Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 22-01-2011 03.43.19

Il pomeriggio era fresco e dolcemente ventilato.
Quella lieve brezza, soffiando sulla sconfinata campagna, rendeva l’aria asciutta ed il paesaggio limpido.
Le ombre del vecchio borgo si allungavano dolcemente, coprendo come un manto ogni stradina ed ogni piazzetta, man mano che il Sole si abbassava verso Ponente ed il cielo si tingeva di un vivo e sognante alone vermiglio.
La vecchia rocca era da sempre il rifugio di quei piccoli temerari, che con i loro giochi assumevano di volta in volta l’audacia dei pirati, il coraggio dei cavalieri o la sete di avventura di esotici marinai.
“Solo chi sarà nominato cavaliere” proclamò il piccole re con la sua rozza corona di foglie e rametti attorcigliati “potrà partecipare alla Sacra Ricerca!”
“E come si diventa cavaliere, maestà?” Chiese Parro.
“Lo sarà” rispose il re agitando la sua spada di legno “chi verrà toccato dalla mia spada!”
“Allora nominatemi vostro cavaliere, sire!” Esclamò il piccolo Parro.
“Solo quando avrete ucciso almeno un drago e salvato la fanciulla da esso rapita!” Disse il bambino arrivato proprio in quel momento.
“Sir Guisgard!” Gridò felice Parro.
“Benvenuto, Primo Cavaliere del mio regno!” Lo salutò il piccolo re.
“I miei omaggi, sire.” Rispose con un sorriso Guisgard.
“Siete pronto per la nostra Mistica Ricerca?” Chiese il re.
“Sono qui per questo.” Con un inchino il nuovo arrivato.
“Ah, siete qui!” Esclamò la bambina appena li ebbe raggiunti.
“Talia…” disse Guisgard “… ti avevo detto di non seguirci! Tornatene a casa, questo non è posto per una bambina!”
“Ma perché?” Chiese la fanciulla. “Voglio giocare con voi…”
“Le donne non possono diventare cavaliere!” Sentenziò il piccolo re.
“Ma nei romanzi ci sono anche le dame, vostra maestà.” Precisò Parro. “Ed anche le fate e le streghe, se proprio vogliamo dirla tutta!”
“Hai visto cosa mi hanno dato le suore oggi a scuola?” Chiese Talia, mostrando qualcosa a Guisgard. “E’ una rosa…”
“E’ roba da femminucce” rispose Guisgard “e a noi cavalieri non interessa!”
“Ben detto, sir Guisgard!” Esclamò il re.
“Oh…” mormorò lei dispiaciuta “… guarda… dalla mia rosa si sono staccati dei petali…”
Il re e Parro scoppiarono a ridere.
“Puoi aggiustare il mio fiore, Guisgard?” Chiese la bambina quasi con gli occhi lucidi.
“Ah, dammi qua…” fece lui “... ora cercherò di accomodarlo io…”
Si voltò di spalle e, attento a non farsi scorgere da lei, mise in tasca quei petali caduti.
“Ecco, la tua rosa è di nuovo intera.”
“Grazie, Guisgard!” Esclamò lei raggiante.
“Si sta facendo tardi…” disse Guisgard “… meglio tornare a casa…”
“Sono stanca…” mormorò Talia “... la strada è molto lunga?”
“Dobbiamo scendere dalla rocca e risalire dove c’è la chiesa di Giorgio.” Rispose il piccolo re.
“Dai, sali sulle mie spalle” disse Guisgard a Talia “altrimenti si farà ancora più tardi ed i tuoi genitori si preoccuperanno.”
La bambina montò sulle spalle di Guisgard ed i quattro si avviarono verso il centro del vecchio borgo.
“Il mio fiore è proprio bello!” Esclamò Talia perdendosi nei colori e nel profumo della sua rosa.”
“Domani però” disse il re a Talia “per giocare dovrai sceglierti un personaggio, altrimenti non ti faremo restare alla vecchia rocca!”
“Potresti fare la fata Morgana…” intervenne Parro.
“Io voglio fare la principessa…” mormorò Talia.
“Allora potrebbe fare Ginevra!” Disse Parro.
“Ginevra era regina, non principessa!” Precisò il re.
“Si, ma prima di diventarlo” replicò Parro “era una principessa.”
“Dobbiamo chiederlo a Guisgard…” disse il re “… in fondo Ginevra era innamorata di Lancillotto e quel cavaliere lo impersona sempre lui.”
“E sia…” fece Guisgard “… ma solo per gioco…” voltandosi verso Talia “… ma…” farfugliò lui.
“Cosa c’è?” Chiese Parro.
“Schhh…” fece con un dito Guisgard ai due bambini “… si è addormentata…”
“Eh, le femmine…” osservò il re “… non saranno mai forti come noi maschi!”
“Andiamo, manca poco ormai…” indicando la strada Guisgard.
Portava Talia sulle spalle.
La bambina si era avvinghiata con le braccia al collo di lui ed i suoi lunghi capelli scendevano sul volto di Guisgard, accarezzandolo ad ogni passo.
“Mmm…” mormorò nel sonno lei “… ti amerò per tutta la vita…”
“Uh…” si voltò lui.
“Cosa c’è?” Chiese Parro.
“Nulla…” rispose Guisgard “… starà sognando di qualcuno…”
Poco dopo la piccola Talia si ritrovò nel suo lettino.
“Ti sei svegliata, finalmente.” Disse la mamma entrando nella stanza con una tisana calda e dei biscotti. “Eri stanchissima. Sono stati i tuoi amichetti a riportarti a casa.”
La piccola alzò allora la testa dal cuscino e vide accanto a se la sua bellissima rosa.
Poco distante da quella casa, presso le rovine delle antiche mura del borgo, un bambino fissava pensieroso il Sole ormai prossimo al tramonto.
Aprì la mano che racchiudeva i petali della rosa di Talia e restò a guardarli.
“Chissà di chi stava sognando…” si chiedeva mentre un velo di malinconia, come portato dal vento, si diffondeva sull’incantata campagna.

In quel momento entrò qualcuno nella stanza e Talia si destò da quel sogno.
“I sogni…” disse Guxio “… dolce riparo dai tormenti della vita… ma i più fortunati, talvolta, possono realizzare i propri sogni… mentre ai più sfortunati restano solo gli incubi…”
E la fissò con quel suo volto consumato dall’odio e dalla malvagità.
http://upload.wikimedia.org/wikipedi...0px-Kratos.png

Guisgard 22-01-2011 04.11.29

Intanto, nel bosco, Gidelide e Cavaliere25 osservavano quel misterioso disegno, cercando di comprenderne il significato.
"Il posto avete detto? Ma certo! Ora rammento!" Esclamò Giselide.
Fissò Cavaliere25 e continuò:
"Tre notti fa sognai ancora... non sembrava un sogno particolare... ricordo un folto bosco... come questo... ed un sentiero... e da lì si giungeva ad una chiesetta... e solo quando vi entrai riconobbi questo stesso altare che avevo disegnato giorni prima! E, ricordo, un particolare che mi spaventò, facendomi svegliare di colpo... su quell'altare pendeva una Croce capovolta..."
Restò un momento in silenzio ed aggiunse:
"Quella chiesa era sconsacrata... voi, messere..." rivolgendosi al giovane arciere "... conoscete un posto simile?"

cavaliere25 22-01-2011 11.12.24

Si dissi è dove sono andati i miei amici dissi voi portatemi sul sentiero del bosco e da li cercheremo la chiesetta sconsacrata dissi guardando la dolce fanciulla

Talia 22-01-2011 11.40.25

Aprii gli occhi lentamente... quel sogno era stato così vivo, così potente che ne sentivo ancora il profumo e ne percepivo ancora le sensazioni sulla pelle. Sospirai e li richiusi, così che per un attimo tornai in quel mondo... per un attimo rividi quel bambino spavaldo e sicuro di sé e allo stesso tempo così gentile... sorrisi: non avevo mai conosciuto quel bambino ma ero certa che era proprio in quel modo che era stato, così come quella bambina ero davvero io...
E non potei non chiedermi dove fosse in quel momento...
Qualcosa di forte ma indistinto si agitò da qualche dentro di me al pensiero che fosse lì da qualche parte... che fosse vicino!
Ad un tratto un rumore di passi mi indusse ad aprire di nuovo gli occhi, e subito quella voce mi raggiunse...
Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 25959)
“I sogni…” disse Guxio “… dolce riparo dai tormenti della vita… ma i più fortunati, talvolta, possono realizzare i propri sogni… mentre ai più sfortunati restano solo gli incubi…”

Rimasi per un istante in silenzio, ricambiando con disgusto lo sguardo di quell’uomo.
“Cosa ne sai tu dei sogni, Guxio?” domandai dopo un istante “Ne hai mai avuti? Non credo... i tuoi sono soltanto deliri di un pazzo!”
Un lampo mi colpì la mente in quell’istante: in fretta spostai gli occhi sullo specchio, ma il volto di Guisgard era scomparso e adesso quella nebbia indistinta vorticava di nuovo sotto la superficie lucida... tranquillizzata, tornai a posare gli occhi sull’uomo che mi stava di fronte.

Guisgard 22-01-2011 15.56.22

"Davvero avete riconosciuto quella chiesa che sognai, messere? E' meraviglioso!" Esclamò Giselide.
La ragazza allora spronò il fiero Belfiore che galoppò rapido fino a raggiungere il sentiero, che subito Cavaliere25 riconobbe.
Era quello infatti che il giovane arciere aveva percorso con Belven e Goldblum prima di giungere al pozzo maledetto.
"Questo è il sentiero, messere..." disse Giselide "... ora sta a voi condurci alla chiesa sconsacrata!"
http://valledellanava.files.wordpres...745-tunnel.jpg

cavaliere25 22-01-2011 15.58.27

Si state accanto a me mylady non si sa mai chi ce in questi boschi proseguiamo a piedi è meglio faremo meno rumore e mi incamminai su quel sentiero

Lady Gaynor 22-01-2011 18.41.56

"Perdonate, milady..." chiese il Cappellano affiancandosi a Gaynor "... ma trovo curioso ed insolito che una dama viaggi da sola in tempi come questi ed in terre tanto pericolose... chi siete e cosa vi ha spinto a Cartignone?"
La domanda del Cappellano era lecita, cosicchè Gaynor si decise a raccontare un po' di se: "Sono Lady Gaynor della corte di Imperion, moglie di Lord Duncan, signore incontrastato della contea. Il nostro è stato un matrimonio di convenienza, scritto già da prima che io potessi comprendere cosa fossero gli uomini e l'unione con essi. Mio marito è un uomo di bell'aspetto, dalla condotta impeccabile, ma freddo come il ghiaccio e tendente alla tirannia. Una mattina di alcuni anni fa conobbi un giovane cavaliere e me ne innamorai perdutamente. Lui mi chiese di rinunciare a tutto e di seguirlo, ma io non ebbi il coraggio e ne ho ampiamente pagate le conseguenze. Lui se ne andò e non l'ho mai più rivisto, mentre io sono rimasta finora rinchiusa nella mia prigione dorata. Quando morì mio padre, qualcosa dentro di me si spezzò e decisi che non era quella la vita che volevo condurre, una vita senza slanci e senza emozioni, per cui cominciai a sognare di fuggire e, sognando sognando, ho finalmente messo in pratica il mio piano. Sono fuggita da Imperion di notte e ho cavalcato senza meta per settimane, incosciente come poche, ma finalmente libera. Quando sono giunta a Cartignone, ho saputo di questa storia ed ho deciso di cercare un po' di gloria e di protezione nel caso Duncan arrivasse a me, perchè l'ultima cosa che voglio è tornarmene ad Imperion. A conti fatti, forse morirò in questo luogo, ma anche la morte è preferibile ad un lento stillicidio dell'anima..." Gaynor si interruppe all'improvviso sentendo la voce della piccola Lyan rivolgersi a Guisgard: "Io so dove si trova la dama che cerchi, cavaliere, è vicina al luogo in cui sono imprigionate la mia mamma e le altre donne rapite."

Guisgard 24-01-2011 01.03.05

Nel frattempo, nel ventre maledetto del bosco, dove i feroci Atari avevano posto la loro infernale dimora, il gruppo era giunto ad un bivio.
Quale strada scegliere?
Quella di destra o quella di sinistra?
E poi, improvvisamente, le parole della piccola Lyan.
La bambina fissò Morven.
"La strada giusta non è mai semplice..." disse con un filo di voce.
In quel momento Morven sentì la sua Samsagra ardere come se bruciasse per davvero.
"Ma tutto dipende da che prezzo sei disposto a pagare per trovarla, cavaliere..." aggiunse Lyan rivolgendosi poi a Guisgard.
Il cavaliere fissò con attenzione la piccola.
"La mamma mi ha rivelato ogni cosa" continuò Lyan "prima che la portassero via... la strada di destra porta fuori, nel bosco e poi a Cartignone... quella di sinistra, mi disse la mamma, conduce giù, negli Inferi... e lì che si trova ora quello che state cercando..."
"Che storia è mai questa?
Molta scelta non ci resta!"
Esclamò Iodix.
"Avete sentito, vero?" Chiese Guisgard fissando tutti loro. "A destra si ritorna a Cartignone... mentre a sinistra si scende all'Inferno... ognuno decida liberamente cosa fare... io non obbligherò alcuno a seguirmi!"
"Un eroe è cosa rara" intervenne il Cappellano "e vanno sempre seguiti. Voi state rischiando tutto per liberare Cartignone e meritate fedeli compagni al vostro fianco."
"Buon chierico, io non sono un eroe" rispose Guisgard "e nè miro a diventarlo. Anzi, nelle mie terre mi definirebbero in molti modi e nessuno, vi garantisco, suonerebbe simile alla parola eroe. Di salvare Cartignone poi, beh, non sono nè tanto ambizioso, nè tanto pazzo. In verità, vi dirò, non ho nessun interesse verso le questioni di queste terre... l'unica cosa che mi interessa è liberare lady Talia..."
"Vi comprendo" disse il Cappellano "e so cosa provate... ma in gioco vi è qualcosa di molto più grande di tutti noi... in questo posto dimora il male assoluto..."
"Ascoltatemi..." lo interruppe Guisgard "... non mi interessano queste cose... peccai allora a non impedire a lady Talia di avventurarsi in questo luogo ed ora mi sento responsabile della sua sorte… altro non è affar mio!”
Guardò di nuovo tutti loro e chiese:
"Allora... avete deciso quale strada prendere?"

Guisgard 24-01-2011 01.30.32

Nello stesso momento, Guxio aveva raggiunto Talia nella stanza in cui la ragazza era prigioniera.
"Cosa avete sognato, milady?" Chiese fissandola con un ghigno. "Ma, per quanto bello vi sia sembrato, sappiate che la realtà lo sarà molto di più!"
Accennò una risata e continuò:
"Vi informo che domani lascerete questo luogo... verrete con me a Cartignone, dove metteremo al corrente lord Frigoros di alcuni fatti nuovi... diremo che i misteriosi uomini tatuati sono stati sconfitti da sir Bumin e voi, colpita dal suo eroismo, ve ne siete innamorata..."
Stavolta non riuscì a contenere una risata di ambigua soddisfazione.
"E mentre noi saremo a Crtignone..." aggiunse "... i vostri compagni resteranno invece rinchiusi in questo luogo... non come ostaggi, tranquilla... ma solo come pegno... e non temete, la loro sorte, come sempre, sarà unicamente nelle vostre mani... ed ora riposate... sognando magari... sognando i vostri ultimi sogni di donna libera..."
E uscì dalla stanza seguito dal delirante eco della sua risata, lasciando Talia in balia di sconforto e paura.
http://static.desktopnexus.com/thumb...gthumbnail.jpg

Guisgard 24-01-2011 02.16.43

Intanto, in un'altra zona del bosco, Cavaliere25 e Giselide stavano attraversando il sentiero che li avrebbe portati alla chiesa sconsacrata.
Il bosco sembrava ora aprirsi, ora chiudersi ed avvolgerli nel suo lussureggiante manto.
Un pioggia di colori e di profumi era diffusa attorno a loro, mentre canti di gioiosi uccelli si disperdevano nell'aria, rendendo quel luogo intriso di una magica accoglienza.
Ad un tratto Giselide indicò qualcosa in lontananza.
Era la chiesa che stavano cercando.
"E' lei, la riconosco..." disse Giselide "... credete sia pericoloso avvicinarsi?"

cavaliere25 24-01-2011 10.23.24

Guardai dove la fanciulla mi indicò e dissi non sappiamo chi c'è dentro in quella chiesa dobbiamo stare molto attenti avviciniamoci lentamente e senza fare rumore dissi guardando Giselide voi state dietro a me mylady dissi mentre mi avvicinavo lento a quella chiesa

Talia 24-01-2011 12.45.09

La risata di Guxio risuonò tra le ombre di quella sala, facendo vibrare della sua malvagia soddisfazione ogni pur minimo angolo.
“Guxio, aspettate...” dissi, balzando in piedi “Aspettate!”
Volevo fermarlo per parlargli... per temporeggiare... ma lui era già sparito, come inghiottito da quell’opprimente buio. Tentai di seguire l’eco della sua voce, dunque, e mossi qualche incerto passo ma non vedevo dove andavo e, man mano che mi allontanavo dalla debole luce di quella candela, non riuscivo a distinguere niente intorno a me.
Ad un tratto vidi di nuovo una luce, mi avvicinai e con mio sommo sgomento mi ritrovai di nuovo al punto di partenza... di nuovo quello specchio, quel giaciglio, quella candela... mi guardai intorno confusa: come potevo essere ancora lì se avevo proceduto in linea retta, seguendo l’eco della risata di Guxio?
Afferrai, dunque, la candela e la sollevai...
Non si vedeva niente intorno, niente che non fossero ombre e un denso buio nero.
Mossi di nuovo qualche passo, questa volta tenendo la candela ben alta di fronte a me e facendo bene attenzione a proseguire sempre dritto... ma dopo un momento mi trovai di fronte di nuovo quel giaciglio e quello specchio.
Lo sconforto mi assalì. Mi sentivo prigioniera in una prigione senza nome, mi sentivo come se Guxio mi avesse rinchiusa in un luogo senza un altrove...
Mi lasciai cadere sul letto, riappoggiai la candela e mi presi la testa tra le mani... che fare?
E allora le parole di Guxio fecero breccia nella mia mente...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 25978)
"E mentre noi saremo a Cartignone... ... i vostri compagni resteranno invece rinchiusi in questo luogo... non come ostaggi, tranquilla... ma solo come pegno... "

‘Come pegno...’
Rabbrividii.
E lentamente varie immagini iniziarono a venirmi alla mente...
Pensai a Guisgard... a quando ci eravamo conosciuti e a quando lo avevo probabilmente provocato al punto da costringerlo quasi a seguirmi, a quante ne aveva dovute passare dopo e a quante ne stava ancora passando... perché lo aveva fatto? Perché non aveva lasciato semplicemente che mi infilassi in quel guaio da sola?
Pensai al giovane Morven... alla sera in cui lo avevo incontrato per la prima volta a Cartignone, alle sue parole misurate che male si addicevano a quello sguardo determinato...
Quanto ero stata rigida con entrambi quella sera, che ora sembrava tanto lontana... quanto ero determinata e quanto dovevo esser sembrata loro presuntuosa... dov’era finita ora quella determinazione?
Ora è tutto diverso... disse una vocina nella mia testa ...ora in gioco non ci sei più soltanto tu!
Pensai al Cappellano e al giorno in cui lo avevo conosciuto a Corte: avevo subito provato una sorta di innata fiducia in lui...
Era vero: ora c’era anche la sorte di tutti loro da mettere sul piatto e, probabilmente, ora la loro sorte contava per me più della mia stessa!
La nebbia sotto la superficie dello specchio prese di nuovo a vorticare, finché ne emerse un gruppo di figure... erano fermi, in cerchio di fronte ad una diramazione della galleria e sembravano discutere... passai delicatamente una mano sullo specchio, sfiorando appena qualcuno di quei volti, finché le mie dita non giunsero a Guisgard...
“Se solo tu sapessi...” mormorai, chiudendo gli occhi “...se solo tu potessi sentirmi!”
Se solo tu fossi qui... mi sorpresi a pensare.

Morrigan 24-01-2011 16.15.31

Fu un sussulto improvviso, repentino, inaspettato.
Gli occhi di Lyan si posarono su di lui, e Morven, senza un apparente motivo, sussultò e di scatto ritrasse la mano che le stava sfiorando i capelli.
Chiuse gli occhi e li riaprì, comprese che non era trascorso che un attimo e che forse nessuno aveva avuto il tempo di scorgere il suo trasalimento. Ma lei sì. Lyan lo aveva visto. Perchè i suoi occhi erano ancora fissi su di lui, e lo guardavano con uno sguardo penetrante e innaturale.

"La strada giusta non è mai semplice..." disse con un filo di voce e con tono enigmatico.

In quel momento Morven sentì la sua Samsagra ardere come se bruciasse per davvero. Samsagra era stata in silenzio per troppo tempo, o lui aveva preferito non ascoltare, perchè era troppo stanco e amareggiato da quegli eventi per seguire ancora quella voce. Ma lei adesso chiedava attenzione, e la chiedeva a gran voce e senza requie, come una donna insoddisfatta che non viene ascoltata.
Istintivamente Morven cercò di allontanarla dal suo corpo, ma la spada era così saldamente legata alla sua cinta che il giovane non vi riuscì. E mentre le sue dita armeggiavano con l'elsa e i legacci, qualcosa cominciò a bruciargli nel cuore, un calore che passava dalle sue dita alle sue vene, una sensazione che lo placò infine, facendogli abbandonare la presa sull'arma.
SOllevò lo sguardo, dischiuse le labbra, come ancora sorpreso da qualcosa che non riusciva a dire.

"E' una trappola..." mormorò infine, con voce bassa e a nessun interlocutore in particolare, come se quelle parole non gli appartenessero in verità, come se a parlare fosse stato un altro, e non lui.

Si riebbe infine da quel primo stupore, e si rivolse a Guisgard.

"La strada è quella giusta, la bambina dice il vero... ma è una trappola, Guisgard... ci stanno aspettando..."

Scosse il capo, confuso. In realtà lui stesso non avrebbe saputo spiegare bene perchè stesse parlando a quel modo.

"... non so come questo sia possibile... forse Bumin ha già avuto il tempo di avvertirli... ma ci stanno aspettando, e questa bambina ci porterà dritti dritti nel ventre della balena..."

Rimase in silenzio, osservò Guisgard che ragionava sulle parole dettegli da Lyan.

"A destra si ritorna a Cartignone... mentre a sinistra si scende all'Inferno... ognuno decida liberamente cosa fare... io non obbligherò alcuno a seguirmi!", aveva esclamato infine il cavaliere.

Quindi, dopo aver brevemente conversato con il Cappellano,

"Allora... avete deciso quale strada prendere?" , concluse Guisgard.

Morven sorrise, di quel suo strano sorriso che mescolava tristezza, sicurezza e rassegnazione insieme. Si avvicinò a Guisgard, gli poggiò una mano sulla spalla.

"Ho detto che la bambina ci porterà nel ventre della balena... e Giona soravvisse là dentro per tre giorni e per tre notti, finchè Dio non ordinò al pesce di vomitarlo in salvo sulla riva..."

Fece una breve pausa, quindi, guardando Guisgard dritto negli occhi:

"Andiamo a sinistra, Guisgard... nel ventre della balena... io vi coprirò le spalle".

Lady Gaynor 25-01-2011 00.44.39

Per la prima volta, Gaynor guardò Lyan con occhi diversi. Era troppo piccola perchè quelle parole fossero sue, sembrava parlare per bocca di qualcun altro. Il modo in cui era apparsa, la strada che aveva indicato loro, queste frasi adulte... Forse che la sua mente era sotto il controllo di un essere malvagio? O al contrario il suo scopo era quello di aiutarli? Con questo dubbio nella mente, Gaynorl a strinse ancora più forte, perchè qualunque fosse stata la verità, il corpo di Lyan restava sempre quello di una bambina, la cui innocenza era forse compromessa per sempre.
"Allora... avete deciso quale strada prendere?"
La domanda di Guisgard la riscosse dai propri pensieri e le bastò poco per rispondergli con fermezza: "Sir Morven, Iodix e il Cappellano sono con voi. Se pensate che una donna e una bambina non vi siano d'intralcio, allora contate anche sul mio aiuto. E voi, mio fedele amico..." chiese Gaynor al vecchio delle fosse "...continuerete a seguirmi?"

Guisgard 25-01-2011 01.55.26

"Una trappola..." ripetè Guisgard fissando Morven "... ci stanno aspettando? Forse, anzi è probabile... ma lady Talia in questo momento è con loro... quindi non abbiamo molta scelta..."
Guardò poi Gaynor ed annuì, dopo che la ragazza aveva espresso la sua volontà di seguirli.
"Il muratore non ferma il suo lavoro quando piove..." disse il vecchio delle fosse a Gaynor "... come il mercante non rinuncia a salpare per porti lontani quando il mare è grosso... seguirò la vostra stessa strada..."
"Siamo tutti compatti, cavaliere..." fece il Cappellano guardando Guisgard "... avanti, fateci strada e vi seguiremo come abbiamo fatto fino ad ora..."
"Un momento!" Intervenne Dukey. "Siamo giunti qui quando credevamo di avere sir Bumin dalla nostra parte! Ora invece tutto è diverso..."
"Che cosa intendi dire?" Chiese Guisgard.
"Avanti, dico..." farfugliò Dukey "... siamo in questo posto che sembra avere trappole ed incanti ad ogni passo! Magari faremo solo pochi passi e subiremo un'imboscata che ci spedirà tutti all'altro mondo! E poi questa bambina! Come fa a sapere tutte queste cose? Dovrei fidarmi di una mocciosa? Siamo nel covo di quegli uomini ed è già un miracolo se siamo ancora vivi! Io ho una vita davanti! Una famiglia!"
"Hai sentito, no? La strada di destra porta a Cartignone..." indicò Guisgard "... prendila e torna dalla tua famiglia..."
"Chi mi conosce sa che non sono un vigliacco..." tentò di giustificarsi Dukey "... ma proseguire non vuol dire aver coraggio, ma solo essere pazzi! Potrebbero essere in centinaia ad attenderci! E non abbiamo un esercito con noi!"
"Vattene, Dukey!" Disse Guisgard.
"Potrei andare a Cartignone e tornare con un robusto drappello di cavalieri!"
"Torna a Cartignone!"
"Si, tornare con dei rinforzi sarebbe la cosa giusta da farsi!" Affermò Dukey. "Rischiare così è inutile... e per cosa poi? Nove su dieci lady Talia sarà già morta a quest'ora e..."
"Ti ho detto di andartene, cane!" Urlò Guisgard afferandolo per la tunica e spingendolo verso la porta di destra. "Vattene o ti ammazzo io stesso prima ancora che lo facciano quei fanatici! Vatene! Vattene, ti ho detto!"
Dukey allora, dopo aver fissato tutti loro, come un topo che abbandona la nave, varcò la porta di destra e svanì nell'oscurità.
"Ora andiamo..." ordinò Guisgard al gruppo.

Guisgard 25-01-2011 02.21.11

Il bosco avvolgeva la radura nella quale sorgeva la chiesa sconsacrata.
Sterpi e rovi, come un manto spettrale, sembravano racchiudere quell'angolo di bosco ed estraniarlo da tutto il resto.
"Che posto terribile..." mormorò Giselide "... mette i brividi solo a guardarlo..."
La ragazza allora si nascose dietro Cavaliere25 ed attese le sue indicazioni.
Ma all'improvviso si udirono degli strani rumori.
"Cosa sarà stato?" Chiese Giselide al giovane arciere. "Sarà meglio nasconderci dietro la chiesa! Cosa ne pensate, messere?"

Guisgard 25-01-2011 02.49.20

Il gruppo così varcò la porta di sinistra.
L'aria sembrava più fredda ed un fetido era diffuso ovunque.
Le loro torce quasi a stento riuscivano ad illuminare la strada che li precedeva, visto che quell'ambiente sembrava più grande di quelli attraversati in precedenza.
"Guardate che strani disegni ci sono alle pareti!
E questa danza macabra, con re, cavalieri e preti!"
Indicò Iodix.
Infatti le pareti intorno a loro era completamente coperte da disegni che per la maggior parte riproducevano scene di tortura e di morte, con nobili ed ecclesiastici come vittime.
"Quegli uomini sono dei fanatici..." disse il Cappellano fissando le pareti "... sono folli e qualcuno deve fermarli..."
"Proseguiamo!" Fece Guisgard. "Questi disegni servono solo a farci spaventare!"
"E ci riescono benissimo,
mio signore valorosissimo!"
Esclamò palesemente impressionato Iodix.
"Sta zitto, stolto cantastorie!" Lo riprese Guisgard.
Il suo sguardo cadde poi su Gaynor.
"Vi siete fatta impressionare da questi disegni alle pareti, milady?" Chiese Guisgard.
"E tu, cavaliere?" Domandò Lyan. "Tu hai paura di questi disegni?"
Guisgard la fissò senza rispondere nulla.

Guisgard 25-01-2011 04.10.55

Lo specchio mostrava volti, immagini, suoni che apparivano familiari a Talia.
Ma quanto di reale uno specchio può mostrare?
Esso non è diverso da un libro o da un quadro, mio giovane signore.
Come quelle opere d'arte, anche uno specchio mostra una realtà specifica.
Un'altra realtà.
Una realtà vista e voluta dall'uomo.
Una realtà affascinante, mistica, avventurosa, ideale ed idealizzante.
Ma tuttavia una realtà fittizia, chè tiene lontano ciò che l'uomo non conosce o teme.
Un libro riporta ciò che vuole il suo scrittore, così come il ritratto obbedisce alla visione del suo pittore.
E quello specchio, forgiato dal suo padrone, riflette solo ciò che esso vuole.
Quella stanza, buia, indefinita ed enigmatica, teneva ormai prigioniera Talia.
E per quanto dimora di incanti ed illusioni, quella prigione non era nulla in confronto a quella in cui Guxio stava per intrappolarla.
"Milady..." sussurrò una voce nell'oscurità "... questi sono i vostri abiti e quelli i vostri gioielli" indicando due nani che recavano quegli oggetti. "Indossateli perchè tra poco partirete alla volta di Cartignone insieme al vostro ed al nostro signore.
Un attimo dopo di quella voce e dei due nani non ci furono più tracce.

cavaliere25 25-01-2011 09.28.14

Si mylady nascondiamoci dietro la chiesa e attendiamo mi preparai per uscire appena si muoveva qualcosa guardai la ragazza e dissi mylady qualsiasi cosa succeda rimanete ferma qui ci penserò io a difendervi in caso di pericolo immediato

Lady Gaynor 25-01-2011 09.41.15

Gaynor rabbrividì alla vista di quelle macabri immagini e Guisgard dovette accorgersene perchè le chiese: "Vi siete fatta impressionare da questi disegni alle pareti, milady?"
"Credo che nessuno possa rimanere indifferente di fronte ad un tale orrore, ma quanto più queste scene rappresentano la verità su ciò che accade quaggiù, tanto più bisogna proseguire in fretta nella speranza che Lady Talia non abbia da subire queste torture. E speriamo di trovare vive anche altre giovani donne, compresa la madre di questa creatura..."

Guisgard 26-01-2011 01.36.41

A quelle parole di Gaynor, Guisgard guardò di nuovo quei disegni impressi sulle pareti rocciose.
"Stento a credere che ci troviamo di fronte ad esseri umani..." mormorò il Cappellano "... a quale abisso si può scendere, mio Dio..."
"Vi stupireste" intervenne il vecchio delle fosse "nel vedere di cosa è davvero capace l'animo umano..."
"Non guardate questi disegni, milady..." disse Guisgard a Gaynor "... essi sono come un orribile trofeo della follia sanguinaria di quei fanatici ed hanno il solo scopo di terrorizzare chi li vede."
"Questa orrenda ed inumana processione
vedevano dunque le martiri in questa prigione!"
Esclamò Iodix.
"Si..." rispose Guisgard "... molto probabilmente le facevano passare attraverso questo cunicolo per qualche loro oscuro rituale..."
E rivolgendosi di nuovo a Gaynor:
"Capite ora con chi abbiamo a che fare? E voi che volevate tornare da sola nel bosco!"
"Questo luogo echeggia di morte!
Il Cielo ci scampi dai presagi di tale sorte!"
Recitò spaventato Iodix.

Guisgard 26-01-2011 01.57.05

Intanto, nei pressi della chiesa sconsacrata, Cavaliere25 e la giovane Gidelide si erano nascosti a causa di misteriosi rumori.
"Cosa può essere" chiese la ragazza "ciò che abbiamo udito?"
Ma in quello stesso momento un'ombra coprì i due giovani.
Alzarono gli occhi e videro un misterioso uomo accanto a loro.
Era seminudo ed aveva tatuaggi su gran parte del corpo.
L'uomo allora suonò un piccolo corno ed un attimo dopo diversi individui abbigliati allo stesso modo circondarono i due giovani.

Morrigan 26-01-2011 02.55.15

Senza un reale ed apparente motivo, Morven aveva sempre immaginato che Dukey avrebbe fatto quella scelta, prima o poi.

Era un pavido, e fino a quel momento aveva agito come un burattino tra le mani di Bumin… ma un burattino a cui vengono tagliati i fili?
Si, l’aveva sempre immaginato, e tutto sommato la cosa gli faceva anche un gran piacere. Certo, la logica gli diceva che dal punto di vista tattico perdere Dukey significava perdere una spada e un uomo addestrato, che in quelle circostanze era di certo merce di valore… ma per il resto… perderlo era solo un gran sollievo per le sue orecchie, un balsamo per la rabbia di Guisgard, una noia in meno per Gaynor e tutto sommato un conforto per l’intero morale del gruppo!

Quando entrarono nella nuova sala, orride immagini presero a perseguitare i suoi occhi. A destra, a sinistra, sembrava non esserci luogo in cui sfuggire a quella vista… erano atroci e deliranti segni di una mente sconvolta… stiamo precipitando… una discesa nella follia… accarezzò Samsagra e cominciò piano a pregare, cercando in quelle parole di trovare coraggio…

"Non temerai i terrori della notte

né la freccia che vola di giorno,

la peste che vaga nelle tenebre,

lo sterminio che devasta a mezzogiorno…
Camminerai su aspidi e vipere,
schiaccerai leoni e draghi…"


"Questa orrenda ed inumana processione
vedevano dunque le martiri in questa prigione!", esclamò Iodix d’un tratto, distogliendolo dalle sue preghiere.

"Si..." rispose Guisgard "... molto probabilmente le facevano passare attraverso questo cunicolo per qualche loro oscuro rituale..."

“Crudeltà…” mormorò Morven di rimando, sollevando nuovamente gli occhi a scrutare le pareti “Può davvero esistere tanto crudeltà nella mente degli uomini? Nella grazia simili agli angeli, nella mente quasi pari a Dio… nella forma e nel movimento, delle creature così ammirevole… eppure che mostri possono essere generati…”

E mentre rifletteva così tristemente, a voce alta, Samsagra ricominciò ad urlare.
Morven si portò istintivamente le mani alle orecchie e strinse le tempie, con un’espressione di dolore.

“Guisgard…” esclamò, tentando di non pensare a quella fitta “state in guardia… sta per succedere qualcosa…”

Guisgard 26-01-2011 03.42.26

Solo Morven poteva udire Samsagra.
Noi possiamo solo conoscerne l'eco attravero gli stati d'animo di Morven.
Ma tu, mio giovane signore, per la purezza e la nobiltà che ti concede il tuo sangue, tu puoi udire il grido di Samsagra.
Non cercarlo nel silenzio di questa notte, angosciante ed insopportabile.
Non prestare ascolto alle tue paure ed alle tue debolezze.
Hai un solo modo per udire Samsagra... ascolta il tuo cuore.
Esso non ti mentirà.
E quando riuscirai ad udire il grido di Samsagra, allora sentirai paura e pietà.
Poichè orribili visioni si celano in quel luogo di disperazione e morte.
Quelle immagini sembravano prendere vita, animarsi al macabro suono fatto di lamenti e preghiere di quelle disperate vittime.
All'improvviso tutti loro sentirono freddo.
Più freddo.
"Cosa volete dire?" Chiese inquieto Guisgard voltandosi verso Morven.
Ma non riuscì ad aggiungere altro.
Una lenta melodia, simile ad un confuso lamento, cominciò a diffondersi nell'aria.
Una melodia le cui angoscianti note sembravano quasi danzare sulle fiamme delle torce e rendere come vivi quei disegni alle pareti.

Guisgard 26-01-2011 03.48.58

Nello stesso momento, nella stanza in cui Talia era imprigionata, si aprì leggera e silenziosa una porta.
Una soffusa luce invase allora l'ambiente ed una sagoma entrò.
"Ho dato ordine" disse Guxio "che vi fossero consegnati gli abiti e i gioielli appropriati per il vostro ritorno a Cartignone. Siete pronta, milady? Non c'è altro tempo da perdere... una carrozza ci attende per condurci da lord Frigoros... ormai tutto è pronto per il mio ed il vostro trionfo..."

cavaliere25 26-01-2011 10.44.14

Guardai quegli uomini dritto negli occhi e dissi chi siete voi? e mi misi davanti alla fanciulla non cerchiamo guai continuai a dire poi aspettai una loro risposta mentre rimanevo e immobile sperando che non ci sarebbe accaduto nulla

Talia 26-01-2011 12.06.57

Ero rimasta da sola in quella sala per molto tempo. Da principio quel buio animato da mille ombre e quel vago senso di ineluttabilità di un destino per me prefissato mi avevano sopraffatta e vinta... poi però, lentamente, la mia mente aveva iniziato a reagire...

L’ora in cui l’aria iniziava ad imbrunirsi e mio padre, finito di mangiare, mi invitava ad andare a dormire, era per me bambina la più terribile.
Ero molto piccola, allora, e quello era probabilmente il più antico ricordo che possedevo... mio padre che mi rimboccava le coperte, spengeva la candela vicino al mio letto e si apprestava ad uscire dalla stanza.
“No, papà!” esalai quella sera, la voce tremante e appena percettibile.
Lui si voltò e mi osservò nella penombra: “Che cosa c’è?” chiese, sorpreso.
“Non te ne andare!” lo implorai “Non mi lasciare sola!”
Per un istante fu il silenzio, poi lui si avvicinò di nuovo al letto e si sedette sulla coperta: “Perché?” chiese, carezzandomi appena i capelli.
Io afferrai la coperta, che fino a quel momento avevo allungato sopra gli occhi, e la feci scivolare sotto il mento, guardandolo: “Ho paura!” confessai “Quando spegni la luce e mi lasci sola, ho paura!”
Lui mi osservò... ero una bambina di pochi anni e lui si occupava totalmente di me da quando mia madre, già qualche tempo prima, ci aveva lasciati ed era tornata a vivere nel bosco. E tuttavia, probabilmente, papà non si era affatto atteso un problema del genere.
Ricordo i suoi occhi nei miei, come a valutare la situazione...
Infine mi sorrise, si alzò e mi fece segno di seguirlo: “Vieni...” disse, con quel suo tipico tono da uomo pragmatico.
Mi alzai e lui mi aiutò a rivestirmi, poi uscimmo di casa e, con mia somma sorpresa, ci dirigemmo verso la stalla...
“Dove andiamo?” chiesi.
“Ad inseguire ciò di cui hai paura!” rispose.
Passammo la notte così, cavalcando per la città e per la campagna per inseguire le mille ombre e tutti quei rumori che mi spaventavano: li rincorrevamo, ne scoprivamo l'origine e così li sconfiggevamo. Rientrammo a casa all’alba, stanchi ma fieri della nostra impresa.
La sera successiva eseguii la stessa missione da sola nella mia stanza, mentre mio padre -ma lo seppi soltanto molti, molti anni dopo- mi spiava, soddisfatto, da dietro la porta socchiusa.
Da allora non avevo più avuto paura di affrontare nessuna situazione.

E ora lì, sola in quella stanza, avevo iniziato a riflettere su ciò che era necessario fare. Avevo riflettuto a lungo: al momento Guxio aveva su di me un consistente vantaggio e la forza che gli conferiva il tenere in pugno, minacciando di non farli mai più uscire da quel labirinto, la sorte di persone a me tanto care. Compresi che ciò che occorreva, dunque, era rivoltare la situazione... sebbene, probabilmente, ciò sarebbe stato tutt’altro che agevole!
Indossai, perciò, gli abiti che mi erano stati portati ma lasciai da parte i gioielli, e quando Guxio entrò di nuovo in quella oscura sala mi trovò di umore decisamente mutato.
Mi alzai in piedi al suo arrivo e lo fronteggiai a testa alta...
“Sono pronta!” dissi con voce ferma alle sue parole “Tuttavia, prima di andare, credo che dovremmo perfezionare il nostro accordo!”
Lo osservai per un lungo momento, non c’era più alcuna paura né alcuna incertezza nel mio sguardo ormai ed ero certa che ciò non era sfuggito al mio interlocutore.
“Mi hai costretta a scegliere tra la mia libertà e quella dei miei amici...” dissi lentamente “E sia! Non mi tirerò indietro! Ma loro non dovranno restare quaggiù, perché io non mi fido affatto della tua parola! Li farai condurre fuori, invece... e quando li vedrò liberi alle porte di Cartignone, pronti a tornare ciascuno alle proprie case, allora e solo allora farò ciò che vuoi!”
Feci una breve pausa, poi soggiunsi: “Rifletti... tu hai bisogno di me! Hai bisogno che io convinca il principe circa le qualità di Bumin e che dichiari di volermi legare a lui! Non puoi farne a meno, o l’avresti già fatto! Inoltre non hai niente da perdere, poiché nessuno di loro sa che tu sei l’unico ad aver diretto tutto questo! Rifletti... è una buona proposta la mia!”
La mia voce infine si spense e un denso silenzio calò nella stanza, Guxio teneva gli occhi fissi su di me ma io non abbassai i miei... impettita, con gli occhi fissi nei suoi e la testa alta, attesi la sua risposta.

Lady Gaynor 27-01-2011 01.17.03

"Non guardate questi disegni, milady..." disse Guisgard a Gaynor "... essi sono come un orribile trofeo della follia sanguinaria di quei fanatici ed hanno il solo scopo di terrorizzare chi li vede."
Ci fu poi uno scambio di battute tra il cavaliere e il suo giullare, dopodichè Guisgard le si rivolse nuovamente: "Capite ora con chi abbiamo a che fare? E voi che volevate tornare da sola nel bosco!"
"Milord, se anche non mi girassi mai più verso le pareti, l'orrore di quelle atrocità sarebbe comunque ben vivo nella mia mente, non sempre c'è bisogno degli occhi per poter guardare... E non pensate che essendo rimasta qui abbia meno paura che se fossi tornata indietro per il bosco, anzi... Forse se me ne fossi andata avrei avuto più probabilità di uscirne viva..."
Gaynor fu interrotta dalle parole del giovane Morven: “Guisgard, state in guardia… sta per succedere qualcosa…”
"Cosa volete dire?" Chiese inquieto Guisgard voltandosi verso Morven.
Ma non riuscì ad aggiungere altro.
Una lenta melodia, simile ad un confuso lamento, cominciò a diffondersi nell'aria.
"Ci siamo..." mormorò Gaynor "... ecco che comincia la danza della morte..."


Guisgard 27-01-2011 01.46.38

"Lo credete davvero?" Chiese Guisgard a Gaynor. "Le tante giovani rese poi martiri da questi pazzi furono catturate tutte nel bosco..."
Quella melodia.
Lenta, cadente, avvolgente, dai toni a tratti solenni, come sorta dall'unione di mille e più voci.
"Da dove giungerà questa melodia?
E' angosciante, questa triste litania!"
Esclamò intimorito Iodix.
"Non badateci..." disse loro Guisgard "... fingete sia solo il vento..."
"Fingere che sia il vento?
Il solo udirla da tormento!"
Rispose il giullare.
"Dov'è finita la tua vivace fantasia?" Chiese Guisgard.
"La fantasia mi vien dal vino, dal cibo e dalle donne!
Questa musica invece mi ispira solo angoscia perenne!"
"Ah, stolto cantastorie che non sei altro!" Esclamò Guisgard. "A corte sei più spavaldo... allora vuol dire che la mia musica coprirà questo lamento..."
E detto questo tirò fuori la sua ocarina e cominciò a suonare.

Guisgard 27-01-2011 02.20.51

Intanto, nella stanza divenuta ormai la sua prigione dorata, Talia era davanti a Guxio.
"Vedo" mormorò con un ghigno questi "che sapete ben trattare anche in situazioni difficili... eh, ho sempre ammirato questa vostra virtù, milady... devo dire che vostro padre vi ha tirata su davvero bene... se così non fosse, non vi avrei certo scelta per dividere il trono col mio più fedele servitore..."
Accennò una risata e continuò:
"Ma purtroppo per voi... non siete certo in grado di dettare condizioni... ma siete troppo astuta per non sfruttare a vostro vantaggio ciò che rappresentate per i miei piani... riflettete, milady... mi occorre il vostro aiuto e la vostra complicità... mi servite ben disposta e che rappresentiate un valido e credibile tramite tra la mia volontà e la popolazione di Cartignone... rispetterò quanto vi ho promesso, statene certa... non ho interesse ad indispettirvi nei miei confronti... libererò i vostri compagni... ma solo al momento giusto... quando cioè non potrà più essere messo in discussione il mio piano..."
Fissò per un momento Talia, quasi a sfidarne l'orgoglioso sguardo ed aggiunse:
"Li libererò quando sarà stato celebrato il matrimonio tra voi e sir Bumin... solo allora e non prima... del resto potete stare tranquilla... rinchiusi qui dentro saranno al sicuro da qualsiasi pericolo..."
E si abbandonò ad una forte risata.
Fino a quando un nano entrò nella stanza.
"La carrozza è pronta, mio signore."
"Andiamo, milady..." disse Guxio tendendo la mano a Talia "... i vostri nuovi sudditi vi aspettano..."
Ed una nera carrozza li attendeva.
Nera come la notte e come la sorte che aspettava tutta Cartignone.
http://img829.imageshack.us/img829/9418/nosf10.jpg

Morrigan 27-01-2011 02.46.19

"Cosa volete dire?" chiese inquieto Guisgard voltandosi verso Morven.

Ma Morven quasi non lo udì.
Intorno si diffuse una lenta melodia, simile ad un confuso lamento, una litania ingosciante che sembrava voler avvolgere le loro orecchie.

"... ecco che comincia la danza della morte..." mormorò Gaynor.

Ma nemmeno questo Morven udì.
Non sentiva nulla, non riusciva quasi a distinguere la stessa musica insistente che aveva invaso la stanza. Per lui non era che un lontano, indistinto brusio, perchè il grido di Samsagra gli riempiva le orecchie e non gli permetteva di udire nient'altro.
Il giovane si strinse ancor di più la testa tra le mani... la voce della sua spada era come una voce di donna che si librava in alto con note strazianti.
Era impossibile sfuggirle, impossibile liberarsene. Era nella sua testa, nelle sue vene, nel suo sangue...

Samsagra... basta... Samsagra... perchè mi fai questo?

Ma il grido non cessò e non si affievolì, ma lentamente la mente di Morven si distese, e, pianissimo, sotto quell'acuto, egli cominciò a sentire delle parole umane... si sforzò, seguì quella scia, e si accorse che Samsagra stava proseguendo la sua preghiera, quella stessa preghiera che egli stava recitando e che di colpo aveva interrotto...
...Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra;
ma nulla ti potrà colpire...
Morven, a quelle parole si sentì invadere da una grande calma, una calma soprannaturale...

"Samsagra... mi hai ascoltato..." mormorò pianissimo "e io... io mi fido di te!"

E in quel momento, appena pronunciate quelle parole, l'urlo straziante si flettè e si trasformò, e dalla voce di Samsagra sgorgarono soltanto le note di un bellissimo canto. La sua voce di sirena avvolse Morven nelle sue dolci volute, e in quel momento egli comprese... Samsagra lo stava proteggendo.
Quella nenia era un'arma subdola del nemico, inviata per risvegliare la paura e lo sconforto, l'orrore e la disperzione. Ma lui non poteva udirla, perchè Samsagra cantava per lui.
Qualunque fosse stato il sortilegio di quei mostri, egli ne sarebbe stato immune, perchè la sua preghiera era stata ascoltata.

Guardò Guisgard, che con la sua ocarina tentava di sfidare quelle arti maligne. Non la sentiva risuonare, ma poteva intendere il tentativo fatto dal cavaliere.
Gli andò vicino e lo fissò con grande serietà.

"Cessate pure la vostra musica, amico mio, e per una volta fidatevi di me... siate per me come Euriloco per Ulisse... venitemi dietro... andrò io avanti, stavolta, perchè ho con me uno scudo che mi protegge da questa stregoneria!"

E mettendosi alla testa del gruppo, cominciò ad avanzare verso quel buio da cui la musica sembrava sgorgare.

Guisgard 27-01-2011 03.10.50

Nello stesso momento, presso la chiesa sconsacrata, Cavaliere25 e la giovane Gidelide erano circondati da un gruppo di feroci Atari.
Nei loro occhi c'era qualcosa di inquietante ed enigmatico.
Come se quegli uomini fossero stati stregati e sedotti dal male più oscuro ed assoluto.
All'improvviso uno di loro colpì con violenza Cavaliere25, facendogli perdere i sensi.
Poco dopo, il giovane arciere, riprese conoscenza.
Era in una stanza semibuia e umida, incatenato con i polsi alla parete.
E dopo qualche attimo di smarrimento, a causa del colpo subito, si rese conto che Giselide non era più con lui.

Guisgard 27-01-2011 04.00.24

La Chiesa di Santa Maria della Pazienza.
Sempre affollata la Domenica, restava invece quasi vuota verso il crepuscolo di tutti gli altri giorni.
Allora era possibile passeggiare tra le sue navate, silenziose e solenni, mentre il profumo d'incenso si diffondeva ovunque.
Il cavaliere era davanti alla statua dell'Arcangelo, fissandola come se mille pensieri attraversassero la sua mente.
"Mamma, mamma..." echeggiava una voce nei suoi ricordi "... qual'è la cosa più bella che Ha creato il Buon Dio?"
"Sono gli angeli, bambino mio..." rispondeva sua madre "... niente è più bello di un angelo di Dio."
Ad un tratto un rumore di passi lo destò dai suoi ricordi.
"Che Dio ti benedica, ragazzo mio..."
"Padre Ireneo..."
"Vuoi confessarti?" Chiese il chierico.
Il cavaliere sorrise.
"Ricordi quell'albero di mele?" Domandò padre Ireneo. "Sai, sta dando i primi frutti..."
"Davvero? Ancora dovevate abbatterlo? Sembrava destinato a non dar mai neanche una mela!"
"Eh, ragazzo mio..." mormorò il chierico "... nella vita occorre pazienza... vuoi vederlo?"
Il cavaliere annuì.
I due raggiunsero così il giardino dietro la chiesa e restarono un pò all'ombra di quell'albero.
"Sono solo poche mele..." disse il chierico fissando quei frutti "... ma sono rosse e dolci. E' valsa la pena aspettare."
Il cavaliere lo ascoltava in silenzio, mentre il vento soffiava tra i suoi capelli.
"E tu cosa mi racconti?" Chiese Padre Ireneo.
"Partirò domani..."
Capisco."
"Non sembrate stupito..."
"Tornerai in Cornovaglia?"
"Non so..." mormorò il cavaliere "... la mia terra mi manca... mi mancano le sue colline, i corsi d'acqua freschi e lucenti, la campagna rigogliosa... mi mancano quei giorni trascorsi a sognare all'ombra dei miei cipressi..."
"Tornerai allora?"
"Non ho più nessuno laggiù, ormai..." sospirò il cavaliere "... sarei straniero nella mia terra e sconosciuto tra la mia gente..."
"Il duca?"
"L'ho deluso... come ho deluso tutti gli altri..."
Il chierico lo fissava in silenzio.
"Sognavo la cavalleria..." continuò il cavaliere "... Lancillotto, la gloria, la fama... e forse anche una Ginevra... una Ginevra che mi amasse sopra ad ogni cosa..."
La mano del chierico si posò sulla sua spalla.
"Prendi la tua roba e parti da questa terra." Disse.
"Ho creduto che la marchesa mi amasse davvero..." mormorò il cavaliere "... credevo nella cavalleria, in me stesso... cosa mi resta invece ora? Neanche Dio... ho deluso anche Lui... e non posso più neanche pregare..."
"Sai..." disse il chierico "... un mussulmano mi insegnò una preghiera... questa recitava di come Dio sia Onnipotente, Onnipresente ed Onnisciente... ma una cosa è impossibile anche per Lui... una cosa soltanto... abbandonare i Suoi figli..."
"C'è una vecchia poesia che udivo sempre da piccolo..." sorridendo il cavaliere "... mia madre e mia zia la recitavano ogni domenica d'Estate... parlava di come niente sia più bello di un angelo di Dio... ed io, la prima volta che vidi un cavaliere, credetti di vedere proprio un angelo... per questo giurai che sarei diventato un cavaliere..."

La voce di Morven destò Guisgard dalla sua ocarina e dai suoi ricordi.
Il giovane cavaliere gli passò davanti e percorsi pochi passi, dal buio di quel passaggio, emerse una porta di ferro.

Lady Gaynor 27-01-2011 10.25.30

Alla vista di Guisgard che suonava l'ocarina, Gaynor si raggelò. Era spaventata ed infreddolita, ma non era niente in confronto al gelo che le aveva pervaso l'anima. Il cavaliere con l'ocarina del mio sogno! Che stregoneria è mai questa? Come ho fatto a sognare di lui ancor prima di conoscerlo? Signore Iddio, ti prego, aiutami a comprendere ciò che è oscuro ai miei occhi, rendi luminosa questa buia notte, ho paura di ciò che non riesco a capire...
Istintivamente si accostò di più a Guisgard e lo guardò come se i suoi occhi esprimessero una muta domanda alla quale lui non poteva rispondere.
Il suo pensiero andò improvvisamente al giovane bruno che aveva tanto amato... Lancelot... Chissà dove sei e cosa stai facendo, chissà se mi pensi ancora, se hai amato un'altra donna... Ricordo il tuo sguardo carico di amore e insieme di risentimento quando te ne andasti via, i tuoi tristi occhi blu che mi inviavano una preghiera che io non ho ascoltato. Sciocca presunzione da parte mia pensare di potermi lasciare tutto alle spalle...
E poi, a questo pensiero ne seguì un altro, dedicato a suo marito.
Duncan... non meritavi questa fuga, pregherò tutta la vita affinchè tu possa perdonarmi e perdonare te stesso per non avermi saputo amare come promettesti tanti anni fa...

cavaliere25 27-01-2011 10.48.29

Mi svegliai con un gran mal di testa cercai di muovermi ma mi accorsi che ero incatenato mi guardai intorno e non vidi la fanciulla allora gridai con tutta la forza che avevo in gola il nome della ragazza mentre scalciavo e cercavo di spaccare quelle catene ma pultroppo non riuscivo erano troppo grosse allora pensai alla fanciulla che se le avrebbero fatto del male l'avrei vendicata uccidendo tutti quei maledetti

Talia 27-01-2011 17.29.34

Non battei ciglio mentre Guxio parlava e mi sforzai per mantenere l’espressione del volto assolutamente immutabile, nel tentativo di lasciargli intendere che niente di quanto potesse dire poteva minimamente sfiorarmi, sebbene la realtà dei fatti fosse ben altra... ma, del resto, avevo immaginato che trattare con lui sarebbe stato tutt’altro che semplice.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 26051)
un nano entrò nella stanza.
"La carrozza è pronta, mio signore."
"Andiamo, milady..." disse Guxio tendendo la mano a Talia "... i vostri nuovi sudditi vi aspettano..."

Il mio sguardo si mosse da lui, alla sua mano, per poi tornare a lui...
“Non sono i miei sudditi...” dissi seccamente “e non lo saranno mai! Quella è la mia gente... e sono tutti tuoi prigionieri, proprio come lo sono io!”
Improvvisamente, la nebbia nello specchio tornò a vorticare e, mio malgrado, i miei occhi saettarono in quella direzione... e subito ne emerse un volto, il volto di un cavaliere... lo osservai per un istante mentre un vago dolore mi riempiva l’anima e mille e più pensieri mi attraversavano la mente e il cuore... infine chiusi gli occhi e, di malavoglia, distolsi l’attenzione dal volto di Guisgard nello specchio, per tornare a guardare Guxio.
“E va bene...” mi arresi “Va bene!”
E fu allora che mi parve di scorgere un fulmineo lampo di soddisfazione passare negli occhi dell’uomo. Così, con un secco gesto del braccio, colpii il suo polso allontanando da me quella mano e contemporaneamente mi avvicinai a lui fino a fronteggiarlo...
“Ma se verrà torto anche un solo capello a lui, o ad uno degli altri...” sibilai “Io ti assicuro che il tuo fedele Bumin non arriverà mai a vedere una nuova alba! Sai che ne sarei capace, sai che esistono mille modi in cui potrei farlo... e ti assicuro che lo farò, con somma gioia! Dopo di che, non avrò pace finché non avrò distrutto ogni tuo piano e non ti avrò smascherato davanti a tutti... fosse pure l’ultima cosa che faccio! Sono stata chiara? Dunque, se vuoi evitarlo, sarà bene che ti curi della loro salute!”
Lo osservai ancora per un istante, poi gli voltai le spalle: “E adesso andiamo!” dissi, con la voce rotta dal dolore “Concludiamo questa farsa una volta per tutte!”

Guisgard 27-01-2011 20.28.19

Le grida di Cavaliere25 si diffondevano tra le pietre di quella cella, consumate dal tempo e dall'umidità.
E più gridava, più sembrava che le sue grida fossero seguite da un eco lontano, come animato da infinite voci racchiuse in uno straziante lamento.
Allora cominciò a comprendere che quel luogo altro non era che uno dei terribili gironi infernali.
E proprio in quel momento due demoni tatuati entrarono nella cella.
"Grida pure quanto vuoi..." disse uno di loro "... ma questo non servirà a salvare la tua amica... anzi..." aggiunse mentre un lampo di insana soddisfazione gli attraversava lo sguardo "... vedremo se griderà forte anche lei quando cominceremo a mostrarle la via per la beatitudine eterna!"
E i due atari si abbandonarano ad una delirante risata che fece cadere in un abisso ancora più profondo di disperazione e rabbia Cavaliere25.

cavaliere25 27-01-2011 20.40.38

Liberatemi maledetti e ve lo faccio vedere io lasciatela andare la ragazza non a nessuna colpa è una ragazza innoquia ammazzate me dissi ma a lei lasciatela vivere dissi con rabbia e nervosismo stridevo i denti come un cane con la rabbia

Guisgard 27-01-2011 20.48.45

"Ulisse..." disse Guisgard fissando Morven "... beh, lui ed i suoi compagni lottavano contro l'odio di alcuni dei, mentre altri però gli erano favorevoli.. noi invece ci troviamo ad attraversare un Ade senza fine... e senza neanche un alleato..."
"Porteremo la Luce in questo luogo, ne sono certo." Intervenne il Cappellano.
"Perdonatemi, buon chierico..." rispose il Guisgard "... ma non credo voi abbiate molta dimistichezza con posti simili... l'unica luce che c'è tra questi meandri di roccia e morte è solo quella delle fiamme dell'Inferno..."
"Fiamme maledette dell'Inferno...
... e sento ormai vicino quell'Averno!"
Mormorò Iodix.
"Mio buon amico..." replicò a Guisgard il Cappellano "... credete davvero in ciò che avete detto? Ho visto tanti Inferni... villaggi devastati da barbari... intere comunità flagellate da malattie, carestie... per non parlare degli orrori delle varie guerre che si combattono dai potenti, ma i cui veri drammi li subiscono solo e sempre i più deboli... non crediate dunque" aggiunse "che non conosca davvero il volto dell'Inferno..."
In quel momento lo sguardo di Guisgard si posò sul volto di Gaynor.
Era inquieto, agitato, come se qualche antico e triste ricordo le attraversasse il cuore e la mente.
"Milady..." tentando di destarla con un sorriso"... avete perso la vostra audacia? Volevate attraversare il bosco da sola senza tradire la minima preoccupazione... ed ora invece vi lasciate intimorire da una stupida musica lontana? Suvvia, sarà stata di certo la mia ocarina ad avervi rattristato! Ora faremo suonare qualche allegro verso al nostro stolto giullare! Vero, Iodix?"
"Cavaliere..." indicò il Cappellano "... nel buio, guardate... sembra una porta..."
"Forse ora, cavaliere..." mormorò la piccola Lyan fissando Guisgard "... scoprirai chi suonava quella musica lontana..."

Guisgard 27-01-2011 20.53.54

Intanto, in un altro luogo di quell'Inferno, una nera carrozza attendeva Talia e Guxio.
"Si, avete ragione, milady..." mormorò con un ghigno questi "... siete tutti miei prigionieri... ma per vostra fortuna avrete molti modi per rendere... piacevole questa vostra prigionia..."
E con una mano le sfiorò i lunghi capelli.
Un attimo dopo Bumin li raggiunse.
"E' tutto pronto, maestro." Disse.
"Bene..." rispose Guxio "... quando le nozze saranno state celebrate torneremo qui a liberare i compagni della nostra bellissimna novella sposa..."
A quelle parole entrambi accennarono ad una lieve risata.
Poi, saliti sulla carrozza, partirono tutti alla volta di Cartignone.


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