Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 25-04-2013 00.44.35

E così, mentre Elisabeth e gli altri discutevano della trama per il loro spettacolo, giunse da loro un servitore.
“Sua maestà vi riceverà subito.” Disse. “Prego, seguitemi.”
Li condusse allora attraverso un lungo corridoio illuminato da ampie vetrate e ornato di statue.
Arrivarono infine in un'ampia sala che in realtà faceva da anticamera ad un ambiente più grande.
Infatti una porta si aprì ed un valletto fece loro cenno di entrare.
Si ritrovarono così nella sala del trono.
Il seggio era però vuoto e il valletto pregò loro di attendere.
“Come ve lo immaginate questo re?” Chiese Enusia agli altri.
“I re sono tutti uguali.” Mormorò Orez. “Hanno la barba, perchè conferisce loro saggezza, una corona, per ostentare autorità ed uno scettro per imporre agli altri soggezione.”
Ad un tratto la porta dietro al trono si aprì ed apparve qualcuno.
Era un bambino e restò a fissarli.

Guisgard 25-04-2013 01.22.42

Le grida di disprezzo di quei cavalieri, poi le loro risate e le urla disperate di Densesu.
E ancora la risata del signorotto e infine quel silenzio insopportabile da parte di quella gente davanti alla terribile scena del pestaggio di Mamyon.
E solo dopo quelle frecce lanciate in maniera disperata da Clio.
Solo due però andarono a segno.
La prima si conficcò nella spallina di uno dei cavalieri, facendolo arretrare e poi barcollare per la ferita.
La seconda invece raggiunse il braccio del signorotto, strappandogli un forte grido di dolore.
E nel vedere il loro signore cadere all'indietro e sbraitare sofferente, i suoi cavalieri smisero di pestare Mamyon e corsero da lui.
“Maledetti cani!” Disse inferocito il signorotto, mentre i suoi tentavano di strappargli via quella freccia dal braccio. “Chi è stato fra loro? Chi fra questi villani ha osato tirarmi una freccia? Chi? Li farò impiccare tutti e donerò le loro donne e i loro bambini ai miei soldati!”
Ma proprio in quel momento giunsero dalla foresta altri uomini a cavallo.
E anche quelli erano cavalieri.
“Fermi tutti!” Intimò quello che li guidava. “In nome di Sua Signoria l'Arciduca!”

Clio 25-04-2013 15.54.09

Nel vedere che una mia freccia si era conficcata nel braccio del signorotto, un sorriso compiaciuto mi si piazzò sul volto. Ma quando mi accorsi che i cavalieri smisero di pestare Mamyon e si diressero verso il loro padrone, fui davvero fiera di me stessa.
Dapprima le parole del signorotto e poi quelle dei nuovi venuti mi incuriosirono non poco, e decisi di uscire dal mio nascondiglio per soccorrere Mamyon e Densesu.
"..Lasciateli stare.." dissi secca guardando con disprezzo il bifolco che avevo colpito "...nessuno di loro vi ha colpito.. nessuno di loro si è opposto a voi.. non vedete come sono buoni e silenziosi?" tenevo la balestra ben salda in mano, perfettamente visibile "...A quanto pare rischiare la vita per difendere l'onore e la virtù propria o altrui è usanza soltanto di nobili e cavalieri..." dissi, senza nascondere la rabbia"..Quelli veri, s'intende.." lanciandogli una nuova occhiata sprezzante.
Il silenzio e l'indifferenza di quegli uomini mi aveva davvero esasperato, certo rischiavano molto, ma Mamyon non aveva esitato a difendere quella fanciulla, eppure poteva tranquillamente proseguire per la sua strada. Io stessa li avrei affrontati se ne fossi stata in grado.
Evidentemente appartenevamo a mondi molto diversi.
Guardai poi i cavalieri giunti a cavallo, ma non posai la balestra.
Allargai leggermente le braccia ed inizia a parlare con voce calma, alta e decisa.
"..Ho colpito io quest'uomo… e se in questo paese è un reato, allora sarò lieta di pagarne le conseguenze.. costui.." indicando il signorotto "...si è presentato alla festa di nozze, pretendendo l'antico ius primae noctis con la sposa.. nonostante gli sia stato ricordato dal padre di lei che un editto ducale lo ha abolito..".
Solo allora guardai Mamyon, a terra, sanguinante, e mi si strinse il cuore.
"..Noi siamo soltanto viaggiatori, avevamo chiesto ospitalità per la notte.. ma il mio campione non ha potuto sopportare la vista di tale abominio.. e ha tentato di redarguirlo a parole..." alzai le spalle "...quando questo gentiluomo ha minacciato di toccarmi, beh.. è preciso dovere di un campione difendere la propria madrina.. ma l'hanno atterrato e nemmeno l'aiuto del suo scudiero è servito… uno contro quattro non è esattamente un duello.. così mi sono sentita autorizzata a prendere questa balestra e tentare di difendere il mio cavaliere e me stessa.. poichè nessuno è accorso in nostro aiuto.." cercai gli occhi del primo dei cavalieri con lo sguardo "..questo è quanto… ora, se permettete.. devo occuparmi del mio campione..".
E senza aspettare ancora mi diressi verso il tavolo presi una caraffa d'acqua.
Puntai la balestra contro tutti i cavalieri che mi si paravano davanti, e mi chinai finalmente su Mamyon.
"..Ehi.." dissi dolcemente "....Sono qui..ci sono qui io adesso..".
Intinsi il mio fazzoletto nell'acqua e iniziai a pulirgli il volto dal sangue e dalla sabbia.
Mi avvicinai a lui, posandogli leggerissimi baci su tutto il viso, sembrava così fragile, come se ogni mio movimento potesse fargli del male.
"..Sei davvero il miglior cavaliere del mondo.. Il più coraggioso, il più audace.." sussurrai piano, dolcemente "…sono fiera di te, amor mio.. Non sai quanto...". Ed era vero, ero davvero fiera ed orgogliosa di avere accanto un uomo tanto leale e impavido. Non mi importava delle ferite e delle percosse, sapevo che non era stata una lotta impari.
Non riuscivo a sopportare la vita di lui ridotto. in quel modo, mi si riempirono subito gli occhi di lacrime.
"...Sono qui, sono qui solo per te... è finita..." sussurrai ancora "..ti donerò un bacio per ogni loro botta.. " sorrisi "... Vedrai che passerà in fretta..".
Poi, mentre continuavo a puligli il viso e a posargli dolci e leggeri baci sulle guance e sulle tempie, accostai le labbra al suo orecchio e sussurrai ancora più piano, cosicchè nessuno potesse sentire.
"...siamo in territorio capomazdese, non dire chi sei… non voglio che ti accada nulla".
Poi tornai a cercare i suoi occhi e mi sforzai di sorrdirere "..Da bravo, devo toglierti la freccia.." ed osservai la freccia conficcata nella gamba del cavaliere.
Lanciai uno sguardo preoccupato allo scudiero poco distante.
"...Densesu, come state?siete tutto intero?"
Dopodiché mi avvicinai, ruppi la punta della freccia, e la sfilai con tutta la forza che avevo.
Dopodiché tentai di disinfettare la ferita in qualche modo, bendandola con un lembo della mia sottoveste di seta pura.
"...va un po' meglio, caro?" Dissi tornando a fissare i suoi occhi, con un sorriso "...hai bisogno di cure..." Sfiorando dolcemente il suo viso con una mano tremante "...tranquillo, non ti lascerò mai solo...".

elisabeth 25-04-2013 17.49.11

Quante chiacchiere.....ma la trama di una storia era importante..sino a quando, un valletto non ci invito' al cospetto del Re....La stanza da piccola era diventata grande...la sala del trono......era diversa da come si presentava nel mio paese.......mi affascinavano i quadri alle pareti....uno mi colpi' non poco....era una donna dai tratti fini....somigliava a qualcuno..gia' somigliava a Liam..e sotto vi era una scritta Elisabeth del bosco...Lady Altea......e vicino al ritratto della Regina vi era quello del Capitano Reas.....la storia sembrava assemblarsi nella mia mente come se un vecchio ricordo vi riaffiorasse........ad un angolo della sala una bellissima scultura due cigni.....Ero sorpresa e felice...felice perche' ogni cosa raccontata da Liam era diventata realta' aveva preso vita....piroettando su me stessa stavo tornando dai miei compagni....quando si udi' il rumore di una porta..che si apriva.......apparve un bambino bellissimo......dietro di lui..il valletto........mi avvicinai all'orecchio di Orez e vi sussurrai..." Per la barba...mi sa che dovremo aspettare un bel po'...cio' significa poca saggezza ?.......se questo e' il Re.....poverino, i suoi impegni quali sarebbero ?.....dove ho messo il gioco dell' oca ?.....".....

Altea 25-04-2013 19.28.49

Vidi cadere uno ad uno quegli uomini...mi voltai di scatto...certo era la mira infallibile di quell' uomo di nero vestito..Velvò.
L'uomo non aveva certamente perso la sua spavalderia nemmeno in quella circostanza..."Parlate peggio di mio padre" risposi a tono.."grazie per aver salvato la mia..virtù..anzi io vi ringrazio per avermi salvato la vita. E comunque sappiatelo che sono cosi di indole, lo dice sempre il mio caro padre..il conte Trevor..che ho preso dalla antenata che sfidò il mondo per andare a Tylesia e di cui porto il nome..quando tornò da quella avventura scrisse il suo racconto e strano caso io mi trovo come quella lady Altea, a cercare di andare a Capomazda e mi accadono tutti gli eventi più strani di questo mondo." Sbuffai..."Ora gentilmente, potete slegarmi da questo albero? Anche perchè penso sia meglio andare via da qui, questi uomini parlavano di un loro padrone..non so se parlano di un aristocratico o di un capo villaggio".

Guisgard 26-04-2013 01.39.11

Il bambino fissò Elisabeth, Sawas, Enusia ed Orez.
Nessuno di loro però osò parlargli.
“Forse la barba è spuntata sul volto di suo padre...” disse sottovoce Orez ad Elisabeth “... ammesso che questo fanciullo sia davvero imparentato al re...”
“Parlare al cospetto del re” all'improvviso il bambino “senza averne licenza è già un atto di scortesia... ma farlo poi a bassa voce, senza farsi udire, è da villani.”
“Chiede umilmente scusa per i miei compagni...” fece Sawas dopo aver rivolto un'occhiata in direzione di Elisabeth e di Orez “... ma in verità attendavamo di essere ricevuti da sua maestà e nel frattempo discorrevamo sullo splendore di questa corte.”
“Siete abile con le parole” replicò il piccolo “ma esse ai nostri occhi hanno ben poco valore. La libertà di parola non è un diritto in questa città, ma un privilegio e come tale va meritato.”

Guisgard 26-04-2013 01.47.32

Velvò liberò così Altea.
“Credetemi, vi ho reso un gran servigio...” disse ridendo “... ho sentito dire che a Capomazda le donne devono essere tutte virtuose, dunque capirete che vi ho tratta da un grande impiccio.” Le fece l'occhiolino. “Però sul padrone di quei due villani dite il vero... sarà meglio andare via, visto che per salvarvi ho sprecato la mia mossa migliore... il fattore sorpresa.” Fissò il cavallo morto di Altea. “E a quanto pare abbiamo un solo mezzo di trasporto... il mio cavallo.”
Salì in sella al suo palafreno e aiutò la donna a fare altrettanto.
E insieme galopparono via da quel luogo.
“Non possiamo andare troppo veloce” fece Velvò “o rischieremo di far stremare il cavallo, visto che siamo in due. Comunque, mi spiace per voi... ma, almeno fino a quando non troverete un altro mezzo di locomozione, faremo la medesima strada. E vi assicuro che non conduce di certo a Capomazda.”

Guisgard 26-04-2013 02.33.06

Mamyon gridò forte per il dolore, appena Clio strappò dalla sua gamba la freccia.
Poi le cure della ragazza, ma soprattutto la sua vicinanza, ridestarono un po' il cavaliere dalla ferita e dalle percosse prese poco prima.
Densesu allora corse verso di loro per sincerarsi anch'egli delle condizioni di Mamyon.
“Si, sto bene...” disse annuendo lo scudiero a Clio.
“Una ragazza” fece il capo dei nuovi venuti “che si dimostra più impavida di voi e dei vostri uomini.” Fissando il signorotto ed i suoi cavalieri. “Potrei farvi impiccare per questo, visto che non meritate dunque il maniero che Sua Signoria vi ha affidato.”
“Sir Rudolf...” mormorò il signorotto “... se avessi saputo del vostro arrivo io vi avrei accolto degnamente...”
“Per questo non ho fatto giungere notizie.” Replicò il nuovo venuto. “Così da potervi vedere all'opera nel vostro naturale elemento... la melma.”
“Milord, io...”
“Comunque non avevo finito.” Lo zittì Rudolf. “Parlavo della vostra probabile impiccagione... e potrei farvi penzolare da un albero perchè avete tentato di far violenza ad una giovane nonostante un editto ducale. Ma in verità poca importanza ha ciò che stava accadendo qui. Almeno non tanto da richiedere il mio fastidio nell'intervenire.”
“Certo, sono villani questi.” Annuì il signorotto.
“Ma il vostro problema, ahimè...” scuotendo il capo Rudolf “... non è tanto lo stupro in sé... ma l'aver violato un Editto Ducale... in pratica avete disobbedito a Sua Grazia il vescovo e a Sua Signoria in un colpo solo... il reato in sé non è tanto il male che potevate fare a questa gente, ma la violazione ad un edito proposto da Sua Grazia e proclamato da Sua Signoria... e voi sapete quanto l'Arciduca detesti vedere i suoi ordini anche solo discussi. Figuriamoci poi ignorati. Eh, amico mio... ora posso rivelarvelo... io non ho mai visto di buon occhio la vostra presenza in queste terre. E a quanto pare avevo ragione. Dunque capite che ora con soddisfazione mi accingo a fare ciò che devo.”
“Milord, io...”
Ma Rudolf lo zittì con un cenno.
“Vi prego...” facendo poi segno ai suoi di prenderlo “... avete vissuto come un brigante, affrontate ora la giusta punizione come un aristocratico...”
“Mio signore, aspettate...” spaventato il signorotto.
“In nome di Sua Signoria...” avvicinandosi Rudolf al signorotto che i cavalieri ora tenevano fermo “... vi viene tolta ogni giurisdizione su queste terre per aver ignorato un Editto Ducale... e per aver disobbedito alla volontà del vostro signore sarete punito con l'evirazione.”
I cavalieri lo condussero allora nel mulino e dopo qualche istante si udì un forte grido di dolore, fino a quando la voce del signorotto si alterò completamente.
Poi silenzio.
“Cosa ne facciamo dei suoi cavalieri, signore?” Chiese uno dei suoi a Rudolf.
“Chi non è capace di scegliersi un degno padrone” rispose questi “non può servire Sua Signoria. Impiccateli.”
“Si.”
E gli uomini del signorotto furono condotti poco distante ed impiccati.
“I corpi resteranno lì per due giorni.” Ordinò Rudolf. “Come monito.” Poi si sedette ad uno dei tavoli. “Beh?” Fissando lo sposo e la sposa. “Basta un caprone castrato per interrompere il giorno più bello della vostra vita? Avanti, riprendete i festeggiamenti. Ora avete altri ospiti.”
E subito le donne offrirono cibo e vino a Rudolf ed ai suoi cavalieri.
“Voi invece chi siete?” Domandò poi Rudolf a Clio, Mamyon e Densesu.

Clio 26-04-2013 14.14.22

Nell'udire quel grido, mi si strinse il cuore, ma sapevo di dover togliere la freccia il più presto possibile.
"...è finita, è finita.. Dovevo farlo..." Dissi prendendo delicatamente il suo viso tra le mani.
"...dobbiamo rimetterlo in piedi... Anche se non so se potrà camminare subito, fortuna che abbiamo il carretto..." Dissi rivolta a Densesu.
Poi, guardai di nuovo Mamyon "...ehi... Quando te la senti, appoggiati a noi.. Ti porteremo sul carretto, così potrai riposare..." Gli tolsi una ciocca di capelli dagli occhi "...povero caro...".
E lo baciai ancora.
Mentre ero inginocchiata accanto a Mamyon sofferente, udii perfettamente il discorso tra Sir Rudolf e il signorotto.
Un sorriso compiaciuto mi si piazzò sul viso, quando udii la sua punizione.
Dopo poco mi resi conto che Sir Rudolf si era rivolto direttamente a noi.
Mi voltai ed osservai tutti che banchettavano davanti alla tavola imbandita.
Scossi la testa e mi alzai.
"..il mio nome è Clio di Restoiry, costui è Sir Mamyon e il suo scudiero Densesu...".
Mentire sui nostri nomi non avrebbe portato a nulla di buono ma di certo non potevo raccontare la verità.
"...siamo fuggiti da Sant'Agata di Gothia... In quella città senza Dio accadono cose terribili.. Io ho perso un fratello... Ora siamo diretti lontano, lontano da tutto... Dove poter vivere in pace...".
Mi avvicinai al banchetto dove le donne avevano servito cibo e vino.
Presi un bicchiere e lo riempii di vino, poi mi diressi nuovamente verso Mamyon.
"...ecco.. Bevi un po'... Ti farà bene.." Sorrisi "...anche se forse ci voleva qualcosa di più forte...".

Altea 26-04-2013 14.21.12

Presi la mia sacca a terra e salii con Velvò sul suo cavallo..quando udii le sue ultime parole..non si andava a Capomazda.."Certo" risposi fermamente.."e dove andrete? A cercare la balestra Costanza? Per poi fare la lotta a chi vi ha rubato i vostri possedimenti? Una guerra...come Sygma e Capomazda..è cosi che voi uomini risolvete le situazioni..con la guerra e uccidendovi"
Ad un tratto udii il nitrito del cavallo, si fermò lentamente e fui accecata da una forte luce..

Due donne camminavano lentamente celate e una era di bianco vestita..
le avevo riconosciute..erano lady Anastasiya e Eleonor..
Lady Anastasiya mi fece un cenno con la mano...lei era come una aurea angelica..e a un tratto mi apparvero quelle immagini, scene che non capivo..Sebastian? O chi era..era Lui? e un Frate...parlavano tra loro, e una dama, la stessa col volto non riconoscibile.
"Frate Nicola.." disse la dama eterea "stai andando dalla parte sbagliata, egli si trova da quella parte..." e vidi la sua mano col rosario bianco in mano indicarmi la via.."Ti aiuto io, Altea..vedo che non sai come uscirne da questa situazione e sii ferma e risoluta, questo uomo ha le sue priorità ma le tue vengono prime delle sue...ad esempio del Casato e della Maledizione".

Non le vidi più, osservai Velvò che mi scrutava."E' laggiù che dobbiamo andare" e gli indicai la via che mi aveva mostrato lady Anastasya e in quel momento mi accorsi che nella mia mano ciondolava il suo bianco rosario..trasalii ma capii che era la sua benedizione.."E se non volete portarmici, ci andrò a piedi, d'altronde la mia antenata per arrivare a Tylesia e salvarla camminò per mari e monti" dissi fermamente scendendo da cavallo e guardandolo con aria di sfida..."Poi potrete andare dove volete, ovviamente" aggiunsi.

Guisgard 26-04-2013 16.33.39

A quelle parole di Altea, Velvò fermò all'istante il suo cavallo.
“Si, avete ragione e vi comprendo...” disse “... probabilmente avete anche voi uno scopo, come io ho quello di ritrovare la mia balestra. Dunque credo sia giusto che ognuno segua la propria strada. Laggiù...” indicò poi alla donna “... vedo il fumo di un comignolo... ci sarà probabilmente una fattoria o comunque una casa di contadini. Magari con un po' di fortuna troverete lì anche un buon cavallo. Vi auguro buona fortuna, milady. Io non posso lasciare il sentiero, poiché sono già in ritardo per ciò che mi aspetta.” Salutò Altea e galoppò via alla ricerca della sua formidabile balestra rubata.

Guisgard 26-04-2013 16.41.22

“Voi” disse Rudolf a Clio “provenite da Sant'Agata di Gothia? Eppure il vostro accento non è di quella regione. E cosa accade laggiù? Raccontateci dei suoi governanti, delle sue leggi, del suo popolo e di tutti i fatti degni d'importanza a cui avete assistito. Fatelo e vi prometto che avrete la mia gratitudine. E naturalmente quella di Sua Signoria.”
Poi fece cenno alle donne di accomodare alla meglio Mamyon e di servire ai tre stranieri cibo e vino.

Altea 26-04-2013 16.46.47

E lo vidi cosi...andarsene, aveva capito le mie ragioni ma anche lui non voleva abbandonare le sue motivazioni...e ognuna delle nostre erano importanti..per la nostra vita futura...Velvò che il Signore vi dia ciò che più desiderate..pensai tra me e me afferrando quel rosario.
Lo riposi nella sacca, mi rammaricai solo di una cosa..volevo donargli la bussola.
Comunque seguii il consiglio di Velvò e mi diressi verso la zona che mi aveva indicato la mia antenata e quell'uomo oscuro...e cosi mi trovai davanti a un casolare molto grande, e iniziai a chiamare..."Scusate, vi è qualcuno?"

elisabeth 26-04-2013 16.54.07

Andiamo bene pensai nella mia mente......un fiore introvabile......ci eravamo vestiti da attori...ci aspettavamo il Re barbuto di Orez e invece ?.......un dolce fanciullo....dalla lingua di fuoco....e che fosse il Re o meno.....le sue parole erano troppo adulte per un bambino.........il punto era che non si poteva parlare.....gia'....ma si poteva danzare.........

mi feci largo tra i miei amici.....e iniziai a danzare ......avevo imparato bene..cio' che erano le movenze dell'antica danza.......e se era un bambino cosi' intelligente
forse avrebbe potuto cogliere qualcosa dalla mia muta richiesta.......toccai i petali azzurri che si intrecciavano intorno al mio corpo sino a toglierli ad uno ad luno e poggiarli ai piedi del Bambino.....non tornai insieme ai miei amici...ma mi diressi e mi misi sotto il quadro di Elisabeth....

Ansimavo per la fatica.........ed ero molto arrabbiata infondo ero la figlia di un Re nel mio paese......eppure...dovevo guadagnarmi il permesso...ogni uomo aveva diritto alla parola ...anche il peggior assassino

Guisgard 26-04-2013 17.22.25

Capitolo XI: Il fiore perduto di Tylesia

“Madre, non ho incontrato Kunta.
Colui che ho incontrato
Ha pure lui la pelle nera
Ma non ti conosce.”

(Diarra B. Tieco, Kunta e Tobby)



Il bambino osservò danzare Elisabeth, fino a quando la donna terminò quel suo ballo e ritornò al suo posto.
“Voi...” disse a lei il bambino “... quale costume è questo che indossate? A noi pare rappresentare un fiore. E' così? Siete mascherata da fiore? E come mai? Vi è forse un motivo particolare?”
Sawas e gli altri fissarono allora Elisabeth, lanciandole sguardi di intesa.
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elisabeth 26-04-2013 19.08.54

Avevo avuto il consenso di parlare.....la mia danza lo aveva incuriosito....tolsi il velo dal volto e mi inchinai a lui...cosi' come era consono innanzi ad un Re.....
" Mio Signore, questo che indosso e' un abito che viene dall'oriente.....e anche la danza con cui vi ho parlato....viene da quel lontano posto, sono felice che Voi abbiate compreso.....si...il mio abito e' un Fiore...il Fiore Azzurro.......il Fiore che racchiude in esso l'emblema dell' Amore.........veniamo da lontano...perche' questo Fiore da sempre lega la vita di molte persone, e in questo momento il vostro Fiore equivale alla vita di una persona che amo molto....Sire........in passato venne distrutta la vostra citta'.......e il Fiore gli ha ridonato la vita.....questo vi chiediamo....il Fiore azzurro......".....a quel punto feci un passo indietro.....consapevole del fatto....che potevo anche avere la testa tagliata...potevo essere messa ai ferri.......potevo tante cose e sopra ogni cosa...i miei amici potevano subire la mia stessa sorte.......L'egoismo mi aveva portato a mettere la vita di quattro persone in pericolo...guardai il volto di Elisabeth......tu ...cosa avresti fatto ?......ma i quadri non parlano........un ombra leggera attraverso' la grande sala....vidi il suo volto ma solo per qualche istante......era la donna che avevo visto alla locanda.....ma non era il momento di tirar fuori i fantasmi......tanto se continuava cosi'...avrei potuto parlare con Elisabeth di persona......

Clio 26-04-2013 20.15.28

Aiutai le donne a sistemare Mamyon, restando sempre al suo fianco.
Era una pena vederlo ridotto così, non aveva detto una parola e i suoi occhi avevano perso l'abituale lucentezza.
Mi accorsi delle domande di Sir Rudolf.
"...Avete ragione, sono molto lontana da casa.. Sono originaria di Camelot, in Britannia.. Sono giunta a Sant'Agata per cercare notizie di un antico manoscritto bella biblioteca della sua scuola cattedrale.. Ma non ho trovato ciò che cercavo... So ben poco delle istituzioni, l'influenza della mia famiglia non si estende così lontano... So che la città è retta da un arconte, che ha l'aiuto di una principessa... Ma poco tempo fa c'è stato un attentato.. E, per quanto ne so, la principessa potrebbe essere già morta... Ah, e ovviamente so che non vi è più la scuola cattedrale ne il vescovo..." Alzai le spalle "..e che la selva brulica di briganti.. è li che ho perso chi era come un fratello per me, e avrei fatto la stessa fine se lui non mi avesse salvato..." Posando delicatamente una mano sulla spalla di Mamyon "...non so dirvi altro, solo che desidero proseguire il viaggio lontano da qui.. Il più lontano possibile da uomini come quello che avete giustamente punito... Dove poter vivere in pace...".
Ci avevano servito cibo e vino, nel frattempo.
"...riesci a mangiare qualcosa,caro?" Sussurrai a Mamyon.
Volevo andarmene da quel luogo il più in fretta possibile ma sapevo che, con Mamyon in quelle condizioni sarebbe stato più difficile del previsto.

Talia 26-04-2013 20.21.18

Il mio sguardo, inclemente e distante, rimase per tutto il tempo sul chierico...
la mia mente, tuttavia, non riusciva a non pensare agli occhi freddi del cavaliere quando, poco prima, aveva detto di non avere amici lì... non riusciva a non pensare a quell’espressione che si era dipinta sul suo volto, quasi di dolore... la mia mente non riusciva a mettere da parte la sensazione che ci fosse qualche cosa che le sfuggiva, qualcosa di importante...
Il chierico intanto parlava, ed ogni sua parola su di noi suonava non come una domanda ma come una sentenza... come una condanna... come un detto che non ammetteva regole...
“Non giudicate e non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati. Perdonate e vi sarà perdonato.” mormorai allora, interrompendolo “...non era forse questo ciò che vi veniva insegnato? Non era, forse, uno degli apostoli che ammoniva: ‘Chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?’...” lo fissai, con sguardo alto e distaccato “Parole!” mormorai.
L’uomo tuttavia non parve dar peso a ciò...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 54293)
“In effetti è una ragazza particolare...” guardando Talia il frate “... molto... forse per questo ti piace... perchè non ha l'ombra...”


A quella affermazione, mio malgrado, vacillai...
la mia ombra...
come poteva sapere...
i miei occhi si allargarono appena, allora, le mie guance si infiammarono e la gola mi parve che mi si chiudesse...

Ero nel buio...
un buio caldo, appiccicoso, opprimente, claustrofobico...
giravo su me stessa, cercando una via, ma di vie non ce n’erano...
e poi all’improvviso lo vidi di fronte a me...
grande, immenso, luminoso...
quell’occhio mi guardava ed io adesso sapevo di non potergli sfuggire...
fissavo l’occhio e l’occhio fissava me...
mi sentivo attraversata dallo sguardo di quell’occhio...
sentivo che mi leggeva dentro.
E poi, all’improvviso, udii quella voce vicina...
“Non fidarti, Talia... ricorda di non fidarti mai di nessuno!”
“Ma Maestro...” iniziai a dire, voltandomi verso l’uomo che era comparso accanto a me.
“Di nessuno, Talia... loro sono ovunque! Saranno sempre ovunque! E, se giungeranno a te, sarà la fine!”
“Loro?” chiesi.
“Si... loro! I nostri nemici! I tuoi nemici!”
“Ma chi sono?”
L’uomo mi fissò...
“Non preoccuparti... penserò io a loro. Tu ricordati solo di non fidarti di nessuno! Di nessuno!”


Battei le palpebre, incerta...
era durato soltanto un attimo, quella sorta di macabro sogno...
un ricordo, pensai...
sì, forse era un ricordo...
ma antico...
un ricordo molto molto lontano e che non avrei saputo collocare né nel tempo né nello spazio.
Un lungo brivido mi scosse la schiena, allora...
ed improvvisamente mi accorsi di essere spaventata...
di essere molto spaventata, inspiegabilmente.
Inspirai, dunque, e sollevai di nuovo lo sguardo sui due uomini davanti a me...
fissai il monaco, poi spostai lo sguardo su sir Guisgard, poi tornai a guardare il monaco...
“Cosa...” mormorai, gelida “Cosa dite? State vaneggiando!”
Repressi un nuovo brivido, allora, e tornai a guardare Guisgard...
“Voglio ritirarmi!” esclamai.

Guisgard 26-04-2013 23.42.23

Il Bambino ascoltò con attenzione Elisabeth.
“Il Fiore Azzurro...” disse poi “... voi siete giunti qui per cercare il Fiore Azzurro?”
“Si, maestà...”annuì Sawas, svelando i loro intenti “... dobbiamo trovarlo e miti e leggende ci hanno condotto fin qui... e non per cercare il Fiore Azzurro tra i fantasmi della vecchia Tylesia, ma per trovarlo fra lo splendore di quella nuova.”
“Allora perchè vi fingete attori girovaghi?”
“Per poter essere ricevuti in questa corte, sire.” Intervenne Enusia.
“Se siete giunti fin qui” fece il bambino “vuol dire che più di miti e leggende parlano ormai di ciò che sta per accadere. Infatti in questa città sta per sbocciare il più grande di tutti i tesori di questo mondo.”
“Questo vuol dire che...” mormorò Enusia con la voce carica di speranze.

Guisgard 27-04-2013 03.05.02

Altea si avvicinò così a quella casa.
Era un'abitazione rustica, con uno spiazzo racchiuso da una staccionata davanti ad essa.
Dal comignolo usciva del fumo, segno che qualcuno vi aveva acceso il camino all'interno.
Ad un tratto Altea si accorse di qualcosa.
Era una sorta di scatola di legno, a forma di rudimentale teatrino, poggiata su un tronco di un albero.
Al suo interno vi erano due pupazzi su un cavallo.
Una targhetta di latta era messa in bella mostra sul palco.
E recitava queste parole:

“Il nostro fiore vi conquisterà.”

Guisgard 27-04-2013 03.07.29

Mamyon annuì a quelle parole di Clio e mangiò un po' di quel cibo.
“Avete detto” disse Rudolf alla ragazza “di un attentato... alla principessa? Ne siete certa?” Chiamò a sé alcuni dei suoi uomini e mormorò loro qualcosa. “Eppure so per certo che nessuno dei nostri ha organizzato altri attacchi a Sant'Agata di Gothia...” tornando a fissare Clio.
“Invece è così.” Intervenne Mamyon, visibilmente agitato. “So per certo che la principessa è stata ferita in un attentato. Ferita mortalmente e ogni minuto che passa potrebbe peggiorare... ammesso che non sia già tardi...”
Rudolf lo fissò.
“Calmate il vostro ardore, cavaliere.” Con tono duro. “Rammentate con chi state parlando. Io qui rappresento Sua Signoria.”
“Allora ditemi...” ansimando Mamyon “... è il vostro signore che manda sicari per assassinare una ragazza? Così volete vincere le guerre? Eppure ho sentito che le vostre armate si fregiano di altisonanti epiteti, tutti di natura divina...”
“Potrei farvi impiccare per questa vostra insolenza.” Lo riprese Rudolf.
“Perchè non affrontate l'Arconte Meccanico?” Con rabbia Mamyon. “Invece di assalire le donne indifese?”
“Se credete che il vostro stato vi metta al sicuro dalla vostra arroganza” seccato Rudolf “vi sbagliate. Un'altra parola fuori posto e rimpiangerete le carezze di quei cavalieri di poco fa.” Guardò poi Clio. “Milady, se avete una minima influenza sul vostro cavaliere, vi consiglio di esercitarla, o per lui finirà molto male oggi.”

Guisgard 27-04-2013 03.12.29

“Vedo che la dottrina” disse il frate a Talia “almeno qualcuno ha avuto lo scrupolo di insegnarvela. Peccato che non abbia fatto nulla per spingervi poi a metterla in pratica.” I suoi occhi erano su di lei, duri, inclementi ed impenetrabili. “Comunque nessuno vi sta giudicando qui.” Aggiunse. “Siete già stata giudicata.” E guardò poi a terra.
Le candele mostravano le ombre del chierico e di Guisgard, ma non quella della principessa.
“La vostra ombra.” Indicò il frate.
“Maestro...” mormorò Guisgard.
“Già...” annuì frate Nicola “... è una di loro...”
“No... non può essere...” fece il cavaliere “... non lei... lei è...”
“Lei è cosa?” Lo interruppe il frate.
Ma proprio in quel momento Talia disse di volersi ritirare.
“Aspettate...” prendendola per una mano Guisgard “... non... non andate via...” la sua mano strinse forte per un istante quella di lei.
“Rammenta la tua missione.” Fissandolo il chierico. “Ed il nostro patto.”

Talia 27-04-2013 11.42.47

Fissai la mano di Guisgard che stringeva la mia... poi sollevai gli occhi nei suoi a quelle parole...
e nei suoi occhi chiari vidi una strana luce, una luce che non avevo mai visto prima...
li fissai a lungo, quegli occhi...
e lentamente la mia mano si ammorbidì...
si ammorbidì, mentre mi lasciavo convincere da quegli occhi... da quello sguardo...
si ammorbidì perché io volevo credergli...
avevo bisogno di credergli...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 54382)
“Rammenta la tua missione.” Fissandolo il chierico. “Ed il nostro patto.”

Quelle parole, all’improvviso, giunsero a me come una coltellata...
missione...
patto...
fissai per un istante il monaco, quasi senza capire, poi il mio braccio tornò ad irrigidirsi e a mia mano a stringersi a pugno mentre tornavo a guardare il cavaliere...
“Missione?” sussurrai, con voce bassa ed incerta “La vostra... la vostra missione?”
I miei occhi cercarono i suoi allora, con la viva speranza di trovarvi qualcosa che smentisse quella affermazione... lo speravo... lo speravo ardentemente... ma invano...
“Avevano ragione...” sussurrai allora, senza riuscire a mascherare quel dolore intenso che provavano “Avevano ragione su di voi... avevano tutti ragione... siete venuto con altri interessi, siete venuto con una missione... ed io... io mi sono fidata di voi... io mi sono...”
Mi interruppi di colpo, quasi non riuscendo più a parlare...
“Io mi sono fidata di te!” mormorai pianissimo, mentre gli occhi mi diventavano lucidi... e quel sussurro appena percepibile suonò quasi come un’accusa.
Tirai allora con forza il braccio indietro, sfilando la mano dalla sua, e corsi via senza più voltarmi.

Clio 27-04-2013 12.05.47

Mi si gelò il sangue nel sentir parlare Mamyon.
Cosa gli prendeva? Non aveva udito le mie parole? Lo avevo avvertito di stare attento.
Gli strinsi il polso con tutta la forza che avevo, e gli lanciai un'occhiataccia.
"....dovete perdonarlo, Milord... Non intendeva offendervi... Non voi direttamente, almeno..." Dissi in tono di scuse alla volta di Sir Rudolf "... Egli.. Ecco... Ha un rancore antico contro chi se la prende con le donne.... Era solo un bambino quando... Sotto i suoi occhi..." Mi interruppi come se fosse doloroso continuare "...beh, perdonate ma sono ricordi troppo privati e dolorosi..." Augurandomi che immaginassero qualcosa di terribile "...da allora giurò di difendere le fanciulle in difficoltà.. E poco importa se si tratti di una giovane straniera, della figlia di un mugnaio... O della principessa di un regno in guerra..." Alzai le spalle "...credo che essere un cavaliere errante faccia perdere di vista il sottile equilibrio della politica...".
Scossi la testa "...tuttavia, questa guerra è affar vostro, non ci appartiene... Ma sappiate, però, che quanto ha detto è la verità... Io stessa ho sentito le campane a lutto e gli araldi... Ma, dovete perdonarmi, non intendevo accusare nessuno, mi avete chiesto notizie... Per quanto ne so potrebbe essere stato un sicario mandato in gran segreto.. O anche un fanatico che ha agito da solo... Come ho già detto, questa non è la mia guerra... ".
Sperai che quella raffica di parole avrebbero calmato Mamyon e distratto il signorotto.
Poi, mi voltai verso il mio cavaliere e gli lanciai una nuova occhiataccia.
"...si può sapere che stai facendo" Sussurrai "...voglio sposarti non seppellirti, per l'amor del cielo...".
Lo guardai dritto negli occhi "...lascia parlare me, e non mi contraddire o saranno guai per tutti noi... Ti prego, fidati di me... Non voglio che ti accada nulla...".
Poi, strinsi la mascella e guardai Mamyon con occhi diversi.
Incrociai le braccia "...beh, mi chiedo se non dovrei essere gelosa..." Dissi cercando il suo sguardo "...Non mi hai degnato di uno sguardo o una parola nonostante le mie cure e le mie parole dolci e invece ritrovi subito le energie per difendere una principessa che non hai mai visto ?" Scossi la testa, come se fossi esasperata "...certo, perfino i bardi cantano la sua bellezza... Ora non mi verrai a dire che è più bella di me ai tuoi occhi? È così?" Fingendo un offesissimo broncio.

Altea 27-04-2013 18.42.39

Guardavo attorno e mi accorsi di una piccola scatola di legno, mi abbassai e vidi rappresentava un teatrino con una strana descrizione....due pupazzi su un cavallo..sembravamo quasi io e Velvò poco prima..scossi il capo pensando fosse una casualità, alzai lo sguardo e strabuzzai gli occhi di stupore guardando quella insegna di latta dove vi era riportata una scritta..

“Il nostro fiore vi conquisterà.”

Un fiore? Dovevo venirne a capo e scoprire cosa significasse quel teatrino e quella scritta...cosi mi avvicinai alla staccionata, vi era vicino un palo con una piccola campana e tirai la corda per farmi notare ed aprire il portoncino...dalle parole era un invito a entrare e poter vedere quel fiore sembrava.

elisabeth 27-04-2013 20.40.35

Non si stupi' del fatto che io avessi avoluto interpretare un Fiore.....?.....anzi la mia danza era stata chiara senza doppi sensi....
Ma quello che mi diede piu' stupore...fu il fatto che in quel luogo proprio in quel momento lo stupore del mondo e quindi questo splendido Fiore stava nascendo......saremmo stati presenti a cotanta meraviglia..." Perdonateci sua Maesta se per arrivare a Voi abbiamo dovuto diventare attori.......ma non sapevamo quale altro mezzo ci avrebbe concesso la possibilita' di incontrarvi..........ditemi Sire.....cosa sta nascendo, di cosi' stupendo ?....il Fiore ?.....il Fiore azzurro ?....voi pensate che saremmo degni di poter essere presenti a tale avvenimento ?.....abbiamo viaggiato tanto per vederlo.....".....il punto era che lo avremmo anche visto....come lo avremmo portato via ?.....non credo che ci fosse stato qualcuno ben felice di darci il Fiore......eppure l'evento era stupefacente....

Guisgard 29-04-2013 00.20.42

“Solitamente” disse il fanciullo ad Elisabeth “la non chiarezza dei comportamenti causa il nostro disappunto. Tuttavia, dato l'evento straordinario di cui questa città sarà testimone, tralasceremo il modo in cui siete arrivati a corte. Infatti il nostro animo è meravigliosamente predisposto a scorgere solo la luminosità della vita in questi giorni, senza farsi influenzare dalle carenze dei nostri simili e sudditi.”
In quel momento fu annunciato qualcuno.
“Maestà...” fece un valletto “... don Galiarden, Giardiniere di Corte, chiede di essere ricevuto.”
“Fatelo passare.” Fissandolo il fanciullo.
Il giardiniere si presentò allora al cospetto del fanciullo.
“Ebbene?” Chiese questi.
“Ci siamo, maestà...” sorridendo Galiarden “... credo che oggi sboccerà...”

Guisgard 29-04-2013 00.30.30

Altea fece suonare la campana.
Ad un tratto udì abbaiare.
Un attimo dopo, un piccolo cane le si avvicinò senza smettere di sbraitare.
“Poroit...” disse qualcuno da lontano “... Poroit! Sta buono!”
E una ragazzina si mostrò ad Altea.
“Poroit, buono!” Ammonì ancora il suo cane che, nonostante la stazza non eccezionale, sembrava deciso ad impressionare la loro ospite inattesa. “Così accogli i visitatori? Ora qui, buono!” Guardò poi Altea. “Salute a voi, milady.” Sorridendole. “Perdonate Poroit. Abbaia molto, ma non è cattivo. Cosa vi ha portato qui?”
E in quel momento Altea si accorse che la ragazzina aveva in mano altri due pupazzi, del tutto simili a quelli che aveva visto nel teatrino poco prima.
Con la sola differenza che uno dei due recava in mano una piccola balestra.

Guisgard 29-04-2013 00.47.28

“Va bene, va bene...” disse Rudolf, come a voler evitare che un battibecco scoppiasse tra Clio e Mamyon “... dunque a Sant'Agata di Gothia piangono la loro principessa...” tornando a parlare di ciò che a lui più interessava “... Sua Signoria avrà presto tali notizie...”
“Non pensate che Sua Signoria possa già essere al corrente di tali fatti, milord?” Chiese uno dei cavalieri a Rudolf.
“Impossibile.” Scuotendo il capo questi. “Sono certo che nessun attacco simile è stato ordinato recentemente da Capomazda. Se così fosse io ne sarei stato informato. Tuttavia, torneremo subito nella capitale per informare l'Arciduca.” Continuò Rudolf. “Ma resta la mia riconoscenza per ciò che avete riportato da Sant'Agata di Gothia.” Rivolgendosi di nuovo a Clio. “Immagino, essendo forestieri, stiate cercando un alloggio. Ebbene, questo mulino non è adatto e degno della mia gratitudine. Soggiornerete in una dimora adatta al servizio che mi avete reso.” Prese allora da una tasca un sacchetto di pelle e lo scucì sui lati.
Poi, con l'anello, impresse un marciò su sacchetto e lo consegnò a Clio.
“Poco di stante da qui...” indicò “... proseguendo nella boscaglia, giungerete ad una villa... chiederete di soggiornarvi e mostrerete questo sacchetto a chi vi accoglierà.” Sorrise. “Questo è quanto.”
Li salutò e poi insieme ai suoi cavalieri andarono via.
“Li chiama attacchi...” mormorò Mamyon appena Rudolf e i suoi sparirono nella boscaglia “... attentati dovrebbe dire!”
“Lady Clio ha ragione...” fissandolo Densesu “... meglio essere prudenti in queste terre...”

Guisgard 29-04-2013 05.46.36

Talia corse via.
Corse fuori dalla Cappella di San Nicola, ritrovandosi poi in un atrio colonnato e scorgendo la debole luce che indicava un lungo corridoio per accedere al palazzo vero e proprio.
E correva verso quel corridoio la principessa.
E l'avrebbe raggiunto, lasciandosi così indietro la cappella e tutto il resto, se una mano non le avesse afferrato il braccio, impedendole di proseguire.
“La mia missione...” disse Guisgard guardandola negli occhi “... siamo qui proprio per quella... proteggervi... questa è la mia missione... se avessi avuto altri scopi, li avrei già attuati... siamo rimasti soli a lungo in questo castello... e se avessi voluto farvi del male, non sarebbe stata certo la vostra servitrice ad impedirmelo...” la sua mano stringeva il braccio di lei.
Poi, all'improvvisò, si allentò e infine la sua mano lasciò quel braccio.
“Se ora non vi fidate più di me” continuò senza distogliere i suoi occhi da quelli di lei “allora lasceremo subito questo castello e vi ricondurrò a Sant'Agata di Gothia. Si, lo farò, se ordinerete questo. Anche rischiando poi di essere messo sotto processo. Del resto, se non godo della fiducia di colei a cui ho giurato obbedienza, credo sia giusto che abbandoni tale incarico...”
E poi, con un gesto improvviso e delicato, asciugò una lacrima che aveva rigato il volto di Talia.
“Nelle favole” sussurrò “si dice che le principesse non devono piangere mai... e non rispondetemi ora che questa non è una favola...” sorrise appena “... perchè sono pronto a smentirvi... smentirvi con una parola magica... La Fonte della Speranza...”
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elisabeth 29-04-2013 10.06.29

Erano talmente tutti felici...che nulla piu' importava loro, anche le spiegazioni piu assurde avrebbero avuto una risposta pacifica......ero ammaliata da quel ragazzino...il volto di un fanciullo e la lingua di un saggio Re.....la ricerca di quel Fiore era stata semplice.....come se avessi camminato su un tappeto di fiori.......avevo trovato, nonostante la mancanza di Elina, persone amabili ed affidabili..........era questo il mio desiderio ? E dov'era la mia vendetta ?.....Forse nella vita nonostante il grande dolore era meglio perdonare.......il perdono, una grande parola che poco nel mio animo trovava spazio.......mi feci ancora una volta avanti..." Vi ringrazio Sire...per averci dato la possibilita' di poter vedere un miracolo cosi' grande......."...piegai la testa nel senso del rispetto.....ed attesi la visione di tale bellezza....

Altea 29-04-2013 11.27.14

Arrivò un piccolo ma deciso cane a darmi il benvenuto, quasi sorrisi per la sua determinazione quando arrivò una ragazzina a calmarlo.
"Non preoccupatevi per il simpatico Poroit, voleva solo difendere la sua casa da estranei. Sono lady Altea, vengo da molto lontano perchè avrei bisogno di alcune indicazioni, e poi vorrei parlare con chi si occupa del bestiame soprattutto di cavalli...inoltre ho visto qui si trova un Fiore...mi piacerebbe vederlo" dissi sorridendo quando mi accorsi dei pupazzi che la fanciulla teneva in mano, deglutii vedendo uno con la balestra in mano. Mi voltai istintivamente verso il teatrino..ma come era possibile che tutto questo avesse a che vedere con ciò che avevo appena vissuto.."Gentile damigella, potreste dirmi cosa rappresentano questi pupazzi che avete in mano e quelli del teatrino e chi sono?"

Clio 29-04-2013 14.05.11

Tirai un sospiro di sollievo nel vedere che le mie parole e il mio atteggiamento avevano smorzato la tensione.
Sapevo quanto gli uomini detestassero capricci delle donne, io stessa li sopportavo a malapena. Il mio stratagemma, dunque, aveva funzionato.
Li guardai sparire nella selva, e la voce di Mamyon mi raggiunse, facendomi alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa.
"...senti..." Sussurrai piano, cercando di non perdere la calma "...nemmeno a me piacciono questi fanatici, ma siamo a casa loro... E non vanno certo famosi per sopportare allegramente le critiche... Abbiamo un compito da assolvere, o mi sbaglio? Non vorrai condannare a morte certa quella povera ragazza..." Lo guardai negli occhi "...su, forza.. In piedi.." Dissi alzandomi a mia volta "...mi sembra che tu stia meglio, ma se non riesci ancora a camminare ti puoi appoggiare a noi... Ti porteremo sul carretto.. Immagino che non vorrai accettare l'ospitalità di quell'uomo... Quindi, decidi in che direzione dovremo dirigerci.. Sei tu il capo..." Dissi strizzando l'occhio.
Mi allontanai per un momento, raccolsi la balestra e le frecce che non erano andate a segno, rammaricandomi di non essere una tiratrice migliore.
Poi, lasciai qualche moneta sul tavolo, per ripagare quegli uomini del cibo e del vino che ci avevano offerto.
"...Scusate se abbiamo interrotto i vostri festeggiamenti, signori..." Dissi dura e fredda guardando il padre della sposa e lo sposo "...il vino era squisito... Ce ne andremo immediatamente...".
Non sopportavo la vista di quella gente, continuavano a scorrere davanti ai miei occhi le immagini di Mamyon a terra e di quell'insopportabile silenzio.
Tornai da Mamyon, e nell'osservare il suo viso il mio sguardo si addolcì.
Era incedibile il potere che aveva su di me.
Mi chinai per baciarlo sulle labbra, dolcemente.
"...allora, partendo dal presupposto che non ho intenzione di restare in questo posto un minuto di più, che hai deciso di fare?" Con un sorriso.

Talia 29-04-2013 16.25.57

Abbassai lo sguardo a quelle parole...
tremavo appena...
poi lentamente tornai ad alzarlo su di lui...
“Il problema...” mormorai “Il problema non è che non mi fido di voi... al contrario... al contrario, il problema forse è che mi fido troppo!”
Eravamo vicini ed io lo osservai per lunghi minuti, affondai i miei occhi nei suoi, pur senza sapere bene cosa cercarvi...
e per lunghi momenti restammo così, in silenzio...
poi sospirai e, abbassando ancora lo sguardo, mi allontanai di qualche passo...
“Vedete...” sussurrai, accostandomi all’alta vetrata che si apriva sull’esterno “Vedete, a me è stato sempre insegnato a diffidare di chiunque... la mia posizione, mi è stato insegnato, è purtroppo tale da non potermi permettere di avere debolezze né punti scoperti... e la fiducia, mi è stato detto, è il più subdolo dei punti deboli...”
Guardai fuori per qualche momento ancora, nel buio che via via si andava diradando cedendo il posto all’aurora...
poi tornai a voltarmi verso di lui...
e pensai che aveva ragione: se fossimo tornati quello stesso giorno a Sant’Agata, il maestro George e l’Arconte non avrebbero certo capito, né approvato quella cieca fiducia che io avevo riposto in quel cavaliere... e allora... allora, mi chiesi, cosa avrebbero osato fare... mi chiesi cosa stessero pensando in quel momento e se avessero già scoperto che a Sygma non ci eravamo mai arrivati... mi chiesi cosa sopettassero...
e allora, guardando il cavaliere, mi domandai se si fosse mai soffermato a pensare a quello, a pensare quanto era per lui pericoloso essere lì con me, pressoché da soli, e se davvero ritenesse che il gioco valesse la candela...
Lo osservavo in silenzio, nella debole luce di quel corridoio...
poi, lentamente, tornai ad accostarmi a lui...
“Io mi fido di voi, Guisgard...” sussurrai, quando gli fui vicinissima “Mi fido di voi più di quanto mi sia mai fidata di chiunque altro. Ma... ma voi non giocate con me... non mi insultate, comportandovi come se fossi sciocca, o peggio... non negate che qualcosa, qualsiasi cosa sia, vi lega a quel monaco... non negate che voi lo conoscevate già, prima di venire qui...”

Guisgard 29-04-2013 20.52.47

Il bambino fece cenno al giardiniere di condurre tutti loro a vedere quella meraviglia.
Così, l'uomo condusse il fanciullo attraverso un lungo corridoio, fino ad arrivare nel giardino del castello.
Naturalmente anche Elisabeth e gli altri li seguirono.
Arrivarono allora in una grande serra.
Al centro di essa vi era un vaso d'oro poggiato su uno sgabello intarsiato d'avorio.
Sul tenero terreno sembrava approssimarsi qualcosa.
Poi, all'improvviso spuntò un germoglio.
Un attimo dopo, incredibilmente, un fiore fece la sua comparsa.
“Incredibile!” Esclamò Enusia. “E' sbocciato in un istante! Di che fiore si tratta?"
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Guisgard 29-04-2013 21.02.58

“Si, andiamo...” disse Mamyon a Clio, dopo aver risposto con un bacio a quello che lei gli aveva dato “... naturale che non accetteremo la loro ospitalità... sono nostri nemici...”
Allora con un carretto abbandonarono quel luogo.
Attraversarono così la boscaglia, fino a raggiungere un albero con un cartello, che recitava così:

“Villa del Fiore.”

“Deve essere il luogo indicatoci dal nobile.” Fece Densesu.
“Allora andremo oltre.” Replicò Mamyon.
E proseguirono.
Dopo un'ora, incredibilmente, si ritrovarono di nuovo davanti a quell'albero.
“Com'è possibile?” Stupito Mamyon.
“Forse abbiamo girato in circolo...” disse Densesu.
“Ma se camminiamo da un'ora?” Perplesso Mamyon. “E siamo andati nella direzione opposta!”
“Cosa facciamo allora?” Domandò Densesu.
“Andiamo da quella parte.” Indicò Mamyon. “Così lasceremo questa boscaglia e ci metteremo alle spalle questa albero e la sua destinazione.”
Vagarono così per altre tre ore, fino a quando, con loro stupore, si ritrovarono ancora davanti a quell'albero con il cartello.
“Deve essere una specie di magia!” Esclamò Densesu.
“Smettila!” Lo zittì Mamyon.
Ma il cavaliere appariva molto inquieto.

Guisgard 29-04-2013 21.04.24

“Questi pupazzi” disse la ragazzina ad Altea “sono dei giocattoli che mio nonno fa per me. Rappresentano un formidabile tiratore e la sua dama. Quelli nel teatrino sono nuovi. Seguono una trama, un gioco... ieri ho giocato con questi, ma oggi giocherò con gli altri due... perchè qualcuno ha rapito la balestra al tiratore... e ora lui e la dama partono alla ricerca del ladro e dell'arma... è un bel gioco, vero?”

Guisgard 29-04-2013 21.07.20

“Potrei” disse Guisgard a Talia “mai nascondere qualcosa alla mia principessa?” Sorrise. “Infatti non ho nascosto nulla. E voi nulla mi avete domandato. Fatelo e vi rivelerò ogni cosa di me.” Si avvicinò al suo orecchio. “Anche quelle più scabrose ed indecenti per un cavaliere. Ammesso che ciò non vi turbi.” E poi le fece l'occhiolino. “E ora, in attesa delle vostre domande su di me, come detto, vi mostrerò qualcosa di fiabesco... vi va di uscire a cavallo con me? Fino ad una fontana... una fontana non distante da questo castello... una fontana particolare... ci andiamo?”

Altea 29-04-2013 22.28.10

Ascoltai sbigottita le parole di quella bambina, non poteva essere...ma in che posto ero arrivata?
Mi chinai verso di lei e le presi la dama e la tenni in mano..."Ma la dama cercava un Fiore..molto prezioso per lei e fu cosi che dovette lasciare l'uomo il quale voleva cercare la balestra a ogni costo per riavere i suoi possedimenti..lasciandola sola, allo sbaraglio...cosa succederà alla nostra dama secondo te?" chiesi a quella dolce bambina sorridendo.

Clio 30-04-2013 00.25.29

Sgranai gli occhi nel vedere l'albero per la terza volta, eppure, Mamyon aveva ragione avevamo fatto percorsi molto diversi.
"...Che ci sia sotto qualcosa mi sembra ovvio.." Sospirai, rassegnata.
Frugai per un momento nel mio bagaglio e dopo aver trovato ciò che cercavo mi diressi verso il cavaliere e lo scudiero.
"...beh, possiamo usare la bussola... Indica la via attraverso i boschi, no?" Con un sorriso.
I miei occhi tornarono all'insegna. Era davvero strano tutto quello, come se non fosse reale.
"...oppure..." Sussurrai appena "...oppure potremmo vedere cosa si nasconde dietro quel l'insegna... Infondo, il nome è allettante...".
Ma l'idea di vedere Mamyon di nuovo alle prese con un capomazdese mi terrorizzava alquanto.
Mi avvicinai a lui e lo cinsi con le braccia.
"... Però, se dovessi per uno strano caso del destino decidere di entrare..." Cercai i suoi occhi con i miei "... Mi prometti che fingerai di essere un cavaliere errante dall'oscuro passato, innamorato follemente di me, che non desidera altro dalla vita che trovare un bel castello in cui vivere con questa adorabile fanciulla dagli occhi blu?" Sorrisi "... O qualunque altra storia ti venga in mente, anche se... Devo dire che questa non mi dispiace...".
E gli feci l'occhiolino.
"...allora..." Tenendo la bussola in mano "...vuoi affidarti a lei o affrontare qualunque cosa ci sia in quella villa?" .


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