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Il monaco parve convincersi e ci incamminammo.
"Castello della Cicala... Che nome particolare..." dissi, scorgendolo sull'altura. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Non capivo perché, se a conoscenza della maledizione non facessero nulla.
<< Ma io che posso fare in tutta questa storia? Come posso aiutare?>> |
Le Florealiche
Seguii quella musica, come avevo fatto più volte da bambina, di solito imbronciata e quel giorno vicino o lontano nella brughiera.
Quella musica mi aveva sempre condotto da lui. E anche questa volta non mi deluse. Sorrisi nel vederlo, tirando un sospiro di sollievo. Intanto il sole era sotto. Restai dietro di lui per un istante, per poi avvicinarmi e sedermi accanto a lui. C'era una strana agitazione a corte quella mattina, ma io non ci avevo prestato attenzione. Anzi, quel trambusto mi aveva permesso di sgattaiolare in una parte del giardino dove di solito mi facevano storie. Non volevano che ci andassi perché era la parte più selvaggia e ribelle, come se una parte di brughiera fosse stata inglobata nel giardino del palazzo. Ed era perfetto per ambientarci le mie avventure, e i miei allenamenti, che poi spesso erano la stessa cosa. Fu proprio lì che lo vidi: il motivo di tutto quel trambusto, appollaiato su un albero a suonare l'ocarina. "Ti stanno cercando tutti, sai?" Esordii, vagamente scocciata. Ancora una volta rovinava i miei piani. Lui saltò giù e sbuffò. "Anche tu?" "No io no.." Scossi la testa "Ero venuta qui per starmene per i fatti miei...". "Pure io..." Disse lui, guardando lontano, prima di sospirare "Glielo dirai?" Voltandosi verso di me. "Che cosa?" "Che sono qui.." "No, non lo farò..." Scuotendo la testa io. Lui mi guardò sorpreso. Quello sguardo, così diverso da quello che normalmente aveva, mi stupì. "Davvero?" chiese lui. "Certo!" Annuii. Mi sorrise, probabilmente per la prima volta. "Allora ciao!" Dissi io, dopo un lungo istante di silenzio, alzando la mano in cenno di saluto. "Te ne vai?" "Beh, sì.." Alzando le spalle io. "Perché mai?" "Hai detto di voler stare per conto tuo..." Sorrisi piano, voltandomi per andare via. Non mi erano mai piaciuti gli impiccioni, e non volevo diventare una di loro. D'un tratto sentii una presa sul polso, fin troppo delicata rispetto a quelle del maestro. Istintivamente me ne liberai, nel girarmi, restando poi con due occhi spalancati quando mi resi conto che era lui ad avermi fermato, naturalmente senza volermi attaccare. Ma il mio corpo ormai agiva da solo. "Scusa.." Mormorai, arrossendo appena. Lui mi guardò e sorrise. "Puoi restare se vuoi..." Prendendomi la mano "Sarà il nostro segreto.." Divertito. Sorrisi piano, tra me e me a quel ricordo lontano. Osservai Icarius per un momento, e sospirai appena al pensiero che lui non ricordava nulla di quei giorni, che per lui non erano mai esistiti. Tutto quello che contava era il presente, ora. "Mi hai fatto prendere un accidente, lo sai?" Dolcemente con un sorriso. |
A quelle parole sorrisi...certo, questo posto sprizzava allegria e solarità in tutti i sensi..."Davvero? Sta rinchiuso e si perde un posto così..solare?" ironicamente per poi farmi seria "Andrò a trovare il barone...d' altronde mi recavo sempre con la mia nobile famiglia a ringraziare per la ospitalità..come si chiama il barone? Ma come mai l' altro è scomparso? Vorrei sapere qualcosa in più così eviterò certi argomenti...sia mai accendi un dissidio diplomatico" .. a quelle parole mi pervase un senso di vuoto..rivolevo indietro la mia vita e ora mi stavo comportando come mio padre mi aveva insegnato per la nostra posizione...sarei tornata da mia zia prima o poi.
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Zoren ringraziò il frate e poi insieme a Gwen risalirono l'altura seguendo le indicazioni del religioso.
Imboccarono così uno stretto sentiero, tra sterpi e rovi, in mezzo ad una vegetazione folta ed incolta. Pian piano allora cominciarono a scorgere le antiche e fatiscenti murature del castello. E vedendolo Gwen sentì un'angoscia scendere sul suo cuore. |
“Se avete un pur minimo ascendente su quel cavaliere” disse il vescovo a Dacey “allora vi consiglio e vi prego di usarlo. Non abbiamo molto tempo, Capomazda, il regno e forse molto altro ancora sono in pericolo...”
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Seguimmo la strada indicataci dal monaco, imboccammo un sentiero e attraversammo una folta vegetazione frastagliata da sterpi e rovi.
A poco a poco il castello fu visibile e quando potemmo finalmente scorgerlo nella sua interezza, sentii una profonda angoscia e istintivamente strinsi la mano di Zoren. Come partenza non era male... pensai, sarcasticamente. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
<< Così mi fate paura signore... E va bene, al ritorno di Ser Ehiss avrò cura di parlargli >>
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Gwen e Zoren continuarono a risalire l'altura, avvicinandosi sempre più al castello.
E lungo il sentiero, ad un tratto, videro qualcuno. Era un vecchio contadino che falciava erba secca. |
“Vi ho solo detto la verità...” disse il vescovo a Dacey “... vieni, Ammone...” disse poi alzandosi “... andiamo a fare due passi fuori... l'aria del mattino è salutare...” ed uscirono.
Dopo qualche istante Sheylon balzò in piedi e si fermò sull'ingesso. Era infatti tornato Ehiss. |
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