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In una sola frase Adespos mi aveva regalato il mondo intero. Restammo abbracciati a lungo, fino a che l'acqua si fece fredda, procurandoci ripetuti brividi.
"Amore mio, è meglio se ci asciughiamo adesso, altrimenti rischiamo di ammalarci..." Così mi alzai e cominciai a frizionarmi il corpo con il telo da bagno. "Cosa intendi fare adesso?" Gli chiesi mentre mi rivestivo "Ti piacerebbe riavere la tua vita di un tempo o stai bene nel bosco?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
“Allora” disse il Cavaliere Burbero ad Altea, col tono di chi aveva perso fin troppo tempo in una questione di basso conto “se, come dite, egli non è vostro amico e neanche mai avete avuto la possibilità di parlargli, il vostro tono di biasimo nei suoi confronti è totalmente fuori luogo. Quel cavaliere dunque non ha potuto dimenticare nulla di ciò che lamentavate senza motivo.” Rifacendosi alle parole pronunciate dalla donna al loro arrivo e riferite al Cavaliere Esiliato. “Ma ora abbiamo questioni più urgenti di cui occuparci.” Guardando il chierico a cavallo. “Milady...” fissando poi Dacey “... non conosco tutti i cani che mangiano alla mensa del barone Ferico e non ho intenzione di contraddire ciò che voi dite del vostro promesso sposo. Ma non posso non chiedermi come mai egli non abbia mosso un dito per farvi fuggire e tornare sulla vostra isola, visto che è palesemente il vostro desiderio più grande. Comunque consegnerò questo anello secondo quanto mi avete chiesto.”
“Andiamo dunque.” Disse il chierico a cavallo. E galopparono via verso Monsperon, mentre Frate Roberto li benediceva. |
Le domande del Cavaliere Burbero ero quelle che spesso mi ero fatta anche io mentre ero prigioniera.
<< Buona fortuna >> dissi ai due uomini che si apprestavano ad andar via. Nell'aria si poteva respirare l'odore della rivoluzione perché questo sicuramente si stava profilando all'orizzonte. |
Abbassai lo sguardo per nascondere le lacrime, avvolta da una profonda tristezza.
Anche se ero lì, tra le sue braccia, anche se gli avevo donato tutto ciò che avevo, continuavo ad essere invisibile. Che ti aspettavi? Me lo meritavo, dopotutto, gli uomini non danno valore a ciò che ottengono facilmente. E io lo sapevo, lo sapevo meglio di chiunque altro. Eppure avevo tradito me stessa e tutto quello in cui credevo pur di poter essere sua, anche una volta soltanto. Ora dovevo accettare le conseguenze delle mie scelte, e quel che è peggio avrei dovuto conviverci. Fortunatamente la vita di un guerriero è breve, la maggior parte delle volte. Ma la cosa migliore sarebbe stata morire in quel momento, tra le sue braccia. Non aveva dato alcun peso alle mie parole, parole che mi era costato pronunciare, parole che mi mettevano a nudo più di quanto non lo fosse il mio corpo, che mi facevano sentire indifesa, fragile. Parole che però erano state come il vento. Dunque non aveva alcuna intenzione di portarmi con lui. Non era stato che un sogno, meraviglioso, uno di quelli però che svanisce all'alba. Eppure continuava a stringermi, e io restai in silenzio abbracciata a lui, con lo sguardo basso perché non vedesse le mie lacrime silenziose, mentre lo accarezzavo piano, dolcemente. Se quello doveva essere il mio unico giorno d'Amore, non mi sarei persa nemmeno un istante. |
Guardai il Cavaliere un ultimo momento ribattendo..."Io penso egli...non abbia dimenticato la fedeltà che i miei genitori gli hanno prestato per anni...poi di me non importa...ma la nostra casa è stata bruciata come traditori e loro sono morti con onore...a me preme solo questo..ma forse per voi la parola onore e rispetto non esiste..cosa pensavate...mi rivolgessi a qualche ipotesi amorosa? Vi siete sbagliato".
Poi andarono via e guardai Solo..."Solo, il nostro buon frate aveva detto che tutto sarebbe finito e il villaggio sarebbe stato ricostruito ma sono basita..sono queste le future ipotesi? Non si sono nemmeno interessati dei morti del villaggio, vi hanno insultato e non so per quale motivo...ho aspettato molto questo momento..arrivassero loro a salvarci e ora che sono arrivati ho visto la stessa arroganza del barone" con una lacrima di delusione..."Ormai penso sia inutile ricostruire il villaggio...e io andrò in altra Terra, non intendo rimanere dove chi si comporta in questo modo nei confronti della povera gente, di voi della Freccia Gigliata...tanto temuta dal barone e vi siete fatti valere con onore". Saltai su Cruz..."Mi accompagnate alla rocca Solo? Poi potete far ritorno nel vostro villaggio e aiutare i vostri compagni..avranno fame e paura i soldati ritornino...e spero non siano già tornati per ucciderli". |
Gwen e Josephine avanzavano nel buio che avvolgeva il bosco, mentre versi e voci echeggiavano incerte e vaghe intorno a loro.
La giovane però era contrariata per i silenzi della nana e di come era stata messa allo scuro dell'intera vicenda. Ma mentre camminavano tra le siepi, il piede di Gwen finì in una tagliola, che si chiuse all'istante, lacerandole la caviglia e bloccandola in una dolorosa stretta. |
Adespos uscì dalla tinozza e come Gaynor prese a rivestirsi dopo essersi asciugato.
“La vita del bosco è libertà” disse “ma mi mancano le mie terre, il mio castello ed i miei fedeli uomini con cui ho condiviso lavoro e battaglie. Ma non voglio illudermi... il barone mi ha confiscato tutto...” con tono malinconico “... vieni, voglio tornare a Monsperon e vedere come procede il torneo.” |
Scossi la testa seccata, Josephine non mi aveva nemmeno risposto.
Mentre camminavano sentivo dei versi e delle voci disperdersi nel bosco. All'improvviso il mio piede finì in una tagliola e l'urlo che lanciai fece rabbrividire me stessa. Era come se la mia caviglia fosse dilaniata dalle fauci di un animale e il dolore era indicibile. "Josephine...Josephine... Aiutami... Ti prego..." soffiai ansimando, mentre cercavo di aprire la tagliola; non riuscivo a parlare, a pensare, il dolore era lacerante. |
Alla Pieve erano rimasti Frate Roberto, Dacey, Altea e Solo.
“Perdonate, ma non posso condurvi alla rocca.” Disse il brigante ad Altea. “Io invece ho letto nobiltà nelle parole di quel cavaliere dal tono burbero. Di sicuro non voleva certo offendervi, ma è il suo modo di porsi. Egli è straniero, eppure sta lottando per Sygma. Il villaggio è andato distrutto è vero, molti sono morti, ma nulla è perduto. Anzi, credo che a Monsperon stia per accadere qualcosa. E forse non ci servirà ricostruire il villaggio, poiché, se Dio vorrà, ritorneremo tutti alle nostre vere case. Su, venite anche voi con me.” “Ben detto, figliolo.” Annuì sorridendo Frate Roberto. “Forse, a Dio piacendo, questo che sta per sorgere sarà un giorno nuovo. Il primo di una lunga libertà.” |
Guisgard e Clio restarono stretti l'una all'altra ancora a lungo, avvolti dal mantello e dal silenzio circostante.
“Ora devo andare...” disse lui alzandosi e stringendo il mantello attorno al corpo di lei “... devo tornare a Monsperon...” accarezzandole il viso. Si accorse allora delle sue lacrime. “Perchè piangi?” Stupito. |
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