Barber non disse altro, limitandosi a guardare Gwen attraverso i suoi occhi sottili, come se la studiasse.
Poi annuì piano, accennò un sorriso e si allontanò, verso i capani oltre il canneto.
In quel momento Gwen sentì la voce di Elv che la chiamava dal loro capanno.

Non mi piacque il modo in cui mi studiò, non mi piaceva lui in realtà.
Non sapevo perchè, ma era molto simile al ladro col torcicollo, continuava a stare sulle spine, sulle difensive.
Ad ogni modo, andò via, lasciandomi sola proprio quando sentii Elv chiamarmi.
Tornai così al capanno.

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Guidai fino a raggiungere il porto, il sole a baciare il mare mentre l’aria fresca accarezzava la mia pelle.
Posteggiai non troppo lontano e, con fare pratico, cominciai a chiedere informazioni.
Giunsi fino ad una vecchia e logora imbarcazione, dove vi era un uomo in sovrappeso e dall’aspetto trascurato.
Mi avvicinai con fare rapido, sollevai gli occhiali da sole e mi poggiai al bordo esterno della nave.
“Il signor Van Niel?”

Gwen tornò al capanno, trovando Elv sveglio.
"Ehi, eccoti..." disse lui "... dov'eri? Non mi va tu vada in giro, soprattutto se io sono qui a dormire. Non sappiamo nulla di questa gente e meno ancora dell'isola in cui siamo finiti, Gwen. Tu, ricordalo, sei sotto la mia responsanilità." Guardandola.
In quel momento arrivò qualcuno.
Era Nova e portava con sè un vassoio con sopra del pane, alcune verdure stufate, pezzi di cocco ed una bottiglia di gin, insieme ad una fiaschetta d'acqua.
Salutò la nipote e suo zio con un cenno del capo e posò il vassoio su un basso tavolino.
Le sue movenze erano strane, bizzarre, ma la cosa più incredibile era un'altra.
Nel chinarsi Nova, infatti, sia Gwen che Elv videro che sotto i lunghi capelli non c'era traccia di orecchie.
La ragazza guardò ancora la nipote e so zio, poi si voltò e col suo passo claudicante uscì.

"Che mi prenda un accidente" disse l'uomo grasso a Queennie "se sono così stupido da rispondere!" Esclamò. "Chi diavolo vuol saperlo? C'è qualche verbale da pagare? Una denuncia forse? Chi cavolo vuol saperlo?" Sbraitò.

L'ocarina apparteneva a suo padre..era meglio non chiedere altro. Era una sensazione strana, guardarlo e pensare di essere davanti a Guisgard...non avrei voluto influenzasse i miei sentimenti.
A quella frase il mio ego fece capolino "Scommettiamo che riuscirò a farti fare una serenata...".
Nel frattempo tutto era quasi pronto per la partenza.

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"Hey hey hey" lo fermai, sedendomi di fronte a lui "Senti, credo tu stia prendendo un po' troppo sul serio il tuo ruolo, sai? E spero tu tenga a mente che se fosse stato per me non ci saremmo mai venuti in questo posto assurdo. E soprattutto non farmi la paternale" dissi, guardandolo.
Entrò poi Nova, con un vassoio di cibo.
Le sorrisi, ma poi guardai attentamente che, sotto i capelli, non vi erano orecchie.
Infatti, rimasi a guardarla stranita mentre andava via.
Che cosa assurda...
Sospirai silenziosamente e mi misi a mangiare, senza farci troppo caso.

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"Ah, interessante..." disse Milo divertito ad Altea "... una scommessa? Quindi una sfida? E sentiamo... miss Eleonora Duse... come farai a spingermi a tanto? Mi farai bere un filtro come Isotta fece con Tristano? O userai poteri magici come Brunilde tentò con Sigfrido?" Con fare impertinente e sicuro di sè.
Intanto il set era stato in pratica spedito al porto.
Un bus noleggiato per l'occorrenza portò tutti gli attori e gli altri della troupe al molo, dove un lussuoso panfilo, di proprietà della produzione, attendeva per salpare verso l'isola di Proxia.
https://www.tarantobuonasera.it/wp-c..._799x400-1.jpg

Alle proteste di Gwen, Elv la guardò con uno sguardo tagliato, vagamente seccato.
Ma l'arrivo di Nova interruppe la discussione e le probabili proteste dello zio.
Ma quando la stranissima ragazza andò via, Elv si alzò, guardandola allontanarsi dalla finestra.
"Hai..." disse a Gwen "... hai notato? Quella ragazza strana... non ha le orecchie!" Perplesso. "Che fosse particolare non era difficile capirlo... ma adesso comincio davvero a credere che soffra di una qualche rara deformità..." scuotendo il capo.

Non mi era sfuggito lo sguardo tagliente e seccato di Elv, ma avevo scelto di ignorarlo.
"Non saprei, sono tutti come lei qui su quest'isola" commentai.
"Ma le orecchie..." dissi, pensierosa.
"So che Nova è l'assistente di Ludwig... Non vorrei... Sì insomma..." non riuscivo a dire ciò che avrei voluto, ma che pensavo.
"Non vorrei che l'avessero fatto per tenerla all'oscuro sui loro studi, ecco..." snocciolai, sospirando come se mi fossi liberata di un peso.
"Cioè, non so se Ludwig e Barber ne sarebbero capaci... Anche se Barber ha qualcosa di strano che non vuole divulgare e non so se potrebbe portarlo a compiere un gesto simile..."

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"Semplicemente ti incantero'..essendo solamente me stessa...come le sirene fecero con Ulisse ma tu rimarrai intrappolato "
Nel frattempo tutto era pronto per la partenza "Staremo vicini di cabina?" .Ebbi un turbamento pensando alla Santa Caterina ma levai quel pensiero ribelle dalla testa.
Poi presi un ciondolo da un sacchetto nella tasca ..era una civetta con gli smeraldi incastonati al posto degli occhi e feci una prova con Milo "Cosa ti dice questo ciondolo?" .Mentre mi accorsi fortunatamente il mio anello di fidanzamento stava ancora al mio dito.

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Elv guardò Gwen trasalendo.
"Cioè..." disse deglutendo "... mi stai dicendo che su quest'isola ci sono scienziati simili ai macellai nazisti o comunisti?" Scosso. "No, mi rifiuto di pensarlo..." voltandosi a guardare dalla finestra NOva, che però era sparita "... qundi quella strana ragazza è sorda?"

"Non lo so" dissi subito, mentre andava alla finestra.
Sospirai e lo raggiunsi.
"È che Barber non mi fa molta simpatia, ecco. E non mi fido di lui" commentai.
"Non lo so, mi ha parlato prima, capisce la nostra lingua, il che è strano se davvero è sorda..."

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"Se capisce la lingua o legge le labbra di chi parla oppure non è sorda..." disse Elv a Gwen "... anche se... non so come si possa possedere il dono dell'udito senza avere le orecchie..." impressionato da quella faccenda.
Guardò ancora una volta fuori dalla finestra e vide un paio di quegli individui che avevano scaricato le casse dalla lancia.
"Si muovono come lei..." mormorò Elv "... un'andatura disarticolata... e hanno un aspetto simile... grottesco, inquietante... persino repellente... forse i tuoi sospetti su quel Barber sono sbagliati... credo invece che gli abitanti di quest'isola abbiano queste caratteristiche strane e la bruttezza come tratto distintivo..."

"Siamo i 2 protagonisti" disse Milo ad Altea mentre erano tutti nel bus diretti al porto "e perciò credoproprio che avremo le cabine vicine. Magari, come facevano le antiche regine, potresti lasciare la porta socchiusa di notte, sai per i brutti sogni." Facendole un malizioso occhiolino.
Poi lei gli mostrò il ciondolo.
"Si, è il simbolo della mia famiglia..." lui guardandolo.
Poco dopo arrivarono al molo e furono tutti imbrcati sul lussuoso panfilo, poi salpare alla volta di Proxia.

"Non lo so... Forse sarà qualcosa tipo gli ultrasuoni, come pesci o mammiferi marini..." dissi, ricorrendo alle mie conoscenze per cavare un ragno dal buco.
"Ho detto che Barber può aver fatto qualcosa a lei, ma non c'entrano gli altri" risposi.
"E comunque, generalizzi troppo."

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"Bisognerebbe scoprire se anche gli altri strani abitanti dell'isola hanno o meno le orecchie..." disse Elv voltandosi verso Gwen "... generalizzo? Perchè?" Fissando sua nipote.

"Non mi sono soffermata sulle loro orecchie, ho dato per scontato che ce li avessero" dissi.
"Non mi sembra l'ideale dare questa definizione dell'etnia o della natura di questo popolo, non sappiamo nulla di loro, ma mi sembra comunque un modo piuttosto irrispettoso nei loro confronti" risposi, guardandolo.
"Non è etico nemmeno dal punto di vista scientifico, peraltro."

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"Eh, ma tu sei una scienzita, una studiosa..." disse con fare sarcastico Elv "... io invece un cacciatore di squali... no? Tu una ragazza di cultura, io invece un uomo istintivo, passionale. Mi scusrai, vero?" Con un ironico inchino del capo verso sua nipote, per poi ridere piano.

Lo aveva riconosciuto..quindi era un taddeide. Me lo aveva fatto pervenire Guisgard dopo la sua incoronazione a Duca" Si, esatto...strano io ne possegga uno, no?".
Lo guardai divertita "Guarda che alle dame piace essere adulate e conquistate, non lasciano porte aperte. Infatti per gli antenati della tua famiglia non era vita facile, per entrare in camera della dama amata devono salire i balconi".
Vidi la nave e mi alzai "Siamo arrivati" osservando la strana imbarcazione e scesi con lui.

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Sollevai un sopracciglio, nascondendo poi un sorriso.
"Sì, proprio un eroe da romanzo... In tutto e per tutto..." commentai, sarcastica e sorniona.
Però mi divertivano i nostri battibecchi e dovevo essere onesta ad ammettere che le sue condizioni di salute mi avevano preoccupata non poco.

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"Si, è vero..." disse sorpreso Milo "... come mai hai quel ciondolo?" Ad Altea.
Ma in quel momento arrivarono al molo.
Poco dopo erano salpati.
Come detto da Milo, le loro cabine erano una accanto all'altra.
Il panfilo era lussuoso, grande e con ogni genere di comodità a bordo.
Vi era di tutto, come una palestra, una sauna e una camera in cui poter giocare a ping pong e a minigolf.
Sul ponte principale poi c'era persino una piscina, mentre la sala per mangiare ed il bar erano sempre attivi per gli ospiti a bordo.
Quando però raggiunsero la vicina Proxia, la Guardia Costiera bloccò l'ingresso nel porto dell'isola.
Il regista e l'avvocato a bordo che curava gli interessi dei produttori chiesero spiegazioni, ma davanti all'evidenza non poterono protestare.
Infatti una nave da crociera si era incagliata nel porto ed ogni manovra di altre imbarcazioni era praticamente vietata.
"Ora cosa faremo?" Milo al regista.
"Temo saranno sospese le riprese..." Louis.
"No, questa sarebbe una tragedia finanziaria!" Allarmato il regista.

"Si, sfotti sfotti..." disse Elv guardando Gwen con sguardo stretto e sospettoso "... ti diverti, vero? Ma cero!" Rise. "Non c'è tua zia e credi di poter fare il tuo comodo, vero? Beh, ragazzina, ascoltami..." avvicinandosi a lei con tono appena più duro "... io sono tuo zio e se credi di essere troppo grande per evitare una bella sculacciata, allora sarò molto lieto di stupirti, ok?" Accennando ora un sorriso di soddisfazione.

Sorrisi divertita, vedendo che si avvicinava e mi parlava con quel tono da duro.
"Non permetterti di prenderti certe libertà con me" sottolineai, per rimarcarlo.
"Non ho cinque anni, se non te ne sei accorto" rimarcai ancora, guardandolo con sguardo furbo.

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"Ma sentitela..." disse con un vago sorriso Elv "... e se invece... mi prendessi certe liberta? Se decidessi di metterti in rifa e farti abbassare la cresta? Come me lo impediresti, ragazzina?" Fissando Gwen.

Sorriso divertita.
"Beh, non so, considerando che ormai sono praticamente una donna, chiedi a mia zia se è d'accordo che tu lo faccia" dissi diretta, senza fronzoli, guardandolo con sguardo affilato e furbo.
"Non fai più il furbo, ora?" inarcando un sopracciglio.

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Elv guardò Gwen negli occhi, poi deciso si avvicinò ancora e senza dire nulla prese la nipote, quasi fosse una ragazzina, mettendosela stesa con la pancia sulle ginocchia, per poi darle un paio di sonore sculacciate sulle natiche.
"Ecco." Disse tenendola ferma. "Credi ancora di essere troppo grande per impedirmi di metterti in riga, signorina?"

Sbarrai gli occhi quando mi afferrò.
Nonché a ciò che fece dopo.
Riuscii a divincolarmi dalla sua presa e quando me lo trovai davanti gli tirai un ceffone ben assestato senza pensarci troppo.
"Hey!" urlai "Non permetterti! E ringrazia se puoi raccontarla!" fuori di me, non credendo davvero che l'avesse fatto.


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E niente, in un attimo ci ritrovammo soli nella cabina, requisiti come se veramente ci trovassimo in un film di pirati.
Di quelli un po' strani devo dire, perché di solito c'era un'ambientazione temporale un po' diversa e io mi identificavo sempre nella piratessa di turno, sempre pronta a menare le mani.
Cosa che avrei fatto volentieri anche qui, appena mi fosse passata l'arrabbiatura e il nervoso e fossi riuscita a produrre un piano degno di nota.
Perché non sembrava, ma avevo vissuto situazioni anche peggiori.
Ero chiusa con Roan, che era l'oggetto di tutta la mia rabbia in quel momento.
"Ma si può sapere com'è possibile tutto questo?" mi voltai verso di lui, furibonda.
"Ma l'università non fa controlli sui finanziatori? Si fa fregare così dal primo venuto?" sconvolta.
"Capisco che sarei dovuta essere la prima a insospettirmi che qualcuno volesse la mia ricerca visto che non la considera mai nessuno, ma così è davvero una presa in giro!" scuotendo la testa, sconsolata.
"Dobbiamo pensare un piano per uscire da qui, piuttosto, e non sarà facile, siamo in mezzo al mare, non sappiamo nemmeno dove siamo diretti.." muovendomi nervosamente su e giù per la cabina.

Il ceffone di Gwen non andò però a segno, visto che Elv, lesto, lo bloccò, aferrando la mano di sua nipote.
"Che caratterino, ragazzina." Disse divertito. "E ringrazia tu che mi sia fermato a 2 sculacciate." La lasciò e si alzò, raggiungendo la bottiglia di gin, per poi riempirsi un bicchiere.

Lo guardai furente, mentre mi bloccava il polso, poi andò a versarsi da bere.
"Ritieni davvero di potermi mettere le mani addosso come ti pare?" sbottai "Dio, che schifo..." mormorai quasi fra me e me, lasciando il capanno per allontanarmi da lui.
Tutto ciò che avevo pensato poco prima me lo rimangiai all'istante, visto come aveva ben pensato di comportarsi.

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"Nessuna denuncia o verbale, signore. Non da me, almeno." risposi senza abbandonare la mia posizione "Sono qui per farle alcune semplici domande per le mie ricerche." aggiunsi.

Elv chiamò Gwen più volte e cercò di inseguirla, ma non aveva forza abbastanza per rincorrerla, visto la sua convalescenza.
Così la ragazza si ritrovò in pieno pomeriggio nel bel bezzo di una piccola foresta di felci giganti e alberi dai grossi frutti tondi, distanziata dalla spiaggia da un piccolo ruscello che scorreva tra i cespugli.

"Domande..." disse l'uomo a Queennie, fissandolo con aria stupida "... che domande? Chi accidente è lei? Cosa vuole da me?"

"Mi chiamo Annalise Keating, e sono la responsabile di una casa d'aste." mentii cercando di dimostrare fermezza "Recentemente, la casa per cui lavoro sta subendo grosse perdite." spiegai ancorando i miei occhi ai suoi "Abbiamo condotto delle ricerche e abbiamo scoperto che il signor Barber ha più volte rinvenuto oggetti preziosi. Il suo nome, invece, risultava spesso associato a lui." continuai con la mia messa in scena "Saprebbe dirmi come contattare Barber? Non ho trovato alcun suo contatto attivo."

"Barber..." disse pensieroso Van Niel a Queennie "... è un professore... un dannato studioso..." fissandola "... io però non conosco nessuno." Ridendo col tono di chi ha un prezzo e solo per quello potrebbe scomodarsi.

Mentiva, Van Niel, e lo faceva davvero molto male.
"Certo, capisco." risposi allontanandomi di un poco "Beh, è un vero peccato." aggiunsi con voce suadente "La casa per cui lavoro si premura sempre di dare una percentuale ai nostri collaboratori." spiegai per poi infilare le mani nelle tasche dei jeans.

"Un momento..." disse Van Niel a Queennie "... io forse so dove trovare il dottor Barber... si, credo d si! Ma voglio sapere della percentuale!" Avido.

Le mie labbra si stesero in un sorriso cortese, i miei occhi illuminati da quei candidi raggi solari.
"Dipende." risposi con voce tranquilla "Se è una collaborazione che, purtroppo, porta a nulla di venduto, si parla di poche migliaia di dollari." spiegai fingendo di fare calcoli "Se invece si riuscisse ad avere un buon ricavato... beh, possiamo parlare di cifre che riescono a toccare anche il dieci percento." lasciai che quelle parole si perdessero nell'aria "Per articolo venduto."

"Il 10% mi sembra un buon affare..." disse Van Niel pensoieroso "... ma forse con le spese ci perderei... facciamo il 15% sicuro e siamo d'accordo!" Fissando Queennie.