Le lettere di per sé non erano granché, ma potevano comunque essermi utili.
Dovevo avvisare il satiro, dirgli che stavo andando a prenderlo.
Ma poi una lettera attirò la mia attenzione.
Ancora il merlo...
Guisgard, quella figura.. c'erano merli d'appretto.
Dovevo scoprirne di più, trovare il modo per spiare i pensieri del capo ora diventava importante.
Intanto mi misi a studiare la mappa della prigione... del manicomio.

Gli sorrisi dolcemente e cercai di non arrossire a quello sguardi intenso su di me.
"Buonasera. Prego, accomodati" dissi cordiale invitandolo con una mano.

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Elv si stropicciò gli occhi, si sgranchì le braccia ed accolse Gwen con un ampio sorriso.
“Adoro il profumo del caffè al mattino...” disse “... dormito bene? Almeno per quel poco che si è riposato?” Facendole l'occhiolino.

Clio memorizzò, contrassegnò, sottolineò ogni passaggio, varco, tunnel, cantina, vano, passamano, scala e porta del manicomio.
Aveva bisogna di poter essere come l'aria, poter entrare ed uscire da lì come l'aria.
Intanto albeggiava.

Mi piaceva osservare ogni suo movimento, ogni suo gesto, anche quello di stropicciarsi gli occhi, prima di accogliermi fra le sue braccia ed io non me lo feci ripetere due volte.
Sorrisi ampiamente e felicemente divertita, poi annuii mentre gli spostavo una ciocca dal viso.
"Benissimo" risposi, prima di baciarlo di nuovo.

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Pier guardò per un lungo istante Nyoko.
La guardò tutta e lei, nei suoi occhi chiari, lesse tutto il desiderio e l'impeto di lui.
Entrarono ed il poliziotto prese posto fra loro.
“Un poliziotto...” disse Jeffrey “... è davvero un mestiere così pericoloso come si vede in nei film e nei telefilm?”
“Posso dirvi” fece Pier “che film e telefilm non sono mai attendibili.”
“Desidera qualcosa da bere?” Chiese il cugino.
“Oh, si...” Pier lanciando un'occhiata inequivocabile verso Nyoko “... certo... un Martini con ghiaccio andrà più che bene... grazie...” sorridendo.

Notai il suo sguardo su di me e decisi di ignorare la voglia matta di gettarmi addosso a lui. Prendemmo posto e lo vidi già interagire con il cugino di Jeffrey. Tuttavia ero ansiosa e preoccupata. Dovevo stare attenta e far finta di amare mio marito, anche e soprattutto per la sua sicurezza.
"Eddire che eri considerato sfigato" dissi unendomi alla discussione.

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La notte trascorse così, nella pianificazione della prossima mossa.
Resisti satiro, sto venendo a prenderti...
Preparai ogni cosa, ogni passaggio, pertugio e qualunque informazione mi potesse essere utile nel programmare l'evasione di Daniel.
Ma non c'era solo quello, c'era altro su cui dovevo indagare.
Il merlo...
Già, il merlo.. continuavo a vedere quella faccia, l'assassino dei miei corrieri.
Poteva essere una coincidenza che il capo avesse quel merlo nei pensieri? Avevo percepito qualcosa di intenso, oscuro e macabro nei suoi pensieri.
No, non poteva essere un caso.
Albeggiava, così andai a dormire un paio d'ore, per poter essere pronta a un'altra lunga giornata.

La voce di Altea e Guisgard abbandonò quel ricordo.
“Noto” disse sorridendo “che lei ama molto i merli, visto ne parla spesso...” guardò poi il Lagno “Sta albeggiando... e credo sia meglio andare... lei deve tornare al suo lavoro ed io al mio.” Ridendo piano.

Elv sorrise e rispose a quel bacio di Gwen con passione.
Ma ad un tratto squillò il telefono.
“Si...” disse il giovane medico dopo aver sbuffato per essere stati interrotti “... pronto?” Poi la sua espressione mutò. “Mi spiace, non credo sia possibile...”

Pier guardò Nyoko e sorrise.
“Oggi non si direbbe...” disse la moglie del cugino “... lei uno sfigato? Proprio no...”
“Da piccoli si è spesso ragazzi particolari” fece Pier “e talvolta gli altri ne approfittano.”
“Eravate molto amici a scuola?” Chiese Jeffrey a sua moglie.

Clio andò a riposare e dormirò qualche ora, per poi svegliarsi verso metà mattinata.
Poco prima dell'apertura dell'agenzia matrimoniale.

"Io..i merli.."ridendo "No, fino a pochi giorni fa diciamo non me ne occupavo molto, poi ho conosciuto lei, Guisgard, e ecco li vedo ovunque".
Alle sue parole sospirai.."Già dobbiamo tornare ognuno al proprio posto, solo il mio è più pericoloso...devo andare in agenzia dal mio Capo e poi trasferirmi nella villa dello scrittore..mi ha detto il Capo devo lavorare giorno e notte, non ho potuto rifiutare..ma ci sentiremo vero? Ovvio posso uscire" gli diedi pure il biglietto con l' indirizzo dello scrittore mi aveva dato Volpe.."Non mi lasci sola..ho bisogno di aiuto" e poi come se fosse la cosa più naturale alzai la punta delle mie scarpe alte e gli posi un lieve bacio sulle labbra.."Deve riportarmi alla Orchidea Blu" e lo guardai senza dire altro, laggiù vi era la mia auto.

Si riaccese di nuovo quella passione fra noi, in quel nostro piccolo angolo di paradiso.
Però fummo interrotti ed entrambi fummo contrariati per questo, ma lui doveva rispondere.
Il fatto era che la sua espressione era cambiata quando aveva risposto ed io mi chiedevo cosa gli avessero detto di così strano per farlo reagire in quel modo.

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Altea si avvicinò per dargli un bacio e Guisgard ne fu colto alla sprovvista.
“Non era il caso...” disse lui guardandola “... non sono un uomo adatto a lei...” prese il biglietto “... magari mi farà avere un libro autografato da questo scrittore.” Sorridendo.
Raggiunsero l'auto e tornarono all'Orchidea Blu.
“Le auguro buona fortuna per il suo caso.” Guisgard alla detective.

Salimmo in auto e risi e lo guardai.."Non si preoccupi..nessun uomo è adatto a me..io vivo nell' ombra, devo vivere nell' ombra..che futuro potrei avere con un uomo..nessuno..però se vuole possiamo essere buoni amici, io non ho nemmeno quelli..ho dovuto togliere pure quelli..vuole diventare mio amico..oh non amico come si diceva nell' Amor Cortese" e nel frattempo presi la valigetta che avevo nascosto in auto, senza dire nulla.."Mi auguri di sopravvivere" furono le ultime parole.
Arrivammo all' Orchidea Blu e sorrisi nuovamente, forzatamente.."Arrivederci Guisgard" aprendo lo sportello dell' auto.

Elv mise giù il telefono e restò a guardare Gwen con uno sguardo enigmatico e l'espressione contrariata.

Guisgard sorrise.
“Eppure” disse ad Altea “potrei trovarle l'anima gemella se lei volesse. Magari venga all'agenzia.” Divertito. “Certo che saremo amici... e stia in guardia, i raccomando...”
E restò a guardarla mentre andava via.
Poi lui fece lo stesso, diretto al Blaue Blume.

Mi svegliai di buon mattino, e mi preparai la colazione come sempre.
Si avvicinava l'ora di andare al lavoro, e decisi cosa indossare.
Visto come si stavano mettendo le cose, e quello che dovevo scoprire sul merlo, decisi di puntare sull'artiglieria pesante.
C'è un motivo se mi chiamano Ishtar, e non solo perchè a differenza della maggior parte dei membri di Uaarania io non ero affatto atea ma avevo una religiosità ben più antica del cristianesimo, non solo perchè è la dea della guerra e nessuno mi sta al pari in battaglia, no.. Ishtar è molto di più.
Ishtar è la dea dell'amore, della seduzione.
Beh, io non ho mai conosciuto veramente l'amore ma... tutto torna utile.
Allora mi vestii leggermente più sensuale del giorno prima, non esageratamente, perchè se c'è una cosa che non sopporto è chi esagera.
Tra un sottile velo di seduzione e la volgarità il passo è breve, molte donne credono che basti spogliarsi, una scollatura, delle gambe in bella vista.
Oh no, ci vuole molto di più... un uomo davanti a una donna che sa il fatto suo, abbassa le difese, e per me è più facile entrare nei suoi pensieri.
Quei pensieri che dovevo assolutamente scrutare ancora, per vedere che cosa nascondesse.
Prima di uscire però scrissi a Freda dicendole se poteva passare in agenzia in giornata.
Poi presi la macchina e mi avviai all'agenzia.

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Non mi piaceva la sua espressione, proprio per niente.
Qualcosa non andava, sennò non sarebbe rimasto lì a fissarmi in quel modo.
"Cos'è successo?" chiesi, con voce incerta.

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"No grazie..non intendo avere un' anima gemella, sono abituata a rimanere sola..mi raccomando pure lei coi merli" ridendo.
Scesi e salii in auto ma prima di andare via gli mandai un sms..
"Saremo ottimi amici, ci conto..davvero, lei è l' unica persona con cui parlare, mi contatti quando vuole e per qualsiasi motivo..e la prossima volta le porterò..il libro con l' autografo. Buona giornata, Altea".
Mi diressi a casa e feci una doccia veloce e presi la valigia, mettendo dentro alcuni vestiti, lasciai Black al mio vicino di casa e mi diressi verso la Metropolitan Agency dove mi aspettava la Volpe e Sam ed entrai.
"Buongiorno a tutti" sfoderando quel sorriso che in realtà era sempre falso, ma un buon detective sapeva recitare bene.

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Clio arrivò elegante e sensuale in agenzia e subito Tysson guardandola cominciò a sbavare, tentando di farle qualcuno dei suoi sterili complimenti.
Poco dopo arrivò Feda, che subito si avvicinò incuriosita e speranzosa alla bella psicologa.
Infine arrivò anche Guisgard, che salutò tutti ed andò nel suo ufficio.

“Una donna” disse Elv a Gwen “ha chiesto di te... ti ha cercata in clinica e le hanno dato il mio numero... ma non pensarci... credo si tratti di uno scherzo, o comunque di nulla di buono...”

Altea arrivò in agenzia e proprio in quel momento ricevette un sms di Guisgard:

“Mi tenga informato sugli sviluppi del suo caso.
In bocca al lupo.”

Il capo diede le ultime indicazioni alla detective e Sam e li lasciò andare.
I due si avviarono così in auto verso la casa dello scrittore, situata in campagna.
“Che tipo” disse Sam “di uomo è questo Monter? Tu cosa pensi di lui?”

"Una donna?" chiesi, stupita "Di me? È strano, sai... Da quasi quattro anni non vedo i miei, non sono più venuto a trovarmi in clinica, chi può essere?" ero un po' spaventata, ma anche curiosa.
Chi poteva mai essere?

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Risposi senza farmi notare a Guisgard..

"Sicuramente..ho dei dubbi su quel Monter..non me la racconta giusta, ci sentiremo spesso poichè ho bisogno del suo aiuto, mi deve aiutare Guisgard ma perchè dobbiamo far tornare la città sicura..ci reincontreremo"

Dopo le direttive di Volpe salimmo in auto e ci dirigemmo verso la casa in campagna dello scrittore.."Che tipo è? Un uomo sbruffone e borioso...tieniti pronto dovrai stare a sua disposizione come se fossi un suo giocattolo. Non so, ha detto per ora non può scrivere per via di questi nemici di cui non sa la provenienza o chi siano..e io dovrò scoprirlo. Scrive libri sulla società moderna, non ho mai letto suoi libri..nemmeno lo conoscevo tanto famoso pensa di essere..però..tu devi stare attento al nipote, un certo Rio..non parla mai, se ne sta zitto e ti guarda..io non sono convinta Sam, secondo me vi è dell' altro sotto...".
Arrivammo alla casa e suonai, dovevo parcheggiare l' auto dentro ovviamente.

Arrivai in agenzia e andai nel mio ufficio, ignorando completamente i complimenti di Tysson.
Quello era fastidioso più delle zanzare in estate.
Poi arrivò anche Freda e la feci accomodare, sempre nel mio ufficio.
"Come sta oggi, posso offrile un caffè?" sorridendo, gentilmente, per poi porgerglielo.
Mi sedetti alla mia scrivania, e guardai la ragazza.
Non avevo voglia di star lì a fare giri di parole, percui le sorrisi.
"Ho studiato a lungo il suo caso, e ci possono essere delle novità.." guardandola "Però non deve farne parola con nessuno, intesi?" con lo sguardo intenso e deciso "Con nessuno intendo nemmeno con i miei colleghi, se mi chiederanno qualcosa io dirò loro che sto cercando di farla andare avanti, e cose così..".

Sorrisi a quelle parole di Pier e lo guardai appena immaginandolo ai tempi del liceo... No, non riuscivo ad immaginarlo sfigato come detto, assolutamente no.
"Beh..." dissi alla domanda di Jeffrey.
"Più o meno. Ci conoscevamo poco" dissi un po' timidamente.

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“Una fanatica.” Disse Elv. “Solo una fanatica. Meglio non pensarci più.” Sentenziò.
Il suo umore era però cambiato, la sua espressione appariva seria, quasi cupa.

Altea e Sam arrivarono alla villa di Monter.
Furono accolti dal suo maggiordomo e condotti in giardino, dove lo scrittore stava scrivendo.
“Eccovi.” Disse ai due detective. “Vi aspettavo. Cosa bevete?”

Feda guardò Clio stupita.
“Allora...” disse “... dobbiamo fidarci solo l'una dell'altra, giusto?” Guardando poi Tysson che andava nell'altro ufficio, lasciandole così sole. “Mi dica tutto, la prego...”

Pier sorrise.
“Eh, la cara Nyoko” disse “faceva girare la testa a tutti... era la più carina della classe... anzi, molto più che carina... era sin da allora una bellezza particolare... una bellezza che ho sempre definito selvaggia... forse perchè nei suoi occhi ho visto sin da subito la libertà...” guardando Nyoko.
“Parole molto belle...” la moglie del cugino.
“Già... concordo...” vagamente infastidito Jeffrey.

Rimasi in spiazzato silenzio a quella sentenza irremovibile ed inopinabile.
Non lo conoscevo da molto, certo, ma era comunque strano vederlo in quel modo.
Serio, quasi cupo.
Mi avvicinai silenziosamente a lui di spalle, cingendogli il collo con le braccia e rimasi lì, senza una parola.
"Mangiamo qualcosa?" dissi piano, dolcemente "Il caffè si sarà freddato" ridacchiando, per stemperare un po' la tensione.
Intanto, la mia curiosità cresceva.

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Fummo accolti dal vecchio maggiordomo e ci sedemmo.."Scusateci se vi abbiamo fatto aspettare, lui è Sam e sarà la vostra guardia del corpo..per me un succo fresco alla frutta" osservai la stanza "Dunque diteci esattamente cosa dobbiamo fare..a proposito non mi ha detto su chi lei sospetta ".

Lo guardai e arrossì appena a quei complimenti. Il cuore provò una nuova sensazione, bellissima come solo lui poteva darmi. Ma tutto si spense quando mio marito apparve infastidito a quelle parole.
"Oh, non esagerare" dissi sorridendo appena.

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Mi alzai per chiudere la porta, visto che si era intravisto Tysson passare.
"Esatto..." annuendo "Voglio aiutarla, perchè credo nell'amore oltre ogni ostacolo, per adesso qui non sanno niente del suo caso, e preferisco resti tra noi, non ho idea di come potrebbero prenderla..." guardandola seria.
"Posso spiegarle poco, meno sa meglio è, mi creda... lei prepari solo una via di fuga per voi due, può farlo?" dolcemente.
"Inoltre le chiedo di scrivere una lettera, una lettera come al solito, ma inserisca questa frase..." porgendole un foglietto.

Si dice che la dea dell'amore ascolti le preghiere degli innamorati, Ishtar ascolterà le nostre in una notte unica e speciale, permettendoci di essere di nuovo insieme.

"La può girare con parole sue, ma è fondamentale che la scriva.." le spiego "Sa in quanto tempo le lettere gli vengono consegnate?".

Elv sorrise appena a Gwen, annuì ed insieme andarono in cucina per fare colazione.

Monter fece portare da bere per Altea e Sam e con cordialità li mise a loro agio.
“Sospetto di qualche mio lettore...” disse “... gente bigotta che non accetta il tema dei miei libri... nel mio ultimo romanzo ho raccontato la storia di un prete pedofilo... e questo credo non sia andato giù... vi rendete conto? Vogliono limitare la libertà di espressione!”

Pier sorrise a Nyoko e non aggiunse altro.
“Venite, la cena è pronta.” Disse la moglie del cugino.
“Immagino tu voglia sederti accanto al tuo compagno di classe, no?” Chiese Jeffrey a sua moglie.

La moglie del cugino ci chiamò a tavola e insieme ci alzammo per prendere posto.
"Vicino?" dissi guardando mio marito un po' terrorizzata. Voleva mettermi alla prova? Guardai un attimo Pier per poi guardare di nuovo mio marito. "Non so, posso sedermi anche di fronte, nessun problema" dissi forzando un sorriso.

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