Camelot, la patria della cavalleria

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Melisendra 30-05-2011 04.17.44

Rimasi abbagliata dal calore del sorriso di Adele. Quella donna emanava una tale rassicurante serenità... era uno dei motivi per cui mi ero convinta ad aiutarla. E in seguito ad affidarle Uriel. Non potei fare a meno di sorriderle di rimando.
"Non mi aspettavo nemmeno io di tornare così presto..." abbassai gli occhi, quasi intimidita. "Lui è il mio compagno di viaggio, mi ha protetta lungo il cammino. Purtroppo da dove giungo io non è consigliabile per una donna viaggiare da sola... avrete certamente sentito della guerra che si agita presso Capomazda."
Mi inchinai al cavaliere.
"Milord, vi trovo in splendida forma, spero che i vostri affari con i mercanti di lana siano prosperi come l'ultima volta che vi ho fatto visita..." Ma mi distrassi subito, l'arrivo di un volto che mi era familiare fece morire la mia voce.
Lo guardai con la stessa curiosità con cui guardava me. Non sembrava spaventato, forse sorpreso.
"Certamente avrete capito perchè sono venuta..." sussurrai, facendo qualche passo verso Uriel, che mi guardava reggendo distrattamente il suo giocattolo.
"Uriel..." dissi in un soffio, abbassandomi alla sua altezza. "Sai chi sono, vero? Mi hai chiamata spesso, ti chiedo scusa se ti ho fatto aspettare così tanto..." Gli parlai come ad un adulto, senza esitazione. "Ti piacerebbe fare due passi in cortile con me e questo cavaliere? Certo, se Sir Geoffrey e Lady Adele sono d'accordo..."
Quasi trattenni il fiato, mentre aspettavo una sua reazione. Non vedevo Gouf alle mie spalle, ma ne indovinai la sorpresa e il terremoto di emozioni che lo attraversavano.

Morrigan 30-05-2011 04.28.19

Morrigan lo seguì con lo sguardo per tutto il tempo senza interromperlo. Seguì i suoi movimenti nervosi con un lieve sorriso disegnato sulle labbra. Avrebbe aspettato che sfogasse un po' il suo malumore prima di rispondergli. Guisgard poteva essere parecchio indisponente alle volte, e aveva spesso il vizio di lagnarsi, ma Morrigan, in quei brevi giorni, stava almeno iniziando a conoscerlo.
Così, quando lui si fu straiato sulla panca, la ragazza gli si parò davanti, con le mani sui fianchi e un'aria che voleva esser seria.

"In fin di vita, eh? Io ti ho trovato un facile lascia passare per la tua biblioteca, e tu trovi pure di che lamentarti!? Preferivi andare stanotte e scassinare i catenacci dell'abazia come un landruncolo qualunque? Dovresti essermi grato, invece di parlare così!"

Scosse il capo con forza, e i suoi lunghi capelli ondeggiarono, sbattendole sulle spalle. Quindi gli voltò le spalle, si allontanò da lui, e, sedutasi sul letto, cominciò a sfilarsi gli stivali.

"E poi, la fretta e l'impulsività sono spesso cattive consigliere. Talvolta bisogna saper aspettare, Guisgard... e ci sono modi molto costruttivi per poter sfruttare queste ore che abbiamo a disposizione... anche se immagino che ciò a cui penso io sia molto diverso da quello che ti propongono di solito le belle ragazze che usano tenerti compagnia!"

Tacque per un istante. Lasciò cadere entrambi gli stivali per terra, cercò con lo sguardo il pezzettino di blu notte che si intravedeva dalla stretta finestra oltre le mura del convento, quindi riportò gli occhi su di lui.

"Ora so di dover chiedere troppo, caro marito, ma avresti la discrezione di voltarti per qualche minuto, mentre mi tolgo questi vestiti?"

Guisgard 30-05-2011 04.35.33

Sir Geoffrey e Lady Adele sorrisero per poi allontanarsi e lasciando i due da soli col piccolo Uriel.
Questi passeggiava accanto a sua madre, tenendo stretta fra le manine la sua spada di legno.
Forse, impugnandola, ne traeva coraggio.
Restò in silenzio, quasi sempre con lo sguardo basso, fino a quando, improvvisamente, lo alzò sul cavaliere che li seguiva qualche passo più indietro.
Avevano gli stessi occhi.
Occhi che si unirono in quello sguardo ricco di silenzio, ma anche di significato.
Gouf lo fissò restando anch’egli in silenzio.
“Signora…” disse all’improvviso “… vuoi vedere la tana del drago?”
E senza attendere risposta da Melisendra le prese la mano e la condusse verso il pozzo del cortile.
“Qui vive un drago…” indicando il pozzo “… ma io faccio la guardia e quando uscirà lo colpirò!”
Gouf si avvicinò alla madre ed al bambino, continuando a restare in silenzio.
“Ti aspettavo, signora…” mormorò il piccolo “… ti sogno tutte le notti…”

Guisgard 30-05-2011 04.55.49

“Modi molto costruttivi? Davvero? Ehi, non starai mica cercando di sedurmi!” Disse Guisgard divertito. “Dovresti contenerti, sai… dopotutto siamo in un convento, un luogo sacro…” e rise di gusto “… però pensandoci, mi tornano in mente le parole di un vecchio amico… ricordo diceva che il luogo migliore per fare l’amore con una bella ragazza è proprio un convento… così, al mattino hai già bello e pronto un frate per confessarti!”
Tirò fuori da una tasca la sua ocarina e tornò a stendersi su quella panca.
“Sai, somigli ad una donna che conobbi tempo fa…” continuò “… lady Riwa… giunonica, calda, sensuale…” sospirò “… eh, che donna… fu con lei che io persi la mia innocenza…” sospirò di nuovo “… ma mi dicevi? Ah, si, di voltarmi… certo, certo… dopotutto sono anche io un cavaliere… o almeno così dice qualcuno…” rise di nuovo per poi, voltatosi nella direzione opposta al letto di Morrigan, cominciare a suonare la sua ocarina.

Melisendra 30-05-2011 05.09.25

Gli sorrisi. Era straordinario averlo così vicino.
"Oh, lo so che sogni parecchio... e che da qualche tempo non sono semplici sogni..." gli dissi, osservando il pozzo con attenzione. "Forse il drago dorme... oppure ha paura della tua spada."
In fondo al cuore mi domandai per quale ragione tutti gli esseri di sesso maschile che avevo conosciuto in vita mia fossero così bellicosi. Avevo sperato che Uriel non dimostrasse interesse per quel genere di cose... ma non si può andare contro natura.
"Sono qui perché mi mancavi molto, Uriel. Io sono Melisendra, ma forse te lo hanno detto. L'ultima volta che ti ho visto eri molto piccolo e non te ne ricorderai... ma non c'è giorno che io non pensi a te."
Mi sedetti vicino a lui, sui gradini del pozzo.
"So che sei un bravo bambino... e so anche che ogni tanto riesci a sentire cose un po' speciali, come quei sogni..." gli sorrisi e presi la sua mano. Al contatto lasciai fluire lievemente un po' delle mie energie. Stavo accarezzando la superficie dell'acqua, come una piuma. Sentii che qualcosa si agitava, lì sotto. Qualcosa di molto simile a me. "Non sei il solo..." lo guardai negli occhi. Quegli occhi scuri e sorpresi, curiosi e tremendamente meditabondi. Profondi. Ingenui.
Sentii una flebile risposta, una specie di sorriso.
"Sai, il mio amico è un cavaliere, forse può insegnarti come si stana un drago!" Sorrisi a Gouf, che mi sembrava un po' frastornato.

Morrigan 30-05-2011 05.14.57

Morrigan lo fissò stupita... ma come si permette di dirmi certe cose?
Appena lui si fu voltato, si slacciò il corsetto quanto più lestamente potè, sfilò i pantaloni, e senza nemmeno perder tempo ad indossare qualcosa, si infilò sotto le ruvide lenzuola di cotone, per timore che lui potesse decidere di girarsi proprio in quel momento.
Solo quando si fu sentita tranquilla, al riparo di quelle coperte, se le strinse al petto, si mise a sedere e, guardandolo furiosa, si ricordò che era molto adirata con lui...

"Non mi interessano le tue avventure sentimentali, nè il novero delle tue tante conquiste... l'amore non mi interessa, credevo di avertelo già detto! Volevo solo parlare con te del piano di domani, e magari consigliarti qualcosa di utile sul da farsi... ma vedo che hai ben altro per la testa, quindi buonanotte!"

Disse quelle parole di fretta, quasi sbattendogliele in faccia. Quindi si distese nel letto, si gettò le coperte addosso coprendosi fino a gli occhi, si girò sul fianco dandogli le spalle e finse di voler dormire.
E in quei minuti che seguirono l'esplosione della sua esclamazione, la musica malinconica dell'ocarina riempì la stanza.
Lei restava immobile, trattendo il fiato, per non far capire a Guisgard che era sveglia. Ma nel buio il suo orecchio si andava perdendo in quella musica, e pian piano la tensione scivolò via dal suo corpo. Allora Morrigan pensò che non aveva motivo di esser troppo dura con lui, e forse avrebbe anche dovuto smettere di tremare, come all'improvviso si era scoperta a fare, al pensiero che quella era la prima volta che dormiva nella stessa stanza con un uomo.

Guisgard 30-05-2011 05.31.07

Uriel ascoltava Melisendra talvolta guardandola negli occhi, altre volte con lo sguardo chino a terra.
Poi, alle ultime parole di lei, fissò quel cavaliere.
Di nuovo i due si persero nel medesimo sguardo.
“Quel drago che dorme nel pozzo…” disse Gouf rompendo quel profondo silenzio in cui si era chiuso “… è molto grande?”
Uriel annuì.
“Per questo ne hai paura?”
“Non ho paura…” scuotendo il capo Uriel.
Gouf accennò un lieve sorriso e fissò Melisendra.
Si accostò allora al pozzo e ci guardò dentro.
“I draghi dormono anche per molti anni, sai?”
Il bambino lo fissò incuriosito.
“Non credo che questo sia sveglio.” Continuò Gouf. “Vuoi vedere?”
Il piccolo annuì ed il cavaliere lo prese in braccio, sporgendolo nel pozzo.
Per un attimo quella scena turbò ed impressionò Melisendra.
“Lanciala e sentirai che il drago dorme.” Disse Gouf al bambino dandogli un sassolino da far cadere nel pozzo.
Uriel lasciò cadere quel sassolino e dopo alcuni istanti si udì il rumore dell’acqua.
“Ecco, visto?” Fece Gouf. “Dorme così profondamente che non l’ha neanche sentito arrivare quel sassolino.”
Uriel rise.

Guisgard 30-05-2011 05.51.40

Guisgard sorrise a quelle parole di Morrigan.
La musica della sua ocarina riempì, leggera e delicata, la piccola stanza, con le sue note lente e malinconiche.
Note che sembravano vibrare sui pensieri, sui sospiri e sui sogni dei due.
Suonò per qualche altro istante, come a voler rasserenare un’inquietudine che, malgrado i suoi modi da guascone, non riusciva mai a celare totalmente.
Ad un tratto smise di suonare e cominciò a spogliarsi.
Lasciò cadere i suoi abito accanto alla panca e sistemò poi gli stivali vicino al muro.
Si voltò allora verso Morrigan.
Si intravedeva una spalla nuda tra le coperte e i lunghi capelli bruni.
Si avvicinò allora al letto e posò su di lei il suo mantello.
“Questa piccola stanza non è certo il posto più caldo ed accogliente del mondo…” disse fra sé “… almeno con questo mantello smetterai di tremare...”
Si voltò poi verso la sua panca e notò a terra la camicia di Morrigan.
“Forse sarò anche un cavaliere…” mormorò a bassa voce “… ma non sono certo un santo! Perciò meglio metterla via questa ed evitare tentazioni!” Buttandola dietro il letto.
Tornò allora sulla panca e si lasciò cadere sopra.
Poco dopo si addormentò fino al mattino.

Guisgard 30-05-2011 05.58.13

La brughiera…
Una pieve abbandonata...
Un castello dalle alte mura e con un meraviglioso verziere…
Gli occhi verdi e tristi di una ragazza…
Un lamento perso nella notte…

Llamrei aprì gli occhi, ricordando solo immagini e segni confusi.
“Come state sorella? Siete svenuta e vi abbiamo condotta qui, nel palazzo…” disse Monteguard.
Nella stanza vi erano anche alcuni servitori.
“Ora riposatevi e vedrete che domani vi sentirete meglio…” continuò il capitano “… io devo tornare in caserma. Questi servitori si occuperanno di voi.”

Guisgard 30-05-2011 06.00.48

Correva per la brughiera come una belva braccata.
Braccata dall’odio implacabile del suo inseguitore.
Una belva condannata dalla giustizia degli uomini e forse da quella del Cielo.
Correva tra gli sterpi e i rovi, tra le nude rocce e il silenzio della notte.
Ad un tratto però, quei suoi ricchi abiti signorili lo tradirono.
Quei preziosi vestiti restarono impigliati in qualcosa.
Forse nella mano della morte.
Cercò di liberarsi, ma invano.
Si dimenò fino a strappare il suo ricco abito ed a lacerare le sue carni.
I rami di quegli alberi sembravano stringersi sempre più attorno a lui, quasi a chiuderlo in una morsa fatale.
Alla fine, vinto dalla fatica e dalla paura, cadde tra il terreno e le pietre.
Tentò di strisciare verso degli spuntoni rocciosi che nelle tenebre della notte sembravano assumere la forma di una grotta, di un rifugio.
Ma non vi arrivò mai.
Il suo inseguitore lo raggiunse.
Ebbe solo un istante per scorgere gli occhi di quel suo giudice, giurato e carnefice.
Poi un urlo disumano si disperse nell’implacabile vastità della brughiera.
Alle prime luci del giorno, il suo corpo orrendamente mutilato fu rinvenuto da un gruppo di cavalieri.
“Guardate, signore…” disse uno di quelli al suo comandante “… il volto è sfigurato ed irriconoscibile, ma questi sono i suoi abiti… gli stessi che indossava alla sua incoronazione…”
August si avvicinò e fissò quel cadavere.
Sentì per un attimo il mondo franargli sotto i piedi ed una cupa disperazione si impossessò di lui.
Restò in silenzio per un tempo indefinito, poi con un cenno fece caricare dai suoi quel cadavere su uno dei cavalli.
Dopo un pò ritornarono al palazzo.
Appena dentro molti cavalieri li circondarono, ansiosi di conoscere notizie sull’Arciduca e sua moglie.
In quel momento li raggiunsero Ravus ed Izar.
“Novità, sir August?” Domandò quest’ultimo. “Avete trovato sua signoria e la Granduchessa?”
August restò in silenzio e si fece da parte, mostrando il cavallo che trasportava il corpo senza vita di Icarius.

Talia 30-05-2011 11.51.20

Avanzammo lungo la navata, lentamente, quasi che ogni passo ci costasse fatica.
La mia mano, stretta in quella di Icarius, mi pareva quasi fosse rimasta l’unico legame con qualcosa di reale e di tangibile, quel contatto mi sembrava l’unica cosa capace di tenermi ancora salda a terra e mi impedisse di perdermi nell’angoscia che riempiva quel luogo.
Volsi leggermente lo sguardo intorno e le vidi... quattro armature stavano ai lati dell’ingresso: scure, immobili... mi parvero quasi minacciose.
Rabbrividii e mi aggrappai anche con l’altra mano al braccio di mio marito... se c’era una cosa che detestavo era quella mania capomazdese di far dono alle chiese di oggetti simili: una cosa del genere non si era mai vista a Sygma ed ero certa che mai si sarebbe verificata. Così speravo, almeno!
Per il resto quella chiesa era stata edificata nel più rigoroso stile delle mie terre. Non erano mai molto illuminati gli edifici simili a questo, poiché non era uso a Sygma bucare le pareti con grandi vetrate policrome, si lasciava invece che la luce scivolasse appena nella navata attraverso un'unica apertura, un occhio talvolta circolare e delicatamente ornato, posto esattamente dietro l’altare... E tuttavia, nonostante ciò, percepii subito che l’oscurità che avvolgeva quella pieve non aveva niente a che vedere con gli accorgimenti architettonici che erano stati presi... al contrario era un’oscurità che avvolgeva l’anima di chi vi entrava, era un’oscurità dovuta al dolore e alla sofferenza che la permeava.
E quel silenzio...
Un silenzio opprimente.
Un silenzio tanto pensante alle mie orecchie che, presto, sentii l’esigenza di spezzarlo in qualche modo...
“Che cosa stiamo cercando qui? Cosa vuoi trovare?” domandai quindi ad Icarius.
Lo dissi piano, quasi in un sussurro... e tuttavia la mia voce risuonò per l’aula, altrimenti deserta, come un’invocazione.

Lady Dafne 30-05-2011 16.13.51

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 31211)
“Dafne…” mormorò “… Dafne… dove sei…? Dafne… dove sei? Dove? Parlami, ti prego! Io… io non vedo nulla... i miei occhi… non ci vedo più!”

Udii quelle parole, le lacrime di gioia si interruppero immediatamente come se si fosse alzata una diga sui miei occhi. Mi sembrò di svenire e mi dovetti sedere sulla branda che c'era lì vicino. Continuai a stringere la mano di Pasuan ed alzai gli occhi verso Mian che era impietrita quanto me. Alzai la mano libera e le feci cenno di stare zitta, poi le indicai la porta sossurrando
"chiama uno dei medici...".

Cercai di ritornare in me, mi avvicinai nuovamente a Pasuan
"Sono qui Pasuan, eccomi! Mi senti?" gli girai la mano passandomi il palmo sul viso, gli baciai i polpastrelli
"Stai tranquillo e non affaticarti ora, respira profondamente.... tranquillo" mi sembrava che si stesse calmando, io cercai di parlare nel modo più dolce possibile
"Hai subito una brutta ferita durante un duello, sei stato diversi giorni tra la vita e la morte, ma sapevo che ce l'avresti fatta! Non ti devi preoccupare per gli occhi, presto starai bene e sarai più forte di prima!" in realtà non ero affatto certa di quello che dicevo ma in quel momento dovevo sembrare convincente
"Lo sai che hai fatto spaventare tutti? Il Capitano, il tuo amico Finiwell, il giovane cadetto, me.... pensati che sono venute persino tua madre e, come avrai già capito, tua sorella. Persino una cara monaca di nome Llamrei si è presa cura di te" gli baciai la fronte, non aveva più la febbre, mi sembrava preoccupato.
Iniziai ad accarezzargli il viso dandogli dei piccoli bacetti sui capelli
"Stai tranquillo amore, vedrai che guarirai presto... vedrai!"

Lady Morgana 30-05-2011 19.06.15

Ascoltai le parole di Lho e un sorriso si dipinse sulle mie labbra.

Intelligente e sensibile? Io?!?!

"E Voi siete molto gentile, signore."
Mi guardai intorno un po' stupita, non sapevo cosa dire...
Poi la porta si aprì ed un cavaliere comparve sulla soglia.
“Gli uomini di sir August non sono ancora tornati…” disse l'uomo a Lho
“… ormai sono giorni che non abbiamo notizie su lord Icarius e lady Talia...”
“Uscirò io a cercarli…” mormorò Lho “… conosco bene il bosco e la brughiera…” e mi fissò.

Andare a cercare Icarius e Lady Talia nel bosco? Lho, da solo? Ma è pazzo, quest'uomo?!?!

"Signore! Io vengo con lei, signore! Vi prego, lasciatemi venire... Non vi sarò di intralcio, lo prometto. Vorrei soltanto aiutarvi a ritrovare il duca e la granduchessa. Vi prego..."
Lo fissai negli occhi, sperando che mi portasse con lui. Volevo davvero ritrovare Lady Talia ed Icarius, ma ciò di cui avevo davvero bisogno era una passeggita nel bosco, un po' d'aria fresca.
Era ormai da una settimana che non uscivo da palazzo.
Mi alzai da letto e iniziai a prepararmi per uscire, senza aspettare la risposta di Lho.
Andai nella stanza a fianco e mi cambia; indossai dei pantaloni ed una maglia, poi ritornai da Lho e l'altro cavaliere.

Oggi si esce! Finalmente... Non potranno impedirmelo. O almeno spero...

Guisgard 30-05-2011 19.20.59

Lo stretto corridoio appariva umido e quasi totalmente avvolto in un buio nel quale sembravano prendere forma inquiete sensazioni ed ancestrali paure.
La ragazza lo attraversò silenziosa, fino a scorgere una soffusa luce, incerta e tremolante.
Giunse così in una stretta celletta, illuminata solo da due candele poste sopra un tavolo.
“Ti attendevo…” disse la misteriosa figura avvolta in un lungo mantello.
“Siete voi l’uomo di lord Cimarow?” Chiese Aytli.
La figura accennò una lieve risata.
“Sono giorni che attendiamo notizie da Capomazda… perché questo silenzio?” Domandò Aytli.
“Ho inviato un mio messo proprio il giorno pattuito…”
“Non è mai giunto al castello dei Cimarow.”
La figura, col capo celato sotto uno spesso cappuccio, restò in silenzio.
“Attendevamo la notizia dell’incoronazione dell’ultimo dei Taddei per far partire l’attacco decisivo…” continuò Aytli.
“Purtroppo il mio uomo è stato scoperto” rispose la figura “svelando così il nostro piano… non potevo agire, sarebbe stato troppo rischioso… non potevo fare altro che attendere…”
“Il tempo è prezioso.”
“I grandi uomini sanno dominare il tempo” replicò la misteriosa figura “e con esso gli eventi… quella donna… è giunta al castello?”
“Melisendra!” Esclamò Aytli.
“E’ stata inviata da lady Talia.... quella sciocca ragazza di Sygma vuole usarla come occhio ed orecchio nel vostro castello… ma ero certo che Gouf non sarebbe caduto in questa trappola… l’avete uccisa, vero?”
“Quella maledetta!” Gridò Aytli. “Sapevo che nascondeva qualcosa! E’ riuscita a guadagnarsi la fiducia in tutti, ma non la mia!”
“Vuoi dire che è ancora viva? Come avete fatto ad essere così imprudenti? Quella maledetta incantatrice è riuscita a giocarvi tutti! Non immaginavo che Gouf fosse così sciocco!”
Aytli masticò amaramente.
“Forse a quest’ora avrà già trovato il mondo di avvertire la sua padrona del tuo arrivo qui! Devi lasciare subito Capomazda e tornare al castello… lì poi smaschererai quella donna e la farai condannare a morte!” Prendi questo…”
Le diede un Taddeo d’argento col volto di Icarius incoronato da un lato e la Croce dall’altro.
“Così Gouf capirà che l’incoronazione è avvenuta…”
“Come fate a conoscere Gouf così bene?” Chiese Aytli.
“E’ una lunga storia…” mormorò la figura “… ora va, non c’è più tempo…”
Un attimo dopo Aytli uscì da quella celletta.

Guisgard 30-05-2011 19.50.53

“Pasuan, sono qui, mi senti!” Disse Mian a suo fratello. “Davvero non riesci a vedermi? Forse è perché hai ripreso solo ora conoscenza…”
Pasuan non rispose nulla e con la mano toccava ed accarezzava il volto di Dafne.
“Dafne… sei tu… sei qui…” sussurrò.
In quel momento ritornarono Finiwell e la madre di Pasuan e subito si abbandonarono alla gioia provocata dal risveglio del cavaliere.
Ma un attimo dopo lo sconforto li prese.
“Come sarebbe che non ci vedi?” Stupito Finiwell.
“E’… così…” rispose Pasuan.
Seguì un momento di silenzio nella stanza.
“Beh, vedrai che è solo una cosa momentanea, amico mio…” sorridendo Finiwell.
Si voltò poi verso Dafne e fece un gesto come a volerla rincuorare.

Guisgard 30-05-2011 20.05.50

Lho fissò Sayla.
“E sia, verrai con me!” Disse sorridendo. “Attenderò nel cortile che tu sia pronta.” Ed uscì dalla stanza.
Ma appena fuori notò subito il clamore e la disperazione che regnavano nel palazzo.
“Cosa accade?” Chiese ad uno dei servi.
“Una tragedia!” Gridò questi. “Sua signoria… è terribile!”
“Cosa è successo a sua signoria? Parla!”
“Sir August... l’ha ritrovato… morto nella brughiera!”
A quelle parole Lho corse fuori nel cortile.
Il cadavere era stato posto su un lettino e molto uomini lo circondavano.
Lho si fece spazio con vigore e fissò il corpo senza vita di Icarius.
Ad un tratto spostò alcuni brandelli del suo abito e controllò il petto dell’Arciduca.
“Questo non è il corpo di lord Icarius!” Sentenziò.
“Come sarebbe?” Chiese August. “Come fate a dirlo?”
“La cicatrice che sua signoria si procurò al Gorgo del Lagno qui non c’è… quest’uomo non è lord Icarius.”

Guisgard 30-05-2011 20.15.22

Icarius e Talia cominciarono ad avanzare verso l’altare.
Le loro mani erano strette, come a volersi dar forza a vicenda.
“C’è qualcosa qui…” disse lui “… qualcosa di antico ed inesorabile… come il peccato… qualcosa che sembra volerci tormentare… ed io voglio scoprire di cosa si tratta…”
All’improvviso l’attenzione di lui cadde su una delle statue che occupavano le nicchie laterali.
Era quella di Santa Lucia e recava, alla base, un’iscrizione:

“Cerca nelle angosce della Santa ciò che ti tormenta, XIII, 3”

“Che strane parole…” mormorò Icarius “… sembrano un estratto, una citazione da qualcosa… le angosce della Santa…” ripeté “… cosa vorrà mai significare?”

Lady Dafne 30-05-2011 20.31.40

Risposi allo sguardo di Finiwell poi mi rivolsi a Pasuan
"Ti lascio un momento con tua madre e Mian va bene? Stai tranquillo e non affaticarti! Forse hai solo bisogno di dormire un pochino e quando ti sveglierai inizieriai a vedere e più passerà il tempo e meglio vedrai. Sei stato colpito alla schiena, non alla testa o agli occhi quindi guarirai di sicuro. Te lo prometto" gli strinsi forte la mano e lo baciai con molto trasporto, c'erano lì altre persone ma non me ne importava nulla, pensavo solo a far sentire al mio uomo che io ero lì con lui e che ci sarei rimasta, qualsiasi cosa il futuro ci riservasse.

Mi avvicinai poi a Finiwell, parlai piano per non essere sentita da altri orecchi
"Finiwell, che ne dite? C'ero anch'io e c'eravate voi, non è stato colpito agli occhi, perchè non riesce a vedere? Forse sarebbe il caso di chiamare subito uno dei medici, avevo mandato Mian ma non mi ha ascoltata. Poi ha bisogno di pace e qui siamo in troppi, come fa a guarire se deve dare retta a tutti?! E poi quel Lyowell, quell'assassino, quel farabutto, io voglio che lo impicchino, voglio che sia esposto alla gogna, voglio....." mi interruppi e scoppiai in un pianto a dirotto, era la tensione nervosa accumulata in tutti questi giorni di veglia dentro quella stanza. Istintivamente mi appoggiai alla spalla di Finiwell e continuai a piangere, in silenzio, ma disperatamente.

Melisendra 30-05-2011 21.13.56

Per un attimo un brivido mi percorse la schiena, quando vidi Gouf sporgersi sul pozzo stringendo Uriel. Scacciai quel cupo pensiero.
Sorrisi nel vederli insieme. Gouf sembrava un po' impacciato e mi accorsi che Uriel guardava con bramosia la spada appesa al suo fianco. A quanto pare non c'era scampo dal proprio destino.
Mi ero spesso augurata che Uriel coltivasse un'inclinazione più meditativa, avrei perfino accettato, in un futuro, di vederlo intraprendere una vocazione religiosa... ma sentivo che non sarebbe mai successo. Percepivo una vitalità e una determinazione molto forti, una mente acuta, forse fin troppo.
Stando così vicino a lui avevo sentito che il suo dono si era svegliato, forse precocemente, non ricordavo di aver mai usato i miei poteri a un'età tanto giovane. A dispetto di quell'aria timida, sentivo che stava già apprendendo come usarli.
Mi augurai che la disciplina insegnatagli nella casa di Sir Geoffrey e Adele fosse stata tanto forte da impedirgli di sperimentare i suoi poteri in modo indiscriminato. Perfino io avevo una sorta di rispetto quando mi accostavo ai pensieri e alla mente delle persone.
Uriel rise e io mi distrassi da quei pensieri.
Gli sorrisi e mi avvicinai a lui. Gli sfiorai la fronte, scomponendogli ulteriormente i riccioli.
Guardai Gouf negli occhi, cercando di indovinare cosa provasse, in quella marea di nuove sensazioni.

Lady Morgana 30-05-2011 21.32.03

Guardai Lho stupita. Non pensavo che mi avrebbe lasciato andare con lui così facilmente.
Mi disse di raggiungerlo nel cortile appena fossi stata pronta così, quando Lho e il cavaliere lasciarono la stanza, frugai tra i miei vecchi abiti e trovai il mio pugnale e le varie erbe velenose e curative.
Infilai il pugnale nella cintura e le varie erbe in una sacca.
Poi guardai in un armadio in cui, qualche tempo prima, un'anziana serva aveva disposto dei vestiti. Presi quidi un lungo mantello di velluto blu come la notte e lo indossai, poi corsi nel corridoio.
In tutto il castello regnava il caos, ma fortunatamente scorgevo ancora la figura di Lho, che correva verso il cortile.
Lo seguii e lo vidi gettarsi sul cadavere di un uomo dal volto sfigurato, con indosso i vestiti di Icarius.
Guardai preoccupata Lho strappargli le vesti, cercando un qualcosa che non trovò, poi il silenzio.
“Questo non è il corpo di lord Icarius!” Sentenziò Lho
“Come sarebbe?” Chiese colui che aveva trovato il corpo. “Come fate a dirlo?”
“La cicatrice che sua signoria si procurò al Gorgo del Lagno qui non c’è… quest’uomo non è lord Icarius.” rispose Lho.
Tirai un sospiro di sollievo, ma subito realizzai che, se quell'uomo che giaceva morto in cortile non era lord Icarius, allora egli era ancora nella brugheria con sua moglie e tutti e due erano in grave pericolo.
Feci alcuni passi in avanti e fortunatamente riucii a crearmi un varco tra la folla di curiosi che stavano accalcati intorno al cadavere.
Cercai Lho con lo sguardo e quando lo trovai, mi avvicinai il più possibile a lui per non farmi udire dalla gente accorsa, saputa la notizia.
"Signore, capisco che qui sono tutti molto confusi per ciò che è accaduto, lo sono anch'io! Ma l'arciduca e sua moglie sono ancora nella brugheria e noi dobbiamo trovarli e salvarli, prima che facciano la stessa fine di questo pover uomo..."
Mi tirai il cappuccio del mantello fin sopra la testa, mi girai e sparii tra la folla, per poi addentrarmi nel bosco alla ricerca dei due sposi...

Talia 31-05-2011 00.25.46

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 31341)
Icarius e Talia cominciarono ad avanzare verso l’altare.
Le loro mani erano strette, come a volersi dar forza a vicenda.
“C’è qualcosa qui…” disse lui “… qualcosa di antico ed inesorabile… come il peccato… qualcosa che sembra volerci tormentare… ed io voglio scoprire di cosa si tratta…”

Mi voltai e lo osservai per un momento...
“Gyaia mi ha detto che nessuno dei Taddei può trovare l’amore o la morte verrà a prenderlo...” riflettei ad alta voce, trattenendo a stento l’ennesimo brivido di orrore “Ha detto che così era e così doveva essere... ma non mi ha detto il perché! E tuttavia... questa chiesa, che pare essere al centro di tutto, fu costruita proprio per lei, ed è perciò che rispecchia lo stile di Sygma. Perché lei veniva da quella terra... proprio... proprio come me!”
Per qualche ragione, pronunciai quell’ultima frase quasi senza fiato.
Sapevo che Gyaia era di Sygma, lo sapevo da molto tempo... però, difficile da spiegare, era come se dirlo a voce alta mi facesse un effetto diverso.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 31341)
All’improvviso l’attenzione di lui cadde su una delle statue che occupavano le nicchie laterali.
Era quella di Santa Lucia e recava, alla base, un’iscrizione:

“Cerca nelle angosce della Santa ciò che ti tormenta, XIII, 3”

“Che strane parole…” mormorò Icarius “… sembrano un estratto, una citazione da qualcosa… le angosce della Santa…” ripeté “… cosa vorrà mai significare?”

Tornai a guardarlo di scatto... per un momento i miei pensieri mi avevano condotta via da lì, lontana... mi avevano condotta per vie misteriose e terribili, vie delle quali ancora non sapevo distinguere bene i contorni...
Le parole di Icarius mi riportarono in quella chiesa e anche io osservai per un momento quell’iscrizione...
“Già!” mormorai “Aveva colpito anche me, la prima volta che ci sono venuta... Le angosce della Santa... Quelle angosce e quei tormenti che ella ha superato grazie alla sua Fede e al suo amore...”
Riflettei per un momento in silenzio, poi un’idea mi colse...
“Hai detto che Izar tiene dei libri nascosti in biblioteca... forse su quei volumi c’è qualcosa, dunque! Di che cosa si tratta? Li hai visti?”

Guisgard 31-05-2011 00.45.46

Gouf fissò Melisendra negli occhi.
Occhi bellissimi, di un verde luminoso e profondo.
Erano lì, l’uno accanto all’altra, col piccolo Uriel tra loro.
Gouf la guardò senza dire nulla, ma solo accennando un lieve sorriso.
“Come è grande questa spada!” Disse il bambino toccando l’arma di Gouf. “Hai una spada perché sei un cavaliere, vero?”
Gouf lo guardò annuendo.
“Come si diventa cavaliere?”
“Perché vuoi saperlo?” Domandò Gouf al bambino.
“Perché da grande voglio diventare anche io un cavaliere…” rispose Uriel “… come te…”
Gouf allora estrasse dal cinturone un bellissimo pugnale.
Aveva sull’impugnatura lo stemma del gufo.
Lo adagiò sul terreno e vi posò sopra una massiccia pietra.
“Ecco…” indicando quella pietra “… verrai qui ogni giorno e cercherai di spostare questa pietra per recuperare il pugnale… e quando sarai abbastanza forte per riuscirci, potrai definirti pronto.”
Uriel lo fissava rapito.
“E quando porterai quel pugnale davanti ad un re, stanne certo che sarai proclamato cavaliere.”
Il bambino sorrise e fissò incantato quella pietra, sotto la quale si nascondeva quel meraviglioso pugnale.

Morrigan 31-05-2011 01.04.34

Si svegliò avvolta dal tepore.
Allungò la mano a stringere le coperte e le sue dita accarezzarono una stoffa diversa. Aprì gli occhi e riconobbe il mantello che aveva slacciato a Guisgard la sera prima. Si domandò come fosse finito lì, poi si accorse che era stato steso con cura a coprirle tutto il corpo. A quel pensiero l'assalì una strana emozione che lei non sapeva decifrare... l'unica cosa che riuscì a distillare da quei pensieri confusi fu un sentimento di dolcezza. Cercò Guisgard con lo sguardo e vide che dormiva ancora, sistemato malamente sulla scomoda panca, e pensò che in fondo c'erano ancora tante cose da scoprire su quell'uomo, e in definitiva tante cose da apprezzare.
Si sollevò dal letto cercando di non fare rumore. Raccolse i suoi vestiti e li indossò in fretta, prima che lui potesse destarsi. Quindi gli andò vicina, si inginocchiò presso di lui e per un istante lo spiò mentre dormiva.
Il sonno, pensò, rivela tante cose... è il momento in cui tutti noi siamo indifesi come bambini, esposti inconsapevolmente agli sguardi altrui... e quanlche volta un brandello della nostra anima sfugge dalle labbra, rivelando i nostri pensieri, i nostri sogni e i nostri desideri...
Ripensò a quel bambino che aveva visto nella visione, quel bimbo tanto amato... sorrise, e con un dito gli scostò piano una ciocca di capelli dal volto, quindi si ritrasse un po', scostandosi da lui.

"Ehi, marito pigrone!" esclamò con voce scherzosa e tenera al contempo "Ormai abbiamo perso le Lodi mattutine, ma se dormi ancora un po' perderemo anche il nostro diritto di visita alla biblioteca!"

E con una leggera risata tornò a fissarlo, attendendo che si svegliasse.

Guisgard 31-05-2011 01.14.14

“Gyaia…” disse Icarius “… la principessa di Sygma e moglie di lord Ardeliano…”
Si voltò verso Talia quasi turbato.
“Sembra che qualcosa di misterioso attraversi e frequenti i tuoi sogni…” mormorò “… qualcosa che pare aver avuto origine proprio con Ardeliano e Gyaia… e che quindi è legato anche noi due…”
Fissò poi la statua di Santa Lucia.
“Si, quei libri che Izar tiene nascosti… forse hai ragione… possono essere un tassello mancante in questo oscuro mosaico… appena a Capomazda li consulteremo…”
Ad un tratto i due udirono dei rumori provenire dalla navata.
Qualcuno, un attimo dopo, uscì dal vecchio confessionale che si trovava subito prima del presbiterio.
Un’austera ed elegante figura, dal nobile portamento e dai modi aggraziati, apparve davanti a loro.
Poi, con un gesto delicato scostò il velo che la copriva e svelò il suo volto.
Si mostrò una bellissima giovane donna.
Era una creatura pallida e bionda, dai tratti dolci e dagli occhi di un caldo azzurro.
Le labbra erano vellutate come pesche e risaltavano su quel suo pallore d’alabastro, mentre i capelli, inanellati e dorati, scendevano delicatamente sulle spalle, conferendo a quella visione candore e grazia.
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Melisendra 31-05-2011 01.21.59

Con un piccolo sbuffo, lanciai a Gouf un'occhiata di rimprovero.
Lo osservai. Ora sembrava a suo agio con Uriel.
Mi domandai se fosse davvero al sicuro lì, nascosto a Poggio del Sole, che sembrava non risentire dei venti di guerra che soffiavano non molto lontano.
Avrei dovuto portarlo via? Di nuovo?
"Ci sarà tempo per questo..." gli dissi, scrutandolo con un sorriso. "Dovrai imparare molte cose prima... soprattutto che i cavalieri rispondono a un Codice d'Onore. Sono certa che ne avrai sentito parlare da Sir Geoffrey..." Gli sorrisi e mi sedetti con lui.
"Sei il mio tesoro più grande, Uriel..." accarezzai la spada di legno e gliela porsi. "Vorrei che tu potessi venire con me, sai? Ma ancor di più desidero che tu sia al sicuro... capisci?" Una folata di vento ci scompigliò i capelli.
Improvvisamente una sensazione che non mi era nuova mi attraversò, rapida come un'ombra. Percepii qualcosa nell'aria. Lui... è come se fosse stato qui... pensai frastornata.
Cercai di dominarmi e mi rivolsi al piccolo seduto accanto a me. "Tesoro... è venuto qualcuno a trovarti, di recente? Qualcuno che sembrava conoscerti?"
Con calma mi scostai i capelli dalla fronte.

Guisgard 31-05-2011 02.00.51

“E’un torneo…” disse preoccupata Rasyel “… ed io odio questa tua stupida mania di misurarti contro tutto e tutti!”
“Calmati ora…” tentando di abbracciarla Ardross “… non è un torneo, ma solo una singolar tenzone… e forse il mio avversario neanche si presenterà...”
“Chi è quella donna? E’ bella, rispondi?”
“Si, è molto bella...”
“E ti piace, vero?” Gridò lei. “Ti odio! Spero che ti infilzino a quel duello!”
“Si, è bellissima...” abbracciandola lui “… ma non abbastanza da farmi passare la voglia di te…”
“Lasciami! Non mi toccare!”
“Sai che ti amo, vero?” Facendosi serio lui. “E che tornerò sempre da te?”
“Giuramelo…”
“E tu mi aspetterai?”
“Sempre... sempre... questa è la mia sciagura…” sospirò lei.
Ed un baciò legò i due amanti durante quel loro ultimo incontro…

Guisgard si svegliò di colpo.
Restò un attimo ancora in balia di quel sogno, per poi voltarsi verso Morrigan.
Lei lo fissava con quei suoi grandi occhi scuri ed un luminoso sorriso.
Il cavaliere si massaggiò la testa e poi saltò su da quella panca.
“Si…” con tono serio “… scendiamo… la biblioteca ci attende…”

Morrigan 31-05-2011 02.11.19

Morrigan annuì e subito si levò in piedi.

"Però vorrei almeno sapere cosa stiamo cercando di preciso. Due paia d'occhi sono meglio di uno... posso aiutarti..."

Talia 31-05-2011 02.15.40

Guardai la statua con lui...
“E comunque... perché li nasconde? Che bisogno c’è nella biblioteca del palazzo?”
Lo dissi quasi sovrappensiero... mentre tra me e me mille idee si accalcavano.
Poi quel rumore...
Mi voltai di scatto e vidi quella figura fare qualche passo nella navata.
Lanciai un’occhiata allarmata a mio marito, stringendo la sua mano ancora di più, poi tornai a guardare quella figura...
Eppure la paura che mi aveva colta nel sentire quel rumore se ne andò presto e io rimasi in silenzio, immobile... con la curiosa sensazione di aver già visto quella donna... ma dove?

Guisgard 31-05-2011 02.19.34

“No, non è venuto nessuno…” disse Uriel “… nemmeno l’uomo dei sogni…”
Gouf restò turbato.
“Quale uomo?” Chiese. “Hai forse sognato qualcuno ultimamente?”
“Si, l’uomo col cappuccio…” rispose Uriel mentre gironzolava attorno alla grossa pietra che nascondeva il pugnale di Gouf.
“Che uomo? Com’era?”
“Non lo so…” scuotendo la testolina Uriel “… non lo vedo mai in viso… resta fermo mentre io lo guardo dalla finestra… mi chiama, ma poi vedo la signora” indicando Melisendra “che si avvicina e chiude la finestra…”
Gouf allora fissò inquieto Melisendra.
Il Sole era ormai tramontato e la sera aveva avvolto il Poggio del Sole.
In quel momento li raggiunse Adele.
“Perdonatemi, milady…” disse “… ma credo sia ora che il bambino vada a letto…”

Guisgard 31-05-2011 02.26.30

“Cerchiamo le tracce del passaggio, in questo convento, di una donna…” disse Guisgard “… una donna particolare… il suo nome è… Rasyel… aveva con sé un bambino…”
Si allacciò il mantello e le fece cenno di andare.
Uscirono dalla stanza e raggiunsero il priore.
Questi, come aveva promesso, accompagnò i due nella biblioteca ed andò via.
Ma Guisgard e Morrigan non erano soli in quel luogo.
Uno dei frati era impegnato a copiare alcuni codici che sembravano essere molto antichi.

Morrigan 31-05-2011 02.37.43

Rasyel... quel nome cominciò ad aleggiare nella sua mente.
Era sicura di non averlo mai udito, ma al contempo era come se le fosse già noto. Cercò di scavare nella memoria, ma non ne ottenne che un vago eco che si disperdeva... e quel bambino...

... Sei la mia gioia, Guisgard… la mia unica e sola gioia, ma sufficiente per rendermi la donna più fortunata del mondo...

In quell'attimo si scoprì a guardare Guisgard con vivo stupore... e se fosse... avrebbe senso, dopo tutto...
Ma tenne quella domanda per sè e si affrettò a cancellare la sorpresa dal suo volto prima che Guisgard potesse accorgersene e interrogarla.
Assunse nuovamente il contegno da mogliettina ubbidiente, e stando attenta a camminare sempre un passo dopo di lui, lo seguì nella biblioteca, dove uno dei frati era intento a copiare un antico codice.
Fingendosi intimorita, si strinse al braccio di Guisgard, per potergli parlare senza essere udita.

"Possiamo cercare la donna," gli bisbigliò all'orecchio "ma questa ricerca potrebbe prenderci giorni e giorni, dal momento che non conosciamo la bibliteca. Non sottovalutare il dono che ti ho fatto... se questa donna è venuta qui non molti anni fa, forse c'è ancora qualche vecchio frate che si ricorda di lei... usa il medaglione, Guisgard, e ruba i suoi ricordi! I fogli di carta possono essere molto taglienti, se dovesse occorrerti una goccia di sangue..."

Guisgard 31-05-2011 02.56.27

Con un gesto delicato la misteriosa donna accese una candela, ponendola poi davanti alla statua di Santa Lucia.
“Salute a voi, milady…” disse Icarius, tenendo sua moglie per mano come a volerla tranquillizzare “… non vi abbiamo sentita entrare… in verità pensavamo di essere soli in questa pieve…”
“Non sono entrata dopo di voi…” voltandosi lei “… ero già qui al vostro arrivo… stavo confessandomi… lo faccio sempre ogni Venerdì, ma essendo Maggio consacrato alla Vergine Maria capita spesso che venga a rendere conto dei miei peccati anche in altri giorni durante questo mese…”
“Allora forse abbiamo disturbato, senza volerlo, la vostra confessione, milady…”
“No…” freddamente lei “… avevo quasi terminato…”
Icarius guardò il confessionale, cercando di scorgere il confessore, ma non vi era nessuno.
“Come mai vi trovate qui da sola?” Chiese. “Non mi sembra un posto adatto per una dama.”
“Sono nelle mie terre e nulla può accadermi.”
“Le vostre terre?” Ripeté Icarius. “Non sapevo che la brughiera appartenesse a qualcuno…”
“Qui vi domina la mia famiglia da molte generazioni e questa pieve appartiene al mio casale.”
A quelle parole Icarius si voltò meravigliato a fissare Talia.

Talia 31-05-2011 03.35.10

Il sangue mi si gelò nelle vene quando udii le parole della donna.
...quella pieve apparteneva al suo casale?...
...era nelle sue terre?...
Mi voltai verso Icarius e incrociai il suo sguardo meravigliato...
Gli strinsi la mano un momento, allora, pensando... poi gli rivolsi un minuscolo sorriso complice e mi voltai verso la donna, avevo deciso di stare al gioco...
"Milady..." mormorai, in tono sommesso e appena percepibile "Perdonatemi se oso... ma io e mio marito siamo giunti da poco in queste terre e non conosciamo ancora i suoi usi e la sua nobile storia... Forse voi potreste, in virtà di quella santa clemenza che anima i vostri occhi, essere tanto generosa da venirci incontro e dirci chi sia il nobile signore di queste terre e dove egli dimori?"
La mia voce si dissolse nell'aria, leggerissima, e io sommessamente abbassai gli occhi...

Guisgard 31-05-2011 04.04.25

La misteriosa dama fissò quasi risentita Talia.
“Pretendete da me di conoscere il nome di chi domina queste terre…” disse “… eppure celate, o tentate di farlo, i vostri nomi!”
Icarius osservò con attenzione quella donna senza intervenire.
“Venite qui ed entrate nelle mie terre, nella mia pieve” continuò lei “e nascondete la vostra identità come volgari fuorilegge!”
“Milady, noi…” tentò di dire Icarius.
“Voi siete lord Icarius, signore di Capomazda” lo interruppe lei “e questa donna è vostra moglie lady Talia di Sygma!”
“Come fate a conoscere i nostri nomi?” Domandò Stupito Icarius. “Al borgo non ci ha riconosciuto nessuno!”
“Conosco la vostra stirpe e le sue miserie!” Esclamò lei. “Gente senza amore e senza pace! Se chi comanda terre e uomini è incapace di trovare la propria felicità, come può rendere felice il proprio popolo?”
“Sembrate conoscere molto bene la storia della mia famiglia, milady…” mormorò Icarius “… ora però dovreste rivelarci il vostro nome, mia signora…”
“Sono lady Layla e questa pieve è nei miei domini! La vostra stirpe ne perse il possesso secoli fa! E qui, ora, quelli come voi non sono benaccetti! Non più!”
“Forse sarà meglio andare, Talia…” fece Icarius “… perdonate l’intrusione, milady… i miei omaggi…”
“I miei cavalieri controllano la brughiera e trovandovi a vagare in essa vi assaliranno…” disse la donna “… non sareste dovuti venire qui... ormai è tardi per voi…”

Guisgard 31-05-2011 04.52.39

Finiwell accarezzò il capo di Dafne teneramente.
“Si, è stato ferito alle spalle…” disse “… per questo sono curioso di ascoltare il parere dei medici… tutto ciò è molto strano…”
Gettò uno sguardo sul suo amico ed un senso di angoscia lo prese.
“Quanto a quel Lyowel…” mormorò “… ora è in gattabuia e presto sarà processato per aver violato la legge ed il codice cavalleresco.”
Chiamò poi Cavaliere25:
“Ragazzo, va a chiamare un medico e digli di venire subito qui. Va e fai in fretta!”
Fissò nuovamente Dafne.
“Damigella, tutti noi saremo vicini a Pasuan… sua madre, sua sorella, io, Cavaliere25 e tutti i suoi compagni… ma è di voi che ha particolarmente bisogno… solo da voi potrà trarre la forza per guarire… il cuore è il punto di forza di ogni vero cavaliere… solo con esso si possono compiere le imprese più grandi e superare le prove più difficili… è il cuore che rende tale un cavaliere… e quello di Pasuan, damigella, appartiene a voi…”

Guisgard 31-05-2011 05.04.12

Lho e Sayla lasciarono il palazzo prima e Capomazda poi.
Giunsero presso il grande bosco, spingendosi poi quasi ai confini della brughiera.
“Meglio stare all’erta…” disse Lho “… il cadavere di quello sventurato che sir August aveva creduto essere sua signoria è una prova che in queste terre sta succedendo qualcosa… la ferocia con cui quell’uomo è stato ucciso ci impone di essere cauti…”
Proseguirono lungo il sentiero, quando udirono un rumore di armi.
Giungendo in una radura, videro due cavalieri intenti a combattere.
Si battevano animatamente, senza risparmiarsi.
“Messeri!” Gridò Lho.
Ma i due non accennavano a fermarsi.
“Scorterò io milady in chiesa per il Primo Venerdì del mese!” Urlò uno dei due.
“Non potrai, perché io ti renderò un cadavere prima di Venerdì!” Replicò l’altro.
Le loro corazze avevano ammaccature e tagli ovunque, dai quali sgorgava sangue.
Eppure, nonostante quelle ferite, i due non smettevano di combattere, come se fossero animati da un odio profondo ed insanabile.
Lho allora fece cenno a Sayla ed i due ripresero il cammino.
Continuarono a seguire il sentiero, quando ad un tratto Lho si guardò intorno perplesso.
“Eppure ho la strana sensazione che stiamo girando in tondo…” mormorò.
Poco dopo, a conferma di quella bizzarra sensazione, Lho e Sayla si ritrovarono di nuovo nella radura in cui i due cavalieri si stavano battendo.
Ma ora quei due contendenti erano accasciati al suolo, senza vita e con i corpi flagellati dal loro reciproco ed innaturale odio.
“Che incanto è mai questo?” Si domandò Lho, mentre un sinistro silenzio era calato attorno a loro.

Guisgard 31-05-2011 05.08.58

Guisgard e Morrigan cominciarono a cercare tra i volumi impolverati ed i codici consumati dal tempo.
L’oblio e l’umidità avevano danneggiato molti preziosi scritti e diverse inestimabili incisioni.
Guiagard, ricordandosi le parole di poco fa di Morrigan, fissava continuamente il suo medaglione, come se cercasse in esso risposte ed aiuti.
Restarono nella biblioteca diverse ore, fino a che avvertirono stanchezza e scoramento.
Ad un tratto il frate intento a copiare gli scritti si alzò ed uscì dalla sala.
Ma da uno dei volumi posti sul suo scrittoio si notò sporgere qualcosa.
Un foglio.
Guisgard si avvicinò e lo aprì:

“Lord Rauger ha imposto a voi fratelli di non concedere ulteriore ospitalità a quella donna e al suo bambino.
In ballo vi è qualcosa di grande, fratelli, qualcosa intimamente legato alle sorti del ducato di Capomazda.
Un bambino illegittimo è una sciagura in tempi difficili come questi.
Se un giorno dovesse avanzare diritti nessuno potrebbe muovere obiezioni.
Lord Ardross non potrà divenire Arciduca fino a quando non avrà lasciato quella donna.
Questa è la volontà di sua signoria.
Alcuni cavalieri stanno giungendo da Capomazda e ad essi consegnerete quella donna ed il suo bambino.
Saranno poi condotti a nord, in una località segreta e sconosciuta per restarvi fino al dì della morte.”

Abate Ravus.

Guisgard strinse nel pugno quel foglio per la rabbia.
“Maledizione…” mormorò “… perché? Perché?”

Lady Morgana 31-05-2011 07.18.17

Io e Lho ci inoltrammo nel bosco, seguendo lo stretto sentiero.
Dopo poco arrivammo in una radura ove vedemmo due cavalieri combattere tra loro, contendendosi una dama.
Lho tentò di fermarli, ma senza successo; mi fece quindi cenno di proseguire.
"Io non capisco perchè i cavalieri debbano ricorrere alla spada ogni qualvolta che si presenta una discordia..."
Continuammo il nostro cammino seguendo lo stretto sentiero, ma...
“Eppure ho la strana sensazione che stiamo girando in tondo…” mormorò Lho.
"Già... anche io... guardate!"
In lontananza si intravedeva la radura in cui poco prima si sfidavano i due cavalieri, ma il clangore delle spade era cessato; ci avvicinammo e vidi i corpi dei due combattenti, accasciati a terra senza vita.
"Si sono uccisi l'un l'altro... e solo per accompagnare una dama in chiesa?"
Ero sbigottita. Non pensavo che i cavalieri che dovrebbero rispettare un rigido codice d'onore arrivassero a tanto.
Tornai a guardare Lho, che continuava a guardarsi intorno come se tutto ciò che vedevamo fosse irreale.

In effetti, noi abbiamo sempre seguito il sentiero... ma questo ci ha riportati esattamente qui... Che cosa sta succedendo?

“Che incanto è mai questo?” moromorò Lho.
Uno strano silenzio scese sulla radura, come fosse un segno, un cattivo presagio. Mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa; ma non trovai niente.
"Non lo so, Signore, ma come faremo a ritrovare sua signoria, se non riusciamo a spostarci da qui? Io... potrebbero essere in grave pericolo! Dicevate di conoscere bene questo bosco..."
Così dicendo mi avvicinai ai corpi dei due cavalieri ormai senza vita, per capire a quale casata appartenessero.
"Signore, avvicinatevi. Voi avete mai visto uno stemma del genere?"

Talia 31-05-2011 16.51.51

Rimasi sorpresa dalle parole di quella donna... per un attimo, vedendola comparire tra le ombre di quella chiesa, avevo quasi creduto si trattasse appena di un’apparizione, uno delle decine di fantasmi sfocati e terribili che tormentavano i miei sogni da qualche tempo...
E invece quella risposta... risentita, dura, altera...
Per un attimo mi lasciò senza parole!
Fu allora che Icarius intervenne...
Fu estremamente gentile e garbato con lei e le rispose con assoluta cortesia anche quando lei, avanzando diritti che non sapevo quanto fossero fondati, ci mise praticamente alla porta.
Mi seccava contraddire o contrastare mio marito, così chinai appena la testa e lasciai che mi conducesse verso l’uscita...
Poi le ultime parole della donna ci raggiunsero, quando eravamo già distanti di parecchi passi...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 31396)
“I miei cavalieri controllano la brughiera e trovandovi a vagare in essa vi assaliranno…” disse la donna “… non sareste dovuti venire qui... ormai è tardi per voi…”

Mi bloccai esattamente dove mi trovavo e mi voltai a guardarla.
Rimasi in silenzio per molti minuti... i miei occhi fiammeggiavano, tremavo di indignazione e di sdegno... se c’era una cosa che da sempre mi era stata criticata e che mio padre e i miei precettori avevano tentato con ogni mezzo di reprimere, era la mia impulsività... tuttavia ogni loro tentativo era sempre stato, purtroppo, vano.
La mia mano strinse quella di Icarius ancora per un istante, tentai di dominarmi ma forse ci riuscii solo in parte: la lasciai scivolare lentamente e tornai indietro di qualche passo, verso quella donna...
E’ tardi per noi?” mormorai... il mio tono era basso e tagliente “Che cosa intendete dire? Ci state forse minacciando, signora? O è ad altri tipi di minacce che fate riferimento?”
La osservai per un lungo istante in silenzio e, quando poi tornai a parlare, il mio tono si era fatto doloroso...
“Siamo in mezzo ad una guerra, milady, se non lo sapete. E siamo perseguitati da una sorta di maledizione cui tutti alludono senza tuttavia trovare il coraggio per parlarne... una maledizione che pare voglia dividerci solo perché infine ci siamo trovati! E voi... voi credete davvero di poterci impressionare con le vostre parole?”
Ero ferita e offesa, era arrabbiata, ero stanca ed ero spaventata...
Tornai sui miei passi, raggiunsi Icarius e mi strinsi a lui, come a cercare conforto... poi sollevai gli occhi e lo guardai...
“Perdonami!” mormorai “Andiamo, se vuoi!”

Lady Dafne 31-05-2011 17.22.56

"Il cuore di Pasuan mi appartiene... e il mio appartiene e lui!" risposi "Siete un buon amico Finiwell, Pasuan vi vuole molto bene e di conseguenza io ne voglio a voi. Grazie di cuore!" non resistetti e abbracciai quel cavaliere un po' rude ma semplice con trasporto amichevole.
Mi voltai verso il letto di Pasuan, mi sembrava stanco, sua madre e sua sorella non facevano che fargli domande. Decisi di intervenire
"Mie care, vi chiedo perdono, credo che Pasuan abbia bisogno di riposo ora. Sta per arrivare il medico, lasciamolo un po' solo, venite..." cercai di allontanarle dal letto, mi rivolsi a Pasuan:
"Caro, tra poco sarà qui il medico, noi aspettiamo fuori. Devi riposare se vuoi riprendere le forze! Se hai bisogno di qualcosa non devi far altro che chiamarmi e arrverò subito. Appena starai meglio c'è qualcuno che ti vuole salutare, sai? Prova ad indovinare di chi si tratta..." mi sembrò che i lineamenti del suo volto si distendessero accennando un sorriso. Lo baciai sulla fronte, sul naso ed infine sulla bocca. Gli presi la mano affinchè potesse accarezzarmi il viso. Poi mi allontanai...


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