Annuì il cavaliere. “Detesto vedere le donne maltrattate. Avanti, portatemi da lei.”
“Conducilo da lei, Boyke.” Ordinò Gufo.
Il mercenario obbedì e portò Guisgard alla cella di Clio.
Giunti là, il cavaliere si avvicinò alle sbarre e guardò la ragazza.
“State bene?” Chiese alla prigioniera.

Altea 04-03-2014 19.29.05

I cavalli correvano veloci, attraversammo addirittura un ruscello per fortuna non molto pieno finchè la corsa si arrestò per abbeverare e far riposare i cavalli...mi tolse il fiore dai capelli e rimasi perplessa dal gesto, poi si avvinghiò addosso a me in una forte morsa senza lasciarmi via di scampo..sentivo le sue mani troppo addosso, mi staccai e sorrisi..."Milord Elvet..non pensate di correre un pò troppo..prima di concedermi totalmente a voi devo pure conoscervi...limitiamoci ai baci" e sorridendo gli stampai un bacio sulle labbra.
Dovevamo riprendere prima albeggiasse e risalimmo sui cavalli alla ricerca di un paese e un borgo...rimasi perplessa mentre i cavalli correvano..."Ditemi, vi riaddormenterete all' Alba fino al Tramonto..perchè vi è stato inferto questo maleficio e che rimedio vi è a questo?".

elisabeth 04-03-2014 19.35.03

Daizer faceva domande....il duca l'Arciduca.....il borgo......andavo avanti e indietro....camminavo nervosa mentre il prete e Daizer parlavano...mentre si faceva il punto della situazione.........il Borgo di Leiman....il Castello...." i Morti parlano, consigliano......e chiedono aiuto.....certo , magari non e' semplice comprenderlo, ma c'e' sempre una soglia che agevola il passaggio.......ho un sorella che vive da quelle parti si chiama Isolde.....diciamo che io sono il giorno e lei la notte.....nel senso puro del significato.......non ci amiamo molto, ma il sangue unisce.....dunque dovremo dare degna sepoltura...e magari la rivedro' dopo anni...chissà dove ci porterà questa storia......bene.....ci conviene andare.......gli dia la sua benedizione Padre......."...indicai con la testa Daizer....e con l'ansia nel cuore uscii fuori dalla Chiesa....mi sentivo indecisa...Daizer poteva anche andare via...in verità il suo compito era finito.......ma io avevo un gran bisogno di lui.......e questo non lo avevo mai provato.......

Clio 04-03-2014 19.56.27

Non appena vidi arrivare quel Guisgard, dapprima spalancai gli occhi, poi, senza che potessi evitarlo, scoppiai a ridere.
Mi ci volle un po' per fermarmi.
"Voi? Il messo del senato, voi? Non eravate tornato da Gufo? Vedo che questi mercenari sono davvero una frana a controllare i propri schiavi.." dissi, senza smettere di ridere "Mi chiedevo quale miracolo avesse fatto agire i senatori con buonsenso.. ma questa poi.." scossi la testa "Non imparano mai, mai.. che razza di stupidi.. Quando lo capiranno che non si delegano certe cose? Idioti" sorrisi "A meno che non l'abbiano fatto apposta, allora capisco..".
Ma nonostante la rabbia, riuscivo solo a ridere. Era surreale, venivano traditi da degli estranei, e affidavano le trattative per la mia liberazione ad un estraneo.
Lo guardai dritto negli occhi, tornando seria "E secondo voi io dovrei bermi la storia che siete qui per curare l'interesse mio e del senato?" senza distogliere lo sguardo "Comunque io sto bene, per quanto possibile... Per adesso almeno..".
Come si poteva essere così stupidi? Dovevano mandare uno dei miei, non uno schiavo che voleva solo scappare.

Eilonwy 04-03-2014 22.56.59

Mi svegliai inquieta e turbata da quei incubi confusi e surreali.
All’ improvviso, le mie orecchie percepirono cantare il “cavaliere” Flees.
Il suo canto non era male, ma avrebbe, in ogni caso, avuto bisogno di varie lezioni da un menestrello.
Poi, alla mente mi tornarono le parole di sua madre Isolde e il Fiore Azzurro. Se pensava che io fossi così ingenua e stupida da darglielo, si sbagliava di grosso! Io sono piu’ astuta ed intelligente di quanto non sembri.

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Scommetto che mi ha assegnato questa missione perché le hanno riferito che io sono la Chiave del Fiore Azzurro della Tylesia. Sennò, non avrebbe mai incaricato una semplice mortale di una cosa del genere. Ne ero sicura!
Comunque, avrei preferito rimanere maledetta o morire pur di non dargli un tesoro tanto prezioso, sacro e potente fatto da Dio stesso.
Mi avvicinai a Fless e sbeffeggiandolo gli dissi: “Volete piantarla con questo strazio e con questa lira!?!...Chi pensate di essere?...Orfeo, per caso?”.

Guisgard 05-03-2014 17.59.56

“Benedirò entrambi...” disse il prete ad Elisabeth, per poi segnare lei e Daizer più volte sulla fronte, sul petto, sui palmi delle mani e sulle gambe.
Era una benedizione particolare che i normali sacerdoti non impartivano.
Poi, la maga ed il contrabbandiere uscirono dalla chiesetta.
“Bene...” fece Daizer “... ora non ci resta che tornare dai due monaci e raccontare loro tutta questa storia di sogni e defunti...” scosse il capo “... e mi chiedo a quanto di tutto ciò crederanno quei due religiosi...” poi fissò Elisabeth “... cosa avete? Mi sembrate turbata, inquieta... direi anche malinconica... cosa c'è? Forse questa storia di morte vi ha angosciata e rattristata?”
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Guisgard 05-03-2014 18.04.02

Elvet annuì a quelle parole di Altea.
“Si...” disse “... all'alba io cadrò ancora in quell'innaturale sonno... purtroppo non basta uscire da quel castello... la maledizione continuerà a perseguitarmi fino a quando colei che mi ha imposto questo incantamento non deciderà di scioglierla...” rispose con un bacio a quello di Altea e ripresero a cavalcare attraverso la foresta “... ma non permetterò che giunga l'aurora senza aver trovato un luogo in cui nasconderci... voglio sapervi al sicuro per quando mi addormenterò ancora...”
Alla fine, poco prima dell'albeggiare, intravidero da lontano alcune luci.
Era un borgo che a fatica spuntava tra la fitta vegetazione.
E dal campanile della sua chiesa si udivano le campane che annunciavano il Mercoledì delle Sacre Ceneri.
“Siamo salvi...” mormorò Elvet.

Guisgard 05-03-2014 18.06.41

Flees smise di cantare e rise a quelle parole di Eilonwy.
“Forse Orfeo” disse divertito “potrebbe esservi utile, damigella... visto che il vostro viaggio alla ricerca del Fiore sarà pieno di insidie. Non si sa mai come può finire...” le fece l'occhiolino “... comunque vi conviene trattarmi bene... infatti mia madre mi ha incaricato di venire con voi alla ricerca del Fiore, come vostro custode... dunque la vostra incolumità dipenderà da me... ed io mi sento motivato a difendere solo le donzelle socievoli e particolarmente affabili...” annuì “... partiremo appena vorrete, amica mia...” ridendo di nuovo.

Guisgard 05-03-2014 18.14.31

A quella sonora risata di Clio, Guisgard sorrise appena, si massaggiò una guancia e poi fece un passo in avanti verso le sbarre.
“Molto probabilmente” disse “siete così presa dal voler apparire sempre e comunque simile ad un uomo che non riuscite a smettere neanche quando la cosa è palesemente fuori luogo.” Annuì. “Vi rivelerò un segreto... a me di voi, del Senato, di questi mercenari e della vostra causa non interessa un bel niente. Sono qui perchè mi ci hanno costretto. E per quanto può sembrarvi assurdo è l'unico modo per riavere la mia libertà, visto che i vostri cari senatori credono fermamente che io sia l'unico in grado di far da tramite con questi gentiluomini.” Indicando Boyke che gli stava accanto.
“Poche chiacchiere voi due.” Mormorò il mercenario.
Ma proprio in quel momento il carceriere lo chiamò.
Boyke allora lo seguì, allontanandosi.
“Avanti, per qualche volta potreste anche sforzarvi di apparire un tantino femminile...” sarcastico Guisgard a Clio “... non so, qualche lacrima di paura, un sospiro di rassegnazione, magari immaginando il vostro principe azzurro che corre a salvarvi col suo cavallo bianco...” le fece l'occhiolino “... già, ma voi non siete dama da simili smancerie... anzi, voi neanche vi sentite una dama...” guardò nel corridoio per accertarsi che Boyke non stesse tornando “... ora ascoltatemi, bellezza...” tornando a fissare la ragazza “... so di non farvi impazzire e voi non mi piacete più di quanto io non piaccia a voi... so anche che sognavate di vedere qualcun altro al mio posto qui, pronto a salvarvi... ma le cose non sempre vanno come vogliamo... dunque faremo buon viso a cattiva sorte... se vi interessa uscire viva da qui dovete fare tutto ciò che vi dirò... perciò, oltre a detestarmi dovrete anche fidarvi di me... siamo entrambi sulla stessa barca... a voi interessa tornare a giocare a fare la Clorinda e a me di lasciare questa terra e riprendere il mio viaggio... e per riuscirci abbiamo una sola possibilità... uscire vivi da qui... intesi?”
Ma proprio in quel momento si sentirono dei passi.
Un attimo dopo Boyke ritornò.
“Beh, hai potuto controllare che sta bene, no?” Fissando Guisgard. “Andiamo adesso... sono curioso di conoscere il tuo piano...”
“E' sempre un onore suscitare la curiosità di uno come te, amico mio.” Ridendo il cavaliere.
“Non sono tuo amico, feccia!” Rispose il mercenario.
“Oggi non risulto troppo simpatico, vedo...” mormorò Guisgard, per poi voltarsi a fissare ancora una volta Clio.
Un momento dopo andò via con Boyke.


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