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L'uomo prese il documento mostrato da Altea e lo studiò con attenzione.
“Sono spiacente...” disse infine con noncuranza “... purtroppo senza materiali garanzie questa banca non può offrirvi alcun tipo di prestito o prelievo.” La dama intanto cominciò ad accorgersi che gli uomini presenti in quella banca la fissavano con una certa insistenza. |
"Ditemi di che garanzia avete bisogno...non cerco un prestito, ma dovrei prelevare i soldi sul mio conto e di mio padre, il duca Louise de Chermount, ora è in Francia...alla corte da suo cugino il re. Io risiedo a Palazzo delle Ginestre nella costa flegeese e sono ospite di queste parti, mia zia Madame Sibille de Chermount potrebbe darvi garanzie ma i soldi mi servono per tornare a casa" mostrai il mio anello con il sigillo in ceralacca che portava il simbolo del Casato e poi pure lo stemma riportato nella spilla del fu promesso sposo...di cui non seppi mai il significato.."Questo vi basta?".
Poi mi accorsi gli uomini attorno mi guardavano..proprio come nella locanda e finsi indifferenza...forse erano solo dei curiosi in questa città. |
“Oh, insomma...” disse Icarius sbuffando ed alzandosi in piedi dopo aver lanciato altri due sassi nell'acqua del canale “... è così difficile capirlo?” Scosse il capo. “E sia, lasciamo perdere... è giorno ormai...” alzando gli occhi verso il Sole “... dobbiamo andare al Palazzo Ducale, ricordi? C'è quel tipo che ci aspetta... anzi, che aspetta te...” voltandosi verso Clio.
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Fissai Icarius con due occhi spalancati, per poi abbassarli.
Non capivo cosa avevo fatto per infastidirlo in quel modo, nè perché la cosa mi dispiacesse. Non sapevo cosa rispondere, così mi limitai ad abbassare lo sguardo, cercando di nascondere la mia espressione. Non mi capivo. Persino da bambina gli rispondevo a tono, e ora mi limitavo ad abbassare lo sguardo intimidita? Fantastico! Poi Icarius mi ricordò il nostro appuntamento e solo allora alzai lo sguardo su di lui. "Sì, hai ragione..." Annuendo "Torniamo alla locanda, facciamo colazione, io mi cambio..." Guardando il mio abito indossato in fretta e furia sopra la camicia da notte "Che non posso certo andare in giro così..." Scossi la testa "E poi andiamo!" Sorrisi, infine. "Chissà che effetto mi farà tornare lì.." Mormorai pianissimo, col volto velato di malinconia. |
“Non ho molta roba io...” disse sorridendo Ehiss a Dacey, per poi aiutarla col suo pesante baule.
“Ci occorrerà un carro.” Il vescovo. “Abbiamo solo il vostro cavallo e siamo in quattro.” “Poco lontano da qui” fece Ammone “c'è una fattoria. Chiederemo al fattore di venderci il suo carro.” “Buona idea.” Annuì il vescovo. “Va e compralo, Ammone.” Dando del denaro all'omone. E quello andò, mentre Ehiss sprangava ogni accesso alla tenuta. |
Zoren rise appena a quelle parole di Gwen, poi la prese per mano ed entrarono nel castello.
Camminarono sul ponticello traballante, giungendo davanti all'ingresso che solo a fatica riuscirono ad attraversare. Si ritrovarono così nel cortile del maniero, tutto invaso da una vegetazione incolta e fitta. “Sono qui, Gwen...” disse in un sussurro la misteriosa voce che sempre più spesso lei udiva. |
Icarius annuì a Clio e tornarono alla locanda, dove lei si preparò ed insieme fecero poi colazione.
Fatto ciò lasciarono la locanda e si avviarono verso il Palazzo Ducale, in una città che vedeva un gran numero di soldati nelle strade. Naturalmente anche il palazzo era sorvegliato da un buon numero di soldati. |
Il mio sarcasmo provocò la risata di Zoren, ma a me provocava solo ansia.
A fatica superammo il ponticello ed entrammo nel cortile del maniero, invaso da una fitta vegetazione. Poi, la sentii. "È qui... Lei è qui..." soffiai. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
<< Ser... Torneremo qui vero? >> mormorai mentre la Marchesa veniva sprangata.
<< Torneremo e finiremo di sistemare questa dimora. Ce la faremo giusto?>> |
“Purtroppo” disse l'uomo ad Altea “questa banca non può autorizzare alcun prelievo di denaro a nome di persone che non sono nostre clienti. L'unica cosa che posso fare è concedervi un prestito, purché voi abbiate qualcosa da lasciare in garanzia. E' una disposizione imposta dal barone, madama.”
Mentre tutti nella banca fissavano la dama. |
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