"Cerchi di calmarsi, professoressa..." disse Roan a Destresya "... ho idea che questi siano dei professionisti e non certo degli sprovveduti. Tutti i finanziamenti apparivano regolari e la banca che li garantiva ha una solidità riconosciuta. Infatti credo che anche la banca sia sta raggirata. In pratica ci troviamo in una grossa truffa, orchestrata con ogni attenzione."

Sentii la voce di Elv che mi chiamava, mentre mi allontanavo, ma senza che riuscisse a seguirmi.
Non avevo la pazienza di starci a discutere, al momento, avevo bisogno di sbollire e stare per conto mio.
Arrivai in un piccolo angolo di vegetazione, che sembrava un piccolo paradiso, con felci, frutti succosi ed un ruscello zampillante.
Una vista migliore dell'acqua ribollente che avevo visto prima della riva.
Mi sedetti allora lì, sulla sponda, giocherellando con le dita in acqua, sentendo null'altro che lo scroscio del piccolo corso d'acqua.

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Era un luogo ameno, incontaminato e lussureggiante.
La vegetazione appariva dominante su ogni cosa, persino sul cielo che, intrappolato dai rami di piante gigantesche che si intrecciavano come i meandri di un labirinto, a stento in certi punti riusciva a proiettare le sue luci azzurri.
Frutti dai colori vivissimi oscillavano come pendagli da rampicanti vigorosi, mentre bacche dai bagliori policromi, simili a gemme di qualche esotico tesoro, spuntavano da folti cespugli.
Il gorgoglio del ruscello pareva accompagnare il canto melodico degli uccelli, che con il raro piumaggio svolazzavano liberi su quella natura primordiale.
Ogni cosa su quell'isola appariva più grande e colorata che altrove.
Gwen si immerse nel piacevole candore di quell'esotico scenario, cercando di scacciare i suoi pensieri.
Ad un tratto però sentì un fruscio, poi dei passi.
Un attimo dopo notò uno degli strani abitanti dell'isola che si avvicinava alla riva del ruscello.
Si chinò sull'acqua appoggiando le sue mani appena, in modo da increspare la piatta corrente.
Restò così per un lungo istante,come se contemplasse qualcosa.
All'improvviso dalla vegetazione apparvero altre due figure, simili a lui, una però delle quali sembrava avere vaghe fattezze femminili.
Il loro aspetto era quello tipico già notato da Gwen, con quel pallore innaturale, lineamenti inesistenti e l'andatura disarticolata.
Uno dei 3 aveva il capo rasato e Gwen vide che anche lui, come Nova, non era munito di orecchie.
Poi quei 3 cominciarono a mostrare bizzarri movimenti, resi grotteschi dalle loro articolazioni deficitarie, fino a quando iniziarono ad intonare una curiosissima litania, della quale Gwen non comprese nessuna delle parole pronunciate.

Quel paesaggio era qualcosa di mai visto.
Non avevo mai visitato o studiato alcun luogo come questo.
Probabilmente, le premure di Barber erano dovute all'intenzione di preservare questo habitat incontaminato, con vegetazione lussureggiante, frutti mai visti ed animali più che rari.
Vidi poi un indigeno che di avvicinava al ruscello e ne increspava la superficie sfiorandola appena.
Arrivarono poi altri, che iniziarono ad intonare un canto incomprensibile ed a compiere degli strani movimenti, o che forse apparivano tali a causa della loro strana fisicità.
Con mia sorpresa, notai che neanche loro avevano orecchie, come Nova e questo elemento mi fece capire che, forse, avevo ragione io sugli ultrasuoni.
Non mi feci scorgere e rimasi silenziosa e lontana, per poterli osservare non vista.

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"Sì, questo me ne sono accorta anche io!" sbottai, sconsolata, andandomi a sedere su una sedia.
"Era troppo strano che a qualcuno interessasse la mia ricerca, avrei dovuto capirlo!" con aria amareggiata.
"Ma questo non toglie che ci serve un piano per andarcene di qui!" ribadii.

Gwen restò a guardarli.
Ma ad un tratto uno dei tre si voltò di scatto, come se avesse percepito la presenza della ragazza.
Era la femmina.

Per un lungo istante restò con i suoi occhi inespressivi puntati su di lei.
https://media.istockphoto.com/photos...qJFh5yz1gMZiU=

"Non faccia così, la sua spedizione è di grande interesse." Disse Roan a Destresya. "e se anche per lei ciò non conta nulla, a me interessava parecchio." Fissandola.

Restai un po' ad osservarli in silenzio, senza fare alcun rumore.
Tuttavia, nonostante fossi stata piuttosto silenziosa, uno di loro, una donna, mi notò e puntò i suoi occhi su di me.
Mi sentii in soggezione, tanto che mi alzai da dov'ero seduta allontanandomi per tornare indietro, pensando che non avessero gradito la mia presenza.

Gwen fece per tornare indietro al capanno, ma ad un tratto sentì il rumore di passi, come se la inseguissero.

Mi allontanai da lì, ma sentii degli altri passi dietro di me.
Probabilmente, mi stavano inseguendo.
Affrettai allora il passo per tornare al capanno prima possibile.
Nn perchè pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma perchè non avevo idea di come loro potessero aver inteso la mia presenza lì.

Gwen affrettò il passo, ma sentiva quei passi sempre dietro di lei.
Com'era possibile che individui dalle movenze così disarticolate e gli arti come se fossero afflitti da chissà quale deformità, data l'eccessiva magrezza di braccia e gambe, riuscissero a muoversi così bene in un territorio angusto come quella foresta esotica?
Infatti Gwen, accellerando il passo, non vide una grossa radice spuntare dal terreno e vi inciampò sopra, finendo per cadere sopra un dosso e ritrovandosi poi presso la riva del ruscello.
Sentì quei passi più vicini.
Sempre di più.

Se il suo unico Credo era quello dei soldi, Van Niel si stava facendo fregare.
"Posso offrirle al massimo un dodici percento, nulla di più. Capisca anche lei che, su una vendita di due milioni di dollari, incasserebbe più di duecentomila..." spiegai pratica.

Van Niel non sembrava una cima e restò in silenzio un lungo istante, come se cercasse di fare i calcoli a mente.
Quando si rese conto che di soldi ne ballavano un bel pò annuì a Queennie.
"E sia." Disse rauco. "Si può fare." Annuendo ancora. "Ma si parte stanotte, a Mezzanotte. Poi, prossimi alla destinazione, io la lascerò con un canotto in mare. Su quella lercia isola io non voglio metterci piede, chiaro? Non voglio perdere la mia anima." Facendo un gesto scaramantico.

I loro passi erano sempre più rapidi e mi chiedevo come facessero delle persone così fisicamente inusuali a correre così velocemente.
Con la mia solita sbadataggine, mancai di notare una grossa radice che spuntava dal terreno e vi inciampai sopra, cadendo ed imprecando.
Cercai di rialzarmi prima che mi raggiungessero, mentre inspiegabilmente mi ero ritrovata di nuovo nei pressi del ruscello.

I passi erano più vicini e Gwen era ancora a terra.
Poi ad un tratto si udì un colpo secco, poi un tonfo.
Allora tutto si fece silenzio intorno a lei.

Ero ancora a terra, dopo essere inciampata, quando si udì un tonfo e poi più nulla.
Trattenni il fiato, come se anche il mio respiro potesse interferire, impedendomi di ascoltare e rivelando la mia presenza.
Cercai di guardare per capire cosa fosse successo e perchè non udissi più dietro di me quei passi intenzionati a tutti i costi a raggiungermi.

Osservai l'uomo corrucciando le sopracciglia, un'espressione dubbiosa sul volto.
Decretai, diversi secondi più tardi, che non era certo compito mio comprendere i deliri di un povero pazzo, quindi, dopo aver messo su un sorriso di circostanza, risposi.
"Certamente, grazie per il suo aiuto."
Ora non restava altro se non raggiungere l'isola.

Il silenzio.
Come un incantesimo, poi di colpo di nuovo quella natura lussureggiante riprese a pulsare, a vivere.
In quello stesso istante un'ombra si mosse fra la vegetazione.
Gwen la riconobbe.
Era Nora.
La guardò per un lunghissimo momento, con i suoi occhi scuri e senza pupille, di un nero profondo ed impenetrabile.
Poi rientrò fra quel fogliame gigantesco e svanì.

Queennie si era accordata con quel losco individuo.
Ora poteva tornare a casa sua, in attesa della notte.
Era già pomeriggio inoltrato ed il tramonto si apprestava a mostrare i suoi colori sul porto di Baias, riflettendosi nelle acque del mare appena accarezzate dalla lieve brezza salata.
https://www.touringclub.it/sites/def...?itok=VSWySWaY

Tutto era cessato all'improvviso, ogni cosa si era fermata.
Notai poi, con mia sorpresa, la figura della mia curiosa compagna di viaggio che mi fissò alcuni istanti fra la vegetazione.
Poi, come sempre, sparì.
Rimasi interdetta alcuni secondi, poi mi rialzai per tornare al capanno.
Era stato un breve incontro ben strano, quello, ma se aveva impedito a quegli uomini di raggiungerli, ne ero certamente sollevata.

Tornai verso la mia moto, il sole alle mie spalle a riflettersi in quel mare cristallino.
Guidai rapidamente, ignorando, quando mi era possibile, i vincoli sui limiti di velocità.
I cancelli automatizzati della villa, si aprirono davanti ai miei occhi mentre, progressivamente, rallentai.
Posteggiai la moto davanti alla porta di ingresso, entrai nella magione e andai in bagno a farmi una rapida doccia.
Preparai uno zaino sufficientemente grande, inserendo al suo interno dei vestiti puliti e una pistola con un paio di caricatori.
Non ero una ragazza violenta, semplicemente dovevo essere pronta a proteggermi dai pericoli che avrei trovato sull'isola.
Rimasi quindi in attesa, per poi ripartire una volta giunto il momento di tornare al porto.

Quella nave era davvero lussuosa, ovviamente non era come l'arredamento da dove provenivo ma si capiva era elegante e ricco.
Purtroppo fummo fermati, era davvero un guaio. Il film non poteva andare avanti se non si raggiungeva l'isola di Proxia "Ma un porticciolo di salvataggio non vi è?" Esclamai.

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Gwen tornò al capanno quando ormai era il tramonto.
Un meraviglioso tramonto nel cielo dei tropici, dove un rosso lieve accarezzava romanticamente il dolce pendio delle scogliere che scendevano nel mare piatto e sterminato.
Le primissime stelle che annunciavano il crepuscolo boreale scintillavano opache nei miasmi delle foschie tropicali, rendendo quel mondo quasi incantato.
Arrivando al capanno però vide la figura di Elv in piedi, appoggiata ad una palma, fissa a scrutare la linea purperea del mare crepuscolare.
https://www.animeclick.it/prove/img_...20Nagasaki.jpg

Queennie tornò a casa, si preparò per quella spedizione.
Portò tutto l'occorrente, compresa un'arma, oltre a tutta la sua attrezzatura richiesta per questo genere di attività.
A sera lasciò la sua abitazione e ritornò al porto.
L'imbarcazione di Van Niel era ormeggiata nel molo, ma già pronta per salpare appena giunta l'ora stabilita.

Tornai al capanno al tramonto.
Il cielo era splendido, toglieva il fiato ancora più di quando ero in nave.
Le stelle punteggiavano il cielo rosso ed era un'immagine splendida.
Mi dispiaceva non avere nulla con me per fotografare.
Notai poi Elv appoggiato ad una palma, respirai a fondo e mi avvicinai.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...d98ae6abac.jpg

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Quell'inconveniente aveva gettato l'intera troupe nell'agitazione.
L'avvocato trascorse al telefono l'ora successiva alla notizia del blocco, mentre il regista passeggiava nervosamente sul ponte del panfilo, disperato, inveendo contro la cattiva sorte.
"Sembra che queste riprese esterne non nascano sotto buoni auspici..." disse Milo, in mezzo agli altri attori, fra cui Altea.
"Un bel guaio..." mormorò Louis.
"Eccomi..." arrivando l'avvocato dopo aver chiuso quella serie di telefonate ai produttori "... abbiamo un'unica possibilità... quella di trovare un altro luogo per le riprese."
"Qui intorno" fece Louis "le isole sono tutte mete turistiche, non troveremo mai location già pronte..."
"Allora andremo oltre, fino a trovare qualche isola meno frequentata." L'avvocato.
Poco dopo il panfilo cambiò rotta, alla ricerca di un'isola adatta.

"Eccoti..." disse con tono freddo El nel vedere avvicinarsi Gwen.
Non pronunciò altro, ma dal canneto giungevano delle grida strazianti.
Una voce bassa e sottile urlava in modo straziante, come se fosse sottoposta alle più disumane torture di questo mondo.

Non risposi al suo tono distaccato, perchè davvero contrariamente a quanto mi ero aspettata, questa convivenza si stava rivelando complessa.
Sentimmo poi delle urla strazianti, come quelle che avevo sentito prima, infatti mi voltai inquieta a guardare verso il canneto.

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"Va avanti così da un'ora..." disse Elv mentre Gwen guardava verso i canneti, da dove provenivano quelle urla disumane.
"Non ho mai sentito una voce simile..." continuò Elv "... non sembra neanche quella di una persona normale... mi chiedo chi riesca a far soffrire in questo modo un essere umano, anche se deforme comesembrano gli indigeni di quest'isola..." scuotendo la testa.

Lo ascoltai e in effetti no, non era normale, soprattutto non era giusto, perchè che cosa potevano mai fare a questa gente per farla urlare in questo modo?
"Ho visto altri di loro. Nemmeno loro avevano le orecchie" dissi, senza un tono preciso "Ma cantavano."

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"Tutti senza orecchie..." disse Elv perplesso "... non so che gente sia... quest'isola non mi piace..." scosse il capo, come se le urla dai canneti lo stessero facendo impazzire "... io devo andarmene da qui..." e si avviò verso la spiaggia.

Lo ascoltai e poi alzai le sopracciglia quando si diresse alla spiaggia.
"Sì certo, a nuoto, scommetto" dissi sarcastica.
Perchè certamente non c'era altro modo, dal momento che non vi erano navi.

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Elv si avviò verso la spiaggia e dopo qualche istante Gwen lo vide sparire nella vegetazione.
Ad un tratto le urla strazianti cessarono e l'aria del crepuscolo si riempì di un vago silenzio.
"Gwen..." disse arrivando Ludwing all'improvviso.

"Elv ma dove diavolo stai andando?!" gli urlai dietro, mentre spariva nella vegetazione.
Ora era davvero impazzito, sul serio.
Stavo per seguirlo, quando sentii Ludwig.
Le urla erano cessate, nel frattempo.
"Dottore. Mi cercava?" gli dissi, con un po' d'urgenza, volendo andar dietro ad Elv per capire cosa volesse fare.

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Lo guardai negli occhi, con aria di sfida e un sorrisetto divertito.
"Davvero lei si è interessato sul serio alla mia ricerca?" fissandolo.
Ero troppo arrabbiata per crederci davvero, ero troppo arrabbiata per fare qualunque cosa.
Ero furibonda con me stessa per averci creduto davvero, per essermi lasciata andare quel tanto che bastava per abbassare la guardia e non fiutare il pericolo.
Come potevo essere stata così stupida da farmi raggirare in quel modo?
Lo sapevo, invece, lo sapevo eccome.
Quella ricerca era il mio punto debole, era tutto per me.
Avevano giocato con quanto avevo di più caro e non l'avrebbero certo passata liscia.
"Dobbiamo trovare un modo per salvarci e fargliela pagare!" ribattei "Mi rifiuto di stare chiusa qui a far niente, mi rifiuto!".
Ero davvero furibonda e quel rettore in cui riponevo tante speranze si era rivelato un pesce lesso, senza spina dorsale.
Stentavo davvero a credere in quella situazione così assurda.

All’ora prefissata, mi feci trovare davanti all’imbarcazione di Van Niel.
Attesi qualche istante, per poi schiarirmi la voce e avvicinarmi all’uomo.
“Siamo pronti?”

"Mi chiedevo cosa facesse..." disse Ludwing a Gwen "... come si trovasse sull'isola... mi spiace averla lasciata sola. Sta meglio suo zio?"
Nel frattempo, chiusi in una cabina dell'Ipazia, Destresya e Roan potevano fare ben poco.
"Certo che mi ero interessato..." lui a lei "... lo trova così strano? Lei è un'ottima studiosa, professoressa." Sbuffò. "Mi chiedo dove ci stiano portando..."
Ad un tratto qualcuno aprì la porta.
"Lei..." Polos a Destresya "... venga." E lasciò un vassoio con della carne ed un'insalata, insieme ad una birra per Roan.

"Oh" dissi, aspettandomi invece che avesse bisogno di qualcosa.
"Benone, se allontaniamo il pensiero che potremmo andarcene l'anno prossimo" con freddo sarcasmo.
"Elv sta anche troppo bene. È andato alla spiaggia convinto di voler andar via, sto aspettando che capisca che non può" col medesimo sarcasmo.

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"Si, salga a bordo." Disse Van Niel a Queennie. "Partiremo fra una mezz'ora. Lei si sistemi sottocoperta." Con i suoi modi pacchiani.
A Mezzanotte la nave partì, lasciando il porto e affrontando il mare aperto.
In breve si allontanò dalla costa, seguendo la scia delle costellazioni boreali.
A bordo, oltre lui, c'erano 2 marinai dalla pelle scura a completare l'equipaggio.

Ludwing accennò un sorriso tiepido.
"Avevo pensato di invitarla a cena." Disse a Gwen. "Ovviamente non ci sono ristoranti qui, nè altro genere di locale. Quindi l'unico svago sarebbe la reciproca compagnia."