Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gwen 18-03-2017 22.46.57

Improvvisamente, tutto finì.
Dal nulla, così com'era cominciato.
I cani si fermarono, abbassando la testa e indietreggiando.
Istintivamente ci voltammo nella direzione in cui erano rivolti i cani ed io afferrai il braccio di Elv.
"Hai visto quell'ombra?" mormorai piano, inquieta.

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Guisgard 19-03-2017 00.42.11

Altea, bellissima e sensuale, era rimasta solo in lingerie, davanti ad un Raputin ancora vagamente intontito dal sonnifero e completamente stordito da quello spettacolo.
Lei infatti, alta e disinibita, stava davanti a lui, con la bottiglia in mano chiedendogli una prova.
Ed il premio sarebbe stato il suo corpo.
A quel pensiero il direttore era praticamente fuori di sé.
E già immaginava, già fantasticava quale peccaminoso piacere poteva dare il possedere una donna così.
“Si, avrai la prova che cerchi...” disse lui con l'acquolina in bocca.
Allora si avvicinò alla cassaforte e compose la combinazione.
Un attimo dopo aprì la porticina blindata, al cui interno c'era una chiave.
“Ecco...” fissando Altea “... hai avuto la tua prova... non ho nessuna lettera...” accarezzandole il seno che generosamente si mostrava dal reggipetto.

Guisgard 19-03-2017 00.48.00

Fu un attimo e l'ombra svanì, quasi inghiottita dalla notte che l'aveva partorita.
Gwen allora sentì freddo.
Un freddo che sembrava giungere fino al suo cuore.
Ed avvertì un senso di angoscia.
“Forse” disse Elv “era solo l'ombra di qualcuna delle statue che adornano le merlature del castello... non lasciarti suggestionare, Gwen...” sorridendole “... meglio forse se vai a dormire un po', no? Ti farà bene.” Accarezzandole il viso.

Altea 19-03-2017 00.48.10

Lo vidi preso dall' eccitazione totale, suprema...quanto avrei voluto amare un uomo che provasse davvero qualcosa per me..ma dovevo rimanere lucida, anche perchè non avrei permesso mi potesse possedere.
Lo distolsi dal pensiero della cassaforte aperta e lasciai la sua mano accarezzare il mio seno, emisi un flebile sospiro e poi presi i due calici e gli consegnai uno e sorridendo a voce bassa, col seno quasi scoperto mi avvicinai a lui.."Ora faremo un giochino..ma prima brindiamo a noi..sai...mi piace farlo strano" ridendo e facendo finta di appoggiare il bicchiere alle labbra aspettando lui bevesse.."A noi...dopo ti mostro questo gioco..un pò perverso direi" sorridendo maliziosamente, anche perchè lo era per metterlo fuori gioco.

Lady Gwen 19-03-2017 00.53.41

Sospirai sonoramente, non arrabbiata, ma un po' infastidita dal fatto che pensasse sempre che era suggestione.
"Perché non mi credi..." mormorai piano, guardandomi le mani, le quali si torturavano a vicenda, e sfuggendo al suo tocco.
Intanto l'ombra era sparita ed io avvertivo un gran freddo.
Un freddo angosciante.
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Guisgard 19-03-2017 00.58.17

Vinto dall'eccitazione e dalla promessa di perversione fatta da Altea, Raputin prese il bicchiere e fissandola con lussuria cominciò a bere, fino a finirlo tutto.
“Bene...” disse “... giochiamo...” ed infilò le dita nel reggiseno di Altea, arrivando a toccarle il seno.
Un attimo dopo fu preso da un capogiro, cadde a terra e si addormentò.

Clio 19-03-2017 00.59.15

Quello sguardo che mi percorreva, che mi divorava.
Adoravo vederlo mutare, diventare rosso, predatore, appassionato.
Poi quel tono, così perentorio, deciso, da far tremare l'anima.
Mi alzai, ubbidiente, e mi inginocchiai accanto a lui.
Sentivo il cuore battere sempre più forte.
Era una sensazione così strana, così intensa, così unica e forte.
Essere in balia delle sue decisioni, del suo sguardo, della sua voce.
Restavo a guardarlo, a perdermi in quell'azzurro così intenso e forte.
Poi la mano sul mio seno, così abile, intensa, capace di farmi impazzire.
Lo sentivo, muoversi abile su di me, le sue mani che stuzzicavano i miei capezzoli ormai turgidi, finché il piacere non fu quasi doloroso.
Poi quella tortura finì, e per un istante respirai.
Ma non sapevo che tutto era appena iniziato.
Quel tocco virile e sicuro scese in me, fino a prendermi dove ero più fragile, più sensibile, più donna.
Mi prese e iniziò a giocare col mio fiore, petalo dopo petalo, mentre il piacere cresceva sempre in me.
Restavo immobile, mentre lui si godeva il mio corpo, e io cedevo, sempre di più.
Ero lì, inginocchiata accanto a lui, con le mani posate sulle gambe piegate, e lo guardavo, beandomi del suo sguardo appassionato mentre il mio si appannava ad ogni secondo che passava.
Il piacere in me cresceva, sempre di più, finché non riuscii a restare immobile.
Allora mi lasciai cadere in avanti, posando le mani davanti alle mie ginocchia, persa ormai in quel mare di piacere che mi sopraffava.

Guisgard 19-03-2017 01.02.14

“Ehi, piccola...” disse Elv cercando con una carezza il viso infastidito di Gwen “... cosa c'è? Sei seccata...”

Guisgard 19-03-2017 01.03.09

Guisgard non smetteva di baciarla, di stringerla, di toccarla ovunque.
Premeva il suo petto contro le nudità di Gaynor, quasi come dimostrazione di forza, di impeto, di virilità.
“Per molti” disse baciandola ovunque “sono un impostore... per altri un pazzo... per altri ancora un fantasma...” assaporando le sue labbra e la sua pelle “... perchè tu dovresti credermi? Dimmi perchè...” succhiandole la bocca e la lingua “... dimmelo... perchè dovresti voler credere ad un estraneo... magari ad un pazzo ed assassino?”

Altea 19-03-2017 01.05.31

"Oh si giochiamo...ti legherò alla sedia e ti benderò..è così eccitante non trovi?" ma nemmeno il tempo di dirlo che cadde a terra.
Andai a chiudere la porta e risi...era talmente folle di lussuria e desiderio che non aveva nemmeno ragionato.
Presi la chiave dalla cassaforte e la infilai nel reggiseno.
Presi i due bicchieri e la bottiglia di vino e andai nel bagno vicino e le svuotai nel lavandino aprendo l' acqua e sciacquando il tutto...non vi doveva restare traccia di nulla.
Lo trascinai a fatica sul divano la camicia era sbottonata già e gli aprii i bottoni dei pantaloni...lo legai però con un nastro del reggiseno attorno alle mani...avrebbe ricordato ci fu qualcosa.
Di fretta chiusi la cassaforte e misi a posto il guadro e uscii coi vestiti in mano chiudendo la porta.
Tornai nella mia e indossai gli stessi abiti attillati di prima per poter agire in fretta...ora dovevo agire in fretta.
Presi uno zaino e misi dentro le mie cose e qualche vestito, ed uscii con la pistola di Raputin in mano e presi il corridoio laterale, guardinga e feci la strada fatta prima per tornare dalla cella alla stanza del direttore e scesi le scale piano e attenta.


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