“Può darsi...” disse Carter a Gwen “... ora sta arrivando la polizia, raccoglierà testimonianze e comincerà le indagini... noi racconteremo tutto e magari ciò li aiuterà...” annuendo.
“Vivere qui con questo orrore deve essere davvero impossibile.” Fece Elv.
“Oh si...” preoccupata la moglie di Carter.
Si sentì la polizia arrivare.

Pavel si fermò e guardò Nyoko.
“Non può trattenere qui questo ragazzo contro la sua volontà.” Disse Stainyus alla ragazza. “Potrei denunciarla.”

Quell'abbraccio e poi quella carezza sensuale sulla sua mascolinità strapparono un gemito al rampollo.
“Ecco io...” disse toccando timidamente ed in modo goffo i seni di Altea “... io non sono molto pratico... devi guidarmi tu...” paonazzo e timido.

Annuii all'uomo.
Sì, speravo davvero che la polizia facesse qualche progresso, non si poteva permettere che la gente continuasse a morire, soprattutto in quel modo brutale e ingiustificato.

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Sentii i suoi gemiti, il suo respiro affannato...provava piacere e molto, mi chiedevo come mai nonostante fosse eccitato e voglioso non riusciva a lasciarsi andare...sembrava quasi colpito da un incanto, se qualcuno ci avesse creduto...certo è un Taddei, sarà il Gufo..ma Altea sono leggende.
Gli sorrisi e presi il suo volto portandolo al mio baciandolo intensamente con impeto per poi alzarmi e mi misi a cavalciani su di lui.
"Avanti..." portandolo verso il mio seno con delicatezza..."Fai ciò che vuoi, chiudi gli occhi e lasciati andare, non posso farlo io per te" e nel frattempo iniziai a stuzzicare la sua prorompente virilità.

"Chiediamo a lui se vuole restare qui o venire con lei che neanche si ricordava della sua esistenza!" gli dissi severa per poi avvicinarmi a Pavel.
"Vuoi andare con lui?" chiesi con voce dolce.

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Carter finì il suo tè, poi chiese a Gwen e ad Elv di andare a dare un'occhiata all'auto per ripararla.
I due giovani così condussero l'uomo all'auto.
Videro la polizia che si aggirava per le casupole, facendo domande a varie persone.
Aveva smesso di piovere sulla brughiera.
https://thebathmagazine.co.uk/wp-con...land-manor.png

Pavel guardò Nyoko, per poi chinare il capo.
“Non vorrei, ma temo di dover andare con lui...” disse.
“Bene, andiamo che è tardi.” Fece Stainyus.

Il rampollo era su di giri.
Guardava Altea nuda, la guardava tutta.
Lei lo portò verso il suo seno e lui subito cominciò a baciarlo, prima piano poi sempre con più avidità, arrossendo di brutto.
Baciava quel seno bianco, succhiandolo e giocando con la lingua sul capezzolo, mentre la stilista stuzzicava e provocava il suo membro sempre più vigoroso.

Dopo aver finito il tè, conducemmo Carter alla macchina.
La polizia ovviamente girava lì nei dintorni, a causa di quell'altro morto e senza la pioggia questo posto era davvero delizioso.
E lo sarebbe stato ancora di più, senza il pericolo di uno psicopatico in giro.

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"Se non vuoi non sei obbligato a farlo, Pavel" gli sussurrai preoccupata per lui e per cosa avesse in serbo per lui quell'uomo.
"Ti prego..." mi ritrovai a supplicarlo, sentendo che non doveva andare con lui.

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“Ecco, ho trovato il problema...” disse Carter con la testa sotto il cofano sollevato dell'auto “... è il radiatore...”
“Ci vorrà molto per sistemarlo?” Chiese Elv.
“No...” rispose Carter pulendosi le mani “... un'oretta circa...”
“Beh, un'oretta passa in fretta.” Elv a Gwen.
In quel momento due poliziotti si avvicinarono.
“Salve...” uno dei due “... dobbiamo farvi delle domande... siete tutti del posto?”
“No, solo io...” fissandoli Carter “... conoscevo il povero Sir Blake... passava talvolta qui quando era diretto al mercato agricolo della zona.”
“Voi non avete mai avuto rapporto con Sir Blake?” Uno dei poliziotti rivolto a Gwen e ad Elv.

“Io...” disse Pavel fissando Nyoko.
“Andiamo, Pavel.” Stainyus. “E' tardi, dobbiamo andare. Vuoi forse deludermi?”
“No...” il ragazzo scuotendo il capo.
“Allora andiamo.” Aprendo la porta.
In strada c'era agitazione.
“Cosa sarà successo?” Incuriosito Pavel.
“Non è affar nostro.” Sentenziò Stainyus.

Gli presi una mano e la intrecciai alla mia, cercando di mantenere la sua attenzione su di me.
"Pavel... Se te ne vai... Mi prometti che tornerai?" gli chiesi sentendomi gli occhi bagnarsi per la prima volta di lacrime.
Non so ancora perché, ma il dovermi separare da lui mi faceva paura... E non era semplice protezione... Io... Volevo che rimanesse con me...
"Va bene? Me lo prometti?"

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"Beh, per fortuna..." sollevata io.
Già, passava abbastanza in fretta.
Arrivò un poliziotto ed iniziò a fare delle domande sull'uomo morto, Sir Blake.
"No, noi siamo turisti, non lo abbiamo mai visto."

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Quella sensazione era stupenda, il suo corpo vicino a me, finalmente si era liberato nonostante il rossore del suo viso...ma ora io ero sua..era ciò che volevo.
Con avidità baciava e faceva suo il mio bianco seno dandomi brividi caldi che attraversavano la schiena e lasciai sfogare un gemito liberatorio..."Ti voglio" a bassa voce "E tu..?" mentre la mia bocca lenta scivolava sul petto e poi fino alla sua virilità, stuzzicandola, facendola mia con giochi sensuali di baci e bocca per poi risalire di nuovo e guardandolo negli occhi.."Mi vuoi?" forse un ordine, una supplica.

Quel gesto di Altea sulla virilità del rampollo gli strappò un lungo gemito liberatorio.
“Oh si...” disse gemendo lui, guardandola tutta “... si...” annuendo col viso rosso fuoco.

“Capisco...” disse il poliziotto a Gwen “... e come mai vi trovate qui? Non c'è molto da vedere in questo posto? Dove eravate diretti?”

“Si...” disse annuendo Pavel a Nyoko.
“Andiamo.” Stainyus.
I due allora andarono via, col ragazzo che si voltò un'ultima volta a guardare la ragazza.
Poi sparirono lungo la strada affollata da gente agitata.
Era accaduto qualcosa.

Beh? Non si poteva fare una vacanza?
D'accordo che era un poliziotto, ma si esagerava.
"In realtà ora stavamo tornando a casa, quando si è fermata la macchina. Lui è un artista e voleva dipingere alcuni scorci della brughiera" spiegai, indicando Elv "E ne abbiamo approfittato per trascorrere qui il fine settimana."

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Lo guardai andare via, mi sentivo davvero sconsolata per la sua fuga. Rimasi un attimo sull'uscio della porta, a guardare la folla che agitata, non faceva altro che un baccano assurdo.
Per la prima volta mi sembrò di avere mal di testa e sentivo il bisogno di lavarmi.
Prima di andare a farmi una doccia, scesi in strada per vedere cosa fosse successo.

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Bello...bello..quel volto rosso forse stavolta di passione e desiderio..."Si...si mi vuoi...allora fai di me quello che vuoi ora..." gli porsi una benda e gli sussurrai sottovoce "Facciamo un giochino, bendami e disegna sul mio corpo il tuo amore, provocami fino a volerti ancora di più o possiedimi" e gliela misi in mano mentre la mia bocca giocava ancora con la sua virilità turgida, forte e pulsante.
Strinsi forte, più forte...si doveva essere tutto mio e lasciai quella preda preziosa e posseduta guardandolo negli occhi aspettando li coprisse, sognando cosi mondi d'amore fantastici assieme a lui.

“Capisco...” disse il poliziotto a Gwen.
“Appena l'auto sarà pronta noi ripartiremo.” Fece Elv.
“Metteremo un posto di blocco...” l'altro poliziotto “... quindi cercate di partire prima del pomeriggio o sarete costretti a passare la notte qui.”
“Posti di blocco?” Fissandoli Carter.
“Si, vogliamo circoscrivere la zona...” spiegò il poliziotto “... l'assassino potrebbe essere ancora qui intorno.”
“Appena pronta l'auto andremo via.” Mormorò Elv. “Di certo non vogliamo restare qui.”

Nyoko uscì in strada e sentì diverse persone che parlavano di un fatto spaventoso.
Sir Blake, un nobile che viveva nella brughiera, era stato trovato morto, con la testa mozzata dal capo.

Il rampollo era su di giri, fuori di sé, incredulo di ciò che vedeva.
Altea era nuda, vogliosa, provocante e disponibile.
Lui stringeva in mano quella benda, incapace di dire o fare nulla, gemendo mentre lei giocava col suo sesso sempre più preso, più in balia della bocca di lei.
“Si... oh si...” disse godendo lui, portando poi la benda sugli occhi della stilista.
Ad un tratto qualcuno bussò.
“Signora...” Petronilla da fuori.

Ah beh, certo, ci mancava pure il posto di blocco...
"Vedremo di riuscirci" al poliziotto.
"Andiamo a mangiare qualcosa nel frattempo?" ad Elv, visto che avremmo dovuto aspettare un'altra ora per la macchina.

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Era stupendo sentirlo in mio possesso...poi Petronilla..oh no...ora no.."Non rispondere" dissi a voce bassa.."Baciami.. baciami intensamente Guisgard.." mentre stringeva quella benda...non sapevo cosa volesse la governante ma sarei morta lì per un suo bacio voglioso in quel momento.

Mi avvicinai alla gente e provai a guardare cosa fosse successo.
Stanno accadendo troppe cose in una sola volta ed il fatto che non riuscissi a venirne a capo mi lasciava troppo turbata.
"Cosa è successo?" chiesi ad un signore lì nei paraggi.

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Quella voce, calda e intensa dall'accento straniero mi faceva rabbrividire.
Era come se un vento caldo e pungente accarezzasse la mia pelle.
Restai ad ascoltarlo come ammaliata, affascinata.
Le sue parole avevano il sapore di un piatto esotico troppo piccante, di quelli che ti lasciano a lungo il sapore in bocca.
Poi quello sguardo, il modo in cui mi guardava mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
Ricambiai lo sguardo con uno altrettanto intenso, appassionato, caldo.
"Professor Ordifren...." guardandolo negli occhi "Lei è fin troppo gentile ad averci ricevuto a quest'ora tarda.." con la voce calda, intensa e uno sguardo di chi ha visto l'oscurità e vuole andarci a fondo, annegarci.
Sentivo tutto il mio corpo fremere, dovetti accavallare le gambe e stringerle forte per riuscire ad avere un minimo di sollievo.

Elv annuì a Gwen ed andarono a mangiare ad una tavola calda lì vicina.
Carter intanto metteva a posto la loro auto.
Dopo circa un'ora la macchina era pronta.

Nyoko chiese e le fu detto del povero Sir Blake.
L'uomo era stato trovato morto e decapitato non lontano da lì.
L'orrore era sceso sulla brughiera ed aveva gettato tutti nella paura.
Infatti la gente temeva ci fosse un maniaco, un serial killer nella campagna che uccidesse in modo macabro le sue vittime.

Guisgard annuì ad Altea, ma Petronilla bussò ancora.
“Signora...” disse da fuori “... è giunto l'avvocato Bell... chiede di lei... dice che è cosa urgente...”

Le ragazze erano sedute tutte intorno al misterioso forestiero e lui le guardava tutte in un modo che sembrava non temere di essere invasivo, inopportuno, insistente.
“Sono ospite in questa terra” disse col suo accento straniero ed enigmatico a Clio “ed il minimo che possa fare è ricambiare questa ospitalità.” Con un sorriso compiaciuto e con i suoi occhi chiari che scesero subito ad accarezzare le gambe accavallate e strette di lei.
Ed un sorriso soddisfatto la guardò poi negli occhi.

Andammo a mangiare lì vicino, quell'ora trascorse e quando tornammo la macchina era pronta.
"Grazie mille, davvero. Ci era sembrata una mezza tragedia, non pensavamo che qualcuno potesse aiutarci, in mezzo alla campagna..." con un mezzo sorriso "Faremo bene a sbrigarci, non vorrei che restassimo di nuovo bloccati..." ad Elv.

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"Arrivo Petronilla...il tempo di vestirmi e darmi una rinfrescata, fallo accomodare" seccata ma poi volsi lo sguardo verso Guisgard, malizioso e intenso e mi avvicinai a lui e scivolai sul suo corpo caldo come il mio.."Eravamo rimasti al bacio...e poi.. puoi iniziare" accavvallando le gambe attorno ai suoi fianchi e stendendomi sul letto, pronta per essere amata da lui intensamente..follemente..oh si, l' avvocato poteva aspettare...io ora non volevo perdere questo attimo intenso...poteva essere breve ma doveva suggellare qualcosa di particolare e bisbigliai piano.."Tu provi qualcosa per me?" mentre accarezzavo il volto, la bocca, il petto fino ad arrivare nuovamente alla sua prorompente virilità e sospirai gemendo.

Sospirai nel sentire di quanto fosse accaduto.
Mi sentivo così impotente...
In questa città c'era un angelo e non poteva salvare la gente che ci viveva.
Ringraziai l'uomo per l'informazione e tornai in casa mia.
"Okay... Da sola posso fare ben poco... Devo indagare... Mi serviranno dei documenti falsi e qualcuno che mi accompagni... Il problema è che non so nemmeno a chi chiedere... Non sono il massimo della socievolezza... Non so neanche se si possa dire..." dissi agitata iniziando a fare avanti e indietro per la stanza.
"Ma sì... Forse... Forse se chiamo qualcuno da lassù... Anche se sono scappata via... Chi potrà mai venirmi ad aiutare?" chiesi a me stessa pensierosa.
Decisi di tentare.
Presi la collana con il ciondolo contenente la mia grazia e mi misi a pregare.
Pregai ai miei fratelli angeli, affinché qualcuno venisse qua giù ad aiutarmi.

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Il suo tono era inebriante e quel suo sguardo insistente e intenso sembrava leggermi dentro, entrarmi nel profondo, e poi quell'accento, così sensuale, pericoloso, quasi proibito.
C'era qualcosa in lui che mi attraeva come la falena alla luce, un fascino magnetico e oscuro che non riuscivo nemmeno a celare.
E lui lo vedeva, l'effetto che aveva su di me, lo comprendevo dal suo sguardo compiaciuto, dalla sua espressione mentre mi fissava.
Ma non mi importava, volevo che vedesse, non sapevo perchè ma non mi importava di nascondere nessun pensiero in quel momento.
"E mi dica.." con tono caldo, sporgendomi appena verso di lui, con la scollatura che era ancora più indecente in quella posizione "Le piace, questa terra?" con un tono ambiguo di chi sta parlando di tutt'altro "La trova sufficientemente stimolante, signore?" con un sorrisetto malizioso "Interessante?".

Il rampollo annuì paonazzo, mentre Altea non smetteva di provocarlo ed eccitarlo.
“Oh si...” annuì “... si...” deglutendo “... ma... ma l'avvocato aspetta di sotto...” temendo per la sua presenza di sotto.

Elv pagò Carter, lo ringraziò e poi con Gwen andarono via con l'auto.
Dopo un po' erano lungo una delle tante stradine di campagna che si intrecciavano nella brughiera.
Giunsero allora presso una grossa quercia a cui lati si apriva un bivio.
Un cartello era davanti all'albero, sormontato da un inquietante spaventapasseri.
Il cartello così recitava:

“Qui è sepolto Giussano Albepardo, feroce mercenario decapitato da una palla di cannone.”
https://fiufilmstudiesblogstudent173...scarecrow2.png

Nyoko, sconfortata e preoccupata decise di chiedere aiuto ad qualcuno dei suoi fratelli.
Iniziò un rituale per mettersi in contatto ed un chiarore illuminò la casa.
Poi più nulla.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.

"Lo so Guisgard" accarezzandogli il volto..."Allora baciami...e fallo tu...non devo farlo io...poi purtroppo è meglio andiamo a sentire cosa vuole, deve essere qualcosa di grave non pensi? Guisgard...io..vorrei..insomma..io sento di provare qualcosa per te ma ho paura...che tu non provi nulla" sorridendo e scuotendo il capo.."Avanti..un bacio..e se vuoi dimmi quello che provi per me...poi..la prossima volta sarà più bello" mentre i miei verdi occhi si confondevano con i suoi azzurri...ma misteriosi..cosa nascondeva questo bellissimo uomo.

Tenevo gli occhi chiusi quando sentì bussare alla porta.
La guardai titubante e subito andai allo spioncino.
"Chi è?"

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Le ragazze erano seduto e intorno alla poltrona di Ordifren.
Guardò Clio, le sue gambe, poi la generosa scollatura e sorrise ambiguo, perverso.
I suoi occhi erano in quelli di lei e con la mano prese ad accarezzare i capelli chiari di Kyra.
“Mi piace molto ciò che vedo...” disse piano lui “... è una terra generosa, che l'umidità rende perennemente bagnata...” sfiorando con le dita il braccio di Viki “... mi attirano, mi affascinano le cose scure, inquiete, misteriose... quelle non influenzate dalla falsa morale, dai tabù bugiardi... si... mi piace molto ciò che vedo intorno a me, care ragazze...” sorridendo a Clio.

Il rampollo annuì titubante, paonazzo ed eccitato.
“Si...” disse, per poi chiudere gli occhi e sporgendo le labbra strette verso Altea.
Era goffo con le donne, imbranato e ciò era palese.
Intanto Bell attendeva di sotto con una certa insofferenza, chiedendo continuamente a Petronilla della sua padrona.

“Sono io, Herbert Joleb.” Disse una voce da fuori a Nyoko. “Sono la risposta a ciò che hai appena chiesto.” Con voce gioviale.

Herbet... Non mi sembrava un nome nuovo... Aprì la porta e guardai la persona che avevo davanti a me.
"Oh... Quindi qualcuno è ancora disposto ad aiutarmi..." dissi sorridendo cordiale...

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Guisgard unì le sue labbra alle mie e quella sua timidezza scombussolò di più il mio animo allora aprii le labbra, cosi pure lui si sarebbe lasciato andare in un bacio intenso ..staccai la mia calda bocca da lui.."Vorrei io e te fossimo qualcosa di più...tu lo vuoi?Non mi interessa cosa dirà la gente" allungando le gambe su di lui giocando con le sue labbra..stavo a mio agio con quel ragazzo così spontaneo e genuino.

“Si...” disse annuendo lui paonazzo ed eccitato “... certo che lo voglio...” abbracciando Altea quasi con tenerezza, come un ragazzino con la sua maestra “... si...” sentendo i seni di lei contro il suo petto e godendosi quel contatto.

Nyoko aprì la porta e vide entrare saltellando un ragazzo dai capelli rossi, pantaloni verdi ed un giubbotto blu.
“Eccomi qui.” Facendo una capriola e ridendo in modo stucchevole. “Pronto ad aiutarti, o meglio a rimediare ai tuoi errori!” Divertito Herbert.

Il tono della sua voce, quello sguardo intenso, provocatorio, che non si nascondeva per nulla mi facevano ribollire il sangue sempre di più.
Era come se ci capisse senza parlare, come se sapesse chi fossimo davvero, senza bisogno di maschere, travestimenti o altro, come se sapesse tutto di noi avendoci appena guardato.
Poi più parlava più ogni mio senso si accendeva.
Quando iniziò ad accarezzare i capelli di Kyra e il braccio di Viki provai un'intensa fitta di gelosia, anche se non lo ero mai delle mie ragazze.
Ma volevo quegli occhi su di me, quelle mani su di me... e molto altro ancora.
Lo sguardo inebriato di Viki a quel tocco mi eccitava ancora di più e Kyra potevo vederlo che tratteneva il fiato.
Attorno a me anche le altre sembravano essere impazienti, calde, vogliose.
Questo sì che sembrava essere uno di quegli uomini capaci di far impazzire una donna, o due o tre, o tutte noi.
"Lei è un intenditore, professore..." alzandomi per arrivare a lui "Non tutti amano una terra del genere, che non si piega davanti a niente, che non si nasconde né cambia per far piacere a qualcuno, una terra libera, sicura.." tolsi il vestito dall'altro come fosse la cosa più naturale del mondo, lasciandolo cadere in un angolo e mostrando così la mia sofisticata lingerie.
"Una terra così non è per tutti, professore..." con tono caldo, sempre più vicina a lui "Ma chi saprà apprezzarla davvero potrà assaggiarne i frutti.." chinandomi sulla sua poltrona, a un passo dal suo viso.
"Dicono che abbiano un sapore delizioso, unico.." sussurrai, calda e lasciva sulle sue labbra.

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Sorrisi a quell' abbraccio sorridendo.."E allora da ora in poi smettila di fare il timidone con me, se stiamo assieme giusto non ci devono essere tabù o paure, siamo coetanei, insomma..tra me e te da ora in poi non ci devono essere segreti, bugie e soprattutto dobbiamo lottare per te..perché tu abbia ciò che è tuo. Dai vestiamoci e vediamo cosa vuole l' avvocato" mentre sentivo forte quell' abbraccio, il suo petto forte che sfiorava i miei seni dandomi i brividi e lo baciai sulla guancia e poi sulle labbra.."E da ora in poi...con me almeno...non devi essere timidone...fai l' Università? Io devo ancora dare un paio di esami, pensa tu" alzandolo per un braccio mentre mi vestivo e lo invitai a fare altrettanto.
Ero pronta e lo invitai a scendere tenendogli la mano.

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Il rampollo sorrise teneramente ad Altea.
“No, non sono all'università.” Disse. “Ma mi piace molto leggere e adoro l'arte.” Guardando incantato lei che si rivestiva.
Poi fece lo stesso anche lui.
“Cosa vorrà l'avvocato?” Chiese.

Clio si avvicinò e si tolse il vestito davanti ad Ordifren che continuava ad accarezzare Kyra e Viki sedute intorno a lui.
Guardò la ragazza restare solo con la sua sexy lingerie.
“Si, frutti unici, meravigliosi...” disse toccando la ragazza “... frutti proibiti per molti...” accarezzandole i glutei semiscoperti dalla generosità di quella lingerie “... bellissimi...” con le dita che scendevano piano lungo la piega di quelle natiche “... immorali per molti...” carezze insistenti, lascive “... oh si...” facendola sedere sulle sue ginocchia mentre le altre ridevano eccitate.

Rimasi sbigottita.. Prima aveva detto di aver ricevuto una lettera dal professore della università.. E l'aveva letta.. Di chi era quella lettera dunque.
Sorrisi aspettando si rivestisse e scendemmo assieme.. "Ora lo sapremo.. Ma presumo nulla di buono".

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Oh giusto... I miei errori. Già... Avevo dimenticato quel modo di dire che "lasciare il paradiso è peccato".
Sbuffai e mi avvicinai a lui.
"Allora... Intanto non credo di aver commesso alcun errore, dato che sono scesa a cercare nostro fratello. E secondo, non ti ho chiamato per redimere i miei errori, ma per aiutarmi ad indagare!" dissi sicura di me e guardandolo severa.

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Il suo tono mi eccitava ogni minuto di più, ogni parola era come un lungo brivido sulla mia pelle, capace di farmi sussultare, infuocare, inebriare.
Poi la carezza divenne vera quando le sue mani raggiunsero le mie natiche, facendomi chiudere gli occhi per un momento per godermi quel contatto, quel momento, quella carezza meravigliosa, lasciva, calda, appassionata.
Oh sì, quell'uomo sapeva farti perdere il controllo.
Sorrido alle sue parole, sì, sembrava ci sapesse leggere dentro, comprendere come nessuno mai aveva fatto prima d'ora.
Mi sedetti a cavalcioni su di lui guardandolo negli occhi.
"Qualcuno direbbe anzi che sono velenosi.." iniziando a muovermi su di lui, in modo che sentisse il contatto umido della mia eccitazione sulla sua virilità che speravo fosse bella piena a pronta per tutte noi.
"C'è chi dice che possano creare dipendenza.." portando le mani dietro il suo collo e continuando a muovermi "Che una volta provati non se ne possa più fare a meno.." sussurro, calda, chinandomi su di lui.
"Chissà se è così..." gemo appena, perchè quel muovermi ritmicamente mi provoca intense scariche di piacere.
Allora avvicino la mia bocca alla sua, e lo bacio.
Un bacio caldo, lascivo, intenso.
Un bacio senza morale nè poesia, un bacio fatto di tutta l'eccitazione che avevo, del fascino oscuro che lui incuteva, fatto di sensazioni emozioni.
Un bacio proibito, come tutto quello.

Herbert rise.
“Dai...” disse continuando a divertirsi in modo irritante “... e tutte quelle cose fatte al buio con quel ragazzo?” Guardandola. “Eravate al buio ad eccitarvi!” Divertito.

Guisgard si vestì e dopo un po' con Altea scesero di sotto, dove trovarono un impaziente Bell ad aspettare.
“Salve.” Disse l'avvocato. “La stavo aspettando. Vorrei però parlarle in privato.” Indicando il rampollo che non voleva tra i piedi.

Arrossii di botto e gli lanciai un cuscino.
"Credevo che a voi, lassù, non vi interessasse più niente di noi caduti!" gli dissi innervosendomi.
"Ad ogni modo... Non so cosa mi sia preso... E non ne voglio parlare adesso... Stanno succedendo cose strane qui e sono convinta che sia opera di un demone... E ascoltami, per l'amore di nostro padre! Smettila di esaltarti tanto per essere in un corpo umano!" gli dissi irritata.

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